Buprenorfina Sun: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Buprenorfina Sun

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Buprenorfina Sun: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Buprenorfina SUN 2 mg compresse sublinguali Buprenorfina SUN 8 mg compresse sublinguali

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Buprenorfina SUN 2 mg: ogni compressa contiene 2,16 mg di buprenorfina cloridrato equivalente a 2 mg di buprenorfina.

Eccipienti con effetti noti:

Ogni compressa contiene 29,85 mg di lattosio monoidrato e 0,25 mg di butilidrossianisolo (E320).

Buprenorfina SUN 8 mg: ogni compressa contiene 8,62 mg di buprenorfina cloridrato equivalente a 8 mg di buprenorfina.

Eccipienti con effetti noti:

Ogni compressa contiene 119,40 mg di lattosio monoidrato e 1,00 mg di butilidrossianisolo (E320). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Compressa sublinguale.

Compressa da 2 mg: Compressa sublinguale non rivestita di colore bianco-biancastro, rotonda, biconvessa, con “2” inciso su un lato e liscia sull’altro.

Compressa da 8 mg: Compressa sublinguale non rivestita di colore bianco-biancastro, rotonda, biconvessa, con “8” inciso su un lato e liscia sull’altro.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento sostitutivo della dipendenza da oppiacei nell’ambito di una terapia medica, sociale e psicologica.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

L’uso del medicinale è inteso per gli adulti e gli adolescenti di età uguale o superiore a 16 anni che hanno accettato di essere trattati per la tossicodipendenza.

Terapia di induzione

Prima di iniziare il trattamento si raccomanda di effettuare delle analisi di funzionalità epatica al basale e di documentare la condizione di epatite virale. Pazienti positivi per epatite virale, pazienti in trattamento concomitante (vedere paragrafo 4.5) e/o che presentano attualmente disfunzione epatica sono a rischio di accelerata compromissione epatica. Si raccomanda un monitoraggio regolare della funzione epatica (vedere paragrafo 4.4).

Induzione

Prima del trattamento di induzione, è necessario prendere in considerazione il tipo di dipendenza dagli oppioidi (ad esempio oppioidi a lunga o breve durata d’azione), il tempo intercorso dall’ultima assunzione di oppioidi ed il livello di dipendenza. Al fine di evitare il precipitarsi di sintomi da astinenza, indurre il trattamento con Buprenorfina SUN quando i sintomi da astinenza saranno evidenti oggettivi e chiari.

La dose iniziale varia da 0,8 mg a 4 mg, somministrati in dose singola giornaliera. Non è disponibile il dosaggio da 0,4 mg di Buprenorfina SUN. Qualora fosse necessaria una dose inferiore, il paziente dovrà usare le compresse (da 0,4 mg) di un’altra marca.

per i dipendenti da oppioidi che non hanno subito sintomi da astinenza: una dose di buprenorfina compresse somministrata per via sublinguale almeno 4-6 ore dopo l’ultima assunzione di oppioidi ovvero alla comparsa dei primi segni di forte astinenza.

per i pazienti che ricevono metadone: prima di iniziare la terapia con buprenorfina, ridurre la dose di metadone ad un massimo di 30 mg/die. La buprenorfina può precipitare i sintomi di astinenza nei pazienti dipendenti da metadone.

Aggiustamento della dose e terapia di mantenimento

La dose deve essere individualizzata per ogni paziente. Il dosaggio di mantenimento varia tra gli individui e deve essere determinato dal progressivo aumento della dose fino a che viene individuata la dose minima efficace. La dose di mantenimento media giornaliera è di 8 mg. La maggioranza dei pazienti non richiede dosi superiori a 16 mg/die, tuttavia, l’efficacia e la sicurezza di buprenorfina compresse sono state dimostrate in studi clinici a dosi fino a 24 mg/die.

La dose viene aggiustata sulla base della rivalutazione dello stato clinico e sulla gestione generale del paziente. La stabilizzazione insoddisfacente con 16 mg al giorno può essere collegata a un eventuale uso improprio o di comorbidità psichiatrica. In questo caso devono essere prese in considerazione opzioni terapeutiche alternative.

In particolare durante l’inizio del trattamento si raccomanda di fornire la buprenorfina giornalmente. Successivamente, dopo la stabilizzazione, al paziente può essere data una quantità di medicinale sufficiente per diversi giorni di trattamento. Tuttavia, si raccomanda che la quantità del medicinale erogato sia limitata ad un massimo di 7 giorni o a seconda dei requisiti regolatori locali.

Riduzione della dose e interruzione del trattamento

Dopo aver raggiunto un soddisfacente periodo di stabilizzazione, il dosaggio può essere ridotto gradualmente ad una dose di mantenimento inferiore; se ritenuto appropriato, in alcuni pazienti il trattamento potrà essere interrotto. La disponibilità della compressa sublinguale in dosi da 0,4 mg, 2 mg e 8 mg, rispettivamente, permette una titolazione decrescente del dosaggio. Monitorare i pazienti dopo l’interruzione del trattamento con buprenorfina a causa di possibili ricadute.

Pazienti con compromissione epatica

L’effetto della compromissione epatica sulla farmacocinetica della buprenorfina non è noto. La buprenorfina viene ampiamente metabolizzata; quindi si ritiene che i livelli plasmatici saranno superiori nei pazienti con compromissione epatica moderata e grave.

Pazienti con compromissione renale

Nei pazienti con insufficienza renale non è richiesto alcun aggiustamento della dose di buprenorfina. Si raccomanda cautela nella somministrazione del medicinale a pazienti con grave compromissione renale (CLcr < 30 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

Non sono disponibili dati clinici sull’efficacia e la sicurezza d’impiego di Buprenorfina SUN nei bambini e negli adolescenti. Buprenorfina SUN non deve essere quindi impiegata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 16 anni.

Modo di somministrazione

La somministrazione è sublinguale. Il medico avviserà i pazienti che la via di somministrazione sublinguale è l’unica efficace e sicura per questo medicinale. Tenere la compressa sotto la lingua fino a scioglimento, solitamente 5-10 minuti.

Il risultato del trattamento dipende dal dosaggio prescritto e dai provvedimenti medici, psicologici, sociali ed educativi presi contemporaneamente nel monitoraggio del paziente.

 

04.3 Controindicazioni

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ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 bambini con meno di 16 anni di età grave insufficienza respiratoria grave insufficienza epatica alcolismo acuto o delirium tremens allattamento.

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Avvertenze

Buprenorfina compresse sublinguali sono indicate solo per il trattamento di dipendenza dagli oppioidi. Il trattamento deve essere inoltre prescritto da un medico esperto nella gestione dei pazienti con tossicodipendenza.

Uso improprio, abuso e deviazione

Buprenorfina può essere oggetto di uso improprio o abuso, nello stesso modo in cui accade con gli altri oppioidi, legali o illeciti. Alcuni dei rischi di uso improprio e abuso includono sovradosaggio, diffusione di infezioni virali di origine ematogena o infezioni localizzate, depressione respiratoria e danni epatici.

L’uso improprio di buprenorfina da parte di qualcuno che non sia il paziente predestinato costituisce quindi un ulteriore rischio di esporre nuovi soggetti con dipendenza da droghe ad assumere la buprenorfina come droga d’abuso principale; ciò potrebbe verificarsi se il medicinale viene distribuito per uso illecito direttamente dal paziente predestinato oppure se il medicinale non viene salvaguardato dal furto.

Il trattamento subottimale con buprenorfina può provocare l’uso errato da parte del paziente, portando al sovradosaggio o all’abbandono del trattamento. Un paziente sottoposto a sottodosaggio con buprenorfina può continuare a rispondere ai sintomi di astinenza non controllati ricorrendo all’automedicazione con oppioidi, alcol o altri sedativi ipnotici come le benzodiazepine.

Per minimizzare il rischio di uso improprio, abuso e deviazione, i medici devono prendere adeguate precauzioni quando prescrivono e dispensano buprenorfina, come ad esempio evitare di prescrivere più rinnovi in una fase precoce del trattamento, e svolgere visite di follow-up del paziente con un monitoraggio clinico adeguato alle esigenze del paziente.

Dipendenza

Buprenorfina è un agonista parziale che si lega ai recettori μ (mu)-oppioidi e la somministrazione cronica produce dipendenza del tipo oppioide. L’esperienza clinica, ha dimostrato che la buprenorfina può produrre dipendenza, ma ad un livello inferiore rispetto a un agonista completo.

Si sconsiglia una brusca interruzione del trattamento, dal momento che può causare una sindrome da astinenza la cui insorgenza può essere ritardata.

Depressione respiratoria

Sono stati riportati un numero di casi di morte per depressione respiratoria, soprattutto quando buprenorfina è usata insieme a benzodiazepine (vedere paragrafo 4.5) o quando la buprenorfina non è stata impiegata secondo le indicazioni. Casi di morte sono stati riportati anche quando buprenorfina è stata usata in associazione con altri sedativi del sistema nervoso centrale come alcol o altri oppioidi. Se buprenorfina è somministrata ad alcuni individui non dipendenti da oppiacei che non tollerano i suoi effetti, può verificarsi una depressione respiratoria potenzialmente fatale.

Buprenorfina deve essere usata con cautela in pazienti con insufficienza respiratoria (per es. malattia polmonare ostruttiva cronica, asma, cuore polmonare, riserva respiratoria ridotta, ipossia, ipercapnia, depressione respiratoria preesistente o cifoscoliosi).

Buprenorfina può causare grave depressione respiratoria, possibilmente fatale, nei bambini e nelle persone non dipendenti che accidentalmente o deliberatamente la assumono. I bambini e le persone non dipendenti da oppioidi vanno protetti dall’esposizione al medicinale.

Epatite, eventi epatici

Casi di danno epatico acuto sono stati riportati in pazienti con dipendenza dagli oppioidi, sia negli studi clinici che nelle segnalazioni degli eventi avversi comparsi nella fase successiva alla commercializzazione. Lo spettro delle anomalie si estende da innalzamento asintomatico transitorio delle transaminasi epatiche a casi di epatite citolitica, insufficienza epatica, necrosi epatica, sindrome epatorenale, encefalopatia epatica e morte. In molti casi, la presenza di preesistenti anomalie degli enzimi epatici, di infezione da virus dell’epatite B o C, l’uso concomitante di altri farmaci potenzialmente epatotossici e l’uso in corso del farmaco per iniezione possono svolgere un ruolo causale o contribuire a tali eventi. Questi fattori di base devono essere presi in considerazione prima di prescrivere la buprenorfina e durante il trattamento. Quando si sospetta un evento epatico di cui non si conosce la causa, è necessaria un’ulteriore valutazione.

A seconda dei risultati, buprenorfina può essere sospesa cautamente al fine di prevenire i sintomi da astinenza e prevenire il ritorno all’uso di droghe illecite. Qualora si decida di continuare il trattamento, è necessario monitorare attentamente la funzionalità epatica. Tutti i pazienti devono sottoporsi regolarmente a test di funzionalità epatica.

Poiché gli inibitori del CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5) possono aumentare le concentrazioni di buprenorfina, pazienti già sottoposti a trattamento con inibitori del CYP3A4 la dose di buprenorfina deve essere titolata attentamente, poiché per questi pazienti può essere sufficiente un dosaggio inferiore.

Precipitazione della sindrome da astinenza da oppiacei

Quando si inizia un trattamento con buprenorfina, è importante conoscere il profilo agonista parziale della buprenorfina. La buprenorfina somministrata per via sottolinguale può far precipitare i sintomi da astinenza in pazienti con dipendenza da oppioidi, se essa viene somministrata prima che gli effetti agonistici derivanti dal recente uso o abuso di oppioidi siano scomparsi. Al fine di evitare la precipitazione dei sintomi di astinenza, l’induzione con buprenorfina deve essere intrapresa in presenza di oggettivi segni e sintomi moderati di astinenza (vedere paragrafo 4.2).

Depressione sistema nervoso centrale

Questo medicinale può causare sonnolenza, che può essere aggravata da altri agenti attivi a livello centrale, quali alcol, tranquillanti, sedativi, ipnotici (vedere paragrafo 4.5).

Sindrome da serotonina

La somministrazione concomitante di Buprenorfina SUN e di altri agenti serotoninergici, come gli inibitori delle monoaminossidasi (anti MAO), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) o gli antidepressivi triciclici può provocare la sindrome serotoninergica, un’affezione potenzialmente rischiosa per la vita (vedere paragrafo 4.5).

Nel caso in cui sia clinicamente giustificato un trattamento concomitante con altri agenti serotoninergici, si consiglia un’attenta osservazione del paziente, in particolare all’inizio del trattamento e agli incrementi di dose.

I sintomi della sindrome serotoninergica comprendono alterazioni dello stato mentale, instabilità autonomica, anomalie neuromuscolari e/o sintomi gastrointestinali.

Se si sospetta la sindrome serotoninergica, è necessario considerare una riduzione della dose o una sospensione della terapia, a seconda della severità dei sintomi.

Compromissione epatica

Gli effetti della compromissione epatica sulla farmacocinetica di buprenorfina sono stati valutati in uno studio post commercializzazione. Poiché buprenorfina viene ampiamente metabolizzata nel fegato, i livelli del plasma sono risultati più elevati per buprenorfina somministrata in pazienti con moderata e severa compromissione epatica. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di precipitazione della sindrome da astinenza da oppiacei, tossicità o overdose causata da un aumento dei livelli di buprenorfina.

Buprenorfina compresse sublinguali deve essere usata con cautela in pazienti con compromissione epatica moderata (vedere paragrafo 4.3 e 5.2). In pazienti con compromissione epatica grave l’uso di buprenorfina è controindicato.

Compromissione renale

L’eliminazione per via renale ha un ruolo relativamente piccolo (circa 30%) sulla clearance totale di buprenorfina; di conseguenza, non è richiesto alcun aggiustamento della dose a seconda della funzionalità renale. I metaboliti di buprenorfina si accumulano in pazienti con insufficienza renale. Si raccomanda cautela nel dosaggio in pazienti con compromissione renale grave (clerance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).

Avvertenze generali riguardanti la somministrazione di oppioidi

gli oppioidi possono indurre ipotensione ortostatica nei pazienti deambulanti.

come con altri oppioidi è richiesta cautela nei pazienti che usano buprenorfina e hanno subito un danno cerebrale ovvero presentano aumento della pressione endocranica, ipotensione, ipertrofia prostatica o stenosi uretrale.

gli oppioidi possono aumentare la pressione del liquido cerebrospinale, che può causare convulsioni, quindi gli oppioidi devono essere usati con cautela in pazienti con trauma cranico, lesioni intracraniche, altre circostanze in cui la pressione cerebrospinale può essere aumentata, o storia pregressa di convulsioni la miosi indotta da oppioidi, l’alterazione del livello di coscienza o della percezione del dolore come sintomo della patologia, possono interferire con la valutazione del paziente, o confondere la diagnosi o nascondere il decorso clinico di patologie concomitanti gli oppioidi devono essere usati con cautela in pazienti che soffrono di mixedema, ipotiroidismo o insufficienza corticosurrenale (per es. morbo di Addison) è stato riscontrato che gli oppioidi aumentano la pressione intracoledocale; pertanto devono essere usati con cautela in pazienti che soffrono di disfunzione del tratto biliare.

Gli oppioidi devono essere somministrati con cautela a pazienti anziani o debilitati. Uso negli adolescenti Data la mancanza di dati sull’uso negli adolescenti (tra i 16 e i 18 anni), i pazienti che rientrano in questo gruppo devono essere monitorati attentamente per la durata del trattamento.

Eccipienti

Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di Lapp lattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Questo medicinale contiene idrossianisolo butilato (E320) che può provocare reazioni cutanee locali (ad esempio dermatite da contatto) o irritazione agli occhi e delle membrane mucose.

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per massima dose giornaliera, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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La buprenorfina non deve essere assunta insieme a

bevande alcoliche o medicinali contenenti alcol. L’alcol aumenta l’effetto sedativo della buprenorfina (vedere paragrafo 4.7).

Buprenorfina deve essere impiegata con cautela con i seguenti medicinali:

benzodiazepine: Questa associazione può potenziare la depressione respiratoria di origine centrale, con rischio di morte, pertanto il paziente deve essere attentamente monitorato e questa combinazione deve essere evitata laddove vi sia il rischio di uso improprio. I pazienti devono essere avvisati che l’auto- somministrazione di benzodiazepine non prescritte è estremamente rischiosa durante l’assunzione di questo medicinale e informati del fatto che l’uso di benzodiazepine in concomitanza con questo medicinale deve avvenire unicamente in base ad una prescrizione.

altri farmaci depressivi del sistema nervoso centrale; altri derivati degli oppioidi (analgesici e antitussivi); alcuni antidepressivi, antagonisti sedativi dei recettori H1, barbiturici, ansiolitici diversi dalle benzodiazepine, neurolettici, clonidina e sostanze correlate. Questa associazione aumenta la depressione del sistema nervoso centrale. Il ridotto livello di attenzione può rendere pericoloso la guida dei veicoli e l’uso di macchinari.

inibitori delle monoaminossidasi (IMAO): Possibile amplificazione degli effetti degli oppioidi, in base all’esperienza con la morfina.

medicinali serotoninergici, come gli inibitori delle monoaminossidasi (anti MAO), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) o gli antidepressivi triciclici in quanto aumenta il rischio di sindrome serotoninergica, un’affezione potenzialmente rischiosa per la vita (vedere paragrafo 4.4).

naltrexone: È un antagonista degli oppioidi in grado di bloccare gli effetti farmacologici della buprenorfina. Per i pazienti dipendenti da oppioidi, in trattamento con buprenorfina, il naltrexone può scatenare l’improvvisa comparsa di sintomi intensi e prolungati di astinenza da oppioidi. Per i pazienti in trattamento con naltrexone, gli effetti terapeutici attesi della somministrazione di buprenorfina possono essere bloccati dal naltrexone.

analgesici oppiacei: Può essere difficile raggiungere un’adeguata analgesia quando viene somministrato un agonista completo degli oppioidi a pazienti trattati con buprenorfina. Un possibile sovradosaggio può verificarsi anche con un agonista totale, specialmente quando si cerca di superare gli effetti della buprenorfina in quanto agonista parziale, o quando i livelli di buprenorfina nel plasma stanno diminuendo attualmente non è stata osservata nessuna interazione rilevante con la cocaina, l’agente più frequentemente usato da coloro che fanno abuso di molti farmaci in associazione agli oppioidi.

Uno studio sull’interazione tra buprenorfina e chetoconazolo (un potente inibitore del CYP3A4) ha dimostrato un aumento dei valori di Cmax e AUC per buprenorfina (rispettivamente circa il 70% e 50%) e, in misura minore, per il metabolita, norbuprenorfina. I pazienti sottoposti a trattamento con buprenorfina devono essere controllati attentamente e può essere necessaria una riduzione della dose se associata con potenti inibitori del CYP3A4 (ad esempio inibitori della proteasi come ritonavir, nelfinavir o indinavir, o antifungini azolici come ketoconazolo e itraconazolo, o antibiotici macrolidi).

L’uso concomitante degli induttori del CYP3A4 e della buprenorfina può ridurre le concentrazioni plasmatiche di buprenorfina, provocando potenzialmente un trattamento subottimale della dipendenza da oppioidi con buprenorfina. Si consiglia di monitorare con attenzione i pazienti in trattamento con buprenorfina, se vengono somministrati contemporaneamente tali induttori (per es., fenobarbital, carbamazepina, fenitoina, rifampicina). Potrebbe essere necessario aggiustare conseguentemente il dosaggio della buprenorfina o dell’induttore del CYP3A4.

Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Non sono disponibili dati adeguati sull’uso di buprenorfina in gravidanza.

Al termine della gravidanza, dosi elevate del medicinale possono indurre depressione respiratoria nei neonati, anche se somministrate per brevi periodi di tempo.

La somministrazione nel lungo periodo durante gli ultimi 3 mesi di gravidanza può causare la sindrome da astinenza nei neonati (per esempio ipertonia, tremore neonatale, agitazione neonatale, mioclono o convulsioni). La sindrome si manifesta in genere da alcune ore a vari giorni dopo la nascita.

Buprenorfina deve essere usata in gravidanza solo nel caso in cui i potenziali benefici superano i rischi.

A causa della lunga emivita di buprenorfina, deve essere preso in considerazione il monitoraggio neonatale per diversi giorni al termine della gravidanza per prevenire il rischio di depressione respiratoria o della sindrome da astinenza nei neonati.

Allattamento

La buprenorfina viene secreta nel latte umano. Nei ratti, la buprenorfina inibisce potenzialmente l’allattamento o la produzione di latte. Di conseguenza, buprenorfina non deve essere usata durante l’allattamento al seno.

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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La buprenorfina influisce in modo moderato sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. La buprenorfina può causare sonnolenza, vertigini o confusione mentale, specialmente durante il trattamento di induzione e l’aggiustamento della dose. Se assunta con alcolici o depressivi del sistema nervoso centrale, l’effetto è probabilmente più accentuato (vedere paragrafo 4.4 e 4.5). Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di evitare la guida o l’uso di macchinari (vedere paragrafo 4.5).

 

04.8 Effetti indesiderati

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L’insorgenza di effetti indesiderati dipende dalla soglia di tollerabilità del paziente; essa è più elevata nei pazienti con dipendenza farmacologica che nella popolazione generale.

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse al farmaco più comunemente riportate sono state quelle correlate ai sintomi da astinenza (per esempio insonnia, cefalea, nausea e iperidrosi) e dolore.

Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. Le categorie di frequenza sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le ADR sono riportate in ordine di gravità decrescente.

La tabella 1 riassume le reazioni avverse al farmaco più comunemente riportate durante la sorveglianza post- commercializzazione. Sono inclusi gli eventi riportati almeno nell’1% delle segnalazioni degli operatori sanitari e quelli attesi. La frequenza degli eventi non riportati negli studi cardine non può essere stimata e viene riportata come non nota.

Tabella 1 – Effetti indesiderati osservati negli studi clinici cardine e/o sorveglianza post commercializzazione elencati secondo classificazione sistemica organica
Classe di sistema/organo Frequenza Effetto indesiderato
Infezioni e infestazioni Comune Bronchite, infezione, influenza, faringite, rinite
Patologie del sistema
emolinfopoietico
Comune Linfoadenopatia
Disordini del metabolismo e della nutrizione Comune Diminuzione dell’appetito
Disturbi psichiatrici Molto comune Insonnia
Comunc Agitazione, ansia, depressione,
ostilità, nervosismo, paranoia, pensiero anormale
Non nota Farmaco-dipendenza
Patologie del sistema nervoso Molto comune Cefalea
Comune Vertigini, ipertonia, emicrania, parestesia, sonnolenza, sincope,
tremore
Patologie dell’occhio Comune Disturbi della lacrimazione, midriasi
Patologie cardiache Comune Palpitazioni
Patologie vascolari Comune Vasodilatazione
Patologie respiratorie toraciche e Comune Tosse, dispnea, sbadigli
mediastiniche Non comune Depressione respiratoria
Patologie gastrointestinali Molto comune Nausea
Comune Costipazione, dolore addominale, diarrea, bocca secca, dispepsia, disordini gastrointestinali, flatulenza, disturbi ai denti,
vomito
Patologie della pelle e del tessuto
sottocutaneo
Molto comune Iperidrosi
Comune Eruzione cutanea
Patologie del sistema
muscoloscheletrico e del tessuto connetivo
Comune Artralgia, dolore dorsale, dolore
osseo, spasmi muscolari, mialgia, dolore al collo
Patologia dell’apparato riproduttivo e della mammella Comune Dismenorrea
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Sindrome da astinenza, dolore
Comune Astenia, dolore al petto, brividi,
malessere, edema periferico, piressia
Non nota Sindrome da astinenza neonatale

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Il seguente elenco è un riassunto di altre reazioni avverse riportate durante la post-commercializzazione che sono considerate gravi o altrimenti significativi: in caso di uso improprio per via endovenosa, sono state riportate reazioni locali, talvolta settiche (ascesso, cellulite), epatite acuta potenzialmente grave e altre infezioni come polmonite, endocardite (vedere paragrafo 4.4) in pazienti con farmacodipendenza marcata, la somministrazione iniziale di buprenorfina può provocare una sindrome di astinenza, simile a quella che si verifica con l’associazione del naloxone i segni e i sintomi più comuni di ipersensibilità includono eruzioni cutanee, orticaria, prurito. Sono stati riportati casi di broncospasmo, angioedema e shock anafilattico (vedere paragrafo 4.3) si sono verificati casi di aumento delle transaminasi epatiche, epatite, epatite acuta, epatite citolitica, ittero, sindrome epatorenale, encefalopatia epatica e necrosi epatica (vedere paragrafo 4.4) è stata riportata una sindrome neonatale da astinenza da droga fra i neonati di donne che avevano assunto buprenorfina durante la gravidanza. La sindrome può essere più lieve di quella determinata da agonisti completi a breve durata d’azione dei recettori μ degli oppioidi e può essere all’inizio ritardata. La natura della sindrome può variare in base al passato da tossicodipendente della madre (vedere paragrafo 4.6) sono state riportate allucinazioni, ipotensione ortostatica, ritenzione urinaria e vertigini.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi

La depressione respiratoria conseguente alla depressione del sistema nervoso centrale è il principale sintomo che richiede l’intervento in caso di sovradosaggio, in quanto può evolvere fino all’arresto respiratorio e alla morte. I sintomi preliminari di sovradosaggio possono includere sonnolenza, ambliopia, miosi, ipotensione, nausea, vomito e/o disturbi del linguaggio Trattamento

Devono essere adottate misure generali di supporto, incluso un accurato monitoraggio delle condizioni respiratorie e cardiache del paziente. Deve essere istituito un trattamento sintomatico della depressione respiratoria dopo le misure standard di terapia intensiva. Si deve assicurare la pervietà delle vie aeree e mantenere una ventilazione assistita o controllata. Il paziente deve essere trasferito in un ambiente in cui siano disponibili tutte le apparecchiature per la rianimazione. Si raccomanda l’uso di un antagonista degli oppioidi (come il naloxone) anche se il suo effetto nell’invertire i sintomi respiratori della buprenorfina è modesto rispetto ai suoi effetti sugli oppioidi agonisti completi Prendere in considerazione la lunga durata d’azione di buprenorfina quando si dovesse decidere la durata del trattamento necessario per annullare gli effetti di un sovradosaggio. Il naloxone può essere eliminato più rapidamente della buprenorfina, consentendo la ricomparsa dei sintomi da sovradosaggio di buprenorfina precedentemente controllati.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica

Altri farmaci con effetto sul sistema nervoso; farmaci impiegati nei disturbi da tossicodipendenza; farmaci impiegati nella dipendenza dagli oppioidi.

Codice ATC: N07 BC01

Meccanismo d’azione

La buprenorfina è un oppioide agonista/antagonista parziale che si lega ai recettori μ (mu) e κ (kappa) del cervello. La sua attività nel trattamento di mantenimento verso gli oppioidi viene attribuita al suo legame lentamente reversibile con i recettori μ che, in un lungo periodo di tempo, minimizza la necessità di droga in un tossicodipendente.

Efficacia e sicurezza clinica

Durante gli studi farmacologici clinici in soggetti dipendenti da oppiodi, buprenorfina ha dimostrato effetti tetto per un numero di parametri, tra cui atteggiamento positivo, “effetto positivo” e depressione respiratoria.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Assunta per via orale, la buprenorfina subisce il metabolismo epatico di primo passaggio con N- dealchilazione e glucuroconiugazione nell’intestino tenue. N-dealchilazione e glucuroconiugazione avvengono anche nel fegato. L’impiego di questo medicinale per via orale è quindi inappropriato.

Le concentrazioni plasmatiche di picco vengono raggiunte 90 minuti dopo somministrazione sublinguale ed il rapporto dose massima-concentrazione è lineare, tra 2 mg e 16 mg.

Distribuzione

All’assorbimento di buprenorfina segue una fase di rapida distribuzione ed un’emivita di 2-5 ore.

Biotrasformazione

Buprenorfina viene metabolizzata per via ossidativa mediante 14-N-dealchilazione in N-desalchil- buprenorfina (nota anche come norbuprenorfina) attraverso il citocromo P450 CYP3A4 e mediante glucuroconiugazione della molecola progenitrice del metabolita dealchilato. Norbuprenorfina è un agonista μ (mu) con debole attività intrinseca.

Eliminazione

L’eliminazione di buprenorfina è bi- o tri-esponenziale con una lunga fase terminale di eliminazione di 20-25 ore, dovuta in parte al riassorbimento della buprenorfina dopo idrolisi intestinale del derivato coniugato e in parte alla natura altamente lipofilica della molecola.

La buprenorfina viene principalmente eliminata nelle feci per secrezione biliare dei metaboliti glucuroconiugati (80%); il resto viene eliminato nelle urine.

Compromissione epatica

L’effetto della compromissione epatica sulla farmacocinetica di buprenorfina e naloxone è stato valutato durante uno studio post-commercializzazione.

La tabella 2 riassume i risultati dello studio clinico nel quale l’esposizione di buprenorfina è stata determinata dopo somministrazione di una compressa sublinguale di buprenorfina/naloxone in soggetti sani, e in soggetti con vari gradi di compromissione epatica.

Tabella 2 – effetto della compromissione epatica sui parametri farmacocinetici di buprenorfina, dopo
somministrazione di buprenorfina/naloxone (variazione rispetto a soggetti sani)
Parametri farmacocinetici Compromissione epatica lieve
(Child-Pugh Class A) (n=9)
Compromissione epatica moderata
(Child-Pugh Class B) (n=8)
Compromissione epatica grave
(Child-Pugh Class C) (n=8)
Buprenorfina
Cmax Aumento di 1.2 volte Aumento di 1.1 volte Aumento di 1.7 volte
AUC last Simile al controllo Aumento di 1.6 volte Aumento di 2.8 volte

Nell’insieme, l’esposizione di buprenorfina nel plasma aumenta di circa 3 volte in pazienti con compromissione epatica grave.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La tossicità acuta di buprenorfina è stata determinata nel topo e nel ratto a seguito di somministrazione orale e parenterale. Le dosi letali mediane (LD50) nel topo sono state 26, 94 e 261 mg/kg rispettivamente per somministrazione intravenosa, intraperitoneale e orale. I valori di LD50 nel ratto sono stati 35, 243 e 600 mg/kg rispettivamente per somministrazione intravenosa, intraperitoneale e orale.

La tossicità tissutale e biochimica di buprenorfina si è mostrata notevolmente bassa quando è stata somministrata per via sottocutanea a cani beagles per un mese di seguito, per via orale a scimmie rhesus per un mese e a ratti e babbuini per via intramuscolare per sei mesi.

Studi di teratogenicità nei ratti e nei conigli dimostrano che la buprenorfina non ha effetti embriotossici né teratogenici e non possiede effetti marcati sul potenziale di allattamento. Non si sono avuti effetti avversi sulla fertilità o sulla funzione riproduttiva generale nei ratti, nonostante alla massima dose intramuscolare (5 mg/kg/die) le madri abbiano riscontrato alcune difficoltà nel parto e sia stato riportato un elevato tasso di mortalità neonatale.

Iperplasia di grado minimo-moderato del dotto biliare con fibrosi peribiliare si è verificata nei cani dopo trattamento di 52 settimane con la dose orale di 75 mg/kg/die.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Lattosio monoidrato Mannitolo Acido citrico anidro Sodio citrato diidrato Povidone K30 Butilidrossianisolo (E320) Amido di mais Amido di mais pregelatinizzato Magnesio stearato.

 

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

 

06.3 Periodo di validità

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30 mesi

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Blister in PVC, PVDC, alluminio e pellicola di chiusura sigillata a caldo Confezioni da 7 e 28 compresse sublinguali È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Sun Pharmaceutical Industries Europe B.V. Polarisavenue 87 2132 JH Hoofddorp Paesi Bassi

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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“2 mg compresse sublinguali” 7 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 040643013 “2 mg compresse sublinguali” 28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 040643025 “8 mg compresse sublinguali” 28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 040643037 “8 mg compresse sublinguali” 7 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 040643049

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 07 giugno 2011

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 07/04/2022