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  • #8428
    alessandro
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      mio figlio all’età di 15 mesi a iniziato a soffrire di crisi convulsive febbrili, durante una di queste, all’età di 2 anni e mezzo, ha avuto una polmonite ab ingestis. Ricoverato in terapia intensiva per circa un mese è stato intubato 2 volte nel giro di 20 gg. Non riuscendo a respirare normalmente, ma come un bimbo asmatico, con broncospasmi e gravi rientranze all’addome, l’hanno sottoposto a una broncoscopia per capire la causa. Sfortunatamente non si è potuto concludere l’operazione perchè ha avuto una forte crisi con broncospasmo. Si è presupposto a una lacerazione della trachea dovuta da tutte queste operazioni, necessarie, ma invasive. Da allora ha avuto sovente delle crisi di dispnea.Mi è stato sconsigliato di eseguire ulteriori broncoscopie per non peggiorare la situazione. Dopo il ricovero le crisi erano forti e si verificavano spesso ( ogni 15 gg. circa). E’ stato sottoposto a forti cure cortisoniche via orale inizialmente, scalando la dose man mano che il tempo passava. Ultimamente è molto migliorato, tuttora, all’età di 5 anni e mezzo, sta facendo una cura di mantenimento 2 aerosol al dì (pulmaxan 0.25). Ogni tanto (una volta al mese) ha crisi di dispnea che si risolvono senza ricovero, con ripetuti aerosol associati a broncodilatori.
      Mi chiedevo se una cura di cortisone così prolungata potesse in qualche modo provocare degli effetti collaterali e se c’era un’altra via per poter risolvere questo suo, e nostro, problema.
      grazie la mamma

      #8424
      anonymous
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        Nei bambini, col tempo, le crisi asmatiche tendono a migliorare spontaneamente quando la maturazione bronchiale rende più difficle il broncospasmo reattivo (di solito su base allergica). Tuttavia è probabile che il bimbo soffrirà sempre (sia pure con crisi più rare) di asma bronchiale e dovrà periodicamente far fronte alle crisi acute con broncodilatatori e cortisonici spray. Tuttavia le terapie inalatorie sono fra le più innocue, essendo terapie “locali” con un assorbimento ematico del farmaco molto limitato. Se infatti la terapia cortisonica per bocca o per via iniettiva produce col tempo numerosi effetti collaterali, la terapia inalatoria può essere protratta per lunghissimi periodi con effetti collaterali praticamente assenti.
        Devi avere fiducia nei medici che stanno seguendo il tuo bambino e considera che fra tutte le terapie possibili, quella che sta facendo è senza dubbio la meno problematica.

        Cari saluti

        #170
        sanmag
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          #8425
          alessandro
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            Grazie per la sua celere e esauriente risposta, ma volevo precisare che mio figlio non soffre di asma bronchiale, ma la sua patologia si presenta come un’asma bronchiale. Avendo questa presunta lacerazione alla trachea (ma non ne siamo sicuri) è sufficiente per lui una leggera faringite, o un semplice raffreddore, per causare una infiammazione all’anello che gonfiandosi non fa passare l’aria…. ed ecco che entra in dispnea. Mi è stato detto che con l’età (7/9 anni) questo problema andrà scemando, fino a risolversi. Desidero un parere da parte sua, anche se solo teorico, per verificare se quanto è stato detto possa corrispondere a verità.
            Credo inoltre, che sia difficile per un genitore avere fiducia in uno staff medico, che curando una semplice convulsione febbrile, sia arrivato fino a tali complicanze.
            La ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti
            la mamma

            #8426
            anonymous
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              Mi pare di capire che la “lacerazione” tracheale non è mai stata dimostrata. Intanto preciserei che una vera e propria lacerazione difficilmente è avvenuta (ci sarebbe stata penetrazione di aria nel sottocutaneo e/o nel mediastino). E’ possibile che si sia trattato di una lesione tracheale (una ferita per intenderci) che cicatrizzandosi abbia ristretto parzialmente il lume della trachea.
              Le lesioni delle prime vie aeree e della trachea conseguenti ad intubazione tracheale sono molteplici e diversificate per tipo, sede estensione ed evoluzione; ne consegue variabilità del quadro clinico, spesso limitato a sintomi lievi, di modesta rilevanza funzionale e temporanei, più raramente caratterizzato da importanti segni di insufficienza respiratoria che possono evolvere anche rapidamente verso un quadro asfittico e richiedono un trattamento specifico, multidisciplinare, talvolta in emergenza.
              Una possibile conseguenza delle lesioni tracheali è la stenosi tracheale. Le stenosi laringee e tracheali rappresentano una complicanza pressoché esclusiva dell’intubazione prolungata in terapia intensiva; le rarissime stenosi riferite in letteratura dopo intubazione per anestesia sono sempre la conseguenza di un grave trauma provocato all’atto dell’introduzione del tubo: reiterati tentativi in caso di difficoltà di intubazione o forzata intubazione con un tubo di calibro incompatibile con quello delle vie aeree del paziente.

              Se così fosse per Alessandro, esiste sicuramente la possibilità che crescendo tale quadro scompaia. Infatti il restringimento della trachea legato alla lesione riportata, adesso che la trachea ha un diametro piccolo, può provocare sintomi; crescendo il diametro della trachea aumenta e quindi la stenosi (il restringimento) dovrebbe divenire sempre meno importante.

              In ogni caso è fondamentale che vi affidiate alle cure di medici di cui abbiate fiducia cieca: se così non fosse per i medici che stanno seguendo Alessandro attualmente, rivolgetevi ad altri sanitari.

              Cari saluti

              #8427
              alessandro
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                Grazie di nuovo, e in base alle sue parole credo che la lesione sia stata provocata durante la prima intubazione, avvenuta in un pronto soccorso e non in una clinica pediatrica specializzata. Quindi è possibile che non avendo a disposizione un tubo idoneo ne abbiano usato uno un po’ troppo grosso per i suoi 2 anni e mezzo.
                Questa comunque è solo una mia opinione, niente e nessuno può provare come e dove sia stato avvenuto questo imprevisto.
                Preferisco in ogni modo informarmi personalmente e da diversi specialisti sulle cure e sulle diagnosi fatte a mio figlio e non fidarmi solo ciecamente di ciò che mi viene proposto da un unico staff medico, in modo da poter decidere, valutando tutte le possibilità, su cosa è meglio fare. Credo che ciò sia anche un mio diritto.
                La ringrazio per le sue esaurienti risposte e aggiungo che anche questo sito è una possibilità di informazione e allora perchè lasciare tutto al caso visto che la tecnologia ci permette di allargare le ns conoscenze???
                grazie ancora di cuore
                la mamma

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