Nimbisan: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Nimbisan (Brotizolam): sicurezza e modo d’azione

Nimbisan (Brotizolam) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento a breve termine dell’insonnia.

Le benzodiazepine sono indicate solamente quando il disturbo è grave, disabilitante o sottopone il soggetto a grave disagio.

Nimbisan: come funziona?

Ma come funziona Nimbisan? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Nimbisan

Categoria farmacoterapeutica: ipnotici e sedativi, derivati benzodiazepinici codice ATC N05CD09.

Brotizolam è una tienotriazolodiazepina (etrazepina).

Brotizolam si fissa specificamente e con alta affinità ai recettori benzodiazepinici del sistema nervoso centrale. Oltre gli effetti ipnoinducenti, brotizolam ha dimostrato in studi effettuati sugli animali, effetti ansiolitici, sedativi e muscolorilassanti.


Nimbisan: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Nimbisan, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Nimbisan

Dopo ingestione di una compressa contenente 0,25 mg di brotizolam, il picco di concentrazione plasmatica è raggiunto entro un’ora (0,5 – 2,0) in soggetti giovani sani e dopo 1,7 ore (0,5 – 3,0) in pazienti anziani. La biodisponibilità assoluta è del 70%. L’emivita di eliminazione dal plasma è tra le 3 e le 6 ore. In pazienti anziani l’emivita media di eliminazione dal plasma fu 9,1 ore (4,0 – 19,5). L’assunzione giornaliera di 0,25 mg di brotizolam non portò ad accumulo o a cambiamenti dell’emivita in pazienti anziani.

L’emivita media di eliminazione dal plasma è aumentata a 6,9 – 8,15 ore in pazienti con vari gradi di insufficienza renale (creatinina clearance < 15 ml/min).

In pazienti con cirrosi epatica, l’eliminazione può essere considerevolmente diminuita. Il valore medio delle emivite di eliminazione in uno studio fu 12,8 (9,4 – 25) ore.

La frazione non legata alle proteine è 8,4 ± 0,7%.

Il volume di distribuzione dopo 0,25 mg è 0,66 ± 0,19 l/kg.

Circa due terzi di brotizolam somministrato per via orale è eliminato per via renale, il rimanente con le feci.

Brotizolam è principalmente metabolizzato tramite biotrasformazione, nel fegato le prime tappe sono l’idrossilazione nelle posizioni 9-metil e 6-idrossimetilbrotizolam, il metabolita principale, è debolmente attivo sui recettori benzodiazepinici.

Da misure dei livelli plasmatici di brotizolam e dei suoi metaboliti usando differenti metodi, furono calcolate le emivite di eliminazione dei principali metaboliti. Queste corrisposero approssimativamente a quella del brotizolam.


Nimbisan: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Nimbisan agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Nimbisan è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Nimbisan: dati sulla sicurezza

In acuto, il brotizolam ha un indice di tossicità molto basso: i valori di DL50 orale sono > 10 g/Kg nel topo e nel ratto e > 2 g/Kg nel coniglio e nel cane.

In tutte le specie studiate sono state osservate atassia e sedazione.

In studi per os a dose ripetuta per periodi di 4, 5, 13 e 78 settimane, i ratti hanno mostrato di tollerare 0,5 mg/Kg con il giudizio NOAEL (No Observed Adverse Effect Level). I ratti trattati con 100, 400 o 1000 mg/Kg dimostrano un aumento della sedazione e della aggressività. Durante lo studio, si è sviluppata tolleranza al farmaco. Non si sono verificati decessi. Al termine dello studio, i ratti trattati con 400 o 1000 mg/Kg mostravano epatomegalia e aumento del colesterolo sierico. Alla interruzione del trattamento si sono verificati segni di astinenza. Tutti i sintomi erano reversibili e non furono riscontrate lesioni istopatologiche. Tra i ratti trattati con 400 mg/Kg nella dieta, si è manifestato un aumento della mortalità a partire dalla 27° settimana, dovuta alle cattive condizioni generali degli animali.

Le scimmie (tipo RHESUS) hanno tollerato 1 mg/Kg per 13 settimane, sempre con giudizio NOAEL.

A 10 o 100 mg/Kg sono stati osservati atassia, aumento dell’appetito, spasmi muscolari iperriflessivi ed aumentato peso del fegato come anche segni di astinenza all’interruzione del trattamento. Tutti i sintomi riscontrati si sono rilevati reversibili. In uno studio di 52 settimane, scimmie trattate con 7 o 50 mg/Kg hanno mostrato segni di aumento dell’appetito, atassia e sonnolenza. A partire dalla 4° settimana nel gruppo trattato con 50 mg/Kg sono stati osservati spasmi muscolari iperriflessivi.

Il brotizolam non è embriotossico nè teratogeno, come evidenziato dagli studi del segmento II in dosi fino a 30 mg/Kg (ratto) e 3 mg/Kg (coniglio) per via orale. La fertilità non viene compromessa, come risulta dagli studi del segmento I a dosi fino a 10 mg/Kg. Il livello a cui non sono stati osservati eventi avversi durante lo sviluppo peri- e post-natale, negli studi di segmento III, è di 0,05 mg/Kg. Numerosi studi (Ames test, test del micronucleo, test citogenici e dominant lethal test) non hanno mostrato evidenza di alcun potenziale mutageno.

Il brotizolam non è risultato cancerogeno negli studi di carcinogenesi sul topo trattato con dosi fino a 200 mg/Kg. Nello studio sul ratto, la dose a cui non sono stati osservati eventi avversi è risultata di 10 mg/Kg. A 200 mg/Kg furono riscontrate reazioni iperplastiche e neoplastiche a livello tiroideo, nel sistema linforeticolare e nell’utero, ma sono considerate specie-specifiche e non rilevanti per l’uso del farmaco nell’uomo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Nimbisan: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Nimbisan

Nimbisan: interazioni

L’assunzione contemporanea di alcool va evitata.

L’effetto sedativo può essere aumentato se il farmaco viene assunto in concomitanza con alcool. Ciò influenza negativamente la capacità di guidare autoveicoli o usare macchinari.

Tenere in considerazione: l’associazione con farmaci ad effetto deprimente sul SNC.

In caso di uso in associazione con antipsicotici (neurolettici), ipnotici, ansiolitici/sedativi, antidepressivi, analgesici narcotici, farmaci anti-epilettici, anestetici e antistaminici sedativi, si può verificare un aumento dell’effetto deprimente a livello centrale. Nel caso di analgesici narcotici, si può manifestare anche un’accentuazione del senso di euforia, che conduce ad un aumento della dipendenza psichica.


Nimbisan: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Nimbisan: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Effetti quali sedazione, amnesia, l’alterazione della concentrazione e della funzione muscolare possono influenzare negativamente la capacità di guidare autoveicoli o usare macchinari. Nel caso di insufficiente durata del sonno, può aumentare la probabilità di riduzione della vigilanza (v. anche Sezione “Interazioni”).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco