Natrilix Lp: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Natrilix Lp

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Natrilix Lp: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Natrilix 1,5 mg compresse a rilascio prolungato.

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una compressa a rilascio prolungato contiene 1,5 mg di indapamide. Eccipiente con effetti noti: 124,5 mg di lattosio monoidrato.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa a rilascio prolungato.

Compressa rivestita con film, bianca, rotonda.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Natrilix 1,5 mg compresse a rilascio prolungato è indicato nell’ipertensione arteriosa essenziale negli adulti.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Una compressa ogni 24 ore, preferibilmente al mattino, da deglutire intera con acqua, senza masticare.

A posologie superiori l’attività antiipertensiva dell’indapamide non aumenta, mentre risulta incrementato il suo effetto saluretico.

Popolazioni speciali

Pazienti con danno renale (vedere paragrafi 4.3 e 4.4):

Il trattamento è controindicato in caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min).

La tiazide e i diuretici affini sono completamente efficaci soltanto quando la funzionalità renale è normale o solo minimamente compromessa.

Pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)

Il trattamento è controindicato in caso di grave compromissione epatica.

Anziani (vedere paragrafo 4.4)

Nell’anziano, la creatininemia deve essere aggiustata sull’età, al peso corporeo e al sesso. I pazienti anziani possono essere trattati con Natrilix 1,5 mg compresse a rilascio prolungato quando la funzionalità renale è normale o solo minimamente compromessa.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di Natrilix 1,5 mg compresse a rilascio prolungato nei bambini e negli adolescenti non sono state ancora accertate. Non ci sono dati disponibili.

Modo di somministrazione

Uso orale.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo, alle altre sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Insufficienza renale grave.

Encefalopatia epatica o grave compromissione della funzionalità epatica.

Ipokaliemia.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Avvertenze speciali

In caso di funzionalità epatica compromessa, i diuretici tiazidico-affini possono causare una encefalopatia epatica specialmente in caso di squilibrio elettrolitico. Se ciò dovesse accadere, la somministrazione del diuretico deve essere immediatamente sospesa.

Fotosensibilità

Casi di reazioni di fotosensibilità sono stati riportati con tiazidi e diuretici tiazidico-affini (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda di interrompere il trattamento nel caso si manifesti una reazione di fotosensibilità durante il trattamento. In caso sia comunque necessaria la somministrazione del diuretico, si raccomanda di proteggere le aree esposte al sole o a raggi artificiali UVA.

Eccipienti

I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di LAPP-lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Speciali precauzioni di impiego

Equilibrio idroelettrolitico

Sodio ematico

Deve essere controllata sia prima di iniziare la terapia che successivamente ad intervalli regolari di tempo. Poiché la diminuzione del sodio ematico può inizialmente essere asintomatica, è essenziale un regolare controllo della stessa e ancora più frequentemente nei soggetti anziani e nei pazienti cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9). Qualsiasi trattamento con diuretico può causare iponatriemia, talvolta con conseguenze molto serie. Iponatriemia con ipovolemia possono essere responsabili della disidratazione e della ipotensione ortostatica. La perdita concomitante di ioni cloruro può portare a un’alcalosi metabolica secondaria compensatoria: l’incidenza e l’entità di questo effetto sono lievi.

Potassio plasmatico

La deplezione del potassio con ipokaliemia rappresenta il rischio maggiore dei diuretici tiazidici ed affini. Il rischio di insorgenza di una ipokaliemia (<3,4 mmol/l) deve essere prevenuto soprattutto nelle popolazioni a rischio, quali i soggetti anziani, quelli denutriti e/o politrattati, i pazienti cirrotici con edema e ascite, con malattie coronariche e insufficienza cardiaca. In tali situazioni, l’ipokaliemia aumenta la tossicità cardiaca dei digitalici e il rischio di aritmie.

Sono a rischio anche i soggetti che presentano un intervallo QT lungo, sia di origine congenita che iatrogena. L’ipokaliemia, come la bradicardia, è inoltre un fattore che predispone all’insorgenza di gravi aritmie, in particolare le torsioni di punta, potenzialmente fatali.

In tutte le condizioni sopra descritte, si richiede un controllo più frequente del potassio plasmatico. Il primo controllo del potassio plasmatico deve essere effettuato durante la prima settimana dall’inizio del trattamento. L’accertamento di un’ipokaliemia ne richiede la correzione.

Calcio plasmatico

I diuretici tiazidici e affini possono ridurre l’escrezione urinaria di calcio e causare un lieve e transitorio aumento della calcemia. Una ipercalcemia accertata può essere secondaria ad un precedente iperparatiroidismo non diagnosticato.

Il trattamento deve essere interrotto prima di controllare la funzionalità paratiroidea.

Glucosio ematico

Il controllo del glucosio ematico è importante nei pazienti diabetici, soprattutto in presenza di ipokaliemia.

Acido urico

La tendenza agli attacchi di gotta può risultare aumentata nei pazienti iperuricemici.

Funzionalità renale e diuretici

La tiazide e i diuretici affini sono pienamente efficaci solo quando la funzionalità renale è normale o solo minimamente compromessa (creatininemia sotto il livello di 25 mg/l, ossia 220 µmol/l nell’adulto). Nel soggetto anziano, la creatininemia deve essere aggiustata in funzione dell’età, del peso e del sesso.

L’ipovolemia, secondaria alla perdita di acqua e sodio indotta dal diuretico all’inizio della terapia, induce una riduzione della filtrazione glomerulare. Ciò può portare ad un incremento dell’urea ematica e della creatinina plasmatica . Questa transitoria insufficienza renale funzionale è senza conseguenze nel soggetto con funzionalità renale normale, ma può aggravare una insufficienza renale preesistente.

Atleti

Gli atleti devono essere informati che questo medicinale contiene una sostanza attiva che può dare effetti positivi ai test anti-doping.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Associazioni non raccomandate

Litio

Si riscontra un aumento del litio plasmatico con segni di sovradosaggio, come con una dieta priva di sodio (ridotta escrezione del litio urinario). Se l’uso di diuretici si rende comunque necessario, si richiedono un attento monitoraggio del litio plasmatico e un adattamento della posologia.

Combinazioni che richiedono precauzioni di impiego

Farmaci che causano “torsioni di punta”

antiaritmici della classe Ia (chinidina, idrochinidina, disopiramide),

antiaritmici della classe III (amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide),

alcuni antipsicotici:

fenotiazine (clorpromazina, ciamemazina, levopromazina, tioridazina, trifluoperazina) benzamidi (amisulpride, sulpiride, sultopride, tiapride)

butirrofenoni (droperidolo, aloperidolo)

altri farmaci: bepridil, cisapride, difemanil, eritromicina e.v., alofantrina, mizolastina, pentamidina, sparfloxacina, moxifloxacina, vincamina e.v.

Aumento del rischio di aritmie ventricolari, specialmente torsioni di punta (l’ipokaliemia è un fattore di rischio).

Controllare l’ipokaliemia e correggerla, se necessario, prima di somministrare questa combinazione. Monitoraggio clinico, degli elettroliti plasmatici e dell’ECG.

Utilizzare farmaci che non causano torsioni di punta in presenza di ipokaliemia.

Antinfiammatori non steroidei (via sistemica), compresi gli inibitori selettivi della COX-2, dosi elevate di acido salicilico (> 3 g/die)

Possibile riduzione dell’effetto antiipertensivo dell’indapamide.

Rischio di insufficienza renale acuta nel paziente disidratato (diminuzione della filtrazione glomerulare). Si raccomanda pertanto di idratare il paziente e di controllare la funzionalità renale all’inizio della terapia.

Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori)

Esiste il rischio di improvvisa ipotensione e/o di insufficienza renale acuta se il trattamento con un ACE- inibitore viene iniziato in presenza di una preesistente deplezione di sodio (in particolare nei soggetti con stenosi dell’arteria renale).

Nell’ipertensione arteriosa, quando un precedente trattamento diuretico può aver causato una deplezione di sodio, è necessario:

o interrompere il diuretico 3 giorni prima dell’inizio della terapia con l’ACE-inibitore e se necessario reintrodurre un diuretico ipokaliemizzante;

o somministrare dosi iniziali ridotte di ACE-inibitore aumentandole gradualmente.

Nell’insufficienza cardiaca congestizia, iniziare con una dose di ACE-inibitore molto bassa, possibilmente dopo una riduzione della dose del diuretico ipokaliemizzante associato.

In tutti i casi, controllare la funzionalità renale (creatinina plasmatica) durante le prime settimane di trattamento con un ACE-inibitore.

Altri composti che possono causare ipokaliemia: amfotericina B (e.v.), glico e mineralocorticoidi (sistemici), tetracosactide, lassativi stimolanti

Aumento del rischio di ipokaliemia (effetto additivo).

Controllare il potassio plasmatico e, se necessario, correggerlo. Ciò deve essere particolarmente tenuto presente in caso di concomitante terapia digitalica. Impiegare lassativi non stimolanti.

Baclofene

Aumento dell’effetto antiipertensivo.

Idratare il paziente; controllare la funzionalità renale all’inizio della terapia.

Digitalici

L’ipokaliemia predispone agli effetti tossici dei digitatici.

Controllare il potassio plasmatico e l’ECG, e se necessario, adattare la terapia.

Associazioni che richiedono particolare attenzione

Allopurinolo:

Il trattamento concomitante con indapamide può aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilità all’allopurinolo.

Associazioni da prendere in considerazione

Diuretici risparmiatori di potassio (amiloride, spironolattone, triamterene)

Sebbene tali combinazioni razionali siano utili in alcuni pazienti, si potrebbero verificare ipokaliemia o iperkaliemia (specialmente in pazienti affetti da insufficienza renale o diabete).

Il potassio plasmatico e l’ECG devono essere controllati e, se necessario, la terapia deve essere rivista.

Metformina

Aumento del rischio di acidosi lattica indotta dalla metformina, a causa della possibilità di un’insufficienza renale funzionale associata all’uso di diuretici, specialmente diuretici dell’ansa.

Non usare metformina quando la creatinina plasmatica oltrepassa i 15 mg/l (135 mol/l) nell’uomo e 12 mg/l

(110 mol/l ) nella donna.

Mezzi di contrasto iodati

In presenza di disidratazione indotta da diuretici, aumenta il rischio di insufficienza renale acuta, in particolare quando vengono usate dosi elevate di mezzi di contrasto iodati.

Reidratare il paziente prima della somministrazione del composto iodato.

Antidepressivi imipramino-simili, neurolettici

Aumento dell’effetto antiipertensivo e del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).

Sali di calcio

Rischio di ipercalcemia da ridotta eliminazione urinaria di calcio.

Ciclosporina, tacrolimus

Rischio di incremento della creatininemia senza alcuna modificazione dei livelli di ciclosporina circolante, anche in assenza di deplezione idrosodica.

Corticosteroidi, tetracosactide (sistemici)

Riduzione dell’effetto antiipertensivo (ritenzione idrosodica dovuta ai corticosteroidi).

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

I dati relativi all’uso di indapamide in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato (meno di 300 gravidanze esposte). L’esposizione prolungata a tiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può ridurre il volume del plasma materno nonché il flusso sanguigno utero-placentare, che possono provocare ischemia feto-placentare e ritardo della crescita.

Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

A scopo precauzionale, è preferibile evitare l’uso di indapamide durante la gravidanza. Allattamento

Esistono informazioni insufficienti sull’escrezione di indapamide/metaboliti nel latte materno umano. Possono manifestarsi ipersensibilità ai farmaci derivati delle sulfonamidi e ipokaliemia. Un rischio per i neonati/bambini non può essere escluso. L’indapamide è strettamente correlata ai diuretici tiazidici che sono stati associati, durante l’allattamento con latte materno, alla riduzione o anche alla soppressione della lattazione.

L’indapamide non dovrebbe essere usata durante l’allattamento al seno. Fertilità

Studi di tossicità riproduttiva non hanno evidenziato effetti sulla fertilità nei ratti maschi e femmine (vedere paragrafo 5.3). Non sono previsti effetti sulla fertilità umana.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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L’indapamide non influenza il grado di vigilanza ma, in casi individuali, possono verificarsi reazioni differenti legate alla riduzione della pressione arteriosa, specialmente all’inizio del trattamento o quando viene associato un altro agente antiipertensivo.

Come risultato può essere compromessa la capacità di guidare autoveicoli o di utilizzare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Riepilogo del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse più comunemente segnalate sono reazioni di ipersensibilità, prevalentemente dermatologiche, in soggetti con una predisposizione a reazioni allergiche ed asmatiche e a eruzioni maculopapulose.

Durante gli studi clinici, l’ipokaliemia (concentrazioni plasmatiche di potassio <3,4 mmol/l) è stata osservata

nel 10% dei pazienti e concentrazioni <3,2 mmol/l nel 4% dei pazienti, dopo 4-6 settimane di trattamento. Dopo 12 settimane di trattamento, la riduzione media del potassio nel sangue era di 0,23 mmol/l.

La maggior parte delle reazioni avverse sui parametri clinici o di laboratorio sono dose dipendenti.

Tabella riepilogativa delle reazioni avverse

Durante il trattamento con indapamide sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati, classificati come segue in base alla frequenza:

Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000,

<1/1.000); molto raro (( 1/100.000 , <1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e organi

secondo MedDRA
Patologie del sistema emolinfopoietico Agranulocitosi Molto raro
Anemia aplastica Molto raro
Anemia emolitica Molto raro
Leucocitopenia Molto raro
Trombocitopenia Molto raro
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipercalcemia Molto raro
Deplezione di potassio con ipokaliemia, particolarmente serio in alcune popolazioni ad alto rischio
(vedere paragrafo 4.4)
Non noto
Iponatriemia (vedere paragrafo 4.4) Non noto
Patologie del sistema nervoso Vertigini Raro
Fatica Raro
Cefalea Raro
Parestesia Raro
Sincope Non nota
Patologie dell’occhio Miopia Non nota
Visione annebbiata Non nota
Compromissione visiva Non nota
Patologie cardiache Aritmia Molto raro
Torsione di punta (potenzialmente
fatale) (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)
Non nota
Patologie vascolari Ipotensione Molto raro
Patologie gastrointestinali Vomito Non comune
Nausea Raro
Costipazione Raro
Secchezza della bocca Raro
Pancreatite Molto raro
Patologie epatobiliari Anomala funzionalità epatica Molto raro
Possibile insorgenza di encefalopatia epatica in caso di insufficienza epatica
(vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
Non nota
Epatite Non nota
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Reazioni di ipersensibilità Comune
Eruzioni maculo-papulose Comune
Porpora Non comune
Angioedema Molto raro
Orticaria Molto raro
Necrolisi epidermica tossica Molto raro
Sindrome di Stevens-Johnson Molto raro
Possibile peggioramento di un
preesistente lupus eritematoso acuto disseminato
Non nota
Reazioni di fotosensibilità (vedere
paragrafo 4.4)
Non nota
Patologie renali e
urinarie
Insufficienza renale Molto raro
Esami diagnostici Elettrocardiogramma: prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafi
4.4 e 4.5)
Non nota
Glucosio ematico aumentato (vedere Non nota
paragrafo 4.4)
Acido urico ematico aumentato
(vedere paragrafo 4.4)
Non nota
Livelli di enzimi epatici elevati Non nota

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo

https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi

L’indapamide non ha mostrato tossicità fino a 40 mg, ossia 27 volte la dose terapeutica.

I segni dell’intossicazione acuta si manifestano soprattutto con disturbi dell’equilibrio idroelettrolitico (iponatriemia, ipokaliemia). Clinicamente, possibilità di nausea, vomito, ipotensione, crampi, vertigini, sonnolenza, stato confusionale, poliuria od oliguria fino ad una possibile anuria (per ipovolemia).

Gestione

Le misure di soccorso iniziali devono prevedere una rapida eliminazione delle sostanze ingerite mediante lavanda gastrica e/o somministrazione di carbone attivo; quindi la normalizzazione dell’equilibrio idroelettrolitico, in un centro specializzato.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: sulfonamidi non associati, codice ATC: C03BA11 Meccanismo d’azione

L’indapamide è un derivato della sulfonamide con un anello indolico, farmacologicamente affine ai diuretici tiazidici, che agisce inibendo il riassorbimento del sodio nel segmento corticale di diluizione. Aumenta l’escrezione urinaria del sodio e dei cloruri e, in minor misura, quella del potassio e del magnesio, aumentando cosi la diuresi e svolgendo una azione antiipertensiva.

Effetti farmacodinamici

Le sperimentazioni di fase II e III hanno mostrato in monoterapia un effetto antiipertensivo persistente per 24 ore, che compare a dosi alle quali le proprietà diuretiche appaiono solo di moderata intensità.

L’attività antiipertensiva dell’indapamide è correlata ad un miglioramento della compliance delle arterie e ad una riduzione della resistenza arteriolare e periferica totale. L’indapamide riduce l’ipertrofia ventricolare sinistra.

Oltre una certa dose, la tiazide e i diuretici affini hanno un plateau di effetto terapeutico, mentre continuano ad aumentare gli effetti indesiderati. Se il trattamento è inefficace la dose non deve essere aumentata.

Inoltre, a breve, medio e lungo termine, è stato dimostrato nel soggetto iperteso che l’indapamide:

non interferisce con il metabolismo lipidico: trigliceridi, LDL-colesterolo e HDL – colesterolo;

non interferisce con il metabolismo dei carboidrati, anche nell’iperteso diabetico.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Indapamide 1,5 mg è disponibile in una formulazione a rilascio prolungato composta da un sistema a matrice nel quale il principio attivo è disperso in un supporto che permette il rilascio prolungato

Assorbimento

La frazione d’indapamide rilasciata è rapidamente e totalmente assorbita dal tratto gastrointestinale. L’assunzione di cibo aumenta leggermente la velocità di assorbimento del farmaco, ma non ne influenza la quantità assorbita.

Il picco plasmatico compare circa 12 ore dopo l’assunzione di una dose singola. La somministrazione ripetuta riduce la variazione delle concentrazioni plasmatiche tra due dosi.

Esiste una variabilità intraindividuale.

Distribuzione

Il legame dell’indapamide con le proteine plasmatiche è di circa il 79%. L’emivita di eliminazione plasmatica è compresa tra 14 e 24 ore (media 18 ore). Lo stato stazionario è raggiunto dopo 7 giorni.

Le somministrazioni ripetute non comportano fenomeni di accumulo

Metabolismo

L’eliminazione è essenzialmente urinaria (70 % della dose) e fecale (22 %) sotto forma di metaboliti inattivi.

Soggetti ad alto rischio

I parametri farmacocinetici rimangono immodificati nei pazienti affetti da insufficienza renale.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Negli studi sperimentali indapamide non ha evidenziato proprietà mutagene né carcinogeniche.

Dosi molto elevate somministrate per via orale a differenti specie animali (da 40 a 8.000 volte la dose terapeutica) hanno dimostrato un’esacerbazione delle proprietà diuretiche dell’indapamide.

Gli studi di tossicità acuta hanno evidenziato che i principali sintomi di avvelenamento in seguito a somministrazione endovenosa o intraperitoneale di indapamide sono correlati alla sua azione farmacologica,

p.e. bradipnea e vasodilatazione periferica

Studi di tossicità riproduttiva non hanno evidenziato effetti embriotossici o teratogeni. La fertilità non è stata compromessa nei ratti né maschi né femmine.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Compressa:

Silice colloidale anidra Ipromellosa

Lattosio monoidrato Magnesio stearato Povidone

Rivestimento (filmatura)

Glicerolo Ipromellosa Macrogol 6000 Magnesio stearato Titanio diossido

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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2 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare a temperatura inferiore a 30°C.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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10, 14, 15, 20, 30, 50, 60, 90, 100 compresse in blister (PVC/Alluminio). E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Les Laboratoires Servier 50, rue Carnot

92284 Suresnes cedex Francia

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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AIC n. 024032031 30 compresse

AIC n. 024032068 60 compresse

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data di prima autorizzazione: 24 giugno 1996 Data di primo rinnovo: 25 luglio 2007

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 29/04/2021