Kevzara: effetti collaterali e controindicazioni

Kevzara: effetti collaterali e controindicazioni

Kevzara (Sarilumab) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Kevzara in combinazione con metotrexato (MTX) è indicato per il trattamento dell’artrite reumatoide (AR) attiva da moderata a severa in pazienti adulti che hanno risposto in modo inadeguato o sono risultati intolleranti a uno o piĂ¹ farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs). Kevzara puĂ² essere somministrato in monoterapia in caso di intolleranza al MTX o quando il trattamento con MTX non è appropriato (vedere paragrafo 5.1).

Kevzara: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Kevzara ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Kevzara, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Kevzara: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1. Infezioni severe, attive (vedere paragrafo 4.4).

Kevzara: effetti collaterali

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse piĂ¹ comuni osservate con Kevzara negli studi clinici sono state neutropenia, aumento diALT, eritema nel sito di iniezione, infezioni del tratto respiratorio superiore e infezioni del tratto urinario.

Le reazioni avverse gravi piĂ¹ comuni sono state infezioni (vedere paragrafo 4.4). Tabella delle reazioni avverse

La sicurezza di Kevzara in combinazione con DMARD è stata valutata in base a dati raccolti da sette studi clinici, due dei quali erano controllati con placebo, per un totale di 2887 pazienti (popolazione di sicurezza a lungo termine). Fra questi, 2170 pazienti hanno assunto Kevzara per almeno 24 settimane, 1546 per almeno 48 settimane, 1020 per almeno 96 settimane e 624 per almeno 144 settimane.

La frequenza delle reazioni avverse elencate sotto è stata definita adottando la seguente convenzione: molto comuni (? 1/10); comuni (da ? 1/100 a < 1/10); non comuni (da ? 1/1.000 a < 1/100); rare (da

? 1/10.000 a < 1/1.000); molto rare (< 1/10.000). All’interno di ogni raggruppamento di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine di gravità decrescente.

Tabella 1: Reazioni avverse negli studi clinici controllati

Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Comuni Infezioni del tratto respiratorio
superiore
Infezione delle vie urinarie
Nasofaringite
Herpes orale
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comuni Neutropenia
Comuni Trombocitopenia
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comuni Ipercolesterolemia
Ipertrigliceridemia
Disturbi epatobiliari Comuni Transaminasi aumentate
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comuni Eritema nella sede dell’iniezione
Prurito nella sede dell’iniezione

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Infezioni

Nella popolazione controllata con placebo, i tassi di infezione erano rappresentati da 84.5, 81.0 e 75.1 eventi per 100 anni-paziente, rispettivamente nei gruppi da 200 mg e da 150 mg di Kevzara + DMARD e placebo + DMARD. Le infezioni piĂ¹ comunemente segnalate (dal 5% al 7% dei pazienti) sono infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie e nasofaringite. I tassi di infezione grave erano rappresentati da 4.3, 3.0 e 3.1 eventi per 100 anni-paziente, rispettivamente nei gruppi da 200 mg e da 150 mg di Kevzara + DMARD e placebo + DMARD.

Nella popolazione valutabile ai fini della sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD

, i tassi di infezioni e di infezioni gravi sono stati rispettivamente di 57,3 e 3,4 eventi per 100 anni- paziente.

Le infezioni gravi osservate con maggior frequenza comprendevano polmonite e cellulite. Sono stati segnalati casi di infezione opportunistica (vedere paragrafo 4.4).

I tassi complessivi di infezioni e infezioni gravi nella popolazione che assumeva Kevzara in monoterapia erano coerenti con quelli relativi alla popolazione che assumeva Kevzara + DMARD.

Perforazione gastrointestinale

Nella popolazione controllata con placebo, un paziente trattato con Kevzara ha riportato perforazione gastrointestinale (GI) (0,11 eventi per 100 anni-paziente). Nella popolazione di sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD, il tasso di perforazioni GI era di 0,14 eventi per 100 anni- paziente.

I casi di perforazione gastrointestinale sono stati segnalati principalmente come complicanze della diverticolite, comprendenti perforazione del tratto GI inferiore e ascesso. La maggior parte dei pazienti che hanno sviluppato perforazioni gastrointestinali assumeva farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), corticosteroidi o metotrexato. Il contributo di questi farmaci concomitanti rispetto a Kevzara allo sviluppo di perforazioni gastrointestinali non è noto (vedere paragrafo 4.4).

Non sono stati segnalati casi di perforazione gastrointestinale nella popolazione che assumeva Kevzara in monoterapia.

Reazioni da ipersensibilitĂ 

Nella popolazione controllata con placebo, la percentuale di pazienti che ha interrotto il trattamento a causa di reazioni da ipersensibilitĂ  era superiore fra quelli trattati con Kevzara (0,9% nel gruppo che ne assumeva 200 mg, 0,5% nel gruppo che ne assumeva 150 mg) rispetto al placebo (0,2%). I tassi di interruzione dovuta a ipersensibilitĂ  nella popolazione di sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD e in quella che assumeva Kevzara in monoterapia sono stati coerenti con quelli relativi alla popolazione controllata con placebo. Nella popolazione controllata con placebo, ha segnalato eventi avversi gravi di reazione da ipersensibilitĂ  lo 0,2% dei pazienti trattati con Kevzara 200 mg una volta ogni 2 settimane + DMARD, e nessun paziente nel gruppo che assumeva Kevzara 150 mg una volta ogni 2 settimane + DMARD.

Reazioni in sede di iniezione

Nella popolazione controllata con placebo, sono state segnalate reazioni nella sede dell’iniezione nel 9,5%, nell’8% e nel 1,4% dei pazienti che assumevano rispettivamente Kevzara 200 mg, 150 mg e placebo. Queste reazioni in sede di iniezione (compresi eritema e prurito) erano di gravità lieve per la maggior parte dei pazienti. Due pazienti che assumevano Kevzara (0,2%) hanno interrotto il trattamento a causa di reazioni in sede di iniezione.

Anomalie di laboratorio

Per consentire un confronto diretto della frequenza di anomalie di laboratorio fra il placebo e il trattamento attivo, sono stati utilizzati i dati delle settimane 0-12, che erano precedenti al momento in cui è stato consentito ai pazienti di passare dal placebo a Kevzara.

Conta dei neutrofili

Si sono verificati abbassamenti delle conte dei neutrofili al di sotto di 1 x 109/L nel 6,4% e nel 3,6% dei pazienti rispettivamente nei gruppi 200 mg e 150 mg di Kevzara + DMARD, rispetto a nessun paziente nel gruppo che assumeva placebo + DMARD. Si sono verificati abbassamenti delle conte dei neutrofili al di sotto di 0,5 x 109/L nello 0,8% e nello 0,6% dei pazienti rispettivamente nei gruppi 200 mg e 150 mg di Kevzara + DMARD. Nei pazienti che hanno manifestato un abbassamento della

conta dei neutrofili (ANC), le modifiche del regime di trattamento quali l’interruzione o una riduzione della dose di Kevzara hanno avuto come risultato l’aumento o la normalizzazione dell’ANC (vedere paragrafo 4.2). L’abbassamento dell’ANC non era associato a una maggiore incidenza di infezioni, comprese le infezioni gravi.

Nella popolazione di sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD e in quella che assumeva Kevzara in monoterapia, le osservazioni sulla conta dei neutrofili sono state coerenti con quelle relative alla popolazione controllata con placebo (vedere paragrafo 4.4).

Conta piastrinica

Si sono verificati abbassamenti delle conte piastriniche al di sotto di 100 x 103/µL nell’1,2% e nello 0,6% dei pazienti rispettivamente nei gruppi 200 mg e 150 mg di Kevzara + DMARD, rispetto a nessun paziente nel gruppo che assumeva placebo + DMARD.

Nella popolazione valutabile ai fini della sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD e in quella che assumeva Kevzara in monoterapia, le osservazioni sulla conta piastrinica sono state coerenti con quelle relative alla popolazione controllata con placebo.

Non vi sono stati eventi di sanguinamento associati all’abbassamento della conta piastrinica.

Enzimi epatici

Le anomalie degli enzimi epatici sono riassunte nella Tabella 2. Nei pazienti che hanno manifestato un aumento degli enzimi epatici, le modifiche del regime di trattamento quali l’interruzione di Kevzara o una riduzione della sua dose hanno avuto come risultato la diminuzione o la normalizzazione degli enzimi epatici (vedere paragrafo 4.2). Questi aumenti non erano associati ad aumenti clinicamente rilevanti della bilirubina diretta, né ad evidenze cliniche di epatite o di insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).

Tabella 2: Incidenza delle anomalie degli enzimi epatici negli studi clinici controllati

Placebo + DMARD
N = 661
Kevzara 150 mg
+ DMARD N = 660
Kevzara 200 mg
+ DMARD N = 661
Kevzara in monoterapia a
qualsiasi dose N = 467
AST
> 3 x ULN – 5 x ULN 0% 1,2% 1,1% 1,1%
> 5 x ULN 0% 0,6% 0,2% 0%
ALT
> 3 x ULN – 5 x ULN 0,6% 3,2% 2,4% 1,9%
> 5 x ULN 0% 1,1% 0,8% 0,2%

Lipidi

Nella popolazione controllata con placebo i parametri lipidici (LDL, HDL e trigliceridi) sono stati valutati per la prima volta 4 settimane dopo l’inizio della terapia con Kevzara+ DMARD. Alla Settimana 4 l’LDL medio è aumentato di 14 mg/dL; i trigliceridi medi sono aumentati di 23 mg/dL; e l’HDL medio è aumentato di 3 mg/dL. Dopo la Settimana 4 non sono stati osservati ulteriori aumenti. Non vi sono state differenze significative fra le diverse dosi.

Nella popolazione valutabile ai fini della sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD e in quella che assumeva Kevzara in monoterapia, le osservazioni sui parametri lipidici sono state coerenti con quelle relative alla popolazione controllata con placebo.

ImmunogenicitĂ 

Come per tutte le proteine terapeutiche, con Kevzara esiste il rischio di immunogenicitĂ .

Nella popolazione controllata con placebo, il 4,0%, il 5,6% e il 2,0% dei pazienti trattati rispettivamente con Kevzara 200 mg + DMARD, Kevzara 150 mg + DMARD e placebo + DMARD ha presentato una risposta positiva al dosaggio dianticorpi anti-farmaco (ADA). Sono state rilevate risposte positive al dosaggio dianticorpi neutralizzantei(NAb) nell’1,0%, nell’1,6% e nello 0,2% dei pazienti trattati rispettivamente con Kevzara 200 mg, Kevzara 150 mg e placebo.

Nella popolazione che assumeva Kevzara in monoterapia, le osservazioni sono state coerenti con quelle relative alla popolazione Kevzara + DMARD.

La formazione di anticorpi anti-farmaco (ADA) puĂ² influire sulla farmacocinetica di Kevzara. Non è stata osservata alcuna correlazione fra lo sviluppo di ADA e la perdita di efficacia o la manifestazione di eventi avversi.

Il rilevamento di una risposta immunitaria dipende notevolmente dalla sensibilitĂ  e la specificitĂ  dei test utilizzati e dalle condizioni dei test. Per questi motivi, il confronto fra l’incidenza di anticorpi contro Kevzara e l’incidenza di anticorpi contro altri prodotti puĂ² essere fuorviante.

Tumorigenesi

Nella popolazione controllata con placebo, si sono manifestati tumori in egual misura nei pazienti che assumevano Kevzara + DMARD e in quelli che assumevano placebo + DMARD (1,0 eventi per 100 anni-paziente).

Nella popolazione valutabile ai fini della sicurezza a lungo termine che assumeva Kevzara + DMARD e in quella che assumeva Kevzara in monoterapia, i tassi di tumorigenesi sono stati coerenti con quelli osservati nella popolazione controllata con placebo (vedere paragrafo 4.4).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il

sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Kevzara: avvertenze per l’uso

TracciabilitĂ  di Kevzara

Per migliorare la tracciabilitĂ  dei medicinali biologici, il marchio ed il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere registrati con chiarezza.

Infezioni severe

I pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per rilevare l’eventuale manifestazione di segni e sintomi di infezione durante il trattamento con Kevzara (vedere paragrafì 4.2 e 4.8). Dal momento che, in generale, l’incidenza delle infezioni è piĂ¹ alta negli anziani, è necessario prestare particolare attenzione nel trattamento dei pazienti anziani.

Kevzara non deve essere somministrato a pazienti con infezione attiva, comprese le infezioni localizzate. Valutare i rischi e i benefici del trattamento prima di avviare la somministrazione di Kevzara in pazienti che presentino le seguenti caratteristiche:

infezione cronica o ricorrente;

anamnesi di infezioni gravi od opportunistiche;

infezione da HIV;

condizioni sottostanti che possano predisporli a un’infezione;

esposizione a tubercolosi; oppure

aver vissuto o soggiornato in aree colpite da tubercolosi o micosi endemiche.

Il trattamento con Kevzara deve essere interrotto se un paziente sviluppa un’infezione seria od opportunistica.

Un paziente che sviluppi una infezione durante il trattamento con Kevzara deve essere sottoposto prontamente anche ad esami diagnostici completi adatti a un paziente immunocompromesso; deve essere avviata una terapia antimicrobica idonea e il paziente deve essere tenuto sotto stretta osservazione.

Sono state riportate infezioni gravi e a volte letali dovute ad agenti patogeni batterici, micobatterici, micotici invasivi, virali od opportunistici di altro tipo in pazienti che ricevono agenti immunosoppressori compreso Kevzara per l’AR. Le infezioni gravi osservate con maggior frequenza con Kevzara sono state polmonite e cellulite (vedere paragrafo 4.8). Fra le infezioni opportunistiche manifestatesi con Kevzara, sono state segnalati casi di tubercolosi, candidiasi e pneumocistosi. In casi isolati, si sono osservate infezioni disseminate piuttosto che localizzate in pazienti che spesso assumevano immunosoppressori concomitanti quali MTX o corticosteroidi, che, in aggiunta alla presenza di AR, potevano predisporli alle infezioni.

Tubercolosi

Prima di iniziare il trattamento con Kevzara, i pazienti devono essere valutati per la presenza di eventuali fattori di rischio per la tubercolosi e sottoposti a test per verificare la presenza di un’eventuale infezione latente. I pazienti con tubercolosi latente o attiva devono essere trattati con terapia antimicobatterica standard prima dell’inizio della somministrazione di Kevzara. Si deve considerareil ricorso alla terapia antitubercolare prima di iniziare la terapia con Kevzara in pazienti con anamnesi di tubercolosi latente o attiva per i quali non sia possibile confermare un ciclo di trattamento adeguato e in pazienti che abbiano riportato risultati negativi al test per la tubercolosi latente, ma che presentino fattori di rischio per infezioni tubercolari. Quando si valuta la terapia antitubercolare, puĂ² essere appropriato consultare un medico specializzato in tubercolosi.

I pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per rilevare lo sviluppo di segni e sintomi di tubercolosi, anche nel caso di pazienti che abbiano riportato risultati negativi a test di verifica di un’eventuale infezione latente da tubercolosi prima di avviare la terapia.

Riattivazione virale

Ăˆ stata segnalata riattivazione virale in associazione a terapie biologiche di immunosoppressione. Negli studi clinici con Kevzara sono stati osservati casi di herpes zoster. Negli studi clinici non sono stati segnalati casi di riattivazione dell’epatite B; tuttavia, i pazienti a rischio di riattivazione erano stati esclusi.

Parametri di laboratorio

Conta dei neutrofili

Il trattamento con Kevzara è stato associato a una maggiore incidenza dell’abbassamento della ANC. L’abbassamento dell’ANC non è risultato associato a una maggiore incidenza di infezioni, comprese le infezioni gravi.

L’avvio del trattamento con Kevzara non è raccomandato per i pazienti con una conta dei neutrofili (ANC) bassa, ossia inferiore a 2 x 109/L. Nei pazienti che sviluppano un’ANC inferiore a 0,5 x 109/L, il trattamento con Kevzara deve essere interrotto.

La conta dei neutrofili deve essere monitorata da 4 a 8 settimane dopo l’inizio della terapia e in seguito secondo il giudizio clinico. Per informazioni sulle raccomandazioni di modifiche della dose in base ai risultati dell’ANC, vedere il paragrafo 4.2.

In base alla farmacodinamica delle variazioni dell’ANC, utilizzare i risultati ottenuti al termine dell’intervallo di dosaggio quando si stiano valutando modifiche della dose (vedere paragrafo 5.1).

Conta piastrinica

Negli studi clinici il trattamento con Kevzara è stato associato ad una riduzione della conta piastrinica. La riduzione della conta piastrinica non era associata a eventi emorragici (vedere paragrafo 4.8).

L’avvio del trattamento con Kevzara non è raccomandato per i pazienti con una conta piastrinica inferiore a 150 x 103/µL. Nei pazienti che sviluppano una conta piastrinica inferiore a

50 x 103/µL, il trattamento con Kevzara deve essere interrotto.

La conta piastrinica deve essere monitorata da 4 a 8 settimane dopo l’inizio della terapia e in seguito in base al giudizio clinico. Per informazioni sulle raccomandazioni di modifiche della dose in base ai risultati delle conte piastriniche, vedere il paragrafo 4.2.

Enzimi epatici

Il trattamento con Kevzara è stato associato a una maggiore incidenza di aumento delle transaminasi. Negli studi clinici questi aumenti erano transitori e non hanno determinato alcuna lesione epatica clinicamente evidente (vedere paragrafo 4.8). Ăˆ stata osservata una maggiore frequenza ed entitĂ  di questi aumenti nei casi in cui sono stati impiegati medicinali potenzialmente epatotossici (ad es. MTX) in associazione a Kevzara.

L’avvio del trattamento con Kevzara non è raccomandato per i pazienti con transaminasi elevate, quali ALT o AST superiori a 1,5 x ULN. Nei pazienti che sviluppano livelli di ALT superiori a 5 x ULN, il trattamento con Kevzara deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.2).

I livelli di ALT e AST devono essere monitorati da 4 a 8 settimane dopo l’inizio della terapia e in seguito ogni 3 mesi. Quando sia clinicamente indicato, valutare altre prove di funzionalità epatica quali l’analisi della bilirubina. Per informazioni sulle raccomandazioni di modifiche della dose in base agli aumenti delle transaminasi, vedere il paragrafo 4.2.

Anomalie dei lipidi

I livelli dei lipidi possono abbassarsi nei pazienti con infiammazione cronica. Il trattamento con Kevzara è stato associato ad aumenti dei parametri lipidici quali colesterolo LDL, colesterolo HDL e/o trigliceridi (vedere paragrafo 4.8).

I parametri lipidici devono essere valutati circa 4-8 settimane dopo l’avvio del trattamento con Kevzara e in seguito a intervalli di circa 6 mesi.

I pazienti devono essere gestiti in conformità con le linee guida cliniche per la gestione dell’iperlipidemia.

Perforazione gastrointestinale

Negli studi clinici sono stati segnalati eventi di perforazione gastrointestinale, primariamente come complicanze della diverticolite. Utilizzare Kevzara con cautela nei pazienti con anamnesi di ulcerazione intestinale o diverticolite. I pazienti che presentano sintomi addominali di nuova insorgenza quale dolore persistente con febbre devono essere valutati tempestivamente (vedere paragrafo 4.8).

Tumorigenesi

Il trattamento con immunosoppressori puĂ² determinare un piĂ¹ alto rischio di tumorigenesi. L’effetto del trattamento con Kevzara sullo sviluppo di tumori non è noto, ma negli studi clinici sono stati segnalati casi di tumore (vedere paragrafo 4.8).

Reazioni da ipersensibilitĂ 

Sono state segnalate reazioni da ipersensibilitĂ  in associazione con Kevzara (vedere paragrafo 4.8). Rash nel sito di iniezione, rash e orticaria sono state le reazioni da ipersensibilitĂ  piĂ¹ frequenti. Ai pazienti deve essere consigliato di rivolgersi immediatamente al medico se manifestano qualsiasi sintomo di reazione da ipersensibilitĂ . Al manifestarsi di anafilassi o altre reazioni da ipersensibilitĂ , la somministrazione di Kevzara deve essere interrotta immediatamente. Kevzara non deve essere somministrato a pazienti con ipersensibilitĂ  nota a sarilumab (vedere paragrafo 4.3).

Compromissione epatica

Il trattamento con Kevzara non è raccomandato in pazienti con malattia epatica attiva o compromissione epatica (vedere paragrafì 4.2 e 4.8).

Vaccinazioni

Evitare l’uso concomitante di vaccini vivi e vaccini vivi attenuati durante il trattamento con Kevzara, dato che non ne è stata stabilita la sicurezza clinica. Non sono disponibili dati sulla trasmissione secondaria di infezioni da parte di persone a cui sono stati somministrati vaccini vivi nei confronti di pazienti in terapia con Kevzara. Prima dell’avvio di Kevzara, si raccomanda che tutti i pazienti siano stati sottoposti a tutte le immunizzazioni previste dalle attuali linee guida per l’immunizzazione.

L’intervallo fra la somministrazione di vaccini vivi e l’avvio della terapia con Kevzara deve conformarsi alle attuali linee guida di vaccinazione relative agli agenti immunosoppressori (vedere paragrafo 4.5).

Rischio cardiovascolare

I pazienti affetti da AR hanno un maggior rischio di patologie cardiovascolari ed è necessario gestire i loro fattori di rischio (ad es. ipertensione, iperlipidemia) nell’ambito dello standard di cura consueto.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco