Thyrogen: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Thyrogen

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Thyrogen: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Thyrogen 0,9 mg di polvere per soluzione iniettabile

01.0 Denominazione del medicinale

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Thyrogen 0,9 mg di polvere per soluzione iniettabile

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni flaconcino di Thyrogen contiene un valore nominale di 0,9 mg di tireotropina alfa umana ricombinante. Dopo ricostituzione, ciascun flaconcino di Thyrogen contiene 0,9 mg di tireotropina alfa in 1,0 ml.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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per soluzione iniettabile. Polvere liofilizzata bianca o biancastra.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Thyrogen è indicato nel test della tireoglobulina (Tg) sierica con o senza indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo per evidenziare residui tiroidei e carcinoma ben differenziato della tiroide nei pazienti che, in seguito a tiroidectomia, ricevono una terapia ormonale soppressiva (THST).

I pazienti con carcinoma ben differenziato della tiroide a basso rischio, che presentano livelli non dosabili di Tg sierica in corso di THST e nessun aumento dei livelli di Tg a seguito di stimolazione con ormone tireotropo TSH ricombinante umano, potranno essere seguiti tramite dosaggio dei livelli di Tg stimolati da TSH ricombinante umano.

Thyrogen è indicato per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con iodio radioattivo da 30 mCi (1,1 GBq) a 100 mCi (3,7 GBq) per l’ablazione dei residui di tessuto tiroideo, nei pazienti sottoposti a tiroidectomia sub-totale o totale in presenza di cancro della tiroide ben differenziato, che non evidenziano cancro tiroideo con metastasi a distanza (vedere paragrafo 4.4).

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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La terapia deve essere controllata da medici esperti nel trattamento del cancro della tiroide. Posologia La posologia raccomandata è di due dosi da 0,9 mg di tireotropina alfa, da somministrare esclusivamente mediante iniezione intramuscolare con un intervallo di 24 ore.

Popolazione pediatrica

A causa dell’insufficienza dei dati disponibili sull’impiego del medicinale nei pazienti pediatrici, Thyrogen deve essere somministrato ai bambini solamente in casi eccezionali.

Anziani

Dai risultati degli studi controllati non emergono differenze nella sicurezza e nell’efficacia di Thyrogen fra pazienti adulti di età inferiore a 65 anni e di età superiore a 65 anni, quando Thyrogen viene usato per finalità diagnostiche.

Non è necessario aggiustare la dose negli anziani (vedere paragrafo 4.4).

Pazienti con insufficienza renale/epatica

I dati derivanti dalla sorveglianza post-marketing e dalle informazioni pubblicate, suggeriscono che l’eliminazione di Thyrogen è significativamente più lenta nei pazienti con nefropatia allo stadio terminale (end stage renal disease, ESRD) dialisi-dipendenti, con conseguente prolungata elevazione dei livelli di TSH per diversi giorni dopo il trattamento. Questo può aumentare il rischio di cefalea e nausea. Non sono disponibili studi su regimi posologici alternativi di Thyrogen nei pazienti con nefropatia allo stadio terminale che possano stabilire una riduzione della dose in questa popolazione di pazienti.

Nei pazienti con insufficienza renale significativa, l’attività di iodio radioattivo deve essere attentamente determinata dallo specialista di medicina nucleare.

La somministrazione di Thyrogen a pazienti con ridotta funzionalità epatica non richiede considerazioni particolari.

Modo di somministrazione

Dopo la ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili, viene somministrato 1,0 ml di soluzione (0,9 mg di tireotropina alfa) mediante iniezione intramuscolare nel gluteo. Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Per le indagini diagnostiche con iodio radioattivo o l’ablazione, la somministrazione dello iodio radioattivo deve avvenire 24 ore dopo l’iniezione finale di Thyrogen. La scintigrafia diagnostica deve essere eseguita tra 48 e 72 ore dopo la somministrazione dello iodio radioattivo, mentre la scintigrafia post-ablazione può essere rimandata di qualche giorno, per consentire il calo dell’attività di fondo.

Per l’analisi diagnostica di follow-up della Tg sierica, il campione di siero deve essere prelevato 72 ore dopo l’iniezione finale di Thyrogen.

L’uso di Thyrogen nel test della Tg per il follow-up dei pazienti con carcinoma ben differenziato della tiroide in seguito a tiroidectomia deve avvenire nel rispetto delle linee guida ufficiali.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità all’ormone tireotropo bovino o umano o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Gravidanza (vedere paragrafo 4.6)

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.

Thyrogen non deve essere somministrato per via endovenosa.

Se usata in alternativa alla sospensione degli ormoni tiroidei, l’associazione della scintigrafia totale corporea e del test della Tg dopo la somministrazione di Thyrogen assicura la massima sensibilità nell’evidenziare residui tiroidei oppure carcinoma della tiroide. Con Thyrogen si possono ottenere falsi negativi. In caso di forte sospetto sulla presenza di lesioni metastatiche, è bene considerare come conferma l’eventualità di una scintigrafia totale corporea dopo sospensione di terapia ormonale sostitutiva e di un test della Tg.

La presenza di anticorpi per la Tg (TgAb) è da prevedersi nel 18-40% dei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide e può causare falsi negativi nelle misurazioni della Tg sierica. Pertanto, è necessario procedere al dosaggio sia dei TgAb che della Tg.

Si deve eseguire un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio al momento di somministrare Thyrogen a pazienti anziani ad alto rischio affetti da patologie cardiache (ad es. valvulopatia, cardiomiopatia, coronaropatia, nonché tachiaritmia pregressa o in atto, compresa la fibrillazione atriale), i quali non siano stati sottoposti a intervento di tiroidectomia.

È noto che Thyrogen causa un innalzamento transitorio ma significativo delle concentrazioni sieriche di ormone tiroideo, se somministrato a pazienti con sostanziale tessuto tiroideo ancora in situ. È pertanto necessaria un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio individuale nei pazienti che evidenziano significativi residui di tessuto tiroideo.

Effetto sulla crescita e/o le dimensioni del tumore:

Nei pazienti con carcinoma della tiroide, diversi casi di stimolazione della crescita del tumore riportati durante la sospensione degli ormoni tiroidei per le procedure diagnostiche, sono stati attribuiti ad un associato aumento prolungato dei livelli di TSH.

Esiste la possibilità teorica che Thyrogen, come la sospensione dell’ormone tiroideo, possa stimolare la crescita tumorale. Negli studi clinici con tireotropina alfa, che comporta un aumento a breve termine dei livelli sierici di TSH, non sono stati accertati casi di crescita del tumore.

A seguito dell’aumento dei livelli di TSH dopo la somministrazione di Thyrogen, i pazienti con carcinoma della tiroide metastatizzato, in particolare in siti circoscritti come cervello, midollo spinale e orbita o con infiltrazione del collo, possono presentare edemi locali o emorragia focale nel sito delle metastasi con conseguente aumento delle dimensioni del tumore. Ciò può determinare sintomi acuti che dipendono dalla posizione anatomica del tessuto. Per esempio nei pazienti con metastasi del sistema nervoso centrale si sono manifestate emiplegia, emiparesi e perdita della vista. In seguito alla somministrazione di Thyrogen sono stati altresi riportati edema laringeo, distress respiratorio tale da richiedere una tracheotomia e dolore nella sede della metastasi. Per i pazienti in cui l’espansione locale del tumore può compromettere strutture anatomiche vitali si raccomanda di prendere in considerazione un pretrattamento con corticosteroidi.

Sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per ogni iniezione, cioè è praticamente ‘privo di sodio’.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Non sono stati effettuati studi formali sull’interazione di Thyrogen con altri medicinali. Negli studi clinici, non sono state osservate interazioni tra Thyrogen e gli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), quando somministrati contemporaneamente.

L’uso di Thyrogen permette indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo mentre i pazienti sono in stato eutiroideo, durante il trattamento di soppressione dell’ormone tiroideo. I dati relativi alla cinetica dello iodio radioattivo indicano che, rispetto allo stato ipotiroideo con diminuita funzionalità renale, la clearance dello iodio radioattivo è maggiore del 50% circa in condizioni di eutiroidismo, con conseguente minore ritenzione di iodio radioattivo nell’organismo durante le indagini diagnostiche per immagine. Questo fattore deve essere tenuto in considerazione quando si seleziona l’attività dello iodio radioattivo per le indagini diagnostiche per immagine.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Non sono stati effettuati studi di riproduzione animale con Thyrogen.

Non è noto se Thyrogen possa provocare danni fetali quando somministrato ad una donna in stato di gravidanza, o se possa interferire con la capacità riproduttiva.

L’associazione di Thyrogen e scintigrafia totale corporea a fini diagnostici con iodio radioattivo è controindicata durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3), a causa della conseguente esposizione del feto ad un’alta dose di sostanze radioattive.

Allattamento

Non è noto se tireotropina alfa e/o suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Un rischio per il lattante non può essere escluso. Thyrogen non deve essere usato durante l’allattamento.

Fertilità

Non è noto se Thyrogen possa influire sulla fertilità degli esseri umani.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Thyrogen può ridurre la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari, in quanto sono stati segnalati capogiri e mal di testa.

04.8 Effetti indesiderati

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Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse riportate con maggior frequenza sono nausea e cefalea, verificatesi rispettivamente in circa il 11% e il 6% dei pazienti.

Tabella delle reazioni avverse

Le reazioni avverse incluse nella tabella sono una combinazione delle reazioni avverse registrate nel corso di sei studi clinici prospettici (N=481) e degli effetti indesiderati che sono stati segnalati alla azienda Genzyme successivamente alla registrazione di Thyrogen.

All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono state classificate come molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comune Comune Non comune Non nota
Infezioni ed infestazioni influenza
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e
polipi compresi)
aumento di volume della neoplasia, dolore metastatico
Patologie del sistema nervoso capogiri, mal di testa ageusia, disgeusia, parestesia Ictus, tremori
Patologie cardiache palpitazioni
Patologie vascolari vampate di calore
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche dispnea
Patologie gatrointestinali nausea vomito diarrea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo orticaria, eruzioni cutanee prurito, iperidrosi
Patologie del sistema muscoloscheletrico
e del tessuto connettivo
Dolore al collo, dolore alla schiena artralgia, mialgia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione affaticamento, astenia malattia simil- influenzale, piressia, rigidità, sensazione di
calore
fastidio, dolore, prurito, eruzioni cutanee e orticaria nel sito di iniezione
Esami diagnostici diminuzione del TSH

Descrizione di reazioni avverse selezionate

In pazienti in cui la ghiandola tiroidea è presente in parte o completamente, in seguito alla somministrazione di Thyrogen 0,9 mg sono stati osservati casi molti rari di ipertiroidismo o fibrillazione atriale.

Sia in ambito clinico che dopo l’immissione in commercio sono state riferite manifestazioni rare di ipersensibilità: orticaria, eruzioni cutanee, prurito, vampate e segni e sintomi respiratori.

In studi clinici su 481 pazienti, nessun paziente ha sviluppato anticorpi anti-tireotropina alfa dopo l’assunzione singola o ripetuta limitata (27 pazienti) del prodotto. Non si raccomanda di eseguire il dosaggio del TSH dopo la somministrazione di Thyrogen. Non si può escludere la formazione di anticorpi che potrebbero interferire con i dosaggi per il TSH endogeno eseguiti nell’ambito del normale follow-up.

Dopo trattamento con Thyrogen vi è la possibilità di ingrossamento dei residui di tessuto tiroideo, o delle metastasi. Ciò può portare a sintomi acuti che dipendono dalla localizzazione anatomica del tessuto. Per esempio, in pazienti con metastasi a carico del SNC sono insorte emiplegia, emiparesi o perdita della vista. In seguito alla somministrazione di Thyrogen sono stati altresi riportati edema laringeo, distress respiratorio tale da richiedere una tracheotomia e dolore nella sede della metastasi. Per i pazienti in cui l’espansione locale del tumore può compromettere strutture anatomiche vitali si raccomanda di prendere in considerazione un pre-trattamento con corticosteroidi.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V .

04.9 Sovradosaggio

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I dati sull’esposizione a dosi oltre quella raccomandata sono limitati ai soli studi clinici e a uno speciale programma terapeutico. Tre pazienti inclusi in studi clinici e uno parte dello speciale programma terapeutico hanno avuto sintomi dopo aver ricevuto dosi di Thyrogen superiori a quelle raccomandate. Due pazienti hanno accusato nausea dopo una dose i.m. di 2,7 mg e in uno di essi la nausea si accompagnava a debolezza, capogiri e cefalea. Il terzo paziente ha riferito nausea, vomito e vampate dopo una dose i.m. di 3,6 mg. Nell’ambito dello speciale programma terapeutico, un paziente di 77 anni con cancro tiroideo metastatico e non precedentemente soggetto a tiroidectomia, ha ricevuto 4 dosi di Thyrogen 0,9 mg nell’arco di 6 giorni, sviluppando fibrillazione atriale, scompenso cardiaco e infarto miocardico terminale 2 giorni più tardi.

Un ulteriore paziente arruolato in uno studio clinico ha riferito sintomi dopo somministrazione di Thyrogen per via endovenosa. Detto paziente ha ricevuto 0,3 mg di Thyrogen come singolo bolo endovena (ev) e 15 minuti più tardi ha accusato nausea severa, vomito, diaforesi, ipotensione e tachicardia.

I trattamenti consigliati in caso di sovradosaggio sono il ripristino del bilancio idrico e la somministrazione di un antiemetico.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Ormoni dell’ipofisi e dell’ipotalamo ed analoghi, ormoni del lobo anteriore dell’ipofisi ed analoghi, codice ATC: H01AB01 Meccanismo d’azione

La tireotropina alfa (ormone tireotropo umano ricombinante) è una glicoproteina eterodimerica prodotta tramite la tecnologia del DNA ricombinante. E’formata da due subunità legate con legame non covalente. I DNA complementari codificano una subunità alfa di 92 residui di aminoacidi contenenti due siti di glicosilazione con legame N ed una subunità beta di 118 residui contenenti un sito di glicosilazione con legame N. La tireotropina ha proprietà biochimiche paragonabili a quelle dell’ormone tireotropo umano endogeno (TSH). Il legame della tireotropina alfa ai recettori TSH sulle cellule epiteliali della tiroide stimola l’assunzione di iodio e l’organificazione, la sintesi ed il rilascio di tireoglobulina, triiodotironina (T3) e tiroxina (T4 ).

I pazienti con carcinoma della tiroide ben differenziato vengono sottoposti ad una tiroidectomia totale o sub-totale. Per una diagnosi ottimale dei residui tiroidei o del carcinoma tramite le indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo o il dosaggio della tireoglobulina e la terapia con iodio radioattivo dei residui tiroidei, occorre un’alta concentrazione sierica di TSH per stimolare l’assunzione di iodio radioattivo e/o il rilascio della tireoglobulina. L’approccio comune per ottenere livelli elevati di TSH è la sospensione della terapia soppressiva con ormoni tiroidei (THST), in seguito alla quale, solitamente, i pazienti manifestano segni e sintomi di ipotiroidismo. Con la somministrazione di Thyrogen, si ottiene la stimolazione di TSH necessaria per la captazione dello iodio radioattivo e il rilascio della tireoglobulina, mentre i pazienti rimangono in stato di eutiroidismo grazie alla THST, evitando quindi la morbidità associata all’ipotiroidismo.

Efficacia e sicurezza clinica

Uso diagnostico

L’efficacia e la sicurezza dell’uso di Thyrogen nelle indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo in combinazione con il dosaggio della tireoglobulina sierica per la diagnosi di residui tiroidei e di carcinoma sono state dimostrate in due studi. In uno dei due studi, sono stati presi in esame due regimi: 0,9 mg per via intramuscolare ogni 24 ore per due dosi (0,9 mg x 2) e 0,9 mg per via intramuscolare ogni 72 ore per tre dosi (0,9 mg x 3). Entrambi i regimi si sono dimostrati efficaci e non differivano statisticamente dalla sospensione della somministrazione di ormone tiroideo nella stimolazione della captazione di iodio radioattivo per le indagini diagnostiche per immagine. Rispetto ai test effettuati mentre i pazienti erano in trattamento con ormoni tiroidei, i due regimi terapeutici hanno migliorato la sensibilità, l’accuratezza e il valore predittivo negativo della tireoglobulina stimolata da Thyrogen, da sola o in associazione con le indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo.

Negli studi clinici per il rilevamento di residui tiroidei o di carcinoma nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, con l’uso di un test della tireoglobulina con una sensibilità di 0,5 ng/ml, livelli di tireoglobulina stimolati da Thyrogen di 3 ng/ml, 2 ng/ml e 1 ng/ml corrispondevano a livelli di tireoglobulina misurati dopo la sospensione della somministrazione di ormone tiroideo pari a 10 ng/ml, 5 ng/ml e 2 ng/ml, rispettivamente. In questi studi, il test della tireoglobulina con Thyrogen ha rivelato una maggiore sensibilità rispetto all’esame della tireoglobulina durante THST. In particolare in uno studio di fase III a cui hanno partecipato 164 pazienti, il dosaggio della tireoglobulina dopo somministrazione di Thyrogen era in grado di rilevare la presenza di tessuto di origine tiroidea dal 73 all’87% dei casi, mentre con il test della tireoglobulina durante THST la percentuale variava dal 42 al 62%, per gli stessi valori di cut-off e gli stessi standard di riferimento.

In 35 pazienti si sono accertate lesioni metastatiche con esame post-trattamento o con biopsia dei linfonodi. I livelli di tireoglobulina stimolati da Thyrogen superavano 2 ng/ml in tutti i 35 pazienti, mentre con la tireoglobulina durante THST ciò avveniva nel 79% di questi pazienti.

Stimolazione pre-terapeutica

In uno studio controllato su 60 pazienti valutabili, percentuali di ablazione riuscita dei residui tiroidei con 100 mCi/3,7 GBq (± 10%) di iodio radioattivo post-tiroidectomia in pazienti con cancro della tiroide, erano comparabili per i pazienti trattati dopo la sospensione della somministrazione di ormone tiroideo rispetto ai pazienti trattati dopo la somministrazione di Thyrogen. I pazienti esaminati erano adulti (età >18 anni) con nuova diagnosi di carcinoma differenziato della tiroide papillare o follicolare, compresa la variante papillare-follicolare, caratterizzati principalmente (54 su 60) come T1-T2, N0-N1, M0 (classificazione TNM). Il successo dell’ablazione dei residui è stato valutato mediante indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo e dosaggio della tireoglobulina sierica a 8 ± 1 mesi dal trattamento. Tutti i 28 pazienti (100%) trattati dopo la sospensione della THST e tutti i 32 pazienti (100%) trattati dopo la somministrazione di Thyrogen hanno mostrato assenza di captazione visibile dello iodio radioattivo nella tiroide, oppure, se misurabile, una captazione <0,1% dell’attività di iodio radioattivo somministrata. Il successo dell’ablazione dei residui tiroidei è stato inoltre valutato mediante il criterio per il livello di Tg sierico stimolato da Thyrogen < 2 ng/ml otto mesi dopo l’ablazione, ma solo nei pazienti che risultavano negativi per la presenza di anticorpi interferenti anti-Tg. Utilizzando questo criterio per la Tg, 18/21 pazienti (86%) e 23/24 pazienti (96%) risultavano possedere residui tiroidei ablati con successo nel gruppo con sospensione della THST e nel gruppo di trattamento con Thyrogen rispettivamente.

La qualità della vita peggiorava significativamente in seguito alla sospensione dell’ormone tiroideo, ma rimaneva invariata con la somministrazione di uno dei regimi di Thyrogen sopra menzionati per entrambe le indicazioni.

È stato condotto uno studio di follow-up su pazienti che avevano precedentemente completato lo studio iniziale e sono disponibili dati per 51 pazienti. L’obiettivo primario dello studio di follow- up era di confermare lo stato di ablazione dei residui tiroidei, mediante indagini diagnostiche per immagine statiche del collo con iodio radioattivo, in seguito a stimolazione con Thyrogen, dopo un follow-up mediano di 3,7 anni (range: 3,4 – 4,4 anni) successivamente all’ablazione con iodio radioattivo. È stato inoltre eseguito un test sulla tireoglobulina stimolata con Thyrogen.

I pazienti continuavano ad essere considerati efficacemente ablati in assenza di captazione del letto tiroideo visibile alla scansione oppure – se visibile – la captazione era inferiore allo 0,1%. Per tutti i pazienti considerati come ablati nello studio iniziale è stata confermata l’ablazione nello studio di follow-up. Inoltre, nessun paziente ha avuto una recidiva definitiva nei 3,7 anni di follow-up. Nel complesso, 48/51 pazienti (94%) non presentavano evidenza di recidiva del tumore; per 1 paziente vi era una possibile recidiva neoplastica (anche se non era chiaro se si trattasse di una reale recidiva, o della persistenza del tumore per via della patologia regionale accertata all’inizio dello studio originario); infine, per 2 pazienti non è stato possibile procedere ad una valutazione.

Riepilogando, nello studio pivotal e nel relativo studio di follow-up Thyrogen non è risultato inferiore alla sospensione dell’ormone tiroideo per quanto concerne l’innalzamento dei livelli di TSH per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con iodio radioattivo nell’ablazione post- chirurgica del tessuto tiroideo residuo.

Due ampi studi randomizzati prospettici, lo studio HiLo (Mallick) e lo studio ESTIMABL (Schlumberger), hanno confrontato i metodi di ablazione del residuo tiroideo in pazienti con cancro della tiroide differenziato sottoposti a tiroidectomia. In entrambi gli studi i pazienti sono stati randomizzati ad 1 dei 4 gruppi di trattamento: Thyrogen + 30 mCi 131-I, Thyrogen + 100 mCi 131-I, sospensione della somministrazione di ormone tiroideo + 30 mCi 131-I o sospensione della somministrazione di ormone tiroideo + 100 mCi 131-I e i pazienti sono stati valutati circa 8 mesi dopo. Con lo studio HiLo sono stati randomizzati 438 pazienti (stadi del tumore T1-T3, Nx, N0 e N1, M0) in 29 centri. Come valutato dalle indagini diagnostiche per immagine con iodio radioattivo e dai livelli di Tg a seguito di stimolazione (n = 421), i tassi di successo dell’ablazione sono stati circa dell’86% in tutti i 4 gruppi di trattamento. Tutti gli intervalli di confidenza al 95% per le differenze sono risultati compresi entro ±10 punti percentuali, evidenziando in particolare la non inferiorità della bassa attività rispetto alla alta attività di iodio radioattivo. L’analisi dei pazienti con tumore in stadio T3 e N1ha evidenziato che questi sottogruppi avevano ugualmente un buon tasso di efficacia dell’ablazione come quello delle popolazioni di pazienti a rischio inferiore. Nello studio ESTIMABL1 sono stati randomizzati 752 pazienti con carcinoma della tiroide a basso rischio (tumore in stadio pT1 < 1 cm e N1 o Nx, pT1 >1-2 cm e qualsiasi stadio N, o pT2 N0, con M0 in tutti i pazienti) in 24 centri. Basandosi sui 684 pazienti valutabili, la percentuale complessiva di successo dell’ablazione evidenziata dalla valutazione ecografica del collo e dai livelli di Tg dopo stimolazione è risultata del 92%, senza evidenza di differenze statisticamente significative tra i quattro gruppi.

Nello studio ESTIMABL1, 726 (97%) dei 752 pazienti iniziali sono stati seguiti fino alla recidiva di malattia. Il follow-up mediano è stato di 5,4 anni (da 0,5 a 9,2 anni).

Le tabelle riportate sotto forniscono i dati del follow up a lungo termine per gli studi ESTIMABL1 e HiLo Tabella 1. Tasso di recidiva nello studio ESTIMABL1 in pazienti che hanno ricevuto basse o alte dosi RAI e quelli pretrattati con Thyrogen o THW

Thyrogen (N=374) THW (N=378)
Numero totale di pazienti con recidiva (5,4 anni) 7 (1,9%) 4 (1,1%)
RAI a bassa attività (1,1 GBq) 5 (1,3%) 1 (0,3%)
RAI ad alta attività (3,7 GBq) 2 (0,5%) 3 (0,8%)

Nello studio HiLo, 434 (99%) dei 438 pazienti iniziali sono stati seguiti fino alla recidiva di malattia. Il follow-up mediano è stato di 6,5 anni (da 4,5 a 7,6 anni).

Tabella 2. Tasso di recidiva nello studio HiLo in pazienti che hanno ricevuto RAI a bassa o alta attività

Dose di RAI a
bassa attività (1,1 GBq)
Dose di RAI ad alta attività (3,7 GBq)
Numero totale di pazienti con recidiva 11 10
Tasso di recidiva (3 anni) 1,5% 2,1%
Tasso di recidiva (5 anni) 2,1% 2,7%
Tasso di recidiva (7 anni) 5,9% 7,3%

HR: 1,10 [IC 95% 0,47 – 2,59]; p=0,83

Tabella 3. Tasso di recidiva nello studio HiLo in pazienti preparati all’ablazione con Thyrogen or Sospensione della Terapia Tiroidea (Thyroid Hormone Withdrawal – THW)

Thyrogen Thyroid Hormone Withdrawal (THW)
Numero totale di pazienti con
recidiva
13 8
Tasso di recidiva (3 anni) 1,5% 2,1%
Tasso di recidiva (5 anni) 2,1% 2,7%
Tasso di recidiva (7 anni) 8,3% 5,0%

HR: 1.62 [IC 95% 0,67 – 3,91], p=0,28 I dati di follow-up a lungo termine di ESTIMABL1 e HiLo hanno confermato risultati simili nei pazienti in tutti i 4 bracci di trattamento.

Riepilogando, questi studi supportano l’efficacia di una bassa attività di iodio radioattivo in associazione con tireotropina alfa (con una ridotta esposizione alle radiazioni) e tireotropina alfa non è risultato inferiore alla sospensione dell’ormone tiroideo per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con iodio radioattivo nell’ablazione post-chirurgica del tessuto tiroideo residuo.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Le proprietà farmacocinetiche di Thyrogen sono state studiate in pazienti con carcinoma della tiroide ben differenziato che hanno ricevuto un’iniezione singola di 0,9 mg per via intramuscolare. Dopo l’iniezione, il picco medio ottenuto (Cmax) era di 116 ± 38 mU/l e si verificava circa 13 ± 8 ore dopo la somministrazione. L’emivita di eliminazione era di 22 ± 9 ore. Si ritiene che la principale via di eliminazione della tireotropina alfa sia probabilmente renale e, in misura minore, epatica.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati non-clinici sono limitati, ma non rivelano rischi particolari per gli esseri umani in seguito all’uso di Thyrogen.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Mannitolo Sodio fosfato monobasico, monoidrato Sodio dibasico, eptaidrato Sodio cloruro

06.2 Incompatibilità

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In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali nella stessa iniezione.

06.3 Periodo di validità

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Flaconcini non aperti 3 anni.

Periodo di validità dopo ricostituzione Si raccomanda di iniettare la soluzione di Thyrogen entro tre ore.

Il medicinale ricostituito può essere conservato per 24 ore in frigorifero ad una temperatura di 2°C – 8°C, al riparo dalla luce, evitando contaminazioni batteriche.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare in frigorifero (2ºC – 8ºC).

Conservare il flaconcino nell’imballaggio esterno per tenerlo al riparo dalla luce.

Per le condizioni di conservazione dopo ricostituzione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Flaconcini di vetro incolore, del Tipo I, da 5 ml. La chiusura è costituita da un tappo di butile siliconato, con capsula a tenuta con aletta. Ogni flaconcino contiene 1,1 mg di tireotropina alfa. Dopo la ricostituzione con 1,2 ml di acqua per soluzioni iniettabili, prelevare 1,0 ml di soluzione (equivalente a 0,9 mg di Thyrogen) e somministrarla al paziente.

Per avere un volume sufficiente da permettere una somministrazione accurata, ogni flaconcino di Thyrogen è formulato per contenere un’eccedenza di 0,2 ml.

Contenuto della confezione: uno o due flaconcini per scatola. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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La polvere per soluzione iniettabile deve essere ricostituita con acqua per preparazioni iniettabili. Per ogni iniezione occorre un solo flaconcino di Thyrogen. Ogni flaconcino di Thyrogen deve essere utilizzato una sola volta.

Utilizzare una tecnica di asepsi

Aggiungere 1,2 ml di acqua per preparazioni iniettabili alla polvere di Thyrogen contenuta nel flaconcino. Miscelare delicatamente il contenuto del flaconcino fino a che il materiale non si sia sciolto del tutto. Non agitare la soluzione. Una volta sciolta la polvere, il volume totale nel flaconcino è pari a 1,2 ml. Il pH della soluzione di Thyrogen è circa 7,0.

Ispezionare visivamente la soluzione di Thyrogen nel flaconcino, in modo da escludere la presenza di particelle estranee e alterazioni del colore. La soluzione di Thyrogen deve essere limpida e incolore. Non usare flaconcini che presentano particelle estranee, opacità o alterazioni del colore.

Prelevare 1,0 ml di soluzione di Thyrogen dal flaconcino. Questa quantità corrisponde a 0,9 mg di tireotropina alfa da iniettare.

Thyrogen non contiene conservanti. Smaltire immediatamente la soluzione non utilizzata. Nessuna condizione particolare per lo smaltimento.

La soluzione di Thyrogen deve essere somministrata entro tre ore; tuttavia la soluzione manterrà la sua stabilità chimica per 24 ore, a condizione che venga conservata in un frigorifero (ad una temperatura compresa tra 2°C e 8°C). È importante ricordare che la sicurezza microbiologica dipende dalle condizioni di asepsi durante la preparazione della soluzione.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Genzyme Europe B.V.

Paasheuvelweg 25 1105 BP Amsterdam Paesi Bassi

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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EU/1/99/122/001 EU/1/99/122/002

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 9 marzo 2000 Data dell’ultimo rinnovo: 9 marzo 2010

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 04/12/2021