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    edes
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      sono una persona ultrasensibile di base,ma e’ certo che quello che vi sto x rakkontare ha contribuito molto a farmi diventare tale.
      quando sono nata,poki anni dopo,ho trovato di fronte a me una famiglia,un papa’.una mamma e una sorella.
      una sorella diversa,con handicap…..
      ovviamente l’attenzione dei miei genitori era maggiormente e giustamente nei suoi confronti.nn mi hanno fatto mancare nulla.
      sin dalla + tenera eta’,ero pikkolissima.mi ero accorta che ero in una situazione delicata.ricordo ancora che mio padre si raccomandava di proteggerla ,xche’ era come se fossi la sorella maggiore.
      sono stata forte e ho mascherato sempre il mio dolore,ma dentro me sentivo il desiderio di una sorella normale.
      ammetto…tante volte mi sono vergognata.
      a scuola mi sentivo diversa,avevo altri pensieri…pensieri da adulti,preokkupazioni che gli altri bambini non avevano.
      ricordo che all’asilo mi veniva a prendere mia mamma e l’accompagnavamo a fare riabilitazione e fisioterapia.il centro era pieno di bambini/ragazzi con diversi handicap.
      e ora mi chiedo…xche’ io ero li’? era giusto??credo di aver subito un trauma psicologico nel continuare a vedere sin da bambina scene e situazioni di una certa difficolta’.io capivo,capivo …e soffrivo.
      soffrivo nel sentire parlare mia mamma e vederla piangere chiusa nel suo dolore.
      mia sorella aveva sempre gli okki puntati addosso,sempre.ed io mi sentivo un verme.ero una bambina e forse un supporto psicologico sarebbe servito…ma nn c’e’ mai stato…
      siamo cresciute..e’ arrivata l’adoloscenza…incasinatissima x i normali…una sofferenza x lei…e x noi….
      e’ arrivata la patente..l’ha conseguita potendo guidare una makkina speciale,che x un po’ ho giudata anke io…e non vi dico come mi sentivo tutte le volte quante domande”ma xche’ hai la makkina col cambio automatico???etc etc”
      ora convive con un ragazzo e il giorno che se ne e’ andata di casa…ho cominciato a vivere.si a vivere.a pensare a me.alla mia vita.alla mia felicita’…poi quasi senza accorgermene… ho deciso se possibile di evitare di rakkontare di lei e di far finta di avere una sorella normale.x non soffrire..ma il punto e’ proprio qui…io non risco ad affrontare il discorso con nessuno,neanke col mio ragazzo…
      credetemi…quando si e’ dentro a problemi cosi’ delicati…e’ facile dire..devi trattarla normalmente…ma e’ dura .la cosa mi ha sempre tokkato da vicino.e’ ovvio che le voglio un gran bene.ma la verita’ e’ ke nn sono mai riuscita ad accettarla.io mi sento diversa..e quando vedo fratelli/sorelle parlare ed essere complici…li invidio davvero.
      io nn so se tra di voi c’e’ qualcuno che ha vissuto un esperienza simile…che riesce a capire cosa si prova….
      ho sviluppato una sensibilita’ enorme…troppa….
      anke se rido,se skerzo…dentro me c’e’ sempre,perennemente questo grande dolore.
      un dolore grande di cui non riesco proprio a parlare.
      un dolore che mi fa aver paura di pensare ad un bambino;il terrore che non nasca normale;il terrore di riprovare la stessa sofferenza che ho provato con lei;impotente.
      negli anni mi sono creata uno scudo e mi sono chiusa nel silenzio quando si parla di lei.
      vorrei riuscire a capire…almeno a capire come si fa a superare tutto questo….come…
      scusate lo sfogo…ma non riesco + a tenermi tutto dentro…
      mi sento diversa…e rimpiango di nn aver avuto un infanzia…normale….certe cose avrei preferito non viverle ne’ vederle….sono immagini che non dimentichero mai..
      sono stata forte x anni e anni….ma ora sta venendo fuori tutta la sofferenza che ho mandato giu’..troppa x una bambina che doveva sognare….

      #9156
      lalli-r
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        Cara edes,
        Mi meraviglia un po’ qs tua lettera, parli di qs sorella handicappata che pero’ guida la macchina e convive con il suo ragazzo… Non discuto la sofferenza che hai/avete patito in casa, ma da quello che si evince dalle tue parole credo che tu sia rimasta turbata forse piu’ da cio’ che hai visto nei centri dove giustamente accompagnavi tua sorella insieme alla mamma x la terapia.
        Anche io sai ho lavorato in centri x bimbi neurolesi, mi ci hanno -buttato- a vent’anni per il tirocinio e anche io posso dire che ci sono cose, che pur dopo 10 anni e tantissime altre esperienze, non riesco a dimenticare.
        Ho imparato a non farmi domande sul perche’ certe persone vivano in salute fino a 80 anni e altre nascano malate e vivano i loro pochi infelici anni faticando su esercizi spesso inutili che mirano magari solo a conquistare la stazione eretta o l’autonomia necessaria a respirare, mangiare, parlare, senza ausili.
        Tua sorella fortunatamente non e’ un caso cosi’ grave, ha avuto la famiglia accanto e una sorella che l’ha aiutata a sentirsi normale e a guadagnare il proprio posto nella societa’. Di qs devi essere orgogliosa. Non esiste un modo per dimenticare quello che hai visto, ma ne esistono molti, se vuoi, per aiutare le persone piu’ sfortunate di lei, hai mai pensato di dedicare una parte del tuo tempo al volontariato?
        Esistono associazioni dove la vita ha ancora un senso profondo e assoluto, dove puoi dare tu stessa un senso al tuo dolore e alla tua esperienza, mettendo la tua sensibilita’a disposizione di chi non ha potuto godere del calore di una famiglia. Credimi, ci sono molte persone che ne avrebbero bisogno.
        Mi auguro la mia opinione ti sia utile.
        Ciao

        #392
        lalli-r
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