Sindrome disesecutiva

Sindrome disesecutiva

La Sindrome Disesecutiva (DES), o comunemente chiamata Sindrome Frontale, è un disturbo neurologico e neuropsicologico caratterizzato da una grave compromissione delle abilità cognitive, affettive, emotive e comportamentali, e da una lieve compromissione delle abilità senso-percettive, comunicative e motorie.

Per l’esattezza, tale sindrome procura un danneggiamento della pianificazione ed organizzazione delle facoltà cognitive, includenti: decision making, problem solving, memoria, intelligenza, attenzione, ragionamento e linguaggio.

La patologia colpisce indistintamente uomini e donne cerebrolesi frontali, che hanno subito lesioni localizzate in una o più aree della corteccia frontale e/o pre-frontale, quali:

  • Corteccia pre-frontale mediale (DES apatico): lesioni in detta area procurano: eloquio lento e stentato che resenta il mutismo, enuresi, abulia, moderata rigidità muscolare, moderata compromissione della capacità di articolazione della parola e della produzione verbale;
  • Corteccia orbito-frontale (DES disinibito): incapacità di problem solving e perdita del self-control;
  • Corteccia pre-frontale dorso-laterale (DES disesecutivo): deficit dell’attenzione, della capacità di critica e di giudizio, atassia e perdita della capacità di provvedere all’igiene della persona e della casa;
  • Corteccia cingolata anteriore: anedonia (perdita del piacere e dell’interesse verso qualsiasi attività quotidiana) e apatia (perdita di motivazione).

Oltre alle lesioni frontali, tale sindrome può essere anche generata da alcune patologie organiche e psichiche, come:

  • blocco cardiaco;
  • malattie neurodegenerative (demenze);
  • trombosi;
  • ischemia cerebrale;
  • traumi cranici;
  • deficit dello spazio corporeo ed extracorporeo;
  • neoplasie cerebrali.

Sintomatologia e manifestazione clinica

I sintomi psichici diffusi tra i pazienti cerebrolesi affetti da Sindrome Frontale sono i seguenti:

  • perdita della capacità di integrazione sociale;
  • perdita della capacità comunicativa;
  • incapacità di provvedere all’igiene della persona e della casa;
  • incapacità di mantenersi economicamente e di mantenere la famiglia;
  • deficit del problem solving e decision making;
  • scarso rendimento scolastico;
  • scarso rendimento lavorativo;
  • assenza di interessi e hobby;
  • acting out (aggressività) e raptus;
  • anedonia (perdita di interesse e di piacere in qualsiasi attività);
  • angoscia, tristezza e avvilimento persistenti;
  • deperimento psico-somatico;
  • astenia;
  • abulia;
  • tendenza ad auto colpevolizzarsi;
  • improvvise crisi di pianto;
  • scarsa autostima;
  • fobie e ansia;
  • apatia (demotivazione);
  • paranoia;
  • ipocondria;
  • disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento;
  • rallentamento ed inibizione del flusso ideico;
  • perdita di ogni speranza verso il futuro;
  • moderata presenza di mutismo;
  • deficit della capacità di critica e di giudizio;
  • atassia;
  • anosognosia: mancata consapevolezza della patologia;
  • perdita del self-control;
  • confabulazioni (false memorie);
  • impulsività ed istintività esagerate;
  • disgrafia (deficit della scrittura e del disegno);
  • atti perseveranti ed ecoprassia (imitazione di gesti e movimenti).

Un famoso caso clinico

Un celebre caso clinico di Sindrome Frontale o DES è il rinomato ed emblematico caso di Phineas Gage (P.G.).

Intorno alla seconda metà del XIX secolo il Dottor Harlow riportò il caso clinico di un suo paziente cerebroleso pre-frontale, chiamandolo: “Caso di Phineas Gage”. Trattasi di un operaio americano che aveva subito un terribile incidente sul posto di lavoro (una sbarra metallica gli trafisse la scatola cranica), procurandogli delle profonde lesioni ad ambedue le aree della corteccia pre-frontale, che hanno dato luogo a delle perenni e gravi menomazioni sul piano cognitivo, comportamentale, emotivo, sociale, lavorativo ed affettivo, lasciando fortunatamente preservate le capacità linguistiche e motorie.

In seguito alla scoperta dei danni cerebrali causati da tale incidente, il paziente dovette intraprendere una lunga ed estenuante serie di viaggi, rivolgendosi a vari specialisti in neurologia e psichiatria, e a sottoporsi a numerosi accertamenti ed esami clinici.

P.G. in seguito a tale lesione ha subito una lampante e rapida metamorfosi sul piano comportamentale e caratteriale: da persona lodevole, pregevole, grintosa, intraprendente, determinata, affabile e socievole, divenne improvvisamente (nella fase post-lesionale) una persona scontrosa, aggressiva, psicologicamente ed emotivamente instabile, intrattabile, volubile, permalosa e bizzarra.

Valutazione neuropsicodiagnostica

I test neuropsicologici validi per valutare il funzionamento esecutivo quotidiano del soggetto cerebroleso frontale, e che permettono di eseguire un’accurata ed attendibile diagnosi di sindrome disesecutiva sono i seguenti:

  • Torri di Hanoi: gioco enigmistico utile per valutare la capacità di programmazione motoria;
  • Stroop Test: valuta la capacità di denominazione dei colori con cui sono scritti i nomi dei colori e l’eventuale presenza di anomia per i colori;
  • Porteuz Maze Test: valuta la capacità di problem solving e di decision making;
  • Wechsler Adult Intelligence Scale (WAIS): scala di valutazione dei vari stadi di intelligenza;
  • Torri di Londra: gioco enigmistico utile per valutare la capacità di programmazione motoria;
  • Test di fluenza Semantica: valuta la capacità linguistica e di attribuzione dei significati alle parole del test;
  • Wisconsin Card Sorting Test (WSCT): valuta la capacità di astrazione e di attenzione.

Trattamenti

Tutte le forme sindromiche frontali sono oggetto di studio della neurologia e della neuropsicologia, e gli specialisti in tali branche della medicina sono esperti nella prognosi, diagnosi, e pianificazione del trattamento terapeutico da rivolgere ai pazienti con i deficit cognitivi e motori.

Oltre alla figura del neurologo e del neuropsicologo, intervengono nel trattamento della sindrome frontale anche altre due figure fondamentali: il logopedista e il fisioterapista specializzato in “fisiokinesiterapia”.

Oggigiorno ambedue le figure professionali sono molto richieste nel mercato del lavoro.

La Logopedia è un ramo della medicina che si occupa della prevenzione e riabilitazione dei disturbi linguistici e comunicativi (correlati ad altre facoltà cognitive) dell’età evolutiva, adulta e senile.

La Fisiokinesiterapia è un metodo appartenente alla branca della medicina relativa alla fisioterapia, ed è fondata sulla ginnastica a scopo terapeutico e riabilitativo.

La presente metodologia si occupa della: correzione della motilità corporea (volto, tronco e arti superiori – inferiori), prevenzione dalle patologie che interessano l’apparato locomotore e riabilitazione post lesionale (come nel caso delle aprassie) e post chirurgica.

Il fisiokinesiterapeuta insegna ai pazienti frontali (attraverso lo svolgimento di esercizi fisici vengono stimolati e rinforzati specifici muscoli) a correggere la postura, ad eseguire i gesti e i movimenti volontari, a pianificare, ad organizzare, a coordinare e a sincronizzare le sequenze motorie sia semplici che complesse.

In sintesi i trattamenti devono essere orientati su specifici piani riabilitativi:

  • Piano sociale;
  • Piano riabilitativo fisiatrico;
  • Piano neurologico / neuropsicologico;
  • Piano neurolinguistico;
BIBLIOGRAFIA
  1. I fondamenti metodologici della neuropsicologia. Vallar G., Pizzamiglio, Denes, 1996;
  2. Lineamenti di neuropsicologia clinica. D. Grossi & L. Trojano. – Carocci, 2002;
  3. Standardizzazione e taratura italiana di tests neuropsicologici. Spinnler H., Tognoni G., 1987.