Carboplatino Rat.: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Carboplatino Rat.

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Carboplatino Rat.: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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CARBOPLATINO RATIOPHARM

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Un ml di concentrato contiene 10 mg di carboplatino.

Un flaconcino da 5 ml di concentrato contiene 50 mg di carboplatino.

Un flaconcino da 15 ml di concentrato contiene 150 mg di carboplatino.

Un flaconcino da 45 ml di concentrato contiene 450 mg di carboplatino.

Per una lista completa degli eccipienti vedere sezione 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Concentrato per soluzione per infusione.

Soluzione chiara incolore o leggermente gialla

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Carboplatino è indicato per il trattamento di:

1. carcinoma epiteliale dell’ovaio in fase avanzata

2. carcinoma del polmone a piccole cellule.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Carboplatino ratiopharm 10 mg/ml deve essere usato esclusivamente per via endovenosa. In caso di stravaso, la somministrazione deve essere immediatamente sospesa. In pazienti adulti non trattati precedentemente e con funzionalità renale normale il dosaggio consigliato di carboplatino è di 400 mg/m² in singola dose tramite infusione endovenosa della durata di 15-60 minuti.

In alternativa, la dose può essere calcolata in base alla formula di Calvert in cui viene presa in considerazione la velocità di filtrazione glomerulare (VFG) del paziente.

Dose calcolata in base alla formula di Calvert:

Dose (mg) = target AUC (mg/ml x min) x (VFG ml/min + 25)

Target AUC Chemioterapia programmata Stato di trattamento del paziente
5-7 mg /ml. min carboplatino da solo Non pretrattato
4-6 mg /ml. min carboplatino da solo Pretrattato
4-6 mg /ml. min carboplatino + ciclofosfamide Non pretrattato

Nota: Con la formula di Calvert, la dose totale di carboplatino viene calcolata in mg, non in mg/m².

La formula di Calvert non dovrebbe essere applicata in pazienti che sono stati sottoposti ad un pretrattamento intensivo con i seguenti regimi terapeutici:

mitomicina C,

– nitrosourea,

-terapia associata con doxorubicina/ciclofosfamide/cisplatino,

– terapia associata con 5 o più farmaci,

– radioterapia ≥ 4500 rad su un’area di 20×20 cm o in più di un’area.

La terapia con Carboplatino ratiopharm 10 mg/ml deve essere interrotta nel caso in cui il tumore non sia responsivo, si verifichi una progressione della malattia e/o insorgano effetti indesiderati non tollerabili.

La terapia non dovrebbe essere ripetuta prima di 4 settimane dalla conclusione del ciclo precedente con carboplatino e/o prima che la conta dei neutrofili sia pari ad almeno 2.000 cellule/mm³ e la conta delle piastrine sia pari ad almeno 100.000 cellule/mm³. Le anomalie ematologiche vengono solitamente corrette 5-6 settimane dopo la somministrazione del prodotto.

Una riduzione del dosaggio iniziale pari al 20-25% è consigliabile per quei pazienti che presentano fattori di rischio come precedenti trattamenti mielosoppressivi e/o radioterapia, oppure precario stato generale (ECOG-Zubrod 2-4 o Karnofsky inferiore a 80).

Durante gli iniziali cicli di trattamento con carboplatino si consiglia di determinare il nadir ematologico con controlli settimanali della crasi ematica al fine di effettuare i successivi adeguamenti di dosaggio. La dose dovrebbe essere adeguata in base ai più bassi livelli riscontrati di leucociti e/o piastrine.

Compromissione della funzionalità renale

Pazienti con valori di clearance della creatinina inferiori a 60 ml/min sono maggiormente a rischio di mielosoppressione. L’utilizzo ottimale di carboplatino in pazienti con funzionalità renale compromessa richiede adeguati aggiustamenti di dosaggio ed un frequente monitoraggio sia dei nadir ematologici che della funzione renale. In caso di evidente deterioramento della funzione renale si raccomanda di ridurre la dose o sospendere il trattamento.

In presenza di una velocità di filtrazione glomerulare da 20 a 59 ml/min il carboplatino dovrebbe essere somministrato nel dosaggio di seguito indicato conformemente alla conta basale delle piastrine:

Conta basale delle piastrine Dose totale di carboplatino
> 200.000/mcl 450 mg dose totale
100.000 – 200.000/mcl 300 mg dose totale

Carboplatino ratiopharm 10 mg/ml non dovrebbe essere somministrato a pazienti con velocità di filtrazione glomerulare inferiore a 20 ml/min.

Terapia di associazione

Per il miglior uso di carboplatino in associazione con altri agenti mielosoppressivi occorre effettuare aggiustamenti di dosaggio a seconda dello schema di trattamento adottato.

Bambini

Dato che non sono disponibili dati sufficienti circa l’utilizzo del carboplatino nei bambini non è possibile fornire raccomandazioni posologiche specifiche.

Anziani

Nel caso di pazienti con oltre 65 anni di età il dosaggio di carboplatino deve essere adeguato al loro generale stato di salute durante il primo e i successivi cicli di trattamento.

Diluizione e ricostituzione

Vedere il paragrafo 6.6

04.3 Controindicazioni

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- Ipersensibilità al carboplatino e ad altri composti contenenti platino.

- Preesistente grave compromissione della funzionalità renale (valori di clearance della creatinina pari o inferiori a 20 ml/minuto).

- Grave mielosoppressione.

- Tumori sanguinanti.

- Allattamento (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Carboplatino deve essere somministrato da personale esperto in terapia antineoplastica. Le attrezzature diagnostiche e per il trattamento devono essere prontamente disponibili in modo da poter gestire la terapia e le possibili complicanze.

La mielosoppressione da carboplatino è strettamente correlata alla sua clearance renale. Oltre ai pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3), i pazienti sottoposti ad un precedente trattamento estensivo, con precario stato generale o con oltre 65 anni di età, oppure pazienti che vengono contemporaneamente trattati con farmaci nefrotossici possono presentare una mielotossicità di grado più severo e prolungata. Carboplatino può determinare l’insorgenza di disfunzioni renali ed epatiche. Dosi molto alte di carboplatino (5 volte superiori alla dose raccomandata in monoterapia) hanno determinato gravi anormalità della funzione epatica e renale.

Prima e durante la terapia occorre pertanto valutare accuratamente i parametri della funzionalità epatica e renale e gli elettroliti. Si sconsiglia di somministrare carboplatino con aminoglicosidi o altri composti nefrotossici.

In caso di evidente deterioramento della funzione renale si raccomanda di ridurre la dose o di sospendere il trattamento.

In pazienti affetti da insufficienza renale è stata riscontrata una correlazione tradisturbi visivi transitori e dosaggi elevati.

In condizioni normali, i cicli di trattamento con carboplatino non devono essere ripetuti più di una volta al mese. La somministrazione di carboplatino può causare trombocitopenia, leucopenia ed anemia. Si consiglia una verifica della crasi ematica prima dell’inizio della terapia, prima di ogni ciclo di trattamento ed ad intervalli settimanali durante la terapia. In questo modo si potrà monitorare la tossicità e si potrà determinare il nadir ed il recupero dei parametri ematologici, facilitando i successivi adeguamenti di dosaggio. I livelli più bassi di piastrine si verificano solitamente tra il 14° e il 21° giorno dall’inizio della terapia. Una maggiore riduzione è stata osservata in pazienti che erano stati precedentemente sottoposti ad un’estensiva chemioterapia mielosoppressiva. I livelli più bassi di globuli bianchi si verifica solitamente tra il 14° e il 28° giorno dall’inizio della terapia. Nel caso i livelli dovessero scendere al di sotto di 2000 cellule/mm³ o le piastrine al di sotto di 100.000 cellule/mm³ si deve considerare la necessità di posticipare la terapia a base di carboplatino fino all’evidente recupero del midollo osseo. Questo recupero avviene solitamente in 5-6 settimane. Nei trattamenti successivi può rendersi necessaria una terapia trasfusionale e si consiglia di ridurre i dosaggi.

In schemi di politerapia, l’associazione di carboplatino con altri farmaci mielosoppressivi deve essere valutata molto attentamente con particolare riferimento ai dosaggi e ai tempi di somministrazione al fine di minimizzare gli effetti cumulativi.

Il carboplatino può causare nausea e vomito. Un trattamento profilattico con antiemetici si è dimostrato efficace nella riduzione della loro incidenza e gravità.

Sono state segnalate sporadicamente reazioni allergiche al carboplatino, ad es. rash eritematoso, febbre senza causa apparente o prurito. Raramente si sono manifestate anafilassi, angioedema e reazioni anafilattoidi tra cui broncospasmo, orticaria ed edema facciale. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo somministrazione di altri composti a base di platino e possono insorgere entro alcuni minuti. In pazienti pre-trattati con farmaci contenenti platino il rischio che si sviluppino reazioni allergiche, inclusa anafilassi, risulta aumentato; sono state comunque riscontrate reazioni allergiche a fronte di un’iniziale esposizione al carboplatino. I pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione in modo da individuare l’insorgenza di possibili reazioni allergiche e devono essere trattati con idonea terapia di supporto.

Il potenziale cancerogeno del carboplatino non è stato studiato. Composti aventi lo stesso meccanismo d’azione e mutagenicità si sono rivelati cancerogeni.

Carboplatino è genotossico e possiede proprietà embriotossiche e teratogene. Gli uomini in età fertile devono evitare di concepire un figlio durante ed almeno fino a 6 mesi dalla conclusione del trattamento. Le donne in età fertile non devono restare incinte durante il trattamento con carboplatino. Uomini e donne devono utilizzare adeguati metodi contraccettivi durante il trattamento. Il trattamento a base di carboplatino può indurre infertilità irreversibile. Sarebbe opportuno ricorrere alla banca dello sperma prima di iniziare il trattamento.

Sono stati segnalati effetti nefrotossici, soprattutto in pazienti oltre i 65 anni di età e/o in pazienti precedentemente trattati con cisplatino.

Sarebbe pertanto opportuno svolgere valutazioni neurologiche con regolarità.

In caso di malattie tumorali il rischio trombotico è maggiore. Sussiste un’alta variabilità intraindividuale della coagulabilità durante le malattie.

La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di carboplatino nei bambini non è stata dimostrata.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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La somministrazione concomitante di carboplatino e farmaci mielosoppressivi può far aumentare l’effetto del carboplatino e/o del farmaco aggiuntivo sul midollo osseo.

E’ stato riportato un caso in letteratura in cui l’uso concomitante di fenitoina e carboplatino ha comportato una diminuzione significativa dei livelli sierici di fenitoina, con conseguente aumento dell’incidenza di convulsioni e necessità di aumentare il dosaggio di fenitoina.

Vaccini vivi attenuati: rischio di malattia sistemica, con possibile esito fatale. Il rischio aumenta in soggetti che sono già immunosoppressi a causa della malattia di base. Laddove possibile utilizzare un vaccino inattivato (poliomielite).

La somministrazione di sostanze nefrotossiche e/o ototossiche (ad es. aminoglicosidi, diuretici dell’ansa) durante il trattamento con carboplatino può causare un aumento della tossicità organica dei farmaci.

Sarebbe opportuno evitare la somministrazione concomitante di carboplatino e composti che formano complessi dato che in via teorica gli effetti antineoplastici del carboplatino potrebbero diminuire. Studi clinici e sugli animali non hanno tuttavia evidenziato alcuna influenza sugli effetti antineoplastici del carboplatino da parte del dietiltiocarbamato.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Il carboplatino può causare danno all’embrione/al feto quando somministrato a donne gravide. Il carboplatino ha dimostrato potere embriotossico e teratogeno nei ratti. Il carboplatino non deve essere impiegato durante la gravidanza a meno che il suo utilizzo non sia espressamente necessario. Se il carboplatino viene utilizzato durante la gravidanza la paziente deve essere attentamente monitorata ed avvisata della possibilità di danno fetale. Le donne in età fertile dovrebbero usare efficaci metodi contraccettivi durante il trattamento e per 6 mesi dalla sua conclusione. A donne che sono incinte o lo diventano durante la terapia deve essere fornita una consulenza genetica (vedi anche paragrafo 4.4).

Non è stato accertato se il Carboplatino venga escreto nel latte materno. A causa del rischio che i gravi effetti del carboplatino si manifestino nel neonato, l’allattamento deve essere sospeso durante il trattamento con carboplatino (vedere paragrafo 4.3).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Carboplatino ratiopharm 10 mg/ml non esercita alcuna influenza, se non trascurabile, sulla capacità di guidare ed usare macchinari.

Carboplatino può causare nausea e vomito e quindi compromettere indirettamente la capacità di guidare ed usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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L’incidenza degli effetti collaterali di seguito riportata è basata sui dati cumulativi relativi ad un vasto gruppo di pazienti con diverse caratteristiche prognostiche pretrattamento.

Classificazione della frequenza: molto comune >1/10; comune >1/100, <1/10, non comune >1/1000, <1/100, raro > 1/10000, <1/1000; molto raro < 1/10000 incluse le segnalazioni isolate.

Neoplasmi benigni e maligni (inclusi cisti e polipi)

Molto raro: in casi singoli sono state segnalate neoplasie secondarie (tra cui leucemia promielocitica che si è manifestata 6 anni dopo la somministrazione di carboplatino in monoterapia e precedente irradiazione) a seguito della somministrazione di carboplatino in monoterapia o in terapia di associazione (non è stata stabilita la relazione causale).

Alterazioni del sangue e del sistema linfatico

La mielosoppressione rappresenta la tossicità dose-limitante del carboplatino.

Nei pazienti con funzionalità renale alterata, già estensivamente pretrattati, con precario stato fisico generale e con età superiore a 65 anni la mielosoppressione può essere più grave e può protrarsi per un periodo superiore. La mielosoppressione può inoltre essere aggravata dall’associazione del carboplatino con altri farmaci mielosoppressivi.

Somministrando carboplatino in monoterapia e ai dosaggi e con le modalità consigliate, la mielosoppressione è generalmente reversibile e non cumulativa.

Molto comune: dopo somministrazione di carboplatino in monoterapia ai massimi dosaggi tollerati si è manifestata trombocitopenia con valori di piastrine al nadir inferiori a 50 x 109/l, in circa un terzo dei pazienti.

Il nadir si è generalmente verificato tra il 14° ed il 21° giorno, con recupero entro 35 giorni dall’inizio della terapia. Si è manifestata anche leucopenia in circa il 14% dei pazienti, il cui recupero dal giorno del nadir (giorno 14-28) può però essere più lento e verificarsi solitamente entro 42 giorni dall’inizio della terapia. La neutropenia con valori di granulociti inferiori a 1 x 109/l si manifesta in circa un quinto dei pazienti. Sono stati osservati valori di emoglobina inferiori a 9,5 mg/100 ml nel 48% dei pazienti con valori basali normali. L’anemia si manifesta frequentemente e può essere cumulativa.

Rari: Sono stati segnalati casi di neutropenia febbrile ed in singoli casi si sono manifestate infezioni con rischio per la vita ed emorragie solitamente di minore intensità.

Disturbi renali e delle vie urinarie

Nei pazienti trattati con carboplatino la tossicità renale non è generalmente dose-limitante, né necessita di accorgimenti preventivi come idratazione con grandi volumi di fluido o diuresi forzata.

L’incidenza e la gravità della nefrotossicità possono aumentare nei pazienti con funzionalità renale alterata prima del trattamento con carboplatino. Non è chiaro se un adeguato schema di idratazione possa ovviare a tali effetti, la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento è necessaria in presenza di compromissione della funzionalità renale (< 60 ml/min).

Molto comune: aumento delle concentrazioni di urea nel sangue e di creatinina sierica.

Comune: compromissione renale, definita come diminuzione della clearance della creatinina al di sotto di 60 ml/min. Dopo trattamento con carboplatino è stata riportata una diminuzione degli elettroliti sierici (sodio, magnesio, potassio e calcio) ma nessuna insorgenza di segni o sintomi clinici.

Rari: sindrome uremica emolitica.

Sono stati riportati casi isolati di iponatriemia, ma non è stata dimostrata alcuna connessione causale.

Disturbi cardiovascolari:

Molto rari: in singoli casi sono stati riportati eventi cardiovascolari (insufficienza cardiaca, embolia) e cerebrovascolari (apoplessia). Non è stata stabilita la relazione causale con il carboplatino.

Sono stati segnalati casi isolati di ipertensione.

Disturbi gastrointestinali:

Molto comuni: circa il 15% dei pazienti trattati con carboplatino ha manifestato nausea senza vomito; il vomito è stato riportato in più della metà dei pazienti, di grado severo in un quinto di essi.

Nausea e vomito generalmente scompaiono entro 24 ore dal trattamento e normalmente rispondono (e possono essere prevenuti) a farmaci antiemetici. Un quinto dei pazienti non ha manifestato né nausea né vomito.

Solo l’1% dei pazienti ha manifestato vomito non controllabile dai farmaci. Il vomito sembra manifestarsi più frequentemente in pazienti pre-trattati, soprattutto in coloro che sono stati precedentemente trattati con cisplatino. Il 17% dei pazienti ha manifestato dolorosi disturbi gastrointestinali.

Comuni: diarrea (6%), stipsi (4%), mucosite.

Rari: Sono stati segnalati casi isolati di frequente mancanza di appetito.

Disturbi del sistema immunitario

Comuni: reazioni allergiche al carboplatino sono state riscontrate in meno del 2% dei pazienti, ad es. rash cutaneo, orticaria, eritema, febbre senza causa apparente o prurito.

Rari: si sono manifestate anafilassi, shock anafilattico, angioedema e reazioni anafilattoidi, tra cui broncospasmo, orticaria ed edema facciale (vedere paragrafo 4.4)

Alterazioni dell’orecchio e del labirinto

Molto comuni: nel 15% dei pazienti trattati è stata osservata una diminuzione subclinica dell’udito, consistente in perdita dell’udito per le alte frequenze (4000-8000 Hz).Tuttavia, solo l’1% dei pazienti ha presentato una sintomatologia clinica costituita, nella maggior parte dei casi, da tinnito.

Nei pazienti con alterazione dell’udito dopo precedente trattamento con cisplatino può verificarsi una persistenza o aggravamento del disturbo.

E’ stata riportata l’insorgenza di una perdita di udito clinicamente significativa in bambini trattati con carboplatino a dosi più alte di quanto raccomandato in combinazione con altri agenti ototossici.

Disturbi del sistema nervoso

Comuni: l’incidenza delle neuropatie periferiche dopo trattamento con carboplatino è del 4%. Nella maggior parte dei casi la neurotossicità è limitata a parestesia e diminuzione dei riflessi tendinei profondi. La frequenza e l’intensità di questi effetti collaterali aumenta nei pazienti anziani (oltre i 65 anni di età) e nei pazienti pretrattati con cisplatino. La parestesia presente prima di iniziare il trattamento con carboplatino, particolarmente se correlata al precedente uso di cisplatino, può persistere o aggravarsi in corso di terapia con carboplatino.

Non comuni: sono stati riportati sintomi al sistema nervoso centrale che tuttavia sembrano essere frequentemente da ricondurre alla concomitante terapia anti-emetica.

Disturbi oculari

Non comuni: disturbi visivi transitori, talvolta con perdita momentanea della vista. Questo effetto è solitamente correlato a terapie ad alto dosaggio in pazienti con insufficienza renale.

Disturbi del sistema epatobiliare

Molto comuni: con l’uso di carboplatino sono state osservate alterazioni dei test di funzionalità epatica (solitamente da lievi a moderate) in circa un terzo dei pazienti con valori basali normali.

Aumenti dei valori di fosfatasi alcalina sono osservati più frequentemente rispetto a quelli di SGOT, SGPT o della bilirubina totale. Nella maggior parte dei casi, tali alterazioni regrediscono spontaneamente durante il trattamento.

Rari: dopo somministrazione di carboplatino a dosi superiori rispetto a quelle raccomandate è stata osservata grave disfunzione epatica (inclusa necrosi epatica acuta).

Disordini generali e alterazioni al sito di somministrazione

Molto comuni: un quarto dei pazienti ha manifestato iperuricemia. Le concentrazioni sieriche dell’acido urico possono diminuire a seguito della somministrazione di allopurinolo; astenia.

Comuni: alopecia, malessere.

Non comuni: febbre e brividi senza evidenza di infezione;, reazioni nel sito di iniezione come dolore, eritema, gonfiore, orticaria e necrosi.

Rari:alterazione del gusto.

E’ stata segnalata anche necrosi associata a stravaso.

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi di intossicazione

Nell’ambito di studi di Fase I, il carboplatino è stato somministrato per via endovenosa in dosi fino a 1600 mg/m² per ciclo. A questo dosaggio, sono stati osservati effetti collaterali di tipo ematologico con rischio per la vita con granulocitopenia, trombocitopenia ed anemia.

Sono stati osservati nadir di granulociti, piastrine ed emoglobina tra il 9° ed il 25° giorno (in mediana: giorni 12-17). I granulociti hanno raggiunto valori di ≥ 500/mcl dopo 8-14 giorni (mediana: 11), le piastrine valori pari a ≥ 25.000/mcl dopo 3-8 giorni (mediana: 7).

Si sono manifestati anche i seguenti effetti indesiderati di tipo non-ematologico: disturbi della funzione renale con calo del 50% della velocità di filtrazione glomerulare, neuropatia, ototossicità, perdita della vista, iperbilirubinemia, mucosite, diarrea, nausea e vomito con cefalea, eritema e grave infezione. Nella maggior parte dei casi i disturbi acustici si sono dimostrati transitori e reversibili.

Trattamento dell’intossicazione

Un antidoto specifico non è disponibile. Si deve ricorrere a misure sintomatiche per sostenere il paziente durante qualsiasi fase dell’intossicazione. Il trapianto di midollo osseo e le trasfusioni (piastrine, sangue) possono essere misure efficaci per gestire gli effetti indesiderati di tipo ematologico.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: agenti antineoplastici, composti del platino

Codice ATC: L01XA02.

Il carboplatino è un agente antineoplastico.La sua efficacia è stata dimostrata nei confronti di molte linee cellulari murine e umane. Il carboplatino si è dimostrato efficace al pari del cisplatino contro un’ampia gamma di tumori.

Il carboplatino possiede proprietà biochimiche simili a quelle del cisplatino. Il carboplatino si lega al DNA producendo legami alchilici che formano ponti tra due filamenti della molecola o tra i filamenti di due molecole di DNA adiacenti. In questo modo, vengono inibite le sintesi per replicazione e separazione del DNA tramite un’inibizione secondaria di RNA e della sintesi proteica.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Nell’uomo, dopo somministrazione di carboplatino, si osserva un rapporto lineare tra dose e concentrazioni plasmatiche del platino totale e di quello libero ultrafiltrabile.

Dosi ripetute per 4 giorni consecutivi non hanno prodotto accumulo plasmatico di platino.

Nell’uomo, la somministrazione di carboplatino ha determinato valori di emivita terminale del platino libero ultrafiltrabile e del carboplatino rispettivamente di circa 6 e 1,5 ore. Durante la fase iniziale, la maggior parte del platino libero ultrafiltrabile è presente come carboplatino. Il legame alle proteine plasmatiche del platino può aumentare e circa l’87% del platino plasmatico si lega alle proteine entro 24 ore dalla somministrazione. Il carboplatino è escreto principalmente con le urine con un recupero approssimativamente del 70% del platino somministrato entro le 24 ore. La parte principale viene escreta entro 12 ore dalla somministrazione. La clearance corporea totale e la clearance renale del platino libero ultrafiltrabile sono correlate alla velocità di filtrazione glomerulare.

Nel caso del carboplatino, la clearance corporea totale, la clearance renale e l’escrezione del platino filtrabile nelle urine, sono correlate con la clearance della creatinina. L’eliminazione del carboplatino dipende quindi in larga misura dalla velocità di filtrazione glomerulare.

Per i pazienti con funzionalità renale compromessa (inferiore a 60 ml/min), si raccomanda una riduzione del dosaggio di carboplatino, a causa della clearance ridotta. Ciò si verifica in quanto il suo effetto mielosoppressivo dipende dall’AUC concentrazione-tempo del platino filtrabile. Vedere anche paragrafo 4.2.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Il carboplatino ha dimostrato potere embriotossico e teratogeno nei ratti. Si è dimostrato mutageno in vivo ed in vitro, e sebbene il potenziale cancerogeno del carboplatino non è stato studiato,i composti aventi lo stesso meccanismo d’azione e mutagenicità si sono rivelati cancerogeni.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Acqua per preparazioni iniettabili

Soluzione di ammoniaca, concentrato.

06.2 Incompatibilità

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Aghi, siringhe, cateteri o set per infusione endovenosa contenenti parti in alluminio che possano entrare in contatto con il carboplatino, non devono essere usati per la preparazione o la somministrazione del carboplatino.

06.3 Periodo di validità

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18 mesi

Stabilità dopo la diluizione

– con glucosio 50 mg/ml (5%) soluzione per infusione

Sotto il profilo chimico e fisico, il prodotto resta stabile durante l’uso per 8 ore a temperatura ambiente (15 – 25°C) e per 24 ore a 2-8°C. Dal punto di vista microbiologico, il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente, i tempi di conservazione durante l’uso e le condizioni di conservazione prima dell’uso, rientrano nelle responsabilità dell’utilizzatore e di norma non superano le 24 ore a 2-8°C, fatto salvo che la ricostituzione/diluizione sia stata condotta in condizioni asettiche convalidate e controllate.

– con cloruro di sodio 9 mg/ml (0.9%) per infusione

Sotto il profilo della stabilità chimica e fisica durante l’uso, questo prodotto diluito dovrebbe essere usato immediatamente.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Non conservare ad un temperatura superiore a 25°C. Non congelare.

Conservare il contenitore nel cartone esterno per proteggerlo dalla luce.

Condizioni di conservazione del prodotto diluito:

Non conservare ad un temperatura superiore a 25°C. Proteggere dalla luce.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Flaconcino di vetro incolore di Tipo I con tappo di gomma bromobutilica rivestito di fluoropolimero e chiusura in alluminio.

Dimensioni delle confezioni: lx5ml, 5x5ml,10x5ml, lx15ml 5x15ml, 10x15ml, oppure lx45ml 5x45ml, 10x45ml di concentrato.

Non tutte le confezioni saranno commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Questo prodotto deve essere utilizzato solo una volta.

Ricostituzione

Il prodotto può essere diluito con soluzione per infusione di glucosio 50 mg/ml (5%), oppure con soluzione per infusione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) fino a concentrazioni da 0,5 mg/ml (500 mcg/ml) a 2 mg/ml. Per quanto riguarda la stabilità dopo la diluizione, vedere paragrafo 6.3.

Linee guida per una corretta manipolazione delle sostanze citotossiche:

1. Il farmaco deve essere ricostituito da personale addestrato.

2. Ciò deve avvenire in un’area appositamente designata.

3. Si devono indossare adeguati guanti di protezione.

4. Si devono prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare che il farmaco entri accidentalmente in contatto con gli occhi. Nel caso in cui questo accada, lavare con acqua e/o soluzione fisiologica.

5. I farmaci citotossici non devono essere manipolati da personale in stato di gravidanza.

6. Si devono osservare precauzioni ed attenzioni particolari nell’eliminare gli elementi (siringhe, aghi etc.) usati per la ricostituzione di farmaci citotossici. Il materiale solido e liquido di scarto deve essere smaltito in conformità alle norme vigenti.

7. La superficie di lavoro deve essere ricoperta con una carta assorbente, plastificata, monouso.

8. Usare i dispositivi Luer-Lock su tutte le siringhe e strumenti. Aghi a foro largo vengono raccomandati per ridurre la pressione e la possibile formazione di aerosol. Quest’ultima può essere anche ridotta con l’uso di aghi a tiraggio.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Ratiopharm GmbH- Graf-Arco Strasse, 3- 89079 Ulm, Germania

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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10 mg/ml concentrato per soluzione per infusione

1 flaconcino di vetro da 5 ml – A.I.C. n. 037158019/M

1 flaconcino di vetro da 15 ml – A.I.C. n. 037158021/M

1 flaconcino di vetro da 45 ml – A.I.C. n. 037158033/M

5 flaconcini di vetro da 5 ml – A.I.C. n. 037158045/M

10 flaconcini di vetro da 5 ml – A.I.C. n. 037158058/M

5 flaconcini di vetro da 15 ml – A.I.C. n. 037158060/M

10 flaconcini di vetro da 15 ml – A.I.C. n. 037158072/M

5 flaconcini di vetro da 45 ml – A.I.C. n. 037158084/M

10 flaconcini di vetro da 45 ml – A.I.C. n. 037158096/M

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Determinazione AIFA AIC/N 431 del 11.04.2007 – GU n. 95 del 24.04.2007

10.0 Data di revisione del testo

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Marzo 2007

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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  • Carboplatino actavis 10 mg/ml concentrato per soluzione per infu – Ev 600 mg/60 ml
  • Carboplatino ahcl 10 mg/ml – Ev 60 Ml10 mg/
  • Carboplatino hospira – Ev 600 mg 60 ml
  • Carboplatino pfizer – soluzione per infusione – Ev 450 mg 45 ml
  • Carboplatino teva – Ev 600 Mg60 ml