#10721
anonymous
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    Il tuo è un problema piuttosto comune e purtroppo on facilmente risolvibile. Come hai infatti già sottolineato, non si tratta di insonnia in quanto le ore di sonno che papà fa sono più che sufficienti. Si tratta piuttosto di una alterazione del ritmo sonno-veglia, o, meglio, di una cattiva sincronizzazione con quelli che sono gli orari comuni degli altri conviventi.
    Con queste premesse, l’utilizzo delle benzodiazepine come terapia non è molto indicato per diversi motivi: primo perchè serve non a curare un insonnia ma a prolungare artificialmente un orario di sonno già più che sufficiente, in secondo luogo perchè alla lunga la terapia da assuefazione e dipendenza, in terzo luogo perchè spesso nell’anziano può dare il cosiddetto “effetto paradosso”. Quest’ultimo non è nulla di allarmante, ma semplicemente il fatto che la benzodiazepina, anzichè dare sonnolenza, nell’anziano può dare agitazione ed irrequietezza, peggiorando il quadro per il quale abitualmente viene data.
    In alternativa alle benzodiazepiine, spesso nell’anziano vengono dati bassi dosaggi di farmaci classificati come “antipsicotici” (Serenase, Haldol, Talofen, Entumin ecc. ecc) che non danno assuefazione nè effetto paradosso però vanno prescritti da uno specialista Neurologo e comunque tendono a peggiorare il disorientamento temporo-spaziale dell’anziano.
    La cosa migliore per papà credo sarebbe quella di cercare di spostare piano piano l’ora di addormentamento e magari di anticipare un pochino il riposo di mamma… comunque, parlane con un geriatra o con un neurologo: ti potranno senz’altro dare qualche consiglio utile.

    Saluti!