Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti

Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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PANTOPRAZOLO RANBAXY 40 MG COMPRESSE

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una compressa gastroresistente contiene 40 mg di pantoprazolo (come pantoprazolo sodico sesquidrato 45,2 mg).

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa gastroresistente.

Compresse gialle con rivestimento enterico, di forma ovale, biconvesse, con stampato IV su di un lato e lisce sull’altro lato.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Esofagite da reflusso di grado moderato e grave.

Ulcera duodenale.

Ulcera gastrica.

Sindrome di Zollinger-Ellison e altri stati patologici da ipersecrezione.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Dose raccomandata:

Adulti e adolescenti di età superiore a 12 anni:

Trattamento dell’esofagite da reflusso di grado moderato e grave

Una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg al giorno. In casi particolari, specialmente quando non si sia ottenuta risposta ad altri trattamenti, la dose può essere raddoppiata (passare a 2 compresse al giorno).

Adulti

Trattamento dell’ulcera gastrica e duodenale

Una compressa gastroresistente di Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg al giorno. In casi particolari, specialmente quando non si sia ottenuta risposta ad altri trattamenti, la dose può essere raddoppiata (aumentare a 2 compresse al giorno).

Nell’ulcera duodenale, la cicatrizzazione si ottiene generalmente entro 2 settimane. Se un periodo di 2 settimane non è sufficiente, la cicatrizzazione può richiedere altre 2 settimane.

Per il trattamento dell’ulcera gastrica sono normalmente necessarie 4 settimane. Se tale periodo non è sufficiente, la cicatrizzazione avviene di solito entro altre 4 settimane.

Sindrome di Zollinger-Ellison e altri stati patologici da ipersecrezione

Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger-Ellison e di altri stati patologici da ipersecrezione, i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg (2 compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg). La dose può in seguito essere aumentata o ridotta, secondo necessità, in base a misurazioni della secrezione acida gastrica. Nel caso di dosi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere suddivisa in due somministrazioni giornaliere. È possibile aumentare temporaneamente la dose al di sopra dei 160 mg di pantoprazolo, ma solo per un periodo non superiore a quello necessario ad ottenere un controllo adeguato della secrezione acida.

La durata del trattamento nella sindrome di Zollinger-Ellison e in altri stati patologici da ipersecrezione non ha restrizioni e deve essere adattata secondo le necessità cliniche.

Bambini di età inferiore a 12 anni

L’uso di Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti è sconsigliato nei bambini di età inferiore a 12 anni data la limitata disponibilità di dati in questo tipo di pazienti.

Pazienti anziani e con insufficienza renale

Nei pazienti anziani e in quelli con insufficienza renale non si deve superare la dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo.

Pazienti con grave insufficienza epatica e con cirrosi epatica

In caso di funzionalità epatica gravemente ridotta, la dose deve essere corretta ad una compressa (40 mg) a giorni alterni.

Istruzioni generali

Le compresse gastroresistenti di Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg non devono essere masticate o frantumate, ma deglutite intere con dell’acqua al mattino, un’ora prima della colazione.

04.3 Controindicazioni

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Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti non deve essere generalmente utilizzato in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti di Pantoprazolo Ranbaxy 20/40 mg o dei farmaci in associazione.

Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti non deve essere usato nella terapia in associazione per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori nei pazienti con insufficienza epatica o renale di grado da moderato a grave, in quanto al momento non vi sono dati disponibili in merito all’efficacia e alla sicurezza di Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti nella terapia in associazione in questi pazienti.

Come gli altri inibitori della pompa protonica (PPIs), Pantoprazolo Ranbaxy non deve essere somministrato insieme all’atazanavir (vedere il paragrafo 4.5).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Quando si effettua la terapia in associazione per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori, fare riferimento al Riassunto delle caratteristiche del prodotto dei rispettivi altri farmaci. Se si manifestano dei sintomi (quali significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e in caso di sospetta o effettiva ulcera gastrica, si deve escludere una patologia maligna dell’esofago o dello stomaco dato che il trattamento con il pantoprazolo può alleviare la sintomatologia di tali patologie e quindi ritardarne la diagnosi.

Si devono valutare ulteriori indagini diagnostiche se i sintomi persistono malgrado una terapia appropriata.

Nei pazienti con la sindrome di Zollinger-Ellison e altri stati patologici da ipersecrezione che richiedono un trattamento a lungo termine, il pantoprazolo, come tutti i medicinali che bloccano la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipocloridria o di acloridria. Ciò va preso in considerazione se si manifestano i relativi sintomi clinici.

L’acidità gastrica ridotta per qualunque motivo (inclusa l’assunzione di inibitori della pompa protonica) aumenta la conta gastrica di batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con medicinali antiacidi può determinare un rischio leggermente aumentato di infezioni gastrointestinali quali Salmonella, Clostridium difficile eCampylobacter.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti può ridurre o aumentare l’assorbimento di principi attivi la cui biodisponibilità è pH-dipendente (per esempio il ketoconazolo).

È stato dimostrato che la co-somministrazione a volontari sani di atazanavir 300 mg/ritonavir 100 mg ed omeprazolo (40 mg una volta al giorno) o di atazanavir 400 mg e lansoprazolo (dose singola da 60 mg) ha determinato una sostanziale riduzione della biodisponibilità dell’atazanavir. L’assorbimento dell’atazanavir è pH-dipendente. Gli inibitori della pompa protonica, incluso il pantoprazolo, non devono pertanto essere somministrati contemporaneamente all’atazanavir (vedere il paragrafo 4.3).

Il pantoprazolo è metabolizzato nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450. Non si può escludere un’interazione tra il pantoprazolo e altri principi attivi o composti metabolizzati attraverso lo stesso sistema enzimatico. Tuttavia, in test specifici, non si sono osservate interazioni clinicamente significative con alcuni di questi principi attivi o composti, precisamente carbamazepina, caffeina, diazepam, diclofenac, digossina, etanolo, glibenclamide, metoprololo, naprossene, nifedipina, fenitoina, piroxicam, teofillina e un contraccettivo orale.

Benché negli studi clinici di farmacocinetica non siano state osservate interazioni con la somministrazione concomitante di anticoagulanti quali warfarin, fenprocumone o acenocumarolo, sono stati segnalati alcuni casi isolati di variazione dell’INR (Rapporto Internazionale Normalizzato) durante il trattamento concomitante nel periodo di post-marketing. Pertanto, nei pazienti in trattamento con anticoagulanti cumarinici si consiglia di monitorare anche il PT (tempo di protrombina)/INR (Rapporto Internazionale Normalizzato) quando si inizia o si interrompe il trattamento con Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti, o quando questo viene assunto in modo discontinuo.

Non sono state evidenziate interazioni in caso di co-somministrazione di antiacidi.

Sono stati effettuati studi di cinetica nell’uomo somministrando pantoprazolo contemporaneamente ai citati antibiotici (claritromicina, metronidazolo, amoxicillina). Non sono state riscontrate interazioni clinicamente significative.

04.6 Gravidanza e allattamento

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L’esperienza clinica nelle donne in gravidanza è limitata. In studi di riproduzione negli animali sono stati osservati segni di leggera fetotossicità con dosi superiori a 5 mg/kg. Non vi sono dati sull’escrezione del pantoprazolo nel latte materno.

Durante la gravidanza e l’allattamento, Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti deve essere utilizzato solo quando il beneficio per la madre sia considerato maggiore del rischio potenziale per il feto e per il bambino.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti non ha normalmente alcun impatto sulla capacità di guidare veicoli e di utilizzare macchinari. Tuttavia, la comparsa di alcuni effetti indesiderati, quali capogiri e visione offuscata, può influenzare la capacità di reazione che, a sua volta, può danneggiare la capacità di guidare veicoli e di utilizzare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Gli effetti indesiderati sono elencati qui di seguito secondo la classificazione organica e per frequenza.

Le frequenze sono definite come: molto comuni (≥1/10), comuni (da ≥1/100 a <1/10), non comuni (da ≥1/1000 a <1/100), rare (da ≥1/10.000 a <1/1000), molto rare (<1/10.000), non note (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in studi clinici con il pantoprazolo.

All’interno di ogni raggruppamento di frequenza, gli effetti indesiderati sono menzionati in ordine di gravità decrescente.

FrequenzeClasse Organo/sistema Non comuni Rare Molto rare Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Agranulocitosi Trombocitopenia; leucopenia, pancitopenia
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità (inclusi reazioni anafilattiche e shock anafilattico)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Iperlipidemia e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); variazioni di peso Iponatriemia, ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4) ipocalcemia in associazione con ipomagnesiemia; ipokaliemia
Disturbi psichiatrici Disturbi del sonno Depressione (e tutte le aggravanti) Disorientamento (e tutte le aggravanti) Allucinazioni, confusione (specialmente nei pazienti predisposti, nonché aggravamento di questi sintomi in caso di esistenza pregressa)
Patologie del sistema nervoso Cefalea; capogiri Alterazioni del gusto Parestesia
Patologie dell’occhio Disturbi visivi/ visione offuscata
Patologie gastrointestinali Diarrea; nausea/vomito; dilatazione e gonfiore addominale; stitichezza; secchezza della bocca; dolore e disturbo addominale
Patologie epatobiliari Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ-GT); Aumento della bilirubina Danno epatocellulare, ittero, insufficienza epatocellulare
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea/ esantema/ eruzioni; prurito Orticaria; angioedema Sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell, eritema multiforme, fotosensibilità, lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere paragrafo 4.4)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4) Artralgia; mialgia Spasmi muscolari come conseguenza di disturbi elettrolitici
Patologie renali e urinarie Nefrite interstiziale, con possibile progressione a insufficienza renale
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative al sito di somministrazione Astenia, fatica e malessere Aumento della temperatura corporea; edema periferico

I seguenti ulteriori effetti indesiderati sono stati riportati nella fase post-marketing.

Patologie epatobiliari: danno epatocellulare, ittero, insufficienza epatica.

Disturbi psichiatrici: allucinazioni, confusione (specialmente nei pazienti predisposti, nonché aggravamento di questi sintomi in caso di esistenza pregressa).

Patologie renali e urinarie: nefrite interstiziale

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: sindrome di Stevens-Johnson, sindrome di Lyell, eritema multiforme, fotosensibilità.

04.9 Sovradosaggio

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Non sono noti sintomi da sovradosaggio nell’uomo. Non è stato segnalato alcun caso di sovradosaggio. Dosi di sino a 240 mg per via endovenosa sono state somministrate per due minuti senza alcuna evidente reazione avversa.

Non si può formulare alcuna specifica raccomandazione terapeutica oltre al trattamento sintomatico e di supporto.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Inibitori della pompa protonica, codice ATC: AO2BC02

Il pantoprazolo è un benzimidazolo sostituito che inibisce la secrezione di acido cloridrico nello stomaco tramite la sua azione specifica sulla pompa protonica delle cellule parietali.

Il pantoprazolo viene convertito nella sua forma attiva nei canalicoli dell’acido delle cellule parietali, dove inibisce l’enzima H, K-ATPasi, cioè la fase finale della produzione di acido cloridrico nello stomaco. L’inibizione è dose-dipendente e influenza la secrezione sia basale sia acida stimolata. Come con gli altri inibitori della pompa protonica e gli inibitori dei recettori H2, il trattamento con il pantoprazolo determina una ridotta acidità nello stomaco e di conseguenza un aumento della gastrina proporzionato alla riduzione dell’acidità. L’aumento della gastrina è reversibile. Poiché il pantoprazolo si lega all’enzima distalmente rispetto al livello del recettore cellulare, la sostanza può influenzare la secrezione di acido cloridrico indipendentemente dalla stimolazione da parte di altre sostanze (acetilcolina, istamina, gastrina). L’effetto è il medesimo sia dopo somministrazione orale che endovenosa del medicinale.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Farmacocinetica generale

Il pantoprazolo viene assorbito rapidamente e la sua concentrazione plasmatica massima viene raggiunta anche dopo una singola dose orale da 40 mg. Le massime concentrazioni sieriche, di circa 2-3 mcg/ml, vengono raggiunte in media 2,5 ore dopo la somministrazione, e tali valori rimangono costanti anche dopo somministrazioni ripetute. Il volume di distribuzione è di circa 0,15 l/kg e la clearance è di circa 0,1 l/h/kg.

L’emivita terminale è di circa 1 ora. Sono stati segnalati alcuni casi di pazienti con eliminazione rallentata. A causa dello specifico legame del pantoprazolo con la pompa protonica delle cellule parietali, l’emivita di eliminazione non si correla alla durata d’azione (inibizione della secrezione acida), che è molto superiore.

La farmacocinetica non si modifica dopo una somministrazione singola o ripetuta. Nell’intervallo di dosaggio compreso tra 10 e 80 mg, la cinetica plasmatica del pantoprazolo è praticamente lineare in seguito a somministrazione sia orale che endovenosa.

Il legame del pantoprazolo con le proteine sieriche è di circa il 98 %. La sostanza viene metabolizzata quasi esclusivamente a livello epatico. L’eliminazione renale rappresenta la principale via di escrezione (80% circa) dei metaboliti del pantoprazolo; la parte rimanente viene escreto con le feci. Il metabolita principale, sia nel siero che nelle urine, è il desmetilpantoprazolo, che viene coniugato con il solfato. L’emivita del metabolita principale (circa 1,5 ore) non è molto maggiore di quella del pantoprazolo.

Biodisponibilità

Il pantoprazolo viene completamente assorbito in seguito a somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta della compressa è risultata essere circa il 77%. L’assunzione concomitante di cibo non ha influenzato l’AUC, la concentrazione serica massima e di conseguenza neppure la biodisponibilità. L’assunzione concomitante di cibo aumenta soltanto la variabilità del tempo di latenza.

Popolazioni speciali

Non si richiede una riduzione della dose in caso di somministrazione del pantoprazolo nei pazienti con ridotta funzionalità renale (inclusi pazienti dializzati). Come nei soggetti sani, l’emivita del pantoprazolo è breve. Solo quantità minime del pantoprazolo sono dializzabili. Benché il metabolita principale abbia un’emivita moderatamente più breve (2-3 ore), l’escrezione è comunque rapida e pertanto non si verifica accumulo.

Sebbene nei pazienti con cirrosi epatica (classe A e B secondo Child) i valori di emivita aumentino fino a 7-9 ore e quelli dell’AUC siano di 5-7 volte maggiori, la concentrazione sierica massima risultava essere solo leggermente aumentata di circa 1,5 volte in confronto ai soggetti sani.

Anche un lieve aumento di AUC e Cmax in volontari anziani rispetto a volontari più giovani non è risultato essere clinicamente significativo.

Bambini

In seguito alla somministrazione di dosi orali singole di 20 o 40 mg di pantoprazolo a bambini di 5 – 16 anni, i valori dell’AUC e Cmax rientravano nell’intervallo dei corrispondenti valori negli adulti.

In seguito alla somministrazione di dosi endovenose singole di 0,8 o 1,6 mg/kg di pantoprazolo in bambini di 2 – 16 anni, non è stata riscontrata alcuna significativa associazione tra la clearance del pantoprazolo e l’età o il peso. L’AUC e il volume di distribuzione erano coerenti con i dati negli adulti.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati non clinici non evidenziano alcun particolare pericolo per l’uomo in base a studi convenzionali di farmacologia di sicurezza, di tossicità per somministrazioni ripetute e di genotossicità.

In studi di carcinogenicità a 2 anni (corrispondenti a un trattamento per tutta la vita) nel ratto, sono state evidenziate neoplasie neuroendocrine. Inoltre, in uno studio sono stati riscontrati papillomi a cellule squamose nello stomaco anteriore di ratti. Il meccanismo mediante il quale i benzimidazoli sostituiti inducono la formazione di carcinoidi gastrici è stato studiato accuratamente, portando alla conclusione che si tratti di una reazione secondaria causata dai livelli eccessivamente aumentati di gastrinemia che si verificano nel ratto durante il trattamento cronico con dosi elevate.

In studi nei roditori della durata di 2 anni si è osservato un aumento del numero di tumori epatici nei ratti (in un solo studio nel ratto) e nei topi femmina, fenomeno interpretato come dovuto all’elevata velocità metabolica del pantoprazolo nel fegato.

Un leggero aumento di variazioni neoplastiche della tiroide è stato osservato in un gruppo di ratti che aveva ricevuto la dose più elevata (200 mg/kg) in uno studio della durata di 2 anni. L’insorgenza di queste neoplasie è associata alle variazioni indotte dal pantoprazolo nel catabolismo della tiroxina nel fegato di ratto. Poiché la dose terapeutica nell’uomo è bassa, non ci si aspetta che vi possano essere degli effetti collaterali a livello tiroideo.

Gli studi non hanno evidenziato alcuna influenza negativa sulla fertilità né effetti teratogeni.

Il passaggio transplacentare è stato studiato nel ratto e si è trovato che aumenta nello stadio avanzato della gestazione. Di conseguenza, la concentrazione del pantoprazolo nel feto aumenta appena prima della nascita.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo:

sodio carbonato anidro E 170

mannitolo E 421

crospovidone tipo A

ipromellosa

cellulosa microcristallina

calcio stearato

Sub-rivestimento:

ipromellosa

glicole propilenico

povidone K30

titanio diossido (E 171)

ferro ossido giallo (E 172)

Rivestimento enterico:

acido metacrilico-etilacrilato copolimero (1:1)

trietilcitrato

sodio laurilsolfato

titanio diossido (E 171)

talco

ferro ossido giallo (E 172)

Inchiostro di stampa:

shellac

etanolo

alcol isopropilico

ferro ossido nero (E 172)

alcol N-butilico

glicole propilenico

idrossido di ammonio (28%)

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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3 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Nessuna condizione particolare di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Confezioni originali: blister Alu/Alu da

7, 14, 15, 28, 30, 50, 56, 60, 100 compresse gastroresistenti e confezione ospedaliera da 500 compresse gastroresistenti.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Ranbaxy Italia S.p.A.

Piazza Filippo Meda, 3

20121 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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Pantoprazolo Ranbaxy 40 mg compresse gastroresistenti – 14 cpr. AIC n. 039015134/M

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Giugno 2009

10.0 Data di revisione del testo

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