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  • #8057
    anonymous
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      Vittorio ci scrive:

      quote:

      Ho una sorella che 4 anni fa è stata operata di appedicite e purtroppo le è stato riscontrato un carcinoide (ci è stato detto di entità benigna).Abbiamo fatto per tre anni la scintigrafia e l’esito è stato negativo.Molti ce l’hanno sconsigliata e per un anno non abbiamo eseguito l’esame,ma avendo sempre disturbi all’intestino siamo tornati quest’anno a rifare la scintigrafia .Il risultato evidenzia un corpo estraneo e se vogliamo si contraddice un po’….Attualmente l’abbiamo portata a Vimercate dove rifarà tutti gli esami!Ad oggi non siamo riusciti a trovare una soluzione al problema!Ho visto che siete a Roma ma per noi è un pò
      lontano perchè siamo di Como.Non è che potrebbe consigliarmi un collega o uno specialista del carcinoide che sia a Milano o nelle vicinanze ?Lei cosa mi consiglia di fare? La ringrazio per l’attenzione….


      #8047
      anonymous
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        Caro Vittorio,

        credo che alla tua descrizione manchi qualche dato. In effetti, la scintigrafia è un mezzo per fare diagnosi di carcinoide. In presenza di una triplice negatività di tale esame, su che base è stata posta la diagnosi di carcinoide? Inoltre, le scintigrafie fatte sono state Octreoscan con somatostatina marcata o altri tipi di scintigrafia?
        Le chiedo questo, perchè il carcinoide intestinale (tumore endocrino) è in realtà una via di mezzo fra i tumori benigni e i tumori maligni. E’ quindi importantissimo fare diagnosi esatta e precoce: i carcinoidi che alla diagnosi sonmo più grandi di 2 cm infatti metastatizzano nel 50 % dei casi.
        Ecco una piccola review sui carcinoidi, fatta con linguaggio poco tecnico e abbastanza comprensibile, in modo che possa chiarirti meglio il problema. Cercherò nel frattempo di informarmi su qualche gruppo di colleghi che si interessi particolarmente di carcinoidi nella tua zona.

        I carcinoidi: definizione

        I carcinoidi sono tumori neuroendocrini costituti cioè da cellule che sono proprie sia del sistema endocrino che dal sistema nervoso. Il termine neuroendocrino si riferisce, quindi, al tipo di cellula dal quale questi tumori originano piuttosto che alla sede di origine. Questi tumori possono svilupparsi in tutte le parti dell’organismo e presentano un comportamento intermedio tra le due categorie di benigni e maligni. In effetti, pur se potenzialmente in grado di crescere in modo tumultuoso, il più delle volte hanno un decorso molto lento, che non comporta una riduzione della sopravvivenza per gli individui affetti.
        I tumori neuroendocrini sono stati identificati intorno alla metà del 1800 e nel 1907 per la prima volta, furono nominati “carcinoidi” da Oberndorfer, proprio per la caratteristica di questi tumori di essere una via di mezzo tra i carcinomi (tumori maligni) e gli adenomi (tumori benigni).

        Originano dalle cellule enterocromaffini (cellule ghiandolari producenti ormoni), largamente distribuite in tutto il corpo ma presenti in modo particolare nel piccolo intestino e, con frequenza decrescente, nell’appendice, nel retto, nel polmone, nel pancreas e, più raramente, nell’ovaio, nel testicolo, nel fegato e nei dotti biliari.

        Queste cellule hanno caratteristiche peculiari che le rendono facilmente identificabili al microscopio e inoltre le sostanze ormonali enterocromaffine in esse contenute possono con varie metodiche essere facilmente identificate e quindi confermare la diagnosi.

        Alcuni tumori neuroendocrini si sviluppano all’interno di specifici organi endocrini, come la ghiandola tiroidea; altri tumori, invece, invece, originano non da una specifica ghiandola ma da cellule neuroendocrine presenti in vari organi, diffusi in tutto il corpo, a questi ultimi tumori viene oggi riservato il termine carcinoide e rappresentano la maggior parte dei tumori neuroendocrini.

        I tumori neuroendocrini sono tumori rari presentandosi in circa 1 persona su 100.000; la localizzazione più comune è rappresentata dal piccolo intestino; rappresentano, infatti, solo l’1% di tutti i tumori gastrointestinali ma il 50% dei tumori maligni del piccolo intestino.

        Le sedi da cui possono originare questi tumori sono principalmente le seguenti:

        39% piccolo intestino 26% appendice

        15% retto

        5-7% colon

        2-4% stomaco

        2-3% pancreas

        >1% fegato

        10% bronchi

        Sedi di origine molto più rare sono la colecisti e i dotti biliari, le ovaie, i testicoli, la vescica, la prostata, la mammella e il timo.

        Il 10-20% dei carcinoidi del tratto gastroenterico è associato ad altro tumore non carcinoide.

        Di tutti i tumori neuroendocrini, quelli che originano nell’appendice sono i più benigni, in quanto raramente danno metastasi a distanza, per cui l’87% dei pazienti con carcinoide localizzato all’appendice e rimosso chirurgicamente, sopravvive a 5 anni. Un carcinoide è repertato casualmente in 1 ogni 200-300 appendici rimosse chirurgicamente.

        La seconda localizzazione più benigna di questi tumori è rappresentata dal retto, con una sopravvivenza a 5 anni del 72% . Se la malattia è metastatica già alla diagnosi il tasso di sopravvivenza a 5 anni non supera il 20%, se non trattato.

        La causa dei tumori neuroendocrini non è conosciuta. Alcuni soggetti affetti da carcinoide hanno una rara sindrome genetica denominata MEN II (Neoplasia Endocrina Multipla di tipo secondo), ma la maggior parte presenta il tumore come manifestazione isolata. Non sembrano esserci associazioni tra lo sviluppo del tumore e il fumo di sigaretta o altri stili di vita.

        La loro dimensione al momento della diagnosi è molto importante, dal momento che la loro capacità di diffusione a distanza è direttamente proporzionale alla loro dimensione. Se il tumore ha un diametro superiore a 2 cm, le possibilità che esso sia diffuso è superiore al 50% .

        Sintomi

        Le cellule neuroendocrine hanno un ruolo sia nel sistema endocrino che in quello nervoso. Producono e secernono una varietà di ormoni regolatori, o neuropeptidi, che includono neurotrasmettitori e fattori di crescita. Quando queste cellule diventano cancerose oltre a iperproliferare iperproducono il loro specifico neuropeptide

        Quando la concentrazione ematica di questi ormoni è sufficientemente alta si realizza quella che comunemente viene definita come Sindrome Carcinoide, un insieme di sintomi e segni, fisici e laboratoristici, associati variamente alla presenza di tali tumori e dovuti all’azione degli ormoni prodotti dai tumori neuroendocrini

        Solo nel 1954 la Sindrome Carcinoide è stata descritta e accettata come specifica entità patologica e fa riferimento ad una varietà di sintomi dovuti proprio agli ormoni che il tumore produce. Il sintomo più comune è rappresentato dal flushing, una sudorazione profusa con rossore e caldo alla faccia e al collo che può durare da pochi minuti ad alcune ore. Altri sintomi sono la diarrea, sintomi asmatiformi e problemi cardiaci.

        Il complesso sintomatologico consiste in sintomi che interessano:

        La cute: arrossamento del volto (flush), prurito ed edema facciale;
        L’apparato gastrointestinale: diarrea e dolori addominali;
        L’apparato respiratorio: dispnea e broncospasmo (simili ad un attacco di asma).

        Gli attacchi possono essere molto rari all’inizio, ma vanno gradualmente aumentando di frequenza. Gli attacchi possono essere scatenati da alcol o stress, ma il più delle volte sono spontanei. Il flush può anche diventare persistente e non dare più notizia. Anche la diarrea può diventare cronica e può presentarsi perdita di peso. In alcuni casi possono registrarsi danni alle valvole cardiache o altri disturbi cardiaci.

        In molti casi i sintomi prodotti dagli ormoni sono più preoccupanti degli stessi sintomi legati alla crescita del tumore. Non tutti i carcinoidi funzionanti producono la stessa larga varietà di ormoni e sostanze chimiche, e non è ancora chiaro quale sostanza sia responsabile per ogni sintomo della sindrome. Tuttavia, la maggior parte di questi tumori producono serotonina, bradichinina e cromogranina-A. Altre sostanze spesso prodotte dai carcinoidi sono: la sostanza P, la neurotensina, il polipeptide pancreatico, la neurochinina-A.

        Possono inoltre manifestarsi disturbi non legati alla secrezione ormonale ma alle dimensioni del tumore originando occlusioni intestinali con quadri di addome acuto.

        Molti pazienti non hanno alcun sintomo, un tumore carcinoide può essere scoperto casualmente in corso di endoscopia digestiva o interventi chirurgici per altre patologie addominali.

        Diagnosi

        La diagnosi di tumore neuroendocrino deve essere fatta mediante esame citoistologico di cellule o di tessuto provenienti dal tumore dopo intervento di exeresi della massa neoplastica o semplice biopsia.

        L’iter diagnostico comprende esami umorali e strumentali. Tra gli esami umorali è molto utile il dosaggio sierico e urinario (nelle urine delle 24 ore) dell’acido 5-idrossiindoloacetico (5HIAA), un prodotto di degradazione della serotonina. Un valore più elevato della norma è indicativo di iperproduzione di serotonina e indirettamente della presenza di un tumore neuroendocrino.

        Alcuni cibi e medicine devono essere vietate nei due giorni precedenti la raccolta delle urine, perché possono falsare il risultato, e sono: banane, avocado, kiwi, pomodori, mele, caffeina, fluorouracile, fenacetina, inibitori della monoaminoossidasi, isoniazide

        Un marcatore sierico tipico dei tumori neuroendocrini (carcinoidi ed altri) è la Cromogranina A (CgA) che è un indicatore della massa tumorale, ossia maggiore è il suo valore sierico, più grande è il tumore. Esso è anche un fattore di prognosi poiché alti livelli ematici all’esordio della malattia corrispondono ad una prognosi meno favorevole. La CgA permette, inoltre, di valutare l’efficacia delle terapie: infatti, il suo valore si riduce contestualmente alla riduzione della massa tumorale.

        Un altro marcatore sierico dei tumori neuroendocrini è l’Enolasi neuronespecifica (NSE), anch’esso importante marker prognostico, indicatore di massa e di trattamento.

        Gli esami strumentali necessari per la diagnosi includono: la endoscopia digestiva (colonscopia ed esofago-gastrodigiunoscopia), la Tac e/o RMN e l’Octreoscan. Quest’ultimo è un esame di recente acquisizione e consiste in una scintigrafia con un analogo marcato della somatostatina, l’111In.Octrotide. Questa metodica presenta il vantaggio di evidenziare anche lesioni piccolissime e si basa sul fatto che oltre l’ 80% dei Tumori Neuroendocrini esprime recettori per la somatostatina.

        Tale tecnica è molto utile sia per localizzare un tumore già diagnosticato, sia per diagnosticare il tumore quando i tests standard sono risultati negativi. Una positività all’octreoscan in genere predice anche una buona risposta al trattamento con octreotide.

        Trattamento

        I tumori neuroendocrini sono molto vari per dimensioni, localizzazione, sintomi e crescita. Proprio per questo il trattamento in ogni caso dovrebbe essere individualizzato.

        La chirurgia, con completa rimozione di tutto il tessuto tumorale, è il miglior trattamento, quando possibile. L’intervento può anche dare una guarigione completa e permanente. Talvolta ciò non è possibile, perché la neoplasia è di grandi dimensioni o per la presenza di metastasi a distanza, allora la scelta viene rivolta su terapie mediche come la ormonoterapia o la chemioterapia.

        Spesso, anche se non è possibile rimuovere completamente il tessuto tumorale, la chirurgia può essere necessaria per vari motivi, come risolvere un’ostruzione intestinale o controllare i sintomi della sindrome carcinoide (l’intervento di debulking può efficacemente ridurre il tasso di ormoni circolanti).

        Nuove e moderne tecniche come la crioablazione e la chemoembolizzazione vengono sempre più frequentemente usate per interventi di debulking in metastasi epatiche da carcinoide che non potevano essere escisse chirurgicamente.

        Per tumori ancora completamente eradicabili chirurgicamente la media di sopravvivenza è di circa 8 anni (con un range che arriva fino a 23 anni); per tumori già diffusi, la sopravvivenza a 5 anni non arriva al 50%.

        Nei decenni precedenti, prima che fossero disponibili trattamenti efficaci, la media di sopravvivenza era di 3 anni dall’inizio della sintomatologia e di 2 dalla diagnosi. Negli ultimi dieci anni, con l’avvento dell’octreotide, di vari tipi di chirurgia, della chemioterapia, della chemoembolizzazione epatica e dei mediatori della risposta biologica, la sopravvivenza media dall’inizio del trattamento ha superato i 5 anni, con un range spesso molto ampio.

        #85
        sanmag
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          #8048
          zarilda
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            ho una domanda inerente l’argomento. A mia madre è stato diagnosticato nel mese di giugno una sindrome da carcinoide sulla base di un solo sintomo: diarrea cronica. Le analisi hanno fatto riscontrare un’elevata produzione di serototnina (9 su un max di 5), il livello della Cromogranina A di 190 (non so su quanto) ed anche gli altri livelli erano un pò superiori. Le successive analisi svolte nell’arco di un mese, però davano tutti i livelli rientrati nella norma. Abbiamo intrapreso lo stesso la terapia con longastatina e nel frattempo abbiamo continuato tutti gli esami per la ricerca del carcinoide. Tutti gli esami, fatti in maniera più che scrupolosa (tac, pet, scintigrafia normale e con octotreide, colonscopie, clisma del tenue, risonanza magnetica)hanno dato tutti esiti negativi: il carcinoide non si vede.
            Ieri (20/01/2004) abbiamo fatto una ecografia adominale ed risultato un ingrossamento del fegato con delle lesioni, i medici hanno avvalorato la tesi del carcinoide, ma io mi chiedo è possibile che il carcinoide non si veda e dia metastasi? Ed ancora è possibile che il carcinoide si sia originato dal fegato e cominci a farsi vedere solo ora?
            Aspetto con ansia una risposta, nel frattempo mia madre sarà sottoposta ad una nuova tac, ad una gastroscopia ed ad una biopsia del fegato. Credo sia utile a precisare, inoltre, che mia madre, che ha 55 anni, è affetta anche da una forte depressione ansiosa viluppata nell’arco di questi quasi 2 anni di ricerca e di esami vari e che viene curata con psicofarmaci (tavor, deniban e altri).

            Grazie Alessia

            #8049
            anonymous
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              Cara Alessia,

              certamente la diagnosi definitiva di carcinoide deve essere posta su base istologica. Il problema però è che non sempre si riesce ad individuare il carcinoide: spesso infatti sono di dimensioni assai ridotte e anche con l’ Octreoscan, almeno il 20 % dei carcinoidi non è visualizzabile.
              La diagnosi quindi è frequentemente una ipotesi diagnostica.
              Nel caso di mamma, poi un solo sintomo non sarebbe in grado neanche di giustificare una “ipotesi diagnostica”: le cause di diarrea cronica sono innumerevoli. Tuttavia c’è la presenza dei markers ematici che rinforza il sospetto: non tanto la Serotonina che è solo leggermente aumentata, quanto la Cromogranina A i cui valori normali dovrebbero essere inferiori a 20 U/I. Quindi 2+2 anche se non fa proprio 4 in questo caso, almeno fa 3…nel senso che l’ipotesi diagnostica diviene più concreta.
              Per quello che riguarda la possibilità di metastasi prima di individuare la massa primaria devo dire che purtroppo è possibile (anche se infrequente nei carcinoidi) perchè dipende molto dalle caratteristiche del particolare tumore (vicinanza ai vasi sanguigni, capacità di erodere con enzimi litici le pareti cellulari ecc ecc).
              Sarei invece più scettico sulla partenza epatica: non solo i carcinoidi sono piuttosto rari nel fegato, ma se la massa primaria fosse epatica, con tutta probabilità sarebbe unica e non multipla.
              Mi lascia perplesso la negativizzazione di tutti i markers ematici (sono portato a fidarmi poco degli esami di laboratorio senza sintomi clinici). Purtroppo però in questo momento non si può fare altrro che attendere l’evoluzione ulteriore della malattia e sperare che l’Ipotesi iniziale non venga confermata…
              Spero di esserti stato di aiuto…in bocca al lupo.

              #8050
              zarilda
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                Eccomi di nuovo qui! Ho scritto qualche giorno fa per chiedere un consiglio sulla situazione di mia mamma alla quale hanno diagnosticato (?) un carcinoide, oggi riscrivo perchè la situazione è davvero strana…
                Dal referto dell’ecografia si legge “sembrano vedersi due lesioni di 4 e 7 mm…” abbiamo fatto la TAC e non si vede nulla!!!
                Lunedì rifaranno l’ecografia, ma intanto i nervi di mia madre sono sempre più scossi e devo dire anche i miei…
                A volte ho l’impressione che i medici dtiamo giocando sulla nostra pelle, razionalmente so che non è così e che gli esami sono fatti con estrema cura, ma dopo quasi due anni non ce la faccio più!
                Per favore datemi un consiglio!
                Grazie ancora e scusate per lo sfogo!
                Alessia

                #8051
                anonymous
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                  Cara Alessia,

                  il tuo sfogo è senz’altro comprensibile. Purtroppo la medicina non è affatto una scienza esatta, nonostante i notevoli sforzi prodotti per renderla tale.
                  La TAC negativa dopo una ecografia che “sembra” dimostrare la presenza di alcune formazioni di pochi millimetri, non ti deve affato sorprendere, anzi è cosa alquanto comune. L’ecografia infatti è una tecnica di “imaging” cioè di formazione di immagini basata sugli echi di ultrasuoni respinti dai tessuti di diversa densità. La sua capacità di risoluzione è piuttosto bassa e, anche se gli ecografisti cercano di interpretare anche immagini molto piccole e di densità poco diversa dai tessuti circostanti, non sono infrequenti i “falsi positivi” cioè capita che talvolta si “vedano” immagini che poi risultano solo artefatti. Questo è il motivo per cui in medicina non ci si ferma mai di fronte al primo risultato e comunque si utilizzano sempre più tecniche di visualizzazione.
                  La TAC in questo caso è sicuramente molto più affidabile e la sua negatività, nel caso di mamma, vi deve tranquillizzare.

                  A questo punto vorrei riepilogare:

                  – a giugno viene posta una ipotesi diagnostica di carcinoide intestinale sulla base di una sintomatologia diarroica e sulla contemporanea elevazione di alcuni esmi del sangue.

                  – gli esami, ricontrollati dopo poco tempo danno però esiti normali

                  – nonostante questo si decide di effettuare comunque una terapia per il carcinoide

                  – il 20 gennaio (dopo circa 7 mesi), si notano delle immagini di pochi mm nel fegato, che però non vengono confermate dalla TAC.

                  Quindi attualmente la situazione è:

                  – è stata posta una ipotesi diagnostica ed è stata effettuata una terapia

                  – ad oggi tutto è nella norma e nulla lascia pensare che il carcinoide (se mai è esistito) sia ancora attivo.

                  A questo punto, la mia personale opinione è che vi dobbiate tutti tranquillizzare. Terminerei gli accertamenti programmati, dopo di che mi metterei in uno stato che in medicina si chiama “vigile attesa”, cioè smetterei di tormentare mamma e programmerei degli esami del sangue periodici ogni 6 mesi-1 anno per seguire l’eventuale evoluzione.

                  Ma in tutto questo, la paziente come sta? Spesso infatti si comincia a mettere in atto una lunga serie di accertamenti diagnostici, dimenticando che i dati più importanti ci vengono dalla clinica: dopo la prima terapia con Longastatina la diarrea è passata? Oggi la diarrea è ancora presente? Se è così, sono state prese in considerazione altre possibili cause di diarrea cronica (parassitosi, morbo celiaco, malassorbimenti, morbo di Chron, colon irritabile su base ansiosa ecc ecc)?
                  E’ importante che, al di là degli specialisti e degli esami diagnostici, ci sia sempre il medico curante che tiri le somme di tutto, altrimenti si rischia una serie infinita di esami inutili: parlatene col vostro medico di famiglia!

                  Saluti,

                  #8052
                  zarilda
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                    Grazie mille per la risposta! Adesso voglio rispondere io a tutte le domande cercando di essere concisa, ma chiara. Mia mamma ha da sempre sofferto di colon irritabile ed è stata operata per bene due volte di calcoli (alla colecisti)ha sempre convissuto con episodi più o meno sporadici di diarrea. Nel maggio del 2002 però ha incominciato ad avere diarrea sempre più frequente ed a perdere peso (adesso, a 55 anni, pesa 36 kg per 1,48 di altezza)da quel momento è iniziata la lunga trafila di medici ed esami che hanno escluso tutte le patologie da lei indicate tranne il colon irritabile e poi l’ipotesi di carcinoide.
                    Nonostante le cure comunque la diarrea non è sparita, solo adesso sta trovando un pò di respiro grazie ad un farmaco che si chiama Questran, ma di fatto tutti questi accertamenti e relative incertezze non hanno fatto altro che aumentare la sua ansia portandola ad uno stato depressivo-ansioso notevole e quasi ingestibile anche per noi che le stiamo vicino e che lei carica di angosce e pretese.
                    Inoltre i medici si ostinano (giustamente) nel cercare la causa della diarrea (che non cessa nemmeno con gli psicofarmaci) ed ad ogni fallimento mia madre fa un passo indietro…
                    Io spero veramente che decidano veramente di lascirla un pò in pace, se davvero non c’è nulla di grave. Ovviamente bisogna sempre tenerla sotto controllo con gli esami periodici, che lei per ora li ha fatti ogni 3 mesi e che sono sempre risultati normali.
                    I prossimi esami li farà mercoledì e saranno fatti dopo due mesi di sospensione da Longastatina, ma queste condizioni deve riprenderla? Secondo il medico che ha diagnosticato il carcinoide sì, invece secondo il gastroenterologo, che sta appurando la veridicità della diagnosi, no.

                    Grazie ancora
                    Alessia

                    #8053
                    anonymous
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                      Cara Alessia,

                      la colecistectomia, il colon irritabile, la sindrome ansioso-depressiva, sono tutte cause dimostrate di diarrea cronica.
                      Non mi hai detto se dopo terapia con Longastatina la diarrea è passata o perlomeno migliorata, ma dal tuo ultimo post arguisco di no.
                      La diagnosi di carcinoide non è stata affatto definita, anzi mi sembra di capire che i dati su cui poggia siano alquanto esigui.
                      Ora vorrei parlarti da “paziente” e non da medico (anche perchè prima di esprimere un giudizio il medico deve SEMPRE visitare il paziente).
                      Se si trattasse di mia madre penserei innanzitutto ad una terapia per bloccarle la diarrea e farle riprendere un po’ di peso (i farmaci antidiarroici sono molti: imodium, dissenten ecc ecc); poi cercherei di tranquillizzarla “dimenticando” il carcinoide fino a prova contraria, fino a quando cioè gli accertamenti periodici (che farei a questo punto ogni anno e non più spesso: analisi del sangue e semmai una ecografia epatica) non consentano una diagnosi; in ultimo (ma non ultimo!) avvierei una terapia psicologica eventualmente supportata da una terapia farmacologica per la sindrome ansioso-depressiva.

                      Cari saluti

                      #8054
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                      Ciao!
                      La mia storia è lunga e travagliata. Da quando ho 6 anni (quindi da 22 anni) soffro di una serie di problemi che insorgono periodicamente intorno alle 5 del mattino: vomito incoercibile ( a stomaco vuoto), dolori addominali, in qualche caso svenimento con perdita di coscienza. In pronto soccorso in tutti i casi hanno rilevato ingente leucocitosi neutrofila (16000-18000 leucociti in tutti i casi) tuttavia con Proteina C reattiva negativa,ed in 2 casi una sub-occlusione intestinale. Sottoposta ad un’infinita serie di indagini (TAC clisma del tenue, scintigrafia per ricerca del Diverticolo di Meckel, ricerca di Antigeni per celiachia)tutti risultati negativi, solo ora un gastroenterologo mi ha consigliato un dosaggio di serotonina e derivati nelle urine delle 24 ore.
                      Il mio dosaggio di serotonina e 5HTRP è di 9, (il limite massimo è 5).Sto attendendo di fare un’altra visita con il mio gastroenterologo, ma nel frattempo leggendo riguardo il carcinoide,in parte mi ritrovo, in parte mi chiedo come posso averlo da sempre, o, al contrario il mio dosaggio di serotonina più alto in un momento in cui sto bene e sono asintomatica da cosa possa dipendere. Spero di non essermi dilungata troppo, ciao,
                      Chiara

                      #8055
                      romy
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                        ciao a tutti, sono una nuova utente e vorrei chiedere il vostro aiuto per capire qualcosa di più sulla situazione di mia madre: dal 2000 soffre di problemi di svuotamento gastrico piuttosto gravi tanto che l’anno scorso ha dovuto subire un intervento di anastomosi gastrointestinale(in pratica oltre al piloro le hanno praticato una seconda uscita nello stomaco direttamente connesa ad un altro tratto intestinale). Ad oggi ha problemi di reflusso biliare e ulcerazioni gastriche. L’immunologo sostiene che il problema della scarsa motilità gastrica sia dovuto ad una malattia autoimmune, la sclerodermia, ancora in fase latente poichè l’unico valore alterato sono gli ANA 1:160. Nell’ultimo mese però è subentrato un nuovo problema, un arrossamento bruciante del viso e a volte del collo di una tale gravità che due settimane fa ha obbligato mia madre ad un nuovo ricovero per accertamenti.
                        Dalla Tac sono risultate 2 cisti bilaterali ai reni e anche due angiomi al fegato oltre ad ingrossamento dello stesso.
                        In più l’ormone HUMAN CROMOGRANINA A è risultato 308.9 con valori di riferimento 20-150 ng/ml e il GICA a 54.
                        Il medico a ipotizzato un carcinoide intestinale ma ci ha detto di ripetere gli esami perchè l’ormone cromogranina può essere alterato dai farmaci. A voi risulta che sia vero? Mia madre assume da anni Ranydil, Levopraid e Peridon e in alcuni periodi segue una terapia con cortisone(Deltacortene).
                        Cosa ne pensate? Premetto che mia madre ha fatto l’Octreoscan nel 2003 con esito negativo e anche i dosaggi dell’acido indolacetico sono sempre risultati nella norma.
                        Ringrazio tutti anticipatamente
                        romina

                        #8056
                        seregro
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                          sono un nuovo membro del forum, vorrei porvi il problema di mia mamma.ha 68 anni e da maggio 2009 ha diarrea con 5-8 scariche al giorno. è sempre stata seguita dal gastroenterologo (nel 2003 ha avuto una pancreatite virale risolta tutt’oggi)che dopo numerosi esami del sangue e feci (chron, sangue occulto, parassitologico e celiachia) tutti negativi, si è arreso a sintomi depressivi. dopo una cura neurologica la situazione intestinale non è migliorata per nulla. ad agosto gli esiti di esami del sangue hanno rilevato Ca125 a 245, visto che era sottocontrollo per una ciste ovarica siamo corsi a fare una tac, che ha diagnosticato un aumento delle dimensioni della massa ovarica ed ascite pelvica. prima dell’intervento ha fatto gastroscopia e colonscopia per togliere dubbi sull’apparato gastrointestinale vista la continua diarrea. le è stata fatta un’isterectomia e lavaggio pelvico. gli esiti citologici ed istologici sono risultati entrambi negativi. pensavamo di aver risolto gran parte del problema, ma solo dopo pochi giorni la diarrea si è ripresentata. naturalmente mia mamma ha iniziato a perdere peso, visto anche la debilitazione da intervento. sia i ginecologi che un altro gastroenterologo non hanno dato più di tanto importanza alla situazione intestinale (ha provato numerose cure, compreso il questran ma nulla). circa 20 gg fa dall’ecografia addome di controllo si è visto liquido ascitico. un altro gastroenterologo, il terzo, (considerato a livello nazionale) in base agli esami fatti e al deperimento fisico di mia mamma (ad oggi è 45kg e inappetente) ci ha consigliato un ricovero presso il policlinico in cui lavora e consiglia di indagare tenue e endocrino. ci ha rassicurato che non dovrebbero esserci grandi sorprese ma il ricovero non è ancora stato effettuato per problemi di posti. naturalmente l’attesa ci preoccupa ma domani rifacciamo i dosaggi di proteine, albumina vit B12…che fino alla settimana scorsa non erano molto basse- grazie

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