Vivipram: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Vivipram (Citalopram Bromidrato): sicurezza e modo d’azione

Vivipram (Citalopram Bromidrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento di episodi depressivi maggiori.

Trattamento di attacchi di panico con o senza agorafobia.

Vivipram: come funziona?

Ma come funziona Vivipram? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Vivipram

Categoria farmacoterapeutica: Inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina,

Codice ATC: N06AB04

Il citalopram è un antidepressivo con una potente e selettiva azione inibitoria sulla ricaptazione della 5-idrossitriptamina (5-HT, serotonina).

Meccanismo d’azione ed effetti farmacodinamici

La tolleranza all’effetto inibitorio di citalopram sulla ricaptazione della 5-HT non si verifica durante il trattamento a lungo termine. L’effetto antidepressivo è probabilmente connesso ad una specifica inibizione della ricaptazione della serotonina nei neuroni del cervello.

Il Citalopram non ha pressoché alcun effetto sulla ricaptazione neuronale di noradrenalina, dopamina e acido gamma-aminobutirrico. Il Citalopram non mostra affinità, o solamente una affinità molto bassa, per i recettori colinergici, istaminergici e per molteplici recettori adrenergici, serotoninergici e dopaminergici.

Il Citalopram è un derivato bi-ciclico dell’isobenzofurano, non correlato chimicamente agli antidepressivi triciclici o tetraciclici o ad altri antidepressivi disponibili. I metaboliti principali di citalopram sono anch’essi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sebbene in misura minore. Non si riscontra che i metaboliti contribuiscano all’effetto antidepressivo complessivo.


Vivipram: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Vivipram, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Vivipram

Caratteristiche generali del principio attivo

Assorbimento

Il Citalopram è assorbito rapidamente dopo somministrazione orale: la massima concentrazione plasmatica è raggiunta in media dopo 4 (1-7) ore. L’assorbimento è indipendente dall’assunzione di cibo. La biodisponibilità orale è approssimativamente dell’ 80%.

Distribuzione:

Il volume apparente di distribuzione è di 12-17 l/kg. Il legame alle proteine plasmatiche di citalopram e dei suoi metaboliti è inferiore all’80%.

Biotrasformazione:

Il Citalopram è metabolizzato a demetilcitalopram, didemetilcitalopram, citalopram-N-ossido ed il derivato deaminato dell’acido propionico. Il derivato dell’acido propionico è farmacologicamente inattivo.

Demetilcitalopram, didemetilcitalopram e citalopram-N-ossido sono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, anche se più deboli del composto progenitore.

Eliminazione:

L’emivita plasmatica è approssimativamente di 36 ore (28-42 ore). Dopo somministrazione sistemica, la clearance plasmatica è circa di 0.3-0.4 l/min e dopo somministrazione orale la clearance plasmatica è all’incirca 0.4 l/min. Il Citalopram è principalmente eliminato attraverso il fegato (85%), ma anche in parte (15%) per via renale. Della quantità di citalopram somministrata, il 12 – 23% è eliminato inalterata per via urinaria. La clearance epatica è approssimativamente 0.3 l/min e quella renale è 0.05-0.08 l/min.

Le concentrazioni di steady-state sono raggiunte in 1-2 settimane. Si è dimostrata una relazione lineare tra il livello plasmatico di steady-state e la dose somministrata. Ad una dose di 40 mg al giomo si raggiunge una concentrazione plasmatica media di approssimativamente 300 nmol/l. Non c’è relazione netta tra i livelli plasmatici di citalopram e la risposta terapeutica o gli effetti collaterali.

Caratteristiche relative ai pazienti

Anziani (> 65 anni)

Valori di emivita plasmatica maggiori ed una più piccola clearance sono stati trovati nei pazienti più anziani a causa di un metabolismo ridotto. L’esposizione sistemica a escitalopram è circa del 50% più alto negli anziani se paragonato a volontari sani giovani (vedere paragrafo 4.2).

Compromissione epatica

L’eliminazione di citalopram avanza più lentamente in pazienti con funzione epatica ridotta. L’emivita plasmatica di citalopram è approssimativamente due volte più lunga e la concentrazione plasmatica allo steady-state è circa due volte più alta rispetto a pazienti con una normale funzione epatica.

Compromissione renale

L’eliminazione di citalopram avanza più lentamente in pazienti con un disturbo della funzione renale da lieve a moderata, senza alcuna maggiore influenza sulla farmacocinetica di citalopram. Al giomo d’oggi nessuna informazione è disponibile sul trattamento di pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere paragrafo 4.2).

Polimorfismo


Vivipram: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Vivipram agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Vivipram è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Vivipram: dati sulla sicurezza

In animali da laboratorio non è stata trovata alcuna evidenza di un rischio particolare per l’uomo. Questo dato è basato su studi convenzionali della farmacologia riguardante la sicurezza del medicinale, della tossicità da dose ripetuta, di genotossicità e del potenziale carcinogenico. Negli studi di tossicità da dose ripetute sui ratti è stata osservata fosfolipidosi in molti organi in studi. Questo effetto reversibile è noto per molte ammine lipofile e non è stato collegato ad effetti morfologici e funzionali. L’importanza clinica non è chiara.

Studi di embriotossicità sui ratti hanno mostrato anomalie scheletriche ad alte dosi tossiche per la madre. Gli effetti potrebbero possibilmente essere attribuiti all’attività farmacologica o potrebbero essere un effetto indiretto imputato alla tossicità sulla madre. Studi peri- e postnatali hanno rilevato ridotta sopravvivenza della prole durante il periodo di allattamento. Il rischio potenziale per la specie umana è sconosciuto.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Vivipram: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Vivipram

Vivipram: interazioni

Interazioni farmacodinamiche:

Ai livelli di farmacodinamica sono stati riportati casi di sindrome da serotonina con citalopram e moclobemide e buspirone

Combinazioni controindicate

MAO-inibitori

L’assunzione contemporanea di citalopram e MAO-inibitori può portare a gravi effetti indesiderati, inclusa la sindrome da serotonina (vedere Paragrafo 4.3).

Sono stati segnalati casi di reazioni gravi e talvolta fatali in pazienti che assumevano un SSRI in associazione con un inibitore delle monoaminaossidasi (IMAO), incluso l’IMAO selettivo selegilina e l’IMAO reversibile linezolid (non-selettivo) e la moclobemide (selettivo per il tipo A), e in pazienti che avevano di recente interrotto una terapia con un SSRI e ne avevano iniziata una con un IMAO.

Alcuni casi presentavano caratteristiche simili a quelle della sindrome serotoninergica. I sintomi di un’interazione tra principio attivo ed un MAOI includono: ipertermia, rigidità, mioclono, instabilità autonomica con possibili rapide fluttuazioni delle funzioni vitali, cambiamenti dello stato mentale che includono confusione, irritabilità ed estrema agitazione che può portare a delirio e coma (vedere paragrafo 4.3).

Pimozide

La somministrazione concomitante di una singola dose di 2 mg di pimozide in volontari sani, che erano stati trattati con 40 mg/die di citalopram per 11 giorni, ha causato solo un incremento dell’AUC e della Cmax di pimozide, e non si è rivelata statisticamente significativa. Nonostante il minore incremento dei livelli plasmatici di pimozide, l’intervallo QTc risultava più prolungato dopo somministrazione concomitante di citalopram e pimozide in media di 10 msec. Dato che questa interazione era già stata osservata dopo somministrazione di una singola dose di pimozide, il trattamento concomitante con citalopram e pimozide è controindicato.

Associazioni che richiedono prudenza

Selegilina (MAO-B inibitore selettivo)

Uno studio di interazione farmacocinetica/farmacodinamica, nel quale venivano somministrati contemporaneamente citalopram (20 mg/die) e selegilina (10 mg/die) (un MAO-B inibitore selettivo), ha dimostrato l’assenza di rilevanti interazioni cliniche. Non è raccomandato l’uso concomitante di citalopram e selegilina (in dosi superiori a 10 mg/die).

Medicinali serotoninergici

Litio e triptofano

Non v’è alcuna interazione farmacodinamica negli studi clinici tra litio e citalopram. Ci sono stati comunque, referti di aumentati effetti serotoninergici quando gli SSRI sono stati somministrati in concomitanza con litio o triptofano. Si consiglia cautela durante l’uso concomitante di citalopram con questi principi attivi. Il monitoraggio di routine dei livelli di litio deve essere continuato come al solito.

La co-somministrazione di medicinali serotoninergici (ad esempio tramadolo, sumatriptan) può potenziare gli effetti 5-HT associati.

Finché ulteriori informazioni non sono disponibili, l’uso concomitante di citalopram e agonisti della 5-HT, come sumatriptano e altri triptani non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).

Erba di S. Giovanni

Possono comparire interazioni dinamiche tra gli SSRI e le preparazioni erboristiche contenenti l’Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum), con conseguente aumento degli effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.4). Non sono stati condotti studi circa le interazioni farmacocinetiche.

Emorragia

È richiesta cautela nei pazienti che vengono trattati simultaneamente con anticoagulanti, medicinali che influiscono sulla funzione dei trombociti come i farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS), l’acido acetilsalicilico, il dipiridamolo, e la ticlopidina o altri medicinali (come gli antipsicotici atipici, le fenotiazine, gli antidepressivi triciclici) che possono aumentare il rischio di emorragia (vedere paragrafo 4.4.).

TEC (Terapia elettro-convulsiva)

Non sono stati condotti studi clinici per stabilire i rischi o i benefici dell’uso concomitante di citalopram e terapia elettroconvulsiva (TEC) (vedere paragrafo 4.4).

Alcool

Non è stata dimostrata alcuna interazione farmacodinamica o farmacocinetica tra citalopram ed alcol. Comunque, la combinazione di citalopram ed alcol non è consigliabile.

Medicinali che inducono il prolungamento QT oppure ipopotassiemia/ipomagnesiemia

È richiesta cautela in caso di impiego concomitante di altri medicinali che prolungano l’intervallo QT oppure di medicinali che inducono ipopotassiemia/ipomagnesiemia poiché anch’essi come citalopram prolungano potenzialmente l’intervallo QT.

Prodotti medicinali che abbassano la soglia epilettogena

Gli SSRI possono abbassare la soglia epilettogena. È necessaria prudenza quando si utilizzano altri medicinali in grado di abbassare la soglia epilettogena (come gli antidepressivi (triciclici, SSRI), i neurolettici (fenotiazine, tioxantine e butirrofenoni), la meflochina, il brupropione ed il tramadolo).

Desipramina, imipramina

In uno studio farmacocinetico non è stato dimostrato alcun effetto sui livelli di citalopram o di imipramina, anche se era aumentato il livello di desipramina, il metabolita primario di imipramina.

Quando desipramina è combinata con citalopram, è stato osservato un aumento della concentrazione plasmatica di desipramina.Può essere necessaria una riduzione della dose di desipramina.

Neurolettici

L’esperienza col citalopram non ha rivelato alcuna interazione clinicamente importante con i neurolettici. Tuttavia, come per gli altri SSRI, non si può escludere la possibilità di interazioni farmacodinamiche.

Interazioni farmacocinetiche

Cibo

L’assorbimento e le altre proprietà farmacocinetiche di citalopram non sono state descritte come dipendenti dall’assunzione di cibo.

Influenza di altri medicinali sulla farmacocinetica del citalopram

Uno studio di interazione farmacocinetica tra litio e citalopram non ha mostrato alcuna interazione farmacocinetica (vedere anche sopra).

Cimetidina

Cimetidina, un noto inibitore enzimatico ha causato un leggero aumento nei livelli medi di citalopram allo steady-state. Si raccomanda perciò cautela quando si somministrano dosi elevate di citalopram in combinazione con dosi elevate di cimetidina.

Metoprololo

Effetti di citalopram sugli altri medicinali

Levomepromazina, digossina, carbamazepina

Non è stata osservata alcuna interazione farmacocinetica tra il citalopram e la levomepromazina o la digossina (che indica che il citalopram non induce né inibisce la glicoproteina P).


Vivipram: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Vivipram: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Il Vivipram ha un’influenza ridotta o moderata sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

Medicinali psicoattivi possono ridurre la facoltà di giudizio e la capacità di reagire alle emergenze. I pazienti devono essere informati di questi effetti ed avvertiti che la loro abilità di guidare una automobile o di usare macchinari può essere influenzata.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco