Claritromicina Al: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Claritromicina Al

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Claritromicina Al: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Claritromicina Almus 250 mg compresse rivestite con film

Claritromicina Almus 500 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa di Claritromicina Almus 250 mg compresse rivestite con film contiene 250 mg di claritromicina.

Ogni compressa di Claritromicina Almus 500 mg compresse rivestite con film contiene 500 mg di claritromicina

.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse rivestite con film

Claritromicina Almus, 250 mg, compresse rivestite.

Compressa rivestita con film bianca o quasi bianca, tonda e biconvessa

Claritromicina Almus, 500 mg, compresse rivestite. Compressa rivestita con film bianca o quasi bianca, oblunga e biconvessa

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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La Claritromicina è indicata negli adulti e nei bambini con età di 12 anni o superiore. per il trattamento delle infezioni batteriche acute e croniche, causate da batteri sensibili alla claritromicina. Le indicazioni includono:

Infezioni del tratto respiratorio superiore

Gola (tonsilliti, faringiti, tracheiti), infezioni della cavità sinusale (sinusiti) e dell’orecchio medio (otiti).

Infezioni del tratto respiratorio inferiore

Polmonite contratta in comunità, esacerbazione batterica delle bronchiti acute ed esacerbazione batterica acuta delle bronchiti croniche.

Infezioni della pelle e dei tessuti molli

Impetigo, erisipela, follicoliti, foruncoliti e ferite infette.

Infezioni micobatteriche localizzate o disseminate dovute a Mycobacterium avium o

Mycobacterium intracellulare.

Infezioni localizzate dovute a Mycobacterium chelonae, Mycobacterium fortuitum o

Mycobacterium kansasii.

Eradicazione dell’ Helicobacter pylori (H. Pylori), se vi è soppressione acida e prevenzione di ulcera duodenale ricorrente.

Claritromicina Almus 250 mg è anche indicata nel trattamento delle infezioni stomatologiche, cioè gengiviti, paradontiti, infezioni dentali acute e ascesso dentale.

È necessario tenere in considerazione le guide ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Adulti e Adolescenti > 12 anni

Per gli adulti, la dose abituale è di 250 mg due volte al giorno. La durata usuale del trattamento è compresa tra 6 -14 giorni.

Nelle infezioni gravi, la dose può essere aumentata fino a 500 mg due volte al giorno per 6-14 giorni.

Per i bambini di età superiore ai 12 anni o con un peso superiore ai 30 Kg e per gli anziani , può essere utilizzata la stessa posologia degli adulti.

Popolazione pediatrica

Bambini da 6 mesi a 12 anni. Per i bambini dai 6 mesi ai 12 anni di età o con un peso inferiore ai 30 Kg , l’uso di claritromicina compresse non è raccomandato. Deve essere usata un’altra forma farmaceutica più adatta per i bambini (ad esempio claritromicina sospensione pediatrica).

Sono stati condotti studi clinici somministrando la sospensione pediatrica a base di claritromicina in bambini dai 6 mesi ai 12 anni di età. Di conseguenza i bambini dai 6 mesi ai 12 anni di età devono assumere la sospensione pediatrica (granulato per sospensione orale).

Non sono disponibili dati a sufficienza per raccomandare uno schema posologico per l’utilizzo di claritromicina IV in pazienti di eta inferiore a 18 anni.

Eradicazione dell’H. pylori

Terapia triplice

Claritromicina 500 mg due volte al giorno e amoxicillina 1000 mg due volte al giorno, devono essere somministrati con omeprazolo 20 mg una volta al giorno per 7-10 giorni.

Claritromicina 500 mg due volte al giorno e lansoprazolo 30 mg due volte al giorno devono essere somministrati con 1000 mg di amoxicillina due volte al giorno per 10 giorni.

Terapia doppia

La dose abituale di claritromicina è 500 mg tre volte al giorno per 14 giorni, somministrata con 40 mg di omeprazolo per via orale una volta al giorno, seguita da una somministrazione di 20 mg o 40 mg di omeprazolo una volta al giorno per più di 14 giorni.

Infezioni micobatteriche

Claritromicina 500 mg due volte al giorno (se al termine di 3-4 settimane non vi sono miglioramenti, la dose quotidiana può essere aumentata fino a 1000 mg per due volte al giorno).

Infezioni stomatologiche

Claritromicina 250 mg due volte al giorno per 5 giorni.

Dosaggio nell’insufficienza epatica e renale

In genere la claritromicina può essere usata senza aggiustamenti nel dosaggio in pazienti con insufficienza epatica ed una funzionalità renale normale. Tuttavia, in pazienti con clearance della creatinina inferiore ai 30 ml/minuto con o senza insufficienza epatica, il dosaggio deve essere dimezzato oppure raddoppiato l’intervallo di dosaggio della claritromicina.

In pazienti affetti da insufficienza renale con un valore della clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min, il dosaggio di claritromicina deve essere dimezzato, ad es. 250 mg una volta al giorno, o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni gravi. In questi pazienti il trattamento non deve essere prolungato per più di 14 giorni. Dal momento che la compressa non può essere suddivisa e la dose di 500 mg al giorno non può essere ridotta, la compressa a rilascio modificato non deve essere somministrata a questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.3).

Modo di somministrazione

Claritromicina Almus può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione dei pasti poiché il cibo non ha effetto sulla biodisponibilità.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1

Claritromicina è controindicata nei pazienti con ipersensibilità nota agli antibiotici della classe dei macrolidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Dal momento che la dose giornaliera pari a 500 mg non può essere ridotta, Claritromicina in

compresse a rilascio modificato è controindicata in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min. Per questo gruppo di pazienti possono essere utilizzate tutte le altre forme farmaceutiche.

Claritromicina è controindicata in gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

Somministrazione concomitante di claritromicina ed ergotamina o diidroergotamina che può condurre a tossicità da segale cornuta

Claritromicina non deve essere somministrato a pazienti che soffrono di grave insufficienza

epatica associata a danno renale.

Somministrazione concomitante con cisapride, pimozide, astemizolo e terfenadina.

Livelli elevati di cisapride, pimozide e terfenadina possono portare ad un prolungamento dell’intervallo QT e aritmie cardiache, che includono tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Effetti simili sono stati osservati con la somministrazione concomitante di astemizolo e di altri macrolidi (vedere paragrafo 4.5).

Claritromicina non deve essere somministrata a pazienti con ipokaliemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT).

La somministrazione concomitante con ticagrelor o ranolazina è controindicata.

Claritromicina non deve essere somministrato a pazienti con pregresso prolungamento dell’intervallo QT o aritmia cardiaca ventricolare, inclusa torsione di punta (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

Claritromicina non deve essere somministrata contemporaneamente agli inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine) che sono estensivamente metabolizzati dal CYP34A (lovastatina o simvastatina), a causa dell’aumentato rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.5).

Come con altri potenti inibitori dell’enzima CYP3A4, la claritromicina non deve essere usata in pazienti che stanno assumendo colchicina.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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La claritromicina non deve essere prescritta a donne in gravidanza senza un’attenta valutazione del rischio/beneficio, in particolare durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

E necessario porre attenzione in quei pazienti che manifestano grave insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2).

Essendo la claritromicina metabolizzata ed escreta principalmente a livello epatico, particolare cautela deve essere posta nella somministrazione del farmaco a pazienti con funzionalità epatica ridotta, nei soggetti con danno renale di grado moderato o severo.

Sono stati riportati casi fatali di insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.8). Alcuni pazienti possono aver sofferto di preesistenti malattie epatiche o essere in trattamento con medicinali epatotossici.

Si deve raccomandare al paziente di interrompere il trattamento e contattare il proprio medico nel caso si presentassero segni e sintomi di malattia epatica, come anoressia, ittero, urine scure, prurito o dolore addominale.

Con l’uso di quasi tutti gli antibatterici, inclusi i macrolidi, sono stati segnalati casi di colite pseudomembranosa, con un intervallo di gravità compreso tra il moderato e il rischioso per la vita.

Sono stati segnalati casi di diarrea da Clostridium difficile (CDAD) con l’uso della maggior parte degli antibatterici, compresa la claritromicina, che può variare dalla diarrea moderata alla colite fatale. Il trattamento con agenti antibatterici altera la normale flora batterica intestinale, che può condurre ad una proliferazione eccessiva del C. difficile.

In tutti i pazienti che, in seguito all’assunzione di antibiotici, lamentino episodi di diarrea, si deve valutare l’eventuale presenza di CDAD (diarrea da Clostridium difficile). Questi pazienti devono essere sottoposti ad un’attenta anamnesi poiché e stato segnalato che il CDAD si può presentare nel corso dei due mesi che seguono l’assunzione di agenti antibatterici. Quindi la sospensione del trattamento con claritromicina deve avvenire senza tener conto dell’indicazione terapeutica. Deve essere effettuato un test microbico e iniziato un trattamento adeguato. Va evitata la somministrazione di agenti antiperistaltici.

Sono stati riportati casi post-marketing di tossicità da colchicina con l’uso concomitante di colchicina e claritromicina, specialmente in pazienti anziani, alcuni dei quali si sono verificati in pazienti con insufficienza renale. Sono stati riportati decessi in alcuni di questi pazienti (vedere paragrafo 4.5). La somministrazione concomitante di claritromicina e colchicina è controindicata (vedere paragrafo 4.3).

Si raccomanda attenzione nella somministrazione concomitante di claritromicina e triazolobenzodiazepine, come triazolam e midazolam (vedere paragrafo 4.5).

Si raccomanda attenzione nella somministrazione concomitante di claritromicina e altri medicinali ototossici, in particolare amminoglicosidi. E quindi consigliabile un monitoraggio periodico della funzionalità vestibolare e uditiva durante e dopo il trattamento.

A causa del rischio di un prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con malattia coronarica, grave insufficienza cardiaca, ipomagnesiemia, bradicardia (<50 bpm), o quando co-somministrata con altri medicinali associati a prolungamento dell’intervallo QT e torsione di punta (vedere paragrafo 4.5). Calritromicina non deve essere utilizzata in pazienti con prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito documentato o con aritmia ventricolare pregressa (vedere paragrafo 4.3).

Polmonite: In previsione dell’emergente resistenza dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, e importante effettuare un test di sensibilità prima di prescrivere la claritromicina per il trattamento delle polmoniti comunitarie. Nelle polmoniti nosocomiali la claritromicina deve essere somministrata in combinazione con antibiotici addizionali appropriati.

Infezioni della cute e dei tessuti molli di intensità da lieve a moderata: Queste infezioni sono molto spesso provocate da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, i quali possono entrambi essere resistenti ai macrolidi. Quindi è necessario effettuare un test di sensibilità. Nei casi in cui non possano essere utilizzati antibiotici betalattamici (ad es. allergie), è preferibile utilizzare altri antibiotici, come clindamicina. Attualmente i macrolidi giocano un ruolo fondamentale solo nelle infezioni della cute e dei tessuti molli, come quelle causate da Corynebacterium minutissimum, acne vulgaris, erisipela e in quelle situazioni in cui non può essere instaurata una terapia a base di penicillina.

Nel caso in cui si verificassero gravi reazioni di ipersensibilità acuta, come anafilassi, Sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi tossica epidermica, la terapia con claritromicina deve essere immediatamente interrotta e deve essere immediatamente adottato un trattamento idoneo.

Claritromicina deve essere utilizzata con cautela quando somministrato contemporaneamente a medicinali in grado di indurre l’enzima CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).

Inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine): è controindicato l’uso concomitante di claritromicina e lovastatina o simvastatina (vedere paragrafo 4.3). Deve essere prestata attenzione quando si prescrive claritromicina con altre statine. E’ stata segnalata rabdomiolisi in pazienti che assumevano claritromicina e statine. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di miopatia.

In situazioni dove l’uso concomitante di claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la dose più bassa registrata di statine.

Può essere valutata la possibilità di utilizzare una statina che non sia dipendente dal metabolismo dell’enzima CYP3A (ad es. fluvastatina) (vedere paragrafo 4.5).

Ipoglicemizzanti orali/insulina: L’uso concomitante di claritromicina e agenti ipoglicemizzanti orali (quali le sulfaniluree) e/o insulina può condurre ad una severa ipoglicemia. E’ raccomandato un attento monitoraggio del glucosio (vedere paragrafo 4.5).

Anticoagulanti orali: C’è il rischio di gravi emorragie ed un aumento significativo del rapporto internazionale normalizzato (INR) e del tempo di protrombina quando la claritromicina e co- somministrata con warfarin (vedere paragrafo 4.5). L’INR e il tempo di protrombina devono essere frequentemente monitorati in quei pazienti che vengono trattati contemporaneamente con claritromicina ed agenti anticoagulanti orali.

L’utilizzo di una qualsiasi terapia antibiotica, come con claritromicina, per trattare le infezioni da H.pylori può provocare l’insorgenza di batteri resistenti.

Come con altri antibiotici l’uso prolungato di claritromicina può provocare l’insorgenza di sovra infezioni da batteri resistenti e da miceti che richiedono l’interruzione del trattamento e l’adozione di idonee terapie.

E’ necessario porre attenzione alla possibilità di una resistenza crociata tra claritromicina ed altri macrolidi, come pure con lincomicina e clindamicina.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’uso dei seguenti medicinali e assolutamente controindicato a causa dei potenziali gravi effetti dovuti alla loro interazione farmacologica:

Cisapride, pimozide, astemizolo e terfenadina

Elevati livelli di cisapride sono stati riscontrati in pazienti che assumevano contemporaneamente cisapride e claritromicina. L’assunzione concomitante può dare luogo a un intervallo QT prolungato, aritmie cardiache inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione di punta. Effetti simili sono stati osservati in pazienti che assumevano contemporaneamente claritromicina e pimozide (vedere paragrafo 4.3).

E’ stato riportato che i macrolidi alterano il metabolismo della terfenadina aumentandone i livelli che occasionalmente sono stati associati ad aritmie cardiache, quali QT prolungato, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsione di punta (vedere paragrafo 4.3). In uno studio su 14 volontari sani, la concomitante somministrazione di claritromicina e terfenadina ha portato ad un incremento di due-tre volte del livello sierico del metabolita acido della terfenadina e ad un prolungamento dell’intervallo QT che non ha portato a nessun effetto

clinico rilevabile. Effetti simili sono stati associati con la somministrazione concomitante di astemizolo ed altri macrolidi.

Ergotamina/diidroergotamina

Alcune segnalazioni post-marketing indicano che la co-somministrazione di claritromicina ed ergotamina o diidroergotamina e stata associata a tossicità acuta da ergot (ergotismo) caratterizzata da vasospasmo ed ischemia delle estremità e di altri tessuti, incluso il sistema nervoso centrale. E’ controindicata la somministrazione concomitante di claritromicina e di questi medicinali (vedere paragrafo 4.3).

Inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine)

E controindicato l’uso concomitante di claritromicina e lovastatina o simvastatina (vedere paragrafo 4.3) in quanto queste statine sono estensivamente metabolizzate dal CYP3A4 e il trattamento concomitante con claritromicina ne aumenta la concentrazione plasmatica, la quale aumenta il rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi.

Sono stati riportati casi di rabdomiolisi in pazienti che assumevano claritromicina contemporaneamente a queste statine. Se il trattamento con claritromicina non può essere evitato, la terapia con lovastatina o simvastatina deve essere sospesa durante il trattamento.

Deve essere prestata attenzione quando si prescrive claritromicina con statine. In situazioni dove l’uso concomitante di claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la dose più bassa registrata di statine. Può essere valutata la possibilità di utilizzare una statina che non sia dipendente dal metabolismo dell’enzima CYP3A (ad es. fluvastatina). I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di miopatia.

Effetti di altri medicinali sulla claritromicina

I medicinaliche inducono il CYP3A (ad es. rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale, erba di San Giovanni) possono indurre il metabolismo della claritromicina. Questo porta a dei livelli sub-terapeutici di claritromicina con riduzione dell’efficacia terapeutica. Inoltre, può essere necessario monitorare le concentrazioni plasmatiche dell’induttore del CYP3A, che possono aumentare a causa dell’inibizione del CYP3A da parte della claritromicina (vedere anche il foglio illustrativo dell’inibitore del CYP3A somministrato). La concomitante somministrazione di rifabutina e claritromicina ha determinato un aumento dei livelli sierici della rifabutina, una diminuzione dei livelli sierici della claritromicina associati ad un maggiore rischio di uveite.

E’ stato accertato o si sospetta che i seguenti medicinali influenzino le concentrazioni di claritromicina circolante; può essere necessario procedere ad un aggiustamento del dosaggio di claritromicina o può essere presa in considerazione l’eventualità di un ricorso a terapie alternative.

Efavirenz, nevirapina, rifampicina, rifabutina e rifapentina

I medicinalii che risultano essere forti induttori del metabolismo del citocromo P450 come l’efavirenz, la nevirapina, la rifampicina, la rifabutina e la rifapentina possono accelerare il metabolismo della claritromicina e di conseguenza abbassare i livelli plasmatici della claritromicina, aumentando al contempo i livelli plasmatici del 14-OH-claritromicina, un metabolita che risulta anche attivo dal punto di vista microbiologico. Poichè le attività microbiologiche della claritromicina e del 14-OHclaritromicina sono differenti per batteri diversi, l’effetto terapeutico previsto può essere annullato nel corso della somministrazione concomitante di claritromicina e di induttori enzimatici.

Etravirina

L’esposizione alla claritromicina e stata ridotta dall’etravirina; tuttavia, la concentrazione del metabolita attivo, 14-OH-claritromicina, e aumentata. Dal momento che la 14-OH- claritromicina ha ridotto l’attività contro il Micobacterium Avium Complex (MAC), può essere

alterata l’attività complessiva nei confronti di questo patogeno, quindi per il trattamento del MAC è necessario valutare delle alternative alla claritromicina.

Fluconazolo

La somministrazione concomitante di 200 mg di fluconazolo al giorno e di una dose pari a 500 mg di claritromicina due volte al giorno a 21 volontari sani ha determinato aumenti della concentrazione minima basale media di claritromicina (Cmin) e dell’area sotto la curva (AUC) pari al 33% ed al 18%, rispettivamente. Le concentrazioni basali del metabolita attivo, la 14- OH-claritromicina, non sono state influenzate in maniera significativa dalla somministrazione concomitante di fluconazolo. Non è necessario procedere ad alcun aggiustamento del dosaggio di claritromicina.

Ritonavir

Uno studio di farmacocinetica ha dimostrato che la contemporanea somministrazione di 200 mg di ritonavir ogni 8 ore e 500 mg di claritromicina ogni 12 ore conduce ad una marcata inibizione del metabolismo della claritromicina. Con la concomitante somministrazione di ritonavir è stato osservato un aumento della Cmax della claritromicina pari al 31%, un aumento della Cmin del 182% ed un aumento della AUC del 77%. E’ stata notata una completa inibizione della formazione del 14-OHclaritromicina.

In considerazione della larga finestra terapeutica della claritromicina, in pazienti con funzione renale normale, non sono necessarie riduzioni del dosaggio. Comunque, in pazienti con insufficienza renale e concomitante trattamento con ritonavir deve essere considerato il seguente aggiustamento posologico: se la clearance della creatinina (CLCR) e compresa tra 30 e 60 ml/minuto la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%; in pazienti nei quali CLCR <30 mL/minuto la dose di claritromicina deve essere ridotta del 75%. Non somministrare contemporaneamente dosi di claritromicina più di 1 g/giorno con ritonavir.

Simili aggiustamenti posologici devono essere considerati per quei pazienti con funzionalità renale ridotta ai quali viene somministrato ritonavir come potenziatore farmacocinetico di altri inibitori della HIV proteasi, inclusi atazanavir e saquinavir (vedere paragrafo seguente, Interazioni farmacologiche bi-direzionali).

Effetti della claritromicina su altri medicinali

Interazioni basate sul CYP3A

La somministrazione concomitante di claritromicina la quale, come è noto, inibisce il CYP3A, e di un medicinale metabolizzato principalmente dal CYP3A, può essere associata ad aumenti delle concentrazioni del medicinale che possono potenziare o prolungare gli effetti terapeutici e gli effetti avversi del medicinale somministrato in concomitanza.

La claritromicina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti sottoposti a terapia con altri medicinali che sono ritenuti substrati dell’enzima CYP3A, soprattutto se il substrato del CYP3A presenta un ristretto margine di sicurezza (ad esempio la carbamazepina) e/o se il substrato viene metabolizzato in maniera estesa da questo enzima. Si devono prendere in considerazione aggiustamenti del dosaggio e, quando risulti possibile, si devono attentamente monitorare le concentrazioni sieriche dei medicinali metabolizzati principalmente dal CYP3A nei pazienti sottoposti a terapia concomitante con claritromicina.

I medicinali o classi di medicinali noti o ritenuti essere metabolizzati dallo stesso isozima CYP3A sono: alprazolam, anticoagulanti orali (es. warfarin, vedere paragrafo 4.4), astemizolo, carbamazepina, cilostazolo, cisapride, ciclosporina, disopiramide, alcaloidi dell’ergot, lovastatina, metilprednisolone, midazolam, omeprazolo, pimozide, chinidina, rifabutina, sildenafil, simvastatina, sirolimus, tacrolimus, terfenadina, triazolam e vinblastina.

Altri medicinali che interagiscono con un meccanismo simile attraverso altri isozimi nell’ambito del sistema del citocromo P450 sono fenitoina, teofillina e valproato.

Antiaritmici

Sono stati riportati casi post-marketing di torsione di punta a seguito dell’impiego concomitante di claritromicina e chinidina o disopiramide. Nel corso della somministrazione di questi medicinali in concomitanza a claritromicina è necessario effettuare un monitoraggio del tracciato elettrocardiografico per rilevare l’eventuale presenza di un prolungamento dell’intervallo QT.

Monitorare le concentrazioni sieriche di chinidina e disopiramide durante l’impiego in terapia di claritromicina.

Sono stati riportati casi post-marketing di ipoglicemia a seguito della concomitante somministrazione di claritromicina e disopiramide. Pertanto devono essere controllati i livelli di glucosio nel sangue durante la somministrazione concomitante di claritromicina e disopiramide.

Agenti ipoglicemizzanti orali/Insulina

Nel caso di uso concomitante di claritromicina con alcuni farmaci ipoglicemizzanti quali nateglinide e repaglinide, l’inibizione dell’enzima CYP3A da parte della claritromicina può verificarsi e può causare ipoglicemia. E’ raccomandato un attento monitoraggio dei livelli di glucosio.

Omeprazolo

Soggetti adulti sani hanno ricevuto claritromicina (500 milligrammi ogni 8 ore) in associazione all’omeprazolo (40 milligrammi al giorno). Le concentrazioni plasmatiche basali di omeprazolo sono risultate aumentate (la Cmax, l’AUC0-24, ed il T1/2 sono aumentati rispettivamente del 30%, dell’89% e del 34%) a causa della somministrazione concomitante di claritromicina. Il valore del pH gastrico medio nel corso di 24 ore è risultato pari a 5,2 quando l’omeprazolo è stato somministrato in monoterapia, ed è risultato pari a 5,7 quando l’omeprazolo è stato somministrato in concomitanza alla claritromicina.

Sildenafil, tadalafil e vardenafil

Ognuno di questi inibitori della fosfodiesterasi viene metabolizzato, almeno parzialmente, dal CYP3A ed il CYP3A può essere inibito dalla concomitante somministrazione di claritromicina. E’ molto probabile che la somministrazione concomitante di claritromicina e sildenafil, tadalafil o vardenafil determini un aumento dell’esposizione all’inibitore della fosfodiesterasi. Deve pertanto essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di sildenafil, tadalafil e vardenafil quando tali medicinali vengono somministrati in concomitanza alla claritromicina.

Teofillina, carbamazepina

Risultati di studi clinici hanno dimostrato che i livelli plasmatici di carbamazepina e teofillina possono subire un modesto ma statisticamente significativo (p≤0,05) aumento quando questi siano somministrati contemporaneamente alla claritromicina. Può essere necessaria una riduzione della dose.

Tolterodina

La via metabolica principale della tolterodina passa attraverso l’isoforma 2D6 del citocromo P450 (CYP2D6). Tuttavia, in un sottoinsieme di popolazione sprovvisto di CYP2D6, la via metabolica identificata e rappresentata dal CYP3A. In questo sottoinsieme di popolazione, l’inibizione del CYP3A determina concentrazioni sieriche di tolterodina significativamente più elevate. In presenza degli inibitori del CYP3A, può essere necessaria una riduzione del dosaggio di tolterodina come può essere necessario procedere ad una riduzione del dosaggio della claritromicina nella popolazione di pazienti in cui il CYP2D6 risulti scarsamente metabolizzato.

Triazolobenzodiazepine (ad esempio, alprazolam, midazolam, triazolam)

Quando il midazolam e stato somministrato in concomitanza alla claritromicina in compresse (500 mg due volte al giorno), l’AUC del midazolam e risultata aumentata di 2,7 volte in seguito alla somministrazione di midazolam per via endovenosa e di 7 volte in seguito alla somministrazione di midazolam per via orale. La somministrazione concomitante di midazolam orale e claritromicina deve essere evitata. Nel caso in cui sia necessaria la somministrazione di

midazolam per via endovenosa in concomitanza alla claritromicina, il paziente dovrà essere sottoposto ad un attento monitoraggio per poter effettuare un aggiustamento della dose. Le stesse precauzioni devono essere adottate in presenza di altre benzodiazepine che vengono metabolizzate dal CYP3A, incluso il triazolam e l’alprazolam. Nel caso di benzodiazepine la cui eliminazione non dipenda dal CYP3A (temazepam, nitrazepam, lorazepam), e improbabile che si verifichi un’interazione importante dal punto di vista clinico con la claritromicina.

Nel corso dell’esperienza post-marketing, in seguito all’uso concomitante di claritromicina e triazolam, sono state segnalate interazioni farmacologiche ed effetti a carico del sistema nervoso centrale (SNC) (ad esempio sonnolenza e confusione). Si consiglia di monitorare il paziente per tenere sotto controllo i potenziali effetti farmacologici che ciò può determinare a carico del Sistema Nervoso Centrale.

Altre interazioni farmacologiche

Amminoglicosidi

E’ consigliabile prestare attenzione alla somministrazione concomitante di claritromicina con altri medicinali ototossici, in particolare con gli amminoglicosidi (vedere paragrafo 4.4).

Colchicina

La colchicina e un substrato sia del CYP3A che dell’efflux transporter, P-glicoproteina (Pgp). E’ noto che la claritromicina ed altri macrolidi inibiscono il CYP3A e la Pgp. Quando la claritromicina e la colchicina sono somministrate contemporaneamente, l’inibizione del CYP3A e/o della Pgp da parte della claritromicina può portare ad aumentata esposizione alla colchicina. Monitorare i pazienti per l’insorgenza di sintomi clinici di tossicità da colchicina (vedere paragrafo 4.4).

Digossina

Si ritiene che la digossina sia un substrato dell’efflux transporter, P-glicoproteina (Pgp). E’ noto che la claritromicina sia in grado di inibire la Pgp. Quando la digossina e la claritromicina vengono somministrate in concomitanza, l’inibizione della Pgp da parte della claritromicina può determinare un aumento dell’esposizione alla digossina. Sono anche stati segnalati aumenti delle concentrazioni plasmatiche di digossina nel corso della vigilanza post-marketing nei pazienti sottoposti a terapia concomitante a base di digossina e claritromicina. Alcuni pazienti hanno evidenziato segni clinici analoghi a quelli che si presentano in caso di tossicità da digossina, tra cui l’insorgenza di aritmie potenzialmente fatali. Le concentrazioni plasmatiche di digossina devono essere monitorate attentamente mentre i pazienti sono sottoposti a terapia concomitante con digossina e claritromicina.

Zidovudina

La concomitante somministrazione di claritromicina in compresse e zidovudina in pazienti adulti con infezioni da HIV può determinare una riduzione della concentrazione di zidovudina allo steady-state. Poichè la claritromicina sembra interferire con l’assorbimento della zidovudina somministrata contemporaneamente per via orale, questa interazione può essere fortemente evitata sfalsando le dosi di claritromicina e zidovudina per permettere un intervallo di almeno 4 ore. Tale interazione non compare nei pazienti pediatrici con infezioni da HIV quando la claritromicina sia assunta nella forma granulare contemporaneamente a zidovudina o didanosina. Questa interazione è improbabile quando la claritromicina è somministrata per via intravenosa.

Fenitoina e valproato:

Vi sono stati report spontanei o pubblicati di interazioni degli inibitori del CYP3A, inclusa la claritromicina, con medicinali non considerati essere metabolizzati dal CYP3A (ad es. fenitoina e valproato). Determinazioni dei livelli sierici sono raccomandate per questi medicinali quando somministrati concomitantemente alla claritromicina. Sono stati riportati casi di aumentati livelli sierici.

Interazioni Farmacologiche Bidirezionali

Atazanavir

La claritromicina e l’atazanavir sono entrambi substrati ed inibitori del CYP3A ed esistono prove di interazione farmacologica bidirezionale tra questi medicinali. La somministrazione concomitante di claritromicina (500 mg due volte al giorno) e di atazanavir (400 mg una volta al giorno) ha determinato un aumento di ben 2 volte dell’esposizione alla claritromicina ed una diminuzione del 70% dell’esposizione al 14-OH-claritromicina con un aumento del 28% dell’AUC di atazanavir. In virtù della larga finestra terapeutica della claritromicina, non è necessario procedere ad alcuna riduzione del dosaggio nei pazienti che presentano funzionalità renale normale. Nel caso di pazienti che presentino un’insufficienza renale di grado moderato (nei quali la clearance della creatinina va da 30 a 60 ml/min), la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%. Nel caso di pazienti in cui la clearance della creatinina risulti minore di

30 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 75%, utilizzando un’idonea formulazione di claritromicina. Si sconsiglia la somministrazione di dosi di claritromicina superiori a 1000 mg al giorno in concomitanza alla somministrazione degli inibitori della proteasi.

Bloccanti del canale del calcio

E’ consigliata attenzione nella somministrazione concomitante di claritromicina e bloccanti del canale del calcio metabolizzati dal CYP3A4 (es. verapamil, amlodipina, diltiazem) a causa del rischio di ipotensione. Le concentrazioni plasmatiche di claritromicina cosi come quelle dei bloccanti del canale del calcio possono aumentare a causa dell’interazione. Sono stati osservati ipotensione, bradi aritmia e acidosi lattica nei pazienti che assumono claritromicina e verapamil contemporaneamente.

Itraconazolo

La claritromicina e l’itraconazolo sono entrambi substrati ed inibitori del CYP3A e ciò determina un’interazione farmacologica bidirezionale fra questi medicinali. La claritromicina può determinare un aumento dei livelli plasmatici di itraconazolo mentre l’itraconazolo può aumentare i livelli plasmatici della claritromicina. I pazienti che assumono claritromicina ed itraconazolo in concomitanza devono essere attentamente monitorati per rilevare l’eventuale presenza di segni e sintomi del potenziamento e del prolungamento degli effetti farmacologici di questi medicinali.

Saquinavir

La claritromicina e il saquinavir sono entrambi substrati ed inibitori del CYP3A e ciò determina un’interazione farmacologica bidirezionale fra questi medicinali. La somministrazione concomitante di claritromicina (500 mg due volte al giorno) e di saquinavir (capsule molli di gelatina, 1200 mg tre volte al giorno) a 12 volontari sani ha determinato valori basali di AUC e Cmax di saquinavir che sono risultati superiori del 177% e del 187% rispetto a quelli rilevati in caso di somministrazione di saquinavir in monoterapia. I valori relativi all’AUC ed alla Cmax della claritromicina sono risultati approssimativamente superiori del 40% rispetto a quelli rilevati in caso di somministrazione di claritromicina in monoterapia. Non è necessario procedere ad alcun aggiustamento della dose quando i due medicinali vengono somministrati in concomitanza per un periodo di tempo limitato alle dosi/formulazioni studiate. Le osservazioni emerse dagli studi di interazione farmacologica eseguiti utilizzando la formulazione in capsule molli di gelatina possono non essere rappresentative degli effetti rilevati ricorrendo alla formulazione di saquinavir in capsule rigide di gelatina. Le osservazioni emerse dagli studi di interazione farmacologica svolti somministrando saquinavir in monoterapia possono non essere rappresentative degli effetti rilevati con la terapia combinata saquinavir/ritonavir.

Nel momento in cui saquinavir venisse somministrato in concomitanza al ritonavir, si deve procedere ad un’attenta valutazione degli effetti potenziali che il ritonavir può avere sulla claritromicina.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza:

Non e stata valutata la sicurezza della claritromicina per l’utilizzo nelle donne in stato di gravidanza.

Sulla base dei risultati ottenuti da studi su topi, ratti, conigli e scimmie non può essere esclusa la possibilità di effetti dannosi sullo sviluppo embio-fetale. Di conseguenza non è raccomandato l’uso in gravidanza senza un’attenta valutazione del rischio/beneficio.

Allattamento:

Non e stata valutata la sicurezza della claritromicina per l’utilizzo durante l’allattamento. La claritromicina è escreta nel latte materno.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non sono disponibili dati dell’effetto della claritromicina sulla capacità di guidare veicoli o sull’uso di macchinari. Il rischio di capogiri, vertigini, confusione e disorientamento, che può verificarsi in seguito alla somministrazione, deve essere tenuto in considerazione prima che il paziente guidi veicoli o utilizzi macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Gli effetti indesiderati più frequentemente riportati in soggetti adulti che ricevono la claritromicina includono diarrea (3%), nausea (3%), gusto alterato (3%), dispepsia (2%), dolore addominale/disagio (2%) e emicranie (2%).

Gli eventi avversi sono qui di seguito elencati secondo il "System Organ Class" (sistema di apparato) e la frequenza. Le frequenze sono definite come:

molto comuni (≥1/10), comuni (da ≥1/100 a <1/10), non comuni (da ≥1/1000 a <1/100), rari (da ≥1/10.000 a <1/1000), molto rari (<1/10.000), incluse manifestazioni isolate.

Sistema di apparati Frequenza Eventi avversi
Infezioni ed infestazioni Comune Eccessiva crescita di organismi resistenti
Candidosi orale
Patologie del sistema emolinfopoietico Non comune Leucopenia
Molto raro Trombocitopenia
Disordini del sistema immunitario Non comune Reazioni allergiche (la gravità di queste variano dall’orticaria, alla lieve eruzione cutanea fino all’anafilassi)
Disturbi psichiatrici Molto raro Ansia
Insonnia
Allucinazioni
Psicosi
Disorientamento
Depersonalizzazione
Incubi
Confusione
Patologie del sistema nervoso Comune Mal di testa
Alterazione dell’olfatto
Molto raro Convulsioni
Capogiri
Vertigini
Parestesia
Patologie dell’orecchio e del labirinto Raro Tinnito
Molto raro Perdita reversibile dell’udito
Patologie cardiache Molto raro Prolungamento QT
Torsioni di punta
Tachicardia ventricolare
Patologie gastrointestinali Comune Nausea
Diarrea
Vomito
Dolore addominale
Dispepsia
Stomatiti
Glossiti
Scolorimento reversibile dei denti
Scolorimento reversibile della lingua
Alterazione del gusto (come sapore metallico o amaro)
Molto raro Pancreatiti
Colite pseudomembranosa
Patologie epatobiliari Non comune Disfunzione epatica
Epatiti
Colestasi
Itterizia
Molto raro Insufficienza epatica a decorso fatale è stata riportata particolarmente nei pazienti con malattia epatica pre-esustente o nei pazienti che ricevono altri medicinali epatotossici
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune Pruriti
Molto raro Sindrome di Stevens-Johnson
Necrolisi epidermica tossica
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non comune Artralgia
Mialgia
Patologie renali e urinarie Molto raro Nefrite interstiziale
Insufficienza renale
Esami diagnostici Comune Alto BUN
Non comune Prolungamento del tempo di protrombina
Elevata creatinina sierica
Alterazioni nei test di funzionalità epatica (elevati livelli di transaminasi)
Molto raro È stata riportata ipoglicemia in porticolare dopo la somministrazione concomitante con medicinali antidiabetici ed insulina
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Astenia

Pazienti immunocompromessi:

Nei pazienti con AIDS e per altri pazienti immunocompromessi trattati con un’elevata dose di claritromicina per un lungo periodo di tempo per le infezioni micobatteriche, è spesso difficile distinguere i potenziali effetti indesiderati associati all’uso di claritromicina dai segni tipici dell’HIV e delle relative condizioni.

In pazienti adulti, gli effetti indesiderati più frequentemente riportati dai pazienti trattati con dosi giornaliere di 1000 mg di claritromicina sono stati: nausea, vomito, alterazione del gusto, dolore addominale, diarrea, rash cutaneo, flautulenza, mal di testa, costipazione, indebolimento dell’udito, aumento di SGOT e SGPT. Altri effetti indesiderati meno comuni sono dispnea, insonnia, e secchezza della bocca.

In questi pazienti immunocompromessi, i parametri di laboratorio sono stati valutati attraverso l’analisi di quei valori che risultavano molto fuori dai non normali livelli (ad es.il limite assoluto più alto e più basso) per il test specifico.Usando questo criterio, circa il 2-3% dei pazienti che ricevono 1000 mg di claritromicina al giorno ha avuto un anormale innalzamento dei livelli di SGOT e SGPT ed un anormale abbassamento di leucociti e piastrine. Una percentuale inferiore di pazienti ha anche avuto un’elevata concentrazione di urea nel sangue.

04.9 Sovradosaggio

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In caso di assunzione di alte dosi di claritromicina si possono verificare disturbi gastro- intestinali. Un paziente che soffriva di disturbo bipolare ha ingerito otto grammi di claritromicina manifestando alterazioni dello stato mentale, comportamento paranoico, ipokaliemia, ipossiemia.

Le reazioni avverse che si manifestano in caso di sovradosaggio devono essere trattate con l’immediata eliminazione del farmaco non assorbito e opportune terapie di sostegno. Come per altri macrolidi, i livelli sierici di claritromicina non risultano essere eliminati tramite emodialisi o dialisi peritoneale.

In caso di sovradosaggio, il trattamento con claritromicina IV (polvere e solvente per soluzione per infusione) deve essere sospeso e devono essere instaurate tutte le opportune misure di supporto.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Proprietà generali

Categoria farmacoterapeutica: Macrolidi. Codice ATC: J01F A09.

Meccanismo d’azione:

La claritromicina è un derivato semi-sintetico dell’eritromicina A. Esercita la sua azione antibatterica legando la subunitàribosomiale 50s dei batteri sensibili e inibisce la sintesi proteica. È altamente potente contro un’ampia varietà di organismi aerobi e anaerobi gram-positivi e gram-negativi. Le concentrazioni minime inibitorie (MIC) della claritromicina sono generalmente 2 volte più basse rispetto alle MIC dell’eritromicina.

Il metabolita 14-idrossi claritromicina ha anche attività antimicrobica. Le MIC di questo metabolita sono uguali o 2 volte più alte delle MIC del composto originario, tranne per H. influenzae dove il metabolita 14-idrossi è 2 volte più attivo del composto originario.

Meccanismo di resistenza:

La resistenza degli organismi gram-positivi verso i macrolidi comporta generalmente l’alterazione del sito di legame antimicrobico. Il tipo di resistenza MLSB, che può essere nativa o indotta dall’esposizione a certi macrolidi negli stafilococchi e che è inducibile negli streptococchi, è mediata da una varietà di geni acquisiti (famiglia erm), in grado di codificare metilasi marcate al centro del peptidyl transferasi dell’RNA ribosomiale 23S. La metilazione impedisce il legame degli antibatterici al ribosoma e dà inizio alla resistenza crociata verso i macrolidi (tutti i macrolidi quando nativi), i lincosamidi e le streptogramine di tipo B ma non di tipo A. I meccanismi meno frequenti di resistenza includono la degradazione antimicrobica mediante inattivazione degli enzimi quali le esterasi e l’efflusso attivo dell’antimicrobico da batteri. Gli organismi gram negativi possono essere intrinsicamente resistenti ai macrolidi a causa dell’incapacità dei macrolidi di penetrare effettivamente attraverso la membrana cellulare esterna; i macrolidi avendo una migliore penetrazione possono avere attività contro alcuni organismi gram-negativi.

Gli organismi Gram-negativi possono inoltre produrre metilasi ribosomiali.

Intervalli (Breakpoints)

Intervalli di Concentrazioni:

In accordo ad EUCAST (Giugno 2008) sono stati definiti per la claritromicina i seguenti intervalli:

Organismo concentrazione dell’intervallo MIC (mg/L)
Sensibilità ≤ Resistenza >
Staphylococcus 1 2
Streptococcus A,B,C,G 0,25 0,5
S.pneumoniae * 0,25 0,5
H. influenzae 1 32
M. catarrhalis 0,25 0,5

* La correlazione tra le MIC dell’H. influenzae e il macrolide e il risultato clinico è debole. Perciò, l’intervallo per i macrolidi e gli antibiotici correlati è stato posto per classificare H. influenzae wild type come intermedio.

La Claritromicina viene usata per l’eradicazione dell’H. pylori(MIC ≤0.25 mg/L per wild type isolati).

Sensibilità:

La prevalenza della resistenza acquisita per le specie selezionate può variare geograficamente e con il tempo ed è auspicabile avere informazioni locali sul tipo di resistenza, particolarmente quando trattasi di infezioni gravi. Se necessario, si deve ricorrere al consiglio di un esperto quando la prevalenza locale di resistenza è tale per cui l’efficacia dell’agente è dubbia, perlomeno in alcuni tipi di infezioni.

Il profilo della sensibilità dei vari micro-organismi alla claritromicina è riportata qui di seguito:

Specie comunemente sensibili

Microorganismi aerobi gram-positivi

Streptococcus pyogenes ¹

Microorganismi aerobi gram-negativi

Haemophilus influenzae

Helicobacter pylori ²

Legionella pneumophila°

Moraxella catarrhalis

Microorganismi anaerobi

Bacteroides spp.

Peptococcus/Peptostreptococcus spp.

Clostridium spp. oltre che C. difficile

Fusobacterium spp.

Altri microorganismi

Chlamydophila pneumoniae°

Mycobacterium avium°

Mycobacterium chelonae

Mycobacterium intrazellulare°

Mycoplasma pneumoniae°

Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema

Microorganismi aerobi gram-positivi

Staphylococcus aureus (Meticillina-sensibile)

Staphylococcus aureus (Meticillina-resistente)

Streptococcus pneumoniae

Organismi intrinsecamente resistenti

Microorganismi aerobi gram-negativi

Escherichia coli

Klebsiella spp.

Pseudomonas aeruginosa

° Non erano disponibili informazioni aggiornate al rilascio delle tabelle. La letteratura di base, la letteratura scientifica standard e le raccomandazioni terapeutiche presumono suscettibilità.

Almeno un distretto mostra un rapporto di resistenza maggiore del 50%.

¹ I rapporti di resistenza sono in alcuni studi ≥ 10 %.

² Il rapporto di resistenza è ≥ 10 % per i pazienti pre trattati.

La maggior parte dei ceppi di stafilococco resistenti alla meticillina e all’oxacillina sono resistenti alla claritromicina.

Relazione tra farmacocinetica e farmacodinamica

L’efficacia dipende principalmente dal periodo di tempo in cui la concentrazione della sostanza attiva rimane sopra alla minima concentrazione inibitoria (MIC) del patogeno.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

La claritromicina viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale, ed è soggetta al metabolismo di primo passaggio; la biodisponibilità del pro-farmaco è approssimativamente del 55%. L’inizio dell’assorbimento viene relativamente influenzato dalla presenza di cibo. Il picco della concentrazione plasmatica avviene dopo 2-3 ore dopo una dose orale. Allo stato stazionario, la massima concentrazione plasmatica di claritromicina e del suo metabolita attivo principale 14-idrossiclaritromicina, è di circa 1 e 0,6 μg/ml, rispettivamente, dopo 250 mg orali ogni 12 ore come compresse. La stessa dose somministrata come sospensione a soggetti a digiuno produce allo stato stazionario una concentrazione nel plasma di claritromicina di circa 2 μg/ml e circa 0.7 μg/ml di 14-idrossiclaritromicina. Allo stato stazionario le concentrazioni sono raggiunte in 3 o 4 giorni.

La farmacocinetica della claritromicina non è lineare e dose dipendente; alti dosi possono produrre un aumento sproporzionato delle concentrazioni massime del pro-farmaco, a causa della saturazione della via metabolica. Tuttavia, la non linearità è minima alle dosi raccomandate da 250 a 500 mg ogni 8 o 12 ore.

Distribuzione

La claritromicina e la 14-idrossiclaritromicina sono largamente distribuite, e le concentrazioni tissutali superano quelle nel siero, in parte a causa dell’assorbimento intracellulare. Il legame con le proteine plasmatiche è stato riportato essere circa l’80%. La Claritromicina è stata ritrovata nel latte materno.

Biotrasformazione

La claritromicina viene metabolizzata in grande quantità dal fegato, e viene escreta attraverso la bile nelle feci; il 5% – 10% del pro-farmaco viene ritrovato nelle feci.

Eliminazione

Allo stato stazionario, circa il 20% e il 30% di una dose rispettivamente di 250 mg e 500 mg di compresse, e circa il 40% di una dose di 250 mg di sospensione, viene escreta nelle urine come farmaco immodificato. Anche la 14-idrossiclaritromicina come altri metaboliti sono escreti nelle urine, con un ritrovamento del 10 – 15% della dose. L’emivita di eliminazione della claritromicina e della 14-idrossiclaritromicina è di circa 3 – 4 ore e 5 – 6 ore, rispettivamente nei pazienti che ricevono 250 mg ogni 12 ore, e di circa 5 – 7 ore e 7 – 9 ore, rispettivamente, in quelli che ricevono 500 mg ogni 8 -12 ore. L’emivita è prolungata in caso di insufficienza renale.

Linearità /non-linearità

La farmacocinetica della claritromicina non è lineare e dose dipendente; alti dosi possono produrre una aumento sproporzionato nelle concentrazioni massime del pro-farmaco, a causa della saturazione della via metabolica. Comunque, la non linearità è minima alle dosi raccomandate di 250 – 500 mg ogni 8 – 12 ore.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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In 4 settimane di studi sugli animali, la tossicità della claritromicina era correlata alla dose e alla durata del trattamento. In tutte le speci i primi segni di tossicità venivano osservati nel fegato,

con lesioni epatiche osservate entro 14 giorni nei cani e nelle scimmie. I livelli plasmatici sistemici di esposizione, associati a questa tossicità, non sono noti in dettaglio, ma la dose tossica era più alta della dose raccomandata per il trattamento nell’uomo.

Non sono state rilevati effetti mutageni della claritromicina durante gli studi in vitro e in vivo. Studi di tossicità sulla riproduzione hanno mostrato che la somministrazione della claritromicina a dosi 2 volte più alte di quella clinica nei conigli (ev) e a dosi 10 volte più alte di quella clinica per le scimmie (os) portava ad un’aumentata incidenza di aborti spontanei. Tali dosi erano correlate alla tossicità materna. Studi nei ratti non hanno dimostrato né embriotossicità né teratogenesi. Tuttavia, malformazioni cardiovascolari sono state osservate nei ratti trattati con dosi di 150 mg/kg/giorno. Studi sui topi hanno rilevato un’incidenza variabile (3-30%) di palatoschisi a dosi che erano 70 volte più alte della dose clinica.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo: amido pregelatinizzato, croscarmellosa sodica, povidone, cellulosa microcristallina, silice colloidale anidra, magnesio stearato.

Rivestimento: ipromellosa, titanio diossido, talco e glicole propilenico

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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3 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare nella confezione originale.

Questo medicinale non richiede condizioni particolari di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Claritromicina Almus 250 mg compresse rivestite con film

12 e 16 compresse in blister.

Claritromicina Almus 500 mg compresse rivestite con film

14 e 16 compresse in blister

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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lt;e la manipolazione>

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Almus S.r.l.

Via Cesarea 11/10 16121 Genova Italia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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250 mg compresse rivestite con film – 12 compresse AIC n° 039688015

250 mg compresse rivestite con film – 16 compresse AIC n° 039688027

500 mg compresse rivestite con film – 14 compresse AIC n° 039688039

500 mg compresse rivestite con film – 16 compresse AIC n° 039688041

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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DELL’AUTORIZZAZIONE 22/06/ 2010

10.0 Data di revisione del testo

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18/10/2016