Biorax
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Biorax: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Biorax 40 mg compresse rivestite con film Biorax 80 mg compresse rivestite con film
Biorax 160 mg compresse rivestite con film
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Una compressa rivestita con film contiene 40 mg di valsartan
Una compressa rivestita con film contiene 80 mg di valsartan
Una compressa rivestita con film contiene 160 mg di valsartan
Eccipienti con effetti noti:
Ogni compressa rivestita con film di Biorax 40 mg contiene 21,11 mg di lattosio monoidrato e 0,126
mg di lecitina (contiene olio di soia)
Ogni compressa rivestita con film di Biorax 80 mg contiene 42 22 mg di lattosio monoidrato e 0,252
mg di lecitina (contiene olio di soia)
Ogni compressa rivestita con film di Biorax 160 mg contiene 84,44 mg di lattosio monoidrato e
0,504 mg di lecitina (contiene olio di soia)
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compressa rivestita con film
Biorax 40 mg compresse: compresse rivestite con film di colore giallo, ovali, biconvesse, 9 x 4.5 mm, con
una linea di incisione da un lato e segnate con “V” sull’altro lato
Biorax 80 mg compresse: compresse rivestite con film di colore rosa, rotonde, biconvesse, 8 mm di
diametro, con una linea di incisione da entrambi i lati e segnate con “V” su un lato
Biorax 160 mg compresse: compresse rivestite con film di colore giallo, ovali, biconvesse, 15 x 6.5 mm, con
una linea di incisione da un lato e segnate con “V” sull’altro lato
La compressa può essere divisa in due dosi uguali.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Infarto miocardico recente
Trattamento di pazienti clinicamente stabili con insufficienza cardiaca sintomatica o disfunzione sistolica
ventricolare sinistra asintomatica dopo infarto del miocardio recente (12 ore – 10 giorni) (vedere paragrafi
4.4 e 5.1).
Trattamento dell’insufficienza cardiaca quando non possono essere utilizzati gli inibitori dell’enzima di
conversione dell’Angiotensina (ACE), oppure come terapia aggiuntiva agli ACE inibitori quando non
possono essere utilizzati i beta-bloccanti (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
Trattamento dell’ipertensione essenziale
Infarto miocardico recente
Trattamento di pazienti clinicamente stabili con insufficienza cardiaca sintomatica o disfunzione sistolica
ventricolare sinistra asintomatica dopo infarto del miocardio recente (12 ore – 10 giorni) (vedere paragrafi
4.4 e 5.1).
Trattamento dell’insufficienza cardiaca quando non possono essere utilizzati gli inibitori dell’enzima di
convesione dell’Angiotensina (ACE), oppure come terapia aggiuntiva agli ACE inibitori quando non
possono essere utilizzati i beta-bloccanti (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Infarto miocardico recente
In pazienti clinicamente stabili la terapia può essere iniziata già 12 ore dopo un infarto del miocardio. Dopo
una dose iniziale di 20 mg due volte al giorno, valsartan deve essere titolato a 40 mg, 80 mg e 160 mg due
volte al giorno nelle settimane successive. La dose iniziale è indicata mediante la compressa divisibile di 40
mg. La dose massima da raggiungere è di 160 mg due volte al giorno. È generalmente raccomandato che i
pazienti raggiungano la dose di 80 mg due volte al giorno, due settimane dopo l’inizio del trattamento e che
la dose massima, 160 mg due volte al giorno, sia raggiunta dopo tre mesi, in base alla tollerabilità del
paziente. Se si verifica ipotensione sintomatica o disfunzione renale, deve essere considerata una riduzione
del dosaggio.
Valsartan può essere usato nei pazienti trattati anche con altre terapie per il periodo successivo all’infarto del
miocardio, ad es. trombolitici, acido acetilsalicilico, beta bloccanti, statine e diuretici. L’uso concomitante di
ACE inibitori non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
La valutazione in pazienti con un’anamnesi di infarto del miocardio deve sempre includere la valutazione
della funzionalità renale.
La dose iniziale raccomandata di Biorax è di 40 mg due volte al giorno. La titolazione fino a 80 mg e 160 mg
due volte al giorno deve essere eseguita ad intervalli di almeno due settimane fino alla dose più elevata,
secondo la tollerabilità del paziente. Deve essere considerata la riduzione della dose dei diuretici
somministrata in concomitanza. La dose massima giornaliera somministrata nel corso degli studi clinici è
stata di 320 mg in dosi separate.
Valsartan può essere somministrato con altre terapie per l’insufficienza cardiaca. Tuttavia non è
raccomandata l’associazione tripla di un ACE inibitore, un betabloccante e valsartan (vedere paragrafi 4.4 e
5.1). La valutazione dei pazienti con insufficienza cardiaca deve sempre includere la valutazione della
funzione renale.
La dose raccomandata di Biorax è di 80 mg una volta al giorno. L’effetto antiipertensivo si evidenzia
sostanzialmente entro 2 settimane e i massimi effetti sono ottenuti dopo 4 settimane. In alcuni pazienti la cui
pressione sanguigna non è adeguatamente controllata, la dose può essere aumentata a 160 mg e fino ad un
massimo di 320 mg. Biorax può anche essere somministrato con altri agenti antiipertensivi. L’aggiunta di un
diuretico come l’idroclorotiazide fa ulteriormente diminuire la pressione in questi pazienti.
Infarto miocardico recente
In pazienti clinicamente stabili la terapia può essere iniziata già 12 ore dopo un infarto del miocardio. Dopo
una dose iniziale di 20 mg due volte al giorno, valsartan deve essere titolato a 40 mg, 80 mg e 160 mg due
volte al giorno nelle settimane successive. La dose iniziale è fornita mediante la compressa divisibile di 40
mg. La dose massima da raggiungere è di 160 mg due volte al giorno. È generalmente raccomandato che i
pazienti raggiungano la dose di 80 mg due volte al giorno, due settimane dopo l’inizio del trattamento e che
la dose massima,160mg due volte al giorno, sia raggiunta dopo tre mesi, in base alla tollerabilità del
paziente. Se si verifica ipotensione sintomatica o disfunzione renale, deve essere considerata una riduzione
del dosaggio.
Valsartan può essere usato nei pazienti trattati insieme ad altre terapie per il periodo successivo all’infarto del
miocardio, ad es. trombolitici, acido acetilsalicilico, beta bloccanti, statine e diuretici. L’uso concomitante di
ACE inibitori non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
La valutazione in pazienti con un’anamnesi di infarto del miocardio deve sempre includere la valutazione
della funzionalità renale.
Insufficienza cardiaca
La dose iniziale raccomandata di Biorax è di 40 mg due volte al giorno. La titolazione fino a 80 mg e 160 mg
deve essere eseguita ad intervalli di almeno due settimane fino alla dose più elevata, secondo la tollerabilità
del paziente. Deve essere considerata la riduzione della dose dei diuretici somministrati in concomitanza. La
dose massima giornaliera somministrata nel corso degli studi clinici è stata di 320 mg in dosi separate.
Valsartan può essere somministrato con altre terapie per l’insufficienza cardiaca. Tuttavia non è
raccomandata l’associazione tripla di un ACE inibitore, un betabloccante e valsartan (vedere paragrafi 4.4 e
5.1). La valutazione dei pazienti con insufficienza cardiaca deve sempre includere la valutazione della
funzione renale.
Modo di somministrazione
Biorax può essere assunto indipendentemente dai pasti e deve essere somministrato con acqua.
Ulteriori informazioni su popolazioni speciali di pazienti Pazienti anziani
Non è richiesto nessun aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Compromissione renale
Non è richiesto nessun aggiustamento della dose nei pazienti con clearance della creatinina >10 ml/min (vedere paragrafi 4.4 e 5.2)
Compromissione epatica
Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata senza colestasi la dose di valsartan non deve superare 80 mg. Biorax è controindicato nei pazienti con compromissione epatica grave e nei pazienti con colestasi (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica
L’uso di Biorax non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 18 anni a causa della mancanza dei dati sulla sicurezza e l’efficacia.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, all’olio di soia, all’olio di arachidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Compromissione epatica grave, cirrosi biliare e colestasi.
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4 e 4.6)
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Iperkaliemia
Non è raccomandato l’uso concomitante di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio o altri medicinali che possono aumentare i livelli del potassio (eparina, ecc.). Deve essere eseguito un adeguato monitoraggio dei livelli di potassio.
Pazienti con deplezione di sodio e/o volume
In pazienti con grave deplezione di sodio e/o volume, come quelli che ricevono dosi più alte di diuretici, in rari casi può verificarsi ipotensione sintomatica dopo l’inizio della terapia con valsartan. La deplezione di sodio e/o del volume deve essere corretta prima dell’inizio del trattamento con Biorax, ad es. attraverso la riduzione della dose di diuretico.
Stenosi dell’arteria renale
La sicurezza d’impiego del valsartan nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi in monorene non è stata dimostrata.
L’uso di valsartan a breve termine in dodici pazienti con ipertensione renovascolare secondaria a una stenosi monolaterale dell’arteria renale non ha indotto nessun cambiamento significativo dell’emodinamica renale, della creatinina sierica o dell’azotemia (BUN). Tuttavia, dato che altri farmaci che alterano il sistema renina- angiotensina possono aumentare l’azotemia e la creatinina sierica nei pazienti con stenosi monolaterale dell’arteria renale si raccomanda il monitoraggio della funzione renale quando i pazienti vengono trattati con valsartan.
Trapianto renale
Non sono ancora disponibili dati sulla sicurezza d’impiego del valsartan nei pazienti dopo un trapianto renale recente.
Iperaldosteronismo primario
I pazienti con iperaldosteronismo primario non devono essere trattati con valsartan dato che il loro sistema renina-angiotensina non è attivo.
Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva:
Come per gli altri vasodilatatori, deve essere esercitata particolare cautela nei pazienti con stenosi aortica e mitralica, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (HOCM).
Compromissione renale
Non è necessario nessun aggiustamento della dose nei pazienti con clearance della creatinina >10 ml/min. Non sono ancora disponibili dati sulla sicurezza dell’uso in pazienti con clearance della creatinina < 10 ml/min e in pazienti sottoposti a dialisi, pertanto valsartan deve essere usato con cautela in questi pazienti (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Compromissione epatica
Deve essere esercitata cautela quando valsartan è usato nei pazienti con compromissione epatica non colestatica da media a moderata (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Gli inibitori dei recettori dell’angiotensina II (AIIRAs) non devono essere iniziati durante la gravidanza. A meno che la terapia continuata AIIRA non sia considerata essenziale, alle pazienti che stanno pianificando una gravidanza deve essere cambiato il trattamento con un antiipertensivo alternativo per il quale si ha un profilo di sicurezza stabilito per l’uso in gravidanza. Quando è diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto, e, se appropriata, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Infarto miocardico recente
L’associazione di captopril e valsartan non ha dimostrato un aumento dei benefici clinici, e invece il rischio
di reazioni avverse è aumentato in confronto con il trattamento con i prodotti separatamente (vedere
paragrafi 4.2 e 5.1). Perciò non è raccomandato l’uso concomitante di valsartan con un ACE inibitore.
Deve essere esercitata cautela quando si inizia un trattamento nei pazienti dopo infarto del miocardio. La
valutazione dei pazienti nel periodo successivo all’infarto del miocardio deve sempre includere la
valutazione della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.2).
L’uso del valsartan nei pazienti nel periodo successivo all’infarto del miocardio è generalmente
accompagnato dalla riduzione della pressione del sangue ma di solito non è necessario interrompere il
trattamento a causa di una ipotensione sintomatica continuativa, purché siano seguite le istruzioni sul
dosaggio (vedere paragrafo 4.2).
Insufficienza cardiaca
Per i pazienti con insufficienza cardiaca non sono stati dimostrati i benefici clinici di una associazione tripla
con ACE inibitori, beta-bloccanti e valsartan (vedere paragrafo 5.1). Questa associazione sembra
apparentemente aumentare il rischio di eventi avversi e pertanto non è raccomandata.
Deve essere esercitata cautela quando si inizia un trattamento nei pazienti con insufficienza cardiaca. La
valutazione dei pazienti con insufficienza cardiaca deve sempre includere la valutazione della funzione
renale (vedere paragrafo 4.2). L’uso di valsartan in pazienti con insufficienza cardiaca generalmente causa
una riduzione della pressione sanguigna, ma di solito non è necessario interrompere il trattamento a causa di
una ipotensione sintomatica continuativa, purché siano seguite le istruzioni sul dosaggio (vedere paragrafo
4.2).
Nei pazienti in cui la funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina (ad es.
pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave) il trattamento con gli ACE-inibitori è stato associato
con oliguria e/o progressiva azotemia e in rari casi con insufficienza renale acuta e/o morte. Poiché il
valsartan è un antagonista dei recettori dell’angiotensina II, non può essere escluso che l’uso di valsartan
possa essere associato a compromissione della funzionalità renale.
Infarto miocardico recente
L’associazione di captopril e valsartan non ha dimostrato un aumento dei benefici clinici, e invece il rischio
di reazioni avverse è aumentato in confronto con il trattamento con i prodotti separatamente (vedere
paragrafo 4.2 e 5.1). Perciò non è raccomandato l’uso concomitante di valsartan con un ACE inibitore.
Deve essere esercitata cautela quando si inizia un trattamento nei pazienti dopo infarto del miocardio. La
valutazione dei pazienti nel periodo successivo all’infarto del miocardio deve sempre includere la
valutazione della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.2).
L’uso del valsartan nei pazienti nel periodo successivo all’infarto del miocardio è generalmente
accompagnato dalla riduzione della pressione del sangue ma di solito non è necessario interrompere il
trattamento a causa di una ipotensione sintomatica continuativa, purché siano seguite le istruzioni sul
dosaggio (vedere paragrafo 4.2).
Insufficienza cardiaca
Per i pazienti con insufficienza cardiaca non sono stati dimostrati i benefici clinici di una associazione tripla
con ACE inibitori, beta-bloccanti e valsartan (vedere paragrafo 5.1). Questa associazione sembra
apparentemente aumentare il rischio di eventi avversi e pertanto non è raccomandata.
Deve essere esercitata cautela quando si inizia un trattamento nei pazienti con insufficienza cardiaca. La
valutazione dei pazienti con insufficienza cardiaca deve sempre includere la valutazione della funzione
renale (vedere paragrafo 4.2). L’uso di valsartan in pazienti con insufficienza cardiaca generalmente causa
una riduzione della pressione sanguigna, ma di solito non è necessario interrompere il trattamento a causa di
una ipotensione sintomatica continuativa, purché siano seguite le istruzioni sul dosaggio (vedere paragrafo
4.2).
Nei pazienti in cui la funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina (ad es.
pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave) il trattamento con gli ACE-inibitori è stato associato
con oliguria e/o progressiva azotemia e in rari casi con insufficienza renale acuta e/o morte. Poichè il
valsartan è un antagonista dei recettori dell’angiotensina II, non può essere escluso che l’uso di valsartan
possa essere associato a compromissione della funzionalità renale.
Intolleranza al galattosio, deficienza della Lapp Lattasi, malassorbimento del glucosio-galattosio
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza della Lapp Lattasi o malassorbimento del glucosio – galattosio non devono assumere questo medicinale.
Lecitina
Il medicinale non deve essere usato se il paziente è ipersensibile alle arachidi o alla soia.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Uso concomitante non raccomandato Litio
Durante l’uso concomitante di ACE inibitori sono stati riferiti aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicità. A causa della mancanza di dati sull’uso concomitante di valsartan e litio questa associazione non è raccomandata. Se l’associazione si dimostra necessaria, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli di litio nel siero.
Diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio, sostituti del sale contenenti potassio o altri farmaci che possono aumentare i livelli di potassio
Se si ritiene necessaria la somministrazione di un medicinale che influisce sui livelli di potassio in associazione con valsartan, si consiglia il monitoraggio dei livelli plasmatici di potassio.
Uso concomitante che richiede cautela
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), inclusi gli inibitori selettivi della COX-2, acido acetilsalicilico (>3g/die) e FANS non selettivi
Quando gli antagonisti dell’angiotensina II sono somministrati simultaneamente ai FANS, può verificarsi un attenuazione dell’effetto antiipertensivo. Inoltre, l’uso concomitante di antagonisti dell’angiotensina II e FANS può portare a un rischio aumentato di peggioramento della funzionalità renale e un aumento del potassio sierico. Pertanto si raccomanda un monitoraggio della funzionalità renale all’inizio della terapia e un’adeguata idratazione del paziente.
Altri medicinali
Negli studi di interazione con valsartan non sono state osservate interazioni di rilevanza clinica con valsartan o qualsiasi delle seguenti sostanze: cimetidina, warfarin, furosemide, digossina, atenololo, indometacina, idroclorotiazide, amlodipina, glibenclamide.
04.6 Gravidanza e allattamento
L’uso degli inibitori dei recettori dell’angiotensina II non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di inibitori dei recettori dell’angiotensina II è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).
Una evidenza epidemiologica riguardante il rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è stata conclusiva; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Sebbene non ci siano dati epidemiologici controllati sul rischio con gli inibitori dei recettori dell’angiotensina II (AIIRA), possono esistere rischi simili per questa classe di farmaci. A meno che la terapia continuativa con AIIRA non sia considerata essenziale, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando è diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriata, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che l’esposizione alla terapia con AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità (funzionalità renale diminuita, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). (Vedere anche 5.3 Dati preclinici di sicurezza).
Se si verifica una esposizione ad AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, è raccomandato un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto AIIRA devono essere tenuti strettamente sotto osservazione per l’ipotensione (vedere anche paragrafo 4.3 e 4.4).
Allattamento
Poiché nono sono disponibili informazioni sull’uso di valsartan durante l’allattamento, Biorax non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, in particolare quando si allatta un neonato o un neonato pretermine.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Se si guida o si usano macchinari si deve considerare che si possono verificare occasionalmente capogiri o stanchezza.
04.8 Effetti indesiderati
Negli studi clinici controllati in pazienti con ipotensione la frequenza complessiva delle reazioni avverse è confrontabile a quella riscontrata con il placebo e coerente con la farmacologia del valsartan. La frequenza delle reazioni avverse sembra non essere correlata alla dose o alla durata del trattamento e non è in relazione al sesso, all’età o alla razza.
Le reazioni avverse riportate in studi clinici, nell’esperienza post-marketing e nei risultati di laboratorio sono elencati sotto secondo la classificazione sistemica organica.
Le reazioni avverse sono classificate in base alla frequenze, partendo dalla più frequente, utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 a <1/100); non comune (≥1/1,000, <1/100); raro (≥1/10,000, <1/1,000); molto raro (<1/10,000), inclusi i casi isolati. All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono classificate in ordine decrescente di gravità.
Per tutte le reazioni avverse riferite durante l’esperienza post-marketing e nei risultati di laboratorio, non è possibile applicare alcuna frequenza e pertanto vengono riportate con frequenza “non nota”.
Ipertensione
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
---|---|
Non nota | Riduzione dell’emoglobina, riduzione dell’ematocrito, neutropenia, trombocitopenia |
Disturbi del sistema immunitario | |
Non nota | Ipersensibilità, inclusa malattia da siero |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
Non nota | Aumento del potassio sierico |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | |
Non comune | Vertigini |
Patologie vascolari | |
Non nota | Vasculite |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Non comune | Tosse |
Patologie gastrointestinali | |
Non comune | Dolore addominale |
Patologie epatobiliari | |
Non nota |
Aumento dei livelli degli enzimi epatici incluso aumento della bilirubina sierica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Non nota | Angioedema, Rash, Prurito |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Non nota | Mialgia |
Patologie renali e urinarie | |
Non nota | Compromissione e insufficienza renale, aumento |
della creatinina sierica | |
---|---|
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Non comune | Affaticamento |
Il profilo di sicurezza osservato in studi clinici controllati in pazienti con infarto miocardico e/o insufficienza cardiaca varia dal profilo di sicurezza generale osservato per i pazienti ipertesi. Ciò può essere in relazione alla malattia di base. Le reazioni avverse verificatesi nei pazienti dopo infarto miocardico e/o nei pazienti con insufficienza cardiaca sono elencate qui sotto:
Post-infarto del miocardio e/o insufficienza cardiaca
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
---|---|
Non nota | Trombocitopenia |
Disturbi del sistema immunitario | |
Non nota | Ipersensibilità, inclusa malattia da siero |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
Non comune | Iperkaliemia |
Non nota | Aumento del potassio sierico |
Patologie del sistema nervoso | |
Comune | Capogiri, capogiri posturali |
Non comune | Sincope, cefalea |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | |
Non comune | Vertigini |
Patologie cardiache | |
Non comune | Insufficienza cardiaca |
Patologie vascolari | |
Comune | Ipotensione, ipotensione ortostatica |
Non nota | Vasculite |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Non comune | Tosse |
Patologie gastrointestinali | |
Non comune | Nausea, diarrea |
Patologie epatobiliari | |
Non nota | Aumento dei valori della funzione epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Non comune | Angioedema |
Non nota | Rash, Prurito |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Non nota | Mialgia |
Patologie renali e urinarie | |
Comune | Compromissione e insufficienza renale |
Non comune | Insufficienza renale acuta, aumento della creatinina sierica |
Non nota | Aumento dell’azoto ureico nel sangue |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Non comune | Astenia, affaticamento |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili”.
04.9 Sovradosaggio
Sintomi
Il sovradosaggio con Biorax può risultare in una marcata ipotensione, che può portare ad un ridotto livello di coscienza, collasso circolatorio e/o shock.
Trattamento
Le misure terapeutiche dipendono dal momento dell’ingestione e dal tipo e dalla gravità dei sintomi, dando una primaria importanza alla stabilizzazione della condizione circolatoria.
Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e devono essere eseguita una correzione del volume del sangue.
È improbabile che il valsartan sia rimosso attraverso emodialisi.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: antagonisti dell’angiotensina II, non associati, codice ATC: C09CA03
Il valsartan è uno potente antagonista specifico dei recettori dell’angiotensina II (Ang II) attivo per via orale. Esso agisce selettivamente sul sottotipo recettoriale AT1, che è responsabile per le note azioni dell’angiotensina II. E’ possibile che l’aumento dei livelli plasmatici dell’angiotensina II conseguente al blocco dei recettori AT1 attraverso il valsartan, stimoli i recettori AT2 non bloccati, ciò sembra bilanciare gli effetti dei recettori AT1. Il valsartan non mostra nessuna attività agonista parziale a livello del recettore AT1 e ha una affinità molto più alta per il recettore AT1 (circa 20,000 volte) rispetto al recettore AT2. Il valsartan non si lega o non blocca altri recettori ormonali o i canali ionici noti per la loro importanza nella regolazione cardiovascolare. Il valsartan non inibisce l’ACE, noto anche come chininasi II, che converte Ang I a Ang II e degrada la bradichinina. Poiché non vi è alcun effetto e alcun potenziamento della bradichinina e della sostanza P, è improbabile che gli antagonisti dell’angiotensina II siano associati a tosse. Negli studi clinici in cui il valsartan è stato confrontato con un ACE inibitore l’incidenza della tosse secca è stata significativamente più bassa (P<0.05) nei pazienti trattati con il valsartan rispetto ai pazienti trattati con un ACE inibitore (2,6% versus 7,9%, rispettivamente). In uno studio clinico condotto su pazienti con un’anamnesi di tosse secca il trattamento con ACE inibitori, 19,5% di quelli che assumono valsartan e 19% di quelli che ricevono un diuretico tiazidico hanno sofferto di tosse rispetto al 68.5 % di quelli trattati con un ACE inibitore (P>0,05).
Infarto miocardico recente
Lo studio VALIANT (VALsartan In Acute myocardical iNfarcTion) è uno studio randomizzato, controllato,
multinazionale, in doppio cieco condotto su 14,703 pazienti con infarto del miocardio acuto e segni e sintomi
o evidenza radiologica di insufficienza cardiaca congestizia e/o evidenza di disfunzione sistolica del
ventricolo sinistro (resa manifesta da una frazione di eiezione ≤40% secondo la ventricolografia con
radionuclidi o ≤35% secondo l’ecocardiografia o angiografia ventricolare con mezzo di contrasto). I pazienti
sono stati randomizzati, in un periodo compreso tra 12 ore e i 10 giorni successivi all’insorgenza dei sintomi
di un infarto miocardico, a valsartan, captopril o una combinazione di entrambi. La durata del trattamento era
in media di 2 anni. L’endpoint primario era la mortalità per tutte le cause.
Il valsartan è risultato efficace quanto il captopril nel ridurre la mortalità per tutte le cause dopo infarto
miocardico. La mortalità per tutte le cause è stata simile nei gruppi trattati con valsartan (19,9%), captopril
(19,5%) e valsartan + captopril (19,3%). L’uso associato di captopril e valsartan non ha aggiunto ulteriori
benefici al captopril somministrato in monoterapia.
Non si sono riscontrate differenze tra valsartan e captopril nella mortalità per tutte le cause, in base a genere,
età, razza, trattamenti ricevuti all’inizio dell’infarto miocardico o malattia latente. Il valsartan ha anche
ritardato e ridotto la mortalità cardiovascolare, l’ospedalizzazione dovuta a insufficienza cardiaca, infarto del
miocardio ricorrente, rianimazione dopo un arresto cardiaco e un ictus non fatale (endpoint composito
secondario). Il profilo di sicurezza del valsartan era coerente con il corso clinico del paziente trattati
nell’ambito dell’infarto del miocardio. Per quel che riguarda la funzione renale, è stato osservato un
raddoppiamento della creatinina sierica nel 4,2% dei pazienti trattati con valsartan, nel 4,8% dei pazienti
trattati con valsartan+captopril e nel 3,4% dei pazienti trattati con captopril. Si sono verificate interruzioni
dovute a vari tipi di disfunzione renale nell’1,1% dei pazienti trattati con valsartan, nell’1,3% dei pazienti
trattati con captopril+valsartan e nello 0,8% dei pazienti trattati con captopril. Nella valutazione del paziente
dopo infarto miocardico deve essere inclusa una valutazione della funzione renale.
Non si sono riscontrate differenze nella mortalità per tutte le cause, nella mortalità o morbilità
cardiovascolare quando farmaci betabloccanti sono stati associati alla combinazione valsartan+captopril, al
valsartan da solo o al captopril da solo. Indipendentemente dal trattamento, la mortalità è stata inferiore nel
gruppo di pazienti trattati con un betabloccante, suggerendo che il noto effetto benefico dei betabloccanti in
questa popolazione veniva mantenuto in questo studio.
Insufficienza cardiaca
Val-HeFT è uno studio clinico randomizzato, controllato, multinazionale in cui il valsartan è stato
confrontato con il placebo sulla mortalità e morbilità nei 5010 pazienti con insufficienza cardiaca di classe
NYHA II (62%), III (36%) e IV (2%), trattati con le terapie usuali e con frazione d’eiezione del vetricolo
sinistro (LVEF) <40% e diametro diastolico interno del ventricolo sinistro (LVIDD)>2,9 cm/m2. La terapia di
base includeva ACE inibitori (93%), diuretici (86%), digossina (67%) e beta bloccanti (36%). La durata
media del follow up è stata di 2 anni. La dose giornaliera media di Valsartan in Val-HeFT è stata 254 mg. Lo
studio aveva due obiettivi primari: mortalità (tempo al decesso) e morbilità da insufficienza cardiaca (tempo
al primo evento patologico), definito come morte, arresto cardiaco con rianimazione, ospedalizzazione a
causa di insufficienza cardiaca o somministrazione endovenosa di farmaci inotropi o vasodilatatori per 4 ore
o più, senza ospedalizzazione.
La mortalità dovuta a tutte le cause è simile (p=NS) nei gruppi valsartan (19,7%) e placebo (19,4%). Il
beneficio primario è stato una riduzione di rischio del 27,5% (95% IC: 17-37%) per il tempo necessario per
la prima ospedalizzazione per insufficienza cardiaca (13,9% versus 18,5%). Risultati apparentemente in
favore del placebo (mortalità e morbilità composita era del 21,9% nel gruppo placebo vs. 25,4% nel gruppo
trattato con valsartan) sono stati osservati nei pazienti trattati con la tripla combinazione di un ACE inibitore,
un betabloccante e valsartan. In un sottogruppo di pazienti non trattati con un ACE inibitore (n=366) i
benefici per la morbilità sono stati superiori. In questo sottogruppo la mortalità per tutte le cause era
significativamente ridotta con valsartan rispetto al placebo del 33% (95 % IC: –6-58 %) (17,3 % valsartan vs.
27,1 % placebo) e il rischio di mortalità e morbilità composite era ridotto significativamente del 44 %
(24,9 % valsartan vs. 42,5 % placebo). Nei pazienti trattati con un ACE inibitore senza un betabloccante, la
mortalità per tutte le cause are simile (p=NS) nel gruppo trattato con valsartan (21,8%) e nel gruppo placebo
(22,5%). Il rischio di mortalità e morbilità composite era ridotto significativamente del 18,3 % (95 % IC: 8 –
28 %) con valsartan rispetto al placebo (31,0 % vs. 36,3 %).
Nella popolazione complessiva di Val-HeFT, i pazienti trattati con valsartan hanno mostrato un significativo
miglioramento della classe NYHA e dei segni e sintomi dell’insufficienza cardiaca, inclusa dispnea,
affaticamento, edema e rantoli, in confronto al placebo. I pazienti trattati con valsartan, hanno avuto un
miglioramento della qualità della vita, come dimostrato dal cambiamento nel punteggio “Minnesota Living
with Heart Failure Quality of Life” rispetto all’endpoint primario in confronto con il placebo. La frazione
d’eiezione è aumentata significativamente nei pazienti che assumono valsartan e il LVIDD è ridotto
significativamente rispetto all’endpoint primario in confronto al placebo.
Ipertensione
La somministrazione di valsartan a pazienti con ipertensione risulta in una riduzione della pressione
sanguigna senza alterare la frequenza cardiaca.
Nella maggior parte dei pazienti l’attività antiipertensiva inizia entro 2 ore e il massimo della riduzione della
pressione sanguigna è raggiunto entro 4-6 ore dopo somministrazione di una dose singola per via orale. Gli
effetti antiipertensivi persistono per oltre 24 ore dopo la dose. Durante la somministrazione ripetuta, l’effetto
antipertensivo è presente sostanzialmente entro 2 settimane e l’effetto massimo si ottiene entro 4 settimane e
si mantiene nel corso di un trattamento a lungo termine. Una ulteriore significativa riduzione nella pressione
sanguigna è ottenuta con l’associazione con idroclorotiazide.
La brusca sospensione di valsartan non è stato associata con ipertensione da rimbalzo o altri eventi clinici
avversi.
Nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e microalbuminuria, e’ stato dimostrato che valsartan riduce
l’escrezione urinaria di albumina. Lo studio MARVAL (Micro Albuminuria Reduction with Valsartan) ha
valutato la riduzione nell’escrezione urinaria dell’albumina (UAE) con valsartan (80-160 mg/die) vs.
amlodipina (5-10 mg/die), in 332 pazienti con diabete di tipo 2 (età media: 58 anni; 265 uomini) con
microalbuminuria (valsartan: 58 μg/min; amlodipina: 55,4 μg/min), pressione sanguigna normale o elevata e
funzionalità renale mantenuta (creatinina ematica <120 μmol/l). A 24 settimane, l’UAE era ridotto (p<0.001)
del 42 % (–24.2 μg/min; 95 % IC: –40,4-19,1) con valsartan e di circa il 3% (–1.7 μg/min; 95 % IC: –5.6-
14,9) con amlodipina, indipendentemente dalle percentuali simili di riduzione della pressione in entrambi i
gruppi.
Lo studio DROP (Reduction of Proteinuria) con valsartan ha ulteriormente esaminato l’efficacia di valsartan
nella riduzione dell’UAE in 391 pazienti ipertesi (BP=150/88 mmHg) con diabete di tipo 2, albuminuria
(media=102 μg/min; 20-700 μg/min) e funzione renale mantenuta (creatinina sierica media = 80 μmol/l). I
pazienti sono stati randomizzati a una delle 3 dosi di valsartan (160, 320 e 640 mg/die) e trattati per 30
settimane. Lo scopo dello studio era la determinazione della dose ottimale di valsartan per la riduzione
dell’UAE nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2. Alla settimana 30, il cambiamento percentuale dell’UAE
era significativamente ridotto del 36% rispetto al basale con valsartan 160 mg (95 %IC: 22-47 %), e del
44 % con valsartan 320 mg (95 %IC: 31-54 %). È stato concluso che 160-320 mg di valsartan hanno
prodotto riduzioni clinicamente significative nell’UAE nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2.
Infarto miocardico recente
Lo studio VALIANT (VALsartan In Acute myocardical iNfarcTion) è uno studio randomizzato, controllato,
multinazionale, in doppio cieco condotto su 14,703 pazienti con infarto del miocardio acuto e segni e sintomi
o evidenza radiologica di insufficienza cardiaca congestizia e/o evidenza di disfunzione sistolica del
ventricolo sinistro (resa manifesta da una frazione di eiezione ≤40% secondo la ventricolografia con
radionuclidi o ≤35% secondo l’ecocardiografia o angiografia ventricolare con mezzo di contrasto). I pazienti
sono stati randomizzati in un periodo compreso tra 12 ore a 10 giorni successivi all’insorgenza dei sintomi di
un infarto miocardico a valsartan, captopril o una combinazione di entrambi. La durata del trattamento è in
media di 2 anni. L’endpoint primario era la mortalità per tutte le cause.
Il valsartan è risultato efficace quanto il captopril nel ridurre la mortalità per tutte le cause dopo infarto
miocardico. La mortalità per tutte le cause è stata simile nei gruppi trattati con valsartan (19,9%), captopril
(19,5%) e valsartan + captopril (19,3%). L’uso associato di captopril e valsartan non ha aggiunto ulteriori
benefici al captopril somministrato in monoterapia.
Non si sono riscontrate differenze tra valsartan e captopril nella mortalità per tutte le cause, in base a genere,
età, razza, trattamenti ricevuti all’inizio dell’infarto miocardico o malattia latente. Il valsartan ha anche
ritardato e ridotto la mortalità cardiovascolare, l’ospedalizzazione dovuta a insufficienza cardiaca, infarto del
miocardio ricorrente, rianimazione dopo un arresto cardiaco e un ictus non fatale (endpoint composito
secondario).
Il profilo di sicurezza del valsartan era coerente con il corso clinico dei pazienti trattati nell’ambito
dell’infarto del miocardio. Per quel che riguarda la funzione renale, è stato osservato un raddoppiamento
della creatinina sierica nel 4,2% dei pazienti trattati con valsartan, nel 4,8% dei pazienti trattati con
valsartan+captopril e nel 3,4% dei pazienti trattati con captopril. Si sono verificate interruzioni dovute a vari
tipi di disfunzione renale nell’1,1% dei pazienti trattati con valsartan, nell’1,3% dei pazienti trattati con
captopril+valsartan e nello 0,8% dei pazienti trattati con captopril. Nella valutazione del paziente dopo
infarto miocardico deve essere inclusa una valutazione della funzione renale.
Non si sono riscontrate differenze nella mortalità per tutte le cause, nella mortalità o morbilità
cardiovascolare quando farmaci betabloccanti sono stati associati alla combinazione valsartan+captopril, al
valsartan da solo o al captopril da solo. Indipendentemente dal trattamento, la mortalità è stata inferiore nel
gruppo di pazienti trattati con un betabloccante, suggerendo che il noto effetto benefico dei betabloccanti in
questa popolazione veniva mantenuto in questo studio.
Insufficienza cardiaca
Val-HeFT è uno studio clinico randomizzato, controllato, multinazionale in cui il valsartan è stato
confrontato con il placebo sulla mortalità e morbilità nei pazienti con insufficienza cardiaca di classe NYHA
II (62%), III (36%) e IV (2%), trattati con le terapie usuali e con frazione d’eiezione del ventricolo sinistro
(LVEF) <40% e diametro diastolico interno del ventricolo sinistro (LVIDD)>2,9 cm/m2. La terapia di base
include gli ACE inibitori (93%), diuretici (86%), digossina (67%) e beta bloccanti (36%). La durata media
del follow up è stata di 2 anni. La dose giornaliera media di Valsartan in Val-HeFT è stata 254 mg. Lo studio
aveva due obiettivi primari: mortalità (tempo al decesso) per tutte le cause e mortalità composita e morbilità
da insufficienza cardiaca (tempo al primo evento patologico), definito come morte, morte improvvisa, arresto
cardiaco con rianimazione, ospedalizzazione a causa di insufficienza cardiaca o somministrazione
endovenosa di farmaci inotropi o vasodilatatori per 4 ore o più, senza ospedalizzazione.
La mortalità dovuta a tutte le cause è simile (p=NS) nei gruppi valsartan (19,7%) e placebo (19,4%). Il
beneficio primario è stato una riduzione di rischio del 27,5% (95% IC: 17-37%) per il tempo necessario per
la prima ospedalizzazione per insufficienza cardiaca (13,9% versus 18,5%). Risultati apparentemente in
favore del placebo (mortalità e morbilità composita era del 21,9% nel gruppo placebo vs. 25,4% nel gruppo
trattato con valsartan) sono stati osservati nei pazienti trattati con la tripla combinazione di un ACE inibitore,
un betabloccante e valsartan.
In un sottogruppo di pazienti non trattati con un ACE inibitore (n=366) i benefici per la morbilità sono stati
superiori. In questo sottogruppo la mortalità per tutte le cause era significativamente ridotta con valsartan
rispetto al placebo del 33% (95 % IC: –6-58 %) (17,3 % valsartan vs. 27,1 % placebo) e il rischio di
mortalità e morbilità composite era ridotto significativamente del 44 % (24,9 % valsartan vs. 42,5 %
placebo).
Nei pazienti trattati con un ACE inibitore senza un betabloccante, la mortalità per tutte le cause are simile
(p=NS) nel gruppo trattato con valsartan (21,8%) e nel gruppo placebo (22,5%). Il rischio di mortalità e
morbilità composite era ridotto significativamente del 18,3 % (95 % IC: 8 -28 %) con valsartan rispetto al
placebo (31,0 % vs. 36,3 %).
in confronto al placebo
Nella popolazione complessiva di Val-HeFT, i pazienti trattati con valsartan hanno mostrato un significativo miglioramento della classe NYHA e dei segni e sintomi dell’insufficienza cardiaca, inclusa dispnea, affaticamento, edema e rantoli, in confronto al placebo. Nei pazienti che assumono valsartan, la qualità della vita, valutata come cambiamento nel punteggio “Minnesota Living with Heart Failure Quality of Life” rispetto all’endpoint primario in confronto con il placebo. La frazione d’eiezione è aumentata significativamente nei pazienti che assumono valsartan e il LVIDD è ridotto significativamente rispetto
all’endpoint primario
.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Dopo la somministrazione orale di valsartan in monosomministrazione, le concentrazioni plasmatiche massime vengono raggiunte in 2-4 ore. La biodisponibilità media assoluta è del 23%. Il cibo riduce l’esposizione (misurata tramite AUC) al valsartan di circa il 40%, e le concentrazioni plasmatiche di valsartan sono simili nei gruppi a digiuno e in quelli non a digiuno. Questa riduzione nell’AUC non è tuttavia associata ad una riduzione clinicamente significativa dell’effetto terapeutico e pertanto valsartan può essere somministrato con o senza cibo.
Distribuzione
Il volume di distribuzione allo stato stazionario di valsartan in seguito a somministrazione endovenosa è di circa 17 litri e indica che il valsartan non si distribuisce estensivamente nei tessuti. Il valsartan è altamente legato alle proteine sieriche (94-97%), maggiormente all’albumina sierica.
Biotrasformazione
Il valsartan non viene biotrasformato in misura elevata, poiché solo circa il 20% della dose viene recuperato sotto forma di metaboliti. Nel plasma sono state identificate basse concentrazioni di un metabolita idrossilato (meno del 10% dell’AUC per il valsartan). Questo metabolita è farmacologicamente inattivo.
Eliminazione
Valsartan mostra una cinetica di decadimento multiesponenziale (t½α <1 h e t½ß circa 9 h). Valsartan viene eliminato principalmente per escrezione biliare nelle feci (circa l’83% della dose) e per via renale nelle urine (circa il 13% della dose), principalmente in forma immodificata. In seguito a somministrazione per via endovenosa, la clearance plasmatica di valsartan è di circa 2 l/h e la sua clearance renale è di 0,62 l/h (circa 30 % della clearance totale). L’emivita di valsartan è di 6 ore.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca:
I valori medi del tempo per raggiungere la concentrazione del picco e l’emivita di eliminazione del valsartan
in pazienti con insufficienza cardiaca sono simili a quelli osservati nei volontari sani. I valori di AUC e Cmax
per il valsartan sono quasi proporzionali con l’aumento della dose nell’intervallo dei dosaggi clinici (da 40 a
160 mg due volte al giorno). Il fattore di accumulo medio è circa 1,7. La clearance apparente del valsartan in
seguito a somministrazione orale è circa 4,5 l/ora. L’età non influenza la clearance apparente nei pazienti con
insufficienza cardiaca.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca:
I valori medi del tempo per raggiungere la concentrazione del picco e l’emivita di eliminazione del valsartan
in pazienti con insufficienza cardiaca sono simili a quelli osservati nei volontari sani. I valori di AUC e Cmax
per il valsartan sono quasi proporzionali con l’aumento della dose nell’intervallo dei dosaggi clinici (da 40 a
160 mg due volte al giorno). Il fattore di accumulo medio è circa 1,7. La clearance apparente del valsartan in
seguito a somministrazione orale è circa 4,5 l/ora. L’età non influenza la clearance apparente nei pazienti con
insufficienza cardiaca.
Particolari gruppi di pazienti
Anziani
Una esposizione sistemica piuttosto alta al valsartan è stata osservata in alcuni soggetti anziani in confronto con i soggetti giovani; tuttavia ciò non ha mostrato alcun significato clinico.
Funzionalità renale compromessa
Come previsto per un composto in cui la clearance renale contribuisce solo per il 30% della clearance plasmatica totale, non è stata osservata nessuna correlazione tra la funzionalità renale e l’esposizione sistemica al valsartan. Perciò non è richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale (clearance della creatinina >10 ml/min). Al momento non sono disponibili dati sulla sicurezza dell’uso in pazienti con clearance della creatinina <10 ml/min e in pazienti sottoposti a dialisi, pertanto valsartan deve essere usato con cautela in questi pazienti (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). Valsartan è altamente legato alle proteine ed è improbabile che possa essere rimosso attraverso dialisi.
Funzionalità epatica compromessa
Circa il 70% della dose assorbita viene eliminato nella bile, essenzialmente sotto forma immodificata. Valsartan non subisce una biotrasformazione degna di nota. In pazienti con funzionalità epatica compromessa da lieve a moderata è stato osservato un raddoppiamento dell’esposizione (AUC) rispetto ai soggetti sani. Tuttavia, non è stata osservata alcuna relazione tra le concentrazioni plasmatiche di valsartan e il grado di disfunzione epatica. Biorax non è stato studiato nei pazienti con disfunzione epatica grave (vedere paragrafi 4.2, 4.3 e 4.4).
05.3 Dati preclinici di sicurezza
I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno.
Nei ratti dosi tossiche per la madre (600 mg/kg/die) somministrate negli ultimi giorni di gestazione e allattamento ha causato una riduzione della sopravvivenza, del peso e ritardo nello sviluppo (distacco della conca auricolare e apertura del canale oculare) nella prole (vedere paragrafo 4.6). Queste dosi nei ratti (600 mg/kg/die) sono circa 18 volte la dose massima raccomandata nell’uomo in base a mg/ m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die e un paziente di 60 kg).
In studi di sicurezza non clinici, alte dosi di valsartan (200-600 mg/kg di peso corporeo) hanno causato nei ratti una riduzione dei parametri dei globuli rossi (eritrociti, emoglobina, ematocrito) ed evidenza dei cambiamenti nell’emodinamica renale (lieve aumento dell’urea nel plasma, e iperplasia tubulare renale e basofilia nei maschi). Queste dosi nei ratti (200 e 600 mg/kg/die) sono circa 6 e 18 volte la dose massima raccomandata nell’uomo in mg/ m2 (i calcoli presumono una dose orale di 320 mg/die e un paziente di 60 kg).
Nello uistiti a dosi simili, le alterazioni sono state simili, anche se più gravi, particolarmente nei reni, dove le alterazioni si sono evolute in nefropatia, che ha incluso aumenti dell’urea e della creatinina.
In entrambe le specie è stata osservata una ipertrofia delle cellule juxtaglomerulari renali. Tutte le variazioni sono state attribuite all’attività farmacologica del valsartan che provoca ipotensione prolungata, specialmente nello uistiti. L’ipertrofia delle cellule renali juxtaglomerulari non sembra avere nessuna rilevanza negli uomini che ricevono le dosi terapeutiche di valsartan.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Nucleo della compressa Lattosio monoidrato Cellulosa microcristallina Croscarmellosa sodica Povidone K29-K32
Talco
Magnesio Stearato Silice colloidale anidra
Rivestimento con film Alcol polivinilico Macrogol 3350
Talco
Lecitina (contiene olio di soia) (E322) Titanio diossido (E171)
Ossido di ferro giallo (E172)
Ossido di ferro rosso (E172) (solo per le compresse da 80 mg e 160 mg)
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
3 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Blisters: Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Blister in PVC/PE/PVDC-Al.
Confezioni: 7, 14, 28, 56, 98 e 280 compresse rivestite con film Contenitore per compresse in polietilene (contenitore di sicurezza, PE). Confezioni: 7, 14, 28, 56, 98 e 280 compresse rivestite con film
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare.
I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chieda al farmacista come eliminare i medicinali che non utilizza più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Biomed Pharma S.r.l., Via Colla 6/3, 17014 Cairo Montenotte (SV)
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
AIC n. 040825010 – "40 mg compresse rivestite con film" 7 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825022 – "40 mg compresse rivestite con film" 14 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825034 – "40 mg compresse rivestite con film" 28 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825046 – "40 mg compresse rivestite con film" 56 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825059 – "40 mg compresse rivestite con film" 98 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825061 – "40 mg compresse rivestite con film" 280 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825073 – "40 mg compresse rivestite con film" 7 compresse in contenitore PE
AIC n. 040825085 – "40 mg compresse rivestite con film" 14 compresse in contenitore PE AIC n. 040825097 – "40 mg compresse rivestite con film" 28 compresse in contenitore PE AIC n. 040825109 – "40 mg compresse rivestite con film" 56 compresse in contenitore PE AIC n. 040825111 – "40 mg compresse rivestite con film" 98 compresse in contenitore PE AIC n. 040825123 – "40 mg compresse rivestite con film" 280 compresse in contenitore PE AIC n. 040825135 – "80 mg compresse rivestite con film" 7 compresse in contenitore PE AIC n. 040825147 – "80 mg compresse rivestite con film" 14 compresse in contenitore PE AIC n. 040825150 – "80 mg compresse rivestite con film" 28 compresse in contenitore PE AIC n. 040825162 – "80 mg compresse rivestite con film" 56 compresse in contenitore PE AIC n. 040825174 – "80 mg compresse rivestite con film" 98 compresse in contenitore PE AIC n. 040825186 – "80 mg compresse rivestite con film" 280 compresse in contenitore PE
AIC n. 040825198 – "80 mg compresse rivestite con film" 7 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825200 – "80 mg compresse rivestite con film" 14 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825212 – "80 mg compresse rivestite con film" 28 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825224 – "80 mg compresse rivestite con film" 56 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825236 – "80 mg compresse rivestite con film" 98 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825248 – "80 mg compresse rivestite con film" 280 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825251 – "160 mg compresse rivestite con film" 7 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825263 – "160 mg compresse rivestite con film" 14 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825275 – "160 mg compresse rivestite con film" 28 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825287 – "160 mg compresse rivestite con film" 56 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825299 – "160 mg compresse rivestite con film" 98 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825301 – "160 mg compresse rivestite con film" 280 compresse in blister PVC/PE/PVDC/AL AIC n. 040825313 – "160 mg compresse rivestite con film" 7 compresse in contenitore PE
AIC n. 040825325 – "160 mg compresse rivestite con film" 14 compresse in contenitore PE AIC n. 040825337 – "160 mg compresse rivestite con film" 28 compresse in contenitore PE AIC n. 040825349 – "160 mg compresse rivestite con film" 56 compresse in contenitore PE AIC n. 040825352 – "160 mg compresse rivestite con film" 98 compresse in contenitore PE AIC n. 040825364 – "160 mg compresse rivestite con film" 280 compresse in contenitore PE
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 14 novembre 2011. Data del rinnovo più recente:
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-