Rifapiam: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Rifapiam (Rifampicina): sicurezza e modo d’azione

Rifapiam (Rifampicina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Infezioni da microrganismi sensibili alla rifampicina ed in particolare da micobatterio tubercolare e da altri micobatteri.

Infezioni gravi da altri microrganismi sensibili, non trattabili con altri antibiotici; polmonite da Legionella (in associazione con eritromicina), infezioni da Staph. aureus resistente alla penicillina.

Rifapiam: come funziona?

Ma come funziona Rifapiam? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Rifapiam

Rifapiam è un antibiotico semisintetico, dotato di attività battericida, efficace per via orale e parenterale.

Il principio attivo di Rifapiam è la rifampicina, ossia la 3-(4 metil-1-piperazinil-iminometil) rifamicina SV.

La sua attività antibatterica "in vitro" e nelle infezioni sperimentali si esplica nei confronti dei micobatteri compreso il Mycobacterium tuberculosis e di diversi germi Gram positivi e Gram negativi.

Una vasta casistica clinica ha confermato queste attività nelle infezioni da germi sensibili alla rifampicina.

La rifampicina non presenta resistenza crociata con gli altri antibiotici, eccettuate le rifamicine, e pertanto è attiva anche su germi ad essi resistenti. D’altra parte la possibilità d’insorgenza di ceppi resistenti durante il trattamento e talvolta anche entro breve periodo di tempo, deve essere presa nella giusta considerazione.

L’incidenza varia a seconda della specie batterica.

Meccanismo d’azione

Sembra che la rifampicina blocchi la sintesi dell’RNA della cellula batterica attraverso l’inibizione dell’attività catalitica dell’RNA -polimerasi; il conseguente arresto della sintesi proteica bloccherebbe il ciclo riproduttivo dei batteri. Questa attività si esplicherebbe elettivamente sulle cellule batteriche, spiegando la bassa tossicità del farmaco nei mammiferi, le cui cellule non sarebbero sensibili alla sua azione.

Attività antibatterica e resistenza

L’attività antibatterica della rifampicina è di tipo battericida ed è superiore a quella della rifampicina SV.

Per quanto riguarda lo spettro d’azione, essa è molto attiva sugli stafilococchi produttori di penicillasi e su altri germi Gram positivi, escluso lo streptococco b-emolitico. Il farmaco è meno attivo nei riguardi di germi Gram negativi, tuttavia presenta una buona attività antibatterica su alcuni ceppi di E. coli, di Proteus e di Klebsiella, ma soprattutto sulla N. meningitidis.

Particolarmente importante è l’attività della rifampicina sui micobatteri, anche in fase di sviluppo rallentato e a livello intracellulare: il farmaco è attivo non soltanto sui vari ceppi di M. tuberculosis ma su quasi tutti i ceppi di micobatteri atipici (M. kansasii, M. scrofulaceum, M. intracellulare).

L’indicazione elettiva della rifampicina è la terapia della malattia tubercolare, soprattutto per l’azione sui micobatteri atipici scarsamente sensibili all’azione di altri farmaci antimicobatterici.

L’applicazione clinica della rifampicina è inoltre molto importante anche nel trattamento delle infezioni stafilococciche, soprattutto quelle resistenti ad altri antibiotici e nelle infezioni delle vie biliari.

Fondamentale è l’azione del farmaco nella sterilizzazione dei portatori di N. meningitidis e nella chemioprofilassi dell’infezione meningococcica.

La resistenza primaria verso la rifampicina di ceppi micobatterici infettanti è eccezionale: se insorge durante il trattamento, la resistenza al farmaco è stabile ma non crociata con altri antibiotici.


Rifapiam: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Rifapiam, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Rifapiam

A differenza della rifamicina SV, la rifampicina viene ottimamente e rapidamente assorbita per via orale: tuttavia il cibo ne ostacola e ritarda l’assorbimento.

Anche la somministrazione contemporanea di acido para-aminosalicilico ritarda l’assorbimento della rifampicina.

Ottima è la diffusibilità tissutale e la penetrazione nel liquor dove si raggiungono concentrazioni pari al 50% di quelle ematiche.

L’antibiotico penetra anche a livello intracellulare ed agisce anche sui batteri fagocitati dai leucociti.

Il legame con le sieroproteine è abbastanza elevato (80%).

L’emivita plasmatica è di circa 2-3 ore. L’antibiotico viene parzialmente desacetilato (40%) a livello epatico: tuttavia la desacetilrifampicina conserva intatta l’attività antibatterica.

Sembra ormai dimostrato che la rifampicina sia un induttore enzimatico: per tale ragione i tassi ematici del farmaco diminuiscono dopo la prima settimana di trattamento.

L’antibiotico viene eliminato prevalentemente per via biliare, sia in forma metabolizzata sia in forma immodificata; una minor quota di farmaco (20%) viene eliminata per via renale, sia per filtrazione glomerulare sia per secrezione tubolare e determina una colorazione rosa-arancione delle urine.

A proposito della eliminazione del farmaco, caratteristico appare il rapporto tra le due vie di eliminazione.

Infatti se viene aumentata la dose somministrata ed aumenta quindi la quota del farmaco da eliminare, la quantità eliminata per via biliare rimane fissa ed aumenta la quota di farmaco eliminata per via renale, potendosi addirittura invertire il rapporto tra le due vie di eliminazione.

Nei pazienti con insufficienza renale l’emivita plasmatica del farmaco non appare modificata, per cui in questi pazienti non è necessario modificare il dosaggio. Invece l’emivita plasmatica dell’antibiotico è nettamente aumentata in caso di grave insufficienza epatica, per cui occorre ridurre opportunamente il dosaggio.


Rifapiam: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Rifapiam agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Rifapiam è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Rifapiam: dati sulla sicurezza

Tossicità acuta ( DL50) di rifampicina

Specie animale

Via di somministrazione DL50 (mg/kg) Limiti fiduciali
topo

os 885,0 855,0-915,9
os 858,4 828,3-888,4
e.v. 260,0 242,9-278,2
e.p. 640,0 613,6-667,3
e.p. 620,8 595,1-674,4
ratto

os 1720,0 1343,7-2201,6
os 1668,4 1303,3-2135,5
e.v. 330,0 314,2-346,5
e.v. 329,5 280,0-390,0
e.p. 550,0 531,4-569,2
e.p. 533,5 515,4-552,1
cavia

e.p. 639,0 570,5-715,6
coniglio

os 2120,0 1709,6-2628,8
os 1500,0 ===

La rifampicina risulta più tossica nel topo che nel ratto sia per via endovenosa che orale; per via endoperitoneale è meno tossica nel topo che nel ratto.

Nella cavia la sola via saggiata è stata l’endoperitoneale e per questa via la DL50 è del tutto simile a quella riscontrata nel topo; anche la DL50 per via orale nel coniglio non differisce molto da quella del ratto.

La tossicità acuta della rifampicina è simile a quella di altre rifamicine impiegate nell’uso terapeutico (per es.: rifamicina SV) e inferiore a quella di numerosi antibiotici già da tempo di largo uso.

In conclusione, la rifampicina può essere inclusa fra le sostanze a tossicità debole.

Tossicità cronica: nel ratto trattato per sei mesi con dosi orali di 50-100-200 mg/kg/die non si sono riscontrati decessi e l’accrescimento ponderale non è risultato in alcun gruppo significativamente diverso da quello dei controlli. Gli esami emocromocitometrici e l’esame istologico dei principali organi non hanno dimostrato significative e costanti variazioni rispetto agli animali di controllo.

Cani dei due sessi trattati con 25 mg/kg/die per os per 6 mesi, hanno tollerato il trattamento senza alterazioni evidenti all’esame clinico e hanno mostrato solo modeste e reversibili alterazioni degli esami funzionali e morfologici. Con la dose di 50 mg/kg/die si sono riscontrate lievi riduzioni del peso corporeo e modeste alterazioni a carico della serie rossa.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Rifapiam: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Rifapiam

Rifapiam: interazioni

La rifampicina, comportandosi da induttore enzimatico, intensifica la metabolizzazione degli estrogeni e quindi riduce l’efficacia dei contraccettivi orali; ne conseguono irregolarità mestruali e gravidanza indesiderata.

Il metabolismo di quei composti che sono substrati di sistemi enzimatici può essere alterato e, in alcuni casi, accelerato, con la possibile conseguenza di un ridotto effetto farmacologico dei composti stessi.

A tutt’oggi, modificazioni di possibile significato clinico sono state riportate per anticoagulanti, antidiabetici orali e digitalici, oltre ai contraccettivi orali.

Per anticoagulanti, antidiabetici orali e digitalici può rendersi pertanto necessario un aggiustamento del dosaggio quando essi vengono impiegati simultaneamente e, in particolare, all’inizio ed alla fine della terapia con l’antibiotico.

La rifampicina può determinare gravi quadri epatotossici, anche mortali quando venga somministrata immediatamente dopo anestesia con alotano.

Se Rifapiam viene usato in combinazione con PAS nelle forme farmaceutiche per via orale contenenti come eccipiente la bentonite, i due farmaci non devono essere somministrati contemporaneamente ma con un intervallo di almeno otto ore.


Rifapiam: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Rifapiam: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono note interferenze sulla capacità di guida e sull’uso di macchine.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco