Ticlopidina Ratio: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Ticlopidina Ratio

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Ticlopidina Ratio: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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TICLOPIDINA-RATIOPHARM 250 MG COMPRESSE

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa contiene:

Principio attivo: Ticlopidina cloridrato mg 250

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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La ticlopidina é indicata nella prevenzione secondaria di eventi ischemici occlusivi cerebro e cardiovascolari in pazienti a rischio trombotico (arteriopatia obliterante periferica, pregresso infarto del miocardio, pregressi attacchi ischemici transitori ricorrenti, ictus cerebrale ischemico, angina instabile).

In pazienti con pregresso infarto miocardico e con pregressi attacchi ischemici transitori l’uso della ticlopidina dovrebbe essere riservato a quei pazienti che non tollerano l’acido acetilsalicilico (ASA) o nei quali l’ASA é risultato inefficace.

La ticlopidina é inoltre indicata: nella prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nella circolazione extra-corporea, nella emodialisi e nella trombosi della vena centrale della retina.

Condizioni d’impiego: i medici sono invitati ad usare il prodotto solo nei casi relativi alla patologia sopra indicata eseguendo i controlli indicati nelle "Avvertenze speciali e Precauzioni per l’uso" e rispettando attentamente le controindicazioni.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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La posologia consigliata per la terapia a lungo termine è di 1-2 compresse al giorno, da assumersi durante i pasti.

Popolazione pediatrica

L’uso nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato a causa della mancanza di esperienza negli studi clinici.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Il farmaco è controindicato nei soggetti che presentino o abbiano presentato leucopenia, piastrinopenia, od agranulocitosi.

Diatesi emorragiche (pregresse o in atto) ed emopatie che comportano un allungamento del tempo di sanguinamento.

Lesioni organiche suscettibili di sanguinamento (ulcere dell’apparato gastrointestinale, varici esofagee, ecc.).

Accidenti vascolari cerebrali emorragici in fase acuta.

Epatopatie gravi.

In qualche caso è stata segnalata durante il trattamento con ticlopidina, la comparsa di leucopenia o agranulocitosi, talvolta anche ad esito irreversibile; pertanto il farmaco deve essere impiegato solo nei casi in cui esso è insostituibile.

Va categoricamente escluso l’impiego della ticlopidina nella prevenzione primaria nei soggetti clinicamente sani.

Deve essere evitata l’associazione con altri farmaci potenzialmente mielotossici.

Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Si possono osservare eventi avversi, qualche volta gravi, di natura ematologica ed emorragica. Nell’esperienza post-commercializzazione sono stati riportati rari casi di agranulocitosi, pancitopenia o leucemia. Talvolta sono state osservate conseguenze fatali in seguito ad eventi avversi di natura ematologica ed emorragica (vedere paragrafo 4.8).

Tali eventi gravi possono essere associati con:

• controllo inadeguato, diagnosi tardiva e misure terapeutiche non appropriate per gli eventi avversi;

• somministrazione concomitante di anticoagulanti o di sostanze antiaggreganti piastriniche come l’aspirina e farmaci antiinfiammatori non steroidei. Comunque nel caso di impianto di STENT la ticlopidina deve venire associata all’aspirina (100-325 mg al giorno) per circa un mese dopo l’impianto.

È indispensabile attenersi scrupolosamente alle indicazioni, precauzioni e controindicazioni della ticlopidina.

Controllo ematologico:

È necessario prima di iniziare la terapia ed ogni 15 giorni durante i primi tre mesi di trattamento ed entro 15 giorni dalla sospensione dell’assunzione di ticlopidina, nel caso in cui il trattamento venga interrotto entro i primi tre mesi di terapia, effettuare un controllo quindicinale della crasi ematica, con particolare riguardo alla conta dei globuli bianchi e delle piastrine.

In caso di insorgenza di neutropenia (neutrofili <1.500/mm³) o trombocitopenia (piastrine <100.000/mm³) è necessario interrompere il trattamento e monitorare i parametri emocromocitometrici, compresi conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, fino al ritomo nella norma.

In considerazione della lunga emivita plasmatica della ticlopidina cloridrato, si raccomanda che qualunque paziente che interrompa l’assunzione di Ticlopidina ratiopharm per qualsiasi ragione entro i primi 90 giorni sia sottoposto ad ulteriori conte delle cellule ematiche con conta differenziale leucocitaria due settimane dopo l’interruzione della terapia. I parametri emocromocitometrici, inclusi conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, devono essere monitorati fino al rientro dei valori nei limiti di normalità.

Controllo clinico:

Controllare accuratamente tutti i pazienti per verificare l’insorgenza di eventuali segni clinici e sintomi collegati alle reazioni avverse al farmaco specialmente durante i primi 3 mesi di terapia.

Occorre che il paziente sia istruito su segni e sintomi possibilmente correlati alla neutropenia (febbre, mal di gola, ulcerazioni del cavo orale), alla trombocitopenia e/o a disturbi dell’emostasi (emorragia prolungata o inattesa, ecchimosi, porpora, feci scure) o alla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e all’epatite (incluso ittero, urine scure, feci di colore chiaro).

Occorre consigliare al paziente di sospendere il medicamento e di consultare immediatamente il medico in caso di comparsa di uno dei precedenti segni o sintomi.

La decisione di riprendere il trattamento va presa solo tenendo conto dei reperti clinici e di laboratorio.

Casi di neutropenia, anche grave e agranulocitosi si sono osservati per lo più nei primi tre mesi di trattamento con ticlopidina, e non si accompagnavano tipicamente a segni di infezione o altri sintomi clinici (necessità di controllo della crasi ematica). In questi casi il midollo osseo mostrava tipicamente una diminuzione dei precursori mieloidi (Vedere paragrafo 4.8)

Casi di epatite (citolitica e/o colestatica) sono stati segnalati durante i primi mesi di trattamento, alla sospensione del quale il decorso è stato generalmente favorevole (Vedere paragrafo 4.8)

Il paziente deve essere informato sui sintomi dell’ epatite (per es. ittero, urine scure, feci di colore chiaro) e incoraggiato a riferire questi sintomi al medico.

La diagnosi clinica di porpora trombotica trombocitopenica (TTP) è caratterizzata dalla presenza di trombocitopenia, anemia emolitica, sintomi neurologici simili a quelli di un TIA o di un ictus o di una disfunzione, disturbi renali e febbre.

L’insorgenza può essere improvvisa. La maggior parte dei casi è stata riportata nelle prime 8 settimane dall’inizio della terapia.

In caso di sospetto di porpora trombotica trombocitopenica, poiché c’è un elevato rischio di esito fatale, consultare lo specialista.

Per migliorare la prognosi si suggerisce il trattamento con plasmaferesi. Poiché la somministrazione di piastrine può condurre ad un aumento del rischio di trombosi, l’uso delle piastrine deve essere evitato, se possibile.

Emostasi:

Impiegare con cautela la ticlopidina nel paziente che ha un aumentato rischio emorragico.

Non somministrare il farmaco in associazione con eparine, anticoagulanti orali e farmaci antiaggreganti piastrinici (vedere paragrafi 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego e 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione); comunque nei casi eccezionali di trattamenti concomitanti, è necessario effettuare uno stretto controllo clinico e di laboratorio (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

Prima di un intervento chirurgico di elezione sospendere il trattamento almeno dieci giorni prima dell’intervento (tranne nei casi in cui non sia espressamente richiesta una attività antitrombotica) in considerazione del rischio emorragico indotto dal farmaco: dopo la sospensione della terapia è consigliabile valutare l’eventuale persistenza dell’effetto sull’emostasi (tempo di sanguinamento) prima di procedere all’intervento. In caso di intervento chirurgico d’emergenza si possono impiegare 3 metodiche come tali o in associazione per limitare il rischio emorragico e il prolungamento del tempo di emorragia: somministrazione di 0.5 – 1 mg/kg di metilprednisolone e.v. eventualmente ripetuta; desmopressina alla posologia di 0.2 – 0.4 mcg/kg; trasfusioni piastriniche da sole o in associazione possono essere utilizzate per limitare il rischio di emorragia e di prolungamento del tempo di sanguinamento.

In caso di procedure chirurgiche di minore entità (ad.es. estrazione dentaria) è atteso un allungamento del tempo di sanguinamento. In caso di estrazione dentaria, informare il medico del trattamento in corso.

Poiché la ticlopidina viene ampiamente metabolizzata nel fegato:

il farmaco va impiegato con cautela nei pazienti con disturbi della funzione epatica. In caso di sospetta disfunzione epatica, devono essere eseguiti test di funzionalità epatica, specialmente durante i primi mesi di trattamento. In caso di insorgenza di epatite o ittero si deve interrompere il trattamento e condurre i test di funzionalità epatica.

I livelli sierici di HDL-C, LDL-C, VLDL-C e trigliceridi possono aumentare dall’8 al 10% dopo 1-4 mesi di trattamento. Continuando la terapia non si osserva nessun altro aumento. I rapporti delle subfrazioni lipoproteiche (specialmente il rapporto HDL/LDL) rimangono immodificati. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che l’effetto non dipende dall’età, sesso, consumo di alcol o diabete, e non ha nessuna influenza sul rischio cardiovascolare (vedere paragrafo 4.8).

Negli studi clinici controllati non sono state osservate problematiche inattese nei pazienti con lieve compromissione della funzione renale, mentre non vi è esperienza di adattamenti posologici in presenza di pazienti con grado superiore di compromissione renale. Tuttavia, i pazienti con funzionalità renale compromessa, potrebbero necessitare di una riduzione del dosaggio della ticlopidina o di una completa sospensione del farmaco, qualora insorgessero problematiche di tipo emorragico o ematopoietico.

Sono stati segnalati casi di diarrea generalmente lieve e transitoria e si osserva principalmente nei primi tre mesi di trattamento.

Questi disturbi di solito si risolvono entro 1-2 settimane senza interrompere il trattamento (vedere paragrafo 4.8).

Sono stati osservati in generale rash cutanei nei primi tre mesi di trattamento, con un tempo medio di insorgenza di 11 giorni. Se il trattamento viene interrotto i sintomi scompaiono entro pochi giorni (vedere paragrafo 4.8).

Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per segni e sintomi clinici di reazioni avverse, specialmente durante i primi tre mesi di terapia.

L’uso nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato a causa della mancanza di esperienza negli studi clinici.

In caso di grave diarrea il trattamento deve essere sospeso.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Associazioni con farmaci che aumentano il rischio emorragico

FANS:

Aumento del rischio emorragico (aumento dell’attività antiaggregante piastrinica associato all’effetto dei FANS sulla mucosa gastroduodenale). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.

Farmaci antiaggreganti piastrinici:

Aumento del rischio emorragico (aumento dell’attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.

Derivati salicilici (per estrapolazione dall’acido acetilsalicilico):

Aumento del rischio emorragico (aumento dell’attività antiaggregante piastrinica associato all’effetto dei salicilati sulla mucosa gastroduodenale). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.

In caso di impianto di STENT vedere anche paragrafo 4.4

Anticoagulanti orali:

Aumento del rischio emorragico (associazione dell’attività anticoagulante e dell’attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico e biologico (INR).

Eparine:

Aumento del rischio emorragico (associazione dell’attività anticoagulante e dell’attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico e biologico (INR).

Associazioni con farmaci potenzialmente mielotossici

Deve essere evitata l’associazione con altri farmaci potenzialmente mielotossici.

Associazioni che richiedono speciali precauzioni

Teofillina:

Aumento dei livelli di teofillina nel plasma con rischio di sovradosaggio (diminuzione della clearance totale plasmatica della teofillina). Effettuare un monitoraggio clinico e se necessario dosare i livelli plasmatici di teofillina. Aggiustare il dosaggio della teofillina durante e dopo il trattamento con ticlopidina.

Digossina:

La contemporanea somministrazione di ticlopidina e digossina induce una leggera riduzione (circa il 15%) dei livelli plasmatici di digossina: tale riduzione non dovrebbe influire sull’efficacia terapeutica della digossina.

Fenobarbital:

Nei volontari sani, gli effetti inibitori della ticlopidina sull’aggregazione piastrinica non vengono influenzati dalla somministrazione cronica di fenobarbital.

Fenitoina:

Dagli studi in vitro è emerso che la ticlopidina non modifica il legame proteico plasmatico della fenitoina. Comunque, non esistono studi in vivo sulla interazione della ticlopidina e dei suoi metaboliti sul legame proteico. Esistono invece rare segnalazioni di aumento dei livelli della fenitoina e della sua tossicità, quando la ticlopidina è prescritta in associazione. Particolare attenzione deve essere rivolta alla contemporanea somministrazione di questo farmaco con ticlopidina e può essere utile rimonitorare le concentrazioni ematiche di fenitoina.

Altre terapie concomitanti:

In vari studi clinici la ticlopidina è stata somministrata in associazione con betabloccanti, calcio antagonisti e diuretici: non sono state riportate interazioni avverse clinicamente significative.

Gli studi in vitro dimostrano che la ticlopidina si lega in modo reversibile alle proteine plasmatiche (98%) ma che non interagisce con il legame proteico del propanololo, farmaco base, anche esso altamente legato alle proteine.

In casi molto rari è stata riportata la riduzione dei livelli ematici di ciclosporina, per cui in caso di contemporanea somministrazione occorre controllare la concentrazione ematica di ciclosporina.

La somministrazione di ticlopidina in seguito all’uso di antiacidi porta ad una diminuzione del 20-30% della concentrazione plasmatica della ticlopidina

Dopo somministrazione cronica di cimetidina, si verifica un aumento significativo dei livelli plasmatici di ticlopidina.

L’emivita plasmatica del fenazone, che è metabolizzato dal sistema epatico microsomiale del citocromo P450, è prolungata del 25% in presenza di dosi terapeutiche di ticlopidina.

L’emivita biologica dell’Antipirina, che è metabolizzata dal sistema epatico microsomiale del Citocromo P 450, è prolungata del 25% in associazione con la ticlopidina.

Ci si può attendere un effetto analogo per altre sostanze con vie metaboliche simili (ad es. alcuni sedativi ed ipnotici). Un prolungamento dell’emivita plasmatica può verificarsi in pazienti con danno epatico. In questi casi è consigliabile un aggiustamento del dosaggio di farmaci a basso indice terapeutico all’inizio e durante la terapia concomitante con Ticlopidina ratiopharm al fine di assicurare il mantenimento di concentrazioni terapeutiche ottimali nel sangue.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

La sicurezza della ticlopidina nelle donne in gravidanza non è stata stabilita. La ticlopidina non deve essere usata durante la gravidanza, se non strettamente necessario.

Allattamento

Studi nel ratto hanno mostrato che la ticlopidina è escreta nel latte.

La sicurezza della ticlopidina nelle donne che allattano al seno non è stata stabilita. La ticlopidina non deve essere usata durante l’allattamento al seno, se non strettamente necessario.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Gli effetti indesiderati della ticlopidina, come i capogiri, possono influenzare negativamente la capacità di guidare veicoli o utilizzare macchinari. Limitare l’assunzione di bevande alcoliche.

04.8 Effetti indesiderati

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Quando applicabile, viene utilizzata la seguente classificazione delle frequenze CIOMS:

Molto comune ≥ 10 %; comune ≥ 1 e <10 %; non comune ≥ 0,1 e < 1 %; raro ≥ 0,01 e < 0,1 %; molto raro < 0,01 %; non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione organico-sistemica Comune Non comune Raro Molto raro
Patologie del sistema emolinfopoietico¹ Neutropenia, inclusa neutropenia grave (vedere paragrafo 4.4), agranulocitosi. Trombocitopenia isolata o accompagnata eccezionalmente da anemia emolitica. Sepsi e shock settico possono rappresentare complicazioni fatali dell’agranulocitosi. Pancitopenia, aplasia midollare, porpora trombotica trombocitopenica, leucemia, trombocitosi (vedere paragrafo 4.4).
Disturbi del sistema immunitario Reazioni immunologiche con manifestazioni diverse come reazioni allergiche, eosinofilia, anafilassi, Edema di Quincke, artralgia, vasculite, sindrome da lupus, pneumopatia allergica, ipersensbilità, nefropatia che talvolta evolve in insufficienza renale
Patologie renali e urinarie Iponatriemia
Patologie sel sistema nervoso Cefalea, capogiri Disturbi del sensorio (neuropatia periferica) Tinnito
Patologie vascolari Formazione di lividi, ecchimosi, epistassi, ematuria, emorragia congiuntivale, emorragie peri- e postoperatorie, emorragia che può assumere carattere di severità con conseguenze talvolta fatali (vedere paragrafo 4.4). Emorragia intracerebrale
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Miosite
Patologie gastrointestinali Diarrea, nausea (vedere paragrafo 4.4). Ulcera gastroduodenale Grave diarrea con colite (inclusa colite linfocitica). Se l’effetto è grave e persistente la terapia va interrotta.
Patologie epatobiliari Aumento dei livelli degli enzimi epatici, aumento della fosfatasi alcalina e delle transaminasi. (Vedere paragrafo 4.4). Innalzamento della bilirubina Epatite (citolitica e/o colestatica) e ittero colestatico (vedere paragrafo 4.4) Sono stati riportati casi di epatite con esito fatale, epatite fulminante
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash cutanei, per lo più maculopapulosi o orticarioidi, spesso accompagnati da prurito; questi rash cutanei possono essere generalizzati Dermatite esfoliativa Eritema multiforme, sindrome di Stevens- Johnson, sindrome di Lyell
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Febbre
Esami diagnostici Aumento dei livelli sierici di colesterolo e trigliceridi (vedere paragrafo 4.4)

¹ Le conte ematiche (BCC) sono state strettamente monitorate in due ampi studi clinici condotti in 2.048 pazienti con TIA/ictus trattati con ticlopidina (gli studi clinici multicentrici e controllati CATS e TASS) (vedere paragrafo 4.4).

04.9 Sovradosaggio

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In considerazione delle proprietà farmacodinamiche del composto, un rischio emorragico può essere atteso.

A tutt’oggi non sono stati segnalati casi di sovradosaggio del farmaco. Sulla base degli studi condotti sugli animali il sovradosaggio può determinare grave intolleranza gastrointestinale. In caso di tale evenienza, si consiglia l’induzione del vomito, la lavanda gastrica ed altre misure generali di supporto.Nel caso sia richiesta una rapida correzione di un tempo di emorragia prolungato, la trasfusione piastrinica può invertire gli effetti della ticlopidina (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).

La ticlopidina non è dializzabile.

Al fine di compensare una prolungata emorragia, deve essere preso in considerazione l’uso di corticosteroidi con proprietà vaso costrittive (metilprednisolone), desmopressina o concentrati piastrinici (da soli o in associazione).

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Antitrombotico, Antiaggregante piastrinico. Codice ATC: B01AC05.

La ticlopidina è un inibitore dell’aggregazione piastrinica, inibisce l’aggregazione piastrinica in modo

dose dipendente, nonché il rilascio di fattori piastrinici e induce un allungamento del tempo di emorragia. Il farmaco non è dotato di nessuna significativa attività in vitro ma solo in vivo, e non c’è alcuna evidenza dell’esistenza di un metabolita attivo circolante.

La ticlopidina interferisce con l’aggregazione piastrinica inibendo il legame, ADP-dipendente, del fibrinogeno sulla membrana piastrinica; inoltre, diversamente dall’aspirina, non determina l’inibizione della cicloossigenasi. L’AMP ciclico piastrinico non sembra avere un ruolo nel meccanismo d’azione.

Il tempo di emorragia calcolato con una pressione del bracciale di 40 mm Hg, misurato con il metodo di Ivy, risulta allungato di più di due volte rispetto al valore basale. L’allungamento del tempo di emorragia, misurato senza bracciale, risulta meno accentuato.

Alla sospensione del trattamento, nella maggior parte dei pazienti, il tempo di emorragia e gli altri test di funzionalità piastrinica ritornano nella norma entro una settimana.

L’inibizione dell’aggregazione piastrinica si evidenzia nell’arco di due giorni dalla somministrazione di ticlopidina 250 mg due volte al giorno. Il massimo effetto antipiastrinico si ottiene dopo 5-8 giorni alla dose di 250 mg due volte al giorno.

Alla dose terapeutica, la ticlopidina inibisce nella misura del 50-70% l’aggregazione piastrinica indotta dall’ADP (2,5 mcmol/l).

Dosi più basse sono associate ad una minore inibizione dell’aggregazione piastrinica.

L’effetto della ticlopidina sul rischio di eventi vascolari è stato studiato in alcuni studi clinici controllati, condotti in cieco.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Dopo somministrazione per os di una singola dose standard di ticlopidina si ha un rapido assorbimento e il picco plasmatico si osserva circa 2 ore dopo la somministrazione della dose.

L’assorbimento è di fatto completo. La somministrazione di ticlopidina dopo i pasti ne migliora la biodisponibilità.

I livelli plasmatici allo Steady-state si ottengono dopo 7-10 giorni con dosi di 250 mg due volte al giorno. L’emivita media di eliminazione terminale della ticlopidina allo steady state è di circa 30-50 ore. Comunque l’inibizione dell’aggregazione piastrinica non correla con i livelli plasmatici del farmaco. La ticlopidina viene largamente metabolizzata nel fegato. Dopo una dose orale di prodotto radiomarcato, il 50-60% si ritrova nelle urine e il resto nelle feci.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La valutazione della tossicità della ticlopidina è stata eseguita sul ratto e sul topo. Le vie di somministrazione impiegate sono state quella orale e quella endovenosa per il ratto e quella orale e intraperitoneale per il topo.

La DL50 nel ratto è stata rispettivamente 1400 ± 220 mg/kg per via orale e 60,6 ± 8,6 mg/kg per via venosa. La DL50 nel topo è risultata rispettivamente 630 ± 87 mg/kg per via orale e 123 ± 37 per via intraperitoneale.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Cellulosa microcristallina, amido, metilcellulosa, silice precipitata, magnesio stearato, titanio diossido, gomma arabica.

06.2 Incompatibilità

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Non sono note incompatibilità.

06.3 Periodo di validità

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3 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Scatola di cartone litografato contenente tre blisters in PVC opaco accoppiato con alluminio PVC di 10 compresse ciascuno.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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ratiopharm GmbH, Graf-Arco Strasse 3, Ulm (Germania)

Rappresentante per l’Italia: ratiopharm Italia S.r.l., Viale Monza n. 270 – Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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AIC: 033088016

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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18/02/2000

10.0 Data di revisione del testo

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Luglio 2012

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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