Ipazone: effetti collaterali e controindicazioni

Ipazone: effetti collaterali e controindicazioni

Ipazone 500 (Cefoperazone Sodico) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi, di accertata o presunta origine da Gram-negativi difficili o flora mista, con presenza di Gram-negativi, restistenti ai più comuni antibiotici.

In particolare, il prodotto trova indicazione nelle suddette infezioni in pazienti defedati e/o immunodepressi.

Ipazone 500: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Ipazone 500 ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Ipazone 500, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Ipazone 500: controindicazioni

Ipersensibilità già nota alle cefalosporine.

Ipazone 500: effetti collaterali

Come con altre cefalosporine, anche con il Cefoperazone si possono manifestare le seguenti reazioni secondarie: ipersensibilità, eruzioni maculo-papulose, orticaria, febbre da eosinofilia, reazioni anafilattoidi.

Effetti ematologici: per somministrazione protratta, neutropenia reversibile e/o eosinofilia transitoria e rari casi di ipoprotrombinemia, talora riduzione della emoglobina e dell’ematocrito. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica a seguito di trattamento con cefalosporine.

Funzionalità epatica: possibile, un transitorio aumento di SGOT, SGPT, e fosfatasi alcalina.

Funzionalità renale: segnalato transitorio aumento della azotemia e creatinina sierica.

Effetti gastrointestinali: segnalate transitorie modificazioni dell’alvo (feci molli e diarrea), nausea, vomito. La diarrea, in genere risponde alla terapia sintomatica od alla sospensione dell’antibiotico; se persistente, considerare l’eventualità di insorgenza di colite pseudomembranosa.

Reazioni locali: occasionalmente, sonnolenza transitoria in sede di inoculo, dopo somministrazione intramuscolare. Come altre cefalosporine, può determinare flebiti nella sede di infusione, a seguito di somministrazione con catetere endovenoso. Segnalati, raramente, cefalea, tremori, vertigini.

Ipazone 500: avvertenze per l’uso

In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire un idoneo trattamento (amine vasopressorie, antistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza. L’insorgenza di una qualsiasi reazione di tipo allergico impone la sospensione del trattamento.

Casi di colite pseudomembranosa sono stati segnalati con l’uso di cefalosporine (e di antibiotici a largo spettro): perciò è importante prendere in considerazione questa eventualità nei pazienti che presentano diarrea in conseguenza all’uso di antibiotici. Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora batterica del colon e ciò può consentire la crescita di clostridi. Alcuni studi hanno evidenziato che una delle principali cause di colite associata agli antibiotici è una tossina prodotta dal Clostridium Difficile.

Casi lievi di colite si possono risolvere con la semplice interruzione della terapia. I casi di colite moderati e gravi vanno trattati con integrazione della perdita dei liquidi, elettroliti e proteine. Se la colite non si risolve con l’interruzione della terapia, o è grave, il trattamento di scelta per la colite pseudomembranosa da antibiotico, causata da Clostridium Difficile, è la Vancomicina per via orale.

Bisogna anche valutare la possibilità di altre cause per la colite. Come per altri antibiotici, sono stati segnalati casi di deficit di Vit K, in corso di trattamento con Cefoperazone. Con tutta probabilità, questo fenomeno va ricondotto alla soppressione della flora batterica intestinale che, normalmente, sintetizza questa vitamina ed i soggetti a rischio appaiono essere quelli sottoposti a dieta deficitaria o con condizioni di malassorbimento (es. fibrosi cistica), o i pazienti alimentati per lunghi periodi per via endovenosa.

Con l’uso di Cefoperazone possono verificarsi rari casi di ipoprotrombinemia.

Sono maggiormente a rischio di emorragie e di fenomeni tromboembolici i pazienti con disordini primari e secondari della emocoagulazione.

In questi pazienti a rischio, è opportuno effettuare il test di Quick ogni 2 / 3 giorni e somministrare Vit K (10 mg ogni settimana).

Come per altre b-lattamine, durante un trattamento prolungato con Cefoperazone possono verificarsi resistenze microbiche: tale evenienza è maggiore verso microrganismi opportunisti, specialmente enterobacteriacee e pseudomonas, in soggetti immunodepressi e, probabilmente, associando tra loro più b-lattamine.

Si può verificare una falsa positività della glicosuria se si impiegano i reattivi di Fehling, di Benedict e “Clinitest”.

Sono state segnalate positività, talora false, dei test di Coombs diretto ed indiretto, in caso di trattamento con cefalosporine. Se il Cefoperazone viene impiegato con altri aminoglicosidi, è necessario non mescolare i due farmaci, ma procedere con siringhe diverse e differenziando le sedi di iniezione.

Data la possibilità di allergia crociata tra penicilline e cefalosporine, occorre accertare, prima di somministrare il farmaco, l’esistenza di precedenti reazioni da ipersensibilità nei confronti di cefalosporine, penicilline, od altri farmaci. Sono stati, infatti, segnalati casi di pazienti che hanno presentato reazioni, talora anche di tipo anafilattico, ad entrambe queste classi di antibiotici.

Il Cefoperazone deve essere, quindi, somministrato con cautela ai pazienti sensibili alla penicillina. Gli antibiotici vanno somministrati con cautela ad ogni paziente che abbia presentato qualche forma di allergia, in particolare ai farmaci.

Nei pazienti affetti da epatopatia e/o da ostruzione delle vie biliari, la emivita sierica del Cefoperazone è generalmente prolungata e l’eliminazione renale aumentata. In assenza di concomitante insufficienza renale, si possono somministrare, negli adulti, 2 g/die, suddivisi in due somministrazioni senza rischi di accumulo.

Per posologie superiori a 2 g/die, è necessario monitorare le concentrazioni sieriche del farmaco. Nei pazienti affetti contemporaneamente da insufficienza epatica e renale, sarà opportuno rinunciare all’impiego del Cefoperazone.

L’emodialisi riduce lievemente l’emivita del Cefoperazone, pertanto il farmaco va somministrato dopo la seduta dialitica.

Analogamente a quanto segnalato con altre cefalosporine, in corso di trattamento con Cefoperazone, è stata descritta, a seguito della ingestione di alcool (e fino a 5 giorni dopo l’ultima somministrazione), una caratteristica reazione di arrossamento intenso del volto, sudorazione, cefalea, tachicardia. È pertanto necessario evitare l’assunzione di alcool, sotto qualsiasi forma, in corso di trattamento con Cefoperazone.

La somministrazione concomitante di cefalosporine ed aminoglicosidi può determinare effetti nefrotossici. Le soluzioni contenenti lidocaina non possono essere utilizzate nei bambini al di sotto dei 30 mesi di età.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco