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      Gentilissimo Dottore,
      le scrivo perché mi piacerebbe avere un suo parere sul tipo di cura che è stata data a mia madre dopo un evento ischemico.
      Premettendo che mia mamma ha 47 anni ex fumatrice, normopeso, no diabete ne eventi cardiovascolari, prima dell’ischemia ha sofferto (trascurandoli) di valori pressori alti, associati all’uso di ormoni per contrastare la menopausa (climen) (secondo me questo mix con l’aggiunta dello stress le hanno causato l’ischemia, secondo lei?). In data 25/09/02 è stata ricoverata d’urgenza per un ictus ischemico con conseguente emiparesi dx [V], che attualmente per fortuna è migliorata. L’unica cosa evidenziata dagli accertamenti ospedalieri oltre ovviamente alla emiparesi e alla pressione alta fu il risultato dell’ecocardio: ipertrofia settale. Normali apparati valvolari. Lieve IM. Cosa significa?[xx(]
      La terapia farmacologica a cui è stata sottoposta è novarsc 10, mepral 10, vasoteric, da sottolineare che dopo l’evento ischemico non ha più avuto picchi di pressione alta.
      Ha cmq effettuato due mesi fa una visita cardiologica, ecg regolare, il cardiologo le ha prescritto delle statine perché attualmente i suoi valori di colesterolo totale sono 241 mg hdl 68 mg e trigliceridi 179, secondo lui mia madre in queste condizioni non può avere questi valori di colesterolo, il medico di famiglia dopo aver letto il referto del cardiologo si è subito opposto all’idea di questultimo di farle assumere delle statine, che pensare chi ha ragione?????
      Le è stata cambiata la terapia farmacologica adesso assume Vasoteric, Novarsc 10, e cardioaspirin 100mg, ma per quanto tempo potrà assumere la cardioaspirina ho letto che ci sono molte controindicazione sull’utilizzo prolungato del prodotto, bisogna aspettare che sopraggiungano effetti indesiderati o bisogna sospenderla dopo un certo periodo?.
      Non mi fido molto del medico di famiglia che tiene sotto cura mia mamma ho la sensazione che ci sia molta superficialità nel modo di affrontare la questione, in questi casi quali accertamenti bisognerebbe fare non sarebbe utili fare una tac a distanza di due anni quasi ( il suo medico di famiglia si è sempre opposto dicendo che non era il caso)???
      Mi deve scusare se mi sono dilungata troppo ma spero di essere riuscita a darle tutti gli elementi per metterLa nella condizione di poter dare un parere.
      Grazie per i consigli preziosi che dispensa, le porgo i miei più sinceri saluti e le auguro buon lavoro.
      guest[:)]

      #8187
      anonymous
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        Cara guest,

        devo dire che una ischemia cerebrale in una donna di 47 anni non è frequente, e fa senz’altro sospettare fattori di rischio “pesanti”. Sicuramente entrano in gioco l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e forse (sottolineo il forse) anche la terapia ormonale sostitutiva.
        In effetti fino a 2 anni fa si pensava che la terapia ormonale sostitutiva proteggesse la donna dal rischio cardiovascolare. Di recente (luglio 2002) alcuni lavori su enormi strati di popolazione hanno dimostrato il contrario, tanto che il Ministero della Sanità ha emesso una nota informativa a tutti i medici :

        quote:

        “18.07.2002 – Il Ministero della Sanità ha emesso la seguente Nota Informativa per gli operatori sanitari e per le pazienti:

        I risultati di una sperimentazione controllata e randomizzata riguardante i rischi associati alla Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) sono stati recentemente riportati dal Giornale dell’ American Medical Association (JAMA 2002; 288:321-333).

        Questo studio ha esaminato i rischi ed i benefici di una TOS a lungo termine in un numeroso campione (17.000) di donne asintomatiche in periodo post-menopausa. Lo studio era disegnato per seguire le donne con questo tipo di terapia per una media di 8,5 anni, ma dopo 5,2 anni i risultati preliminari hanno dimostrato che il trattamento causa un danno superiore al beneficio atteso.

        In particolare i risultati principali di questo studio mostrano che ogni 10.000 donne in TOS:

        si contano 8 casi di cancro al seno in più rispetto a chi non la utilizza (da 30 a 38 casi per 10.000)
        sono stati registrati 7 casi di patologie cardiache in più rispetto al gruppo di controllo (da 30 a 37 casi per 10.000)
        si sono verificati 7 casi di ictus in più di quanto atteso (da 21 a 29 per 10.000)

        a questi si aggiungono 8 casi in più di embolia polmonare.

        Lo stesso studio ha evidenziato anche alcuni benefici quali:

        la riduzione del cancro colon-rettale (da 16 a 10 casi ogni 10.000)
        le riduzione delle fratture all’anca (da 15 a 10 casi ogni 10.000)

        Tenendo conto di tutti gli eventi verificatisi durante il periodo di studio, l’eccesso di eventi avversi calcolato nel gruppo in trattamento era di 100 ogni 10.000 donne in terapia (1 ogni 100).

        Sulla base di questi risultati, nonostante il rischio assoluto osservato non sia elevato, rimane confermato che:

        l’utilizzo di questa terapia NON può considerarsi utile nella prevenzione di patologie cardio-coronariche, ma anzi sembrerebbe esporre, anche se in modo molto limitato, ad un maggior rischio di queste stesse patologie
        la TOS è indicata SOLO nel trattamento dei sintomi da menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi
        l’inizio di una TOS dovrebbe basarsi su una ATTENTA valutazione individuale dei rischi e benefici per ogni donna
        i risultati del recente studio sopra indicato NON RICHIEDONO una immediata modifica del trattamento delle donne tuttora sottoposte a TOS. Tuttavia, le donne con questo tipo di terapia dovrebbero essere sottoposte regolarmente a controllo medico, in modo particolare nei casi di terapia a lungo termine
        per queste ultime donne è consigilabile incoraggiare controlli mammografici e screening cervicale (PAP-test) appropriato alla loro età”


        Per quello che riguarda la situazione attuale, l’ecocardiografia di mamma dimostra una ipertrofia del setto ed una lieve insufficienza mitralica (IM). I segni ecocardiografici possono essere legati ad una cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (se l’ipertrofia settale è notevole ed ostruisce l’efflusso di sangue dal ventricolo sn) o, più frequentemente, soprattutto se la ipertrofia settale è lieve, possono essere dovuti alla ipertensione arteriosa che ha già, sia pur leggermente, danneggiando il cuore. In realtà nell’ipertensione arteriosa il ventricolo sinistro tende a ipertrofizzarsi globalmente, cioè a ingrossarsi globalmente; comunque se l’ingrossamento di una sua parte (in questo caso il setto interventricolare, cioè quella parte di cuore che divide il ventricolo destro da quello sinistro) è lieve ritengo che non sia necessario sospettare una cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva; infatti una lieve ipertrofia settale isolata può essere presente negli ipertesi inveterati. Insufficienza mitralica significa che la valvola non è perfettamente “a tenuta stagna” ma quando il ventricolo sinistro si contrae “sbuffa” lievemente; anche tale rilievo non è grave e non è raro riscontrarlo negli ipertesi.

        La terapia a cui è stata sottoposta è corretta: è fondamentale eliminare tutti i fattori di rischio (ipertensione ed ipercolesterolemia). Le raccomandazioni dello S.PR.E.A.D. (Stroke Prevention And Educational Awareness Diffusion) uno dei più autorevoli organismi internazionali sull’ Ictus, (http://www.spread.it/) prevedono che:

        quote:

        Raccomandazione 12.1 Grado A
        Nei TIA e nell’ictus ischemico non cardioembolico è indicato il trattamento antiaggregante con ASA 100-325 mg.*
        *GPP Per il trattamento prolungato il gruppo SPREAD raccomanda la dose di 100 mg.

        (L’ASA sarebbe la Cardioaspirina)

        quote:

        Raccomandazione 12.6 Grado B
        Nei pazienti con TIA o ictus ischemico e valori aumentati di colesterolo, sono indicati tutti gli interventi necessari per ridurre i livelli plasmatici di colesterolo, indipendentemente dalla storia di eventi coronarici.*
        * il livello di evidenza è sostanziamente giustificato dai risultati dallo studio HPS con l’uso di simvastatina 40 mg/die


        Questa raccomandazione deriva da uno studio (Lo studio HPS) . Questo studio, condotto per 5 anni su 20·536 pazienti, tra 40 e 80 anni, con precedenti di coronaropatia, o ipertensione trattata, o arteriopatia periferica o diabete mellito, e valori di colesterolo totale =135 mg/dl, trattati con simvastatina 40 mg. Per quanto riguarda l’ictus il trattamento è risultato molto efficace con una riduzione del 25% di primo ictus per un RR 0,75 (IC95 0,66-0,85). La riduzione del tasso di eventi è risultato simile in ognuna delle sottocategorie partecipanti allo studio, compresi i soggetti con precedenti di malattia cerebrovascolare (3·280) di cui 1·822 erano senza diagnosi di coronaropatia. L’analisi di questo sottogruppo dimostra l’efficacia della simvastatina nella prevenzione secondaria in pazienti a rischio di vasculopatia, anche se non coronaropatici.[62]
        La superiorità delle statine in confronto ad altri ipolipemizzanti è confermata anche dalla revisione di Di Mascio che riguarda la metanalisi di 41 studi su 80·000 soggetti.[63]

        quote:

        Sintesi 12-3
        Lo studio HPS ha mostrato un effetto benefico con simvastatina 40 mg/die nei pazienti ad alto rischio vascolare, anche normocolesterolemici.

        Raccomandazione 12.5 Grado D
        Nei pazienti che hanno sofferto di ictus o TIA è indicato il miglior controllo possibile dell’ipertensione arteriosa usando preferibilmente farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina.


        (Il vasoretic è un farmaco di questi)

        Quindi la terapia non è consigliata, ma doverosa per prevenire nuovi ictus e va fatta a vita. Gli effetti negativi della cardioaspirina sono essenzialmente sulla mucosa gastrica (ulcere, senaguinamenti ecc), ma mamma è protetta dal Mepral che le è stato prescritto.
        Per quello che riguarda le statine, come hai visto sono assolutamente indicate anche nei pazienti con il colesterolo normale figuriamoci per mamma) e comunque l’obiettivo è quello di una colesterolemia totale inferiore a 175 mg %
        Il problema però è sulla prescrivibilità. Infatti la CUF ha posto su questi farmaci una nota (Nota 13) che esclude la prescrivibilità per queste indicazioni. La nota infatti dice che le statine sono prescrivibili nei seguenti casi:

        quote:

        DISLIPIDEMIE FAMILIARI
        […]

        IPERCOLESTEROLEMIA NON CORRETTA DA SOLA DIETA
        – In sogg. a rischio elev. di 1° ev. cardiovasc. maggiore
        Sono cons. a ric. elev. i sogg. senza un pregr. epis. di card. isch. che, per età, sesso, diabete, fumo, val.di press. arter. e colesterolemia, abbiano rischio > 20% di svilupp. un ev. cardiov. nei succ. 10 anni, stim. con la carta del risch. coron. elaborata da alcune soc. scient. europee. […]:
        <20% e colest. tot <190 mg/dL devono ric. cons. diet. e su ab. di vita ed essere ricontr. dopo 5 anni;
        >=20%, colest. tot <190 mg/dL e colest. LDL <115 mg/dL devono ric. cons. su ab. di vita e sott. a contr. annuali;
        >=20%, colest. tot >=190 mg/dL e/o colest. LDL >=115 mg/dL devono ric. cons. su ab. di vita e iniz. un tratt. farmac.


        Quindi sarebbe prescrivibile per mamma non in ragione dell’ ictus che ha purtroppo avuto, ma solo se ha un rischio di cardiopatia ischemica superiore al 20 % a 10 anni.

        Prova ad andare nella sezione Utilità del sito (nel menù laterale) e scegli “Calcolo del rischio coronarico”. Inserisci tutti i dati di mamma (io non conosco gli ultimi valori di pressione e colesterolo) e ricordati di biffare la casella “Ipertrofia Ventricolare Sinistra” che mamma ha sicuramente.
        Se il rischio a 10 anni è superiore al 20 %, allora il tuo medico curante ti può prescrivere le statine in fascia A (cioè gratuite) altrimenti dovrete pagarle.

        Saluti,

        #116
        sanmag
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          #8188
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            Carissimo Dottore, grazie per avermi risposto Lei è sempre gentilissimo!!![:)]
            Ho letto con molta attenzione la sua risposta, mi sorge allora un dubbio se il cardiologo che ha visitato mia mamma le ha consigliato assolutamente di prendere le statine per far abbassare il colesterolo (idem anche Lei), come può il medico di famiglia opporsi e dire che la situazione non è tale da prendere un provvedimento del genere, le sue parole sono state “il colesterolo non è eccessivamente alto perciò un pò di dieta potrà far rientrare la situazione non mi sembra il caso di farle prendere altre pastiglie”.
            Io non sono medico ma posso cmq arrivare a tirare delle conclusione sulla base degli eventi accaduti e se ci fosse il minimo dubbio che una situazione del genere potesse mettere a rischio la vita di qualcuno ci penserei mille volte prima di aprire bocca.[V] Lei cosa ne pensa dottore? Come posso fidarmi di un medico così? Vorrei che mia madre fosse tutelata maggiormente, poi è ancora giovane e non vorrei che le accadesse qualcosa per colpa della superficialità di un medico di famiglia.[xx(] Mi scusi lo sfogo ma come potrà ben capire la cosa mi sta particolarmente a cuore e a volte mi sento persa e non so che pesci pigliare.
            Mi sorge un dubbio che il medico di famiglia non le abbia prescritto le statine magari per non dover incombere alle “spiacevoli” conseguenze che queste ultime hanno creato in passato, ci sono dei reali pericoli per chi assume le statine oggi???[xx(]
            Sinceramente pensavo di far cambiare medico a mia mamma, ma lei si oppone dicendo che cmq non conoscendo gli altri si andrebbe sempre alla cieca.[xx(]
            Grazie ancora per l’aiuto!

            #8189
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              Dottore mi dimenticavo….il farmaco mepral le è stato sospeso tre mesi fa secondo consiglio del medico di famiglia ed ora mia mamma inizia a soffrire di bruciori e fastidi allo stomaco[xx(]!!!!

              #8190
              anonymous
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                Prima di tutto tieni presente che l’obbiettivo fondamentale è la riduzione del colesterolo, non necessariamente la terapia con statine: è sempre indicato un periodo di 3-4 mesi di dieta rigida perchè se si riesce a ridurre il colesterolo ai valori desiderati con il solo regime dietetico, si evitano le statine che, sebbene siano farmaci talvolta indispensabili, hanno comunque i loro effetti collaterali (il principale e più pericoloso è la rabdomiolisi – vedi il caso Lipobay). Quindi ha ragione il tuo medico a voler tentare questa strada per prima. Se poi la dieta fallisce è un altro discorso.
                Considera poi che, come ti ho già spiegato, non è detto che comunque mamma rientri in regime di prescrivibilità delle statine, quindi è possibile che il tuo medico non possa comunque prescrivertele (in regime SSN ovviamente).
                Inoltre i lavori scientifici e le linee guida devono essere uno strumento di orientamento ma non possono essere seguite pedissequamente e sensa senso critico: alcune volte si può fare peggio al paziente! Ad esempio, di fronte ad un paziente anziano, non darei mai statine neanche se indicato dalle linee guida perchè il rischio di effetti collaterali sarebbe superiore ai possibili benefici preventivi. Non sarà il caso di mamma, ma il tuo medico potrebbe avere altre informazioni ed elementi che sconsiglino comunque l’uso delle statine.
                Come sempre, credo che la strada migliore sia il dialogo costruttivo fra medico di base e specialista, il quale non dovrebbe limitarsi a prescrivere i farmaci che ritiene opportuni inviando al medico di famiglia il foglio di ricettario con la prescrizione, ma dovrebbe SEMPRE compilare una relazione clinica che contenga gli elementi di riscontro (esame obbiettivo, anamnesi, diagnosi) ed i consigli terapeutici MOTIVATI. In questo modo il medico di famiglia (che non può essere sempre al corrente di ogni sviluppo scientifico in qualunque settore della medicina!!) sarà più motivato anche a contattare lo specialista ed a concordare una linea di trattamento comune.

                Saluti!

                #8191
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                  Carissimo Dottore,
                  La disturbo nuovamente perchè siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un farmaco anticolesterolo che si chiama esapent esteri etilici di acidi grassi polinsaturi, nel caso specifico di mia mamma pensa che questa medicina possa essere indicata?
                  Le ultime analisi fatte a dicembre hanno evidenziato un colesterolo totale di 241mg/dl HDL 68 mg/dl TRIGLICERIDI 179 mg/dl.
                  La ringrazio anticipatamente.
                  guest [:)]

                  #8192
                  anonymous
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                    L’effetto degli acidi grassi poliinsaturi (Omega3, Omega6 ecc. ecc.) sul colesterolo è solamente marginale. L’effetto più importante di questi prodotti è sui Trigliceridi (altro tipo di grassi presenti nel sangue) che però sono meno importanti nella genesi del danno vascolare. Un’altro effetto da poco dimostrato e che ha portato alla ammissione in Fascia A di questi farmaci è quello di stabilizzazione della membrana delle cellule miocardiche, con conseguente miglioramente delle aritmie, talvolta fatali, che insorgono occasionalmente dopo un infarto miocardico.

                    Per tali ragioni, le indicazioni terapeutiche ammesse dal Ministero della Salute per questi farmaci sono:

                    1) Ipertrigliceridemia non corretta dalla sola dieta
                    2) Prevenzione secondaria delle aritmie nel post-infarto

                    Poichè i medici fra i numerosi obblighi di legge hanno anche quello di prescrivere medicine solo ed esclusivamente per indicazioni approvate dal Ministero della Salute, in teoria per l’ipercolesterolemia tale farmaco non sarebbe neanche prescrivibile, e così sarà finchè non verranno prodotti lavori scientifici che dimostrino una efficacia del farmaco nella ipercolesterolemia.
                    Tuttavia, se il medico te lo prescrive, il tentativo con mamma lo potresti fare: un certo effetto sembra che vi sia anche sul colesterolo, e l’ipercolesterolemia di mamma è tutto sommato piuttosto lieve.

                    Ciao!

                    #8193
                    gibianto
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                      quote:
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                      Gentilissimo Dottore,
                      le scrivo perché mi piacerebbe avere un suo parere sul tipo di cura che è stata data a mia madre dopo un evento ischemico.
                      Premettendo che mia mamma ha 47 anni ex fumatrice, normopeso, no diabete ne eventi cardiovascolari, prima dell’ischemia ha sofferto (trascurandoli) di valori pressori alti, associati all’uso di ormoni per contrastare la menopausa (climen) (secondo me questo mix con l’aggiunta dello stress le hanno causato l’ischemia, secondo lei?). In data 25/09/02 è stata ricoverata d’urgenza per un ictus ischemico con conseguente emiparesi dx [V], che attualmente per fortuna è migliorata. L’unica cosa evidenziata dagli accertamenti ospedalieri oltre ovviamente alla emiparesi e alla pressione alta fu il risultato dell’ecocardio: ipertrofia settale. Normali apparati valvolari. Lieve IM. Cosa significa?[xx(]
                      La terapia farmacologica a cui è stata sottoposta è novarsc 10, mepral 10, vasoteric, da sottolineare che dopo l’evento ischemico non ha più avuto picchi di pressione alta.
                      Ha cmq effettuato due mesi fa una visita cardiologica, ecg regolare, il cardiologo le ha prescritto delle statine perché attualmente i suoi valori di colesterolo totale sono 241 mg hdl 68 mg e trigliceridi 179, secondo lui mia madre in queste condizioni non può avere questi valori di colesterolo, il medico di famiglia dopo aver letto il referto del cardiologo si è subito opposto all’idea di questultimo di farle assumere delle statine, che pensare chi ha ragione?????
                      Le è stata cambiata la terapia farmacologica adesso assume Vasoteric, Novarsc 10, e cardioaspirin 100mg, ma per quanto tempo potrà assumere la cardioaspirina ho letto che ci sono molte controindicazione sull’utilizzo prolungato del prodotto, bisogna aspettare che sopraggiungano effetti indesiderati o bisogna sospenderla dopo un certo periodo?.
                      Non mi fido molto del medico di famiglia che tiene sotto cura mia mamma ho la sensazione che ci sia molta superficialità nel modo di affrontare la questione, in questi casi quali accertamenti bisognerebbe fare non sarebbe utili fare una tac a distanza di due anni quasi ( il suo medico di famiglia si è sempre opposto dicendo che non era il caso)???
                      Mi deve scusare se mi sono dilungata troppo ma spero di essere riuscita a darle tutti gli elementi per metterLa nella condizione di poter dare un parere.
                      Grazie per i consigli preziosi che dispensa, le porgo i miei più sinceri saluti e le auguro buon lavoro.
                      Guest[:)]


                      #8194
                      julie
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                        Gentilissimo Dottore,
                        da circa un mese faccio uso del CRESTOR 5 mg prescrittomi dal mio medico, nonostante le mie resistenze, diciamo che quasi mi e’ stato imposto, cio’ inquanto dopo diverse e rigide diete il mio colesterolo ( valori australiani 5.9) non e’ dimunuito.

                        Quello che mi succede e’ molto strano e le spiego. Sono sposata da 43 anni ed ho avuto una attivita’ sessuale normalissima con mio marito fino a qualche settimana fa, non so’ se sia una coincidenza , ma da quando faccio uso di questo farmaco, le mie prestazioni sono finite, non ho alcun desiderio di avere rapporti ed anche se ci provo non succede nulla.
                        Sono un po’ preoccupata, Le chiedo se tutto cio’ a che fare con questi maledetti medicinali?
                        La ringrazio ed attendo una sua risposta.
                        Con cordiali saluti
                        giulia

                        #8195
                        anonymous
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                          Cara Julie, il tuo colesterolo di 5,9 corrisponde ai nostri valori di 228 mg/dl e quindi non è assolutamente molto alto. Si considerano normali valori fino a 220, anche se sono “consigliati” valori non superiori a 200. In ogni caso, se è il tuo unico fattore di rischio, la terapia con statine non è assolutamente indicata.
                          Questo ovviamente in assenza di altri fattori di rischio che io non conosco e non posso valutare.
                          Per dirti di più avrei bisogno di altri dati:

                          Eta’, Pressione arteriosa, colesterolo totale, HDL, Trigliceridi, Glicemia a digiuno, Circonferenza Vita.

                          Dovrei poi sapere se sei diabetica, se fumi, se hai delle placche ateromasiche alle carotidi o in altri distretti vascolari (sarebbe opportuno un ecocolordoppler dei vasi epiaortici), se hai una ipertrofia ventricolare sinistra cardiaca (valutata con un ecocolordoppler cardiaco), se hai microalbuminuria nelle urine.

                          Questo perchè il rischio cardiovascolare è un rischio multifattoriale e non è legato al solo colesterolo.

                          Ciao!

                          #8196
                          vania
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                            Buongiorno Dottore, le scrivo per sottoporle la situazione di mio suocero (49 enne fumatore, normopeso). Domenica scorsa ha avuto un’ ischemia celebrare che al momento ha lasciato “solo” semi paralizzata la gamba (dal ginocchio al piede, il quale non sta più in posizione orizzontale). Dall’ospedale ci hanno però detto che la paralisi alla gamba non è legata ad un problema neurologico ma ad una sciatalgia…possibile? sopratutto perchè proprio al momento dell’attacco ha avuto la paralizi di tutta la gamba, del braccio e anche parte dell’occhio. Nei giorni successivi poi siamo arrivati alla situazione attuale (paralizi dal ginocchio in giù)…è stata quindi solo una coincidenza a suo parere? Scusi per il disturbo ma mi pare una strana concomitanza di fattoti….Grazie.

                            #8197
                            vania
                            Membro
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                              PER AVERE UNA RISPOSTA AL MESSAGGIO SOTTOSTANTE DOVE DEVO RICHEIDERLA?

                              ——————————–
                              Buongiorno Dottore, le scrivo per sottoporle la situazione di mio suocero (49 enne fumatore, normopeso). Domenica scorsa ha avuto un’ ischemia celebrare che al momento ha lasciato “solo” semi paralizzata la gamba (dal ginocchio al piede, il quale non sta più in posizione orizzontale). Dall’ospedale ci hanno però detto che la paralisi alla gamba non è legata ad un problema neurologico ma ad una sciatalgia…possibile? sopratutto perchè proprio al momento dell’attacco ha avuto la paralizi di tutta la gamba, del braccio e anche parte dell’occhio. Nei giorni successivi poi siamo arrivati alla situazione attuale (paralizi dal ginocchio in giù)…è stata quindi solo una coincidenza a suo parere? Scusi per il disturbo ma mi pare una strana concomitanza di fattoti….Grazie.

                              #8198
                              carter
                              Moderatore
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                                Penso che il dubbio che ponevi (ischemia cerebrale o problema neurologico a livello lombosacrale) sulla causa della paralisi della gamba si sia potuto già risolvere facendo una Risonanza magnetica o una TAC con mezzo di contrasto cerebrale (esami di routine in caso di episodio ischemico cerebrale), ma anche un semplice esame neurologico completo può risolvere il quesito in modo soddisfacente.
                                In ogni caso, data la giovane età, è molto più probabile una paralisi di origine cerebrale anzichè periferica(midollare); sicuramente i medici del reaprto dove tuo suocero è ricoverato sapranno provvedere al meglio per curare il problema in corso e prevenirne ripetizioni future.

                                Ciao!

                                #8199
                                vania
                                Membro
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                                  quote:
                                  Originariamente inviato da Carter

                                  Penso che il dubbio che ponevi (ischemia cerebrale o problema neurologico a livello lombosacrale) sulla causa della paralisi della gamba si sia potuto già risolvere facendo una Risonanza magnetica o una TAC con mezzo di contrasto cerebrale (esami di routine in caso di episodio ischemico cerebrale), ma anche un semplice esame neurologico completo può risolvere il quesito in modo soddisfacente.
                                  In ogni caso, data la giovane età, è molto più probabile una paralisi di origine cerebrale anzichè periferica(midollare); sicuramente i medici del reaprto dove tuo suocero è ricoverato sapranno provvedere al meglio per curare il problema in corso e prevenirne ripetizioni future.

                                  Ciao!


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