Bulimia nervosa

Bulimia nervosa

La bulimia nervosa è un disturbo della condotta alimentare, denominato anche: “Disturbo Alimentare Psicogeno”. La bulimia è caratterizzata dall’ingestione, per tempi prolungati, di enormi quantità di cibo (in particolare c’è una predilezione verso i dolci e gli ipercalorici) che prendono il nome di crisi bulimiche, e si associano all’assunzione di diuretici e purganti per eliminare tutto ciò che è stato ingerito, generando a loro volta pressione alta e aritmie.

A parte questi, i metodi adoperati sono anche altri, quali: vomito autoindotto, digiuni ed intensa attività sportiva per smaltire le calorie (vengono ingeriti ogni giorno oltre 20mila cal.) e bruciare i grassi.

Il disturbo è caratterizzato dalle abbuffate compulsive, e tutto ciò che viene ingerito non viene fatto con piacere (gustando i cibi), ma si nutrono solo per dare libero sfogo a delle pulsioni represse (rabbia, impulsi sessuali, frustrazione, ecc), tramutandosi in una sorta di “fame nervosa”.

Colpisce prevalentemente le donne in tarda pre-adolescenza (13 anni) e in tarda adolescenza (20 anni), e il 70% di esse sono anche anoressiche, anzi, nella stragrande maggioranza dei casi sviluppano prima una condotta alimentare di tipo anoressico e in seguito di tipo bulimico.

Le pazienti si sentono in colpa, soffrono di derealizzazione e provano forte imbarazzo e disagio a causa del loro disturbo alimentare, consumando gli alimenti solo isolatamente (lontane da tutto e da tutti), evitando luoghi affollati (ristoranti – fast food), perché non sopportano essere guardate mentre mangiano. Esse possono essere o in sovrappeso o in lieve sottopeso.

Esistono due sottotipi di bulimia:

  • purging type, con ricorso ai rimedi purganti, lassativi e vomito per eliminare tutto ciò che è stato ingerito;
  • non purging type, ricorrendo solo a digiuno e ad ininterrotta attività fisica.

Gli episodi bulimici sono contrassegnati da: bipolarismo, fobia sociale, condotte evitanti, ansia, stress, demotivazione e depressione. Gli episodi bulimici possono associarsi ad episodi di tossicomania, infatti il comportamento del bulimico è molto simile a quello di un tossicomane.

Storia della bulimia nervosa

Intorno alla fine degli anni ’70 un noto psichiatra britannico, Gerald Russell, tracciò per primo la nosografia della bulimia nervosa.

Russell fu il primo a risaltare la discrepanza tra i più noti disturbi dell’alimentazione: anoressia nervosa e bulimia nervosa.

Tale discrepanza si rivelò fondamentale, poiché, entrambe le patologie alimentari nonostante abbiano in comune la condotta nutrizionale, si discostano però dal punto di vista nosografico, diagnostico, prognostico, eziologico e terapeutico.

Eziopatogenesi

I fattori eziologici coinvolti nello sviluppo della bulimia nervosa sono innumerevoli; elenchiamoli ed analizziamoli:

  • Nei paesi economicamente avanzati vige l’immagine ideale della perfezione corporea femminile, centrata sulla magrezza, e ciò incrementa l’esordio precoce della bulimia;
  • La trasmissione genetica esercita un ruolo importante nello sviluppo di bulimia nervosa;
  • Gli eventi traumatici (violenze e abusi sessuali in tenera età) possono scatenare una condotta bulimica;
  • Temperamento impulsivo, instabilità emotiva e condotte autolesionistiche inficiano notevolmente;
  • Abuso di sostanze stupefacenti;
  • Alterazioni del funzionamento endocrino e neurotrasmettitoriale;
  • La famiglia ha un compito importante nell’educazione alimentare dei figli, poiché particolarmente le figlie traggono esempio dalle madri e dalle sorelle maggiori nella condotta nutrizionale.

Prognosi

Un gran numero di pazienti bulimiche riportano disturbi di personalità (disturbo borderline), deficit emotivi e tossicomanie che rendono difficoltosa la prognosi.

Chi soffre di bulimia è incapace di controllare la quantità di cibi ingerito.

A differenza dell’anoressia, la bulimia può anche riportare un peso-forma adeguato all’età cronologica.

Le bulimiche hanno timore di ingrassare, cercano a tutti costi di dimagrire e si sentono frustrate del proprio peso-forma.

Diagnosi differenziale

Il DSM IV Tr (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – quarta edizione – text revision) classifica nel seguente modo i criteri diagnostici della bulimia nervosa:

  • Ricorrenti episodi di abbuffate: caratterizzate dall’assunzione di quantità smisurate di cibo nel giro di poche ore. La quantità di cibo ingerito è superiore alla norma;
  • Atti compensatori per prevenire l’aumento di peso: le condotte compensatorie conseguenti alle abbuffate sono: vomito autoindotto, assunzione di lassativi (compresse o sciroppi), diuretici, digiuno e smodata attività fisica;
  • Cadenza temporale: le crisi bulimiche e le condotte di eliminazione si manifestano due volte alla settimana per almeno tre mesi;
  • Umore e Autostima: fortemente compromessi e influenzati dal peso-forma.

Sintomatologia della bulimia nervosa

La patologia scatena numerosi sintomi e disturbi che colpiscono tutti gli apparati dell’organismo, soprattutto quello psichico.

I sintomi e i disturbi ad essi correlati sono i seguenti:

  • Oligoamenorrea (ritardo del ciclo mestruale);
  • Callosità a mani e piedi;
  • Lesioni dentarie;
  • Denti cariati;
  • Lesioni gastro-esofagee;
  • Arrossamenti oculari;
  • Crisi depressive;
  • Disturbi d’ansia;
  • Frustrazione e demotivazione;
  • Disforia;
  • Amenorrea;
  • Capogiri;
  • Spossatezza;
  • Sensi di colpa;
  • Bradicardia;
  • Scarsa autostima;
  • Aritmia;
  • Ipotensione;
  • Ulcera;
  • Ridotta concentrazione delle beta-endorfine;
  • Disfunzioni della serotonina e della dopamina;
  • Diarrea/stipsi;
  • Iper / Ipotermia;
  • Sindrome del colon irritabile;
  • Irregolarità intestinale;
  • Pelle disidratata a causa delle carenze di sodio;
  • Gonfiori;
  • Abrasioni;
  • Ipotiroidismo;
  • Spasmi muscolari;
  • Dolori addominali;
  • Ciclo sonno/veglia irregolare;
  • Disfunzioni ormonali;
  • Frigidità;
  • Calo del desiderio sessuale;
  • Anorgasmia.

Gestazione

Le bulimiche, come menzionato pocanzi, soffrono di oligomenorrea alternati da fasi di amenorrea, quindi ciò sta a dimostrare che l’ovulazione non si manifesta o ritarda, e di conseguenza il concepimento non può avere luogo, oppure avviene in ritardo.

In ogni caso è opportuno che le donne bulimiche vengano seguite non solo dagli specialisti in neuropsichiatria, ma anche dagli specialisti in ginecologia ed ostetricia.

In caso di gravidanza, la paziente bulimica può andare incontro alle seguenti complicazioni, sia durante la gestazione che dopo:

  • Pressione alta della gestante;
  • Morte prematura del bambino;
  • Parto cesareo e prematuro;
  • Diabete gestazionale (GDM);
  • Scarso peso del nascituro;
  • Malformazioni fisiche del nascituro;
  • Sviluppo di deficit psichici ed encefalopatie nel nascituro;
  • Difficoltà di allattamento;
  • Depressione post-partum.

Se la gestante assume lassativi e purganti, il neonato potrà sviluppare delle malformazioni psico-somatiche, perché tali farmaci impediscono l’assorbimento, nell’organismo della madre e del feto, di sostanze nutritive (vitamina M, B9, acido folico).

Trattamenti

I trattamenti da rivolgere alle pazienti affette da bulimia nervosa sono molteplici.

Innanzitutto è indispensabile l’intervento multispecialistico, ossia da parte di medici specializzati in: neuropsichiatria, endocrinologia, ginecologia, psicoterapia e dietologia. Tali figure fungeranno da supporto terapeutico nel decorso della malattia (che può rivelarsi cronica o irregolare, intervallato da fasi di remissione/ricadute).

I trattamenti ideali da seguire sono:

  • Farmacoterapia: antipsicotici e antidepressivi a base di fluoxetina e/o paroxetina. Un esempio di farmaco in commercio è il famosissimo Prozac, antidepressivo e anoressizzante che un tempo era denominato come la: “pillola della felicità”, anche se effettivamente non sempre porta quella felicità sperata, perché tra gli effetti indesiderati riporta lo sviluppo di pensieri suicidari e istigazione a commettere tali gesti estremi. Quindi, è bene seguire alla lettera i dosaggi prescritti dal neuropsichiatra!
  • Psicoterapia cognitivo-comportamentale e psicoterapia familiare;
  • Ricovero in clinica: in casi gravi;
  • Partecipazione ai gruppi di auto e mutuo aiuto: “Overeaters Anonymous Italia” – Associazione Mangiatori Compulsivi Anonimi;
  • Nutrizione parenterale: che avviene solo per via endovena.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Lis A., Stella S., Zavattini G.C., Manuale di Psicologia Dinamica, Il Mulino,1999;
  2. A. Siracusano, Manuale di psichiatria, Il pensiero scientifico editore, 2007;
  3. Cassano G. Battista, Pancheri Paolo – Manuale di psichiatria, Utet, 2005;
  4. Giberti R., Rossi R., Manuale di Psichiatria, Piccin Editore, ultima edizione;
  5. Marcelli D., Psicopatologia del bambino, Masson, Milano, 2013;
  6. Bertelloni S., Burgio R., Una pediatria per la società che cambia, Tecniche Nuove Editore, Milano, 2007.