Aglio: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Aglio

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

Aglio – Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

(Allium sativum L. – Fam. Liliacee)

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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aglio

Etimologia

Allium (nome virgiliano (Egl. II. 11). Secondo Sweet derivato dalla parola celtica all = caldo, bruciante, Allusione al sapore.

sativum = contrazione di seminatioum = che si può seminare.

Nome volgare Aglio (domestico o ortense).

Habitat

Linneo indica la Sicilia come la patria della pianta. Kunth indica l’Egitto. De Candolle afferma che l’unico paese dove l’Aglio è stato trovato allo stato Selvatico, in maniera ben certa, è il deserto dei Kirghisi di Soongaria. Wallich afferma di averlo trovato spontaneo in India. Coltivato da tempo antichissimo.

Tipo vegetativo

Pianta erbacea perenne.

Parti usate

I bulbilli (spicchi).

Componenti principali

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Olio essenziale 0,1-0,36% (1,2,3,4).
Semmler (5) ne separò quattro frazioni, che identificò come bisolfurodi allilpropile 6%, bisolfuro di allile 60%, trisolfuro di allile 20% e presumibilmente anche tetrasolfuro di allile 10,5%(5) .

aglio formule dei componenti

Più recentemente Zwergal (6) ha segnalato che nell’olio essenziale, ottenuto per distillazione in corrente di vapore, si trovano diverse sostanze, derivate principalmente da solfuro di di vinile e da allil-vinil-solfossido e contenenti catene, costituite da polisolfuri alchilici, quali -S-CH=CH-S-CH=CH-S-, e dotate di proprietà battericide.

Allicina

Dal distillato in corrente di vapore è stato inoltre isolato un composto ben definito, avente intense proprietà battericide, l’allicina, (estere allilico dell’acido allil-tiosolfinico) (7,8), che si forma nei bulbi, quando questi sono schiacciati, per azione dell’enzima alliinasi sulla inattiva alliina (S-allil-cistein-solfossido) (8).

Per estrazione di aglio fresco con alcool etilico 95%, distillazione in corrente di vapore del residuo ed estrazione eterea del distillato si è ottenuto da 0,3% a 0,5% di allicina (20 b).

aglio formule chimiche alliina

Il tipico odore di aglio si svolge quando il l’enzima alliinasi converte l’ alliina in allicina che presenta infatti l’odore caratteristico dell’aglio; essa è instabile e può essere isolata solo per distillazione in corrente di vapore a pressione ridotta.

Per distillazione in corrente di vapore a pressione ordinaria l’allicina è decomposta con formazione di bisolfuro di allile e di altri bisolfuri, ciò che dà ragione della presenza dei bisolfuri come principali costituenti dell’olio ottenuto per distillazione in corrente di vapore dai bulbi o dalla pianta intera.

Nella scissione fermentativa dell’alliina l’allicina è quindi solo un prodotto intermedio del processo, che conduce ai prodotti finali, costituiti dai bisolfuri caratteristici dell’olio volatile, processo rappresentato dal seguente schema:

Aglio: scissione fermentativa dell'alliina

Secondo Stoll e Scebeck (8), prodotti intermedi della decomposizione enzimatica dell’ alliina (2 molecole) sono gli acidi allilsolfinico ed a-aminoacrilico, mentre acido piruvico e ammoniaca, insieme con i bisolfuri di allile, ne sono i prodotti finali.

Altri AA. hanno separato dall’aglio composti, pure indicati come attivi battericidi, ma chimicamente non definiti; allisatina I e allisatina II (9) e garlicina (10).

Altri componenti

  • acido solfocianico (11)
  • isosolfocianato di allile 2,64-2,76% (12)
  • un glicoside solforato (scoldinina A) e l’estere fosforico dello stesso glicoside (scoldinina B) (13)
  • sostanze dotate di proprietà ormonosimili (14)
  • un alcaloide non definito (15)
  • acido nicotinico (16)
  • vitamina A
  • vitamina-B 575 mcg% (17)
  • vitamina C 0,48-4 mg % (12,17)
  • biotina 2,2 mcg% (8)
  • zuccheri totali 3,9-4,2% (12)
  • glucosio, fruttosio, saccarosio, fruttosano 14,9% (19)
  • glucofruttosano (20)
  • cellulosa 1,36%
  • pectine 2,2-3,2%
  • mucillaggine 10% ca.
  • proteine 3,15% ca.
  • grasso 0,95-1,25% (12)
  • fitosterine (7)
  • enzimi: alliinasi, lisozima (21), perossidasi (14), desossiribonucleasi e fosfomonoesterasi (21a)
  • sostanze radioattive 1,7×10-4% di uranio (20a)
  • acqua 79% ca.
  • ceneri totali 0,72-0,78%
  • ceneri solubili in acido 0,47-0,52%
  • sodio e potassio 0,100-1,57%
  • ferro 0,00033-0,00047%
  • calcio 0,0223-0,480%
  • fosforo 0,059-0,016%
  • calorie 29-31%
  • valore nutritivo 2-2,3% (12)

Il contenuto di zolfo nei bulbi freschi, secondo Stoll e Seebeck (8), varia, secondo la provenienza della droga, da 0,041% a 0,372%.

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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L’Aglio fu certamente una fra le droghe più usate nella medicina popolare ed una tra quelle cui fu attribuito un maggior numero di proprietà terapeutiche la maggior parte delle quali venne in seguito confermata dallo studio farmacologico e dalla sperimentazione clinica.

Le sue principali azioni terapeutiche possono essere così riassunte:

Azione ipotensiva e cardiovascolare

Il Pouillard (22) somministrando l’Aglio per OS alla dose di XV-XL gocce sotto forma di alcoolaturo, notò diminuzione della pressione arteriosa sia massima che minima e contemporaneo aumento dell’indice oscillometrico.

L’abbassamento della pressione è tanto più notevole quanto più la pressione iniziale è elevata e l’ipotensione può essere nettamente rilevabile anche dopo 24 ore e ciò in accordo anche con le osservazioni di Bachem (23) e di Noether (24).

Stimolazione vagale

Loeper, Debray e Chailley-Bert (25) con le loro ricerche che risalgono allo stesso periodo di quelle precedentemente citate, confermarono l’azione ipotensiva dell’Aglio e trovarono che la maggior ampiezza ed il rallentamento del polso notati durante le loro esperienze, sono dovute ad una azione vagale.

Tale ipotensione sarebbe dovuta ad una vasodilatazione delle arterìole e dei capillari, per cui i preparati di Aglio troverebbero indicazione tanto nell’ipertensione di origine aortica quanto in quella di origine renale.

Oltre che sulla pressione, l’azione dell’Aglio si manifesterebbe anche sull’attività cardiaca con un rinforzo dell’energia di contrazione e con un rallentamento del polso.

Miglioramento dell’arteriosclerosi

L’azione ipotensiva dell’Aglio e la sua azione sulle condizioni generali degli arteriosclerotici, furono confermate da numerosi altri AA. che osservarono nei pazienti trattati, la scomparsa dei disturbi soggettivi e un notevole aumento della loro capacità lavorativa.

Silber (40), Orzechowski (41), Hintzelmann (42), Thiersch (43), trovarono che i preparati di Aglio manifestano un’azione protettiva e profilattica negli animali trattati con colesterina irradiata, impedendo la formazione di lesioni arteriosclcrotiche e prolungandone la vita rispetto ai controlli non trattati.

L’azione ipotensiva dell’Aglio è stata studiata anche sperimentalmente da vari AA. ma il suo meccanismo d’azione non è stato definitivamente precisato, anche se si attribuisce l’effetto ipotensivo e la contemporanea bradicardia, ad una stimolazione delle terminazioni vagali ed anche ad una vasodilatazione periferica.

È stata dimostrata anche un’azione ipotonizzante sugli organi a muscolatura liscia, azione questa che potrebbe rappresentare uno dei fattori dell’azione ipotensiva (46).

L’ azione vagale è ammessa anche da Swetschnikow e Bechtereva (48) i quali però non riuscirono a confermare l’azione vasodilatatrice nè sui vaifi perfusi, nè sui vasi renali e periferici, il cui comportamento, sotto questo aspetto, è molto incostante, mentre un effetto vasodilatatore venne sempre osservato nell’ambito delle coronarie.

Azione sull’apparato respiratorio

L’olio essenziale contenuto nell’Aglio (o almeno una frazione di esso) come tutte le sostanze volatili, viene in gran parte eliminato attraverso l’apparato respiratorio ove svolge una interessante attività antisettica, balsamica ed espettorante.

Bronchiectasie

L’attività terapeutica nelle bronchiectasie e nelle stasi da enfisema polmonare, viene attribuita all’azione che l’olio etereo solforato di Aglio esercita sugli alveoli e sulle cellule infiammate (Kroeber) (50), all’azione spasmolitica sui muscoli lisci (51) ed all’ aumento della secrezione bronchiale prodotta dall’olio essenziale durante l’eliminazione (52).

Per le sue proprietà antisettiche, di cui sarà detto più diffusamente in seguito, l’olio essenziale di Aglio viene vantaggiosamente impiegato in alcune affezioni microbiche broncopolmonari.

Gangrena polmonare

Loeper, Fourestier e Hurrier (53), Lemierre, Kingberg e Piedetienne (54) notarono l’attività della tintura di Aglio nel trattamento della cangrena polmonare e Guillon (55) afferma che l’essenza (in soluzione oleosa) iniettata intramuscolo, rappresenta il trattamento di scelta in questi casi.

Tubercolosi polmonare

Anche lo Zoia (56) dimostrò fondata l’azione antisettica dell’Aglio sull’apparato respiratorio, mettendo in evidenza inoltre, la sua azione benefica nella terapia della tubercolosi polmonare, azione questa che venne confermata dal Minchin (57) che, dopo aver sperimentato su 1082 casi di tubercolosi presso l’Ospedale Metropolitano di New York, potè affermare che fra tutti i preparati vegetali sperimentati, quelli di Aglio dettero i risultati migliori.

Lo stesso A. riferisce di aver ottenuto buoni risultati in pazienti affetti da difterite.

Sul valore terapeutico dell’Aglio nella terapia della tubercolosi polmonare, riferiscono anche il Ledere (58) e il Bonnefoy (59).

Azione sulle affezioni del tubo gastro-enterico

Secondo il Roos (60) l’azione dell’Aglio, sotto questo aspetto, potrebbe essere così riassunta:

attività calmante ed antidiarroica che può giovare nel trattamento di diverse affezioni dell’intestino; funzione antisettica sulla flora patogena o abnorme intestinale; azione antidispeptica e, si potrebbe aggiungere, anche un’azione colagoga, coleretica e antielmintica.

Attività calmante ed antidiarroica

Il Pribram (61) studiò sperimentalmente l’azione protettiva su animali trattati con dosi mortali di tossina dissenterica e trovò che generalmente, gli animali cui furono somministrati preparati di Aglio per os, non reagirono, mentre tutti i controlli non trattati morirono.

Kretschmar (63) considera l’Aglio come un buon agente profilattico nelle affezioni gastrointestinali; Willebrand (64) che riferì di aver ottenuto buoni risultati trattando con l’Aglio alcune forine di dissenteria osservate negli ospedali militari tedeschi durante la prima guerra mondiale.

Lehman (66) trovò l’olio essenziale di Aglio capace di inibire lo sviluppo del Bacillus proteus e di ritardare i fenomeni putrefattivi e lo Schweitzer (67) considera l’Aglio come il miglior medicamento contro le dissenterie amebiche più ostinate, frequenti nell’Africa equatoriale.

Lo Schmidt (68) insiste inoltre nel far notare la maggior resistenza che i popoli mangiatori di Aglio oppongono di fronte ad alcune malattie infettive intestinali, fra le quali la dissenteria e il colera.

Attività antisettica sulla flora intestinale patogena

Molti sono gli Autori che studiarono l’Aglio nella terapia delle varie infezioni intestinali e fra questi citeremo il Markovici (62) che afferma di aver ottenuto buoni risultati terapeutici in 91 casi di colera, in 25 casi di infiammazioni catarrali intestinale e in 42 casi di colera asiatico.

Delvaille (65) trovò che in molti casi di enteriti dovuti alla presenza di una flora batterica gram-positiva, l’ Aglio funge da regolatore, facendo riapparire la normale coliflora gram-negativa.

L’azione antitubercolare dell’Aglio fu studiata dal Bonem (69), dallo Schrader (70), da Wolf (71) e da Schultze e Heubach (72) i quali riferiscono di aver ottenuto buoni risultati in molti casi di tubercolosi intestinale e delle sue complicazioni.

Altmann (73), avendo trattato 116 casi di tubercolosi intestinale, attribuisce i buoni risultati ottenuti, al miglioramento dello stato di acidità dello stomaco, pur senza escludere un’azione antibatterica diretta, la cui esistenza sarebbe stata dall’A. stesso sperimentalmente accertata.

Risultati interessanti nella terapia della tubercolosi e delle sue conseguenze, con l’impiego di olio essenziale di Aglio somm’inistrato per via parenterale, furono ottenuti anche dai giapponesi Kenichiro Kubota e Shimane Ken (74).

Funzione antielmintica

Notissima anche nella medicina popolare, è funzione antielmintica dell’Aglio, azione confermata dal Perez (75) il quale ha constatato che i preparati di questa, droga provocano nei nematodi uno stato di forte eccitazione seguito da completa paralisi.

Toscano e Rico (76) ottennero risultati analoghi, mentre il Brùnning (77.) osservò una notevole attività verso gli ossiuri ma non verso gli ascaridi.

Attività colagoga e coleretica

Ai preparati di Aglio viene attribuita anche una notevole attività colagoga e coleretica sperimentalmente dimostrata dallo Schindel (78) il quale, in base a sue osservazioni sull’uso popolare dell’Aglio in Macedonia e in alcune regioni della Francia, ritiene che non soltanto VAllium sativum ma anche altre specie di Allium, siano dotate di azione coleretica.

Egli ammette che i principii attivi dell’Aglio vengano eliminati anche attraverso il fegato e quindi la possibilità di una loro azione stimolante sulla secrezione biliare.

Oltre ad un aumento della secrezione biliare, secondo questo A. l’Aglio determina anche un aumento della secrezione gastrica. Sotto questo aspetto anzi l’Aglio può essere considerato come una delle più attive, fra le droghe atte ad aumentare la secrezione cloridrica.

Funzione digestiva

Varga (80) avendo studiato l’azione di 42 droghe in casi di ipocloridria, trovò che l’Aglio possiede la maggior attività, superiore sotto questo aspetto, a quella relativa alla china, al pepe ed alla pepsina cloridrica.

Alla stessa conclusione giungono il Tilger (81) il quale afferma che una tintura di Aglio a bassissima gradazione alcoolica, può sostituire con vantaggio gli amari digestivi e il Bonem (69) che vide aumentare la secrezione del succo gastrico fino a raggiungere il 30 % in più dei valori iniziali, dopo somministrazione di preparati di Aglio.

Il Kim (82) al contrario, trova che l’Aglio non avrebbe effetto sulla secrezione gastrica, ma l’opinione di questo autore appare in evidente contrasto anche con la ormai notissima intolleranza che presentano tutti i pazienti affetti da gastriti ipercloridriche e da stati ulcerosi gastrici o duodenali, i quali non tollerano neppure le piccole quantità di Aglio aggiunte agli alimenti come condimento.

Azione antibiotica

L’Aglio possiede una interessante attività batteriostatica e battericida per la quale i suoi preparati trovarono, come già fu detto, largo impiego nella terapia di varie affezioni dell’apparato respiratorio e del tubo gastro-enterico.

Esiste su tale attività una letteratura piuttosto vasta dalla quale cercheremo di trarre, riassumendoli, i dati che ci sembrano più importanti e significativi.

Minchin (83), Dombray e Vlaicovitch (84) notarono l’azione antibiotica dell’Aglio sulla E. coli, sul B. di Eberth, sui paratifi e sui dissenterici. Un’analoga azione era stata precedentemente notata dal Lehman (85) sul Proteus e sul Paramecium caudatum e da Fleury (86) sul B. di Eberth e sulla E. coli.

L’azione sugli stafilococchi fu dimostrata da Kolle, Laubenheimer e Volmar (87). Bbcker (88) confermò 1’esistenza di questa attività e trovò che l’Aglio fatto agire sui terreni di coltura, li rende inadatti per vari giorni allo sviluppo dei germi.

Egli trovò inoltre che poltiglie di Aglio (più attive queste, secondo l’A., del succo di pressa) sono efficaci anche se tenute alla distanza di 20 cm dai terreni di coltura e che la maggior attività battericida sarebbe dovuta ai componenti volatili della droga.

Analogamente, Me Knigt e Lindgreen (89), notarono che il bacillo della lebbra viene ucciso per esposizione ai vapori di Aglio e Schmidt e Marquardt (90) constatarono che tali vapori posseggono un’analoga azione inibente e battericida sull’ Epidermophiton interdigitalis (Piede d’atleta).

Poliomielite

Molto interessante appare un’osservazione di Huss (91) il quale notò, durante un’epidemia poliomielitica manifestatasi in Svezia nella regione di Malmò, che l’Aglio esplica un’azione profilattica di fronte a questa infezione e non può che meravigliare il fatto che una così interessante constatazione sia rimasta sino ad ora isolata e che altri ricercatori non siano stati indotti a controllarne, mediante più estese ed approfondite indagini, la sua fondatezza e se e sino a che punto può essere ritenuta esatta o praticamente attuabile.

Successivamente l’azione antibiotica dell’Aglio ricevette conferma dai risultati di ricerche di numerosi altri Autori: da Osborn (92), sullo streptococco e sul colibacillo: da Just (93) che trovò che i vapori di Aglio sono attivi verso i colibacilli, gli stafilococchi, i pneumococchi, il B. piocianeo e i batteri sporigeni; da Canadel e Valdecasas (94), sullo stafilococco, sul B. di Eberth c sui dissenterici: da Cavallito e Bailey (95 ), sullo stafilococco, sullo streptococco, sul B. di Eberth, sui paratifi, sui dissenterici e sul vibrione colerigeno.

Tubercolosi

La già notata attività dei preparati di Aglio nella terapia della tubercolosi polmonare e intestinale, troverebbe conferma nelle osservazioni di Schange (96) il quale trovò che l’estratto fluido di Aglio ha un’azione inibitrice sul B. di Koch in vitro, e in quelle di Raghunandana Rao, Srinivasa Rao, Natarajan e Vankata- raman (9 7) i quali notarono che l’estratto di Aglio inibisce la crescita del Mycobacterium tuberculosis (umano) su terreno di Long, anche a piccole concentrazioni.

Questi AA. hanno ottenuto risultati di un certo interesse, per quanto non definitivi, anche in vivo, nella tubercolosi sperimentale della cavia.

Principii attivi antibatterici

Il problema di stabilire a quale o a quali dei principii attivi contenuti nella droga, debba essere atribuita tale azione antibiotica, è stato affrontato da Canadel e Valdecasas (94), da Cavallito e Bailey (95) e, chimicamente, da Steli e Seebeck (8).

Canadel e Valdecasas hanno usato per le loro prove un estratto idro- alcoolico evaporato alla temperatura di 40° sino a completa scomparsa dell’alcool.

Essi trovarono che questo estratto diluito 1:100 è attivo sul colibacillo e tale attività permane anche dopo estrazione con etere e con etere di petrolio, il che dimostra che il principio attivo è idrosolubile.

Il trattamento con carbone o con altri adsorbenti, rende l’estratto inattivo ed altrettanto avviene per riscaldamento a 50″. Una corrente di ossigenofatta passare attraverso l’estratto, non altera il principio attivo il quale sarebbe invece meno stabile in presenza di CO2.

Prove di attività sono state eseguite dagli AA. su piastre di gelosio o su di un terreno liquido in cui lo sviluppo dei germi era controllato mediante misure nefelometriche.

Essi poterono così dimostrare che l’azione dell’estratto usato, è nettissima sul bacillo di Eberth, e sui dissenterici di Shiga e di Flexner, con un alone di inibizione di 55 mm circa, usando cc 0,2 di estratto. Meno netta sarebbe invece l’attività sul colibacillo, sui paratifi e, anche inferiore, sullo Str. aureo e sullo Str. emolitico.

Allicina

Cavallito e Bailey (95) hanno isolato, per distillazione frazionata, il principio batteriostatico dell’Aglio, l’ allicina, il quale è costituito da un olio incolore, solubile in acqua nelle proporzioni del 2,5%.

L’attività di 1 mg di questa sostanza corrisponde a 15 U. Oxford di penicillina e risulta attiva alla diluizione di 1:125.000, oltre che sui germi precedentemente elencati, anche sul vibrione colerigeno.

Recentissimamente Scheibe (98) trovò che l’allicina inibisce i germi gram-positivi e gram-negativi alla diluizione di 1:25.000 mentre alla diluizione di 1:250.000 la sua azione verrebbe a mancare. La DL50 della allicina per iniezione endovenosa nel topo è di mg 60/Kg e di 120 mg/Kg per via sottocutanea.

L’allicina può essere pertanto considerata la principale sostanza ad azione antibiotica contenuta nell’Aglio, ma certamente non l’unica, poiché alcuni componenti volatili (o fissi), dell’olio essenziale, posseggono innegabilmente tale proprietà, come è del resto dimostrato dall’azione a distanza osservata da Bocker (88), da Me Knigt e Lindgreen (89) e da Schmidt e Marquardt (90).

Per quanto riguarda l’interpretazione dell’attività antibiotica dell’allicina, il Wills (100) ha dimostrato che questa inibisce gli enzimi sulfidrilici (—SH), ma non altri enzimi.

L’attività inattivatrice dell’allicina su tali enzimi e quella battericida, sarebbero dovute, secondo questo A. alla sua struttura chimica caratterizzata dal gruppo —SO—S—.

Secondo Austin, Weisberger e Pensky (101), il principio battericida risulterebbe dall’azione di un enzima su di un substrato presente nell’Aglio e fu dagli AA, identificato con un estere alchil-tiosolfinico (R—SO—S—R) il quale sarebbe un inattivatore dell’SH— e capace di reagire rapidamente con la cisteina.

Azioni secondarie meno note

Effetti sul diabete

Secondo Madaus (102) l’Aglio sarebbe dotato di un’azione piuttosto marcata e durevole sulla glicemia e sulla glicosuria che verrebbero abbassate.

Questa azione era già stata osservata dal Collip (103) e dal Simola (104) e venne poi confermata da Laland e Avrevold (105) i quali sono riusciti a dimostrare nell’Aglio la presenza di un principio ipoglicemizzante accanto ad un altro ad azione iperglicemizzante dal quale il primo sarebbe facilmente separabile per estrazione eterea o per distillazione in corrente di vapore.

Questi ultimi AA. dopo aver constatato che estratti di Aglio somministrati per OS sono capaci di abbassare la glicemia nel coniglio a digiuno ed anche nei cani pancreasectomizzati, sono riusciti ad isolare il principio responsabile di tale azione, sotto forma di una polvere bianca, cristallizzata, facilmente alterabile in quanto perderebbe la sua attività dopo breve tempo, anche conservando sterilmente in ghiacciaia i preparati che lo contengono.

Questa sostanza dà coi reattivi degli alcaloidi le caratteristiche reazioni di precipitazione, è priva di zolfo ed è di per sè stessa inattiva sulla glicemia.

Acquista invece proprietà ipoglicemizzanti soltanto in presenza dei composti sulfurici presenti nel succo di Aglio, o dei solfuri di allile e di diallile.

Azione sull’attività tiroidea

Il Rhe (106) studiò l’azione dell’Aglio sulle glandole a secrezione interna e trovò che piccole dosi di estratto, generano sintomi di iperattività tiroidea nei conigli, mentre dosi più elevate determinano ipoattività.

Analogamente lo Yun (107) riferisce di aver osservato una iperfunzione tiroidea dopo un breve periodo di somministrazione per via paren- terale, mentre protraendo questo trattamento per un lungo periodo, osservò una ipofunzione.

Azione antimalarica

Tale azione che potrebbe essere non priva di interesse se confermata da una più vasta sperimentazione clinica, fu osservata per la prima volta dal Ventura (108) e sperimentata su parecchi casi, anche gravi, con risultati che l’A. definisce sorprendenti.

Gli spicchi di Aglio venivano somministrati, tagliuzzati in piccoli pezzi, avvolti ‘in ostie o masticati direttamente, alla dose di uno ogni ora, iniziando sei ore prima dell’accesso, come per il chinino.

Azione antinicotinica

Fra le azioni meno note dell’Aglio va annoverata quella antinicotinica descritta dal Meyer (109) il quale afferma essere l’Aglio « un eccellente medicamento contro i disturbi cronici da nicotina » in quanto si è dimostrato efficace nel sopprimere i disturbi nervosi, i fatti catarrali dei fumatori e nel regolare le funzioni intestinali.

Questo A. afferma che l’Aglio può essere considerato come «uno specifico e diretto medicamento contro il complesso sintomatico dell’avvelenamento da nicotina ».

Azione anticancerosa

Il Casparis (110) ha osservato che il succo fresco di Aglio somministrato per os, prima o dopo il trapianto di tessuti cancerigeni, esercita una netta azione inibitrice sullo sviluppo del neoplasma.

L’azione inibitrice dell’Aglio sui tessuti cancerigeni da innesto è stata successivamente confermata dal Lakhowski (111) e dall’Auler (112) il quale studiò l’azione inibitrice sullo sviluppo dei tumori maligni umani, di preparati contenenti olio di Aglio, di Porro (Allium porro) o di Senape.

Componenti implicati

L’attività antiblastica dei preparati di Aglio è stata diversamente interpretata. Essa fu attribuita fin dal 1913 da Kònigsfeld e Prausnitz (115) al gruppo allile.

E’ stata formulata l’ipotesi che l’attività inibente della allicina sugli enzimi sulfidrilici e sulle cellule batteriche, possa estendersi anche alle cellule di tessuti neoplastici.

Si è infatti potuto dimostrare che anche l’azione antiblastica dei preparati di Aglio può essere riferita al legame —SO—S dell’allicina, la quale azione può risultare da una inattivazione degli enzimi sulfidrilici per diretta combinazione o per ossidazione dei gruppi —SH delle cellule tumorali a —S—S—.

Successivamente gli stessi AA., in collaborazione con l’Austin, avendo identificato la sostanza SH—inattivatrice neH’alchil-tiosolfin-alchilestere (102), trovarono che questa sostanza, sia se formatasi naturalmente per azione enzimatica, sia se ottenuta per sintesi, si dimostra capace di inibire lo sviluppo di alcuni tumori da innesto nei topi e nei ratti.

Questi effetti sulle cellule cancerigene da parte di un agente capace di rendere inattivi i gruppi —SH potrebbero, secondo gli AA., dar luogo ad interessanti considerazioni sull’importanza del metabolismo —SH nelle neoplasie.

Novikova, Levi e Khokhlov (117), che studiarono l’azione dell’alliina da essi stessi ottenuta per sintesi, trovarono, contrariamente a quanto asserito dagli AA. precedentemente cititi, che questa sostanza non ha effetto ritardante la crescita del sarcoma fusocellulare del topo nè di altri tumori da innesto.

Azione locale

Localmente l’Aglio esplica azione rubefacente ed, in forte dose, può dar luogo anche a fatti vescicatori.

Il Mayrhofer (118) riferisce in proposito che le applicazioni di Aglio sotto forma di impacchi, possono produrre gravi necrosi della pelle, specie nei bambini.

Tale azione vescicatoria potrebbe, forse, anch’essa essere ricollegata con l’azione inattivante dei gruppi —SH da parte del legame —SO—S della allicina, poiché secondo le più recenti concezioni, l’azione vescicatoria sarabbe in definitiva prodotta da una inibizione enzimatica, dovuta alla

proprietà dei veleni che la posseggono, di reagire coi gruppi —SH delle proteine e degli enzimi, (vedi anche Camomilla e Colchico).

Eliminazione

L’eliminazione dei principi attivi dell’Aglio, avviene attraverso l’albero respiratorio, le secrezioni urinaria, sudorifera e lattea.

Tossicologia

La tossicità dell’Aglio è pressoché nulla come del resto lo si può facilmente arguire dall’uso, anche eccessivo, che se ne fa, specialmente presso alcune popolazioni mediterranee e asiatiche, come condimento.

Perrin, Dombray e Vlaicovitch (119) valutano approssimativamente a 595 g la dose tossica per un uomo adulto.

Preparati galenici

Nel caso speciale dell’Aglio questo capitolo assume un particolare interesse, perchè il diffondersi dell’impiego terapeutico di questa droga è stato sempre ostacolato dal fatto che, com’è a tutti noto, essa impartisce un odore caratteristico e sgradevole all’alito di chi ne fa uso.

Tale odore è dovuto al disolfuro di allile, componente dell’olio essenziale; secondo Haggard e Greenberg (120) esso non passerebbe nell’alito come è stato asserito, attraverso la eliminazione polmonare, nè attraverso la secrezione bronchiale o salivare e nemmeno con l’aria proveniente dallo stomaco.

Il cattivo odore sarebbe unicamente dovuto, secondo i citati AA. a particelle di Aglio trattenute in bocca, fatto questo che sarebbe provato da ricerche quantitative.

Deodorazione dell’alito

La pulizia della bocca e dei denti con spazzolino o lavaggi con acqua e sapone o con alcool di 30° non sarebbero sufficienti a deodorare l’alito, il quale può essere invece immediatamente e completamente deodorato, affermano i suddetti AA. con colluttori preparati con soluzione di cloramina all’ 1%: il cloro liberandosi a contatto dei tessuti, reagisce chimicamente con l’olio essenziale deodorandolo.

Che l’alito possa essere deodorato con il metodo indicato dagli AA. lo si può anche ammettere, ma l’affermazione che il cattivo odore che l’alito assume, sia dovuto soltanto alle particelle di Aglio trattenute nella bocca deve, secondo noi, essere presa con una certa riserva.

Infatti, se ciò fosse, non si spiegherebbe come l’alito possa assumere l’odore caratteristico, anche quando preparati di Aglio vengono somministrati per via parenterale o per via rettale, come afferma il Madaus (121).

Deodorazione dei preparati galenici

Un altro problema importante ai fini dell’impiego terapeutico dell’Aglio, oltre quello che consiste nella deodorazione dell’alito, è quello che riguarda la deodorazione dei preparati galenici.

Anche sotto questo aspetto sono stati ottenuti, sembra, buoni risultati, per quanto alcuni AA. ritengano che i preparati di Aglio che non impartiscano il caratteristico odore all’alito, siano terapeuticamente meno attivi.

Per mascherare il sapore e l’odore caratteristici dell’Aglio, si consiglia (brevetto austriaco n. 77938) (122) di seccare i bulbi nel vuoto in corrente di aria calda, di ridurli quindi in polvere e di mescolarli con polvere di carbone animale, di cacao o di latte in polvere.

La Deutsche Patentscherift n. 432053 (123) prescrive: i bulbi pelati vengono tagliati grossolanamente e mescolati con il 10% di carbone animale.

Il carbone adsorbe completamente l’olio etereo, per cui l’odore scompare completamente. La poltiglia viene ulteriormente seccata e quindi macinata.

Nel caso rimanesse ancora un debole odore, lo si può togliere con l’ulteriore aggiunta di una piccola quantità di carbone.

Questo metodo però, secondo Oppikofer (124), non può essere considerato razionale poiché, pur offrendo la possibilità di ottenere una buona deodorazione dei preparati di Aglio, questi risultano poi quasi completamente privi di attività antielmintica, batteriostatica e micostatica, la quale ultima sarebbe, secondo l’A. anche più intensa di quella batteriostatica.

I principi attivi vengono infatti così tenacemente trattenuti dal carbone che il prodotto di adsorbimento che ne risulta, può essere considerato praticamente irreversibile per eluizione, sia con acqua che con succo gastrico.

Ciò evidentemente é dovuto al fatto che le piccole quantità di principi essenziali che si liberano dal prodotto di adsorbimento, se sono sufficienti per impartire all’alito il caratteristico odore, non lo sono per raggiungere una concentrazione sufficiente, sia nell’intestino che nel sangue, per esplicare l’azione terapeutica locale o generale richiesta.

Tecniche di deodorazione brevettate

Secondo il brevetto tedesco n. 594808 (125) si possono ottenere preparati inodori contenenti olii eterei solforati, come olio di Senapte, di Aglio ecc. mediante l’aggiunta di acido apocolico o desossicolico. Notoriamente questi acidi hanno la proprietà, come molti altri acidi colici, di combinarsi con parecchie sostanze.

Per la preparazione, secondo il suddetto brevetto, si scioglie in alcool l’acido desossicolico o apocolico e l’olio etereo che si desidera deodorare; si ottiene così un composto cristallizzato ben determinato, scindibile nei suoi componenti con alcali.

Secondo il brevetto svizzero n. 174460 (126) si può ottenere un composto di addizione, cristallizzato, con p.f. di 168°. trattando g 20 di acido desossicolico disciolti in 50 cc di alcool di 96° con g 32 di una soluzione calda di olio etereo di Aglio. La cristallizzazione avviene dopo raffreddamento.

Altre tecniche di deodorazione

Sempre allo stesso scopo di ottenere preparati inodori, o per lo meno più tollerabili, il Tilger (127) consiglia il seguente metodo; g 40 di Aglio fresco vengono sbucciati, contusi grossolanamente e posti in un recipiente di vetro con tappo, insieme con g 100 di alcool di 95°.

La miscela lattiginosa che si forma e che viene ottenuta agitando più volte, si raccoglie chiara per decantazione dopo 5-7 giorni ed è quella che costituisce l’estratto da usare.

L’odore forte ed il sapore dell’estratto diverrebbero tollerabili con l’aggiunta di alcoolato di menta nelle proporzioni di 1/3 per 2/3 di estratto e con l’aggiunta di una o due gocce di valerianato di mentile.

Anche l’odore dell’aria espirata diverrebbe con ciò più tollerabile e l’eliminazione sarebbe di più breve durata.

Tale preparato viene somministrato alla dose di XV-XXX gocce due o tre volte al giorno, preferibilmente dopo i pasti, in circa due o tre cucchiai di acqua calda.

I preparati inodori ed ottenuti per adsorbimento sarebbero, secondo Gutschmidt (128), i meno attivi, poiché l’olio adsorbito verrebbe poi liberato in piccola quantità o comunque molto lentamente ed in modo tale che nell’intestino non raggiungerebbe mai una concentrazione sufficiente, nell’unità di tempo, da assicurare una buona azione locale.

Questa potrebbe essere, secondo HotzeI (129) la ragione per cui l’azione antielmintica di tali preparati sarebbe incerta.

Secondo Guttschmidt, i migliori preparati, fra quelli inodori, sarebbero quelli derivati dagli acidi apocolico e desossicolico..

Secondo Fischer (130) i preparati ottenuti a freddo, estraendo tutti i principii attivi, sarebbero da preferirsi all’olio etereo isolato ed agli altri estratti o succhi, ottenuti a caldo.

Posologia

La posologia dell’Aglio, secondo Guillon (131), dovrà essere strettamente osservata.
Non si inietterà più di 2 cc della soluzione all’ 1 % dell’olio essenziale in olio d’oliva.
Si ripeteranno le iniezioni ogni due giorni senza sorpassare, per una serie, le cinque o sei iniezioni.

Fra una serie di iniezioni e la successiva dovrà intercorrere un intervallo non inferiore ai dieci giorni.

A queste condizioni non appariranno quasi mai quelle elevazioni paradossali della pressione arteriosa, attribuibili spesso alla scelta delle dosi piuttosto che alla scelta del preparato.

Estratti e preparati vari

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    1. Estratto fluido (g 1 = XLVIII gtt). Dosi; XX-XXX gocce più volte nelle 24 ore.
    2. Estratto fluido jodato (g 1 = XLVIII gtt). Dosi: come sopra.
    3. Estratto molle idroalcoolico (una parte = 5 parti di droga). Dosi: g 0,10-0,15 pro-dose
    4. Compresse confettate cheratinizzate (i principii attivi di g 50 di aglio per una compressa). Dosi: 1-2 cp al giorno
    5. Olio essenziale naturale. Dosi: g 0,02 pro-dose due-tre volte pro-die

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura
Estratto fluido di aglio g. 20
Alcool 75° g. 80
Dosi 1 cucchiaino 2-4 volte al giorno
Pozione espettorante e balsamica
Estratto fluido di aglio gtt. XX
Estratto fluido di tiglio g. 10
Sciroppo semplice F.U. g. 20
Acqua g. 70
Dosi Da sorbirsi calda e ripetere più volte nelle 24h
Estratto di aglio jodato
Estratto fluido di aglio g. 20
Joduro di potassio g. 10
Dosi Da X a XX gtt pro-dose 2-3 volte al giorno nella ipertensione arteriosa
Fiale per uso endomuscolare (per una fiala)
Olio essenziale di aglio g. 0,02
Olio di olive cc. 2
Dosi iniettare una fiala ogni due giorni. Dopo una serie di 5-6 iniezioni, interrompere per 10 giorni
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