Delaket 30: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Delaket 30

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Delaket 30: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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DELAKET 15 mg compresse DELAKET 30 mg compresse

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una compressa contiene:

15 mg di delapril cloridrato. Eccipiente con effetti noti: lattosio

DELAKET 30 mg compresse

Una compressa contiene:

30 mg di delapril cloridrato. Eccipiente con effetti noti: lattosio

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Ipertensione arteriosa. Scompenso cardiaco congestizio.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Poichè l’assorbimento di delapril non e’ influenzato dal cibo, le compresse di DELAKET possono essere somministrate prima, durante e dopo i pasti.

IPERTENSIONE ESSENZIALE

Lo schema posologico proposto prevede la somministrazione di dosi gradualmente crescenti fino al raggiungimento della riduzione pressoria desiderata.

In pratica, la somministrazione iniziale puo’ essere pari a 30 mg/die in dose singola o in due dosi divise (una compressa da 15 mg al mattino ed una alla sera).

Dopo 1-2 settimane di terapia, in base all’evoluzione dei parametri pressori la posologia puo’ essere mantenuta o aumentata a 60 mg/die (una compressa da 30 mg al mattino ed una alla sera).

Il dosaggio ottimale deve essere determinato individualmente, sebbene la maggioranza dei pazienti con ipertensione arteriosa lieve-moderata ottenga il controllo pressorio con 30-60 mg/die ripartiti in una o due somministrazioni.

La dose di 120 mg/die e’ da riservare a pazienti ipertesi gravi e deve essere considerata la massima dose giornaliera.

Nei pazienti in cui non fosse stato raggiunto un soddisfacente controllo pressorio e’ possibile associare a delapril un diuretico, ad es. 25 mg/die di idroclorotiazide o 2,5 mg/die di indapamide.

Una volta stabilizzati i valori pressori, un soddisfacente controllo pressorio puo’ essere mantenuto con una sola somministrazione giornaliera alla stessa posologia o a dosi dimezzate.

Nei pazienti ipertesi gia’ in terapia con diuretici e nei pazienti fortemente sodio-depleti e’ consigliabile aggiungere delapril a dosaggi inferiori (ad esempio 15 mg/die). Qualora dopo 2 settimane di terapia l’effetto antiipertensivo fosse insufficiente, la posologia puo’ essere incrementata.

Insufficienza renale: poiche’ in presenza di insufficienza renale si verifica ridotta escrezione di delapril, sono necessari aggiustamenti posologici nei pazienti con livelli serici di creatinina

>3 mg/dl; si consiglia di raggiungere il dosaggio appropriato partendo da dosi adeguatamente ridotte (ad esempio 15 mg/die in due dosi refratte).

Pazienti anziani: in considerazione della fisiologica compromissione della funzionalita’ renale presente nei pazienti anziani, dovra’ essere valutata in tale popolazione l’opportunita’ di iniziare la terapia a posologie ridotte, eventualmente con una monodose giornaliera.

SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO

La dose iniziale di delapril in pazienti con scompenso cardiaco e’ di 15 mg/die da ripartire in due somministrazioni (mezza compressa da 15 mg al mattino e mezza alla sera). Il trattamento deve essere iniziato sotto stretta supervisione medica e il paziente deve essere attentamente controllato per determinare l’effetto iniziale sulla pressione arteriosa. Devono essere monitorati anche funzione renale e potassio serico. L’eventuale comparsa di ipotensione dopo dosi iniziali di ACE-inibitori non implica che l’ipotensione si ripresenterà durante la terapia cronica e non preclude l’uso continuato del farmaco.

In base alla risposta del paziente e in assenza di ipotensione, la dose puo’ quindi essere aumentata alla dose abituale di mantenimento di 30 mg/die ripartiti in due somministrazioni giornaliere.

In base alla tollerabilità del paziente, nelle forme piu’ gravi delapril può essere somministrato fino alla dose massima di 60 mg/die (una compressa da 30 mg/die al mattino ed una alla sera). Aumenti delle dosi giornaliere sono da attuare gradualmente in un periodo di due-quattro settimane, cosi da poter osservare se si ottenga una risposta soddisfacente.

Delapril può essere usato come terapia associata a diuretici disperdenti potassio con o senza digitalici. Se possibile la dose di diuretico deve essere ridotta prima di iniziare il trattamento.

Pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica, es. pazienti con deplezione salina con o senza iponatremia, pazienti con ipovolemia o pazienti che vengono trattati con alte dosi di

diuretici, debbono avere queste condizioni corrette, se possibile, prima della terapia con delapril.

Popolazione pediatrica

Non ci sono dati disponibili.

Modo di somministrazione Per uso orale

Istruzioni per l’impiego

Per evitare l’uso improprio da parte dei bambini, il flacone è dotato di una capsula di sicurezza razionale e non istintiva. E’ necessario quindi:

per aprire: premere e contemporaneamente girare

per chiudere: avvitare a fondo premendo.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).

Precedenti di edema angioneurotico. Angioedema ereditario/idiopatico. Grave insufficienza epatica. Stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi unilaterale dell’arteria renale in pazienti con rene singolo.

L’uso concomitante di DELAKET con medicinali contenenti aliskiren è controindicato nei pazienti affetti da diabete mellito o compromissione renale (velocità di filtrazione glomerulare GFR < 60 ml/min/1.73 m2) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.

Cilazapril non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.5).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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– Angioedema: angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, delle membrane mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe può verificarsi in pazienti trattati con ACE-inibitori, specialmente durante le prime settimane di trattamento. In rari casi l’insorgenza di angioedema grave può verificarsi dopo trattamento a lungo termine con un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina.

In tali casi il trattamento deve essere prontamente sospeso e sostituito con farmaci appartenenti ad un’altra classe farmacologica.

L’angioedema con interessamento di lingua, glottide e laringe può essere fatale. Attuare immediatamente una terapia d’emergenza, incluso, ma non necessariamente limitata a: somministrazione di 0.3-0.5 ml di adrenalina in soluzione 1:1000 per via sottocutanea

oppure somministrazione e.v. lenta di 1 mg/ml di adrenalina (da diluire secondo istruzioni), monitoraggio ECG e pressione arteriosa. Il paziente deve essere ospedalizzato e sottoposto ad osservazioni per almeno 12-24 ore e dimesso solo dopo completa risoluzione dei sintomi.

Tosse: durante il trattamento con ACE-inibitori è stata segnalata la comparsa di tosse secca e non produttiva che scompare dopo interruzione del trattamento.

Ipotensione: come per gli altri ACE-inibitori, una risposta ipotensiva marcata si può a volte verificare nel trattamento con delapril specialmente in alcune categorie di pazienti a rischio, quali quelli con scompenso cardiaco congestizio, ipertensione renovascolare, dialisi renale, intensa deplezione salina e/o idrica di qualsiasi eziologia (ad es. intensa terapia diuretica). In questi pazienti, prima di iniziare la terapia con delapril, è prudente ridurre o sospendere la terapia diuretica oppure provvedere ad un adeguato trattamento di reidratazione. La terapia deve essere iniziata sotto stretto controllo medico e a dosi ridotte in pazienti con cardiopatia ischemica o affezioni cerebrovascolari, in cui un’eccessiva caduta pressoria potrebbe determinare infarto miocardico o apoplessia.

Durante il trattamento con ACE-inibitori in pazienti con scompenso cardiaco, con o senza insufficienza renale associata, è stata osservata ipotensione sintomatica. Ciò è più probabile che accada in quei pazienti con un più severo grado di scompenso cardiaco, come rispecchiato dall’uso di alte dosi di diuretici dell’ansa, dall’iponatremia e dall’insufficienza renale funzionale. A motivo della potenziale caduta pressoria in questi pazienti, può rendersi necessaria la riduzione e/o sospensione del diuretico e/o ACE-inibitore. In caso di ipotensione e’ opportuno porre il paziente in posizione supina e, se necessario, somministrare per infusione endovenosa una normale soluzione fisiologica.

Pazienti con insufficienza renale: in individui particolarmente predisposti, si possono verificare variazioni della funzionalità renale a causa della inibizione del sistema renina-angiotensina- aldosterone.

Pertanto gli ACE-inibitori dovrebbero essere usati con cautela in pazienti con insufficienza renale, i quali potrebbero richiedere un dosaggio ridotto o somministrazioni meno frequenti.

Uno stretto monitoraggio della funzionalità renale dovrebbe essere effettuato durante la terapia come appropriato in presenza di insufficienza renale.

L’insufficienza renale è stata associata al trattamento con ACE- inibitori, specialmente in pazienti con scompenso cardiaco severo o malattie renali, inclusa la stenosi dell’arteria renale.

In alcuni pazienti con apparente assenza di malattia renale ed in concomitante trattamento diuretico, si sono verificati aumenti dell’azotemia e della creatininemia.

La riduzione del dosaggio dell’ACE-inibitore e/o la sospensione del diuretico possono rendersi necessarie.

Si raccomanda il monitoraggio della funzionalità renale durante le prime settimane di terapia.

In pazienti trattati con ACE-inibitori sono state osservate reazioni anafilattoidi (come gonfiore al viso, arrossamento, ipotensione e dispnea) in corso di emodialisi con membrane ad alto flusso di poliacrilonitrile (AN69). Pertanto in questi casi è necessario usare un antiipertensivo di diversa classe o usare un’altra membrana dialitica.

Pazienti con ipertensione renovascolare: quando i pazienti con ipertensione renovascolare e preesistente stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria renale in pazienti con un solo rene sono trattati con ACE-inibitori, il rischio di sviluppare ipotensione severa e insufficienza renale aumenta.

Il trattamento con diuretici può rappresentare un ulteriore fattore di rischio.

Una perdita di funzionalità renale si può verificare anche in pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale, pur senza importanti variazioni della creatininemia. In questi pazienti il trattamento dovrebbe essere iniziato in ospedale sotto stretto controllo medico, con basse dosi e attenta titolazione del dosaggio.

Il trattamento con diuretici dovrebbe essere sospeso e la funzionalità renale monitorata durante le prime settimane di terapia.

Funzionalità epatica: poichè in parte il delapril viene trasformato nelle forme attive a livello epatico, nei soggetti con insufficienza epatica lieve-moderata tale conversione può essere rallentata. In tali occasioni e’ consigliabile osservare la risposta del paziente in funzione della dose adottata.

Potassio sierico: . Gli ACE-inibitori possono provocare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone. Tale effetto non è solitamente significativo nei pazienti con una funzione renale nella norma. I pazienti a rischio di manifestare iperkaliemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, ipoaldosteronismo, funzione renale compromessa e/ o pazienti che assumono integratori di potassio (inclusi sostituti del sale), diuretici risparmiatori del potassio o altre sostanze attive associate ad aumenti nei livelli sierici di potassio (ad es., trimetoprim o cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o bloccanti del recettore dell’angiotensina). I diuretici risparmiatori di potassio e i bloccanti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti in terapia con ACE-inibitori e si devono contestualmente monitorare il potassio sierico e la funzione renale (vedere paragrafo 4.5).

Chirurgia-anestesia: gli ACE-inibitori possono causare ipotensione o shock ipotensivo in pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore, o durante anestesia, attraverso il potenziamento di altri fattori ipotensiogeni.

Qualora non fosse possibile sospendere l’ACE-inibitore, occorre controllare attentamente la volemia.

Neutropenia/agranulocitosi: il rischio di neutropenia sembra essere tipo- e dose correlato e dipendente, inoltre, dallo stato clinico del paziente. Viene osservata raramente in pazienti che non presentano complicazioni ma può insorgere in pazienti con compromissione renale di ogni grado specialmente in associazione con collagenopatie vascolari (ad es. lupus eritematoso sistemico, sclerodermia) e terapia con farmaci immunosoppressivi. È reversibile con la sospensione dell’ACE-inibitore.

Proteinuria: proteinuria può verificarsi specialmente in pazienti con preesistenti alterazioni della funzione renale o a seguito di dosi relativamente elevate di ACE-inibitori.

Reazioni anafilattiche durante desensibilizzazione da punture di insetti: raramente i pazienti che ricevono ACE-inibitori hanno riportato, durante la terapia di desensibilizzazione o dopo punture di insetti, delle reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Queste reazioni sono evitate sospendendo temporaneamente la terapia con ACE-inibitore prima di ogni desensibilizzazione.

Reazioni anafilattoidi durante LDL aferesi: in pazienti trattati con un ACE-inibitore sottoposti a LDL aferesi con destrano solfato possono raramente verificarsi reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Queste reazioni sono evitate sospendendo temporaneamente la terapia con ACE-inibitore prima di ogni aferesi.

Pediatria: il prodotto non va usato in età pediatrica, poichè finora non vi sono sufficienti esperienze in merito.

Anziani: alcuni pazienti anziani possono essere più responsivi rispetto ai giovani alla somministrazione di un ACE-inibitore; la somministrazione di basse dosi iniziali e la valutazione della funzione renale sono raccomandabili all’inizio del trattamento.

Stenosi aortica/cardiomiopatia ipertrofica: gli ACE-inibitori debbono essere usati con prudenza in pazienti con ostacolato flusso d’uscita del ventricolo sinistro.

Trapianto renale: non ci sono esperienze relative alla somministrazione di delapril in pazienti sottoposti a recente trapianto renale.

Iperaldosteronismo primario: la somministrazione di farmaci che agiscono

attraverso l’inibizione del sistema renina-angiotensina non è raccomandata nei pazienti con iperaldosteronismo primario.

Gravidanza: La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la

gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto

immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS):

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Ipersensibilità/Angioedema:

L’uso concomitante degli ACE-inibitori e di sacubitril/valsartan è controindicato in considerazione dell’aumento del rischio di angioedema. Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di ACE inibitori. Il trattamento con ACE inibitori non deve essere iniziato prima che siano trascorse almeno 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (ad es., gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Occorre cautela nell’iniziare la terapia con racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin in un paziente che sta già assumendo un ACE-inibitore.

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Associazioni sconsigliate:

– Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio: il trattamento con delapril può ridurre la perdita di potassio causata dai diuretici tiazidici.

Sebbene il potassio sierico si mantenga generalmente nei limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con ACE inibitori si può sviluppare iperkaliemia.

I diuretici risparmiatori di potassio (come spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del

sale contenenti potassio possono determinare aumenti significativi del potassio sierico. Occorre esercitare la debita cautela anche nel somministrare ACE inibitori in concomitanza con altri agenti che aumentano il potassio sierico, come trimetoprim e cotrimoxazolo (trimetoprim/sulfametossazolo), in quanto è noto che trimetoprim agisce da diuretico risparmiatore del potassio come l’amiloride. L’associazione di ACE inibitori con i farmaci sopra citati non è pertanto raccomandata. Se è indicato l’uso concomitante, occorre esercitare la debita cautela e monitorare frequentemente il potassio sierico.

Ciclosporina: Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

Eparina: Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori ed eparina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

Precauzioni per l’uso:

Diuretici: nei pazienti in trattamento con diuretici e specialmente in quelli con deplezione salina e/o ipovolemia, si può verificare una eccessiva riduzione della pressione arteriosa dopo l’inizio della terapia con ACE-inibitori. La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta iniziando la terapia a dosi più basse di ACE- inibitore. Effettuare gli ulteriori aumenti posologici con cautela.

Litio: nei pazienti in trattamento contemporaneo con ACE-inibitori e litio sono stati descritti aumenti dei livelli ematici di litio e sintomi di intossicazione da litio. Pertanto, la contemporanea somministrazione dei due farmaci dovrebbe essere fatta con cautela ed i livelli ematici di litio controllati frequentemente. La contemporanea somministrazione di un diuretico può accrescere la tossicità del litio.

Anestetici: gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni anestetici.

– Narcotici/Antipsicotici: si può verificare una ipotensione ortostatica.

Agenti antiipertensivi: l’effetto ipotensivo degli ACE-inibitori può essere incrementato.

Allopurinolo, citostatici o farmaci immuno soppressivi, corticosteroidi sistemici o procainamide: si può avere un aumento del rischio di leucopenia nei casi di uso concomitante di ACE- inibitori.

Da tenere in considerazione:

Co-somministrazione con FANS: quando ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con farmaci anti-infiammatori non steroidei (per es. inibitori selettivi della Cox 2, acido acetil salicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto anti-ipertensivo.

L’uso concomitante di ACE inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre- esistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.

Simpaticomimetici: possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE-inibitori. Occorre effettuare attenti controlli per verificare che siano ottenuti gli effetti desiderati.

Alcool: potenzia l’effetto ipotensivo.

La somministrazione contemporanea di ACE inibitori e farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali o insulina) puo’ causare un aumento dell’effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalita’ renale compromessa.

ACE-inibitori, bloccanti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren: I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).

Medicinali che aumentano il rischio di angioedema: L’uso concomitante di ACE-inibitori e sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’uso concomitante di ACE-inibitori e racecadotril, inibitori di mTOR (come sirolimus, everolimus, temsirolimus) e vildagliptin può determinare un aumento del rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).

– Cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo):

I pazienti che assumono cotrimossazolo concomitante (trimetoprim/sulfametossazolo) possono essere esposti a un maggiore rischio di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4).

Ciclosporina: Durante l’uso concomitante di ACE-inibitori e ciclosporina si può manifestare iperkaliemia. Si raccomanda il monitoraggio del potassio sierico.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

L’uso degli ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.

Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.

Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitorideve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Allattamento

Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di Delaket durante l’allattamento, Delaket non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Poichè possono verificarsi capogiri attribuibili all’effetto antiipertensivo del prodotto, i pazienti dovrebbero essere avvertiti di prestare attenzione nell’uso di macchinari e nella guida di autoveicoli.

04.8 Effetti indesiderati

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Gli effetti indesiderati verificatisi a seguito di terapia con Delaket solitamente di natura lieve e transitoria, comprendono più frequentemente: capogiri e vertigini, cefalea, nausea e vomito, tosse, senso di stanchezza.

Le seguenti reazioni avverse sono state associate con ACE- inibitori:

– Disturbi del sistema immunitario: angioedema con frequenza non nota

Sistema cardiovascolare: ipotensione severa, all’inizio del trattamento ed in occasione di incremento posologico. Ciò si può verificare specialmente nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4). Raramente è stata osservata ipotensione sintomatica, accompagnata da senso di vertigini, capogiri, debolezza, disturbi della vista e nausea, che però può verificarsi nei soggetti con grave ipovolemia e deplezione salina, come ad esempio nei pazienti in trattamento con diuretici, in quelli sottoposti a dialisi od in quelli affetti da grave insufficienza cardiaca congestizia (vedere paragrafo 4.4). Raramente sono state osservate sincopi.

Casi singoli di tachicardia, palpitazioni, aritmie, angina pectoris, infarto miocardico, attacchi ischemici transitori ed emorragie cerebrali sono stati riportati per gli ACE-inibitori in associazione ad ipotensione.

Apparato renale: può manifestarsi o può peggiorare l’insufficienza renale; è stata osservata insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.4). Danno renale acuto con frequenza non nota.

Apparato respiratorio: oltre alla tosse, le seguenti reazioni avverse sono state raramente riportate con l’uso di ACE-inibitori: dispnea, sinusite, rinite, glossite, bronchite e broncospasmo. In casi isolati, l’edema angioneurotico con interessamento delle vie superiori è risultato fatale.

Apparato gastrointestinale e fegato: oltre a nausea e vomito, occasionalmente si possono verificare dolori addominali, indigestione, diarrea, costipazione e secchezza delle fauci. Sono stati riportati con l’uso di ACE-inibitori casi singoli di ittero colestatico, epatite, pancreatite e occlusione intestinale. In casi rarissimi possono verificarsi alterazioni del gusto.

Cute e vasi: occasionalmente si possono verificare reazioni allergiche e di ipersensibilità quali rash, prurito, orticaria, eritema multiforme, sindrome di Stevens – Johnson, necrolisi epidermica tossica, efflorescenze similpsoriasiche e alopecia. Ciò si può accompagnare a febbre, mialgia, artralgia, eosinofilia e/o aumenti del titolo ANA.

In rari casi durante il trattamento con ACE-inibitori può verificarsi edema angioneurotico (vedere paragrafo 4.4).

Sistema nervoso: si sono verificati occasionalmente stanchezza, depressione, disturbi del sonno, parestesie, impotenza, disturbi dell’equilibrio, confusione, tinnito, annebbiamenti della vista.

Parametri di laboratorio: possono verificarsi aumenti della creatininemia e dell’urea plasmatica soprattutto in presenza di insufficienza renale, grave insufficienza cardiaca ed ipertensione renovascolare, reversibili con l’interruzione della terapia. Sono stati riportati casi singoli di anemia emolitica in pazienti con deficienze di glucosio-6-fosfato deidrogenasi. In alcuni pazienti sono stati riportati diminuzione dell’emoglobina, dell’ematocrito, delle piastrine e della conta dei globuli bianchi ed in casi

individuali agranulocitosi e pancitopenia. Inoltre sono stati segnalati aumenti dei livelli sierici della bilirubina e degli enzimi epatici.

Poiche’ il trattamento con ACE-inibitori fa diminuire la secrezione di aldosterone, può verificarsi iperkaliemia con frequenza non nota. Pertanto, va evitato l’impiego contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio (quali ad esempio, spironolattone, amiloride e triamterene) o la somministrazione supplementare di potassio (vedere paragrafo 4.4).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo

https://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una- sospetta-reazione-avversa.

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi di sovradosaggio sono grave ipotensione, shock, stupore, bradicardia, disturbi elettrolitici ed insufficienza renale. Dopo l’ingestione di una dose eccessiva il paziente deve essere tenuto sotto stretta osservazione, preferibilmente in una unità di terapia intensiva. Elettroliti e creatinina devono essere monitorati frequentemente. Le misure terapeutiche dipendono dalla natura e gravità dei sintomi. Contromisure per prevenire l’assorbimento (lavanda gastrica, somministrazione di adsorbenti e sodio solfato) devono essere poste entro 30 minuti dall’introduzione e si deve accelerare l’eliminazione se l’ingestione è recente. Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione antideclive e deve essere somministrata rapidamente soluzione fisiologica salina. Occorrerebbe considerare il trattamento con angiotensina

II. La bradicardia o eccessive reazioni vagali devono essere trattate con atropina. Se necessario ricorrere all’uso di un pace- maker. Gli ACE-inibitori possono essere rimossi dal circolo attraverso emodialisi. Evitare l’uso di membrane di poliacrinonitrile ad alto flusso.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Sostanze ad azione sul sistema renina-angiotensina – ACE-inibitori non associati, codice ATC: C09AA12.

Meccanismo d’azione

Delapril e’ un nuovo potente inibitore dell’enzima di conversione dell’Angiotensina I (ACE) dotato di attivita’ antiipertensiva.

Effetti farmacodinamici

Il meccanismo con cui il farmaco determina l’effetto antiipertensivo appare essere il blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone con inibizione primaria dell’enzima di conversione dell’Angiotensina I in Angiotensina II. L’inibizione dell’ACE dà luogo ad una diminuzione della produzione di Angiotensina II, sostanza ad azione pressoria, a cui consegue diminuzione della secrezione di aldosterone. Si ritiene che contribuisca all’attività del prodotto anche l’inibizione della chininasi II (identica all’ACE) responsabile dell’inattivazione della bradichinina, coinvolta nei meccanismi fisiologici di riduzione pressoria.

Dopo l’assorbimento Delapril è estesamente metabolizzato nelle forme attive delapril-diacido e 5-idrossi-delapril-diacido.

Delapril e i suoi metaboliti attivi inibiscono l’attivita’ dell’ACE in vitro nella frazione di polmone di coniglio e in vivo nel plasma e nella parete vasale di ratti spontaneamente ipertesi.

La somministrazione orale nello stesso modello animale induce riduzione pressoria dose-dipendente; analogamente nel ratto con ipertensione renale sperimentalmente indotta è rilevabile un significativo effetto antiipertensivo. La somministrazione associata di delapril e idroclorotiazide in ratti con ipertensione spontanea determina un potenziamento dell’effetto antiipertensivo sia per intensità che per durata.

Delapril e’ stato studiato nel trattamento terapeutico dell’ipertensione essenziale di grado sia lieve che grave, ed anche dell’ipertensione renale e renovascolare.

In pazienti affetti da ipertensione essenziale una singola dose orale di delapril produce un significativo effetto antiipertensivo già

1 hr dopo la somministrazione che permane fino alla 12a hr. La riduzione della pressione arteriosa e’ associata ad una riduzione delle resistenze periferiche mentre non compare alcun incremento compensatorio della frequenza cardiaca.

Rispetto a captopril, delapril presenta i vantaggi di una durata d’azione superiore, di una maggior efficacia terapeutica e di una miglior tollerabilità.

Delapril non determina modificazioni del flusso a livello cerebrale e renale e praticamente assente è il rischio di ipotensione ortostatica. A parità di efficacia clinica, e’ meglio tollerato di enalapril.

Delapril trova, inoltre, impiego terapeutico nello scompenso cardiaco congestizio.

Studi clinici effettuati su pazienti con scompenso cardiaco congestizio in terapia con digitale e/o diuretici, hanno dimostrato che la somministrazione di delapril aumenta la frazione di eiezione e la gittata cardiaca senza aumentare la frequenza cardiaca.

La pressione arteriosa è ridotta, indicando diminuzione delle resistenze vascolari sistemiche. La pressione capillare polmonare si è ridotta. Globalmente si ha la riduzione sia del post-carico che del pre-carico.

La tolleranza allo sforzo e la gravità dello scompenso, valutata secondo i criteri della New York Heart Association, sono migliorati.

Efficacia e sicurezza clinica

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE- inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II. ONTARGET è stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovascolare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperkaliemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia.

Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietà farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) è stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi.

Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperkaliemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento e biotrasformazione

Gli studi farmacocinetici hanno dimostrato che delapril, dopo rapido assorbimento dal tratto gastrointestinale e’ estesamente metabolizzato nelle forme attive delapril-diacido (MI), metabolita principale, e 5-idrossi-delapril-diacido (MIII).

Il principale metabolita sierico è MI, seguito da MIII, mentre i livelli sierici di MII, metabolita ciclizzato inattivo, e di delapril immodificato sono ridotti. Il metabolita MI presenta, rispetto alle

altre specie circolanti, i più elevati valori di Cmax, con Tmax pari a 1,3 – 1,6 hr.

L’assorbimento di delapril non viene influenzato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale.

La scomparsa di MI dal compartimento centrale avviene con tempo di emivita di 1,2 hr.

Distribuzione

Delapril e MI si legano alle proteine sieriche umane in misura superiore al 95%.

Eliminazione

Il prodotto e’ eliminato per il 55-58% nelle urine delle 24 hr, prevalentemente sotto forma di MI e MIII e in minime quantità come delapril immodificato e MII. L’escrezione fecale appare complementare (30% ca.) a quella urinaria.

La somministrazione ripetuta non da’ luogo a fenomeni di accumulo di delapril e dei metaboliti.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati preclinici derivanti da studi di tossicità per somministrazioni ripetute non hanno evidenziato possibili rischi nelle condizioni di impiego clinico.

Trattamenti per via orale fino a 52 settimane sono stati ben tollerati nel ratto fino a 30 mg/Kg e nel cane fino a 100 mg/Kg.

Delapril è privo di effetti tossici diretti sulla fertilità e funzione riproduttiva, sull’organogenesi e sullo sviluppo peri- post-natale nel ratto e nel coniglio.

Non e’ stato osservato alcun effetto mutageno di delapril in un complesso di prove condotte in vitro e in vivo.

Delapril non ha mostrato alcuna evidenza di carcinogenicità nel topo e nel ratto.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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DELAKET 15 mg compresse: Lattosio, Idrossipropilcellulosa basso sostituita, Idrossipropilcellulosa, Magnesio stearato.

DELAKET 30 mg compresse: Lattosio, Idrossipropilcellulosa basso sostituita, Idrossipropilcellulosa, Magnesio stearato, Riboflavina.

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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3 anni.

Il periodo di validità indicato si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.

Il prodotto deve essere utilizzato entro 2 mesi dalla prima apertura.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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e Da conservarsi alle normali condizioni ambientali. Richiudere accuratamente il flacone dopo l’uso.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Pilloliera di vetro chiusa con capsula per chiusura di difficile apertura. Nella capsula è incluso gel di silice come essiccante.

DELAKET 15 mg compresse: Astuccio di 28 compresse dosate a 15 mg

DELAKET 30 mg compresse: Astuccio di 28 compresse dosate a 30 mg

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Chiesi Farmaceutici S.p.A. – Via Palermo, 26/A – Parma – Italia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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DELAKET 15 mg compresse – 28 compresse AIC N. 027696032

DELAKET 30 mg compresse – 28 compresse AIC N. 027696044

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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DELL’AUTORIZZAZIONE 17/02/1992

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-