Levobupiv LIM 1,25 mg/ml: Scheda Tecnica del Farmaco

Levobupiv LIM 1,25 mg/ml

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Levobupiv LIM 1,25 mg/ml: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Levobupivacaina Bioindustria L.I.M 1,25 mg/ml Soluzione per infusione per uso epidurale.

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni ml di soluzione contiene 1,408 mg di levobupivacaina cloridrato equivalenti a 1,25 mg di levobupivacaina.

Eccipiente con effetti noti: un flacone contiene 3,6 mg/ml di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione per infusione Soluzione limpida

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Adulti

Trattamento del dolore

Infusione epidurale continua, per il trattamento del dolore postoperatorio e per l’analgesia durante il travaglio di parto.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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La levobupivacaina deve essere somministrata esclusivamente da un medico, o sotto la supervisione di un medico, dotato di esperienza e competenze adeguate.

Levobupivacaina Bioindustria L.I.M soluzione per infusione è solo per uso epidurale. Non deve essere utilizzata per somministrazione endovenosa.

Tipo di Blocco

04.3 Controindicazioni

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Velocità di Infusione per ora
mg/ml ml mg
Infusione continua:
trattamento del dolore post-operatorio
1,25 10 -15 12,5 – 18,75
Lombare epidurale (analgesia durante il travaglio di parto) 1,25 4 – 10 5 – 12,5

Si raccomanda particolare attenzione durante l’aspirazione, prima dell’infusione, per evitare l’iniezione intravascolare. Qualora si dovessero manifestare sintomi tossici, l’infusione dovrà essere immediatamente interrotta.

C’è una limitata esperienza di sicurezza con la terapia a base di levobupivacaina per periodi superiori a 24 ore. Per minimizzare il rischio di gravi complicazioni neurologiche, il paziente e la durata di somministrazione di levobupivacaina devono essere attentamente monitorati (vedere sezione 4.4).

Dosaggio Massimo

Il dosaggio massimo deve essere stabilito valutando il peso corporeo e le condizioni fisiche del paziente. La dose massima raccomandata nell’arco delle 24 ore è pari a 400 mg.

In caso di trattamento del dolore postoperatorio, la dose non deve superare i 18,75 mg/ora, comunque la dose cumulativa nell’arco delle 24 ore non deve superare i 400 mg. In caso di analgesia durante il travaglio di parto, effettuata con infusione epidurale, la dose non deve superare i 12,5 mg/ora.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia della levobupivacaina per il trattamento del dolore nei bambini non è stata ancora stabilita.

Popolazioni speciali

Nei pazienti debilitati, anziani o affetti da patologie acute devono essere somministrate dosi ridotte di levobupivacaina, in rapporto alla loro condizione fisica ai pazienti.

Nel trattamento del dolore postoperatorio, si deve prendere in considerazione la dose somministrata durante l’intervento chirurgico.

Non ci sono dati rilevanti in pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

– Controindicazioni

Si devono tenere in considerazione le controindicazioni generali correlate all’anestesia regionale, indipendentemente dall’anestetico locale utilizzato.

Le soluzioni a base di levobupivacaina sono controindicate nei pazienti che presentano un’accertata ipersensibilità alla levobupivacaina, agli anestetici locali di tipo amidico o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 (vedere paragrafo 4.8).

Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate nell’anestesia endovenosa regionale (blocco di Bier).

Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate nei pazienti affetti da grave ipotensione come lo shock cardiogeno o lo shock ipovolemico.

Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate per il blocco paracervicale in ostetricia (vedere paragrafo 4.6).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tutte le tipologie di anestesia locale e regionale effettuate con la levobupivacaina devono essere

eseguite in strutture ben attrezzate e la somministrazione deve essere eseguita da uno staff formato e con esperienza riguardo alle tecniche anestesiologiche richieste e capace di diagnosticare e trattare ogni eventuale effetto avverso.

La levobupivacaina può causare reazioni allergiche acute, effetti cardiovascolari e danni neurologici (vedere paragrafo 4.8).

Ci sono state segnalazioni post-marketing di condrolisi nei pazienti trattati in post-operatorio con una infusione intra-articolare continua di anestetico locale.

La maggior parte dei casi segnalati di condrolisi ha coinvolto l’articolazione della spalla.

A causa di molteplici fattori coinvolti e dell’inconsistenza nella letteratura scientifica riguardante il meccanismo di azione, non è stato stabilito un rapporto di causalità.

L’infusione intra-articolare continua non è un’indicazione approvata per la levobupivacaina. L’introduzione di anestetici locali, attraverso la somministrazione epidurale, nel sistema nervoso centrale di pazienti con preesistenti patologie del SNC può potenzialmente esacerbare alcuni di questi stati patologici.

Di conseguenza è richiesta un’attenta valutazione clinica quando è prevista un’anestesia epidurale in tali pazienti.

Anestesia epidurale

Durante la somministrazione epidurale di levobupivacaina, le soluzioni concentrate (0,5-0,75%) devono essere somministrate a dosaggi crescenti di 3 – 5 ml e con un intervallo di tempo tra le dosi sufficiente a rilevare manifestazioni tossiche dovute ad un’accidentale iniezione intravascolare o intratecale. Casi di grave bradicardia, ipotensione e compromissione respiratoria con arresto cardiaco (alcuni dei quali mortali), sono stati segnalati in associazione con anestetici locali, inclusa la levobupivacaina. Quando deve essere iniettata un’alta dose, come ad es. nel blocco epidurale, si raccomanda di somministrare una dose di prova di 3-5 ml di lidocaina con l’aggiunta di adrenalina. Un’accidentale iniezione intravascolare può quindi essere riconosciuta da un aumento temporaneo della frequenza cardiaca mentre un‘accidentale iniezione intratecale si riconosce da segni di blocco spinale. Devono essere inoltre eseguite con la siringa delle aspirazioni prima e durante ogni iniezione supplementare nelle tecniche con catetere in infusione continua (intermittente).

Un’iniezione intravascolare è possibile anche se le aspirazioni del sangue sono negative. Durante la somministrazione dell’anestesia epidurale si raccomanda di somministrare inizialmente una dose di prova e monitorarne gli effetti prima di somministrare l’intera dose.

L’anestesia epidurale con qualsiasi anestetico locale può dare luogo ad ipotensione e bradicardia. Per tutti i pazienti deve essere previsto un accesso venoso. Deve essere assicurata la disponibilità di fluidi appropriati, vasopressori, anestetici con proprietà anticonvulsivanti, miorilassanti, atropina,

attrezzatura e personale esperto per la rianimazione (Vedere paragrafo 4.9).

Analgesia epidurale

Ci sono state segnalazioni postmarketing di sindrome di cauda equina ed eventi indicativi di neurotossicità (vedere sezione 4.8) temporaneamente associati con l’uso di levobupivacaina per l’analgesia epidurale per un periodo di tempo maggiore o uguale a 24 ore. Questi eventi sono stati più gravi ed in alcuni casi hanno portato a postumi permanenti quando la levobupivacaina è stata somministrata per più di 24 ore. Pertanto l’infusione di levobupivacaina per un periodo superiore a 24 ore deve essere valutata attentamente e deve essere utilizzata solo quando il beneficio per il paziente supera il rischio.

È essenziale che l’aspirazione di sangue o liquido cerebrospinale (quando applicabile) vada eseguita prima dell’iniezione di un qualsiasi anestetico locale, sia prima della dose iniziale sia per tutte le dosi successive al fine di evitare l’iniezione intravascolare o intratecale. Tuttavia, un’ aspirazione a pressione negativa non protegge dal rischio di una iniezione intravascolare o intratecale. La levobupivacaina deve essere usata con cautela in pazienti che ricevono altri anestitici locali o agenti strutturalmente correlati ad anestetici locali di tipo ammidico, poichè gli effetti tossici di questi farmaci sono additivi.

Popolazioni speciali

Pazienti debilitati, anziani o affetti da patologie acute: la levobupivacaina deve essere usata con cautela nei pazienti debilitati, anziani o affetti da malattie acute (vedere paragrafo 4.2).

Compromissione epatica: dal momento che la levobupivacaina è metabolizzata a livello epatico, deve essere usata con cautela nei pazienti epatopatici o con una circolazione sanguigna epatica ridotta, p. es. alcolisti o pazienti cirrotici (vedere paragrafo 5.2).

Questo medicinale contiene 3,6 mg/ml di sodio nel flacone: ciò deve essere preso in considerazione per quei pazienti che seguono una dieta povera di sodio.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Studi in vitro indicano che l’isoforma CYP3A4 e l’isoforma CYP1A2 mediano il metabolismo della levobupivacaina. Sebbene non siano stati condotti studi clinici in questo campo, il metabolismo della levobupivacaina può essere influenzato dagli inibitori del CYP3A4, come, ad esempio, il chetoconazolo, e dagli inibitori del CYP1A2 come le metilxantine.

La levobupivacaina deve essere usata con molta cautela nei pazienti che vengono trattati con medicinali antiaritmici dotati di attività anestetica locale, come, ad esempio, la mexilitina, o con antiaritmici di classe III in quanto i loro effetti tossici possono sommarsi.

Non è stato portato a termine alcuno studio clinico per valutare la levobupivacaina in associazione con l’adrenalina.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate per il blocco paracervicale in ostetricia. Basandosi sull’esperienza con la bupivacaina può insorgere bradicardia fetale in seguito a blocco paracervicale (vedere paragrafo 4.3).

Per la levobupivacaina, non ci sono dati clinici relativi all’esposizione al medicinale durante il primo trimestre di gravidanza. Studi condotti sugli animali non indicano effetti teratogeni, ma hanno evidenziato tossicità embrio-fetale a livelli di esposizione sistemica nello stesso intervallo dei livelli di esposizione ottenuti nell’uso clinico (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo non è noto. La levobupivacaina non deve quindi essere somministrata durante le prime fasi della gravidanza a meno che non sia strettamente necessario.

Tuttavia, ad oggi, l’esperienza clinica con bupivacaina nella chirurgia ostetrica (al termine della gravidanza o per il parto), è ampia e non ha evidenziato effetti fetotossici.

Allattamento

Non è noto se la levobupivacaina o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno umano. Tuttavia è probabile che siano escrete nel latte materno scarse quantità cosi come si verifica per la bupivacaina. Di conseguenza l’allattamento può essere possibile dopo anestesia locale.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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La levobupivacaina compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

I pazienti devono essere avvertiti di non guidare o usare macchinari finché non scompaiono tutti gli effetti dell’anestesia e quelli immediati dell’intervento chirurgico.

04.8 Effetti indesiderati

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Le reazioni avverse relative alla levobupivacaina sono simili a quelle note per la stessa classe di medicinali. Le reazioni avverse al medicinale più comunemente riportate sono ipotensione, nausea, anemia, vomito, capogiri, mal di testa, febbre, dolore procedurale, mal di schiena e sindrome da sofferenza fetale relativa all’uso del medicinale in ostetricia (vedere la tabella sotto riportata).

Sia le reazioni avverse riportate nella segnalazione spontanea sia quelle osservate negli studi clinici sono elencate nella seguente tabella. Entro ogni classe per sistemi ed organi le reazioni avverse sono classificate per tipologia di frequenza usando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, < 1/100), non nota (la frequenza non può essere

definita sulla base di dati disponibili).

CLASSIFICAZIONE PER ORGANI SISTEMI E FREQUENZA REAZIONI AVVERSE
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune Anemia
Disturbi del sistema immunitario Non nota
Non nota
Reazione allergica (in casi gravi shock anafilattico)
Ipersensibilità
Patologie
del sistema nervoso
Comune Comune Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Capogiri Mal di testa Convulsioni
Perdita della coscienza Sonnolenza
Sincope Parestesia Paraplegia Paralisi1
Patologie dell’occhio Non nota Non nota Non nota Non nota Visione offuscata Ptosi2
Miosi2 Enoftalmo2
Patologie cardiache Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Blocco atrioventricolare Arresto cardiaco Tachiaritmia ventricolare Tachicardia
Bradicardia
Patologie vascolari Molto comune Non nota Ipotensione Vampate2
Patologie respiratorie, mediastiniche toraciche e Non nota Non nota Non nota Non nota Arresto respiratorio Edema laringeo Apnea
Starnuti
Patologie gastrointestinali Molto comune Comune
Non nota Non nota
Nausea Vomito
Ipoestesia orale
Perdita di controllo dello sfintere1
Patologie della cute sottocutaneo e del tessuto Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Non nota Angioedema Orticaria Prurito Iperidrosi Anidrosi2 Eritema
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Non nota Non nota Mal di schiena Spasmi muscolari Debolezza muscolare
Patologie renali e urinarie Non nota Disfunzione della vescica1
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali Comune Sindrome da sofferenza fetale
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Non nota Priapismo1
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Febbre
Esami diagnostici Non nota Non nota Diminuzione della gittata cardiaca Variazioni nell’elettrocardiogramma
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Comune Dolore procedurale

1 Questo può essere un segno o sintomo di sindrome della cauda equina (vedere testo aggiuntivo di

seguito al paragrafo 4.8).

2 Questo può essere un segno o sintomo di sindrome di Horner transitoria (vedere testo aggiuntivo di seguito al paragrafo 4.8).

Le reazioni avverse con gli anestetici locali di tipo amidico sono rare, ma possono verificarsi in seguito a sovradosaggio o iniezione intravascolare accidentale e possono essere gravi.

È stata riportata sensibilità crociata fra i medicinali appartenenti al gruppo degli anestetici locali di tipo amidico (vedere paragrafo 4.3).

Un’iniezione intratecale accidentale di anestetici locali può portare ad una anestesia spinale molto alta.

Gli effetti cardiovascolari sono legati ad una depressione del sistema di conduzione cardiaco e ad una diminuzione della eccitabilità e della contrattilità miocardica. Di norma, questi effetti sono preceduti da una forte tossicità a carico del sistema nervoso centrale, per esempio convulsioni; ma in rari casi, l’arresto cardiaco può insorgere senza effetti prodromici sul sistema nervoso centrale.

Il danno neurologico è una conseguenza rara ma ben nota dell’anestesia -regionale e, in particolare, dell’anestesia epidurale e spinale. Può essere dovuto ad una lesione diretta del midollo o dei nervi spinali, alla sindrome dell’arteria spinale anteriore, all’iniezione di una sostanza irritante o di una soluzione non sterile. Raramente tali danni risultano permanenti.

Sono stati segnalati casi di prolungata debolezza o disturbi sensoriali, alcuni dei quali possono essere stati permanenti, in associazione alla terapia con levobupivacaina. È difficile determinare se gli effetti a lungo termine sono stati il risultato di tossicità ai medicinali o traumi non riconosciuti durante l’intervento chirurgico o di altri fattori meccanici, come l’inserimento del catetere e la manipolazione.

Sono stati segnalati casi di sindrome della cauda equina o segni e sintomi di potenziali lesioni alla base del midollo spinale o delle radici del nervo spinale (compresa parestesia degli arti inferiori, debolezza o paralisi, perdita del controllo intestinale e/o del controllo della vescica e priapismo) associati alla somministrazione con levobupivacaina. Questi eventi sono stati più gravi ed in alcuni casi non sono stati risolti quando la levobupivacaina è stata somministrata per più di 24 ore (vedere

sezione 4.4). Tuttavia, non è possibile determinare se questi eventi siano dovuti ad un effetto della levobupivacaina, a traumi meccanici del midollo spinale o delle radici del nervo spinale, o alla raccolta del sangue alla base della spina dorsale.

Sono stati segnalati anche casi di sindrome di Horner transitoria (ptosi, miosi, enoftalmo, sudorazione unilaterale e/o vampate) in associazione all’uso di anestetici regionali, tra cui la levobupivacaina. Questo evento si risolve con l’interruzione della terapia.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: https://www.aifa.gov.it/it/responsabili.

04.9 Sovradosaggio

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L’iniezione intravascolare accidentale di anestetici locali può causare reazioni tossiche immediate. In caso di sovradosaggio, le concentrazioni di picco plasmatiche non possono essere raggiunte fino a 2 ore dopo la somministrazione a seconda del sito di iniezione e, di conseguenza, i segni di tossicità possono manifestarsi in ritardo. Gli effetti del medicinale possono risultare prolungati.

Le reazioni avverse sistemiche, in seguito a sovradosaggio o ad iniezione intravascolare accidentale, osservate con agenti anestetici locali a lunga durata d’azione, interessano sia il sistema nervoso centrale sia effetti cardiovascolari.

Effetti a carico del sistema nervoso centrale

Le convulsioni devono essere subito trattate con tiopentale o diazepam per via endovenosa in dosi adeguate a secondo della necessità. Tiopentale e diazepam deprimono il sistema nervoso centrale e la funzione cardiaca e respiratoria. Il loro uso può quindi indurre apnea. È possibile usare bloccanti neuromuscolari solo nel caso in cui il medico sia in grado di garantire la pervietà delle vie aeree e di trattare un paziente completamente paralizzato.

Se non sono trattate immediatamente, le convulsioni, con conseguente ipossia e ipercapnia, unite alla depressione miocardica dovuta agli effetti dell’anestetico locale a carico del cuore, possono determinare aritmia cardiaca, fibrillazione ventricolare o arresto cardiaco.

Effetti cardiovascolari

L’ipotensione può essere prevenuta o attenuata da un pretrattamento con un carico di liquidi e/o con l’impiego di vasopressori. Nel caso in cui si verificasse ipotensione, essa deve essere trattata con la somministrazione per via endovenosa di cristalloidi o colloidi e/o con dosi crescenti di un vasopressore quale efedrina 5-10 mg. Ogni altra causa coesistente di ipotensione deve essere rapidamente trattata.

Nel caso in cui si verificasse una bradicardia grave, un trattamento con atropina 0,3-1,0 mg, normalmente ripristina la frequenza cardiaca a livelli accettabili.

L’aritmia cardiaca deve essere trattata come raccomandato e la fibrillazione ventricolare deve essere trattata con la cardioversione.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Anestetici locali, amidi Codice ATC: N01BB10

La levobupivacaina è un anestetico locale a lunga durata e un analgesico locale. Blocca la conduzione nervosa dei nervi sensitivi e motori, interagendo prevalentemente con i canali del sodio- voltaggio dipendenti presenti sulla membrana della cellula ma blocca anche i canali del potassio e del calcio. In aggiunta, la levobupivacaina interferisce con la trasmissione dell’impulso e la conduzione in altri tessuti dove gli effetti sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso centrale sono i più importanti per il verificarsi delle reazioni cliniche avverse.

La dose di levobupivacaina è espressa come base, invece nella bupivacaina come racemo la dose è espressa come sale cloridrato. Ciò si traduce, approssimativamente, in un 13% in più di principio attivo nelle soluzioni di levobupivacaina rispetto a quelle di bupivacaina. In studi clinici condotti utilizzando le stesse concentrazioni nominali la levobupivacaina ha mostrato un effetto clinico simile alla bupivacaina.

In uno studio di farmacologia clinica che utilizzava il modello del blocco del nervo ulnare, la levobupivacaina ha mostrato di avere la stessa potenza della bupivacaina.

L’esperienza sulla sicurezza di levobupivacaina per periodi di terapia superiori a 24 ore è limitata.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

La concentrazione plasmatica della levobupivacaina in seguito a somministrazione terapeutica dipende dalla dose e, poiché l’assorbimento dal sito di somministrazione è influenzato dalla vascolarizzazione del tessuto, dalla via di somministrazione.

Distribuzione

Nelle sperimentazioni nell’uomo, le cinetiche di distribuzione della levobupivacaina in seguito a somministrazione per via endovenosa risultano essenzialmente le stesse della bupivacaina.

Nell’uomo, il legame della levobupivacaina alle proteine plasmatiche è stato valutato in vitro ed è risultato essere > 97% a concentrazioni comprese tra 0,1 e 1,0 μg/ml. Il volume di distribuzione dopo somministrazione endovenosa è stato di 67 litri.

Biotrasformazione

La levobupivacaina è ampiamente metabolizzata e non è stata trovata levobupivacaina in forma immodificata nelle urine o nelle feci. La 3-idrossilevobupivacaina, principale metabolita della levobupivacaina, è escreta nelle urine sotto forma di coniugati dell’acido glucuronico e dell’estere solfato.

Studi in vitro hanno dimostrato che le isoforme CYP3A4 e il CYP1A2 mediano il metabolismo della levobupivacaina rispettivamente a desbutil-levobupivacaina e 3-idrossi-levobupivacaina.

Questi studi indicano che il metabolismo di levobupivacaina e bupivacaina sono simili. Non c’è evidenza di racemizzazione in vivo della levobupivacaina.

Eliminazione

A seguito di somministrazione endovenosa, il recupero della levobupivacaina è quantitativo con una media totale di levobupivacaina nelle 48 ore pari al 95% di cui il 71% recuperato nelle urine e 24% nelle feci.

La clearance plasmatica totale media e l’emivita terminale di levobupivacaina dopo infusione endovenosa sono state rispettivamente 39 l/h e 1,3 ore.

In uno studio di farmacologia clinica dove sono stati somministrati 40 mg di levobupivacaina per via endovenosa, l’emivita media era stata di circa 80 + 22 minuti, la Cmax di 1,4 + 0,2 μg/ml e l’AUC di 70 + 27 μg•min/ml.

Linearità

I valori medi di Cmax e AUC (0-24 ore) di levobupivacaina sono stati approssimativamente, proporzionali alla dose a seguito di somministrazione epidurale di 75 mg (0,5%) e 112,5 mg (0,75%) e a seguito di dosi di 1 mg/kg (0,25%) e 2 mg/kg (0,5%), usati per il blocco del plesso brachiale. A seguito di somministrazione epidurale di 112,5 mg (0,75%) i valori medi di Cmax e AUC sono stati rispettivamente di 0,58 μg/ml e 3,56 μg•h/ml.

Insufficienza epatica e renale

Non ci sono dati rilevanti su pazienti con ridotta funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.4).

Non ci sono dati relativi a pazienti con ridotta funzionalità renale; la levobupivacaina è ampiamente metabolizzata e levobupivacaina in forma immodificata non è escreta nelle urine.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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In uno studio di tossicità embrio-fetale nei ratti con livelli di esposizione sistemica nello stesso intervallo di dosi ottenute nella pratica clinica, è stato osservato un aumento dell’incidenza di dilatazione della pelvi renale, ureteri dilatati, dilatazione del ventricolo olfattivo e delle costole extra toraco-lombari. Non vi sono state malformazioni correlate al trattamento.

In una serie di test standard per la mutagenicità e la clastogenicità, la levobupivacaina non è

risultata genotossica. Non sono stati condotti test di cancerogenicità.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Sodio cloruro

Sodio idrossido (regolatore di pH) Acido cloridrico (regolatore di pH) Acqua per preparazioni iniettabili.

06.2 Incompatibilità

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La levobupivacaina può precipitare se diluita con soluzioni alcaline e non deve essere diluita o co- somministrata ad iniezioni di sodio bicarbonato. Questo medicinale non deve essere miscelato ad altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.3.

06.3 Periodo di validità

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Validità della confezione di vendita: 2 anni

Validità dopo la prima apertura: il medicinale deve essere usato immediatamente.

Validità dopo la diluizione in soluzione di sodio cloruro 0,9%: è stata dimostrata la stabilità chimica e fisica in condizioni d’uso sia per la levobupivacaina 0,625 mg/ml sia per la 1,25 mg/ml con aggiunta rispettivamente di 8,4 μg/ml di clonidina, 50 μg/ml di morfina e 2 μg/ml di fentanil, conservati per 30 giorni sia a 2-8°C sia 20-22°C. La stabilità chimico-fisica in condizioni d’uso è stata dimostrata sia per levobupivacaina 0,625 mg/ml sia per levobupivacaina 1,25 mg/ml con aggiunta di sufentanil alla concentrazione di 0,4 μg/ml e conservati per 30 giorni a 2-8°C o per 7 giorni a 20-22°C.

Dal punto di vista microbiologico, il medicinale deve essere utilizzato subito dopo l’apertura. Qualora il medicinale non dovesse essere utilizzato immediatamente, i tempi di conservazione in condizioni d’uso e le condizioni che devono essere osservate prima del suo uso rientrano nella sfera di responsabilità dell’utilizzatore e non dovrebbero normalmente superare le 24 ore a 2-8°C, a meno che la miscelazione non sia stata allestita in condizioni di asepsi controllata e validata.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Levobupivacaina Bioindustria L.I.M. è disponibile in due presentazioni:

100 ml di soluzione contenuti in un flacone di vetro di tipo I da 100 ml.

200 ml di soluzione contenuti in un flacone di vetro di tipo I da 250 ml. Confezioni:

25 flaconi con 100 ml di soluzione.

25 flaconi con 200 ml di soluzione.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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La soluzione epidurale è esclusivamente monouso. Non utilizzare la soluzione a meno che non sia trasparente ed il contenitore intatto. Gettare via la soluzione non utilizzata.

La soluzione/diluizione deve essere visivamente ispezionata prima dell’uso. Solamente le soluzioni limpide e senza particelle visibili possono essere usate.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Bioindustria L.I.M. S.p.A., Via De Ambrosiis n. 2 – 15067 Novi Ligure (Alessandria) – Italia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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AIC 043839051 – “1,25 mg/ml soluzione per infusione per uso epidurale” 25 flaconi da 100 Ml AIC 043839075 – “1, 25 mg/ml soluzione per infusione per uso epidurale” 25 flaconi da 200 Ml

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 10/02/2017