Citarabina Ka: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Citarabina Ka

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Citarabina Ka: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Citarabina Kabi 100 mg/ml soluzione iniettabile o per infusione.

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni ml di soluzione contiene 100 mg di citarabina. Ogni flaconcino da 1 ml contiene 100 mg di citarabina. Ogni flaconcino da 5 ml contiene 500 mg di citarabina. Ogni flaconcino da 10 ml contiene 1 g di citarabina.

Ogni flaconcino da 20 ml contiene 2 g di citarabina.

Eccipienti:

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose, cioè è sostanzialmente “privo di sodio”.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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e iniettabile o per infusione. Soluzione chiara e incolore.

pH: 7,0 – 9,5

Osmolarità: 250 – 400 mOsm/l

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Citotossico. Per l’induzione della remissione nella leucemia mieloide acuta nell’adulto e per altre leucemie acute dell’adulto e del bambino.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Per infusione endovenosa o iniezione o iniezione sottocutanea.

Possono essere fornite solo raccomandazioni generali, poiché la leucemia acuta viene trattata quasi esclusivamente con combinazioni di citostatici.

Raccomandazioni sul dosaggio possono essere convertite da quelle in termini di peso corporeo a quelle relative alla superficie mediante nomogrammi.

Induzione della remissione: adulti

Trattamento continuo:

Iniezione rapida – 2 mg/kg/die è una dose iniziale ragionevole. Somministrare per 10 giorni. Eseguire la conta ematica tutti i giorni. Se non si rileva alcun effetto antileucemico e non c’è tossicità apparente, aumentare a 4 mg/kg/die e mantenere fino a che non c’è evidenza di risposta terapeutica o di tossicità. Quasi tutti i pazienti possono manifestare tossicità con queste dosi.

0,5-1,0 mg/kg/die possono essere somministrati in una infusione fino alla durata di 24 ore. I risultati ad un’ora dall’infusione sono stati soddisfacenti nella maggior parte dei pazienti. Dopo 10 giorni la dose giornaliera iniziale può essere aumentata a 2 mg/kg/die soggetta a tossicità. Continuare fino a che si verifica la tossicità o fino la remissione.

Trattamento intermittente:

3-5 mg/kg/die sono somministrati per via endovenosa ogni cinque giorni consecutivi. Dopo due-nove giorni di riposo viene somministrato un ulteriore ciclo. Continuare fino a che non si manifesti una risposta o la tossicità.

La prima evidenza del miglioramento del midollo è stata segnalata verificarsi 7-64 giorni (28 giorni in media) dopo l’inizio della terapia.

In generale, se un paziente non mostra né tossicità né remissione dopo un adeguato trial, un’attenta somministrazione di dosi più elevate è giustificata. Come regola generale, i pazienti hanno tollerato dosi più elevate dopo somministrazione per via endovenosa rapida rispetto all’infusione lenta. Questa differenza è dovuta al rapido metabolismo della citarabina e la conseguente breve durata di azione della dose elevata.

Terapia di mantenimento:

La remissione che è stata indotta da citarabina o da altri farmaci può essere mantenuta da un’iniezione endovenosa o sottocutanea di 1 mg/kg una volta o due volte la settimana.

Popolazione pediatrica:

I bambini sembrano tollerare dosi più elevate rispetto agli adulti e, se vengono indicati intervalli di dose, i bambini devono ricevere la dose più alta.

Pazienti con compromissione epatica e renale:

Pazienti con compromissione della funzione epatica o renale: il dosaggio deve essere ridotto

(vedere paragrafo 4.4).

La citarabina può essere dializzata. Quindi la citarabina non deve essere somministrata immediatamente prima o dopo una dialisi.

Pazienti anziani:

Non ci sono informazioni che suggeriscono che un cambiamento del dosaggio sia giustificato negli anziani. Tuttavia, il paziente anziano, cosi come il paziente più giovane, non tollera la tossicità del farmaco, e particolare attenzione deve quindi essere data alla leucopenia, trombocitopenia e anemia indotta da farmaco, con un adeguato inizio della terapia di supporto quando indicato.

04.3 Controindicazioni

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La terapia con citarabina non deve essere presa in considerazione in pazienti con una soppressione grave del midollo osseo Citarabina non deve essere

utilizzata nel trattamento di malattie non maligne, tranne immunosoppressione.

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Encefalopatie degenerative e tossiche, specialmente dopo l’uso di metotrexato o dopo trattamento con radiazioni ionizzanti.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Generali: solo medici esperti nella chemioterapia per il cancro devono usare citarabina.

Avvertenze:

Effetti ematologici: la citarabina è un potente soppressore del midollo osseo; la gravità dipende dalla dose del farmaco e dallo schema di somministrazione. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con pre-esistente soppressione del midollo osseo indotta da farmaco. I pazienti che ricevono questo medicinale devono essere sotto attenta supervisione medica e, durante la terapia di induzione, devono controllare giornalmente i valori di emoglobina, la conta dei leucociti e delle piastrine. Dopo la scomparsa delle forme blastiche dal sangue periferico, devono essere eseguiti frequentemente controlli del midollo osseo.

Il principale effetto tossico di citarabina è la soppressione del midollo osseo con leucopenia, trombocitopenia, anemia, megaloblastosi e reticolociti ridotti. Tossicità meno gravi comprendono nausea, vomito, diarrea e dolore addominale, ulcerazioni orali, e disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.8).

Dopo 5 giorni di infusioni continue o iniezioni acute di 50 mg / m2 fino a 600 mg / m2, la depressione di globuli bianchi segue un andamento bifasico. A prescindere dalla conta iniziale, dal livello di dosaggio, o dallo schema di somministrazione, vi è una caduta iniziale a partire dalle prime 24 ore, con il nadir ai giorni 7-9. Questo è seguito da una breve ascesa che culmina attorno al dodicesimo giorno. Una seconda e più profonda caduta raggiunge il nadir ai giorni 15-24. Poi c’è un rapido aumento al di sopra della linea di base nei successivi 10 giorni. La depressione piastrinica è evidente al giorno 5 con una depressione di picco che si verifica tra i giorni 12-15. Allora, un rapido aumento al di sopra della linea di base avviene nei successivi 10 giorni.

Devono essere disponibili tutte le misure idonee alla gestione di complicazioni, anche fatali, della soppressione del midollo osseo (infezione conseguente a granulocitopenia e alla compromissione di altri sistemi di difesa dell’organismo ed emorragia dovuta a trombocitopenia).

Si sono verificate reazioni anafilattiche con il trattamento con citarabina. Sono stati segnalati casi di anafilassi che hanno portato ad arresto cardiopolmonare acuto per i quali è stata necessaria la rianimazione. Ciò è avvenuto subito dopo la somministrazione endovenosa di citarabina (vedere paragrafo 4.8).

Schema di somministrazione a dose elevata: Sono state riportate tossicità gravi a volte fatali del SNC, gastrointestinale e polmonare (diversi da quelli visti con i regimi terapeutici convenzionali di Citarabina) a seguito di alcuni schemi sperimentali di dosi elevate (2-3 g/m2) di Citarabina. Queste reazioni comprendono tossicità corneale reversibile; disfunzione cerebrale e cerebellare, generalmente reversibile; sonnolenza; convulsioni; grave ulcera gastro-

intestinale, inclusa pneumatosi cistoide intestinale che porta a peritonite; sepsi e ascessi epatici ed edema polmonare (vedere paragrafo 4.8).

La citarabina ha dimostrato di essere cancerogena negli animali. La possibilità di un effetto simile deve essere tenuta presente quando si programma un trattamento a lungo termine del paziente.

Precauzioni:

I pazienti che ricevono citarabina devono essere attentamente monitorati. E’ obbligatoria la conta frequente delle piastrine e dei leucociti. Sospendere o modificare la terapia quando la depressione del midollo indotta da farmaco ha portato ad una conta piastrinica sotto 50.000 o un numero di granulociti polimorfonucleati meno di 1.000 per mm cubo. La conta di elementi formati nel sangue periferico può continuare a scendere dopo l’interruzione del farmaco e raggiunge valori più bassi dopo intervalli senza farmaco da 12 a 24 giorni. Se è indicato, riavviare la terapia quando si manifestano chiari segnali di riattivazione del midollo (confermati da tests successivi sulla funzionalità midollare). Possono sfuggire al controllo i pazienti in cui il farmaco è stato sospeso fino al raggiungimento di valori “normali” del sangue periferico.

In pazienti adulti affetti da leucemia acuta non linfocitica si sono verificate neuropatie periferiche del motorio e sensoriali dopo consolidamento con dosi elevate di citarabina, daunorubicina e asparaginasi.

I pazienti trattati con alte dosi di citarabina devono essere tenuti sotto osservazione per la neuropatia poiché possono essere necessarie variazioni dello schema posologico per evitare alterazioni neurologiche irreversibili.

A seguito di programmi di terapia con alte dosi di citarabina si sono verificate gravi e talvolta fatali tossicità polmonari, sindrome da insufficienza respiratoria ed edema polmonare.

Quando sono rapidamente somministrate dosi per via endovenosa, i pazienti hanno spesso nausea e vomito per alcune ore dopo la somministrazione. Questo problema è generalmente minore quando il farmaco viene infuso.

Schema di somministrazione a dose convenzionale: E’ stata riportata dolorabilità addominale (peritonite) e colite positiva al guaiaco, con associata neutropenia e trombocitopenia, in pazienti trattati con dosi convenzionali di citarabina in associazione con altri farmaci. I pazienti hanno risposto ad un intervento medico di tipo non chirurgico.

E’ stata segnalata una paralisi ascendente progressiva ritardata, che è risultata fatale, in bambini affetti da leucemia mieloide acuta (AML) in seguito alla somministrazione di citarabina per via intratecale e endovenosa in dosi convenzionali, in associazione ad altri farmaci.

Funzione epatica e / o renale: il fegato umano disintossica apparentemente una parte sostanziale di una dose somministrata di citarabina. In particolare, i pazienti con insufficienza renale o epatica possono avere una maggiore probabilità di tossicità del sistema nervoso centrale dopo il trattamento ad alte dosi con citarabina. Utilizzare il farmaco con cautela ed a dose ridotta nei pazienti la cui funzionalità epatica è scarsa.

Nei pazienti trattati con citarabina devono essere eseguiti controlli periodici del midollo osseo, del fegato e delle funzioni renali.

Funzioni neurologiche: casi di gravi reazioni avverse di tipo neurologico che andavano dal mal di testa alla paralisi, coma e episodi simil-ictus sono stati segnalati soprattutto nei giovani e negli adolescenti che hanno ricevuto citarabina per via endovenosa in associazione con metotressato intratecale.

La sicurezza di questo farmaco per l’uso nei bambini non è stabilita.

Sindrome da lisi del tumore: come altri farmaci citotossici, citarabina può indurre iperuricemia secondaria a rapida lisi delle cellule neoplastiche. Il medico deve monitorare i livelli ematici di acido urico del paziente ed essere pronto ad utilizzare misure di supporto e farmacologiche adatte poiché può essere necessario controllare questo problema.

Pancreatite: casi di pancreatite sono stati osservati con l’induzione di citarabina. Effetti immunosoppressori/aumentata suscettibilità alle infezioni.

La somministrazione di vaccini vivi o vivi attenuati nei pazienti immunocompromessi dagli agenti chemioterapici tra cui la citarabina, può causare infezioni gravi o mortali. La vaccinazione con un vaccino vivo deve essere evitata nei pazienti trattati con citarabina. Vaccini uccisi o inattivati possono essere somministrati, ma la risposta a tali vaccini può essere ridotta.

Dosi alte: il rischio di effetti collaterali sul SNC è maggiore nei pazienti che hanno già avuto un trattamento al SNC come la chemioterapia intratecale o la radioterapia.

Casi di cardiomiopatia con successivo decesso sono stati riportati dopo terapia sperimentale con dosi elevate di citarabina in associazione con ciclofosfamide quando viene utilizzata in preparazione al trapianto di midollo osseo. Questo può dipendere dallo schema di somministrazione.

Sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose, cioè è essenzialmente “privo di sodio”.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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5-fluorcitosina: 5-fluorocitosina non deve essere somministrata con Citarabina poiché è stato dimostrato che durante tale terapia l’efficacia terapeutica di 5- fluorocitosina viene soppressa.

Digossina: Sono state osservate diminuzioni reversibili delle concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario della digossina e l’escrezione del glicoside renale nei pazienti trattati con beta-acetildigossina e regimi chemioterapici contenenti ciclofosfamide, vincristina e prednisone con o senza Citarabina o procarbazina. Le concentrazioni plasmatiche di digitossina allo stato stazionario non sembrano cambiare. Pertanto il monitoraggio dei livelli plasmatici di digossina può essere indicato nei pazienti trattati con analoghi regimi chemioterapici di associazione. Può essere considerato come alternativa l’utilizzo di digitossina per tali pazienti.

Gentamicina: Uno studio in vitro dell’interazione tra gentamicina e Citarabina ha mostrato un antagonismo correlato a Citarabina per la suscettibilità dei ceppi di K.pneumoniae. Nei pazienti in trattamento con Citarabina che presentano una infezione da K.pneumoniae trattata con gentamicina, la mancanza di una pronta

risposta terapeutica può indicare la necessità di una rivalutazione della terapia antibatterica.

Metotrexato: citarabina per via endovenosa somministrata in associazione con metotressato per via intratecale può aumentare il rischio di gravi reazioni avverse neurologiche come mal di testa, paralisi, coma e episodi come ictus (vedere paragrafo 4.4).

04.6 Gravidanza e allattamento

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za:

La citarabina è nota per essere teratogena in alcune specie animali. L’uso di citarabina in donne che sono, o che possono diventare, in stato di gravidanza dovrebbe essere intrapreso solo dopo la dovuta considerazione dei potenziali benefici e rischi.

A causa del rischio di anomalie con terapia citotossica, in particolare durante il primo trimestre, una paziente che è o che può diventare gravida durante il trattamento con citarabina deve essere informata del potenziale rischio per il feto e l’opportunità della continuazione di una gravidanza. Vi è un rischio definito, ma notevolmente ridotto se la terapia viene iniziata durante il secondo o terzo trimestre di gravidanza. Anche se bambini normali sono nati da pazienti trattati in tutti e tre i trimestri di gravidanza, il follow-up di questi bambini è consigliabile. Uomini e donne devono usare un metodo contraccettivo efficace durante e fino a sei mesi dopo il trattamento.

Allattamento:

Citarabina non deve essere somministrato alle madri in allattamento. Non è noto se questo farmaco venga escreto nel latte umano. Poiché molti farmaci sono escreti nel latte umano e a causa del rischio di reazioni avverse gravi da citarabina nei bambini allattati, si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere il farmaco, tenendo conto dell’importanza del farmaco per la madre.

Fertilità:

non sono stati eseguiti studi sulla fertilità, tuttavia nei topi sono state osservate anormalità nella testa degli spermatozoi dopo il trattamento con citarabina.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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La citarabina non ha effetti sulla funzione intellettuale e sull’abilità psicomotoria.

Tuttavia i pazienti sottoposti a chemioterapia possono avere una ridotta capacità di guidare veicoli o di usare macchinari e devono essere avvertiti di questa possibilità e consigliati di evitare tali compiti, in caso ne fossero affetti.

04.8 Effetti indesiderati

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Sommario del profilo di sicurezza (vedere anche paragrafo 4.4).

La maggior parte delle reazioni avverse frequenti comprendono nausea, vomito, diarrea, febbre, eruzioni cutanee, anoressia, infiammazione orale e anale o ulcerazione, e disfunzione epatica.

Patologie del sistema emolinfopoietico:

Poichè citarabina è un soppressore del midollo osseo, anemia, leucopenia, trombocitopenia, megaloblastosi e reticolociti ridotti possono essere previsti come conseguenza della sua somministrazione. La gravità di queste reazioni è dipendente dalla dose e dallo schema di trattamento. Possono essere previste modifiche nella morfologia cellulare del midollo osseo e degli strisci periferici.

Infezioni e infestazioni:

Le infezioni virali, batteriche, fungine, parassitarie o da saprofiti, in qualsiasi posizione nel corpo, possono essere associate all’uso di Citarabina da solo o in associazione con altri agenti immunosoppressori a seguito di dosi di immunosoppressori che influenzano l’immunità cellulare o umorale. Queste infezioni possono essere lievi, ma possono essere gravi e talvolta fatali.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

Una sindrome da Citarabina è stata descritta. E’caratterizzata da febbre, mialgia, dolore osseo, occasionalmente dolore toracico, rash maculopapulare, congiuntivite e malessere. Di solito si verifica 6 – 12 ore dopo la somministrazione del farmaco. I corticosteroidi si sono dimostrati utili nel trattamento e nella prevenzione di questa sindrome. Se i sintomi della sindrome sono abbastanza gravi da giustificare il trattamento, si deve prevedere l’uso dei corticosteroidi, nonché la continuazione della terapia con citarabina.

Le reazioni avverse riportate sono elencate sotto secondo le classi per sistema e organo e frequenza.

Le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: Molto comune (≥1/10)

Comune (≥1/100 a <1/10)

Non comune (≥1/1.000 a <1/100) Raro (≥1/10.000 a <1/1.000)

Molto raro (<1/10.000)

Non nota (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili)

Tabella delle reazioni avverse
Infezioni e infestazioni:
Molto comune Sepsi, polmonite, infezionea
Frequenza non nota Cellulite nel sito di iniezione, ascesso epatico
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Molto comune Insufficienza del midollo osseo, trombocitopenia, anemia, anemia megaloblastica, leucopenia, diminuzione della conta dei reticulociti
Disturbi del sistema immunitario:
Frequenza non nota Reazione anafilattica, edema allergico
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Comune Iperuricemia
Frequenza non nota Diminuzione dell’appetito
Patologie del sistema nervoso:
Tabella delle reazioni avverse
Freequenza non nota Neurotossicità, neurite, vertigini, mal di testa
Patologie dell’occhio:
Frequenza non nota Congiuntiviteb
Patologie cardiache:
Molto raro Aritmia
Frequenza non nota Pericardite
Patologie vascolari:
Frequenza non nota Tromboflebite
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Frequenza non nota Dispnea, dolore orofaringeo
Patologie gastrointestinali:
Molto commune
Comune Non comune
Stomatite, ulcerazione alla bocca, ulcera anale, infiammazione anale, diarrea, vomito, nausea, dolore addominale
Disfagia
Pneumatosi cistoide intestinale, colite necrotizzante, peritonite
Frequenza non nota Pancreatite, ulcera esofagea, esofagite
Patologie epatobiliari:
Molto comune Funzione epatica anomala
Frequenza non nota Ittero
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Molto comune Alopecia, eruzione cutanea
Comune Molto raro Ulcera alla cute
Idrosadenite eccrina neutrofila
Frequenza non nota Eritrodisestesia palmo plantare, orticaria, prurito, efelidi
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Molto comune Sindrome da citarabina
Patologie renali e urinarie:
Frequenza non nota Insufficienza renale, ritenzione uirinaria
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Molto comue Piressia
Frequenza non nota Dolore al petto, reazione nella sede di iniezionec
Esami diagnostici:
Molto comune Biopsia anomala del midollo osseo, test di striscio ematico anomalo
apuò essere lieve, ma può essere grave e a volte fatale

bpuò manifestarsi con rash e può essere emorragica con terapie a dosi elevate

c dolore e infiammazione nel sito di iniezione sottocutaneo

Tabella delle reazioni avverse

Le reazioni avverse dovute a un trattamento con dosi elevate di citarabina (vedere sezione 4.4) comprendono:

Tabella delle reazioni avverse (Terapia a dose elevata)
Infezioni e infestazioni:
Frequenza non nota Ascesso epatico, sepsi
Disturbi psichiatrici:
Frequenza non nota Cambiamento di personalitàa
Patologie del sistema nervoso:
Molto comune Disturbo cerebrale, disturbo cerebellare,
sonnolenza
Frequenza non nota Coma, convulsione, neuropatia motoria periferica, neuropatia sensoriale
periferica
Patologie dell’occhio:
Molto comune Patologie della cornea
Patologie cardiache:
Frequenza non nota Cardiomiopatiab
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Molto comune Sindrome da distress respiratorio acuto,
edema polmonare
Patologie gastrointestinali:
Comune Colite necrotizzante
Frequenza non nota Necrosi gastrointestinale, ulcera gastrointestinale, pneumatosi
intestinale, peritonite
Patologie epatobiliari:
Frequenza non nota Danno epatico, iperbilirubinemia
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comune Esfoliazione della pelle
aIl cambiamento di personalità è stato segnalato in associazione a disfunzione cerebrale e cerebellare.
bCon successiva morte

Altre reazioni avverse

Una polmonite interstiziale diffusa senza un chiaro motivo che potrebbe essere correlata alla citarabina è stata riportata nei pazienti trattati con dosi sperimentali intermedie di citarabina (1 g / m2) con e senza altri agenti emoterapeutici (meta- AMSA, daunorubicina, VP-16).

Una sindrome da distress respiratorio improvviso, con rapida progressione ad edema polmonare e una cardiomegalia radiograficamente pronunciata è stata segnalata dopo la terapia sperimentale ad alte dosi con citarabina utilizzata per il trattamento della leucemia recidiva; è stato riportato un esito fatale.

Disturbi del sistema nervoso:

nell’8-37% dei pazienti trattati con dosi elevate di citarabina, sono stati segnalati sintomi a carico del sistema nervoso centrale o cerebellare quali cambiamento della personalità, alterazione dello stato di vigilanza, disartria, atassia, tremori, nistagmo, mal di testa, confusione, sonnolenza, vertigini, coma, convulsioni, ecc. L’incidenza di tale sintomatologia negli anziani (> 55 anni) può essere anche più elevata. Altri fattori di predisposizione a tali disturbi sono l’insuffcienza epatica e renale, precedenti terapie del SNC (es. radioterapia) e abuso di alcol. Nella Maggior parte dei casi i disturbi al SNC sono reversibili.

Il rischio di tossicità a carico del SNC aumenta In caso di trattamento con alte dosi di citarabina per via e.v. in associazione con altri trattamenti tossici sul SNC come radioterapia o dosi elevate.

Disturbi gastrointestinali:

In aggiunta ai comuni sintomi, sono state segnalate reazioni gravi quali la perforazione intestinale o necrosi dell’ileo e peritonite, specialmente nei trattamenti con dosi elevate di citarabina.

Sono stati osservati dopo terapia con dosi elevate ascessi epatici, epatomegalia, sindrome Budd-Chiari (trombosi delle vene epatiche) e pancreatiti.

Altri:

Dopo trattamento con alte dosi di citarabina, sono stati segnalati rabdomiolisi, amenorrea e azospermia.

Uso intratecale

Citarabina non è raccomandata per l’uso intratecale; tuttavia i seguenti effetti collaterali sono stati riportati con tale utilizzo. Reazioni sistemiche attese: depressione del midollo osseo, nausea, vomito. Occasionalmente, sono state segnalate grave tossicità del midollo spinale che porta anche alla tetraplegia e paralisi, encefalopatia necrotizzante, con o senza convulsioni, cecità e altre neurotossicità isolate.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione

all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

04.9 Sovradosaggio

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Nessun antidoto specifico. I consigli per la gestione del sovradosaggio includono: l’interruzione della terapia seguita dal trattamento della conseguente depressione midollare, compresa la trasfusione del sangue intero o delle piastrine e antibiotici, se necessario. Un dosaggio di 4,5 g/m2 per infusione endovenosa somministrato in un’ora ogni 12 ore per 12 dosi ha causato un aumento inaccettabile nella tossicità del sistema nervoso centrale irreversibile e morte.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Gruppo farmacoterapeutico: agenti antineoplastici, analoghi della pirimidina. Codice ATC: L01BC01

La citarabina, un nucleoside analogo della pirimidina, è un agente antineoplastico che inibisce la sintesi dell’acido desossiribonucleico. Ha anche proprietà antivirali e immunosoppressive.

Studi dettagliati sul meccanismo di citotossicità in vitro suggeriscono che l’azione primaria di citarabina è l’inibizione della sintesi di deossicitidina, anche se l’inibizione della chinasi citidilica e l’incorporazione del composto negli acidi nucleici possono anche svolgere un ruolo nelle sue azioni citostatiche e citocide.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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La citarabina è deaminata a uracile arabinofuranosil nel fegato e nei reni. Dopo somministrazione endovenosa agli esseri umani, solo il 5,8% delle dosi somministrate viene escreto inalterato nelle urine entro 12-24 ore, il 90% della dose è escreta come prodotto deaminato. La citarabina sembra essere metabolizzata rapidamente, principalmente dal fegato e forse per via renale. Dopo singole dosi elevate per via endovenosa, i livelli ematici scendono a livelli non misurabili entro 15 minuti nella maggior parte dei pazienti. Alcuni pazienti hanno farmaco in circolo non dimostrabile già dopo 5 minuti dall’iniezione.

L’emivita del farmaco è di 10 minuti.

Citarabina ad alte dosi raggiunge livelli plasmatici di picco 200 volte maggiori di quelli osservati con il regime posologico convenzionale. Il picco di metabolita inattivo ARA-U, con il regime ad alto dosaggio, è stato osservato dopo soli 15 minuti. La clearance renale è più lenta con citarabina ad alte dosi rispetto a quella con citarabina alla dose convenzionale. I livelli raggiunti nel liquido cerebrospinale (CSF) dopo infusione endovenosa di alte dosi di 1-3 g/m2 di citarabina, sono circa 100-300 nanogrammi/ml.

Il picco dei livelli plasmatici raggiunto è circa 20-60 minuti dopo l’applicazione sottocutanea. A dosi comparabili, sono significativamente inferiori dei livelli plasmatici raggiunti dopo somministrazione per via endovenosa.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La citarabina è embriotossica e teratogena quando somministrata ai roditori durante il periodo dell’organogenesi a dosi clinicamente rilevanti. È stato riferito che citarabina provoca tossicità per lo sviluppo, compresi i danni al cervello in via di sviluppo, quando somministrata durante il periodo peri- e post-natale.

La citarabine è mutagena e clastogenica e ha portato a una trasformazione maligna delle cellule di roditori in vitro

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Acido cloridrico (per regolare il pH) Sodio idrossido (per regolare il pH) Acqua per preparazioni inettabili

06.2 Incompatibilità

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E’ stato riportato che le soluzioni di citarabina sono incompatibili con diversi farmaci, ad es. carbenicillina sodica, cefalotina sodica, fluorouracile, gentamicina solfato, eparina sodica, idrocortisone sodio succinato, insulina regolare, metilprednisolone sodio succinato, nafacillina sodica, oxacillina sodica, penicillina G sodica (benzilpenicillina), metotrexato, prednisolone succinato.

Tuttavia l’incompatibilità dipende da diversi fattori (ad esempio le concentrazioni del farmaco, diluenti specifici utilizzati, il pH risultante, temperatura). Devono essere consultati riferimenti specifici per informazioni sulla compatibilità specifica.

Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

06.3 Periodo di validità

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18 mesi

Dopo la prima apertura:

Dopo la prima apertura il prodotto deve essere utilizzato immediatamente.

Validità dopo diluizione:

Dopo diluizione, la stabilità chimica e fisica in uso è stata dimostrata per 8 giorni ad una temperatura al di sotto dei 25°C.

Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione in uso sono di responsabilità dell’utilizzatore e normalmente non dovrebbero superare le 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni asettiche controllate e validate.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare tra i 15°C ed i 25°C. Non refrigerare o congelare.

Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura e dopo la diluizione del medicinale, vedere il paragrafo 6.3.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Per 1 ml

La soluzione iniettabile è riempita in un flaconcino incolore di tipo I da 2 ml chiuso con tappo in gomma bromobutilica e con una chiusura di tipo flip off di alluminio verde.

Per 5 ml

La soluzione iniettabile è riempita in un flaconcino incolore di tipo I da 5 ml chiuso con tappo in gomma bromobutilica e con una chiusura di tipo flip off di alluminio blu.

Per 10 ml

La soluzione iniettabile è riempita in un flaconcino incolore di tipo I da 10 ml chiuso con tappo in gomma bromobutilica e con una chiusura di tipo flip off di alluminio rossa.

Per 20 ml

La soluzione iniettabile è riempita in un flaconcino incolore di tipo I da 20 ml chiuso con tappo in gomma bromobutilica e con una chiusura di tipo flip off di alluminio gialla.

La confezione contiene 1 flaconcino da 1 ml, 5 ml, 10 ml e 20 ml, rispettivamente. E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Solo per uso singolo.

Citarabina è destinata solo per uso endovenoso o sottocutaneo.

La soluzione diluita deve essere chiara, incolore e priva di particelle.

I farmaci ad uso parenterale devono essere controllati visivamente prima della somministrazione per le particelle e l’alterazione del colore quando la soluzione e il contenitore lo permettono.

Se la soluzione sembra di colore alterato o contiene particelle visibili, deve essere eliminata.

Citarabina iniettabile può essere diluita con acqua per preparazioni iniettabili sterile, glucosio per infusione endovenosa (5% p/v) o sodio cloruro per infusione endovenosa (0,9% p/v).

Lo studio di compatibilità sulla diluizione è stato condotto nelle sacche per infusione poliolefiniche.

La concentrazione in cui la stabilità fisico chimica di citarabina è stata dimostrata è 0,04-4 mg/ml.

Se si osserva cristallizzazione come risultato dell’esposizione a basse temperature, ridissolvere i cristalli riscaldando fino a 55°C per non più di

30 minuti e agitare fino al dissolvimento dei cristalli. Lasciare raffreddare a temperatura ambiente prima dell’uso.

Una volta aperto, il contenuto di ciascun flaconcino deve essere usato immediatamente e non conservato.

I liquidi per infusione contenenti citarabina devono essere usati immediatamente.

Linee guida sulla manipolazione dei citotossici

Somministrazione:

Deve essere somministrato da o sotto la diretta supervisione di un medico qualificato esperto nell’uso di agenti chemioterapici per il cancro.

Preparazione (Linee guida):

Gli agenti chemioterapici devono essere preparati per la somministrazione solo da professionisti addestrati per l’utilizzo sicuro della preparazione.

Operazioni come la diluizione ed il trasferimento nella siringa devono essere eseguite solo nell’area appropriata.

Il personale che esegue queste procedure deve essere adeguatamente protetto con camice, guanti e occhiali.

Il personale in gravidanza è avvisato di non manipolare i chemioterapici.

Contaminazione:

In caso di contatto con la pelle o gli occhi l’area interessata deve essere lavata con una grande quantità di acqua o soluzione fisiologica. Una crema leggera può essere utilizzata per trattare il bruciore transitorio della pelle. Se sono stati affetti gli occhi, deve essere richiesto il parere di un medico.

In caso di versamento, gli operatori devono indossare guanti e assorbire il materiale versato con una spugna tenuta nella zona per tale scopo. Sciacquare la zona due volte con acqua. Mettere tutte le soluzioni e le spugne in un sacchetto di plastica e sigillarlo.

Smaltimento:

Le siringhe, il contenitore ed i materiali assorbenti, la soluzione e qualsiasi altro materiale contaminato devono essere posti in un sacchetto di plastica di spessore o altro contenitore impermeabile e incenerito a 1100oC.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Fresenius Kabi Italia S.r.l. Via Camagre, 41

37063 Isola della Scala (VR)

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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IMMISSIONE IN COMMERCIO 040894014 “100 mg/ml soluzione iniettabile o per infusione” 1 flaconcino in vetro da 1 ml

040894026 “100 mg/ml soluzione iniettabile o per infusione” 1 flaconcino in vetro da 5 ml

040894038 “100 mg/ml soluzione iniettabile o per infusione” 1 flaconcino in vetro da 10 ml

040894040 “100 mg/ml soluzione iniettabile o per infusione” 1 flaconcino in vetro da 20 ml

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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7 Marzo 2013

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-