Rifacol – Rifaximina: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Rifacol

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Rifacol: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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RIFACOL 200 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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contiene: 200 mg di rifaximina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse rivestite con film.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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1>

Infezioni intestinali acute e croniche sostenute da batteri gram–positivi e gram–negativi; sindromi diarroiche.

Diarrea da alterato equilibrio della flora microbica intestinale (diarree estive, diarrea del viaggiatore, enterocoliti).

Profilassi pre e post–operatoria delle complicanze infettive negli interventi di chirurgia del tratto gastroenterico.

Coadiuvante nella terapia delle iperammoniemie.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Trattamento antidiarroico

Posologia consigliata:

Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 1 compressa da 200 mg ogni 6 ore;

Trattamento pre e post-operatorio

Posologia consigliata:

Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 2 compresse da 200 mg ogni 12 ore;

Trattamento coadiuvante dell’iperammoniemia

Posologia consigliata:

Adulti e ragazzi oltre i 12 anni: 2 compresse da 200 ogni 8 ore;

Il medicinale può essere somministrato con o senza cibo.

A giudizio del medico, la posologia può essere variata in quantità e frequenza. Salvo diversa prescrizione medica, il trattamento non dovrà superare i 7 giorni.

Popolazione anziana

La farmacocinetica della rifaximina non è stata studiata in soggetti anziani, tuttavia non sono necessari aggiustamenti della dose perché i dati di sicurezza e di efficacia di Rifacol non hanno evidenziato differenze tra la popolazione anziana e i pazienti più giovani.

Compromissione epatica

Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Compromissione renale

Sebbene non siano previste modifiche della dose, occorre cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità renale (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

La sicurezza ed efficacia di rifaximina nei bambini di età inferiore a 12 anni non sono state stabilite. I dati attualmente disponibili sono riportati nel paragrafo 5.1, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

Modo di somministrazione

Via orale, assumere la compressa con un bicchiere d’acqua

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo, alle rifamicine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Casi di ostruzione intestinale anche parziale o di gravi lesioni ulcerative dell’intestino. Rifaximina non deve essere utilizzata in pazienti con diarrea complicata da febbre o sangue nelle feci.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Dati clinici hanno dimostrato che rifaximina non è efficace nel trattamento di infezioni intestinali causate da patogeni intestinali invasivi come Campylobacter jejuni spp, Salmonella spp e Shigella spp che normalmente causano diarrea, febbre, sangue nelle feci ed elevata frequenza di evacuazione. Il trattamento dovrebbe essere sospeso se i sintomi peggiorano o persistono per più di 48 ore e dovrebbe essere considerata una terapia antibiotica alternativa.

Con l’uso di gran parte degli antibiotici, tra cui rifaximina, sono stati riportati casi di diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD). Non può essere esclusa una possibile associazione del trattamento di rifaximina con CDAD o colite pseudomembranosa.

Compromissione epatica: nonostante non siano previsti aggiustamenti della dose, usare con cautela nei pazienti con grave compromissione epatica.

Si consiglia cautela nel caso in cui sia richiesto l’uso contemporaneo di rifaximina ed un inibitore della glicoproteina P, come la ciclosporina (vedere paragrafo 4.5).

I pazienti devono essere informati che, malgrado il trascurabile assorbimento del farmaco (inferiore all’1%), la rifaximina, come tutti i derivati della rifamicina, può provocare una colorazione rossastra delle urine.

In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti sia riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato -INR (in alcuni casi associati a sanguinamento). Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso. Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali per mantenere il livello di anticoagulazione desiderato (vedere paragrafo 4.5).

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Non vi è esperienza di somministrazione di rifaximina a soggetti in terapia con un altro agente antibatterico a base di rifamicina per il trattamento di un’infezione batterica sistemica. I dati in vitro dimostrano che la rifaximina non inibisce gli isoenzimi del principale citocromo P-450 (CYP) responsabili del metabolismo dei farmaci (CYPs1A2, 2A6, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4). Negli studi di induzione in vitro, la rifaximina non è risultata essere un induttore del CYP1A2 e del CYP2B6 ma un debole induttore del CYP3A4.

In soggetti sani, gli studi clinici di interazione farmaco-farmaco hanno dimostrato che la rifaximina non altera in misura significativa la farmacocinetica dei substrati del CYP3A4. Tuttavia, in pazienti con funzionalità epatica compromessa non è possibile escludere che rifaximina, a causa della maggiore esposizione sistemica rispetto ai soggetti sani, possa ridurre l’esposizione ai substrati del CYP3A4 (per es. warfarin, antiepilettici, antiaritmici, contraccettivi orali) qualora somministrati contemporaneamente.

In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti sia riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato (INR). Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso. Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali.

Uno studio in vitro ha evidenziato che la rifaximina è un substrato moderato della glicoproteina P (P-gp) ed è metabolizzato dal CYP3A4.

Non è noto se l’assunzione concomitante di farmaci inibitori del CYP3A4 possa aumentare l’esposizione sistemica alla rifaximina.

In soggetti sani, la somministrazione concomitante di una singola dose di ciclosporina (600 mg), un potente inibitore della glicoproteina P, con una singola dose di rifaximina (550 mg) ha determinato incrementi di 83 e 124 volte il valore medio di Cmax di rifaximina e AUC∞. Il significato clinico di questo incremento di esposizione sistemica non è noto.

La possibilità che si verifichino interazioni con altri farmaci a livello dei sistemi trasportatori è stata valutata in vitro. Questi studi suggeriscono che è improbabile un’interazione clinica tra la rifaximina e altri composti soggetti a efflusso tramite la P-gp e altre proteine di trasporto (MRP2, MRP4, BCRP e BSEP).

I pazienti devono assumere rifaximina almeno 2 ore dopo la somministrazione di carbone attivo.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Non sono disponibili o sono limitati i dati relativi all’uso di rifaximina in donne in stato di gravidanza.

Gli studi sugli animali evidenziano effetti transitori sull’ossificazione e variazioni scheletriche nel feto (vedere paragrafo 5.3). La rilevanza clinica di queste evidenze non è nota.

A scopo precauzionale, l’uso della rifaximina non è raccomandato durante la gravidanza. Allattamento

Non è noto se la rifaximina e i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno.

Non è possibile escludere un rischio per i neonati allattati al seno.

Occorre decidere se interrompere l’allattamento o interrompere / astenersi dalla terapia con rifaximina tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.

Fertilità

Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità maschile e femminile.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Negli studi clinici controllati sono stati segnalati casi di capogiri o sonnolenza. Tuttavia la rifaximina ha un’influenza trascurabile sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Studi clinici

Nell’ambito di sperimentazioni cliniche controllate in doppio cieco o di studi di farmacologia clinica sono stati confrontati gli effetti di rifaximina con placebo o altri antibiotici, per cui sono disponibili dati quantitativi di sicurezza.

Nota: molte delle reazioni elencate (in particolare quelle gastrointestinali) possono essere gli stessi sintomi ascrivibili alla patologia di base trattata e, durante gli studi clinici, sono state segnalate con una frequenza simile nei pazienti trattati con placebo.

Esperienza post-marketing

Dopo l’introduzione in commercio del prodotto sono state segnalate ulteriori reazioni avverse, la cui frequenza non è nota (non può essere definita in base ai dati disponibili).

Le categorie di frequenza sono definite in base alla convenzione seguente:

Molto comune (≥1/10); Comune (≥ 1/100 < 1/10); Non comune (≥ 1/1.000 < 1/100); Raro (≥ 1/10.000 < 1/1.000); Molto raro (< 1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per
sistemi e organi MedDRA
Comune Non comune Raro Non nota
Infezioni e infestazioni candidiasi, herpes simplex, nasofaringite, faringite, infezioni delle vie respiratorie
superiori
infezione clostridiale
Patologie del sistema emolinfopo-
ietico
linfocitosi, monocitosi,
neutropenia
trombocitopenia
Disordini del
sistema immunitario
reazioni
anafilattiche, ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della
nutrizione
diminuzione dell’appetito,
disidratazione
Disturbi psichiatrici insonnia, sogni
anormali,
depressione dell’umore,
nervosismo
Patologie del sistema nervoso capogiri, cefalea emicrania, ipoestesia,
parestesia, cefalea sinusale, sonnolenza
presincope
Patologie
dell’occhio
diplopia
Patologie dell’orecchio e del
labirinto
vertigine, otalgia
Patologie cardiache palpitazioni
Patologie vascolari aumento della pressione arteriosa,
vampate di calore
Patologie respiratorie, toraciche e
mediastiniche
dispnea, congestione nasale, gola secca, dolore orofaringeo,
tosse, rinorrea
Patologie gastrointestinali costipazione, dolore addominale, distensione addominale, diarrea, flatulenza, nausea, tenesmo rettale, urgenza di
evacuazione, vomito
ascite, dispepsia, disordini della motilità gastrointestinale, dolore addominale superiore, ematochezia, feci mucose, feci dure, labbra secche, patologie del gusto
Patologie
epatobiliari
aumento
dell’aspartato aminotransferasi
alterazioni dei
testi di funzio- nalità epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo eruzione cutanea, eruzioni ed esantemi, ustione solare (1) Edema angioneurotico, dermatite, dermatite esfoliativa, eczema, eritemi, porpora, prurito,
orticaria
Patologie del sistema muscolo- scheletrico e del tessuto connettivo dolore dorsale, debolezza muscolare, spasmi
muscolari, dolore al collo, mialgia
Patologie renali e
urinarie
Ematuria, glicosuria,
pollachiuria, poliuria, proteinuria
Patologie
dell’apparato riproduttivo
polimenorrea
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di sommini-strazione piressia condizioni asteniche, brividi, sudore freddo, dolore e fastidio, edema periferico,
sintomatologia simil
influenzale,
iperidrosi
Esami diagnostici anomalie del rapporto interna- zionale
normalizzato

(2) Poiché il medico ha riportato scottatura solare, viene riferita come tale e non come

segnalazione di reazione di fotosensibilità.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni- reazioni-avverse.

04.9 Sovradosaggio

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Negli studi clinici con pazienti affetti da diarrea del viaggiatore, dosi fino a 1.800 mg/die sono state tollerate senza alcun sintomo clinico grave. Anche nei pazienti / soggetti con flora batterica normale, rifaximina a dosaggi fino a 2.400 mg/die per 7 giorni non ha causato sintomi clinici rilevanti correlati al dosaggio elevato.

In caso di sovradosaggio, si consigliano un trattamento sintomatico e una terapia di supporto. In caso di ingestione recente può essere utile lo svuotamento gastrico.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Antidiarroici, antinfiammatori e antinfettivi intestinali, antibiotici.

Codice ATC: A07AA11

Meccanismo d’azione

la rifaximina è un antibatterico appartenente alla classe delle rifamicine che forma un legame irreversibile con la subunità beta dell’enzima RNA polimerasi DNA-dipendente del batterio e inibisce pertanto la sintesi dell’RNA batterico.

La rifaximina presenta un ampio spettro antibatterico nei confronti della maggior parte dei batteri gram–positivi e gram–negativi aerobi e anaerobi. A causa dell’assorbimento molto basso dal tratto gastrointestinale, rifaximina nella forma polimorfa α agisce localmente nel lume intestinale e non è efficace contro patogeni invasivi, anche se questi batteri sono suscettibili in vitro.

Meccanismo di resistenza

Lo sviluppo di resistenza alla rifaximina è rappresentato principalmente da un’alterazione cromosomica one-step reversibile nel gene rpoB che codifica l’RNA polimerasi del batterio. L’incidenza di subpopolazioni resistenti fra i batteri isolati da pazienti con diarrea del viaggiatore era molto bassa. Gli studi clinici sulle variazioni nella sensibilità della flora intestinale in pazienti con diarrea del viaggiatore non hanno rilevato l’insorgenza di organismi farmaco-resistenti gram-positivi (per es. enterococchi) e gram-negativi (E. coli) durante un ciclo di trattamento con rifaximina della durata di 3 giorni.

Lo sviluppo di resistenza nella normale flora batterica intestinale è stato studiato con la somministrazione ripetuta di dosi elevate di rifaximina in volontari sani e pazienti con malattia infiammatoria intestinale. Si sono sviluppati ceppi resistenti alla rifaximina ma instabili, che non hanno colonizzato il tratto gastrointestinale o sostituito i ceppi sensibili alla rifaximina. Con l’interruzione del trattamento i ceppi resistenti sono scomparsi rapidamente.

Dati clinici e sperimentali suggeriscono che il trattamento con la rifaximina in pazienti portatori di

Mycobacterium tuberculosis o Neisseria meningitidis non seleziona ceppi resistenti alla rifampicina.

Sensibilità

La rifaximina è un agente antibatterico che non viene assorbito. Non è possibile utilizzare test di sensibilità in vitro per stabilire in modo affidabile la sensibilità o la resistenza batterica alla rifaximina. Attualmente non sono disponibili dati sufficienti a supportare la definizione di un breakpoint clinico per i test di sensibilità.

A causa del trascurabile assorbimento nel tratto gastrointestinale la rifaximina non è clinicamente efficace nei confronti dei patogeni invasivi, anche se questi batteri sono risultati sensibili in vitro.

Efficacia clinica

Studi clinici in pazienti con la diarrea del viaggiatore hanno dimostrato l’efficacia clinica di rifaximina contro ETEC (Enterotoxigenic E. coli) e EAEC (Enteroaggregative E. coli) Questi batteri sono principalmente responsabili della diarrea del viaggiatore in soggetti che viaggiano in paesi mediterranei o regioni tropicali e subtropicali.

Popolazione pediatrica

’efficacia, la sicurezza e la posologia di rifaximina in pazienti pediatrici di età inferiore a 12 anni non sono state stabilite.

Una revisione della letteratura scientifica ha identificato 9 studi di efficacia nella popolazione pedatrica, che hanno incluso 371 bambini 233 dei quali sono stati trattati con rifaximina. La maggior parte dei bambini arruolati aveva più di 12 anni. La caratteristica comune a tutti gli studi era la diarrea di origine batterica (accertata prima, durante o dopo il trattamento).

I dati (gli studi “per sé” ed una meta-analisi) evidenziano l’esistenza di un trend positivo a dimostrazione dell’efficacia di rifaximina in una particolare condizione (diarree acute – principalmente ricorrenti o recidivanti – che si sa o si ipotizza siano causate da batteri non invasivi sensibili a rifaximina, come l’Escherichia coli). Il dosaggio più utilizzato nei bambini di 2-12 anni in questi studi limitati con pochi pazienti era nel range di 20-30 mg/Kg/die in 2-4 somministrazioni (vedere paragrafo 4.2)

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Gli studi di farmacocinetica eseguiti nel ratto, nel cane e nell’uomo hanno evidenziato che dopo somministrazione orale la rifaximina nella forma polimorfa α è scarsamente assorbita (inferiore all’1%). In studi comparativi di farmacocinetica è stato dimostrato che rifaximina in forme polimorfe diverse dalla forma α ha assorbimenti notevolmente maggiori.

I livelli plasmatici di rifaximina, in seguito alla somministrazione ripetuta di dosi terapeutiche a volontari sani e pazienti con mucosa intestinale danneggiata (malattia infiammatoria intestinale) sono risultati trascurabili (meno di 10 ng/mL). Un aumento clinicamente non significativo dell’assorbimento sistemico della rifaximina è stato osservato in seguito alla sua assunzione entro 30 minuti dalla somministrazione di un pasto ad alto contenuto di grassi.

Distribuzione

Nell’uomo la rifaximina presenta un legame moderato con le proteine plasmatiche, In vivo, a seguito della somministrazione della rifaximina, la media del legame proteico è risultata del 67,5% in soggetti sani e del 62% in pazienti con compromissione epatica.

Biotrasformazione

L’analisi degli estratti fecali ha dimostrato che la rifaximina è presente come molecola intatta, il che significa che non viene degradata né metabolizzata durante il passaggio nel tratto gastrointestinale. Uno studio con la rifaximina radiomarcata ha dimostrato un recupero urinario di rifaximina pari allo 0,025% della dose somministrata, mentre < 0,01% della dose è stata recuperata sotto forma di 25- desacetilrifaximina, l’unico metabolita identificato nell’uomo.

Eliminazione

Uno studio con la rifaximina radiomarcata ha indicato che 14C-rifaximina è quasi esclusivamente e completamente escreta nelle feci (96,9% della dose somministrata). Il recupero urinario di 14C- rifaximina non supera lo 0,4% della dose somministrata.

Linearità/Non linearità

Nell’uomo la percentuale e l’entità dell’esposizione sistemica alla rifaximina sono caratterizzati da una cinetica non lineare (dose-dipendente), coerente con la possibilità di un assorbimento limitato dalla percentuale di dissoluzione.

Popolazioni speciali

Compromissione renale

Non sono disponibili dati clinici sull’uso della rifaximina in pazienti con compromissione della funzionalità renale.

Compromissione epatica

I dati clinici disponibili in pazienti con compromissione epatica hanno evidenziato un’esposizione sistemica superiore a quella osservata in soggetti sani. La maggiore esposizione sistemica alla rifaximina in soggetti con compromisisone epatica deve essere interpretata alla luce dell’azione locale della rifaximina nel tratto gastrointestinale e della sua bassa biodisponibilità sistemica oltre che sulla base dei dati di sicurezza disponibili in soggetti con cirrosi.

Pertanto, poiché la rifaximina esplica un’azione locale, non è raccomandato un aggiustamento della dose.

Popolazione pediatrica

La farmacocinetica della rifaximina non è stata studiata in pazienti pediatrici di qualsiasi età.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità e potenziale cancerogeno.

In uno studio sullo sviluppo embriofetale nei ratti, alla dose di 300 mg/kg/die, è stato osservato un lieve e transitorio ritardo nell’ossificazione che non ha compromesso il normale sviluppo della progenie. Nei conigli, in seguito alla somministrazione orale di rifaximina durante la gestazione, è stato riscontrato un aumento dell’incidenza di variazioni scheletriche. La rilevanza clinica di questi risultati non è nota.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa: sodio amido glicolato tipo A, glicerolo distearato, silice colloidale anidra, talco, cellulosa microcristallina. Rivestimento della compressa: ipromellosa, titanio diossido E171, edetato bisodico, glicole propilenico, ossido di ferro rosso E172.

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente

06.3 Periodo di validità

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3 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Il medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Un blister in PVC/PE/PVDC/Alluminio contenente 12 compresse rivestite con film

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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GRÜNENTHAL ITALIA S.r.l. – Via Carlo Bo, 11 – 20143 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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“200 mg compresse rivestite con film”, 12 compresse A.I.C. n. 025303025

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 30 marzo 1985 Data del rinnovo più recente: 1 giugno 2010

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 29/04/2021