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  • #8156
    marcov
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      Leggendo intorno alla cura della cosiddetta malattia mentale, noto
      che i termini sono quelli della cura che mira all’accettabilità sociale. Gli psicofarmaci, come si legge, “migliorano le condizioni di
      convivenza nelle comunità sia ospedaliere che extramurarie”. Che cosa
      vuol dire questo? L’ospedale è forse il modello di città normalizzata?

      Il disturbo psicotico mette in questione proprio “l’ambito sociale” cui vengono a forza ricondotti i cosiddetti malati mentali i quali sono tali perchè non riconoscono il “loro stato di malattia e percepiscono la realtà in modo diverso dal comune”.

      Se le cose stanno così, somministriamo antipsicotici ai poeti, agli artisti, agli scienziati. Per il loro bene.

      #8155
      simone79
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        Credo che anche se poeti, artisti, scienziati, nel loro genio spesso possano sfiorare la “pazzia”, in realtà rimangano sempre comunque socialmente “relazionati”.

        Forse la vera malattia mentale inizia quando una persona supera questo confine e si ritrova a nuocere a se stessa e/o gli altri o non è più in grado di sopravvivere se lasciata senza assistenza (niente lavoro, niente occupazioni domestiche, niente cura di se stessa ecc ecc)

        #100
        simone79
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