Viracept 250: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Viracept 250

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Viracept 250: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

Indice

VIRACEPT 250 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM.

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

Indice

Ciascuna compressa rivestita con film contiene nelfinavir mesilato corrispondente a 250 mg di nelfinavir.

Eccipienti:

per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

Indice

Compresse rivestite con film blu, oblunghe e biconvesse.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

Indice

VIRACEPT è indicato in associazione con antiretrovirali nel trattamento di pazienti adulti, adolescenti e bambini di età uguale o superiore a 3 anni infettati dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV-1).

In pazienti precedentemente trattati con inibitori della proteasi, la scelta del nelfinavir deve basarsi sulla valutazione individuale della resistenza virale e sui trattamenti precedenti.

Vedere paragrafo 5.1.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

Indice

La terapia con VIRACEPT deve essere iniziata da un medico specializzato nella cura dell’infezione da HIV.

VIRACEPT è somministrato per via orale e deve essere sempre ingerito insieme al cibo (vedere paragrafo 5.2).

Pazienti di età superiore a 13 anni: il dosaggio consigliato di VIRACEPT 250 mg compresse rivestite con film è 1250 mg (cinque compresse) due volte al giorno oppure 750 mg (tre compresse) tre volte al giorno per via orale.

L’efficacia del trattamento due volte al giorno è stata confrontata con quella del trattamento tre volte al giorno principalmente in pazienti naive al trattamento con inibitori della proteasi (vedere paragrafo 5.1).

Pazienti da 3 a 13 anni: per i bambini, la dose iniziale consigliata è di 50-55 mg/kg due volte al giorno o, in caso di somministrazione tre volte al giorno, 25-35 mg/kg di peso corporeo.

La dose consigliata di VIRACEPT compresse rivestite con film da somministrare due volte al giorno a bambini di età compresa tra 3 e 13 anni è la seguente:

Dose da somministrare due volte al giorno a bambini di età compresa tra 3 e 13 anni
Peso corporeo del paziente in kg Numero di compresse rivestite con film di VIRACEPT 250 mg per dose
da 18 a 22 4
> 22 kg 5

La dose consigliata di VIRACEPT compresse rivestite con film da somministrare tre volte al giorno a bambini di età compresa tra 3 e 13 anni è mostrata nella tabella sottostante. I bambini con peso compreso tra 10,5-12 kg, 12-14 kg e 18-22 kg riceveranno un numero diverso di compresse ad ogni pasto. La tabella fornisce un prospetto che assicura che l’appropriata dose giornaliera totale di Viracept sia assunta ogni giorno sulla base del peso del bambino.

Il medico deve avvertire chi si prende cura del bambino di monitorarne attentamente gli aumenti di peso per assicurarsi che sia assunta l’appropriata dose giornaliera totale. Il medico deve inoltre avvisare chi si prende cura del bambino dell’importanza di attenersi alle istruzioni posologiche e che il numero appropriato di compresse deve essere assunto ad ogni dose con un pasto.

Dose da somministrare tre volte al giorno a bambini di età compresa tra 3 e 13 anni
Peso corporeo del paziente in kg Numero di compresse raccomandate ad ogni pasto Numero di compresse totali al giorno
Numero di compresse a colazione Numero di compresse a pranzo Numero di compresse a cena
da 7,5 a 8,5 kg 1 1 1 3
da 8,5 a 10,5 kg 1 1 1 3
da 10,5 a 12 kg* 2 1 1 4
da 12 a 14 kg* 2 1 2 5
da 14 a 16 kg 2 2 2 6
da 16 a 18 kg 2 2 2 6
da 18 a 22 kg* 3 2 2 7
oltre 22 kg 3 3 3 9

*Ai bambini di queste fasce di peso sarà somministrato un numero non uguale di compresse durante il giorno. La risposta virologica ed immunologica devono essere monitorate per assicurarsi che questi bambini raggiungano la risposta alla terapia.

Per pazienti non in grado di deglutire le compresse, le compresse di VIRACEPT possono essere disperse in mezza tazza d’acqua, mescolando accuratamente con un cucchiaio. Una volta disperse, il liquido torbido bluastro deve essere completamente mescolato e assunto immediatamente. Il bicchiere deve essere sciacquato con mezza tazza d’acqua ed il risciacquo deve essere deglutito per garantire che venga assunta l’intera dose.

Si raccomanda di non associare VIRACEPT a cibi o succhi acidi (ad esempio succo d’arancia, succo di mela o mela grattugiata), perché l’associazione può generare un gusto amaro. La sospensione di VIRACEPT deve essere assunta con i pasti.

Il medico deve assicurare che chi si prende cura del bambino comprenda l’importanza di monitorare l’aderenza e l’appropriato metodo di preparare e somministare le compresse di Viracept ai bambini in ogni fascia di peso.

Ridotta funzionalità renale ed epatica: non vi sono dati specifici relativi a pazienti HIV-sieropositivi con alterazione della funzionalità renale; non è quindi possibile fornire indicazioni specifiche per quanto riguarda le dosi consigliate (vedere paragrafo 4.4). Il nelfinavir è principalmente metabolizzato ed eliminato dal fegato. Non vi sono dati sufficienti relativi a pazienti con alterata funzionalità epatica e non è quindi possibile fornire indicazioni specifiche per quanto riguarda le dosi consigliate (vedere paragrafo 5.2). È necessaria cautela nel somministrare VIRACEPT a pazienti con funzionalità renale o epatica compromesse.

04.3 Controindicazioni

Indice

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Co-somministrazione con medicinali con ridotta finestra terapeutica e che siano substrati del CYP3A4 [ad esempio terfenadina, astemizolo, cisapride, amiodarone, chinidina, pimozide, triazolam, midazolam somministrato per via orale (per le precauzioni sull’uso di midazolam somministrato per via parenterale, vedere paragrafo 4.5), derivati dell’ergotina, alfuzosina, e sildenafil quando utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare (per l’impiego di sildenafil e altri inibitori del PDE-5 nei pazienti con disfunzione erettile; vedere paragrafo 4.5)].

Potenti induttori di CYP3A (ad esempio rifampicina, fenobarbital e carbamazepina) riducono le concentrazioni plasmatiche di nelfinavir.

La somministrazione contemporanea di rifampicina è controindicata a causa di una diminuzione nell’esposizione a nelfinavir. Il medico non deve utilizzare potenti induttori di CYP3A4 in associazione con Viracept e deve prendere in considerazione farmaci alternativi quando un paziente è in terapia con VIRACEPT (vedere paragrafo 4.5).

Preparazioni a base di erbe contenenti l’erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) non devono essere usate contemporaneamente a nelfinavir per il rischio di diminuzione delle concentrazioni plasmatiche e riduzione dell’efficacia clinica di nelfinavir (vedere paragrafo 4.5).

VIRACEPT non deve essere somministrato contemporaneamente ad omeprazolo a causa di una diminuzione nell’esposizione a nelfinavir e al suo metabolita attivo M8 (tert-butil idrossi nelfinavir). Questo può portare a una perdita della risposta virologica e a una possibile insorgenza di resistenza a VIRACEPT (vedere paragrafo 4.5).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

Indice

I pazienti devono essere informati che VIRACEPT non cura l’infezione da HIV, che essi possono continuare a sviluppare infezioni o altre malattie associate alla malattia da HIV, e che VIRACEPT non ha mostrato di ridurre il rischio di trasmissione della malattia da HIV tramite rapporti sessuali o contaminazioni ematiche.

Sindrome da riattivazione immunitaria: in pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Tipicamente, tali reazioni sono state osservate entro le primissime settimane o mesi dall’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART). Esempi rilevanti di ciò sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis carinii. Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario.

Malattie del fegato: la sicurezza e l’efficacia di nelfinavir nei pazienti con significative patologie epatiche di base non sono state dimostrate. Il rischio di eventi avversi gravi e potenzialmente fatali a carico del fegato è aumentato nei pazienti con epatite cronica B o C trattati con terapia antiretrovirale di associazione. In caso di terapia antivirale concomitante per epatite B o C, fare riferimento anche alle informazioni contenute nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di questi farmaci. Nel corso della terapia antiretrovirale di associazione la frequenza di alterazioni della funzionalità epatica nei pazienti con disfunzioni epatiche preesistenti, inclusa l’epatite cronica attiva, è aumentata e tali pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio secondo la pratica standard. In presenza di segni di deterioramento dell’epatopatia in questi pazienti, si deve prendere in considerazione la sospensione o l’interruzione del trattamento. L’uso di nelfinavir in pazienti con moderata insufficienza epatica non è stato studiato. In assenza di tali studi, deve essere usata cautela in quanto potrebbero verificarsi aumenti dei livelli di nelfanivir e/o aumenti degli enzimi epatici.

I pazienti con insufficienza epatica non devono ricevere trattamento con colchicina in concomitanza a VIRACEPT.

Osteonecrosi: sebbene l’eziologia sia considerata multifattoriale (compreso l’impiego di corticosteroidi, il consumo di alcol, l’immunosoppressione grave, un più elevato indice di massa corporea), sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di associazione (CART). Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidità alle articolazioni o difficoltà nel movimento.

Insufficienza renale: dal momento che nelfinavir è altamente legato alle proteine plasmatiche, è improbabile che possa essere rimosso in modo significativo dall’emodialisi o dalla dialisi peritoneale. Quindi, nessuna precauzione particolare o aggiustamento del dosaggio è richiesto in questi pazienti.

I pazienti con insufficienza epatica non devono ricevere trattamento con colchicina in concomitanza a VIRACEPT.

Diabete mellito e iperglicemia: pazienti che assumevano inibitori della proteasi hanno riportato la comparsa di diabete mellito, iperglicemia o aggravamento del diabete mellito esistente. In alcuni di questi pazienti l’iperglicemia era grave e, talora, associata anche a chetoacidosi. Molti pazienti presentavano condizioni mediche complicate che, in alcuni casi, necessitavano di terapia con farmaci che sono stati associati allo sviluppo di diabete o iperglicemia.

Pazienti con emofilia: è stato riportato un incremento di episodi emorragici, inclusi ematomi cutanei e emartri spontanei, nei pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con inibitori della proteasi. Ad alcuni pazienti è stata somministrata una quota ulteriore di fattore VIII. In più della metà dei casi riportati, il trattamento con inibitori della proteasi non è stato sospeso o è stato ripreso se interrotto. È stata ipotizzata una relazione causale, sebbene il meccanismo di azione non sia stato chiarito. È quindi necessario rendere i pazienti emofilici consapevoli del possibile incremento di episodi emorragici.

Lipodistrofia: la terapia antiretrovirale combinata è stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia acquisita) in pazienti con infezione da HIV. Le conseguenze a lungo termine di questi eventi sono attualmente sconosciute. La conoscenza del meccanismo è incompleta. È stata ipotizzata una associazione tra lipomatosi viscerale e inibitori della proteasi (PI) e lipoatrofia e inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI). Un rischio maggiore di lipodistrofia è stato associato alla presenza di fattori individuali, quali l’età avanzata, e fattori legati al farmaco, come la maggior durata del trattamento antiretrovirale e dei disturbi metabolici associati. L’esame clinico deve includere la valutazione dei segni fisici di ridistribuzione del grasso. Occorre prendere in considerazione il dosaggio dei lipidi serici e della glicemia a digiuno. I disordini del metabolismo lipidico devono essere trattati in maniera clinicamente appropriata (vedere paragrafo 4.8).

Inibitori della PDE5: deve essere prestata particolare attenzione quando si prescrivono sildenafil, tadalafil o vardanafil per il trattamento della disfunzione erettile, in pazienti che assumono VIRACEPT. Ci si attende che la co-somministrazione di VIRACEPT con questi prodotti medicinali aumenti le loro concentrazioni e possa portare ad eventi avversi associati, quali ipotensione, sincope, alterazioni visive ed erezione prolungata (vedere paragrafo 4.5) L’impiego concomitante di sildenafil prescritto per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare con VIRACEPT è controindicato (vedere paragrafo 4.3).

La somministrazione concomitante di salmeterolo e VIRACEPT non è raccomandata. La combinazione può determinare un aumentato rischio di eventi avversi cardiovascolari associati al salmeterolo, compresi prolungamento dell’intervallo QT, palpitazioni e tachicardia sinusale.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Indice

Nelfinavir è principalmente metabolizzato attraverso gli isoenzimi CYP3A4 e CYP2C19 del citocromo P450 (vedere paragrafo 5.2). Nelfinavir è anche un inibitore di CYP3A4. Sulla base di dati ottenuti in vitro, è improbabile che nelfinavir inibisca altre isoforme di citocromo P450 alle concentrazioni comprese nell’intervallo terapeutico.

Associazione con altri medicinali: è necessaria cautela quando VIRACEPT viene somministrato contemporaneamente a farmaci che sono induttori o inibitori e/o substrati di CYP3A4; tali associazioni possono richiedere modifiche del dosaggio (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.8).

Substrati per CYP3A4: è controindicata la co-somministrazione con i seguenti farmaci che sono substrati per CYP3A4 e che hanno ridotte finestre terapeutiche: terfenadina, astemizolo, cisapride, amiodarone, chinidina, derivati dell’ergotamina, pimozide, midazolam orale, triazolam, alfuzosina, e sildenafil utilizzato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare (vedere paragrafo 4.3).

Si prevede che la co-somministrazione di un inibitore della proteasi e di sildenafil porti ad un incremento significativo della concentrazione di sildenafil e possa dar luogo ad un aumento degli eventi avversi associati a sildenafil, tra cui ipotensione, alterazioni del visus e priapismo.

Per altri substrati di CYP3A4 può essere necessario prendere in considerazione una riduzione della dose o un farmaco alternativo (Tabella 1).

La co-somministrazione di nelfinavir e fluticasone propionato può aumentare le concentrazioni plasmatiche di fluticasone propionato. Prendere in considerazione farmaci alternativi che non siano metabolizzati da CYP3A4, ad esempio beclometasone.

L’uso contemporaneo di trazodone e nelfinavir può aumentare le concentrazioni plasmatiche di trazodone e deve essere presa in considerazione una dose più bassa di trazodone.

La co-somministrazione di nelfinavir e simvastatina o lovastatina può determinare aumenti significativi delle concentrazioni plasmatiche di simvastatina e lovastatina. Prendere in considerazione farmaci alternativi che non siano substrati di CYP3A4, ad esempio pravastatina o fluvastatina.

La somministrazione concomitante di salmeterolo e VIRACEPT non è raccomandata. La combinazione può determinare un aumentato rischio di eventi avversi cardiovascolari associati al salmeterolo, compresi prolungamento dell’intervallo QT, palpitazioni e tachicardia sinusale.

La co-somministrazione di warfarin e VIRACEPT può avere effetti sulle concentrazioni di warfarin. Si raccomanda di controllare attentamente l’international normalized ratio (INR) durante tutto il trattamento con VIRACEPT, ed in particolare all’inizio della terapia.

Induttori degli enzimi metabolici: potenti induttori di CYP3A4 (ad esempio rifampicina, fenobarbital e carbamazepina) possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di nelfinavir e la loro co-somministrazione è controindicata (vedere paragrafo 4.3). Si deve usare cautela durante la co-somministrazione di altri farmaci che inducono CYP3A4. Si prevede che le concentrazioni plasmatiche di midazolam siano significativamente più elevate quando midazolam viene somministrato per via orale, pertanto non deve essere somministrato in concomitanza a nelfinavir. Midazolam per via parenterale deve essere somministrato contemporaneamente a nelfinavir in un’unità di terapia intensiva per garantire un attento monitoraggio clinico. Se si somministra più di una dose singola, si deve prendere in considerazione l’aggiustamento della dose di midazolam (Tabella 1).

Inibitori degli enzimi metabolici: la co-somministrazione di nelfinavir con inibitori di CYP2C19 (ad esempio fluconazolo, fluoxetina, paroxetina, lansoprazolo, imipramina, amitriptilina e diazepam) può portare alla riduzione del processo di conversione di nelfinavir nel suo principale metabolita attivo M8 (tert-butil idrossi nelfinavir) con un aumento concomitante dei livelli plasmatici di nelfinavir (vedere paragrafo 5.2). Limitati dati clinici ricavati da pazienti che assumevano uno o più di questi prodotti medicinali insieme a nelfinavir indicano che non ci si attende un effetto clinicamente significativo su sicurezza ed efficacia. In ogni caso, tale effetto non può essere escluso.

Nella Tabella 1 sono riportate le interazioni tra nelfinavir e alcune sostanze selezionate, che descrivono l’impatto di nelfinavir sulla farmacocinetica delle sostanze co-somministrate e l’impatto degli altri farmaci sulla farmacocinetica di nelfinavir.

Tabella 1: interazioni e raccomandazioni posologiche in caso di somministrazione con altri medicinali

Medicinali suddivisi per area terapeutica(dose di nelfinavirutilizzata nello studio) Effetti sui livelli delfarmacoVariazione% Raccomandazioni per la co-somministrazione
Inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI)
Non sono state osservate interazioni clinicamente significative tra nelfinavir e gli analoghi nucleosidici. Al momento non vi è evidenza di inadeguata efficacia della zidovudina sul SNC che possa essere associata alla modesta riduzione dei livelli plasmatici della zidovudina, se somministrata contemporaneamente a nelfinavir. Poiché si consiglia di assumere la didanosina a stomaco vuoto, VIRACEPT deve essere somministrato (a stomaco pieno) un’ora dopo o più di 2 ore prima della didanosina.
Inibitori della proteasi (IP)
Ritonavir 500 mg dose singola (nelfinavir 750 mg tre volte al giorno per 6 giorni) AUC di ritonavir Non è necessario alcun aggiustamento della dose per entrambi i medicinali
Cmax di ritonavir
Concentrazioni di nelfinavir non rilevate
Ritonavir 500 mg due volte al giorno per 3 dosi (nelfinavir 750 dose singola) Concentrazioni di ritonavir non rilevate Non è necessario alcun aggiustamento della dose per entrambi i medicinali
AUC di nelfinavir ↑ 152%
Ritonavir 100 mg o 200 mg due volte al giorno (nelfinavir 1250 mg due volte al giorno da somministrare al mattino) Concentrazioni di ritonavir non rilevate Non vi sono state differenze significative tra le basse dosi di ritonavir (100 o 200 mg due volte al giorno) in termini di effetti sulle AUC di nelfinavir e di M8. La rilevanza clinica di questi risultati non è stata stabilita.
AUC di nelfinavir ↑ 20%
AUC del metabolita M8 ↑ 74%
Ritonavir 100 mg o 200 mg due volte al giorno (nelfinavir 1250 mg due volte al giorno da somministrarsi alla sera) Concentrazioni di ritonavir non rilevate
AUC di nelfinavir ↑ 39%
AUC del metabolita M8 ↑ 86%
Indinavir 800 mg dose singola (nelfinavir 750 mg tre volte al giorno per 7 giorni) AUC di indinavir ↑ 51% La sicurezza dell’associazione indinavir + nelfinavir non è stata stabilita
Cmax di Indinavir ↔
Concentrazioni di nelfinavir non rilevate
Indinavir 800 mg ogni 8 ore per 7 giorni (nelfinavir 750 mg dose singola) Concentrazioni di indinavir non rilevate
AUC di nelfinavir ↑ 83%
Saquinavir 1200 mg dose singola (nelfinavir 750 mg tre volte al giorno per 4 giorni) AUC di saquinavir ↑ 392%
Concentrazioni di nelfinavir non rilevate
Saquinavir 1200 mg tre volte al giorno (nelfinavir 750 mg dose singola) Concentrazioni di saquinavir non rilevate
AUC di nelfinavir ↑ 30%
Amprenavir 800 mg tre volte al giorno (nelfinavir 750 mg tre volte al giorno) AUC di amprenavir ↔ Non è necessario alcun aggiustamento della dose per entrambi i medicinali
Cmin di amprenavir ↑ 189%
AUC di nelfinavir ↔
Analoghi non nucleosidici inibitori della trascrittasi inversa (NNRTI)
Efavirenz 600 mg una volta al giorno (Nelfinavir 750 mg tre volte al giorno) AUC di efavirenz Non è necessario alcun aggiustamento della dose per entrambi i medicinali
AUC di nelfinavir ↓ 20%
Delavirdina 400 mg tre volte al giorno (Nelfinavir 750 mg tre volte al giorno) AUC di delavirdina ↓ 31% La sicurezza dell’associazione non è stata stabilita; l’associazione combinazione non è raccomandata
AUC di nelfinavir ↑ 107%
Nevirapina Non è necessario alcun aggiustamento della dose quando nevirapina è somministrata contemporaneamente a nelfinavir
Agenti anti-infettivi
Rifabutina 300 mg una volta al giorno (Nelfinavir 750 mg tre volte al giorno) AUC di rifabutina ↑ 207% Quando nelfinavir 750 mg tre volte al giorno o 1250 mg due volte al giorno e rifabutina vengono somministrati contemporaneamente, è necessario ridurre la dose di rifabutina a 150 mg una volta al giorno.
AUC di nelfinavir ↓ 32%
Rifabutina 150 mg una volta al giorno (Nelfinavir 750 mg tre volte al giorno) AUC di rifabutina ↑ 83%
AUC di nelfinavir ↓ 23%
Rifampicina 600 mg una volta al giorno per 7 giorni (Nelfinavir 750 mg ogni 8 ore per 5-6 giorni) Concentrazioni di rifampicina non rilevate La somministrazione concomitante di rifampicina e di nelfinavir è controindicata.
AUC di nelfinavir ↓82%
Ketoconazolo Concentrazioni di ketoconazolo non rilevate La somministrazione concomitante di nelfinavir e di un forte inibitore di CYP3A, il ketoconazolo, ha dato luogo a un aumento del 35% dell’AUC plasmatica di nelfinavir. Questi cambi nelle concentrazioni di nelfinavir non sono considerati clinicamente rilevanti, pertanto non è necessario modificare il dosaggio quando ketoconazolo viene somministrato contemporaneamente a nelfinavir.
AUC di nelfinavir ↑ 35%
Contraccettivi orali
17 a-etinilestradiolo 35 mcg una volta al giorno per 15 giorni (Nelfinavir 750 mg ogni 8 ore per 7 giorni) AUC di etinilestradiolo ↓ 47% I contraccettivi a base di etinilestradiolo non devono essere utilizzati contemporaneamente a nelfinavir. È necessario prendere in considerazione l’impiego di metodi contraccettivi alternativi.
Concentrazioni di nelfinavir non rilevate
Noretindrone 0,4 mg una volta al giorno per 15 giorni (Nelfinavir 750 mg ogni 8 ore per 7 giorni) AUC di noretindrone ↓ 18% I contraccettivi a base di noretindrone non devono essere utilizzati contemporaneamente a nelfinavir. È necessario prendere in considerazione l’impiego di metodi contraccettivi alternativi.
Concentrazioni di nelfinavir non rilevate
Inibitori della HMG-CoA reduttasi
Dal momento che l’aumento delle concentrazioni degli inibitori della HMG-CoA reduttasi può causare miopatia, inclusa la rabdomiliosi, non è raccomandata la contemporanea somministrazione di questi medicinali con nelfinavir.
Simvastatina 20 mg una volta al giorno (Nelfinavir 1250 mg due volte al giorno) AUC di simvastatina ↑ 505% L’associazionedi simvastatina e nelfinavir non è raccomandata.
AUC di nelfinavir ↔
Concentrazioni non rilevate
Lovastatina Nessun dato disponibile; si prevede che siano simili a quelli della simvastatina L’associazione di lovastatina e nelfinavir non è raccomandata
Atorvastatina 10 mg una volta al giorno (Nelfinavir 1250 mg due volte al giorno) AUC di atorvastatina ↑ 74% Il metabolismo di atorvastatina è dipendente in misura minore dal CYP3A4. Quando usata in associazione con nelfinavir, si deve somministrare la dose minore possibile di atorvastatina.
AUC di nelfinavir
Concentrazioni non rilevate
Pravastatina, fluvastatina, rosuvastatina Il metabolismo di pravastatina e di fluvastatina non dipende dal CYP3A4, pertanto non sono previste interazioni con nelfinavir. Se fosse necessario un trattamento con inibitori della HMG-CoA redattasi in combinazione a nelfinavir, è raccomandato l’uso di pravastatina o fluvastatina. La rosuvastatina può anche essere somministrata con nelfinavir, ma i pazienti devono essere monitorati.
Anticonvulsivanti
Fenitoina 300 mg una volta al giorno per 7 giorni (Nelfinavir 1250 mg due volte al giorno per 14 giorni) AUC della fenitoina ↓ 29% Non è necessario alcun aggiustamento della dose di nelfinavir. Nelfinavir può portare a una riduzione dei valori dell’AUC della fenitoina; pertanto le concentrazioni di fenitoina devono essere monitorate durante la co-somministrazione con nelfinavir.
AUC della fenitoina libera ↓ 28%
Inibitori di pompa protonica
Omeprazolo 20 mg due volte al giorno per 4 giorni da somministrarsi 30 minuti prima di nelfinavir (Nelfinavir 1250 mg due volte al giorno per 4 giorni) Concentrazioni di omeprazolo non rilevate Omeprazolo non deve essere somministrato contemporaneamente a nelfinavir. L’assorbimento di nelfinavir può essere ridotto in situazioni dove il pH gastrico è aumentato, indipendentemente dalla causa. La co-somministrazione di nelfinavir e di omeprazolo può portare a una perdita della risposta virologica e pertanto l’uso concomitante è controindicato. Si raccomanda cautela nel somministrare nelfinavir con altri inibitori di pompa protonica.
AUC di nelfinavir ↓ 36%
Cmax di nelfinavir ↓ 37%
Cmin di nelfinavir ↓ 39%
AUC del metabolita M8 ↓ 92%
Cmax del metabolita M8 ↓ 89%
Cmin del metabolita M8 ↓ 75%
Sedativi/Ansiolitici
Midazolam Non è stato effettuato alcuno studio di interazione farmacologica per la somministrazione contemporanea di nelfinavir e benzodiazepine. Midazolam è estensivamente metabolizzato dal CYP3A4. La somministrazione concomitante di midazolam e nelfinavir può causare un notevole incremento della concentrazione di questa benzodiazepina. Sulla base dei dati disponibili per altri inibitori di CYP3A4, si attendono concentrazioni plasmatiche di midazolam significativamente più elevate quando midazolam è somministrato per via orale. Pertanto, nelfinavir non deve essere somministrato contemporaneamente a midazolam orale. Se nelfinavir viene utilizzato contemporaneamente a midazolam somministrato per via parenterale, ciò deve essere fatto in una unità di terapia intensiva (UTI) o in un ambiente simile che assicuri un attento monitoraggio clinico e una gestione medica appropriata in caso di depressione respiratoria e/o sedazione prolungata. Occorre considerare una modifica del dosaggio di midazolam, specialmente se viene somministrata più di una singola dose di midazolam.
Antagonisti del recettore H1, agonisti 5-HT
Terfenadina, astemizolo, cisapride Nelfinavir aumenta le concentrazioni plasmatiche di terfenadina. È probabile che interazioni simili si verifichino con astemizolo e cisapride. Nelfinavir non deve essere somministrato in concomitanza a terfenadina, astemizolo o cisapride a causa del rischio di aritmie cardiache gravi e/o minacciose per la vita.
Antagonisti del recettore dell’endotelina
Bosentan Non studiato. L’utilizzo concomitante di bosentan e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di bosentan. Quando somministrato in concomitanza con nelfinavir, è necessario monitorare la tollerabilità del paziente a bosentan.
Analgesici
Metadone 80 mg + 21 mg una volta al giorno per un periodo > 1 mese (Nelfinavir 1250 mg due volte al giorno per 8 giorni) AUC di metadone ↓ 47% Nessun dei soggetti in studio ha manifestato sintomi di astinenza; tuttavia, a causa di modificazioni farmacocinetiche, è possibile che alcuni pazienti trattati con questa associazione sviluppino sintomi di astinenza e richiedano un aggiustamento della dose di metadone verso l’alto. La contemporanea somministrazione di nelfinavir e metadone può portare a una riduzione dell’AUC di metadone; pertanto, durante l’uso concomitante con nelfinavir può essere necessario un aggiustamento della dose di metadone verso l’alto.
Steroidi per inalazione/via nasale
Fluticasone Fluticasone ↑ L’uso concomitante di fluticasone propionato e VIRACEPT può aumentare le concentrazioni plasmatiche di fluticasone propionato. Usare con cautela. Prendere in considerazione farmaci alternativi al fluticasone propionato, che non siano metabolizzati da CYP3A4, ad esempio beclometasone, in particolare per l’uso a lungo termine.
Antidepressivi
Trazodone Trazodone L’uso concomitante di trazodone e VIRACEPT può aumentare le concentrazioni plasmatiche di trazodone. L’associazione deve essere usata con cautela e si deve prendere in considerazione una dose inferiore di trazodone.
Inibitori di PDE-5 per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare (PAH)
Tadalafil Non studiato. L’utilizzo concomitante di tadalafil e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di tadalafil. La cosimminstrazione di tadalafil per il trattamento dell’ipertensione pomonare con VIRACEPT non è raccomandata.
Sildenafil Non studiato. L’utilizzo concomitante di sildenafil e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di sildenafil. Sildenafil è controindicato in cosomministrazione con VIRACEPT (vedere controindicazioni).
Inibitori di PDE-5 per il trattamento della disfunzione erettile
Tadalafil Non studiato. L’utilizzo concomitante di tadalafil e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di tadalafil. Utilizzare con un aumentato monitoraggio degli eventi avversi associati all’aumentata esposizione al tadalafil.
Sildenafil Non studiato. L’utilizzo concomitante di sildenafil e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di sildenafil. Si raccomanda l’utilizzo di sildenafil in dose singola non superiore a 25 mg in 48 ore. In caso di impiego aumentare il controllo di eventuali eventi avversi associati all’aumentata esposizione a sildenafil.
Vardenafil Non studiato. L’utilizzo concomitante di vardanafil e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di vardanafil. Utilizzare con un aumentato monitoraggio degli eventi avversi associati all’aumentata esposizione al vardanafil.
Preparazioni anti-gotta
Colchicina Non studiato. L’utilizzo concomitante di colchicina e nelfinavir potrebbe aumentare i livelli plasmatici di colchicina. Si raccomanda una riduzione del dosaggio o l’interruzione del trattamento con colchicina in pazienti con funzionalità renale o epatica normale, qualora si rendesse necessario il trattamento con nelfinavir. Nei pazienti con insufficienza renale o epatica, la colchicina non deve essere somministrata in associazione con nelfinavir (vedere paragrafo 4.4)
Preparazioni a base di erbe
Erba di S. Giovanni I livelli plasmatici di nelfinavir possono essere ridotti per l’uso concomitante di preparazioni a base di erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum). Questo è dovuto all’induzione da parte dell’erba di S. Giovanni degli enzimi che metabolizzano i farmaci e/o delle proteine di trasporto. Le preparazioni a base di erbe contenenti l’erba di S. Giovanni non devono essere utilizzate contemporaneamente a nelfinavir. Se un paziente sta già assumendo l’erba di S. Giovanni deve interromperne l’assunzione, controllare la viremia e possibilmente i livelli plasmatici di nelfinavir. I livelli di nelfinavir possono aumentare per la cessata assunzione dell’erba di S. Giovanni e possono rendersi necessari aggiustamenti della dose di nelfinavir. L’effetto di induzione dell’erba di S. Giovanni può persistere per almeno 2 settimane dopo l’interruzione del trattamento.

↑ Indica incremento, ↓ indica decremento, ↔ indica minimo cambiamento (< 10%)

04.6 Gravidanza e allattamento

Indice

Gli studi sulla tossicità a livello della riproduzione condotti su ratti a dosi in grado di fornire esposizione sistemica paragonabile a quella osservata con la dose clinica non hanno dimostrato alcuna reazione avversa correlata al trattamento. Si ha limitata esperienza clinica su donne in gravidanza. VIRACEPT va somministrato in gravidanza soltanto se il beneficio atteso giustifica il possibile rischio per il feto.

Le donne affette da HIV non devono assolutamente allattare per evitare la trasmissione dell’HIV. Studi condotti su ratti in allattamento hanno mostrato che il nelfinavir viene escreto nel latte. Non si hanno dati sull’escrezione del nelfinavir nel latte materno umano. Le madri devono interrompere l’allattamento durante la terapia con VIRACEPT.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

Indice

VIRACEPT non influisce o influisce in modo trascurabile sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

Indice

La sicurezza della compressa di VIRACEPT da 250 mg è stata studiata in studi clinici controllati con più di 1300 pazienti. La maggior parte dei pazienti in questi studi ha ricevuto sia la dose da 750 mg tre volte al giorno, da sola o in associazione con analoghi nucleosidici, che la dose da 1250 mg due volte al giorno in associazione con analoghi nucleosidici. I seguenti eventi avversi con almeno una probabile correlazione con nelfinavir (ad esempio reazioni avverse) segnalate più frequentemente sono state: diarrea, nausea e rash cutaneo. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono stati riportati in ordine decrescente di gravità.

Reazioni avverse da studi clinici con nelfinavir

Le reazioni avverse emerse negli studi clinici sono riassunte nella Tabella 2. L’elenco include anche le anomalie di laboratorio segnalate che sono state osservate con nelfinavir (a 48 settimane).

Tabella 2: incidenza delle reazioni avverse e anomalie di laboratorio segnalate dagli studi di fase II e di fase III (molto comune (≥ 10%); comune (≥ 1% and < 10%)

Sistema corporeo Reazioni avverse
Frequenza di reazione
Grado 3 e 4 Tutti i gradi
Patologie gastrointestinali
Molto comune Diarrea
Comune Nausea, Flatulenza
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune Rash
Esami diagnostici
Comune Aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT), aumento dell’aspartato aminotransferasi (AST), neutropenia, aumento dei livelli ematici di creatinfosfochinasi, diminuzione della conta dei neutrofili

Bambini e neonati:

un totale di circa 400 pazienti ha ricevuto nelfinavir negli studi clinici pediatrici (Studi 524, 556, PACTG 377/725 e PENTA-7) fino a 96 settimane. Il profilo delle reazioni avverse osservato negli studi clinici pediatrici è risultato sovrapponibile a quello degli adulti. La diarrea è stata l’evento avverso più comunemente riportato nei bambini. La neutropenia/leucopenia è stata l’anomalia di laboratorio più frequentemente segnalata. Nel corso di questi studi clinici, meno del 13% dei pazienti ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi.

Esperienza post-marketing con nelfinavir:

reazioni avverse gravi e non gravi a seguito di segnalazioni spontanee post-marketing (laddove nelfinavir è stato assunto come unico inibitore della proteasi o in associazione con un’altra terapia antiretrovirale) non precedentemente menzionate nel paragrafo 4.8, per le quali una relazione causale con nelfinavir non può essere esclusa, sono riassunte di seguito. Dal momento che questi dati provengono da un sistema di segnalazioni spontanee, la frequenza delle reazioni avverse non può essere confermata.

Disturbi del sistema immunitario:

Non comune (≥ 0,1% – ≤ 1%): reazioni di ipersensibilità come broncospasmo, piressia, prurito, edema facciale e rash maculopapulare o dermatite bollosa.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

Non comune – raro (≥ 0,01% – ≤ 1%): la terapia antiretrovirale di associazione è stata associata a ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia acquisita) nei pazienti con HIV, che include la perdita di grasso sottocutaneo facciale e periferico, l’aumento del grasso intra-addominale e viscerale, ipertrofia mammaria ed accumulo di grasso dorso cervicale (gobba del bufalo da lipoipertrofia).

Raro (≥ 0,01% – ≤ 0,1%): nuova comparsa di diabete mellito o esacerbazione di diabete mellito preesistente.

Patologie gastrointestinali:

Non comune (≥ 0,1% – ≤ 1%): vomito, pancreatite/aumento delle amilasi sieriche.

Raro(≥ 0,01% – ≤ 0,1%): distensione addominale.

Patologie epatobiliari:

Raro (≥ 0,01% – ≤ 0,1%): epatite, aumento degli enzimi epatici e ittero quando nelfinavir è usato in associazione con altri farmaci antiretrovirali.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Raro (≥ 0,01% – ≤ 0,1%): aumentati livelli ematici di creatinfosfochinasi, mialgia, miosite e rabdomiolisi sono stati segnalati con inibitori della proteasi, soprattutto quando usati in associazione con analoghi nucleosidici.

Patologie vascolari:

Raro (≥ 0,01% – ≤ 0,1%): aumento dei sanguinamenti spontanei nei pazienti con emofilia.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Molto raro (≤ 0,01%), includendo casi isolati: eritema multiforme.

Popolazione pediatrica:

reazioni avverse aggiuntive sono state riportate nell’esperienza post-marketing e sono elencate di seguito. Poiché questi dati provengono dal sistema di segnalazione spontanea, non è nota la frequenza delle reazioni avverse: ipertrigliceridemia, anemia, acidosi lattica e polmonite.

Sono stati segnalati casi di osteonecrosi, soprattutto nei pazienti con fattori di rischio generalmente noti, avanzata patologia HIV o con lunga esposizione alla terapia antiretrovirale di associazione (CART). La frequenza di tali segnalazioni non è nota (vedere paragrafo 4.4).

La terapia antiretrovirale di associazione è stata associata ad anomalie metaboliche come aumento dei trigliceridi nel sangue, aumento del colesterolo nel sangue, insulino-resistenza, iperglicemia ed iperlattacidemia. La frequenza di tali segnalazioni non è nota (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti con infezione da HIV con grave immuno-deficienza, al momento di iniziare la terapia antiretrovirale di associazione (CART), possono manifestarsi o una reazione infiammatoria asintomatica o patologie opportunistiche residue. La frequenza di tali segnalazioni non è nota (vedere paragrafo 4.4).

04.9 Sovradosaggio

Indice

L’esperienza nell’uomo relativa al sovradosaggio acuto con VIRACEPT è limitata. Non vi è un antidoto specifico per il sovradosaggio con nelfinavir. Se necessario, l’eliminazione del nelfinavir non assorbito va effettuata inducendo il vomito o mediante lavanda gastrica. La somministrazione di carbone attivo può anch’essa essere usata per aiutare l’eliminazione del nelfinavir non assorbito. Poichè il nelfinavir è altamente legato alle proteine, è improbabile che la dialisi contribuisca in maniera significativa ad eliminarlo dal circolo ematico.

Dosi eccessive di nelfinavir potrebbero teoricamente essere associate ad un prolungamento dell’intervallo Q-T come rilevato da un esame elettrocardiografico (vedere anche paragrafo 5.3). Si raccomanda il monitoraggio dei pazienti trattati con dosi eccessive di farmaco.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: antivirale ad azione diretta, codice ATC: J05A E04.

Meccanismo d’azione: la proteasi dell’HIV è un enzima necessario per la segmentazione proteolitica dei precursori poliproteici virali nelle singole proteine trovate nell’HIV infettivo. La segmentazione di queste poliproteine virali è essenziale per la maturazione del virus infettivo. Il nelfinavir si lega reversibilmente al sito attivo della proteasi dell’HIV e impedisce la segmentazione delle poliproteine generando particelle virali non mature e non infettive.

Attività antivirale in vitro: l’attività antivirale in vitro del nelfinavir è stata dimostrata sia nelle infezioni da HIV acute che croniche in linee cellulari linfoblastoidi, linfociti del sangue periferico e monociti/macrofagi. Il nelfinavir è risultato attivo contro una vasta gamma di ceppi di laboratorio e di isolati clinici di HIV-1 e contro il ceppo ROD di HIV-2. La CE95 (concentrazione efficace al 95%) di nelfinavir oscillava da 7 a 111 nM (con una media di 58 nM). Il nelfinavir ha mostrato un effetto additivo all’attività sinergica contro l’HIV in associazione con gli inibitori della transcriptasi inversa zidovudina (ZDV), lamivudina (3TC), didanosina (ddI), zalcitabina (ddC) e stavudina (d4T) senza un aumento della citotossicità.

Resistenza: l’escape virale da nelfinavir può verificarsi attraverso mutazioni nella proteasi virale alle posizioni aminoacidiche 30, 88 e 90.

In vitro: isolati di HIV con una sensibilità ridotta al nelfinavir sono stati selezionati in vitro. Isolati di HIV provenienti da pazienti selezionati trattati con nelfinavir da solo o in associazione con inibitori della transcriptasi inversa sono stati valutati in termini di cambiamenti fenotipici (n=19) e genotipici (n=195, di cui 157 valutabili) durante studi clinici per un periodo da 2 a 82 settimane. In più del 10% dei pazienti con isolati virali valutabili sono state trovate una o più mutazioni nella proteasi virale alle posizioni aminoacidiche 30, 35, 36, 46, 71, 77 e 88. Dei 19 pazienti per i quali erano state effettuate le analisi fenotipiche e genotipiche su isolati clinici, 9 pazienti mostravano una ridotta sensibilità (da 5 a 93 volte) al nelfinavir in vitro. Gli isolati provenienti da tutti i 9 pazienti possedevano una o più mutazioni nel gene per la proteasi virale. Il sito di mutazione più frequente sembrava essere la posizione aminoacidica 30.

Resistenza crociata in vitro: isolati di HIV provenienti da 5 pazienti in terapia con nelfinavir hanno manifestato una riduzione di sensibilità al nelfinavir in vitro da 5 a 93 volte, quando messi in confronto con isolati presi al basale, ma non hanno mostrato una riduzione di sensibilità a indinavir, ritonavir, saquinavir o amprenavir in vitro. Al contrario, dopo terapia con ritonavir, 6 su 7 isolati clinici con ridotta sensibilità al ritonavir (da 8 a 113 volte) in vitro rispetto al basale hanno mostrato anche una ridotta sensibilità al nelfinavir in vitro (da 5 a 40 volte). Un isolato di HIV ottenuto da un paziente in terapia con saquinavir ha mostrato una ridotta sensibilità al saquinavir (7 volte) ma non ha esibito una concomitante riduzione di sensibilità al nelfinavir. La resistenza crociata tra nelfinavir e gli inibitori della transcriptasi inversa è poco probabile a causa dei diversi bersagli enzimatici coinvolti. Gli isolati clinici (n=5) con ridotta sensibilità a zidovudina, lamivudina o nevirapina rimangono completamente sensibili al nelfinavir in vitro.

In vivo: l’incidenza complessiva della mutazione D30N nella proteasi virale degli isolati valutabili (n=157) provenienti da pazienti in terapia con nelfinavir da solo o con nelfinavir in associazione con zidovudina e lamivudina o stavudina è stata del 54,8%. L’incidenza complessiva delle altre mutazioni associate con resistenze primarie all’inibitore della proteasi è stata del 9,6% per la sostituzione L90M, mentre non sono state osservate sostituzioni in posizione 48, 82 e 84.

Dati di farmacodinamica clinica: è stato provato che il trattamento con nelfinavir da solo o in associazione con altri agenti antiretrovirali riduce il carico virale ed aumenta la conta dei linfociti CD4 nei pazienti sieropositivi HIV-1. La riduzione dell’HIV-RNA osservata con nelfinavir in monoterapia è stata meno marcata e di una durata inferiore. Gli effetti del nelfinavir (da solo o combinato con altri agenti antiretrovirali) sui marker biologici dell’attività della malattia, conta dei linfociti CD4 e RNA virale, sono stati valutati in parecchi studi cui hanno partecipato pazienti affetti da HIV-1.

L’efficacia del regime due volte al giorno rispetto al regime tre volte al giorno è stata valutata con le compresse di VIRACEPT 250 mg in pazienti naive agli inibitori della proteasi. Uno studio in aperto, randomizzato, ha confrontato l’efficacia nel ridurre l’HIV-RNA da parte di nelfinavir 1250 mg due volte al giorno con quella ottenuta con nelfinavir 750 mg tre volte al giorno in pazienti naive al trattamento con inibitori della proteasi e trattati contemporaneamente con stavudina (30-40 mg due volte al giorno) e lamivudina (150 mg due volte al giorno).

Percentuale di pazienti con HIV-RNA inferiore al limite di determinazione (test sensibile e ultrasensibile) alla settimana 48
Test Analisi Viracept due volte al giorno (%) Viracept tre volte al giorno (%) 95% CI
Sensibile Dati osservati 135/164 (82%) 146/169 (86%) (-12, +4)
LOCF 145/200 (73%) 161/206 (78%) (-14, +3)
ITT (NC = F) 135/200 (68%) 146/206 (71%) (-12, +6)
Ultrasensibile Dati osservati 114/164 (70%) 125/169 (74%) (-14, +5)
LOCF 121/200 (61%) 136/206 (66%) (-15, +4)
ITT (NC = F) 114/200 (57%) 125/206 (61%) (-13, +6)

LOCF = Last observation carried forward

ITT = Intention to Treat

NC = F: pazienti che non hanno completato il trattamento = fallimenti

Il trattamento due volte al giorno ha prodotto livelli massimi di concentrazione plasmatica di nelfinavir significativamente più elevati, da un punto di vista statistico, rispetto al trattamento tre volte al giorno. Sono state osservate differenze minime, statisticamente non significative, in altri parametri farmacocinetici, ma nessuna favorisce un trattamento rispetto all’altro. Sebbene lo studio 542 non abbia mostrato differenze statisticamente significative tra i due trattamenti per quanto riguarda l’efficacia in una popolazione di pazienti principalmente naive al trattamento con antiretrovirali, la valenza di questi risultati in pazienti precedentemente trattati con antiretrovirali non è nota.

In uno studio di 297 pazienti sieropositivi HIV-1 ai quali sono stati somministrati zidovudina e lamivudina più nelfinavir (2 dosaggi differenti) o zidovudina e lamivudina da sole, la conta media delle cellule CD4 al basale è stata di 288 cellule/mm³ e l’HIV-RNA plasmatico medio al basale è stato di 5,21 log10 copie/ml (160.394 copie/ml). La riduzione media dell’HIV-RNA plasmatico usando un test PCR (< 400 copie/ml) a 24 settimane è stata di 2,33 log10 nei pazienti che hanno assunto la terapia di associazione con nelfinavir 750 mg tre volte al giorno, in confronto a 1,34 log10 nei pazienti che hanno assunto zidovudina e lamivudina da sole. A 24 settimane, la percentuale dei pazienti i cui livelli plasmatici di HIV-RNA erano diminuiti al di sotto del limite di sensibilità del test (< 400 copie/ml) era 81% per il gruppo trattato con nelfinavir 750 mg tre volte al giorno più zidovudina e lamivudina e 8% per il gruppo trattato con zidovudina e lamivudina. La conta media delle cellule CD4 a 24 settimane era aumentata di 150 cellule/mm³ per il gruppo trattato con nelfinavir 750 mg tre volte al giorno più zidovudina e lamivudina e 95 cellule/mm³ per il gruppo trattato con zidovudina e lamivudina. A 48 settimane, circa il 75% dei pazienti trattati con nelfinavir 750 mg tre volte al giorno più zidovudina e lamivudina si è mantenuto sotto il livello di sensibilità del test (< 400 copie/ml); l’aumento medio della conta delle cellule CD4 è stato di 198 cellule/mm³ a 48 settimane in questo gruppo.

Per quanto riguarda la sicurezza e la tollerabilità, non sono state osservate sostanziali differenze tra il gruppo trattato due volte al giorno e quello trattato tre volte al giorno: in ciascun braccio gli eventi avversi sono insorti nella stessa percentuale di pazienti, indipendentemente dalla loro intensità o dalla loro correlazione al farmaco in fase di studio.

I livelli plasmatici di alcuni inibitori della proteasi dell’HIV-1, metabolizzati prevalentemente ad opera del CYP3A4, possono essere incrementati dalla co-somministrazione di piccole dosi di ritonavir, che agisce inibendo questo processo metabolico. I criteri di trattamento con diversi inibitori della proteasi, che presentano questo tipo di interazione, prevedono la co-somministrazione di piccole dosi di ritonavir (potenziamento) allo scopo di innalzare i livelli plasmatici e ottimizzare l’efficacia dell’azione antivirale. I livelli plasmatici di nelfinavir, metabolizzato prevalentemente dal CYP2C19 e solo in parte dal CYP3A4, non sono incrementati in maniera significativa dalla co-somministrazione di ritonavir e quindi nelfinavir non richiede una co-somministrazione a piccole dosi di ritonavir. Due studi hanno paragonato la sicurezza e l’efficacia del nelfinavir (non potenziato) con inibitori delle proteasi potenziati con ritonavir, ciascuno in associazione con altri agenti antiretrovirali.

M98-863 è uno studio randomizzato, in doppio cieco, condotto in 653 pazienti naive agli antiretrovirali con lo scopo di confrontare lopinavir/ritonavir (400/100 mg due volte al giorno n=326) con nelfinavir (750 mg tre volte al giorno n=327), ciascuno in associazione con lamivudina (150 mg due volte al giorno) e stavudina (40 mg due volte al giorno). I livelli basali mediani dell’HIV-1 RNA erano 4,98 log10 copie/ml e 5,01 log10 copie/ml nei gruppi nelfinavir e lopinavir/ritonavir rispettivamente. La conta basale mediana dei linfociti CD4+ era 232 cellule/mm³ in entrambi i gruppi. Alla settimana 48, il 63% dei pazienti del gruppo nelfinavir e il 75% di quelli del gruppo lopinavir/ritonavir avevano valori di HIV-1 RNA inferiori a 400 copie/ml, mentre il 52% dei pazienti del gruppo nelfinavir e il 67% di quelli del gruppo lopinavir/ritonavir presentavano valori di HIV-1 RNA inferiori a 50 copie/ml (intent-to-treat, dato mancante = inefficacia). L’incremento medio della conta di CD4+ rispetto al valore basale alla settimana 48 era pari a 195 cellule/mm³ e 207 cellule/mm³ rispettivamente per il gruppo nelfinavir e il gruppo lopinavir/ritonavir. Nel corso di 48 settimane di terapia, da un punto di vista statistico una percentuale significativamente maggiore di pazienti nel braccio lopinavir/ritonavir presentava valori di HIV-1 RNA inferiori a 50 copie/ml rispetto al braccio nelfinavir.

APV30002 è uno studio randomizzato, in aperto, condotto in 649 pazienti naive al trattamento con antiretrovirali e con malattia da HIV in fase avanzata, con lo scopo di confrontare fosamprenavir/ritonavir (1400 mg/200 mg una volta al giorno n=322) con nelfinavir (1250 mg due volte al giorno n=327), ciascuno in associazione con lamivudina (150 mg due volte al giorno) e abacavir (300 mg due volte al giorno). Il livello basale mediano di HIV-1 RNA era 4,8 log10 copie/ml in entrambi i gruppi di trattamento. La conta basale mediana dei linfociti CD4+ era 177 e 166 x 106 cellule/l rispettivamente nel gruppo nelfinavir e nel gruppo fosamprenavir/ritonavir. Alla settimana 48, la non-inferiorità è stata dimostrata con il 68% dei pazienti del gruppo nelfinavir e il 69% di quelli del gruppo fosamprenavir/ritonavir che presentava concentrazioni plasmatiche di HIV-1 RNA inferiori a 400 copie/ml, mentre nel 53% dei pazienti trattati con nelfinavir e nel 55% di quelli trattati con fosamprenavir/ritonavir tale valore era inferiore a 50 copie/ml (intent-to-treat, dato mancante = inefficacia). L’incremento mediano della conta dei CD4+ nel corso delle 48 settimane, rispetto al basale, era di 207 cellule/mm³ per il gruppo nelfinavir e 203 cellule/mm³ per quello fosamprenavir/ritonavir. Il fallimento virologico è risultato maggiore nel gruppo nelfinavir (17%) rispetto al gruppo fosamprenavir/ritonavir (7%). La resistenza agli NRTI, emergente dal trattamento, è risultata significativamente meno frequente con fosamprenavir/ritonavir rispetto a nelfinavir (13% contro 57%; p<0,001).

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

Le proprietà farmacocinetiche del nelfinavir sono state valutate in volontari sani ed in pazienti affetti da HIV. Non si sono osservate sostanziali differenze tra i volontari sani e i pazienti affetti da HIV.

Assorbimento: a seguito dell’assunzione di una singola dose orale o di dosi orali multiple da 500 a 750 mg (due o tre compresse da 250 mg) con il cibo, le concentrazioni plasmatiche massime del nelfinavir sono state sempre raggiunte dopo 2-4 ore.

Dopo dosaggi multipli con 750 mg ogni 8 ore per 28 giorni (equilibrio dinamico), le concentrazioni plasmatiche massime (Cmax) sono state in media di 3-4 mcg/ml e le concentrazioni plasmatiche prima della somministrazione della dose successiva (minime) sono state di 1-3 mcg/ml. Dopo la somministrazione di dosi singole si è osservato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nelfinavir maggiore rispetto ad un aumento proporzionale alla dose; questo fenomeno non è però stato osservato dopo la somministrazione di dosaggi multipli.

Uno studio farmacocinetico in pazienti HIV positivi ha confrontato dosi multiple pari a 1250 mg due volte al giorno con dosi multiple pari a 750 mg tre volte al giorno per 28 giorni. I pazienti trattati con VIRACEPT due volte al giorno (n=10) hanno raggiunto una Cmax di nelfinavir pari a 4,0 ± 0,8 mcg/ml e concentrazioni di valle al mattino e alla sera pari, rispettivamente, a 2,2 ± 1,3 mcg/ml e 0,7 ± 0,4 mcg/ml. I pazienti trattati con VIRACEPT tre volte al giorno (n=11) hanno raggiunto un picco di concentrazione plasmatica (Cmax) di nelfinavir pari a 3,0 ± 1,6 mcg/ml e concentrazioni di valle al mattino e alla sera pari, rispettivamente, a 1,4 ± 0,6 mcg/ml e 1,0 ± 0,5 mcg/ml. La differenza tra le concentrazioni di valle al mattino e al pomeriggio o sera dei due regimi è stata inoltre osservata in volontari sani che sono stati valutati ad intervalli precisi di 8 o 12 ore.

I profili farmacocinetici del nelfinavir risultano simili quando il farmaco viene somministrato due volte al giorno e tre volte al giorno. Nei pazienti, l’AUC0-24 del nelfinavir con la somministrazione 1250 mg due volte al giorno era di 52,8 ± 15,7 mcg×h/ml (n=10) e con la somministrazione 750 mg tre volte al giorno era di 43,6 ± 17,8 mcg×h/ml (n=11). Durante tutta la durata della somministrazione per entrambi i regimi terapeutici, le concentrazioni di valle del farmaco risultano almeno venti volte maggiori del valore medio dell’IC95. Non è stata stabilita la rilevanza clinica della correlazione dei risultati in vitro con la potenza del farmaco e la risposta terapeutica.

Dopo la somministrazione di dosi singole si è osservato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nelfinavir maggiore rispetto ad un aumento proporzionale alla dose; questo fenomeno non è però stato osservato dopo la somministrazione di dosaggi multipli.

La biodisponibilità assoluta di VIRACEPT non è stata determinata.

Effetto del cibo sull’assorbimento orale

Il cibo aumenta l’esposizione a nelfinavir e riduce la variabilità farmacocinetica di nelfinavir rispetto allo stato di digiuno. In uno studio, volontari sani hanno ricevuto una dose singola di 1250 mg di VIRACEPT (5 compresse da 250 mg) in condizioni di digiuno o a stomaco pieno (tre pasti con differenti contenuti calorici e di grassi). In un secondo studio, volontari sani hanno ricevuto dosi singole di 1250 mg di VIRACEPT (5 compresse da 250 mg) in condizioni di digiuno o a stomaco pieno (due pasti con differente contenuto di grassi). I risultati dei due studi sono riassunti di seguito.

Aumento di AUC, Cmaxe Tmaxper nelfinavir preso a stomaco pieno rispetto a condizioni di digiuno in seguito all’assunzione di 1250 mg di VIRACEPT (5 compresse da 250 mg)

Numero di Kcal % grassi Numero di soggetti Aumento AUC (volte) Aumento Cmax (volte) Aumento Tmax (ore)
125 20 n=21 2,2 2,0 1,00
500 20 n=22 3,1 2,3 2,00
1000 50 n=23 5,2 3,3 2,00

Aumento di AUC, Cmaxe Tmaxper nelfinavir dopo un pasto a basso contenuto di grassi (20%) o un pasto ad alto contenuto di grassi (50%) rispetto ad una condizione di digiuno in seguito all’assunzione di 1250 mg di VIRACEPT (5 compresse da 250 mg)

Numero di Kcal % grassi Numero di soggetti Aumento AUC (volte) Aumento Cmax (volte) Aumento Tmax (ore)
500 20 n=22 3,1 2,5 1,8
500 50 n=22 5,1 3,8 2,1

L’esposizione a nelfinavir aumenta con l’aumentare del contenuto calorico o di grassi dei pasti assunti con VIRACEPT.

Distribuzione: il nelfinavir nel siero ha un alto legame proteico (≥ 98%). Sia negli animali che nell’uomo, i volumi di distribuzione stimati di 27 l/kg hanno superato la quantità totale d’acqua corporea, suggerendo un’ampia penetrazione del nelfinavir nei tessuti.

Metabolismo: studi in vitro hanno dimostrato che molteplici isoforme di citocromo P-450, inclusi CYP3A, CYP2C19/C9 e CYP2D6, sono responsabili del metabolismo del nelfinavir. Un metabolita ossidativo principale e parecchi metaboliti ossidativi secondari sono stati trovati nel plasma. Il metabolita ossidativo principale, M8 (tert-butil idrossi nelfinavir), ha un’attività antivirale in vitro uguale a quella del farmaco di origine e la sua formazione è catalizzata dal citocromo polimorfico CYP2C19. L’ulteriore degradazione di M8 sembra essere catalizzata da CYP3A4. In soggetti con attività normale del CYP2C19, i livelli plasmatici di questo metabolita sono circa il 25% della concentrazione plasmatica totale correlata al nelfinavir. In pazienti con bassa attività del CYP2C19 o in pazienti che assumono in concomitanza forti inibitori del CYP2C19 (vedere paragrafo 4.5), si prevede che i livelli plasmatici di nelfinavir siano elevati mentre i livelli di tert-butil idrossi nelfinavir siano trascurabili o non misurabili.

Eliminazione: le stime della clearance orale dopo la somministrazione di dosi singole (24-33 l/h) e di dosi multiple (26-61 l/h) indicano che il nelfinavir mostra una biodisponibilità epatica medio-alta. L’emivita terminale nel plasma è stata mediamente da 3,5 a 5 ore. La maggior parte (87%) di una dose orale di 750 mg contenente 14C-nelfinavir è stata recuperata nelle feci; la radioattività fecale complessiva è data dal nelfinavir (22%) e da numerosi metaboliti ossidativi (78%). Solo l’1-2% della dose si ritrova nell’urina, dove il nelfinavir non metabolizzato rappresenta la componente maggiore.

Farmacocinetica in popolazioni particolari:

Bambini:

nei bambini tra i 2 ed i 13 anni di età, la clearance del nelfinavir somministrato per via orale è circa 2-3 volte più alta che negli adulti, con forte variabilità interindividuale. La somministrazione di VIRACEPT polvere orale o compresse rivestite con film, ad una dose di circa 25-30 mg/kg tre volte al giorno con il cibo, porta a concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario che sono simili a quelle raggiunte nei pazienti adulti sottoposti a trattamento con 750 mg tre volte al giorno.

La farmacocinetica di nelfinavir è stata valutata in 5 studi su pazienti pediatrici di età compresa tra 0 e 13 anni. I pazienti hanno ricevuto VIRACEPT tre volte al giorno o due volte al giorno con il cibo o con i pasti. I regimi posologici e i valori di AUC24 associati sono riassunti di seguito.

Riassunto dell’AUC24allo stato stazionario di nelfinavir in studi su pazienti pediatrici

N. protocollo Regime posologico¹ Età Cibo assunto con Viracept AUC24 (mg.ora/l)Media aritmetica ± DS
AG1343-524 20 (19-28) mg/kg TID 14 2-13 anni Polvere con latte, latte artificiale, budino o acqua inclusi in un pasto leggero o compressa assunta con un pasto leggero 56,1 ± 29,8
PACTG-725 55 (48-60) mg/kg BID 6 3-11 anni Con cibo 101,8 ± 56,1
PENTA 7 40 (34-43) mg/kg TID 4 2-9 mesi Con latte 33,8 ± 8,9
PENTA 7 75 (55-83) mg/kg BID 12 2-9 mesi Con latte 37,2 ± 19,2
PACTG-353 40 (14-56) mg/kgBID 10 6 settimane Polvere con acqua, latte, latte artificiale, latte artificiale di soia, latte di soia o supplementi dietetici 44,1 ± 27,4
1 settimana 45,8 ± 32,1

1 Dose specificata nel protocollo (intervallo di dose effettivo)

2 N: numero di soggetti con risultati farmacocinetici valutabili

I valori Ctrough non sono presentati in questa tabella perché non sono disponibili per tutti gli studi

I dati farmacocinetici sono disponibili anche per 86 pazienti (di età compresa tra 2 e 12 anni) che hanno ricevuto VIRACEPT 25-35 mg/kg TID nello studio AG1343-556. I dati farmacocinetici dello studio AG1343-556 erano più variabili di quelli di altri studi condotti nella popolazione pediatrica; l’intervallo di confidenza al 95% per AUC24 era compreso tra 9 e 121 mg.ora/l.

In generale, l’uso di VIRACEPT nella popolazione pediatrica è associato a un’esposizione altamente variabile al farmaco. Il motivo di questa elevata variabilità non è noto, ma può essere dovuto a un consumo di cibo incostante nei pazienti pediatrici.

Anziani:

non si hanno dati disponibili sugli anziani.

Alterata funzionalità epatica:

la farmacocinetica di nelfinavir dopo somministrazione di più dosi non è stata studiata in pazienti HIV-sieropositivi con insufficienza epatica. La farmacocinetica di nelfinavir dopo somministrazione di una singola dose di 750 mg è stata studiata in pazienti con alterata funzionalità epatica e in volontari sani. Nei pazienti con alterata funzionalità epatica (da classe A a classe C secondo Child-Turcotte) è stato osservato un aumento del 49%-69% dell’AUC di nelfinavir rispetto a quanto osservato nel gruppo dei volontari sani. Sulla base dei risultati di questo studio non è possibile dare delle raccomandazioni specifiche riguardanti le dosi di nelfinavir da utilizzare.

Un secondo studio ha valutato la farmacocinetica allo stato stazionario di nelfinavir (1250 mg due volte al giorno per 2 settimane) in soggetti adulti HIV-sieronegativi con insufficienza epatica lieve (Child-Pugh A; n=6) o moderata (Child-Pugh B; n=6). Rispetto ai soggetti di controllo con funzionalità epatica normale, AUC e Cmax di nelfinavir non erano significativamente diversi nei soggetti con insufficienza lieve ma erano maggiori, rispettivamente del 62% e del 22%, nei soggetti con insufficienza epatica moderata.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Nel corso di studi in vitro, canali di potassio (hERG) derivati da cloni di cellule cardiache umane sono stati inibiti da alte concentrazioni di nelfinavir e del suo metabolita attivo M8. I canali di potassio hERG sono stati inibiti al 20% in presenza di concentrazioni di nelfinavir e di M8 che sono, rispettivamente, circa quattro-cinque volte e settanta volte superiori rispetto ai valori medi dei livelli terapeutici di farmaco libero nell’uomo. All’opposto, con dosaggi simili non è stato osservato nessun effetto che suggerisca prolungamento dell’intervallo Q-T dell’ECG nei cani o negli isolati di tessuto cardiaco. La rilevanza clinica di questi dati in vitro rimane sconosciuta. Comunque, basandosi su dati di altri prodotti noti per provocare un prolungamento dell’intervallo Q-T, un blocco dell’attività dei canali di potassio hERG superiore al 20% potrebbe essere clinicamente rilevante. Perciò, il potenziale effetto di prolungamento del Q-T deve essere tenuto in considerazione in caso di sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9).

Tossicità acuta e cronica:studi sulla tossicità orale acuta e cronica sono stati condotti sul topo (500 mg/kg/die), sul ratto (fino a 1.000 mg/kg/die) e sulla scimmia (fino a 800 mg/kg/die). Nei ratti si sono riscontrati un aumentato peso del fegato e ipertrofia dose-dipendente del follicolocita tiroideo. Nelle scimmie si sono osservati dimagrimento e declino fisico generale, unitamente a segni di tossicità gastrointestinale generale.

Mutagenicità: studi in vitro e in vivo con e senza attivazione metabolica hanno dimostrato che il nelfinavir non ha alcuna attività mutagena o genotossica.

Carcinogenesi: nei topi e nei ratti sono stati condotti studi di carcinogenesi orale della durata di due anni con nelfinavir mesilato. Nei topi, dopo somministrazione di dosi fino a 1000 mg/kg/die non si è avuta alcuna evidenza di effetto oncogenico. Nei ratti, dopo somministrazione di 1000 mg/kg/die si è avuta una maggiore incidenza, rispetto ai controlli, di adenomi e carcinomi del follicolocita tiroideo. L’esposizione sistemica è risultata 3-4 volte maggiore di quella ottenuta con le dosi terapeutiche raccomandate per l’uomo. Dopo somministrazione di 300 mg/kg/die si è avuta una maggiore incidenza di adenomi del follicolocita tiroideo. Il trattamento cronico con nelfinavir ha dimostrato nei ratti di produrre effetti compatibili con una induzione enzimatica, responsabile dello sviluppo della neoplasia tiroidea nei ratti ma non nell’uomo. La rilevanza di questi dati indica come sia improbabile che nelfinavir possa essere carcinogenetico nell’uomo.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

Indice

Ogni compressa contiene i seguenti eccipienti:

Nucleo della compressa:

Calcio silicato,

Crospovidone,

Magnesio stearato,

Indigotina (E132) come polvere.

Rivestimento della compressa:

Ipromellosa,

Glicerolo triacetato.

06.2 Incompatibilità

Indice

Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

Indice

3 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

Indice

Conservare nel contenitore originale. Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.

06.5 Natura e contenuto della confezione

Indice

Le compresse rivestite con film di VIRACEPT vengono fornite in flaconi di plastica HDPE contenenti 270 o 300 compresse, con chiusure a prova di bambino in HDPE, dotate di rivestimento in polietilene. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

Indice

Nessuna istruzione particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Indice

Roche Registration Limited

6 Falcon Way

Shire Park

Welwyn Garden City

AL7 1TW

Regno Unito

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

Indice

EU/1/97/054/004 – AIC: 033281041

EU/1/97/054/005

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

Indice

Data della prima autorizzazione: 22 gennaio 1998

Data dell’ultimo rinnovo: 23 gennaio 2008

10.0 Data di revisione del testo

Indice

Settembre 2011

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

Indice