Amlodipina Actavis 10 mg
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Amlodipina Actavis 10 mg: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Amlodipina Actavis 5 mg compresse Amlodipina Actavis 10 mg compresse
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Amlodipina Actavis 5 mg compresse
Una compressa contiene amlodipina besilato pari ad amlodipina base 5 mg
Amlodipina Actavis 10 mg compresse
Una compressa contiene amlodipina besilato
pari ad amlodipina base 10 mg
Eccipienti:
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compressa
Amlodipina Actavis 5 mg compresse
Le compresse sono di colore da bianco a biancastro, rotonde e biconvesse con impresso “5” su un lato
Amlodipina Actavis 10 mg compresse
Le compresse sono di colore da bianco a biancastro, rotonde e biconvesse, con linea di frattura su un lato e impresso “10” sull’altro.
La compressa può essere divisa in due dosi uguali.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Ipertensione
Angina pectoris cronica stabile
Angina conseguente a vasospasmo (angina di Prinzmetal)
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti
Sia per l’ipertensione che per l’angina, la dose iniziale consigliata è di 5 mg di Amlodipina Actavis una volta al di. Questa dose può essere portata alla dose massima di 10 mg a seconda della risposta individuale.
Nei pazienti ipertesi, Amlodipina Actavis è stato usato in associazione con diuretici tiazidici, alfa- bloccanti, beta-bloccanti o inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. Nei pazienti con angina, Amlodipina Actavis può essere usato in monoterapia o in associazione con altri farmaci antianginosi, nei casi di angina refrattaria al trattamento con nitrati e/o con beta-bloccanti a dosaggi adeguati.
Non sono richiesti adattamenti del dosaggio di Amlodipina Actavis in caso di somministrazione concomitante di diuretici tiazidici, beta-bloccanti o inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina.
Popolazioni speciali
Anziani
Amlodipina Actavis usato a dosaggi analoghi in pazienti anziani e giovani è ugualmente ben tollerato. Nei pazienti anziani si raccomandano i dosaggi normalmente utilizzati, ma l’aumento di dosaggio va considerato con cautela (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Insufficienza epatica
Non sono stati stabiliti dosaggi specifici per pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata; pertanto la scelta del dosaggio deve essere effettuata con cautela e si deve partire dal dosaggio più basso (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). La farmacocinetica di amlodipina non è stata studiata nella insufficienza epatica grave. Nei pazienti con compromissione epatica grave, il trattamento con amlodipina deve essere iniziato con il dosaggio più basso, seguito da un graduale aggiustamento del dosaggio.
Il grado di compromissione renale non è correlato a variazioni delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina, quindi il farmaco può essere usato ai dosaggi normali in questa categoria di pazienti. Amlodipina non è dializzabile.
Popolazione pediatrica
Bambini e adolescenti affetti da ipertensione di età compresa tra i 6 e i 17 anni
La dose orale antiipertensiva raccomandata nei pazienti pediatrici dai 6 ai 17 anni di età è di 2.5 mg in monosomministrazione giornaliera come dose iniziale, aumentabile a 5 mg in monosomministrazione giornaliera se non vengono raggiunti i valori pressori raccomandati dopo 4 settimane. Nei pazienti pediatrici non sono state studiate dosi superiori ai 5 mg/die (vedere paragrafo 5.1 e 5.2).
Non è possibile somministrare dosi di 2,5 mg di amlodipina con questo prodotto.
Bambini di età inferiore ai 6 anni
Non ci sono dati disponibili. Metodo di somministrazione
Compresse per somministrazione orale.
04.3 Controindicazioni
Amlodipina è controindicata nei pazienti con:
ipersensibilità ai derivati delle diidropiridine, ad amlodipina o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
ipotensione grave.
shock (incluso shock cardiogeno)
ostruzione dell’efflusso ventricolare sinistro (es. stenosi aortica di grado elevato)
insufficienza cardiaca con instabilità emodinamica dopo infarto acuto del miocardio
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
La sicurezza e l’efficacia di amlodipina durante crisi ipertensive non sono state valutate.
Pazienti con insufficienza cardiaca
I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con cautela. In uno studio clinico a lungo termine, controllato con placebo, in pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe III e IV NYHA) amlodipina è stata associata a un maggior numero di casi di edema polmonare rispetto al placebo (vedere paragrafo 5.1). I bloccanti dei canali del calcio, inclusa amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, poiché possono far aumentare il rischio di futuri eventi cardiovascolari e di mortalità.
Uso in pazienti con insufficienza epatica
L’emivita plasmatica di amlodipina è prolungata e i valori dell’AUC sono maggiori in pazienti con funzionalità epatica compromessa; per questi pazienti non sono stati stabiliti specifici dosaggi. Amlodipina dovrebbe quindi essere inizialmente assunta al dosaggio più basso ed usata con cautela sia all’inizio del trattamento che all’aumentare del dosaggio. Nei pazienti con insufficienza epatica grave può essere richiesto un graduale aggiustamento del dosaggio e un attento monitoraggio.
Uso in pazienti anziani
Nei pazienti anziani l’aumento del dosaggio deve essere considerato con cautela (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Uso in pazienti con insufficienza renale
Amlodipina può essere usata a dosaggi normali in tali pazienti. Il grado di compromissione renale non è correlato a variazioni delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina. Amlodipina non è dializzabile.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Effetti di altri medicinali su amlodipina
Inibitori del CYP3A4: l’uso concomitante di amlodipina con inibitori del CYP3A4 potenti o moderati (inibitori della proteasi, antifungini azolici, macrolidi quali eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem) può causare un aumento significativo dell’esposizione all’amlodipina. Il significato clinico di queste variazioni farmacocinetiche può essere più pronunciato negli anziani. Pertanto possono essere richiesti un monitoraggio clinico e un aggiustamento del dosaggio.
Induttori del CYP3A4: non ci sono dati disponibili relativamente all’effetto degli induttori del CYP3A4 sull’amlodipina. L’uso concomitante degli induttori del CYP3A4 (ad esempio rifampicina, Hypericum perforatum) può diminuire le concentrazioni plasmatiche di amlodipina. Amlodipina deve essere usata con cautela nei casi di somministrazione concomitante di induttori del CYP3A4.
La somministrazione di amlodipina con pompelmo o succo di pompelmo non è raccomandata poiché in alcuni pazienti la biodisponibilità di amlodipina potrebbe aumentare e potenziare conseguentemente l’effetto antipertensivo di amlodipina.
Dantrolene (infusione): negli animali, sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare associati a iperkaliemia in seguito a somministrazione di verapamil e dantrolene per via endovenosa. A causa del rischio di iperkaliemia, si raccomanda di evitare la somministrazione concomitante di bloccanti dei canali del calcio come amlodipina in pazienti soggetti all’ipertermia maligna e nel trattamento dell’ipertermia maligna.
Effetti di amlodipina su altri medicinali
Gli effetti di amlodipina sulla diminuzione della pressione arteriosa si sommano agli effetti della diminuzione della pressione esercitata da altri medicinali antiipertensivi.
In studi clinici di interazione, l’amlodipina non ha alterato la farmacocinetica di atorvastatina, digossina, warfarin o ciclosporine.
Simvastatina: la co-soministrazione di dosi ripetute di 10 mg di amlodipina con simvastatina 80 mg ha determinato un aumento del 77% dell’esposizione alla simvastatina rispetto alla simvastatina da sola. Limitare la dose di simvastatina a 20 mg al giorno nei pazienti trattati con amlodipina.
04.6 Gravidanza e allattamento
La sicurezza di amlodipina durante la gravidanza non è stata stabilita.
Negli studi sugli animali sono stati osservati effetti di tossicità riproduttiva in seguito a somministrazione di dosi elevate (vedere paragrafo 5.3).
L’uso in gravidanza è raccomandato solo se non esiste un’alternativa più sicura e quando il disturbo comporta rischi importanti per la madre e per il feto.
Allattamento
Non è noto se l’amlodipina venga escreta nel latte materno. La decisione di continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con amlodipina deve essere considerata tenendo presente i benefici dell’allattamento per il neonato e i benefici della terapia con amlodipina per la madre.
Fertilità
In pazienti trattati con bloccanti dei canali calcio sono state riportate modificazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi, Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilità. In uno studio sui ratti, sono stati riportati effetti indesiderati sulla fertilità maschile (vedere paragrafo 5.3).
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Amlodipina altera lievemente o moderatamente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Se i pazienti che assumono amlodipina soffrono di capogiri, cefalea, affaticamento o nausea, la loro capacità di reazione può essere compromessa. Si raccomanda cautela soprattutto all’inizio del trattamento..
04.8 Effetti indesiderati
Sono state usate le seguenti terminologie per classificare la frequenza degli effetti indesiderati:
Molto comune | ≥ 1/10 |
Comune | ≥ 1/100; < 1/10 |
Non comune | ≥ 1/1000; < 1/100 |
Raro | ≥ 1/10000; < 1/1000 |
Molto raro | < 1/10000, non nota (la frequenza non può essere definite sulla base dei dati disponibili) |
Patologie cardiache
Comune: palpitazioni.
Non comune: sincope, tachicardia, dolore toracico.
All’inizio del trattamento può verificarsi un peggioramento dell’angina pectoris.
Casi isolati di infarto miocardico e aritmie (incluse extrasistole, tachicardia e aritmia atriale) e dolore toracico sono stati riportati in pazienti con patologie dell’arteria coronaria, ma non è stata stabilita una chiara associazione con l’amlodipina.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comune: leucopenia, trombocitopenia.
Patologie del sistema nervoso
Comune: cefalea (specialmente all’inizio del trattamento), affaticamento, vertigini, astenia.
Non comune: malessere, neuropatia periferica, secchezza delle fauci, parestesia, sudorazione aumentata.
Raro: ipertonia, mutamenti del gusto.
Molto raro: tremore.
Patologie dell’occhio
Non comune: disturbi della vista.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Non comune: tinnito.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune: dispnea, rinite.
Non comune: tosse.
Patologie gastrointestinali
Comune: nausea, dispepsia, dolore addominale.
Non comune: vomito, diarrea, stipsi, iperplasia gengivale.
Molto raro: gastrite.
Patologie renali e urinarie
Non comune: aumentata frequenza di minzione.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune: rigonfiamento delle caviglie.
Comune: arrossamento del viso con sensazione di calore, specialmente all’inizio del trattamento.
Non comune: esantema, prurito, orticaria, alopecia.
Raro: porpora, discromia cutanea.
Molto raro: angioedema.
Sono stati riportati casi isolati di reazioni allergiche inclusi prurito, rash, angioedema e eritema essudativo multiforme, dermatite esfoliativa e sindrome di Stevens Johnson, edema di Quincke.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Comune: crampi muscolari.
Non comune: dolore alla schiena, mialgia ed artralgia.
Patologie endocrine
Non commune: ginecomastia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto raro: iperglicemia.
Patologie vascolari
Non comune: ipotensione, vasculite.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comune: aumento o diminuzione del peso.
Raro: edema.
Patologie epatobiliari
Non comune: pancreatite.
Raro: aumento degli enzimi epatici elevati, ittero, epatite.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non comune: impotenza.
Disturbi psichiatrici
Non comune: disturbi del sonno, irritabilità, depressione.
Raro: confusione, cambiamenti dell’umore inclusa ansia.
04.9 Sovradosaggio
L’esperienza nei casi di sovradosaggio intenzionale nell’uomo è limitata.
Sintomi:
I dati disponibili suggeriscono che a seguito di sovradosaggio si possono manifestare una forte vasodilatazione periferica e una possibile tachicardia riflessa. È stata riportata una marcata e probabilmente prolungata ipotensione sistemica fino ad includere casi di shock ad esito fatale.
Trattamento:
Un’ipotensione clinicamente significativa dovuta a sovradosaggio di amlodipina richiede un attivo supporto cardiovascolare comprendente il monitoraggio frequente dell’attività cardiaca e respiratoria, sollevamento degli arti inferiori ed un’attenzione al volume dei fluidi circolanti e della diuresi.
Per il ripristino del tono vascolare e della pressione arteriosa può essere di aiuto un vasocostrittore, qualora non vi siano controindicazioni per il suo impiego. La somministrazione per via endovenosa di gluconato di calcio può rilevarsi utile nel neutralizzare gli effetti del blocco dei canali del calcio.
La lavanda gastrica può essere utile in alcuni casi. E’ stato dimostrato che la somministrazione di carbone vegetale a volontari sani, immediatamente o entro 2 ore dall’assunzione di 10 mg di amlodipina, riduce l’assorbimento di amlodipina.
Dal momento che amlodipina è in gran parte legata alle proteine, è improbabile che la dialisi risulti utile.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: bloccanti dei canali del calcio, bloccanti selettivi dei canali del calcio con prevalente effetto vascolare. Codice ATC: C08CA01.
Amlodipina è un inibitore dell’afflusso degli ioni di calcio appartenente al gruppo delle diidropiridine (bloccanti attivi sui canali lenti o antagonisti degli ioni di calcio) ed inibisce il flusso degli ioni di calcio attraverso la membrana dei miocardiociti e delle cellule muscolari lisce vascolari.
L’azione antipertensiva di amlodipina è dovuta al diretto rilassamento della muscolatura liscia vascolare. L’esatto meccanismo di azione che determina l’effetto antianginoso di amlodipina non è ancora del tutto noto, ma amlodipina riduce il carico totale ischemico in base alle seguenti due azioni:
Amlodipina dilata le arteriole periferiche riducendo cosi le resistenze periferiche totali (postcarico) nei confronti delle quali il cuore lavora. Poiché la frequenza cardiaca rimane stabile, questa riduzione di lavoro cardiaco si traduce in una diminuzione della richiesta di ossigeno e del consumo di energia da parte del miocardio.
Il meccanismo di azione di amlodipina probabilmente determina anche la dilatazione delle principali arterie coronarie e delle arteriole coronariche, sia nelle regioni normalmente irrorate che in quelle ischemiche. Questa dilatazione aumenta l’apporto di ossigeno al miocardio in pazienti con spasmo coronarico (angina di Prinzmetal o variante).
Nei pazienti ipertesi una dose singola giornaliera determina una riduzione clinicamente significativa della pressione arteriosa, sia in clinostatismo che in ortostatismo, ancora evidente a 24 ore di distanza dalla somministrazione. A causa della graduale insorgenza dell’effetto di amlodipina, l’ipotensione acuta non rappresenta un evento legato alla somministrazione del farmaco.
Nei pazienti con angina, una singola somministrazione giornaliera di amlodipina aumenta il tempo di esercizio totale, il tempo di insorgenza di un attacco anginoso, il tempo di comparsa del sottoslivellamento di 1 mm del segmento S-T, e diminuisce la frequenza degli attacchi anginosi ed il consumo di nitroglicerina.
Il trattamento con amlodipina non si associa ad alcun effetto metabolico indesiderato o ad alterazioni del profilo dei lipidi plasmatici; amlodipina è idonea per l’impiego in pazienti affetti da malattie concomitanti come asma, diabete e gotta.
Uso in pazienti affetti da coronaropatia (CAD)
E’ stata valutata l’efficacia di amlodipina nella prevenzione di eventi clinici in pazienti affetti da coronopatia (CAD) in uno studio clinico indipendente, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo su 1997 pazienti: lo studio CAMELOT (Comparison of Amlodipine vs Enalapril to Limit Occurrences of Thrombosis – Confronto tra amlodipina ed enalapril nel ridurre gli eventi trombotici). Di questi pazienti, 663 sono stati trattati con amlodipina 5-10 mg, 673 pazienti sono stati trattati con enalapril 10-20 mg e 655 pazienti sono stati trattati con placebo, in aggiunta al trattamento standard con statine, beta-bloccanti, diuretici e aspirina per 2 anni. I principali risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 1. Questi risultati indicano che il trattamento con amlodipina è stato associato ad un numero inferiore di ospedalizzazioni per angina e procedure di rivascolarizzazione in pazienti affetti da coronopatia.
Tabella 1. Incidenza degli outcome clinici significativi dello studio CAMELOT
Tasso di eventi cardiovascolari, n (%)
110 (16.6) | 151 (23.1) | 136 (20.2) | 0.69 (0.54-0.88) | 0.003 |
78 (11.8) | 103 (15.7) | 95 (14.1) | 0.73 (0.54-0.98) | 0.03 |
51 (7.7) | 84 (12.8) | 86 (12.8) | 0.58 (0.41-0.82) | 0.002 |
14 (2.1) | 19 (2.9) | 11 (1.6) | 0.73 (0.37-1.46) | 0.37 |
6 (0.9) | 12 (1.8) | 8 (1.2) | 0.50 (0.19-1.32) | 0.15 |
5 (0.8) | 2 (0.3) | 5 (0.7) | 2.46 (0.48-12.7) | 0.27 |
3 (0.5) | 5 (0.8) | 4 (0.6) | 0.59 (0.14-2.47) | 0.46 |
0 | 4 (0.6) | 1 (0.1) | NA | 0.04 |
5 (0.8) | 2 (0.3) | 8 (1.2) | 2.6 (0.50-13.4) | 0.24 |
Esiti Amlopidina Placebo Enalapril Endpoint primari
Eventi cardiovascolari
indesiderati Singoli componenti Rivascolarizzazione coronarica
Ospedalizzazione per angina
IM non fatale Ictus o TIA Decesso per cause cardiovascolari
Ospedalizzazione per insufficienza cardiaca congestizia (ICC)
Arresto cardiaco resuscitato Arteriopatia periferica di nuova insorgenza
Amlopidina vs. Placebo
Hazard Ratio
(95% CI) Valore
di P
Abbreviazioni: ICC, insufficienza cardiaca congestizia; IC, intervallo di confidenza; IM, infarto del miocardio; TIA, attacco ischemico transitorio
Uso in pazienti con insufficienza cardiaca
Studi emodinamici e studi clinici controllati sulla tolleranza all’esercizio in pazienti con scompenso cardiaco di classe NYHA II-IV hanno dimostrato che amlodipina non aggrava le loro condizioni cliniche per quanto riguarda la tolleranza all’esercizio, la frazione di eiezione ventricolare sinistra e la sintomatologia clinica.
Uno studio clinico controllato con placebo (PRAISE), disegnato per valutare pazienti con scompenso cardiaco in classe NYHA III-IV in trattamento con digossina, diuretici ed ACE inibitori ha mostrato che amlodipina non aumenta il rischio di mortalità o il rischio di mortalità e morbilità, considerati congiuntamente, in pazienti con scompenso cardiaco.
In uno studio di follow-up a lungo termine, controllato vs placebo, (PRAISE-2) condotto in pazienti con insufficienza cardiaca di classe III e IV NYHA, in trattamento con amlodipina, senza sintomi clinici o riscontri obiettivi che suggerissero la presenza di malattia ischemica, in terapia con dosi fisse di ACE- inibitori, digitale e diuretici, l’impiego di amlodipina non ha avuto effetti sulla mortalità totale cardiovascolare. Nella stessa popolazione, amlodipina è stata associata ad un aumento di casi di edema polmonare.
Studio clinico sul trattamento per la prevenzione dell’attacco cardiaco (ALLHAT)
Uno studio clinico di morbidità-mortalità randomizzato in doppio cieco denominato Antihypertensive and Lipid-Lowering Treatment to Prevent Heart Attack Tria (ALLHAT) è stato condotto per mettere a confronto le due più recenti terapie farmacologiche: amlodipina 2,5-10 mg/die (bloccante dei canali del calcio) o lisinopril 10-40 mg/die (ACE-inibitore) come terapie di prima linea rispetto al trattamento con il diuretico tiazidico clortalidone 12,5-25 mg/die, nell’ipertensione da lieve a moderata.
In totale sono stati randomizzati 33.357 pazienti ipertesi di età ≥ 55 anni che sono stati seguiti per una media di 4,9 anni. I pazienti presentavano almeno un fattore di rischio aggiuntivo di scompenso cardiaco, inclusi: pregresso infarto del miocardio o ictus (> 6 mesi prima dell’arruolamento) o altra malattia cardiovascolare aterosclerotica documentata (complessivamente 51,5%), diabete di tipo 2 (36,1%), C-HDL
< 35 mg/dl (11,6%), ipertrofia del ventricolo sinistro diagnosticata mediante elettrocardiogramma o ecocardiografia (20,9%), attualmente fumatore (21,9%).
L’endpoint primario consisteva in una combinazione di cardiopatia coronarica fatale o infarto del miocardio non fatale. Non è stata osservata alcuna differenza significativa nell’endpoint primario tra la terapia a base di amlodipina e quella a base di clortalidone: RR 0,98, IC 95% (0,90-1,07) p=0,65. Tra gli
endpoint secondari, l’incidenza di insufficienza cardiaca (una delle componenti dell’endpoint cardiovascolare composito) è stata significativamente più elevata nel gruppo amlodipina rispetto al gruppo clortalidone (10,2% vs 7,7%, RR: 1,38, IC95% [1,25-1,52] p<0,001). Tuttavia, non è stata osservata alcuna differenza nella mortalità per tutte le cause tra la terapia a base di amlodipina e quella a base di clortalidone. RR: 0,96 IC95% [0,89-1,02] p=0,20.
Uso pediatrico (bambini di ≥ 6 anni di età)
In uno studio su 268 bambini di età compresa tra i 6 e i 17 anni principalmente affetti da ipertensione secondaria, in cui sono stati confrontati amlodipina 2,5 mg e 5,0 mg con placebo, è stato dimostrato che entrambe le dosi di farmaco riducono la pressione arteriosa sistolica in misura significativamente maggiore rispetto al placebo. La differenza tra i due dosaggi non è risultata statisticamente significativa. Non sono stati studiati gli effetti a lungo termine di amlodipina sulla crescita, la pubertà e lo sviluppo generale. Inoltre, non è stata stabilita l’efficacia a lungo termine della terapia con amlodipina in età pediatrica nel ridurre la morbilità e la mortalità cardiovascolare in età adulta.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento, distribuzione, legame con le proteine plasmatiche: Dopo assunzione orale di dosi terapeutiche, amlodipina viene assorbita in modo graduale, con livelli di picco plasmatico entro le 6-12 ore dalla somministrazione. La biodisponibilità assoluta è stata stimata tra il 64 e l’80%. Il volume di distribuzione è di circa 21 l/kg. Studi in vitro hanno dimostrato che amlodipina si lega alle proteine plasmatiche per circa il 97,5%.
L’assunzione di cibo non altera la biodisponibità di amlodipina.
Biotrasformazione/eliminazione
L’emivita di eliminazione plasmatica terminale è di circa 35-50 ore, il che giustifica la monosomministrazione giornaliera. Amlodipina viene ampiamente metabolizzata dal fegato in composti inattivi, il 10% viene eliminato con le urine come molecola base e il 60% in forma metabolizzata.
Uso nell’insufficienza epatica
Sono disponibili dati clinici molto limitati relativi alla somministrazione di amlodipina in pazienti con insufficienza epatica. I pazienti con insufficienza epatica hanno una minor clearance di amlodipina che risulta in una emivita più lunga e in un aumento dell’AUC di circa il 40-60%.
Uso nell’anziano
Il tempo necessario per raggiungere il picco di concentrazione plasmatica di amlodipina in pazienti anziani e in soggetti più giovani è simile. Nei pazienti anziani la clearance di amlodipina tende a diminuire causando aumenti dell’AUC e dell’emivita di eliminazione del farmaco. Nei pazienti con scompenso cardiaco sono stati rilevati aumenti dell’AUC e dell’emivita di eliminazione sovrapponibili a quelli previsti per questa popolazione di pazienti presa in esame.
Uso in età pediatrica:
E’ stato condotto uno studio sulla farmacocinetica in una popolazione di 74 bambini ipertesi di età compresa tra 1 e 17 anni (tra i quali 34 pazienti avevano età compresa tra i 6 e i 12 anni e 28 pazienti tra i 13 e i 17 anni) ai quali è stata somministrata amlodipina a un dosaggio compreso tra 1,25 e 20 mg, una o due volte al giorno. Nei bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni e negli adolescenti tra i 13 e i 17 anni di età, la clearance orale tipica (CL/F) è stata rispettivamente di 22,5 e 27,4 l/ora nei maschi e rispettivamente di 16,4 e 21,3 l/ora nelle femmine. È stata osservata un’ampia variabilità nell’esposizione tra gli individui. I dati relativi ai bambini al di sotto dei 6 anni sono limitati.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Tossicologia riproduttiva:
Studi sulla riproduzione in ratti e topi hanno mostrato parto ritardato, travaglio prolungato e ridotta sopravvivenza dei neonati a dosaggi circa 50 volte superiori rispetto alla dose massima raccomandata nell’uomo in base al rapporto mg/kg.
Riduzione della fertilità
Non è stato rilevato alcun effetto sulla fertilità dei ratti trattati con amlodipina (i maschi per 64 giorni e le femmine per 14 giorni prima dell’accoppiamento) a dosi fino a 10 mg/Kg/die (pari a 8 volte la dose massima di 10 mg su base mg/m2 raccomandata nell’uomo*). Un altro studio condotto su ratti maschi trattati con amlodipina besilato per 30 giorni ad una dose comparabile a quella somministrata nell’uomo (mg/kg), ha mostrato una diminuzione di testosterone e di ormoni follicolo-stimolanti nel plasma, cosi come diminuzioni di densità dello sperma e del numero di cellule spermatiche mature e cellule di Sertoli.
Carcinogenesi, mutagenesi
Ratti e topi trattati per due anni con amlodipina nella dieta, a concentrazioni calcolate in modo da fornire livelli giornalieri di 0,5, 1,25 e 2,5 mg/kg/die, non hanno dimostrato alcuna evidenza di carcinogenicità. La dose più alta (per i ratti pari a due volte la dose clinica massima di 10 mg su base mg/m2 raccomandata nell’uomo* e per i topi simile a tale dose massima raccomandata) era vicina alla massima dose tollerata dai topi ma non dai ratti.
Studi sulla mutagenesi non hanno rilevato effetti collegati al farmaco né a livello genetico né cromosomico.
*Calcolata su un paziente del peso di 50 kg
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Cellulosa microcristallina Calcio fosfato dibasico anidro Amido glicolato sodico (tipo A) Magnesio stearato
06.2 Incompatibilità
Non pertinente
06.3 Periodo di validità
5 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Conservare nella confezione originale
06.5 Natura e contenuto della confezione
Blister in PVC/PE/PVDC-alluminio 5 mg compresse:
Confezioni: 20, 28, 50 and 100 compresse.
10 mg compresse:
Confezioni:14, 20, 50 and 100 compresse
.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Actavis Group PTC ehf Reykjavikurvegi 76 – 78
220 Hafnarfjördur Islanda
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
Amlodipina Actavis 10 mg compresse – 14 compresse – AIC n. 037968056/M
Amlodipina Actavis 10 mg compresse – 20 compresse – AIC n. 037968068/M
Amlodipina Actavis 10 mg compresse – 50 compresse – AIC n. 037968070/M
Amlodipina Actavis 10 mg compresse – 100 compresse – AIC n. 037968082/M
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Determinazione N. 685/2007 del 18.12.2007 – Supplemento ordinario alla G.U. n. 302 del 31.12.2007
10.0 Data di revisione del testo
Marzo 2012