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Il favismo è una malattia caratterizzata da una carenza più o meno marcata di G6PDH (Glucosio-6-fosfato-deidrogenasi).
La predisposizione al favismo è ereditaria e si trasmette attraverso il cromosoma X. Il maschio è dotato di un cromosoma X pervenutogli dalla madre e di uno Y pervenutogli dal padre; quindi il maschio è XY. La femmina è dotata di due cromosomi X, che sono pervenuti uno dal padre e uno dalla madre; quindi è XX.
Indicando con X° il cromosoma portatore della predisposizione al favismi, si ha che la donna può essere XX ( cioè esente, con entrambi i cromosomi normali), X° X° ( cioè predisposta, se entrambi sono carenti), X°X ( cioè intermedia, se uno è carente).
L’uomo, che ha un solo cromosoma X, può essere esente se questo è normale (XY), predisposto se è carente di G6PD (X°Y).
Oltre le fave (i piselli), anche numerosi farmaci ( come il chinino, l’aspirina, i sulfamidici, ecc) possono avere , nei soggetti carenti, lo stesso effetto di quei legumi, determinando gravi crisi emolitiche, cioè una distruzione acuta di globuli rossi.
L’unica cura consiste nella trasfusione di sangue: non esistono farmaci in grado di “prevenire” la crisi emolitica. Il Toxepasi può essere utile per ridurre l’eccesso di bilirubina che si forma durante la crisi emolitica.
Saluti!