Amyvid 1900 iniettabile: Scheda Tecnica del Farmaco

Amyvid 1900 iniettabile

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Amyvid 1900 iniettabile: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Amyvid 1900 MBq/ml soluzione iniettabile

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni ml di soluzione iniettabile contiene 1900 MBq di florbetapir (18F) alla data e ora di calibrazione (ToC,

Time of Calibration).

L’attività per flaconcino varia da 1900 MBq a 28500 MBq alla data e ora di calibrazione.

Il fluoro (18F) decade in ossigeno stabile (18O) con un’emivita di circa 110 minuti emettendo una radiazione di positroni di 634 keV, seguita da radiazione da annichilazione fotonica di 511 keV.

Eccipienti con effetti noti:

Questo medicinale contiene 79 mg/ml di etanolo e fino a 37 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione iniettabile. Soluzione limpida incolore.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Medicinale solo per uso diagnostico.

Amyvid è un radiofarmaco indicato per rilevare con la tomografia ad emissione di positroni (PET) le immagini della densità delle placche neuritiche di β-amiloide nel cervello di pazienti adulti con decadimento cognitivo che vengono valutati per la malattia di Alzheimer (AD) e altre cause di decadimento cognitivo.

Amyvid deve essere usato congiuntamente alla valutazione clinica.

Una scansione negativa indica la presenza di poche placche o l’assenza di placche, il che non è coerente con una diagnosi di AD. Per i limiti nell’interpretazione di una scansione positiva vedere i paragrafi 4.4 e 5.1.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Una scansione PET con florbetapir deve essere richiesta da medici con esperienza nella gestione clinica delle patologie neurodegenerative.

Le immagini ottenute con Amyvid devono essere interpretate solo da valutatori che hanno effettuato un training su come interpretare le immagini della PET con florbetapir (18F). Nei casi in cui con la scansione PET è difficile localizzare la sostanza grigia e il margine della sostanza bianca/grigia, si raccomanda un esame recente con tomografia computerizzata (TC) o con risonanza magnetica (RM), co-registrato con l’esame PET, per ottenere un’immagine combinata PET-TC o PET-RM (vedere il paragrafo 4.4 Interpretazione delle immagini).

Posologia

L’attività raccomandata per un adulto che pesa 70 kg è 370 MBq di florbetapir (18F). Il volume dell’iniezione non deve essere inferiore a 1 ml e non superare 10 ml.

Popolazioni speciali

Persone anziane

Non è raccomandato un aggiustamento della dose in base all’età.

Insufficienza renale ed epatica

E’ necessaria una valutazione attenta dell’attività da somministrare perché in questi pazienti è possibile che l’esposizione alle radiazioni risulti maggiore. Vedere il paragrafo 4.4.

Non sono stati eseguiti studi estesi per determinare il range o l’aggiustamento della dose con questo medicinale nelle popolazioni normali e speciali. Le farmacocinetiche di florbetapir (18F) in pazienti con insufficienza renale o epatica non sono state caratterizzate.

Popolazione pediatrica

Non c’è un uso rilevante di Amyvid nella popolazione pediatrica.

Modo di somministrazione Per uso endovenoso.

Per uso multidose.

L’attività di florbetapir (18F) deve essere misurata con un calibratore di dose immediatamente prima dell’iniezione.

La dose è somministrata per iniezione endovenosa in bolo, seguita da un lavaggio con una soluzione iniettabile di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) per assicurare la somministrazione completa della dose.

L’iniezione di Amyvid attraverso un catetere endovenoso corto (approssimativamente di 4 cm o meno) minimizza il potenziale assorbimento del principio attivo da parte del catetere.

L’iniezione di florbetapir (18F) deve essere endovenosa per evitare l’irradiazione dovuta a travaso locale, cosi come la rilevazione di immagini artefatte.

Acquisizione delle immagini

Un’immagine PET di 10 minuti deve essere acquisita circa 30-50 minuti dopo l’iniezione endovenosa di Amyvid. I pazienti devono stare supini con la testa posizionata in modo tale da centrare il cervello, incluso il cervelletto, nel campo visivo dello scanner della PET. Per ridurre il movimento della testa possono essere impiegati un nastro o altri poggiatesta flessibili. La ricostruzione deve includere la correzione per l’attenuazione per avere pixel transassiali delle dimensioni comprese tra 2,0 e 3,0 mm.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Giustificazione di un rapporto beneficio/rischio individuale

Per ogni paziente l’esposizione a radiazioni deve essere giustificata sulla base dei possibili benefici. L’attività somministrata deve, in ogni caso, essere la più bassa possibile per ottenere le informazioni diagnostiche richieste.

Insufficienza renale e insufficienza epatica

Per questi pazienti è necessaria un’attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio poiché è possibile che l’esposizione alle radiazioni risulti aumentata. Florbetapir (18F) è escreto principalmente attraverso il sistema epatobiliare e per i pazienti con insufficienza epatica esiste la possibilità di un’aumentata esposizione alle radiazioni. Vedere anche il paragrafo 4.2.

Popolazione pediatrica

Per informazioni sull’uso nella popolazione pediatrica, vedere i paragrafi 4.2 o 5.1.

Interpretazione delle immagini con Amyvid

Le immagini con Amyvid devono essere interpretate solo da valutatori che hanno effettuato il training su come interpretare le immagini della PET con florbetapir (18F). Una scansione negativa indica una densità scarsa o assente di placche neuritiche corticali di ß-amiloide. Una scansione positiva indica una densità da moderata a frequente. Sono stati osservati errori di interpretazione dell’immagine nella valutazione della densità delle placche neuritiche cerebrali diβ -amiloide, inclusi dei falsi negativi.

La valutazione delle immagini deve essere eseguita principalmente nell’orientamento transassiale e, quando necessario, anche sui piani sagittale e coronale. Si raccomanda che la valutazione delle immagini includa tutte le sezioni transassiali del cervello usando una scala in bianco e nero con l’intensità massima della scala impostata alla massima intensità di pixel su tutto il cervello.

L’interpretazione dell’immagine come negativa o positiva viene effettuata confrontando visivamente l’attività della sostanza grigia corticale con l’attività della sostanza bianca corticale adiacente (vedere la Figura 1).

Scansioni negative hanno più attività nella sostanza bianca che nella sostanza grigia, creando un evidente contrasto grigia-bianca. Scansioni positive avranno:

Due o più aree del cervello (ciascuna più larga di una singola circonvoluzione corticale) in cui il contrasto grigia-bianca è ridotto o assente. Questo è il modo in cui appare più comunemente una scansione positiva.

Una o più aree in cui l’attività della sostanza grigia è intensa e supera in modo evidente l’attività della sostanza bianca adiacente.

Figura 1: Immagini PET con Amyvid che mostrano esempi di scansioni negative (le due righe in alto) e di scansioni positive (le due righe in basso). Le figure da sinistra a destra mostrano le immagini PET relative alla sezione sagittale, coronale e trasversale. L’ultima figura a destra mostra l’immagine ingrandita dell’area del cervello evidenziata nel rettangolo. Le due frecce in alto indicano il normale contrasto grigia-bianca preservato con un’attività corticale inferiore a quella della sostanza bianca adiacente. Le due frecce in basso indicano aree con un ridotto contrasto grigia-bianca e un’aumentata attività corticale che è paragonabile all’attività della sostanza bianca adiacente.

Per le limitazioni di utilizzo nei pazienti con deterioramento cognitivo lieve (MCI), vedere il paragrafo 5.1.

L’efficacia di Amyvid nel prevedere lo sviluppo di AD o monitorare la risposta alla terapia non è stata stabilita (vedere il paragrafo 5.1).

Alcune scansioni possono essere di difficile interpretazione a causa del rumore di fondo dell’immagine, della marcata atrofia con assottigliamento corticale o dell’immagine sfocata che possono portare ad errori di interpretazione. Nei casi in cui è difficile individuare con le scansioni PET la sede della sostanza grigia e il margine della sostanza bianca/grigia, ed è disponibile un’immagine recente di TC o di RM registrata

contemporaneamente all’esame PET, chi effettua l’interpretazione deve esaminare l’immagine combinata della PET-TC o della PET-RM per chiarire la correlazione tra il reperto della PET e l’anatomia della sostanza grigia.

In alcuni casi è stata identificata un’aumentata captazione in strutture extracerebrali quali le ghiandole salivali, la cute, i muscoli e le ossa (vedere il paragrafo 5.2). L’esame delle immagini sagittali e le immagini della TC o della RM registrate contemporaneamente possono aiutare a distinguere l’osso occipitale dalla sostanza grigia occipitale.

Dopo l’esame

Nelle prime 24 ore successive all’iniezione, il contatto ravvicinato con bambini e donne in gravidanza deve essere limitato.

Avvertenze specifiche

Il contenuto di sodio è superiore a 1 mmol (fino a 37 mg per dose). Questo deve essere tenuto in considerazione nei pazienti con una dieta a basso contenuto di sodio.

Questo medicinale contiene 10 vol % di etanolo (alcol), cioè fino a 790 mg per dose, equivalenti a 20 ml di birra o 8 ml di vino per dose.

Questa quantità può essere dannosa per chi soffre di alcolismo e ciò deve essere tenuto in considerazione nelle donne in gravidanza e che stanno allattando e nei gruppi ad alto rischio come i pazienti con malattia epatica o epilessia.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Non sono stati effettuati studi di interazione in vivo.

Studi di legame in vitro non hanno mostrato interferenze del legame di florbetapir (18F) alle placche di ß- amiloide in presenza degli altri medicinali comunemente assunti dai pazienti con AD.

04.6 Gravidanza e allattamento

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Donne potenzialmente fertili

Quando è prevista la somministrazione di radiofarmaci ad una donna potenzialmente fertile, è importante determinare se è o non è in stato di gravidanza. Ove non sia provato il contrario, qualsiasi donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata in stato di gravidanza. In caso di dubbi riguardo ad una possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, etc.), devono essere proposte alla paziente tecniche alternative che non utilizzino radiazioni ionizzanti (qualora ve ne siano).

Gravidanza

Le metodiche che utilizzano radionuclidi impiegate su donne in stato di gravidanza generano radiazioni che coinvolgono il feto. Pertanto, durante la gravidanza devono essere eseguiti soltanto gli esami ritenuti essenziali, quando il probabile beneficio supera di gran lunga il rischio per la madre e per il feto.

Non sono stati condotti studi nelle donne in stato di gravidanza. Non sono stati eseguiti studi negli animali per valutare gli effetti di florbetapir (18F) sulla riproduzione (vedere il paragrafo 5.3).

Allattamento

Non è noto se florbetapir (18F) sia escreto nel latte umano durante l’allattamento. Prima della somministrazione di radiofarmaci a una madre che sta allattando al seno si deve valutare la possibilità di ritardare la somministrazione del radionuclide fino a quando la madre abbia terminato l’allattamento al seno e considerare se sia stato scelto il radiofarmaco più appropriato tenendo presente l’eliminazione di attività nel latte materno. Se la somministrazione è ritenuta necessaria, l’allattamento deve essere interrotto per 24 ore e il latte prodotto deve essere eliminato.

Nelle prime 24 ore successive all’iniezione, il contatto ravvicinato con bambini deve essere limitato.

Fertilità

Non sono stati effettuati studi sulla fertilità.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non pertinente.

04.8 Effetti indesiderati

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Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse sono state raccolte negli studi clinici che hanno coinvolto 555 soggetti con 665 somministrazioni di Amyvid soluzione iniettabile. Non sono state riportate reazioni avverse gravi correlate alla somministrazione di Amyvid.

Elenco delle reazioni avverse

La frequenza è definita come molto comune (1/10), comune (1/100, 1/10), non comune (1/1.000,

1/100), raro (1/10.000, 1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Nella realtà le reazioni avverse potrebbero verificarsi con una frequenza anche inferiore a quella riportata di seguito, ma la dimensione del database da cui sono stati ottenuti i dati non ha permesso di assegnare le categorie di frequenza inferiore alla categoria “non comune” (1/1.000,

1/100).

Patologie del sistema nervoso

Comuni: cefalea

Non comuni: disgeusia

Patologie vascolari

Non comuni: vampate di calore

Patologie gastrointestinali

Non comuni: nausea

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non comuni: prurito, orticaria

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Non comuni: rash a livello del sito di infusione, reazione in corrispondenza del sito di iniezione (tra cui emorragia, irritazione e dolore).

L’esposizione alle radiazioni ionizzanti è correlata all’induzione di cancro e al potenziale sviluppo di difetti ereditari. Poiché, quando viene somministrata l’attività raccomandata di 370 MBq di florbetapir (18F), la dose efficace è 7 mSv, queste reazioni avverse sono attese con una bassa probabilità.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V

.

04.9 Sovradosaggio

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Data la piccola quantità di florbetapir (18F) in ogni dose, il sovradosaggio non dovrebbe provocare effetti farmacologici. Nel caso di somministrazione di un sovradosaggio di radiazioni, la dose assorbita dal paziente deve essere ridotta se possibile aumentando l’eliminazione del radionuclide dal corpo con una frequente minzione e defecazione. Potrebbe essere utile calcolare la dose efficace che è stata impiegata.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: radiofarmaceutici diagnostici, sistema nervoso centrale, Codice ATC: V09AX05.

Meccanismo d’azione

Florbetapir (18F) si lega alle placche neuritiche di ß-amiloide. Gli studi di legame che usano i tradizionali metodi di colorazione neuropatologica su cervelli con AD post-mortem hanno dimostrato una correlazione statisticamente significativa (p < 0.0001) tra il legame di florbetapir (18F) in vitro e il deposito di aggregati ß- amiloidi. In vivo, la correlazione tra la captazione di florbetapir (18F) nella sostanza grigia corticale e la quantità totale di ß-amiloide è stata valutata in pazienti in fin di vita usando l’anticorpo anti-amiloide 4G8 che evidenzia la ß-amiloide trovata sia nelle placche neuritiche che diffuse. Il legame in vivo di

florbetapir (18F) ad altre strutture ß-amiloidi o ad altre strutture o recettori cerebrali rimane sconosciuto.

Effetti farmacodinamici

Alle basse concentrazioni chimiche presenti in Amyvid, florbetapir (18F) non ha una attività farmacologica rilevabile.

Negli studi clinici completati, la captazione di florbetapir (18F) in 6 aree corticali predefinite del cervello (precuneo, frontale, cingolato anteriore, cingolato posteriore, parietale e temporale) è stata misurata quantitativamente usando come indice il valore di captazione standardizzato (SUV, Standardised Uptake Value). I rapporti medi dei SUV corticali (SUVR, relativi al cervelletto) sono più alti nei pazienti con AD rispetto a quelli dei soggetti volontari sani. I valori medi dei SUVR corticali rispetto a quelli cerebellari nei pazienti con AD mostrano sostanziali aumenti continui dal tempo zero nei 30 minuti dopo la somministrazione e successivamente, con solo delle piccole variazioni, fino a 90 minuti dopo la somministrazione.

Non sono state notate differenze nei risultati in termini di SUVR nei soggetti che assumevano i comuni trattamenti per l’AD rispetto a quelli che non li assumevano.

Efficacia clinica

E’ stato eseguito uno studio pivotal su 59 pazienti in fin di vita con l’obiettivo di stabilire la performance diagnostica di Amyvid nel rilevare la densità delle placche neuritiche corticali (densità assente o scarsa vs densità moderata o frequente). I risultati della PET sono stati confrontati con la più alta densità di placche neuritiche misurata sulle sezioni della corteccia frontale, temporale o parietale di pazienti sottoposti ad autopsia nei 24 mesi successivi alla scansione PET. Non è stato possibile misurare in modo affidabile lo stato cognitivo dei soggetti. In tutti i 59 soggetti, la valutazione della PET in cieco da parte di 5 medici nucleari ha dato come risultato nella maggior parte dei casi una sensibilità di lettura del 92% (95% IC: 78-98%) e una specificità del 100% (95% IC: 80-100%). In uno studio su 47 volontari sani giovani (di età inferiore a 40 anni), che si presumeva essere privi di depositi ß-amiloidi, tutte le scansioni PET con Amyvid sono state negative.

La sensibilità e la specificità di Amyvid nel rilevare la densità delle placche neuritiche corticali sono state ulteriormente valutate in due altri studi in cui differenti gruppi di valutatori hanno interpretato le immagini di alcuni soggetti poi sottoposti ad esame autoptico nello studio pivotal. I risultati di questi studi sono stati analoghi ai risultati ottenuti nello studio pivotal. La consistenza tra i valutatori, usando valori della kappa di Fleiss, variava da 0.75 a 0.85.

In uno studio longitudinale, 142 soggetti (con diagnosi clinica di MCI, AD o cognitivamente normali) sono stati sottoposti alle scansioni PET con florbetapir (18F) all’inizio dello studio e poi sono stati seguiti per

3 anni per valutare la relazione tra le immagini ottenute con Amyvid e le variazioni dello stato diagnostico. I valori di performance diagnostica della PET con florbetapir (18F) sono riportati nella tabella di seguito:

Accordo con la diagnosi di MCI all’inizio dello studio

Accordo con la diagnosi di di AD clinicamente manifesta

all’inizio dello studio

Accordo con la diagnosi di MCI all’inizio dello studio Accordo con la diagnosi di di AD clinicamente manifesta all’inizio dello studio
N=51 N=31
Sensibilità 19/51 = 37,3% 21/31 = 67,7%
(95% IC: 24,1-51,9%) (95% IC: 51,3-84,2%)
Specificità Utilizzando casi non-MCI (cognitivamente normali& con AD clinicamente manifesta) Utilizzando casi non-AD (cognitivamente normali& con MCI)
69/100 = 69,0% 91/120 = 75,8%
(95% IC: 59,9-78,1%) (95% IC: 68,2-83,5%)
Quoziente di probabilità positivo 1.20 (95% IC: 0.76-1.91) 2.80 (95% CI: 1.88-4.18)

N=51 N=31

Sensibilità

Specificità

Quoziente di probabilità positivo

Dei pazienti che all’inizio dello studio avevano avuto una diagnosi clinica di MCI, 9 (19%) sono passati ad AD clinicamente manifesta dopo 36 mesi. Dei 17 pazienti con MCI che hanno avuto una scansione PET positiva, 6 (35%) hanno avuto una diagnosi di probabile AD clinicamente manifesta dopo 36 mesi rispetto a 3 (10%) dei 30 pazienti che hanno avuto una scansione negativa. La sensibilità della scansione con Amyvid nel rilevare la percentuale di passaggio da MCI ad AD nei 9 pazienti è stata del 66,7% (95% IC: 35-88%), la specificità nei 38 pazienti che non hanno avuto questa evoluzione è stata del 71,0% (95% IC: 55-83%) e il quoziente di probabilità positivo è stato di 2.31 (95% IC:1.2-4.5%). Il disegno di questo studio non permette di stimare il rischio di evoluzione da MCI ad AD clinicamente manifesta.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Amyvid in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica poiché non è indicato per l’uso nella popolazione pediatrica.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Distribuzione

Florbetapir (18F) si distribuisce nell’organismo entro alcuni minuti dall’iniezione e poi è rapidamente metabolizzato.

Captazione a livello degli organi

La massima captazione di florbetapir (18F) a livello encefalico si verifica entro alcuni minuti dall’iniezione, seguita da una rapida clearance a livello encefalico nei primi 30 minuti successivi all’iniezione. Gli organi di maggiore esposizione sono gli organi di eliminazione, principalmente la colecisti, il fegato e l’intestino.

I soggetti di controllo sani mostrano livelli di accumulo relativamente bassi di florbetapir (18F) a livello della corteccia e del cervelletto. Analisi regionali mostrano livelli leggermente più alti di accumulo nel caudato, nel putamen e nell’ippocampoIl livello più alto di captazione si verifica nelle regioni composte principalmente da sostanza bianca (ponte e centro semiovale). Nei soggetti con AD, le regioni corticali e il putamen mostrano una captazione significativamente maggiore rispetto ai soggetti di controllo. Nei soggetti con AD, come nei soggetti di controllo, c’è un ridotto accumulo nel cervelletto e nell’ippocampo e un elevato accumulo nel ponte e nel centro semiovale.

Le basi biofisiche dell’accumulo di florbetapir (18F) nella sostanza bianca del cervello umano vivente non possono essere ancora del tutto spiegate. Si ipotizza che una clearance inferiore del radiofarmaco possa contribuire all’accumulo nella sostanza bianca poiché il flusso ematico cerebrale regionale nella sostanza bianca è meno della metà di quello nella corteccia. In alcuni casi è stata identificata un’aumentata captazione in strutture extracerebrali quali il cuoio capelluto, le ghiandole salivali, i muscoli e le ossa del cranio. La ragione di questa captazione non è nota, ma potrebbe essere dovuta all’accumulo di florbetapir (18F) o di qualche suo metabolita radioattivo o alla radioattività presente nel sangue.

Eliminazione

L’eliminazione avviene principalmente per clearance epatica ed escrezione nella colecisti e nell’intestino. Un certo accumulo/escrezione è osservato anche nella vescica. Nelle urine la radioattività è presente sottoforma di metaboliti polari di florbetapir (18F).

Emivita

Florbetapir (18F) scompare molto rapidamente dal circolo sanguigno dopo l’iniezione endovenosa. Meno del 5% della radioattività 18F iniettata rimane nel sangue 20 minuti dopo la somministrazione e meno del 2% è presente 45 minuti dopo la somministrazione. Il fluoro 18F residuo in circolo durante la finestra di 30-90 minuti di rilevamento delle immagini è principalmente nelle forme polari del 18F. L’emivita radioattiva

del 18F è 110 minuti.

Insufficienza renale/epatica

Le farmacocinetiche in pazienti con insufficienza renale o epatica non sono state caratterizzate.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Tossicologia animale e sicurezza farmacologica

I dati non clinici rivelano che non c’è un rischio specifico per l’uomo sulla base degli studi convenzionali di sicurezza farmacologica e di tossicità a dose singola e ripetuta, nei quali è stato usato florbetapir [la forma non radioattiva di florbetapir (18F)]. Uno studio con una dose acuta è stato eseguito nei ratti ed è stato determinato che il NOAEL (No Observed Adverse Effect Level – la dose senza effetto avverso osservabile) è almeno 100 volte la massima dose per l’uomo. La tossicità potenziale di iniezioni endovenose di florbetapir ripetute per 28 giorni è stata valutata nei ratti e nei cani beagle ed il NOAEL è stato almeno 25 volte la massima dose per l’uomo.

In un test di reversione della mutazione (test di Ames) su batteri in vitro, sono stati osservati aumenti del numero delle colonie revertite in 2 dei 5 ceppi esposti a florbetapir. In uno studio in vitro di aberrazione cromosomica con culture di cellule linfocitarie periferiche umane, florbetapir non ha causato un aumento della percentuale di cellule con aberrazione cromosomica dopo 3 ore di esposizione, con o senza attivazione; tuttavia, un’esposizione per 22 ore ha prodotto un aumento delle aberrazioni cromosomiche in tutte le concentrazioni testate. La tossicità genomica potenziale in vivo di florbetapir è stata valutata in uno studio sui micronuclei dei ratti. Con questo metodo, florbetapir non ha determinato un aumento del numero degli eritrociti policromatici micronucleati al più alto livello di dose ottenibile, 372 µg/kg/die somministrato due volte al giorno per 3 giorni consecutivi. Questa dose è circa 500 volte la dose umana massima e non ha mostrato evidenze di mutazioni geniche.

Non sono stati effettuati studi su animali per valutare la cancerogenicità potenziale a lungo termine, la fertilità o gli effetti di florbetapir (18F) sulla riproduzione.

Non sono stati effettuati studi di tossicologia animale e sicurezza farmacologica con florbetapir (18F).

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Etanolo assoluto Sodio ascorbato Sodio cloruro

Acqua per preparazioni iniettabili

06.2 Incompatibilità

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In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali.

06.3 Periodo di validità

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10 ore dall’ora di calibrazione

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione. Per le precauzioni di conservazione dopo la prima apertura, vedere il paragrafo 6.3.

La conservazione dei radiofarmaci deve avvenire in conformità con le normative nazionali in materia di

prodotti radioattivi.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Amyvid è fornito in flaconcini trasparenti di vetro di Tipo I borosilicato da 10 ml o 15 ml con tappi di elastomero clorobutilico rivestito con FluroTec e ghiere di alluminio.

Un flaconcino multidose della capacità di 10 ml contiene da 1 a 10 ml di soluzione, corrispondenti a 1900 – 19000 MBq alla data e ora di calibrazione.

Un flaconcino multidose della capacità di 15 ml contiene da 1 a 15 ml di soluzione, corrispondenti a 1900 – 28500 MBq alla data e ora di calibrazione.

A seguito delle differenze del processo di produzione, è possibile che i flaconcini di alcuni lotti di prodotto siano distribuiti con tappi di gomma forati.

Ogni flaconcino è racchiuso in un contenitore schermato di spessore adeguato per minimizzare l’esposizione alle radiazioni esterne.

Confezione: 1 flaconcino.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Avvertenza generale:

I radiofarmaci devono essere ricevuti, usati e somministrati solo da personale autorizzato all’interno di apposite strutture cliniche. Il loro ricevimento, conservazione, uso, trasferimento e smaltimento sono soggetti alle norme e/o alle opportune autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti.

I prodotti radiofarmaceutici devono essere preparati secondo modalità che soddisfino i requisiti sia in materia di sicurezza radiologica sia di qualità farmaceutica. Devono essere adottate precauzioni di asepsi appropriate.

Se l’integrità del flaconcino è compromessa, questo non deve essere usato.

Le procedure di somministrazione devono essere eseguite in modo da rendere minimo il rischio di contaminazione del prodotto medicinale e di irradiazione degli operatori. E’ obbligatoria un’adeguata protezione.

La somministrazione di radiofarmaci comporta rischi per altre persone (incluso il personale sanitario in stato di gravidanza) dovuti alla radiazione esterna o alla contaminazione per versamento di urine, vomito, etc.

Pertanto devono essere adottate le dovute precauzioni di protezione dalle radiazioni in conformità con la normativa locale vigente.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Eli Lilly Nederland B.V., Grootslag 1-5, NL-3991 RA Houten, Paesi Bassi

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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EU/1/12/805/003 EU/1/12/805/004

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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gennaio 2013

10.0 Data di revisione del testo

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62660