Alupent: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Alupent

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Alupent: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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ALUPENT

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una fiala contiene:

Principio attivo: orciprenalina solfato 0,5 mg

Per gli eccipienti, vedere 6.1

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione iniettabile.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento acuto delle turbe della conduzione atrio-ventricolare, sindrome di Morgagni-Adams-Stokes.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Terapia d’urgenza: 2 fiale per via intramuscolare o ½-1 fiala lentamente in vena. Per fleboclisi diluire 10-20 fiale da mg 0,5 in 250 ml di soluzione fisiologica e regolare il numero delle gocce per minuto (da 20 a 40) sulla frequenza cardiaca.

04.3 Controindicazioni

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Il preparato non deve essere somministrato in caso di ipertiroidismo, angina instabile, infarto del miocardio, nella miocardiopatia ipertrofica ostruttiva, nelle tachiaritmie, nel glaucoma complicato, nei trattamenti con bloccanti beta-adrenergici e in caso di ipersensibilità nota al principio attivo od ad altri componenti del prodotto. Da non usare in gravidanza accertata o presunta.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Estrema cautela deve essere adottata in caso di somministrazione contemporanea di agenti simpaticomimetici o IMAO. Analoga cura deve essere posta nel trattamento di soggetti ipertesi, diabetici, coronaropatici gravi o con insufficienza cardiaca.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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A causa delle possibili interazioni tra le amine simpaticomimetiche e gli inibitori della monoaminoossidasi o antidepressivi triciclici, bisogna evitare la somministrazione di questi prodotti insieme ad Alupent. Si sconsiglia di assumere alcool durante il trattamento. Viene altresì sconsigliata l’associazione con anestetici volatili fluorurati.

La somministrazione concomitante di altri beta-mimetici, di anticolinergici assorbiti sistemicamente e di derivati xantinici (p. es teofillina) può aumentare gli effetti collaterali.

04.6 Gravidanza e allattamento

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In alcuni studi preclinici, a dosi corrispondenti a 640 volte la dose massima raccomandata, l’orciprenalina solfato ha mostrato causare potenziali anomalie fetali. Non è nota la significatività per l’uomo. Non esiste una esperienza ben documentata su donne gravide.

Da non usare in gravidanza accertata o presunta.

Non sono riportati effetti collaterali nel lattante, attribuibili ad Alupent, in caso di assunzione del farmaco da parte della madre.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Dai dati disponibili non risulta che l’orciprenalina solfato comprometta la capacità di guidare veicoli o la vigilanza nell’uso di macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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In conseguenza alla stimolazione simpaticomimetica possono comparire tachicardia, nervosimo, tremore, palpitazioni, nausea. Occasionalmente anche rossore al viso, senso di oppressione, extrasistoli e reazioni cutanee allergiche. Più raramente cefalea, vertigini.

In rari casi, in particolare dopo somministrazione delle dosi più elevate, si possono verificare diminuzione della pressione arteriosa diastolica, aumento della pressione arteriosa sistolica, aritmie.

Tali effetti collaterali, che vanno trattati in modo sintomatico, sono in genere espressione di un sovradosaggio del farmaco e devono indurre ad una riduzione della posologia.

La terapia con beta2-agonisti può indurre ipokaliemia potenzialmente grave.

Come con altri beta-mimetici, possono manifestarsi nausea, vomito, sudorazione, debolezza, mialgia/crampi muscolari.

In rari casi, sono state riferite reazioni cutanee o reazioni allergiche, specialmente in pazienti ipersensibili.

Sono stati riportati casi isolati di reazioni anafilattiche o anafilattoidi.

04.9 Sovradosaggio

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Modalità di intervento in caso di dose eccessiva: un superdosaggio accidentale può dar luogo a tachicardia, palpitazione e tremore ipertensione, ipotensione, aumento della pressione arteriosa differenziale, dolore anginoso, aritimie e vampate di calore al viso che vanno trattati in modo sintomatico. Qualora fosse considerata necessaria la somministrazione di un beta bloccante per controbilanciare gli effetti dell’iperdosaggio il suo uso deve essere attentamente controllato, in quanto, può, notoriamente, causare fenomeni broncospastici.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: agonisti non selettivi dei recettori beta-adrenergici, codice ATC R03CB03.

Azione sul cuore: nei vari preparati di cuore isolato Alupent ha messo in evidenza un’azione inotropa, cronotropa, dromotropa e batmotropa positiva. In base a queste indagini si può concludere che agisce principalmente a livello del nodo del seno.

Il problema di importanza terapeutica, se Alupent possa determinare delle turbe del ritmo cardiaco, è stato esaminato nella cavia. Con dosi di 1-100mg/kg endovena non solo non sono mai comparse turbe della formazione e conduzione degli stimoli, ma è stato addirittura possibile mettere in evidenza un’azione protettiva nei confronti dell’aritmia sperimentale da adrenalina. Infatti 30-120 minuti dopo la somministrazione endovenosa di 30-100 mg/kg di Alupent venivano tollerate, senza comparsa di aritmie, dosi di adrenalina da 3 a 30 volte maggiori di quelle che in precedenza determinavano una turba del ritmo circadiano.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Alupent H³ (sostanza tritiata) alla dose di 1 mg/kg è stato somministrato per via orale nella scimmia.

Dopo sacrificio degli animali è stato ritrovato, in media, nei vari tessuti esaminati, il 98% della dose somministrata. L’escrezione urinaria era rispettivamente nei 3 animali esaminati 47, 18 e 17%, mentre la eliminazione fecale era di circa 34%, 24% e 109%. Soltanto minimi tassi radioattivi sono rimasti nei tessuti.

Dopo somministrazione orale in volontari sani e pazienti asmatici, l’effetto si nota generalmente in circa 30 minuti. Il massimo dell’attività broncodilatatrice di Alupent si manifesta generalmente nei primi 60-90 minuti e può variare da 1 a 5 ore. La somministrazione orale di Alupent viene seguita da un rapido assorbimento con un livello plasmatico massimo tra i 75 minuti e le 3 ore ed una emivita di circa 2 ore.

Dopo somministrazione per via endovenosa (1 mg/40 min), il volume di distribuzione allo stato di equilibrio è di circa 60 litri e la clearance totale di 500 ml. L’emivita di eliminazione terminale è di circa 2,7 ore.

Il rapporto orale/endovenoso della radioattività escreta per via renale di Alupent marcato mediante trizio è di 0,6; da ciò si può desumere un assorbimento di circa il 60% della dose somministrata per via orale. L’escrezione renale di radioattività dopo somministrazione orale di Alupent marcato mediante trizio è del 45%.

La sostanza attiva non viene metabolizzata dalla catecol-0-metiltrasferasi o dalle monoaminoossidasi, e viene escreta principalmente come coniugato dell’acido solforico.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Alupent ha una tossicità acuta orale molto bassa in topi, ratti, conigli e scimmie.

I valori orali di DL50 erano compresi tra la dose di 5.300 mg/kg e 8130 mg/kg nei topi, tra la dose di circa 3.000 mg/kg e di 5000 mg/kg nei ratti adulti, tra la dose di 3600 mg/kg e la dose 5400 mg/kg nei conigli, e nelle scimmie Rhesus, la DL50 era maggiore di 4000 mg/kg.

Dopo somministrazione per via orale, nei cani si sono osservati valori di DL50 relativamente bassi (125-900 mg/kg) se paragonati ai valori riscontrati nei roditori e nelle scimmie.

I valori di DL50 per via endovenosa sono compresi tra 88 mg/kg e 146 mg/kg nei topi, tra 67 mg/kg e 125 mg/kg nei ratti, 81 mg/kg nei conigli e tra 30 mg/kg e 60 mg/kg nei cani.

Negli studi di inalazione acuta non è stata raggiunta una concentrazione letale con dosi di 250-750 mg/kg nelle scimmie, nei cani si è osservata mortalità alla dose di 355 mg/kg; in ogni caso, si è stabilito che la dose letale mediana è maggiore di 455 mg/kg.

I più rilevanti sintomi clinici dell’avvelenamento acuto sono stati depressione respiratoria e asfissia nei roditori, inoltre nei cani e nelle scimmie si sono rilevati tachicardia, aumento della frequenza respiratoria, salivazione e sclera congestionata.

Come con tutti i beta-agonisti, l’organo bersaglio dal punto di vista tossicologico è il cuore. In particolare, dopo somministrazione di dosi tossiche, i cambiamenti morfologici caratteristici rilevabile istologicamente, sono le lesioni del muscolo cardiaco.

In uno studio orale di 15 settimane sui ratti, non si sono osservati risultati negativi fino a dosi di 500 mg/kg. In uno studio orale di 13 settimane sui cani, un animale è morto dopo la somministrazione di 6,25mg/kg, due animali sono morti dopo la somministrazione di 25 mg/kg e un animale dopo la somministrazione di 100 mg/kg.

In uno studio cronico orale di 27 settimane nelle scimmie, dopo dosi di 10, 30 e 100 mg/kg/giorno non si sono osservati sintomi tossicologicamente rilevanti.

Fino alle dosi più elevate, non si sono osservati sintomi tossicologicamente rilevanti in studi di tossicità per inalazione di 13 settimane nei cani (0,45-3,7/kg/giorno) e nei ratti (1,25-10,69 mg/kg/giorno).

Ricerche teratologiche non hanno rivelato malformazioni indotte dal farmaco nei ratti fino a dosi di 40 mg/kg, nelle scimmie Rhesus fino a dosi di 5 mg/kg e nei conigli fino a dosi di 50 mg/kg.

Alle dosi orali maternotossiche di 50 e 500 mg/kg, i conigli hanno mostrato un riassorbimento precoce e alcune malformazioni, fra cui accorciamento delle ossa degli arti con sindattilia e bradidattilia, persistenza del dotto arterioso, idrocefalo, nanismo con fegato policistico e convulzione dell’uretere.

Dopo la somministrazione di dosi maternotossiche di 100 e 150 mg/kg nei topi, si è osservata embriotossicità ed è aumentata l’incidenza di palatoschisi.

Di conseguenza, sono state osservate malformazioni in conigli e topi soltanto nel range di dosaggio maternotossico. L’aumento di palatoschisi nei topi si può spiegare con l’effetto teratogenico di un elevato livello di corticosterone sierico materno un’ora dopo il trattamento con orciprenalina solfato.

Studi di carcinogenicità condotti su topi per 78 settimane e su ratti per 104 settimane, entrambi con dosi di 25, 50 e 100 mg/kg/giorno non hanno dato indicazioni di un potenziale carcinogenico per il composto.

L’aumento dell’incidenza di leiomioma mesovarico benigno osservato nei ratti è un normale effetto degli agenti beta-adrenergici, provocato dall’azione locale sulle cellule del muscolo liscio uterino nei topi e nei ratti. Tenendo conto del livello attuale della ricerca, questi risultati non sono applicabili all’uomo.

Un test di Ames limitato con Alupent non ha dimostrato alcun potenziale mutagenico nel ceppo di S. typhimurium TA 100, con o senza attivazione metabolico, a concentrazioni fino a 5.000 mcg/piastra.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Sodio cloruro; acqua bidistillata.

06.2 Incompatibilità

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Non sono note incompatibilità con altri farmaci.

06.3 Periodo di validità

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5 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Nessuna speciale precauzione per la conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Astuccio da 10 fiale di vetro chiaro, classe idrolitica I

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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BOEHRINGER INGELHEIM ITALIA s.p.a.

Reggello (Firenze) – Loc. Prulli n. 103/c

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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A.I.C. n.: 020055024

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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01.08.1962 / 01.06.2005

10.0 Data di revisione del testo

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14/05/2007

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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