Paraplatin: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Paraplatin (Carboplatino): sicurezza e modo d’azione

Paraplatin (Carboplatino) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

PARAPLATIN è indicato nel trattamento del carcinoma epiteliale dell’ovaio in fase avanzata in:

prima istanza,

seconda istanza, dopo il fallimento di altri chemioterapici.

PARAPLATIN è inoltre indicato nel trattamento del carcinoma del polmone a piccole cellule e del carcinoma epidermoide della testa e del collo.

Paraplatin: come funziona?

Ma come funziona Paraplatin? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Paraplatin

Categoria farmacoterapeutica: antineoplastico. Codice ATC: L01XA02.

Il carboplatino possiede caratteristiche biochimiche analoghe a quelle del cisplatino, determinando, prevalentemente, legami crociati inter-elicoidali del DNA.

Uso pediatrico: la sicurezza e l’efficacia nei bambini non sono state determinate.


Paraplatin: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Paraplatin, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Paraplatin

Nell’uomo si osserva, dopo somministrazione di PARAPLATIN, un rapporto lineare tra dose e concentrazione plasmatica del platino totale e di quello libero ultrafiltrabile. Analoga linearità è stata dimostrata tra dose ed AUC/tempo del platino totale.

Dosi ripetute per 4 giorni consecutivi non hanno prodotto accumulo plasmatico di platino. Nell’uomo la somministrazione di PARAPLATIN ha determinato valori di emivita terminale del platino libero ultrafiltrabile e del carboplatino rispettivamente di circa 6 e 1,5 ore. Durante la fase iniziale, la maggior parte del platino libero ultrafiltrabile è presente come carboplatino. Nel plasma non si trovano apprezzabili quantità di platino libero e ultrafitrabile, che si lega alle proteine plasmatiche ed è eliminato lentamente con una emivita minima di 5 giorni. L’emivita terminale del platino totale nel plasma è di 24 ore. In pazienti con clearance della creatinina pari a 60 ml/min o maggiore, ai quali è stato somministrato PARAPLATIN a dosi da 300 a 500 mg/m2, la curva di eliminazione appare di tipo bifasico con emivita alfa e beta rispettivamente di 1,6 e 3,0 ore. Quindi, alle dosi studiate, il carboplatino ha dimostrato una farmacocinetica lineare non dose dipendente in pazienti con clearance della creatinina ? 60 ml/min. Circa l’87% del platino plasmatico si lega alle proteine entro 24 ore dalla somministrazione. PARAPLATIN è escreto principalmente con le urine. I pazienti con clearance della creatinina di circa 60 ml/min. o maggiore eliminano il 70% della dose di carboplatino con le urine entro 12-16 ore dalla somministrazione. In pazienti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min. la clearance renale e totale del carboplatino diminuisce proporzionalmente alla clearance della creatinina. I dosaggi di PARAPLATIN dovranno essere ridotti nei pazienti con clearance della creatinina < 60 ml/min. (vedì par. 4.2).

La clearance corporea totale e la clearance renale del platino libero ultrafiltrabile sono in rapporto con la filtrazione glomerulare e non con la secrezione tubulare.

E’ stato riportato che la clearance del carboplatino varia da 3 a 4 volte nei pazienti pediatrici. Come per i pazienti adulti, i dati della letteratura suggeriscono che la funzionalità renale può contribuire alla variazione della clearance del carboplatino.


Paraplatin: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Paraplatin agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Paraplatin è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Paraplatin: dati sulla sicurezza

Sia in modelli murini che dopo trapianto xenografo di tumori umani l’attività citotossica del carboplatino è risultata confrontabile a quella del cisplatino ad un rapporto molare rispettivo di 4:1.

L’analisi comparata dei dati emersi dagli studi di tossicità per somministrazione endovenosa singola e per somministrazione endovenosa multipla ripetuta per più cicli terapeutici ha dimostrato che a parità di efficacia il carboplatino è meno nefrotossico (da 7,5 a 48 volte), meno ototossico (8 volte), meno emetizzante (12-70 volte), meno letale (8-12 volte) e meno

neurotossico di cisplatino, benché relativamente a quest’ultima tossicità non esista un valido modello animale che abbia attività predittiva nell’uomo. Le DL90 evidenziate nei topi CDF1 (maschi + femmine) e nei ratti Sprague-Dawley (maschi + femmine) sono rispettivamente di 545 mg/m2 e 799 mg/m2. In queste specie animali sia dopo singola somministrazione che per somministrazioni ripetute, la tossicità più rilevante emersa per il carboplatino interessa il sistema ematopoietico ed è caratterizzata da anemia reversibile, neutropenia e piastrinopenia.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Paraplatin: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Paraplatin

Paraplatin: interazioni

L’impiego di PARAPLATIN è generalmente attuato secondo schemi comprendenti più farmaci. In tali casi occorre valutare il potenziale sinergismo tossico specie a livello midollare e renale.

Non è consigliato somministrare PARAPLATIN con altri composti nefrotossici.

Cautela deve essere usata quando si somministra PARAPLATIN con aminoglicosidi a causa della nefrotossicità e dell’ototossicità cumulativa, in particolare nei pazienti con insufficienza renale.

Cautela deve essere usata quando si somministra PARAPLATIN con diuretici dell’ansa a causa della nefrotossicità e dell’ototossicità cumulativa, in particolare nei pazienti con insufficienza renale.

C’è un aumento del rischio di malattia sistemica fatale da vaccino con l’uso concomitante di vaccini vivi. I vaccini vivi non sono raccomandati nei pazienti immunodepressi.


Paraplatin: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Paraplatin: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Gli effetti indesiderati, in particolare l’emesi e la mielodepressione, non consentono generalmente una normale vita di relazione o di lavoro durante la terapia.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco