Clamodin 250 mg: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Clamodin 250 mg

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Clamodin 250 mg: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

Indice

CLAMODIN 250 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

Indice

Ogni compressa rivestita con film contiene:

Principio attivo: claritromicina 250 mg

Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1, “Lista degli eccipienti”.

03.0 Forma farmaceutica

Indice

Compresse rivestite con film.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

Indice

Trattamento di infezioni causate da patogeni sensibili alla claritromicina. Infezioni del tratto rino-faringeo (tonsilliti, faringiti), dei seni paranasali. Infezioni del tratto respiratorio inferiore: bronchiti, polmoniti batteriche e polmoniti atipiche. Infezioni della pelle: impetigine, erisipela, follicolite, foruncolosi e ferite infette.

Infezioni odontostomatologiche acute e croniche sostenute da germi sensibili.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

Indice

Compresse rivestite con film:

La dose raccomandata di claritromicina nell’adulto è di 1 compressa da 250 mg ogni 12 ore. Nei casi di infezioni gravi il dosaggio può essere aumentato fino a 500 mg ogni 12 ore.

Nelle infezioni odontostomatologiche, la dose raccomandata è di 250 mg ogni 12 ore per una durata di 5 giorni.

La claritromicina può essere usata in combinazione con altri farmaci.

Claritromicina è stata usata inoltre anche nei seguenti schemi terapeutici:

claritromicina + tinidazolo e omeprazolo o lansoprazolo

claritromicina + metronidazolo e omeprazolo o lansoprazolo

claritromicina + tetraciclina, bismuto subsalicilato, e ranitidina

claritromicina + amoxicillina e lansoprazolo

claritromicina + ranitidina bismuto citrato

Sono stati condotti studi clinici usando la sospensione pediatrica di claritromicina in bambini da 6 mesi a 12 anni di età. Pertanto, i bambini sotto i 12 anni dovrebbero usare la sospensione pediatrica di claritromicina (granulato per sospensione orale). Non ci sono dati sufficienti per raccomandare uno schema posologico della formulazione endovena di claritromicina nei pazienti con meno di 18 anni di età.

Nei pazienti con insufficienza renale, con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta della metà, cioè 250 mg una volta al giorno, o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni più gravi. Il trattamento non deve essere proseguito oltre 14 giorni in questi pazienti. Poiché la compressa non può essere divisa, la dose da 500 mg al giorno non può essere ridotta, e la claritromicina 500 mg compressa a rilascio modificato non deve essere utilizzato in questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.3).

04.3 Controindicazioni

Indice

CLAMODIN è controindicato nei pazienti con ipersensibilità nota agli antibiotici appartenenti alla classe dei macrolidi, o ad uno qualsiasi dei suoi eccipienti.

È controindicata la concomitante somministrazione di claritromicina con uno qualsiasi dei seguenti farmaci: astemizolo, cisapride, pimozide, terfenadina poiché può verificarsi un prolungamento dell’intervallo QT e aritmie cardiache, incluse tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione di punta (vedere paragrafo 4.5).

È controindicata la somministrazione contemporanea con ticagrelor o ranolazina.

È controindicata la somministrazione contemporanea di claritromicina e ergotamina o diidroergotamina, a causa del rischio di tossicità da ergot.

CLAMODIN non deve essere data a pazienti con storia di prolungamento dell’intervallo QT o di aritmia cardiaca, inclusa torsione di punta (vedere paragrafo 4.4 e 4.5).

CLAMODIN non deve essere utilizzata contemporaneamente con gli inibitori delle HMG CoA reduttasi (statine) che sono estensivamente metabolizzate dal citocromo CYP3A4 (lovastatina o simvastatina), a causa dell’aumento del rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.5).

CLAMODIN non deve essere dato a pazienti con ipokalemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT).

CLAMODIN non deve essere utilizzata in pazienti che soffrono di grave insufficienza epatica in combinazione con compromissione renale.

Come con altri inibitori forti del citocromo CYP3A4, la claritromicina non deve essere usata in pazienti in trattamento con colchicina.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

Indice

Il medico non deve prescrivere claritromicina a donne in gravidanza senza valutare accuratamente il profilo beneficio-rischio, soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

Cautela è consigliata nei pazienti con grave insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2).

È necessario porre attenzione alla possibilità di una resistenza crociata tra claritromicina ed altri macrolidi, lincomicina e clindamicina.

I livelli plasmatici di claritromicina non sembrano essere modificati in modo apprezzabile da emodialisi o dialisi peritoneale.

La claritromicina è escreta principalmente dal fegato. Pertanto particolare cautela dovrà essere posta nella somministrazione dell’antibiotico a pazienti con funzionalità epatica ridotta. È necessaria cautela anche quando la claritromicina è somministrata a pazienti con insufficienza renale di grado moderato o severo e negli anziani (oltre i 65 anni).

Sono stati segnalati casi di insufficienza epatica fatale (vedere paragrafo 4.8). Alcuni pazienti possono avere avuto malattie epatiche pre-esistenti o possono essere in trattamento con altri medicinali epatotossici. A questi pazienti si deve consigliare di interrompere il trattamento e contattare il proprio medico se mostrano i segni e i sintomi della malattia epatica, come anoressia, ittero, urine scure, prurito, o addome molle.

Sono segnalati aumenti dei livelli di cisapride quando somministrata contemporaneamente a claritromicina, ciò può causare un prolungato intervallo QT, aritmie cardiache inclusa la tachicardia ventricolare, fibrillazione

ventricolare e torsione di punta; gli stessi effetti si sono osservati in pazienti in terapia concomitante claritromicina-pimozide (vedere paragrafo 4.3).

In seguito all’assunzione del prodotto, sono stati segnalati alcuni casi di comparsa di granulocitopenia; manifestazione peraltro scomparsa alla sospensione del trattamento.

La colite pseudomembranosa è stata riportata con quasi tutti gli agenti antibatterici, compresi macrolidi, con un intervallo di gravità che può variare da lieve a pericoloso per la vita. La diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) è stata ripotata con l’utilizzo di quasi tutti gli agenti antibatterici tra cui la claritromicina con un intervallo di gravità che può variare dalla diarrea lieve alla colite fatale. Il trattamento con agenti antibatterici altera la normale flora intestinale, che può portare a una crescita eccessiva di C. difficile. In tutti i pazienti che, in seguito all’assunzione di antibiotici, lamentino episodi di diarrea, si deve valutare l’eventuale presenza di CDAD. Questi pazienti devono essere sottoposti ad un’attenta anamnesi poiché è stato segnalato che il CDAD si può presentare nel corso dei due mesi che seguono l’assunzione di agenti antibatterici. Pertanto, la sospensione della terapia con claritromicina deve essere considerata indipendentemente dell’indicazione. Devono essere effettuati test microbiologici e iniziato un trattamento adeguato. Devono essere evitati farmaci che inibiscono la peristalsi.

Sono stati riportati casi post-marketing di tossicità da colchicina con l’uso concomitante di colchicina e claritromicina, specialmente in pazienti anziani, alcuni dei casi segnalati si sono verificati in pazienti con insufficienza renale. Sono stati riportati decessi in alcuni di questi pazienti (vedere paragrafo 4.5). La somministrazione concomitante di claritromicina e colchicina è controindicata (vedere paragrafo 4.3). Si consiglia cautela riguardo la somministrazione concomitante di claritromicina e triazolobenzodiazepine, come triazolam e midazolam (vedere paragrafo 4.5).

Si consiglia cautela riguardo la somministrazione concomitante di claritromicina con altri medicinali ototossici, in particolare con aminoglicosidi. Il monitoraggio del funzionamento vestibolare e uditivo deve essere effettuato durante e dopo il trattamento.

A causa del rischio di prolungamento dell’intervallo QT, claritromicina deve essere usata con cautela in pazienti con malattia arteriosa coronarica, grave insufficienza cardiaca, ipomagnesiemia, bradicardia (<50 bpm), o quando co- somministrato con altri prodotti medicinali associati ad un prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafo 4.5). Claritromicina non deve essere utilizzato in pazienti con prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito o storia di aritmia ventricolare (vedere paragrafo 4.3).

Polmonite: In vista dell’emergente resistenza dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, è importante che i test di sensibilità siano eseguiti in caso di prescrizione della claritromicina per la polmonite acquisita in comunità. Nella polmonite acquisita in ospedale, la claritromicina deve essere utilizzato in combinazione con altri antibiotici appropriati.

Infezioni della pelle e dei tessuti molli da lievi a moderate: queste infezioni sono più spesso causate da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes,

entrambi possono essere resistenti ai macrolidi. Pertanto, è importante che venga eseguito il test di sensibilità.

Nei casi in cui non possono essere utilizzati antibiotici beta-lattamici (ad esempio allergie), altri antibiotici, come la clindamicina, possono essere i farmaci di prima scelta. Attualmente, i macrolidi sono solo considerati svolgere un ruolo in alcune infezioni della pelle e dei tessuti molli, come quelle causate da Corynebacterium minutissimum, acne vulgaris e erisipela e in situazioni in cui il trattamento con penicillina non può essere utilizzato.

In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acute, come l’anafilassi, la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica, la terapia con claritromicina dovrebbe essere interrotta immediatamente e un trattamento appropriato deve essere iniziato con urgenza.

Claritromicina deve essere usato con cautela quando somministrato in concomitanza con farmaci che inducono l’enzima CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).

Inibitori delle HMG-CoA reduttasi (statine): l’uso concomitante di claritromicina con lovastatina o simvastatina è controindicato (vedere paragrafo 4.3). Si deve usare cautela nel prescrivere claritromicina con altre statine. In pazienti che assumono claritromicina e statine è stata riportata rabdomiolisi. I pazienti devono essere monitorati per segni e

sintomi di situazioni di miopatia. Nelle situazioni in cui l’uso concomitante di claritromicina con statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la dose autorizzata più bassa. Si può considerare l’uso di statine che non dipendono dal metabolismo del citocromo CYP3A (es. fluvastatina) (vedere paragrafo 4.5).

Agenti ipoglicemizzanti orali/Insulina: L’uso concomitante di claritromicina e ipoglicemizzanti orali (come le sulfaniluree) e/o insulina può provocare un notevole stato di ipoglicemia. Si raccomanda un attento monitoraggio del glucosio (vedere paragrafo 4.5).

Anticoagulanti orali: C’è un rischio di gravi emorragie e aumenti significativi del Rapporto Internazionale Normalizzato (INR) e del tempo di protrombina quando la claritromicina è somministrata con warfarin (vedere paragrafo 4.5). L’INR e i tempi di protrombina devono essere frequentemente monitorati mentre i pazienti ricevono claritromicina insieme ad anticoagulanti orali.

L’uso di qualsiasi terapia antimicrobica, come la claritromicina, per il trattamento dell’infezione da H. pylori può provocare l’insorgenza di batteri resistenti al farmaco.

Come con altri antibiotici, l’uso prolungato o ripetuto di claritromicina può provocare la colonizzazione e l’aumento del numero di batteri resistenti e di funghi. Se si verifica l’insorgenza di superinfezioni, si deve adottare una terapia idonea.

È necessario porre attenzione alla possibilità di una resistenza crociata tra claritromicina ed altri macrolidi come lincomicina e clindamicina.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Indice

L’uso dei seguenti farmaci è strettamente controindicato a causa dei potenziali gravi effetti di interazione:

Cisapride, pimozide, astemizolo e terfenadina

Elevati livelli di cisapride sono stati riscontrati in pazienti che assumevano contemporaneamente cisapride e claritromicina. L’assunzione concomitante ha dato luogo a prolungato intervallo QT, aritmie cardiache inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione di punta. Effetti simili sono stati osservati in pazienti che assumevano contemporaneamente claritromicina e pimozide (vedere paragrafo 4.3).

E’ riportato che i macrolidi alterano il metabolismo della terfenadina aumentandone i livelli che occasionalmente sono stati associati ad aritmie cardiache, quali prolungato intervallo QT, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione di punta (vedere paragrafo 4.3).

In uno studio di 14 volontari sani, la somministrazione concomitante di claritromicina e terfenadina, risulta in un aumento da 2 a 3 volte dei livelli nel siero del metabolita acido della terfenadina e nel prolungamento dell’intervallo QT che non porta ad alcun effetto clinicamente rilevabile. Effetti simili sono stati osservati con la somministrazione concomitante di astemizolo e altri macrolidi.

Ergotamina/didroergotamina

Dati di post-marketing indicano che la co-somministrazione di claritromicina ed ergotamina o diidroergotamina è stata associata con tossicità acuta da ergot caratterizzata da vasospasmo e ischemia delle estremità e di altri tessuti, incluso il Sistema Nervoso Centrale.

È controindicata la concomitante somministrazione di claritromicina e questi farmaci (vedere paragrafo 4.3).

Inibitori della HMG-CoA Redattasi (statine)

L’uso concomitante di claritromicina con lovastatina o simvastatina è controindicato (vedere paragrafo 4.3) poiché queste statine sono ampiamente metabolizzate dal CYP3A4 e il trattamento concomitante con claritromicina aumenta la loro concentrazione plasmatica, che aumenta il rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi. Segnalazioni di rabdomiolisi sono già state ricevute per pazienti che assumono claritromicina in concomitanza con queste statine. Se il trattamento con claritromicina non può essere evitato, la terapia con simvastatina deve essere sospesa durante il corso del trattamento.

Cautela deve essere esercitata quando si prescrive claritromicina con statine. In situazioni dove l’uso concomitante di claritromicina con statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la dose autorizzata più bassa. L’uso di una statina che non dipende dal metabolismo del CYP3A (es. fluvastatina) può essere preso in considerazione. I pazienti devono essere monitorati se mostrano segni o i sintomi di miopatia.

Effetti di altri medicinali sulla claritromicina

I farmaci che sono induttori del CYP3A (ad esempio rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, erba di San Giovanni) possono indurre il metabolismo di claritromicina. Questo può portare a livelli sub-terapeutici di claritromicina che porta ad una ridotta efficacia.

Inoltre, può essere necessario monitorare i livelli plasmatici dell’induttore del CYP3A, che può essere aumentato a causa dell’inibizione del CYP3A da parte della claritromicina (vedere anche le informazioni sul prodotto rilevanti per la

somministrazione di inibitori del CYP3A4). La somministrazione concomitante di rifabutina e claritromicina ha comportato un aumento della rifabutina e una diminuzione dei livelli sierici di claritromicina insieme ad un aumento del rischio di uveite.

È stato accertato o si sospetta che i seguenti farmaci influenzino negativamente le concentrazioni di claritromicina circolante; può essere necessario procedere ad un aggiustamento del dosaggio di claritromicina o può essere presa in considerazione l’eventualità di un ricorso a terapie alternative.

Efavirenz, nevirapina, rifampicina, rifabutina e rifapentina

I farmaci che risultano essere forti induttori del metabolismo del citocromo P450 come l’efavirenz, la nevirapina, la rifampicina, la rifabutina e la rifapentina possono accelerare il metabolismo della claritromicina e di conseguenza abbassare i livelli plasmatici della claritromicina, aumentando al contempo i livelli plasmatici del 14(R)-idrossi-claritromicina (14-OH- claritromicina), un metabolita che risulta anche attivo dal punto di vista microbiologico. Poiché le attività microbiologiche della claritromicina e della 14- OH-claritromicina sono differenti per batteri diversi, l’effetto terapeutico previsto può essere annullato nel corso della somministrazione concomitante di claritromicina e degli induttori enzimatici.

Etravirina

L’esposizione alla claritromicina è diminuita dall’etravirina. Tuttavia, le concentrazioni del metabolita attivo, 14-0H-claritromicina, sono aumentate. Poiché il 14-0H-claritromicina ha ridotto l’attività contro il complesso del Mycobacterium avium (MAC), l’attività complessiva contro questo patogeno può essere alterata; quindi per il trattamento del MAC deve essere considerata un’alternativa alla claritromicina.

Fluconazolo

La somministrazione concomitante di 200mg di fluconazolo al giorno e di una dose pari a 500mg di claritromicina, due volte al giorno, a 21 volontari sani, ha determinato aumenti della concentrazione minima basale media di claritromicina (Cmin) e dell’area sotto la curva (AUC) pari al 33% e al 18% rispettivamente. Le concentrazioni basali del metabolica attivo, la 14-OH- claritromicina, non sono state influenzate in maniera significativa dalla somministrazione concomitante di fluconazolo. Non è necessario procedere ad alcun aggiustamento del dosaggio di claritromicina.

Ritonavir

Uno studio di farmacocinetica ha dimostrato che la somministrazione concomitante di ritonavir 200 mg ogni 8 ore e claritromicina 500 mg ogni 12 ore hanno determinato una marcata inibizione del metabolismo della claritromicina. La Cmax della claritromicina è aumentata del 31%, la Cmin è aumentata del 182% e l’AUC è aumentata del 77% con la somministrazione concomitante di ritonavir. È stata notata un’inibizione sostanzialmente completa della formazione di 14-0H-clritromicina. A causa dell’ampia finestra terapeutica della claritromicina, non deve essere necessaria una riduzione del dosaggio nei pazienti con normale funzionalità renale. Tuttavia, per pazienti con insufficienza renale, i seguenti aggiustamenti del dosaggio devono essere considerati:

Per i pazienti con CLCR da 30 a 60 ml/min la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%.

Per i pazienti con CLCR <30 ml/min la dose di claritromicina deve essere diminuita del 75%.

Dosi di claritromicina superiore a lgm/giorno non devono essere co- somministrate con ritonavir.

Aggiustamenti posologici simili devono essere considerati nei pazienti con funzionalità renale ridotta quando ritonavir viene utilizzato come potenziatore farmacocinetico con altri inibitori della proteasi dell’HIV, tra cui atazanavir e saquinavir (vedere la paragrafo di seguito, interazioni farmacologiche Bidirezionali).

Effetti della claritromicina su altri medicinali

Interazioni basate sul CYP3A

La somministrazione concomitante di claritromicina, che come è noto inibisce il CYP3A, e di un farmaco metabolizzato dal CYP3A, potrebbe essere associata ad aumenti delle concentrazioni del farmaco che potrebbero potenziare o prolungare gli effetti terapeutici e gli effetti avversi del farmaco somministrato in concomitanza.

La claritromicina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti sottoposti a terapia con altri farmaci che sono ritenuti essere substrati dell’enzima CYP3A, soprattutto se il substrato del CYP3A presenta un ristretto margine di sicurezza (ad esempio la carbamazepina) e/o se il substrato viene metabolizzato in maniera estesa da quest’enzima.

Si deve prendere in considerazione aggiustamenti del dosaggio e, quando risulti possibile, si devono attentamente monitorare le concentrazioni sieriche dei farmaci metabolizzati principalmente dal CYP3A nei pazienti sottoposti a terapia concomitante con claritromicina.

I farmaci, o classi di farmaci, noti o ritenuti essere metabolizzati dallo stesso citocromo sono: alprazolam, astemizolo, carbamazepina, cilostazolo, cisapride, ciclosporina, disopiramide, alcaloidi dell’ergot, lovastatina, metilprednisolone, midazolam, omeprazolo, anticoagulanti orali (es. warfarin), pimozide, chinidina, rifabutina, sildenafil, simvastatina, sirolimus, tacrolimus, terfenadina, triazolam e vinblastina.

Altri farmaci che interagiscono con un meccanismo simile nell’ambito del sistema del citocromo P450 sono fenitoina, teofillina e valproato.

Antiaritmici

Ci sono state segnalazioni post-marketing di torsione punta a seguito dell’impiego concomitante di claritromicina e chinidina o disopiramide. Nel corso della somministrazione di questi farmaci con la claritromicina è necessario effettuare un monitoraggio del tracciato elettrocardiografico per rilevare l’eventuale presenza di un prolungamento dell’intervallo QT. Durante la terapia con claritromicina devono essere monitorate le concentrazioni sieriche di questi farmaci.

Ci sono state segnalazioni post-marketing di ipoglicemia con la somministrazione concomitante di claritromicina e disopiramide. Pertanto i livelli di glucosio nel sangue devono essere monitorate durante la somministrazione concomitante di claritromicina e disopiramide.

Agenti ipoglicemizzanti orali/Insulina

Con alcuni farmaci ipoglicemizzanti, come nateglinide, e repaglinide, può verificarsi l’inibizione dell’enzima CYP3A da parte della claritromicina e può causare ipoglicemia quando usato in concomitanza. Si raccomanda un attento monitoraggio del glucosio.

Omeprazolo

È stata somministrata claritromicina (500 mgi ogni 8 ore) in associazione all’omeprazolo (40 mg al giorno) a soggetti adulti sani. Le concentrazioni plasmatiche allo steady-state di omeprazolo sono risultate aumentate (la Cmax, l’AUC 0-24 ed il t1/2 sono aumentati del 30%, dell’89% e del 34% rispettivamente) a causa della somministrazione concomitante di claritromicina.

Il valore del pH gastrico medio, nel corso di 24 ore, è risultato pari a 5,2 quando l’omeprazolo è stato somministrato in monoterapia ed è risultato pari a 5,7 quando l’omeprazolo è stato somministrato in concomitanza alla claritromicina.

Sildenafil, tadalafil e vardenafil

Ognuno di questi inibitori della fosfodiesterasi viene metabolizzato, almeno parzialmente, dal CYP3A e il CYP3A può essere inibito dalla claritromicina somministrata in concomitanza. È molto probabile che la somministrazione concomitante di claritromicina e sildenafil, tadalafil o vardenafil determini un aumento dell’esposizione all’inibitore della fosfodiesterasi. Deve pertanto essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di sildenafil, tadalafil e vardenafil quando tali farmaci vengono somministrati in concomitanza alla claritromicina.

Teofillina, carbamazepina

Risultati di studi clinici hanno dimostrato un modesto ma statisticamente significativo (p≤0.05) aumento dei livelli plasmatici di teofillina o carbamazepina e quando questi siano somministrati contemporaneamente alla claritromicina. Può essere necessario considerare una riduzione della dose.

Tolterodina

La via metabolica principale della tolterodina passa attraverso l’isoforma 2D6 del citocromo P450 (CYP2D6). Tuttavia, in un sottoinsieme di popolazione, sprovvisto di CYP2D6, la via metabolica identificata è rappresentata dal CYP3A. In questo sottoinsieme di popolazione, l’inibizione del CYP3A determina concentrazioni sieriche di tolterodina significativamente più elevate. Una riduzione del dosaggio di tolterodina può essere necessaria in presenza degli inibitori del CYP3A, della come la claritromicina nella popolazione con ridotta capacità di metabolizzazione del CYP2D6.

Triazolobenzodiazepine (ad esempio alprazolam, midazolam, triazolam)

Quando il midazolam è stato somministrato in concomitanza alla claritromicina in compresse (500mg due volte al giorno), l’AUC del midazolam è risultata aumentata di 2,7 volte in seguito alla somministrazione di midazolam per via endovenosa e di 7 volte in seguito alla somministrazione di questo farmaco per via orale. La somministrazione concomitante di midazolam orale e claritromicina deve essere evitata. Se midazolam per via endovenosa viene somministrato in concomitanza alla claritromicina è necessaria necessario

monitorare attentamente il paziente per poter effettuare un aggiustamento del dosaggio.

Le stesse precauzioni devono essere adottate in presenza di altre benzodiazepine che vengono metabolizzate dal CYP3A, incluso il triazolam e l’alprazolam. Nel caso di benzodiazepine la cui eliminazione non dipenda dal CYP3A (temazepam, nitrazepam, lorazepam), è improbabile che si verifichi un’interazione importante dal punto di vista clinico con la claritromicina.

Nel corso dell’esperienza post-marketing, in seguito all’uso concomitante di claritromicina e triazolam, sono state segnalate interazioni farmacologiche ed effetti a carico del sistema nervoso centrale (SNC) (ad esempio sonnolenza e confusione). Si consiglia di monitorare il paziente per tenere sotto controllo i potenziali effetti farmacologici che ciò potrebbe determinare a carico del Sistema Nervoso Centrale.

Altre interazioni da farmaci

Aminoglicosidi

Si consiglia cautela durante la somministrazione concomitante di claritromicina con altri farmaci ototossici, specialmente con aminoglicosidi (vedere paragrafo 4.4).

Colchicina

La colchicina è substrato sia del CYP3A che della pompa di efflusso, P- glicoproteina (Pgp). È noto che laclaritromicina e altri macrolidi inibiscono il CYP3A e il Pgp. Quando la claritromicina e la colchicina sono somministrate contemporaneamente, l’inibizione del CYP3A e/o del Pgp da parte della claritromicina può portare ad aumentata esposizione alla colchicina. Monitorare i pazienti per l’insorgenza di sintomi clinici di tossicità da colchicina (vedere paragrafo 4.4).

Digossina

Si ritiene che la digossina sia un substrato della pompa di efflusso, P- glicoproteina (Pgp). È noto che la claritromicina è in grado di inibire la Pgp. Quando la digossina e la claritromicina vengono somministrate in concomitanza, l’inibizione della Pgp da parte della claritromicina può determinare un aumento dell’esposizione alla digossina. Sono anche stati segnalati aumenti delle concentrazioni plasmatiche di digossina nel corso della vigilanza post-marketing nei pazienti sottoposti a terapia concomitante a base di digossina e claritromicina. Alcuni pazienti hanno evidenziato segni clinici analoghi a quelli che si presentano in caso di tossicità da digossina, tra cui l’insorgenza di aritmie potenzialmente fatali. Le concentrazioni plasmatiche di digossina devono essere monitorate attentamente mentre i pazienti sono sottoposti a terapia concomitante con digossina e claritromicina

Zidovudina

La concomitante somministrazione di claritromicina in compresse e zidovudina in pazienti adulti con infezioni da HIV può determinare una riduzione della concentrazione di zidovudina allo steady state.

Poiché la claritromicina sembra interferire con l’assorbimento della zidovudina somministrata contemporaneamente per via orale, è opportuno sfalsare le due somministrazioni di 4 ore.

Tale interazione non compare nei pazienti pediatrici quando la claritromicina in sospensione sia assunta contemporaneamente a zidovudina o didanosina. Questa interazione è improbabile quando la claritromicina è somministrata in infusione endovenosa.

Fenitoina e valproato

Ci sono state segnalazioni spontanee o report pubblicati sull’interazione degli inibitori del CYP3A, compresi la claritromicina, con farmaci non pensati per essere metabolizzati dal CYP3A (ad esempio fenitoina e valproato). Si raccomanda di determinare i livelli sierici di questi farmaci quando sono somministrati in concomitanza con claritromicina. Sono stati segnalati livelli sierici aumentati.

Interazioni farmacologiche bidirezionali

Atazanavir

La claritromicina e l’atazanavir sono entrambi substrati ed inibitori del CYP3A ed esistono prove di interazione farmacologica bidirezionale tra questi farmaci. La somministrazione concomitante di claritromicina (500mg due volte al giorno) e di atazanavir (400mg una volta al giorno) ha determinato un aumento di ben 3 volte dell’esposizione alla claritromicina ed una diminuzione del 70% dell’esposizione alla 14-OH-claritromicina, con un aumento del 28% della AUC di atazanavir. In virtù della larga finestra terapeutica della claritromicina, non dovrebbe essere necessario procedere ad alcuna riduzione del dosaggio nei pazienti che presentano funzionalità renale normale. Nel caso di pazienti che presentino un’insufficienza renale di grado moderato (nei quali la clearance della creatinina va da 30 a 60mL/min), il dosaggio di claritromicina deve essere ridotto del 50%. Nel caso di pazienti in cui la clearance della creatina risulti minore di 30mL/min, il dosaggio di claritromicina deve essere ridotto del 75%, utilizzando un’idonea formulazione di claritromicina. Si consiglia la somministrazione di dosi di claritromicina superiori a 1000 mg al giorno in concomitanza alla somministrazione degli inibitori della proteasi.

Bloccanti dei canali del calcio

Si raccomanda cautela riguardo la somministrazione concomitante di claritromicina e i bloccanti dei canali per il calcio metabolizzati dal CYP3A4 (es. verapamil, amlodipina, diltiazem) a causa del rischio di ipotensione. Le concentrazioni plasmatiche di claritromicina, come pure dei bloccanti dei canali del calcio, possono aumentare a causa di dell’interazione. Nei pazienti che assumono claritromicina e verapamil in concomitanza sono state osservate ipotensione, bradiaritmie e acidosi lattica.

Itraconazolo

La claritromicina e l’itraconazolo sono entrambi substrati ed inibitori del CYP3A e ciò determina un’interazione farmacologica bidirezionale tra questi farmaci. La claritromicina può determinare un aumento dei livelli plasmatici di itraconazolo mentre l’itraconazolo può aumentare i livelli plasmatici della claritromicina. I pazienti che assumono claritromicina e itraconazolo in concomitanza devono essere attentamente monitorati per rilevare l’eventuale presenza di alcuni segni e sintomi del potenziamento e del prolungamento degli effetti farmacologici.

Saquinavir

La claritromicina e il saquinavir sono entrambi substrati ed inibitori del CYP3A ed esistono prove di un’interazione farmacologica bidirezionale fra questi farmaci. La somministrazione concomitante di claritromicina (500mg due volte al giorno) e di saquinavir (capsule molli di gelatina, 1200mg tre volte al giorno) a 12 volontari sani ha determinato valori basali di AUC e Cmax che sono risultati superiori del 177% e del 187% rispetto a quelli rilevati in caso di somministrazione di saquinavir in monoterapia. I valori relativi alla AUC ed alla Cmax della claritromicina sono risultati approssimativamente superiori del 40% rispetto a quelli rilevati in caso di somministrazione di claritromicina in monoterapia. Non è necessario procedere ad alcun aggiustamento del dosaggio quando i due farmaci vengono somministrati in concomitanza per un periodo di tempo limitato alle dosi/formulazioni studiate. Le osservazioni emerse dagli studi di interazione farmacologica eseguiti utilizzando la formulazione in capsule molli di gelatina potrebbero non essere rappresentative degli effetti rilevati ricorrendo alla formulazione di saquinavir in capsule rigide di gelatina. Le osservazioni emerse dagli studi di interazione farmacologica svolti somministrando saquinavir in monoterapia potrebbero non essere rappresentative degli effetti rilevati con la terapia combinata saquinavir/ritonavir. Nel momento in cui saquinavir venisse somministrato in concomitanza al ritonavir, si deve procedere ad un’attenta valutazione degli effetti potenziali che il ritonavir potrebbe avere sulla claritromicina.

04.6 Gravidanza e allattamento

Indice

za

La sicurezza di claritromicina per l’uso durante la gravidanza non è stata stabilita. In base ai risultati variabili ottenuti dagli studi sui topi, ratti, conigli e scimmie, non si può escludere la possibilità di effetti avversi sullo sviluppo embrio-fetale. Pertanto, l’utilizzo durante la gravidanza non è consigliato senza un’accurata valutazione del rischio/beneficio.

Allattamento

La sicurezza della claritromicina usata durante l’allattamento al seno non è stata stabilita. Claritromicina è escreto nel latte materno umano.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Indice

i Non sono disponibili dati dell’effetto della claritromicina sulla capacità di guidare o sull’uso di macchinari. Il rischio di

capogiri, vertigini, confusione e disorientamento, che può verificarsi in seguito alla somministrazione, deve essere

tenuto in considerazione prima che il paziente guidi o utilizzi macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

Indice

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse più frequenti e comuni relative alla terapia con claritromicina sia per le popolazioni adulte che per i pazienti pediatrici sono dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e alterazione del gusto. Queste reazioni avverse sono generalmente di lieve intensità e sono coerenti con il

profilo di sicurezza conosciuto per antibiotici della classe dei macrolidi (vedere paragrafo b).

Non c’era alcuna differenza significativa nell’incidenza di queste reazioni avverse relative all’apparato gastrointestinale durante i trials clinici tra la popolazione di pazienti con o senza preesistenti infezioni da micobatteri.

Tabella riassuntiva delle reazioni avverse

La seguente Tabella riporta gli eventi avversi segnalati nel corso degli studi clinici e dell’esperienza post-marketing, nei pazienti sottoposti a terapia con claritromicina in compresse a rilascio immediato, granuli per sospensione orale, polvere per soluzione per iniezione, compresse a rilascio prolungato e compresse a rilascio modificato.

Le reazioni considerate almeno possibilmente legate alla claritromicina vengono riportate secondo la classificazione per organi e sistemi e usando per la frequenza la seguente convenzione: molto comune ≥1/10, comune ≥1/100,

<1/10),non comune ≥1/1000, <1/100 e non nota (reazioni avverse dall’esperienza post-marketing; la frequenza non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili).

All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità, quando la gravità può essere valutata.

Classificazione per organi e sistemi Molto comune
≥1/10
Comune
≥1/100,
<1/10
Non comune
≥1/1000,
<1/100
Non nota
(non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili)
Infezioni ed infestazioni Cellulite1, candidiasi, gastroenterite2, infezione3, infezione
vaginale
Colite pseudomembran osa, erisipela
Disturbi del sistema ematico e
linfatico
Leucopenia, neutropenia4, trombocitemia3,
eosinofilia4
Agranulocitosi, trombocitopenia
Disturbi del sistema
immunitario5
Reazioni anafilattoide1,
ipersensibilità
Reazioni anafilattiche,
angioedema
Disturbi del metabolismo e
della nutrizione
Anoressia, riduzione
dell’appetito
Disturbi psichiatrici Insonnia Ansia, nervosismo3, pianto3 Disturbo psicotico, stato confusionale, depersonalizzazi one, depressione,
disorientamento,
allucinazioni,
incubi
Patologie del sistema nervoso Disgeusia, mal di testa, alterazione del gusto Perdita di coscienza1, discinesia1, capogiro, sonnolenza7,
tremore
Convulsioni, ageusia, parosmia, anosmia, parestesia
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigine, compromissione dell’udito,
tinnito
Sordità
Patologie cardiache Arresto cardiaco1, fibrillazione atriale1, tracciato ECG con prolungamento dell’intervallo QT8,
extrasistole1, palpitazioni
Torsione di punta8, tachicardia ventricolare8
Patologie
vascolari
Vasodilatazio
ne1
Emorragia9
Patologie del sistema respiratorio, toracico e
mediastinico
Asma1, epistassi2, embolia polmonare1
Patologie gastrointestinal i Diarrea10, vomito, dispepsia, nausea, dolore addominale Esofagite1, malattia da reflusso gastroesofageo2
, gastrite, proctalgia2, stomatite, glossite, distensione addominale2, costipazione, secchezza delle fauci, eruttazione, flatulenza
Pancreatite acuta, discolorazione della lingua, discolorazione dei denti
Patologie epatobiliari Test della funzionalità epatica alterato Colestasi4, epatite4, alanino- aminotrasferasi
aumentate,
Compromissione della funzionalità epatica11, ittero epatocellulare
aspartato- aminotrasferasi aumentate, gammaglutamil- trasferasi
aumentate4
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione, iperidrosi Dermatite bollosa1, prurito, orticaria, eruzione
maculo- papulare3
Sindrome di Stevens- Johnson5, necrolisi epidermica- tossica5, reazione da
farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), acne
Patologie del sistema muscoloschelet rico e del tessuto
connettivo
Spasmi muscolari3, rigidità muscoloscheletr ica1, mialgia2 Rabdomiolisi2,12, miopatia
Patologie renali e urinarie Aumento della creatinina nel sangue1, aumento dell’urea nel
sangue1
Compromissione renale, nefrite interstiziale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di
somministrazio ne
Flebite nel sito di iniezione

1

Dolore nel
sito di
iniezione1, infiammazion e nel sito di iniezione1
Malessere4, piressia3, astenia, dolore al petto4, brividi4, fatica4
Esami di
laboratorio
Rapporto albumina/globuli ne alterato1, aumento della fosfatasi alkalina nel sangue4, aumento della lattico- deidrogenasi nel
sangue4
Rapporto Internazionale Normalizzato aumentato9, tempo di
protrombina aumentato9, colore delle urine anormale

1ADRs riportate solo per le formulazioni in polvere per soluzione per iniezione 2ADRs riportate solo per le formulazioni in compresse a rilascio prolungato 3ADRs riportate solo per le formulazioni in granuli per sospensione orale

4ADRs riportate solo per le formulazioni in compresse a rilascio immediato

5,8,10,11 Vedere paragrafo a)

6,7,9,12 Vedere paragrafo c)

Descrizione delle reazioni avverse selezionate

La flebite nel sito di iniezione, il dolore nel sito di iniezione, il dolore provocato dalla puntura dell’ago e l’infiammazione nel sito di iniezione sono specifici per la formulazione endovenosa della claritromicina.

In alcuni casi di rabdomiolisi, la claritromicina è stato somministrata in concomitanza con le statine, fibrati, colchicina o allopurinolo (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).

Ci sono state segnalazioni post-marketing di interazioni farmacologiche ed effetti sul sistema nervoso centrale

(CNS)(ad esempio sonnolenza e confusione) con l’uso concomitante di claritromicina e triazolam. Si suggerisce di monitorare il paziente nel caso di un aumento degli effetti farmacologici a carico del SNC (vedere paragrafo 4.5). Sono stati riportati rari casi di presenza di compresse a rilascio prolungato di claritromicina nelle feci, molti di questi casi si sono verificati in pazienti con disturbi gastrointestinali funzionali o anatomici (inclusi ileostomia o colonostomia) con tempo di transito gastrointestinale ridotto. In alcuni casi sono stati ritrovati residui di compressa nella diarrea. Si raccomanda che per i pazienti che hanno residui di compresse nelle feci e non notano nessun miglioramento nelle loro condizioni, di considerare il passaggio a una diversa formulazione della claritromicina (ad esempio sospensione) o ad un altro antibiotico.

Popolazioni speciali: Reazioni avverse in pazienti immunocompromessi (vedere paragrafo e).

Popolazione pediatrica

Gli studi clinici sono stati condotti con la sospensione pediatrica di claritromicina nei bambini da 6 mesi a 12 anni di età. Pertanto, i bambini sotto i 12 anni devono usare la sospensione pediatrica di claritromicina. Ci sono dati insufficienti per raccomandare un regime di dosaggio per l’uso della claritromicina in formulazione endovena nei pazienti con meno di 18 anni di età.

La frequenza, il tipo e la gravità delle reazioni avverse nei bambini dovrebbero essere le stesse che ci si aspetta per gli adulti.

Altre popolazioni speciali Pazienti immunocompromessi

In pazienti affetti da AIDS e in altri pazienti immunocompromessi trattati con le dosi più elevate di claritromicina per lunghi periodi di tempo per infezioni da micobatteri, è stato spesso difficile distinguere gli eventi avversi possibilmente associati alla somministrazione di claritromicina, dai segni provenienti dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV) o da malattie intercorrenti.

Nei pazienti adulti, il più delle volte le reazioni avverse segnalate da parte dei pazienti trattati con una dose totale di 1000 mg e 2000mg di claritromicina sono stati: nausea, vomito, alterazione del gusto, dolore addominale, diarrea, rash, flatulenza, mal di testa, costipazione, disturbi dell’udito, aumento delle transaminasi glutammico-ossalacetiche sieriche (SGOT) e delle transaminasi glutammico-piruviche sieriche (SGPT). Eventi addizionali a bassa frequenza

includono: dispnea, insonnia e secchezza delle fauci. Le incidenze erano comparabili per i pazienti trattati con 1000mg e 2000mg, ma erano generalmente di circa 3 a 4 volte più frequenti per quei pazienti che ricevevano una dose totale di 4000mg di claritromicina.

In questi pazienti immunocompromessi, le valutazioni dei valori di laboratorio sono state fatte dall’analisi di quei valori al di fuori dei livelli anormali considerati seri per il test specificato (cioè il limite superiore e inferiore). Sulla base di questi criteri, circa il 2% al 3% di questi pazienti che avevano assunto 1000 mg o 2000 mg di claritromicina al giorno, mostravano livelli seriamente elevati di SGOT e SGPT, e livelli estremamente bassi della conta dei globuli bianchi e delle piastrine nel sangue. Una percentuale minore di pazienti in questi due gruppi di dosaggio aveva anche elevati livelli di azoto ureico nel sangue. Un’incidenza leggermente superiore dei valori anormali è state notata per pazienti trattati con 4000 mg al giorno di claritromicina, per tutti i parametri ad esclusione della conta dei globuli bianchi.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/it/responsabili

04.9 Sovradosaggio

Indice

Le segnalazioni indicano che l’assunzione di alte dosi di claritromicina può provocare disturbi gastro-intestinali. Un paziente con storia di disturbo bipolare ha ingerito 8 g di claritromicina e ha mostrato stato mentale alterato, comportamento paranoico, ipopotassiemia, e ipossiemia.

Le reazioni avverse conseguenti ad un sovradosaggio devono essere trattate con l’eliminazione tempestiva

del farmaco non assorbito e opportuna terapia di sostegno. Come con altri macrolidi, i livelli sierici di claritromicina non risultano essere influenzati in maniera sensibile da emodialisi o dialisi peritoneale.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: Antibatterici generali per uso sistemico – Macrolidi.

Codice ATC: J01FA09.

La claritromicina è un nuovo macrolide derivante dalla sostituzione, in posizione 6 dell’anello lattonico, dell’eritromicina di un gruppo idrossilico con il gruppo CH3O.

Il nuovo macrolide ha mostrato possedere in vitro uno spettro antibatterico attivo contro i più noti e clinicamente importanti batteri, sia Gram positivi che Gram negativi, includendo aerobi ed anaerobi.

Lo spettro antibatterico in vitro della claritromicina è risultato il seguente: Streptococco agalactiae, Streptococco pyogenes, Streptococco viridans, Streptococco pneumoniae, Haemophilus influenzae, Haemophilus

parainfluenzae, Neisseria gonorrheae, Listeria monocytogenes, Legionella pneumophila, Mycoplasma pneumoniae, Helicobacter pylori, Campilobacter jejuni, Chlamidia trachomatis, Branhamella catharralis, Bordetella pertussis, Staphilococco aureus, Propionibacterium acnes, Mycobacterium avium, Mycobacterium leprae, Mycobacterium intracellulare, Mycobacterium chelonae, Mycobacterium fortuitum e Mycobacterium kansasii.

La sua azione si svolge mediante legame con la subunità ribosomiale 50S, inibendo la sintesi proteica della cellula batterica.

BREAKPOINT

Il Comitato Europeo per i Test di sensibilità Antimicrobica (EUCAST) ha stabilito i seguenti breakpoint per la claritromicina, separando gli organismi sensibili.

Breakpoints (MIC, μg/ml)
Microrganismo Sensibile (≤) Resistente (>)
Streptococcus spp 0,25 μg/ml 0,5 μg/ml
Staphilococcus spp 1 μg/ml 2 μg/ml
Haemophilus spp 1 μg/ml 32 μg/ml
Moraxella catarrhalis 0,25 μg/ml 0,5 μg/ml

La claritromicina viene utilizzata per l’eradicazione di H. pilori: concentrazione inibitoria minima (MIC)≤0,25 μg/ml che è stata stabilita come breakpoint di sensibilità dal Clinical and Laboratori Standard Institute (C.I.S.I).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

Studi sul cane hanno dimostrato che, dopo somministrazione endovenosa o orale di 10mg/kg, si sono avute concentrazioni plasmatiche di farmaco di 3, 2 o lmg/ml ad 1, 4 e 12 ore rispettivamente.

Entro 5 giorni dalla somministrazione orale o endovenosa di claritromicina marcata (14C), circa il 35-36% della dose di 14C veniva ritrovata tal quale nelle urine e circa il 52% nelle feci.

La claritromicina viene metabolizzata a livello epatico ed il metabolita più importante è la 14-idrossi-N-demetil claritromicina, che raggiunge il picco di concentrazione plasmatica, di 0,5mcg/ml e 1,2mcg/ml, dopo 2-4 ore dalla somministrazione, rispettivamente di 250 e 1200mg. Solo dopo assunzione orale di 1200mg sono stati identificati nel plasma anche bassi livelli di descladinosil-claritromicina; il processo metabolico tende alla saturazione ad alte dosi.

Studi di farmacocinetica nell’uomo hanno dimostrato picchi di concentrazione plasmatica pari a 2,08mcg/ml dopo somministrazione orale di 250mg di claritromicina.

A seguito della somministrazione endovenosa di 500mg di claritromicina vengono raggiunti picchi plasmatici medi di 5.52 + 0.98mcg/ml.

L’emivita del composto è pari a 6,3 ore.

Vengono identificati i medesimi metaboliti che si formano a seguito della somministrazione orale, ma in concentrazioni inferiori, presumibilmente in rapporto all’assenza di un metabolismo epatico di primo passaggio.

In vitro

Studi in vitro hanno mostrato che il legame proteico della claritromicina nel plasma umano è, mediamente, il 70% ca., alle concentrazioni di 0,45- 4,5mcg/mL. Una diminuzione del legame, al 41% alla concentrazione di 45mcg/mL, fa ipotizzare che i siti del legame potrebbero saturarsi ciò, comunque, si è verificato solo ad alte concentrazioni di farmaco lontane dai livelli terapeutici.

In vivo

In tutti i tessuti, le concentrazioni di claritromicina, escluso il Sistema Nervoso Centrale, sono state molto più alte rispetto alle concentrazioni di farmaco nel circolo.

Le più alte concentrazioni sono state trovate nel fegato e nel tessuto polmonare, dove il rapporto tessuto/plasma è risultato 10 a 20.

Il comportamento farmacocinetica della claritromicina non è lineare. In pazienti che avevano mangiato e a cui sono stati somministrati 500mg/die di claritromicina a rilascio modificato, il picco della concentrazione plasmatica allo steady state della claritromicina e della 14-OH-claritromicina sono stati rispettivamente di 1,3mcg/mL e 0,48mcg/mL. Quando il dosaggio è stato aumentato fino a 1000mg/die, i valori delle concentrazioni, allo steady state, sono stati, rispettivamente, di 2,4mcg/mL e 0,67mcg/mL.

La claritromicina è metabolizzata, a livello epatico, dal citocromo P450. Sono stati descritti tre metabolici: N-demetil-claritromicina, decladinosil- claritromicina e 14-idrossi-claritromicina.

L’emivita di eliminazione della claritromicina e del suo metabolica attivo sono stati rispettivamente di 5,3 e 7,7 ore.

A più alte concentrazioni, l’emivita apparente, sia della claritromicina che del suo metabolica, tende ad essere più lunga. La claritromicina viene escreta per via urinaria (40% ca.) e per via fecale (30% ca.).

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

La DL50, in topi e ratti, è risultata superiore a 5g/kg per os e superiore a 300mg/kg per os, nel cane e nella scimmia. La tossicità a breve termine (1 mese) non ha mostrato effetti tossici, né sui ratti (150mg/kg/die), né sui cani (10mg/kg/die). Inoltre la tossicità cronica (3 mesi) è risultata pari a 15 mg/kg/die, nei ratti, e a 10 mg/kg/die, nei cani.

Le prove di mutagenesi hanno dimostrato che il farmaco non presenta effetti mutageni né attivazione microsomiale. La claritromicina non ha avuto effetti sull’attività motoria del topo dopo somministrazione orale pari a 100mg/kg.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

Indice

Croscarmellosio sodico, amido pregelatinizzato, cellulosa microcristallina, silice colloidale anidra, povidone, acido stearico, magnesio stearato, talco, ipromellosa, glicole propilenico, sorbitan monoleato, vanillina, titanio diossido (E-171), idrossipropil-cellulosa, acido sorbico.

06.2 Incompatibilità

Indice

Non risultano, allo stato attuale, specifiche incompatibilità con i farmaci noti.

06.3 Periodo di validità

Indice

CLAMODIN 250mg compresse rivestite: 4 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

Indice

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

Indice

Scatola di cartone contenente blister da 12 alveoli.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

Indice

Vedere paragrafo 4.2.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Indice

So.Se.PHARM SRL

VIA DEI CASTELLI ROMANI, 22 00040 POMEZIA (RM) ITALIA

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

Indice

CLAMODIN 250mg compresse rivestite con film AIC 038658011

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

Indice

Prima autorizzazione: 07 Luglio 2011

10.0 Data di revisione del testo

Indice

Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-