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    dadada
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      Ciao ragazzi mi servirebbe un consiglio o meglio delle opinioni possibilmente fatte da un dott. mio fratello che ha 13 anni soffre di cisti ossea dalla nascita. gli sono state fatte alcune infiltrazioni midollari di cortisone senza però vedere alcun risultato a distanza anche di qualche anno. ora un dottore ci ha consigliato di procedere con delle infiltrazioni inframuscolari di ARTROSILENE da 2ml, per un totale di 6 infiltrazioni da ripetere a giorni alterni. Vi prego aiutatemi perchè ora non so più di chi fidarmi… grazie mille a chiunque si interesserà di qst

      #7920
      sanmag
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        La cisti ossea solitaria dello scheletro, è una formazione cavitaria di volume variabile, risultante da un processo osteolitico che attualmente si ritiene di natura neoplastica benigna.

        E’ relativamente rara, caratteristica dell’età giovanile (l’80% dei casi si riscontra tra i 3 ed i 14 anni con prevalenza del sesso maschile nel rapporto di 2/1). La localizzazione elettiva essa è nella metafisi (il corpo) delle ossa lunghe, prevalentemente dell’omero e del femore.

        La sintomatologia è piuttosto scarsa: dolori lievi intermittenti, qualche limitazione funzionale antalgica, spesso nessuna sintomatologia; a volte, nei soggetti magri e con masse muscolari esili, è possibile apprezzare una tumefazione con alterazione del normale profilo di un segmento di arto. La palpazione, generalmente indolore, può svelare
        una formazione tondeggiante di volume variabile, a superficie liscia, di consistenza dura leggermente elastica.
        Frequentemente però la sintomatologia insorge in modo drammatico con una frattura patologica.

        La terapia delle cisti ossee è solamente chirurgica. Di fronte ad una cisti ossea senza frattura patologica è da discutere l’epoca dell’intervento in relazione allo stadio evolutivo dell’affezione perchè è preferibile intervenire in fase di stabilizzazione.

        L’intervento chirurgico consiste, nello svuotamento della cavità seguito da un’ accurata pulizia del fondo e delle pareti
        della formazione; si procede poi al riempimento accurato della cavità con tessuto osseo sotto forma di minute scaglie.

        La recidiva in una cisti operata, per quanto rara, è un’evenienza possibile ed in questi casi, si assiste al progressivo riassorbimento dell’osso trapiantato con ricostituzione della cavità che può anche assumere dimensioni superiori a quelle iniziali.

        Di fronte ad una recidiva, peraltro, il trattamento d’elezione è sempre l’intervento chirurgico praticato con le modalità descritte e che, generalmente, porta alla guarigione definitiva.

        Considerato quanto detto, è ovvio che la terapia medica infiltrativa, sia a base di cortisone sia a base di farmaci antinfiammatori non steroidei (Artrosilene) è solamente un palliativo che si rivolge soprattutto ad eliminare o ridurre i sintomi, probabilmente in attesa della stabilizzazione della cisti per programmare poi l’intervento chirurgico.

        Ciao!

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