Nopar: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Nopar (Pergolide Mesilato): sicurezza e modo d’azione

Nopar (Pergolide Mesilato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Quando si ritiene opportuno un trattamento con un farmaco dopamino agonista, la pergolide è indicata come terapia di seconda linea in pazienti intolleranti alla terapia con farmaci non derivati dall’ergotamina o che non abbiano risposto a tale terapia, sia in monoterapia che in associazione alla levodopa (in associazione con un inibitore periferico della decarbossilasi) nel trattamento dei segni e sintomi della malattia di Parkinson (vedere paragrafo 4.2).

Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico specialista. Il beneficio derivante da un trattamento continuato deve essere controllato periodicamente tenendo conto del rischio di reazioni fibrotiche e di valvulopatia (vedere paragrafì 4.3, 4.4 e 4.8)

Nopar: come funziona?

Ma come funziona Nopar? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Nopar

Categoria farmacoterapeutica: ANTIPARKINSONIANI. AGONISTI DELLA DOPAMINA.

Codice ATC: N04BC02

Pergolide è un farmaco dopamino agonista attivo sui recettori D1, D2 e D3.

Si ritiene che nella malattia di Parkinson la pergolide eserciti la sua azione terapeutica stimolando direttamente i recettori postsinaptici dopaminergici del corpo striato.

Inoltre, la pergolide riduce le concentrazioni di prolattina nell’uomo. Provoca anche un aumento transitorio delle concentrazioni sieriche di ormone della crescita ed una riduzione delle concentrazioni di ormone luteotropo.


Nopar: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Nopar, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Nopar

Assorbimento

Studi condotti su pazienti affetti da malattia di Parkinson hanno mostrato concentrazioni plasmatiche apprezzabili da 15 a 30 minuti dopo somministrazione orale. Pergolide appare essere attivo a livello pituitario entro 30 minuti dall’assunzione orale, come risulta dal tempo necessario per ridurre i livelli plasmatici di prolattina. La completa soppressione della prolattina si verifica 2 ore dopo la somministrazione della dose.

Metabolismo

Nell’uomo, la pergolide è ampiamente metabolizzata. Sono stati individuati almeno 10 metaboliti, inclusa la N-despropil pergolide, la pergolide sulfossido e la pergolide solfone. Gli altri metaboliti non sono stati identificati. Dopo somministrazione orale di principio attivo marcato ad individui sani, il 55% della radioattività è rilevata nelle urine, mentre il resto compare principalmente nelle feci.

Eliminazione

La pergolide si lega per circa il 90% alle proteine plasmatiche. Nei pazienti affetti da malattia di Parkinson nei quali si misurino le concentrazioni sieriche del farmaco in condizioni di equilibrio dinamico (24-48 ore dopo l’inizio della terapia), la clearance plasmatica è compresa tra 1,3 e 1,7 L/kg/h; l’emivita sierica tra 7 e 16 ore; il volume di distribuzione tra 17 e 32 L/kg.


Nopar: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Nopar agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Nopar è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Nopar: dati sulla sicurezza

Uno studio di carcinogenicità della durata di due anni, effettuato nei topi e nei ratti utilizzando rispettivamente dosi fino a 340 e 12 volte la massima dose orale somministrata nell’uomo nel corso di studi clinici controllati (6 mg/die, equivalenti a 0,12 mg/kg/die), hanno messo in evidenza una bassa incidenza di neoplasie uterine sia nei ratti che nei topi. Adenomi e carcinomi endometriali sono stati osservati nei ratti e sarcomi endometriali nei topi. Questi risultati sono, probabilmente, attribuibili all’alto rapporto estro/progestinico conseguente, nei roditori, all’azione prolattino-inibente della pergolide. Questi meccanismi endocrini non sono presenti nell’uomo. Comunque non ci sono dati sull’uomo in trattamento con pergolide che permettano di concludere sull’assenza di un potenziale rischio.

In studi effettuati su topi e conigli somministrando dosi giornaliere di pergolide rispettivamente fino a 375 e 133 volte la dose massima giornaliera utilizzata nell’uomo (6 mg/die) in studi clinici controllati, non sono stati evidenziati danni al feto imputabili alla pergolide.

Il potenziale mutageno è stato valutato con una serie di test. In un solo test (test di valutazione delle mutazioni puntiformi in cellule di mammifero) solamente dopo attivazione metabolica con microsomi epatici di ratto è stata osservata una debole risposta, mentre gli altri 5 test sono risultati negativi. La ricaduta sull’uomo non è nota.

Alterazioni della fertilità sono state osservate nel topo ai livelli di dosaggio più elevati (5,6 mg/kg/die). Questo fatto può essere correlato con la diminuzione dei livelli di prolattina.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Nopar: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Nopar

Nopar: interazioni

I farmaci dopamino antagonisti come i neurolettici (fenotiazine, butirrofenoni, tioxantine) o la metoclopramide non dovrebbero essere somministrati in associazione con la pergolide (dopamino agonista) poiché possono diminuirne l’efficacia.

Poiché la pergolide si lega per circa il 90% alle proteine plasmatiche, si consiglia attenzione alla somministrazione concomitante di altri farmaci che possono interferire con il legame sieroproteico.

Non sono disponibili studi che valutino la terapia concomitante con warfarin. Quando questi due farmaci sono prescritti in associazione, si deve controllare accuratamente la funzione coagulativa e, se necessario, si dovrebbe riaggiustare il dosaggio.

Per il rischio di ipotensione ortostatica e/o ipotensione marcata in pazienti in trattamento con pergolide, si dovrebbe porre molta attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci antipertensivi.


Nopar: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Nopar: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Nopar compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

Pazienti in trattamento con pergolide che presentino episodi di sonnolenza e/o di attacchi di sonno improvviso devono essere informati di astenersi dalla guida o dall’intraprendere qualsiasi attività in cui una alterata attenzione potrebbe esporre loro stessi od altri al rischio di grave danno o di morte (ad es. durante l’uso di macchinari) fino a quando tali episodi ricorrenti e la sonnolenza non si siano risolti (vedere paragrafo 4.4).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco