Aceplus Mite: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Aceplus Mite

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Aceplus Mite: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Aceplus

01.0 Denominazione del medicinale

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ACEPLUS MITE

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa contiene: captopril 50 mg ed idroclorotiazide 15 mg (principi attivi).

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse per uso orale, con barra di frattura parziale impressa su una faccia.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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IPERTENSIONE ARTERIOSA. ACEPLUS MITE può essere impiegato in sostituzione della terapia attuata con i suoi principi attivi somministrati separatamente. ACEPLUS MITE è indicato nei pazienti nei quali si desideri intervenire con bassi dosaggi di diuretico.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Ipertensione arteriosa: una compressa di ACEPLUS MITE al giorno, preferibilmente al mattino.

La maggior parte dei pazienti risponde a questa posologia, tuttavia se a distanza di 4 settimane si ritenesse opportuno ottenere ulteriori decrementi della pressione arteriosa, modificare la posologia raddoppiandola. Pazienti anziani: in tali pazienti è consigliabile iniziare la terapia con bassi dosaggi.

04.3 Controindicazioni

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ACEPLUS MITE è controindicato in pazienti anurici o con ipersensibilità al captopril, ai tiazidici o ad altri farmaci derivati dalle sulfonamidi. Storia di edema angioneurotico associato a precedente terapia con ACE-Inibitori. Gravidanza – Allattamento.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Angioedema – In pazienti trattati con ACE-Inibitori, compreso il captopril, si è manifestato angioedema. Se l’angioedema interessa la lingua, la glottide o la laringe, va intrapresa immediatamente una terapia d’emergenza per il rischio di soffocamento, anche fatale. L’arrossamento limitato al viso, alle mucose orali, alle labbra ed alle estremità è reversibile con la sospensione del farmaco.

Reazioni anafilattoidi – In pazienti in terapia con ACE-Inibitori sono state osservate reazioni anafilattoidi durante emodialisi. Questi pazienti dovranno essere trattati con particolare attenzione. In due pazienti in trattamento desensibilizzante al veleno di imenotteri (p. es.: insetti come api, vespe, ecc.), la contemporanea somministrazione di un altro ACE-Inibitore ha provocato gravi reazioni anafilattoidi. Pertanto, in tali pazienti il trattamento con ACE-Inibitori deve essere attuato con cautela.

Proteinuria – In pazienti in trattamento con captopril e con preesistenti lesioni renali sono riportati casi di proteinuria e transitoria elevazione dell’azotemia e della creatininemia. Nei pazienti senza precedenti anamnestici di malattie renali e trattati con 150 mg/die o meno di captopril, l’incidenza della proteinuria è stata dello 0,2%. Tale fenomeno è stato osservato nello 0,7% del totale dei pazienti che assumevano il captopril. Ciò si è verificato prevalentemente nei pazienti con preesistenti malattie renali o che avevano assunto dosaggi relativamente alti di captopril (oltre 150 mg/die) o con entrambe le condizioni. In tali pazienti la valutazione delle proteine urinarie (dipstick) dovrebbe essere fatta prima del trattamento, e periodicamente in seguito. In questi casi non si sono avute alterazioni della funzionalità renale (valutata mediante azotemia e creatininemia) nei pazienti nei quali non era esistente una precedente malattia renale, verificandosi solo infrequentemente negli altri. In circa un quinto dei pazienti proteinurici, si è evidenziata una sindrome nefrosica. Nella maggioranza dei casi, la proteinuria diminuiva o scompariva entro sei mesi, sia sospendendo che continuando la terapia con captopril. Sebbene in reperti bioptici provenienti da alcuni pazienti proteinurici sia stata riscontrata una glomerulopatia membranosa, non è possibile stabilirne un rapporto causale con il captopril, sia perché non erano state effettuate biopsie pre-trattamento, sia perché è dimostrata la possibilità dell’instaurarsi di una glomerulopatia membranosa in pazienti ipertesi che non assumono captopril.

Funzione renale compromessa – I tiazidici sono meno efficaci nei pazienti portatori di grave insufficienza renale; in questi pazienti è spesso consigliabile usare un diuretico dell’ansa; ACEPLUS MITE non è pertanto indicato in simili situazioni patologiche. È stato osservato inoltre che, importanti ma infrequenti effetti indesiderati da captopril, si sono verificati in pazienti con preesistenti situazioni di danno di vario grado della funzionalità renale; pertanto, in pazienti portatori di insufficienza renale di grado elevato, ACEPLUS MITE dovrebbe essere impiegato con cautela, valutando attentamente il rapporto dei potenziali rischi e benefici.

Neutropenia/Agranulocitosi – Il rischio di neutropenia dipende dalle condizioni cliniche del paziente. Durante studi clinici su pazienti ipertesi con funzione renale normale (creatinina sierica inferiore a 1.6 mg/dL e senza malattie del collageno) la neutropenia si è manifestata in un paziente su 8.600 trattati. In pazienti con lieve disfunzione renale (creatinina sierica superiore a 1.6 mg/dL) senza malattie del collageno ed in terapia con dosi giornaliere relativamente alte di captopril, l’incidenza di neutropenia si è verificata approssimativamente in un caso ogni 500 trattati, dimostrando una frequenza 15 volte superiore a quella riscontrata per l’ipertensione non complicata. La contemporanea somministrazione di allopurinolo e captopril è stata associata a neutropenia. Durante studi clinici, nel 3,7% dei pazienti con malattie del collageno (per es.: lupus eritematoso sistemico, sclerodermia), funzione renale compromessa o in terapia immunosoppressiva o con citostatici si è verificata neutropenia. La neutropenia si è generalmente manifestata entro 3 mesi dall’inizio della terapia con captopril. In genere, il numero dei neutrofili è ritornato nella norma entro 2 settimane dall’interruzione della terapia con captopril e le infezioni gravi si sono verificate esclusivamente in pazienti dal quadro clinico complicato. Circa il 13% dei casi di neutropenia ha avuto esito fatale, ma tutti i decessi hanno riguardato pazienti con gravi malattie come insufficienza renale, malattie del collageno, insufficienza cardiaca o in terapia con immunosoppressori. Si dovrà sempre tenere sotto stretto controllo la funzione renale nei pazienti ipertesi o con insufficienza cardiaca.

In pazienti con insufficienza renale si dovrà effettuare il conteggio dei leucociti con formula leucocitaria prima di iniziare la terapia con captopril. Tale analisi verrà ripetuta ogni 2 settimane durante i primi 3 mesi della terapia e periodicamente in seguito.

In pazienti con malattie del collageno o che assumono altri farmaci noti influenzare i leucociti o la risposta immunitaria, in particolar modo in presenza di insufficienza renale, il captopril dovrà essere utilizzato solo se il beneficio supera il rischio. Dato che l’interruzione della terapia con captopril e altri farmaci ha generalmente portato ad un immediato ritomo del numero dei leucociti nella norma, allorquando la diagnosi di neutropenia è confermata (conta dei neutrofili <1000/mm³) il medico dovrà interrompere la terapia con captopril seguendo attentamente il decorso clinico del paziente.

Iperpotassiemia – In alcuni pazienti, trattati con ACE-Inibitori, compreso il captopril, è stato osservato aumento del potassio sierico. Quando trattati con ACE-Inibitori, i pazienti a rischio di iperpotassiemia sono quelli con insufficienza renale e diabete mellito e quelli già in terapia con diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale contenenti potassio o altri medicinali noti aumentare i livelli di potassio (per es.: eparina).

Informazioni per i pazienti – È opportuno che il paziente segnali immediatamente al medico ogni sintomo di angioedema (p. es.: gonfiore del viso, degli occhi, delle labbra, della lingua, della laringe e delle estremità; difficoltà ad inghiottire o a respirare; raucedine) ed interrompa la terapia.

I pazienti, inoltre, dovranno segnalare immediatamente al medico l’eventuale comparsa di segni indicativi di neutropenia (come ad esempio: mal di gola e febbre).

Le donne in età fertile dovranno essere informate delle conseguenze derivanti dall’assunzione di ACE-Inibitori, conseguenze non dannose se il prodotto è somministrato durante il primo trimestre di una eventuale gravidanza. In caso di sospetta gravidanza, le pazienti dovranno informare immediatamente il loro medico curante.

Ipotensione – L’effetto antipertensivo dell’ACEPLUS MITE è di regola ben tollerato, tuttavia possono essere talvolta avvertite sensazioni di sonnolenza o di “testa vuota” generalmente lievi, indicative di un’ipotensione che può verificarsi entro un’ora dall’assunzione della prima dose. Nella maggior parte dei casi tale sintomatologia può essere facilmente controllata suggerendo al paziente di mettersi in posizione supina. In pazienti sodio e/o volume depleti da precedenti elevate dosi di diuretici o da marcata restrizione di sodio nella dieta, un’occasionale eccessiva risposta ipotensiva potrà essere rapidamente risolta per mezzo di infusioni endovenose di soluzione fisiologica e prevenuta dall’uso iniziale di basse dosi del prodotto. Un eventuale episodio ipotensivo, successivo ad una dose iniziale di ACEPLUS MITE non preclude la possibilità di proseguire con successo il trattamento adeguando la posologia.

Chirurgia-Anestesia – In pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante l’anestesia, l’uso di ACEPLUS MITE può provocare ipotensione, correggibile mediante espansione della volemia. Esso può anche aumentare la risposta alla tubocurarina.

Equilibrio idro-elettrolitico – I pazienti in trattamento con diuretici dovrebbero essere osservati per segni clinici di modificato equilibrio idro-elettrolitico. A causa della presenza del diuretico tiazidico, può capitare iponatremia da diluizione in pazienti edematosi in caso di esposizione del paziente a calore intenso. I tiazidici possono diminuire l’escrezione di calcio. In alcuni pazienti in terapia protratta con tiazidici sono state riscontrate alterazioni patologiche della ghiandola paratiroidea con conseguente ipercalcemia ed ipofosfatemia. La terapia tiazidica dovrà essere sospesa prima che vengano effettuate le prove di funzionalità paratiroidea. La terapia tiazidica ha mostrato di aumentare l’escrezione urinaria del magnesio con conseguente riduzione dei livelli plasmatici dello stesso. Poiché il captopril riduce la produzione dell’aldosterone, la sua associazione con l’idroclorotiazide può minimizzare o annullare l’eventuale incidenza di ipokaliemia indotta dal diuretico.

Il paziente dovrà considerare che una eccessiva perspirazione o disidratazione possono causare un eccessivo abbassamento della pressione dovuto alla riduzione del volume dei fluidi. Altre cause di volume deplezione, quali vomito e diarrea, possono portare ad un abbassamento della pressione, in questi casi è opportuno che il paziente informi il medico.

È bene che il paziente non usi diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale contenenti potassio senza consultare il medico.

Stenosi dell’aorta – ACEPLUS MITE, come ogni farmaco che riduce le resistenze vascolari, deve essere usato con estrema cautela nei pazienti con stenosi dell’aorta, a causa delle potenziali pericolose conseguenze della riduzione della perfusione coronarica secondaria alla diminuzione della pressione arteriosa.

Uso Pediatrico – Non sono state ancora stabilite l’efficacia e la sicurezza dell’ACEPLUS MITE nei bambini.

Malattie epatiche – Non vi sono esperienze di trattamento con ACEPLUS MITE in pazienti con grave insufficienza epatica o malattie progressive del fegato.

Nel corso di trattamento con ACE-Inibitori è stata raramente descritta una sindrome itterica con grave evoluzione verso l’epatite fulminante. Pertanto, i pazienti trattati con ACE-Inibitori che sviluppino ittero o marcato incremento degli enzimi epatici devono sospendere la terapia ed essere adeguatamente trattati.

I tiazidici devono essere usati con cautela in pazienti con funzione epatica compromessa o un’epatopatia progressiva, in quanto minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono indurre coma epatico.

Diabete– Nei pazienti diabetici i tiazidici possono modificare il fabbisogno insulinico, come pure, evidenziare forme latenti di diabete mellito. Il captopril può causare una falsa positività nel test per l’acetonuria.

Disturbi metabolici – A causa della presenza del diuretico tiazidico, possono essere registrati episodi di iperuricemia fino ad episodi di gotta franca.

Tenere fuori dalla portata dei bambini.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Dato che il captopril riduce la produzione di aldosterone, raramente si può verificare una elevazione della potassiemia, soprattutto in pazienti con insufficienza renale. Diuretici risparmiatori di potassio come lo spironolactone, il triamterene e l’amiloride se necessari dovrebbero essere somministrati con cautela dato che possono portare ad un significativo incremento della potassiemia. È opportuno somministrare con cautela il captopril in pazienti già in terapia con immunosoppressori, procainamide, allopurinolo ed altri farmaci noti causare neutropenia.

IPOTENSIONE: Pazienti trattati con diuretici: i pazienti in terapia con diuretici e specialmente quelli che hanno iniziato di recente tale terapia, come anche coloro che osservano un severo regime dietetico povero di sale o che sono in dialisi, possono occasionalmente presentare un abbassamento repentino della pressione, normalmente durante la prima ora dopo la dose iniziale di captopril.

AGENTI AD ATTIVITÀ VASODILATATRICE: nitroglicerina o altri nitrati (usati per il trattamento dell’angina) o altri medicinali ad attività vasodilatatrice dovranno, se possibile, essere interrotti prima di iniziare la terapia con ACEPLUS MITE. Se tali medicinali saranno risomministrati durante terapia con ACEPLUS MITE, questi dovranno essere utilizzati con cautela, e ai dosaggi inferiori.

AGENTI CON ATTIVITÀ SUL SISTEMA NERVOSO SIMPATICO: Il sistema nervoso simpatico può avere una importanza particolare nel regolare la pressione nei pazienti in terapia con captopril da solo o in associazione con diuretici. Comunque, agenti con attività sul sistema nervoso simpatico (per es. agenti bloccanti gangliari, I-MAO o bloccanti del neurone adrenergico) dovranno essere usati con cautela. I medicinali che bloccano il sistema beta-adrenergico aggiungono alcuni effetti antiipertensivi al captopril, ma la risposta è meno che additiva.

INIBITORI DELLA SINTESI ENDOGENA DELLE PROSTAGLANDINE: è stato riportato che l’indometacina può ridurre gli effetti antiipertensivi del captopril. Altri agenti antiinfiammatori non steroidei (per es.: aspirina) possono avere questo stesso effetto.

LITIO: in pazienti in terapia con ACE-Inibitori e litio sono stati riportati aumenti dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicità da litio. Questi medicinali dovranno essere somministrati in associazione con cautela e si raccomanda il monitoraggio frequente dei livelli sierici del litio. Inoltre, i diuretici riducono la clearance renale del litio ed aumentano il rischio di tossicità dovuta al litio. L’idroclorotiazide deve essere somministrata con cautela ed i livelli di siero dovranno essere monitorati periodicamente.

ALCOOL, BARBITURICI E NARCOTICI: si può verificare potenziamento di ipotensione ortostatica.

AMFOTERICINA B, CORTICOSTEROIDI O CORTICOTROPINA (ACTH): idroclorotiazide può causare squilibrio elettrolitico, soprattutto ipokalemia.

CARDIOGLICOSIDICI: possibile aumento della tossicità della digitale associata a ipokalemia indotta dai tiazidici.

MIORILASSANTI NON DEPOLARIZZANTI, ANESTETICI E PREANESTETICI USATI IN CHIRURGIA: l’uso di questi medicinali può essere potenziato dalla somministrazione concomitante di idroclorotiazide.

AMINE PRESSORIE (per es.:norepinefrina): utilizzare con cautela i due prodotti contemporaneamente in pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico. Se possibile, interrompere la terapia con idroclorotiazide una settimana prima dell’intervento chirurgico.

04.6 Gravidanza e allattamento

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V. Controindicazioni. In caso di gravidanza sospetta o accertata, è opportuno informare subito il medico curante.

Lesioni e mortalità fetali e/o neonatali: Quando impiegati in gravidanza, durante il 2° o 3° trimestre, gli ACE-Inibitori possono causare danni al feto ed in alcuni casi anche morte dello stesso. In caso di accertamento di gravidanza, durante la terapia con ACE-Inibitori, è opportuno interrompere detta terapia.

Gravidanza-Effetti non teratogenici: Idroclorotiazide: i tiazidici attraversano la barriera placentare e sono ritrovati nel cordone ombelicale. Il medico dovrà valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio derivante dalla somministrazione dei tiazidici, considerando tra i possibili rischi: ittero fetale e neonatale, trombocitopenia ed altri effetti indesiderati già verificatisi negli adulti.

Allattamento: sia captopril che idroclorotiazide sono escreti nel latte materno. Data la possibilità di gravi effetti indesiderati per il lattante causati da captopril ed idroclorotiazide, il medico dovrà valutare l’opportunità di interrompere l’allattamento o la terapia considerando l’importanza di quest’ultima per la madre.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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nessuno noto

04.8 Effetti indesiderati

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Con l’uso dei singoli componenti, sono noti dalla letteratura i seguenti effetti collaterali dovuti ai diuretici tiazidici: disturbi gastrici, debolezza, ipopotassiemia, iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, ipercalcemia, spasmi muscolari ed occasionale nicturia nei primi giorni di terapia, episodi di gotta franca, porpora, fotosensibilizzazione ed altre reazioni di ipersensibilità o autoimmuni (rash, orticaria, angioite necrotizzante, sindrome di Stevens-Johnson), vertigine e cefalea, leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia anemia aplastica ed emolitica, parestesia; ed i seguenti dovuti al captopril: Neutropenia e proteinuria (vedere: Speciali precauzioni per l’uso). Rash cutaneo (generalmente entro le prime quattro settimane di terapia). Il fenomeno, talvolta pruriginoso e di tipo maculopapulare, è di breve durata, reversibile, e nella maggioranza dei casi non richiede l’interruzione della terapia. Alterazioni transitorie della percezione del gusto. Il fenomeno è limitato nel tempo e vi si può associare una perdita di peso. Stomatite con aspetto pseudo aftoso, raramente irritazione gastrica e dolore addominale. Sono stati riportati inoltre: tachicardia o ipotensione, in occasione delle prime somministrazioni del prodotto, in pazienti con grave sodio e/o volume deplezione, quali quelli trattati in precedenza con alte dosi di diuretici, ed assai raramente tosse, linfoadenopatie, parestesia delle mani e manifestazioni del tipo malattia da siero, angioedema, reazione pemfigoide reversibile, rare anche le osservazioni di aumento degli enzimi epatici senza un accertato nesso di causalità con il prodotto.

04.9 Sovradosaggio

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Non si conoscono casi di dosaggi eccessivi con ACEPLUS MITE. Il trattamento del sovradosaggio dovrebbe essere sintomatico e di supporto. Se l’ingestione è recente, lo stomaco dovrebbe essere svuotato mediante lavanda gastrica. Disidratazione, squilibrio elettrolitico, ipotensione e coma da sovradosaggio diuretico, dovrebbero essere trattati con le terapie standard. Il captopril si elimina per dialisi.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Il Captopril e l’Idroclorotiazide riducono la pressione arteriosa attraverso un meccanismo d’azione sinergico. La ridotta disponibilità di sodio a seguito dell’effetto natriuretico operato dall’Idroclorotiazide produce un miglior substrato d’attività per il Captopril, migliorandone l’effetto antiipertensivo. La riduzione del volume plasmatico indotta dal diuretico, infatti, diminuisce la pressione arteriosa, ma contemporaneamente stimola la produzione di renina (e quindi di angiotensina), e questa conseguenza potrebbe vanificare in misura variabile l’azione antiipertensiva del diuretico. Questa attivazione riflessa del sistema renina-angiotensina viene invece sfruttata positivamente grazie alla presenza del captopril (inibitore selettivo dell’enzima di conversione dell’A I in A II), il quale ha in tali circostanze la possibilità di esplicare al meglio la propria attività antiipertensiva, trovandosi ad agire sul suo naturale substrato massimamente attivato. L’azione antiipertensiva propria del captopril, si esplica quindi, diminuendo le resistenze periferiche ed aumentando l’eliminazione di sodio e di acqua, per la ridotta secrezione di aldosterone. Il captopril può interferire con la degradazione della bradichinina, peptide vasodilatatore. Inoltre, elevate concentrazioni di bradichinina o prostaglandina E2, possono avere un ruolo nell’effetto terapeutico del captopril. Dal punto di vista clinico la prova del sinergismo d’azione captopril-Idroclorotiazide è costituita dal raggiungimento di effetti ipotensivi uguali o migliori rispetto all’impiego dei singoli farmaci usati a dosaggio pieno, con l’utilizzazione di solo il 50% del dosaggio abituale dei due componenti. L’utilizzazione di dosaggi più bassi, peraltro, consente di avere una minore incidenza di effetti collaterali indesiderati. Il captopril, forse a seguito dei suoi meccanismi d’azione, non induce in genere gli effetti secondari comuni della terapia antiipertensiva standard e pertanto non compromette la qualità della vita del paziente. Inoltre, se l’utile somministrazione di diuretici tiazidici, quale l’HCTZ nella terapia antiipertensiva, può comportare indesiderata perdita di potassio, responsabile di astenia e di altre reazioni secondarie, l’uso concomitante di un inibitore dell’enzima di conversione come il captopril, producendo una diminuzione dell’aldosterone, riduce l’escrezione di potassio; ciò tende a compensare lo squilibrio elettrolitico con conseguente miglioramento del profilo di sicurezza della terapia antiipertensiva. L’impiego dell’inibitore dell’enzima di conversione captopril, in virtù di un aumento del flusso plasmatico renale, può giovare anche a ridurre la comparsa e l’entità della iperuricemia e della iperglicemia osservabili durante la terapia antiipertensiva con soli diuretici tiazidici. Gli effetti antiipertensivi del captopril e dell’Idroclorotiazide si sommano così non solo in termini di efficacia, ma anche di sicurezza. La riduzione della pressione avviene sia in posizione eretta che supina e non è accompagnata da modificazioni della portata cardiaca a differenza di quanto avviene con i beta-bloccanti. Dopo sospensione del farmaco non è stato osservato alcun aumento repentino della pressione arteriosa.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Dopo somministrazione orale, il captopril viene rapidamente assorbito raggiungendo concentrazioni ematiche massime nel giro di un’ora. La presenza del cibo nel tratto gastro intestinale riduce l’assorbimento del captopril ma non modifica l’effetto antipertensivo. Dopo somministrazione orale di un dose marcata con radioisotopi, la apparente emivita di eliminazione della radioattività totale nel sangue è di circa dodici ore entro l’intervallo di tempo di dodici-quarantotto ore. Circa il 75% di una dose di captopril è escreto con le urine. L’assorbimento dell’Idroclorotiazide è relativamente rapido. L’effetto del diuretico si manifesta due ore dopo la somministrazione ed il suo massimo effetto è raggiunto dopo circa quattro ore. L’Idroclorotiazide viene rapidamente eliminata per via renale. La presenza dell’Idroclorotiazide non altera la cinetica del captopril.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Il prodotto captopril-idroclorotiazide è risultato scarsamente tossico. La DL50 orale è risultata superiore a 8.000 mg/kg; quella intraperitoneale oscillante fra 1.220 mg e 3.000 mg/kg. Sia le prove di tossicità cronica a medio termine nel ratto che quelle effettuate nella scimmia non hanno evidenziato effetti tossici di una certa gravità. Non sono stati evidenziati segni di embrio e fetotossicità o teratogenicità nel ratto.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Cellulosa microcristallina, amido pregelatinizzato, lattosio anidro, magnesio stearato, acido stearico, granulato di E. 110.

06.2 Incompatibilità

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nessuna nota

06.3 Periodo di validità

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36 mesi

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Le confezioni di ACEPLUS MITE vanno conservate a temperatura inferiore ai 30 °C.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Astuccio contenente 12 compresse in blister opaco.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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BRISTOL-MYERS SQUIBB S.r.l. Via del Murillo km 2,800 – Sermoneta (LT)

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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ACEPLUS MITE A.I.C. N° 026067025

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Maggio 2000.

10.0 Data di revisione del testo

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Febbraio 2003

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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