Desametasone Fos Bio: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Desametasone Fos Bio

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Desametasone Fos Bio: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 4 mg/1 ml

soluzione iniettabile

DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 8 mg/2 ml

soluzione iniettabile

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una fiala di DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 4

mg/ 1 ml soluzione iniettabile contiene:

Principio attivo: desametasonefosfato 4mg (come desametasone sodio fosfato)

Una fiala di DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 8

mg/ 2 ml soluzione iniettabile contiene:

Principio attivo: desametasone fosfato 8 mg (come desametasone sodio fosfato).

Eccipienti con effetti noti: Metile paraidrossibenzoato, Propile paraidrossibenzoato e sodio metabisolfito

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione iniettabile.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando la terapia orale non sia possibile.

Insufficienza corticosurrenale: DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile possiede un’attività prevalentemente glicocorticoide e scarsa attività mineralcorticoide. Non permette quindi una completa terapia di sostituzione e il suo impiego deve essere integrato con sali o desossicorticosterone o ambedue. Cosi integrato, DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile è

indicato in tutti i tipi di insufficienza corticosurrenale, per esempio nel morbo di Addison o nei casi di surrenectomia bilaterale che richiedono la sostituzione dell’attività sia glicocorticoide che mineralcorticoide.

Insufficienza corticosurrenale relativa: nell’insufficienza corticosurrenale relativa che può verificarsi in seguito alla sospensione di una terapia prolungata con dosi soppressive di ormoni corticosurrenali, l’attivitàmineralcorticoide può mantenersi integra. La sostituzione con un ormone ad azione prevalentemente glicocorticoide può quindi essere sufficiente per riportare alla norma la funzione corticosurrenale. Quando si imponga la necessità di un effetto immediato, DESAMETASONE FOSFATO

BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile può essere di importanza vitale, dato che la sua efficacia può manifestarsi entro pochi minuti dalla somministrazione.

Trattamento pre-operatorio e post-operatorio di sostegno nei pazienti sottoposti a surrenectomia bilaterale o a ipofisectomia; in ogni altra situazione chirurgica in cui si sospetti una inadeguata riserva corticosurrenale; nei casi di shock post-operatorio che non rispondono alla terapia convenzionale.

Tiroidite non suppurativa: per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando, nella crisi tiroidea, la terapia orale non sia possibile.

Shock: DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile è utile come terapia supplementare dello shock quando sono necessarie alte dosi (farmacologiche) di corticosteroidi: per esempio, grave shock emorragico, traumatico, chirurgico. Il trattamento con DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile

costituisce un complemento e non una sostituzione delle misure specifiche o di sostegno che possono essere necessarie: per esempio, reintegrazione del volume circolatorio, correzione del bilancio idrico ed elettrolitico, somministrazione di ossigeno, misure chirurgiche, terapia antibiotica.

Malattie reumatiche: come terapia supplementare per un breve periodo di tempo (per aiutare il paziente durante un episodio acuto o nella riacutizzazione) nelle seguenti forme: osteoartrosi post-traumatica; sinovite da osteoartrosi; artrite reumatoide; borsite acuta e subacuta; epicondilite; tenosinovite acuta aspecifica; artrite gottosa acuta; artrite psoriasica; spondilite anchilosante; artrite reumatoide giovanile.

Malattie del collageno: durante la riacutizzazione o per la terapia di mantenimento in casi selezionati di: lupus eritematoso sistemico e di cardite reumatica acuta.

Malattie dermatologiche: pemfigo; eritema polimorfo grave (sindrome di Stevens-Johnson); dermatite esfoliativa; dermatite bollosa erpetiforme; dermatite seborroica grave; psoriasi grave; micosi fungoide.

Stati allergici: per il controllo iniziale delle gravi forme allergiche: asma bronchiale, incluso lo stato asmatico; dermatite da contatto; dermatite atopica, reazione da siero; rinite allergica stagionale o perenne; reazioni di ipersensibilità a farmaci; reazioni orticarioidi a trasfusioni; edema laringeo acuto non infettivo (il farmaco di prima scelta è l’adrenalina); edema angioneurotico, in associazione alla adrenalina nell’anafilassi.

Oftalmologia: gravi processi allergici e infiammatori acuti e cronici a carico dell’occhio ed annessi, quali: congiuntivite allergica; cheratite; ulcere marginali allergiche corneali; herpes zoster oftalmico; irite, iridociclite; corioretinite; uveite posteriore diffusa e coroidite; neurite oftalmica; neurite retrobulbare; oftalmia simpatica; infiammazione del segmento anteriore dell’occhio.

Malattie gastrointestinali: coadiuvante durante periodi critici della malattia nella: colite ulcerosa (terapia sistemica), enterite regionale (terapia sistemica).

Malattie dell’apparato respiratorio: sarcoidosi, sindrome di Loeffler non trattabile con altri mezzi; berilliosi; tubercolosi polmonare fulminante o disseminata (in associazione all’appropriata chemioterapia antitubercolare); polmonite da aspirazione; enfisema polmonare nei casi in cui il broncospasmo o l’edema bronchiale svolgano un ruolo significativo; fibrosi polmonare interstiziale diffusa (sindrome di Hamman- Rich).

Malattie ematologiche: anemia emolitica acquisita (autoimmune); porpora trombocitopenica idiopatica e secondaria negli adulti (solo per via endovenosa; la somministrazione intramuscolare è controindicata); eritroblastopenia; anemia ipoplastica congenita (eritroide).

Malattie neoplastiche: per il trattamento palliativo dell’ipercalcemia associata a cancro, per le leucemie e linfomi negli adulti e per la leucemia acuta nei bambini.

Stati edematosi: per provocare la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrotica senza uremia, del tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso. In associazione a diuretici, per indurre la diuresi in: cirrosi epatica con ascite refrattaria; scompenso cardiaco congestizio refrattario. Edema cerebrale: DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile può essere impiegato nel trattamento dei pazienti con edema cerebrale di varia eziologia: associato a tumori cerebrali primari o metastatici; associato a disturbi vascolari cerebrali (apoplessia acuta) che coinvolgono la corteccia cerebrale; associato alla neurochirurgia; associato a lesioni craniche o a pseudotumori cerebrali. Il farmaco può inoltre essere impiegato per la preparazione all’intervento chirurgico nei pazienti con ipertensione endocranica secondaria a tumori cerebrali; come palliativo, nei pazienti con neoplasie cerebrali inoperabili o recidive. L’impiego di DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES iniettabile nell’edema cerebrale non elimina la necessità di un’attenta valutazione neurologica e di trattamenti radicali, quali interventi neurochirurgici o di altre terapie specifiche.

Per iniezione intrasinoviale o nei tessuti molli: come terapia supplementare per un breve periodo di tempo (per aiutare il paziente durante un episodio acuto o nella riacutizzazione), nelle forme seguenti: sinovite da osteoartro- si, artrite reumatoide, borsite acuta e subacuta, artrite gottosa acuta, epicondilite, tenosinovite acuta aspecifica, osteoartrosi post-traumatica, artrite traumatica, malattia di Dupuytren, fibromiosite, nevrite e nevralgia intercostale, tendinite, peritendinite, malattie di De Quervain, dito a scatto.

Varie: meningite tubercolare con blocco o minaccia di blocco subaracnoideo (in associazione all’appropriata chemioterapia antitubercolare).

Croup: DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile può alleviare entro poche ore il laringospasmo, l’edema, la tosse e lo stridore e determina in genere un persistente miglioramento entro 12 ore dalla somministrazione della prima dose.

Contemporaneamente, deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendente antibiotici.

Prova diagnostica dell’iperfunzionalità corticosurrenale.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Il preparato può essere iniettato direttamente dalla fiala, senza miscelare o diluire. La posologia iniziale può variare in genere da 0,5 mg a 20 mg al giorno a seconda della malattia specifica da trattare. Nelle situazioni di minore gravità sono generalmente sufficienti dosi ridotte, mentre in determinati pazienti possono essere necessarie dosi iniziali più elevate. Di norma la posologia parenterale varia da un terzo a un mezzo della dose orale somministrata ogni 12 ore. Tuttavia, in certe situazioni acute di emergenza, nelle quali la vita del paziente sia in pericolo, può essere giustificata la somministrazione di dosi superiori alla posologia abituale, che possono raggiungere valori multipli rispetto alle dosi orali. La posologia iniziale dovrebbe essere mantenuta invariata o dovrebbe essere modificata in modo adeguato fino al raggiungimento di una risposta soddisfacente. Se dopo un ragionevole periodo di tempo non si osserva una risposta clinica soddisfacente, si dovrebbe interrompere il trattamento con DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile

e passare ad altra terapia appropriata. E’ importante sottolineare che le esigenze posologiche sono variabili e che la posologia deve essere adattata ai singoli casi a seconda della malattia e della risposta del paziente. Ottenuta una risposta favorevole, si dovrebbe determinare l’appropriata posologia di mantenimento riducendo, a piccole quantità e a intervalli di tempo adeguati, la posologia iniziale del farmaco fino a raggiungere la dose minima sufficiente per mantenere la risposta clinica desiderata. E’ importante tenere presente che la posologia del farmaco deve essere regolata in base a un costante controllo clinico del paziente. Tra le situazioni che possono rendere necessaria una correzione della posologia vi sono le modificazioni delle condizioni cliniche secondarie a remissioni o a riacutizzazioni del processo morboso, alla risposta individuale del paziente e all’effetto dell’esposizione del paziente a situazioni di stress non direttamente collegate alla malattia; in quest’ultimo caso può essere necessario adottare la posologia del DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile per

un periodo di tempo che varia in funzione delle condizioni del paziente. Quando il farmaco è stato somministrato per un periodo di tempo superiore a qualche giorno, la sospensione del trattamento deve essere attuata gradualmente e non in modo brusco.

Iniezione endovenosa e intramuscolare: qualora possibile, si impieghi la via endovenosa sia per la dose iniziale che per tutte le dosi somministrate successivamente mentre il paziente è in stato di shock (questo perché in tali pazienti ogni altra via di somministrazione, qualunque sia il farmaco, determina un tasso di assorbimento irregolare). Se si osserva una risposta pressoria, si impieghi la via intramuscolare fino a quando si potrà passare alla terapia orale. Per non arrecare disagio al paziente, non si dovrebbero

iniettare per via intramuscolare più di 2 ml per ogni punto di iniezione. Nei casi di emergenza, la dose abituale per l’iniezione endovenosa o intramuscolare è di 1-5 ml (da 4 a 20 mg) a seconda della gravità della malattia (vedi anche Shock). Tale dose può essere ripetuta fino a quando si osserva una risposta adeguata. Una volta ottenuto un miglioramento iniziale, possono essere sufficienti dosi singole di 0,5-1 ml (da 2 a 4 mg), ripetibili qualora necessario. La posologia giornaliera complessiva non deve generalmente superare i 20 ml (80 mg), anche nelle forme gravi. Quando si desidera un effetto massimo costante, la somministrazione deve essere ripetuta ad intervalli di 3-4 ore o deve essere effettuata mediante infusione venosa goccia a goccia. Le iniezioni endovenose ed intramuscolari sono indicate nelle malattie acute. Superata la fase acuta, si passi, non appena possibile, alla terapia steroidea orale.

Shock: la dose abituale è di 2-6 mg/kg di peso corporeo somministrati in un’unica iniezione endovenosa. Qualora lo shock persista, tale dose può essere ripetuta entro 2-6 ore. Quale alternativa, DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIESiniettabile può essere somministrato, alla dose di 2-6 mg/kg di peso corporeo, in un’unica iniezione endovenosa immediatamente seguita da un’ infusione venosa di una dose uguale. La terapia con DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile costituisce un complemento e non una sostituzione della terapia convenzionale (vedi Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso). Queste raccomandazioni riflettono la tendenza, nella pratica medica attuale, ad impiegare nel trattamento dello shock dosi di corticosteroidi elevate (farmacologiche). Le seguenti indicazioni posologiche sono state suggerite da vari autori:

Cavanagh: 3 mg/kg di peso corporeo per infusione venosa continua per 24 ore, dopo un’iniezione endovenosa iniziale di 20 mg.

Dietzman: 2-6 mg/kg di peso corporeo in un’unica iniezione endovenosa.

Frank: all’inizio 40 mg, seguiti da iniezione endovenosa ripetuta ogni 4-6 ore qualora lo shock persista.

Oaks: all’inizio 40 mg, seguiti da iniezione endovenosa ripetuta ogni 2-6 ore qualora lo shock persista.

Schumer: 1 mg/kg di peso corporeo in un’unica iniezione endovenosa. Queste dosi sono elevate rispetto alle dosi abitualmente consigliate per il Desametasone fosfato iniettabile: si tratta però di posologie da impiegarsi in situazioni di emergenza, in condizioni acute che richiedono alte dosi farmacologiche. La somministrazione di corticosteroidi a dosi elevate dovrebbe essere protratta solo fino a quando si osserva la stabilizzazione delle condizioni del paziente ed in genere per un periodo non superiore alle 48-72 ore. Si eviti la terapia protratta con queste dosi elevate, al fine di prevenire eventuali complicanze quali insufficienza surrenale o ulcera gastrointestinale.

Edema cerebrale associato alla apoplessia acuta: inizialmente 10 mg (2,5 ml) di DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile per via endovenosa e in seguito per via

intramuscolare 4 mg (1 ml) ogni 6 ore per 10 giorni. La dose dovrebbe essere ridotta a zero entro i 7 giorni successivi.

Associato al trattamento di tumori cerebrali primitivi o metastatici, interventi neurochirurgici, traumi cranici, pseudotumori del cervello o preparazione all’intervento di pazienti che presentano aumento della pressione endocranica dovuta a tumore cerebrale: inizialmente 10 mg (2,5 ml) di DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile per via endovenosa e in seguito per via intramuscolare 4 mg (1 ml) ogni 6 ore fino a quando regrediscono i sintomi dell’edema cerebrale. Si osserva in genere una risposta entro 12-24 ore: la posologia può essere ridotta dopo 2-4 giorni e gradualmente sospesa nel corso di 5-7 giorni.

Per il trattamento palliativo dei pazienti con tumori recidivi o inoperabili: la posologia di mantenimento deve essere adattata ai singoli casi impiegando DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA

LABORATORIESiniettabile o desametasone fosfato in compresse. Può essere adeguata una posologia di 2 mg 2-3 volte al giorno. E’ opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo dell’edema cerebrale. Si devono seguire le abituali precauzioni associate alla terapia corticosteroidea. Si deve prendere in considerazione l’eventuale opportunità di prescrivere antiacidi, anticolinergici e misure dietetiche per prevenire la comparsa di ulcere gastrointestinali o emorragie.

Croup: la posologia abituale comporta in genere una dose singola variabile da 0,5 a 1,25 ml (da 2 a 5 mg) a seconda dell’età e del peso corporeo del bambino. Contemporaneamente deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendente dosi adeguate di antibiotici. Nei casi particolarmente gravi la terapia steroidea può essere continuata a basse dosi per 2 o 3 giorni quale misura precauzionale per prevenire l’insorgenza di ulteriori attacchi acuti.

Associazione della terapia parenterale e orale: nelle allergie acute autolimitantisi o nelle riacutizzazioni di malattie allergiche croniche (rinite allergica acuta, attacchi acuti di asma bronchiale allergica stagionale, orticaria da farmaci, edema angioneurotico, dermatiti da contatto, ecc.), si consiglia il seguente schema posologico, secondo il quale la terapia parenterale e la terapia orale vengono somministrate in associazione:

POSOLOGIA

(giornaliera complessiva)

giorno 2°

giorno

giorno

un’iniezione singola di 1 ml (4 mg) di Desametasone Fosfato iniettabile per via i.m.

2 compresse da 0,5 mg di desametasone fosfato 2 volte al di

2 compresse da 0,5 mg di desametasone fosfato 2 volte al di

4 mg

4

compres se

4

compres se

1 compressa da 0,5 mg di desametasone 2
giorno fosfato 2 volte al di compres
se
1 compressa da 0,5 mg di desametasone 2
giorno fosfato 2 volte al di compres
se
1 compressa da 0,5 mg di desametasone 1
giorno fosfato al di compres
sa
1 compressa da 0,5 mg di desametasone 1
giorno fosfato al di compres
sa
Visita di controllo
giorno

SCHEMA POSOLOGICO (in

alternativa al precedente)

giorno 2°

giorno

giorno

giorno

giorno

giorno

giorno 8°

giorno

o 2 ml di Desametasone Fosfato iniettabile (4 mg/1 ml) per via i.m.

compresse da 0,75 mg di desametasone fosfato 2 volte al di

2 compresse da 0,75 mg di desametasone fosfato 2 volte al di

1 compressa da 0,75 mg di desametasone fosfato 2 volte al di

1 compressa da 0,75 mg di desametasone fosfato al di

1 compressa da 0,75 mg di desametasone fosfato al di

Nessun trattamento Visita di controllo

4 o 8 mg

4

compres se

4

compres se

2

compres se

1

compres sa

1

compres sa

Obbiettivo di questo schema è di offrire una terapia adeguata durante gli episodi acuti e al tempo stesso di ridurre al minimo il pericolo di iperdosaggio nei casi cronici. In alcuni pazienti è sufficiente, da solo, per consentire il controllo della malattia. Altri pazienti necessitano di un’ulteriore trattamento, per esempio steroidi per uso topico, antistaminici o broncodilatatori. In un limitato numero di pazienti può rendersi necessaria anche una terapia steroidea sistemica. In base alla posologia

impiegata il giorno prima della ricomparsa dei sintomi in quest’ultimo gruppo di pazienti, il medico potrà decidere più agevolmente in merito all’opportunità di prescrivere un trattamento ulteriore. Nelle riacutizzazioni dell’asma accompagnate da sintomi di infezione, si raccomanda la contemporanea somministrazione di antibiotici.

Iniezioni intrasinoviali e nei tessuti molli: le iniezioni intrasinoviali e nei tessuti molli vengono generalmente impiegate quando le articolazioni e le sedi colpite non sono più di una o due. Non eliminano la necessità di attuare le misure convenzionali abitualmente adottate. Pur agendo favorevolmente sui sintomi, non costituiscono assolutamente una cura, dato che l’ormone non svolge alcun effetto sulla causa dell’infiammazione.

Indichiamo alcune dosi singole normalmente impiegate:
Punto di iniezione Volume di Quantità di desametasone
iniezione (ml) fosfato (mg)
Grandi articolazioni (es. 0,5 – 1 2 – 4
ginocchio)
Piccole articolazioni (es. 0,2 – 0,25 0,8 – 1
interfalangee, temporo-
mandibolare)
Borse (comprese
calcificate)
quelle 0,5 – 0,75 2 – 3
Guaine tendinee 0,1 – 0,25 0,4 – 1
Calli e duroni 0,05 – 0,25 0,2 – 1
Plantare 0,1 – 0,25 0,4 – 1
Digitale 0,05 – 0,2 0,2 – 0,8
Infiltrazioni tessuti molli 0,5 – 1,5 2 – 6
Gangli 0,25 – 0,5 1 – 2
La frequenza dell’iniezione varia da una volta ogni 3-5 giorni a una volta
ogni 2-3 settimane, a seconda della risposta al trattamento.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1

Infezioni micotiche sistemiche. Infezioni batteriche sistemiche, salvo

nei casi in cui è in corso la terapia specifica anti- infettiva

Iniezioni locali nella/nelle: batteriemia

infezioni micotiche sistemiche

articolazioni instabili

infezioni nel sito di iniezione, ad esempio nell’artrite settica secondaria a gonorrea o alla tubercolosi.

Tubercolosi

Ulcera peptica

Psicosi

Herpes oculare simplex

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Devono essere adottate precauzioni nel corso del trattamento di pazienti con infezioni acute e croniche.

I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti e la tendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi. In questi casi va sempre valutata l’opportunità di istituire una adeguata terapia antibiotica.

Inoltre, i corticosteroidi possono influenzare il test del nitroblutetrazolo per le infezioni batteriche e provocare falsi risultati negativi. I corticosteroidi possono attivare una amebiasi latente. Perciò si raccomanda di accertare che non sia presente una amebiasi latente o attiva prima di iniziare una terapia corticosteroidea in pazienti che siano stati ai tropici o in pazienti con diarrea.

I corticosteroidi possono esacerbare le infezioni fungine sistemiche e quindi non dovrebbero essere usati in presenza di tali infezioni a meno che siano necessari per controllare le reazioni da farmaco dovute all’amfotericina B. D’altra parte sono stati riportati dei casi di ipertrofia cardiaca congestizia in seguito all’uso concomitante di amfotericina B e idrocortisone.

La soppressione sia della risposta infiammatoria che della funzione immunitaria aumentano la suscettibilità alle infezioni e la gravità delle stesse. Il quadro clinico può presentarsi in maniera insolita e le infezioni gravi, come la setticemia e la tubercolosi possono essere mascherate e prima di essere diagnosticate possono raggiungere una stadiazione avanzata.

L’impiego di DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES

iniettabile nella tubercolosi in atto dovrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata nei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della malattia in associazione a un appropriato regime antitubercolare.

Quando i corticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessario un rigoroso controllo, dato che può verificarsi una riattivazione della malattia. In corso di terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a una chemioprofilassi.

La più bassa dose possibile di corticosteroidi dovrebbe essere usata per controllare la patologia e, quando è possibile la riduzione nel dosaggio, questa dovrebbe essere fatta in maniera graduale.

In corso di terapia prolungata può essere opportuno, a titolo precauzionale, un regime anti-ulceroso comprendente un antiacido.

Posologie medie o alte di idrocortisone o di cortisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e salina, o eccessiva deplezione di potassio. Tali effetti hanno minori probabilità di

verificarsi con i derivati sintetici, a meno che questi non vengano somministrati ad alte dosi. In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare una alterazione del bilancio elettrolitico, è opportuno adeguare l’apporto di sodio e potassio.

Tutti i corticosteroidi aumentano l’escrezione del calcio.

Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress è indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima, durante e dopo la situazione di stress. Si deve tenere conto del più lento tasso di assorbimento determinato dalla somministrazione intramuscolare. Un’insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potrà essere minimizzata riducendo gradualmente la posologia. Questo tipo di insufficienza relativa può tuttavia persistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia; in qualsiasi situazione di stress che si verificasse durante questo periodo, è quindi opportuno reinstituire la terapia ormonale. Se il paziente è già sotto trattamento steroideo, può rendersi necessario un aumento della posologia. Dato che la secrezione di mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguata, è opportuna la contemporanea somministrazione di sali e/o di un mineralcorticoide.

I corticosteroidi non devono essere utilizzati nella gestione dei danni cerebrali o nell’ictus essendo incerta la loro utilità clinica ed essendo potenzialmente pericolosi per il paziente.

Occasionalmente sono stati segnalati casi di reazioni anafilattiche in pazienti trattati con corticosteroidi sistemici come edema della glottide, orticaria e broncospasmo in particolare laddove l’anamnesi clinica del paziente conferma forme allergiche a diversi farmaci. Al manifestarsi di tali reazioni, si raccomanda di seguire le seguenti procedure: iniezione endovenosa immediata e lenta di adrenalina, somministrazione endovenosa di aminofillina e, se necessario, la respirazione artificiale.

Durante il trattamento cronico ogni malattia intercorrente, trauma o intervento chirurgico necessita un aumento temporaneo del dosaggio; qualora il corticosteroide fosse stato interrotto dopo terapia protratta può essere necessario ripristinare temporaneamente il trattamento.

I corticosteroidi possono sopprimere le risposte alle prove cutanee. In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Altre procedure immunitarie non devono essere attuate nei pazienti trattati con corticosteroidi, specie se ad alte dosi, dato il pericolo di complicanze neurologiche e di una mancata risposta anticorpale. In presenza di ipoprotrombinemia l’acido acetilsalicilico deve essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi può aumentare.I pazienti devono essere avvisati di prestare particolare attenzione per evitare l’esposizione al morbillo e di consultare immediatamente un medico se ciò si dovesse verificare.Durante il trattamento con desametasone, i pazienti, a meno che non abbiano già avuto la varicella, vanno avvertiti di evitare di avere contatti con persone

affette da varicella o herpes zoster. In caso di esposizione devono consultare urgentemente il medico.

L’immunizzazione passiva con l’immunoglobulina della varicella zoster (VZIG) è necessaria nei pazienti non immunizzati esposti che sono in trattamento sistemico con corticosteroidi oppure che lo hanno utilizzato negli ultimi 3 mesi; il trattamento deve essere iniziato entro 10 giorni dall’esposizione al virus della varicella. Alla conferma di diagnosi di varicella, la malattia richiede cure specialistiche e terapia medica urgente. I corticosteroidi non vanno interrotti e il dosaggio può anche essere aumentato.

I vaccini vivi non devono essere somministrati ai soggetti con insufficiente risposta immunitaria. La risposta anticorpale agli altri vaccini può essere ridotta.

Nel trattamento cronico si sviluppa atrofia corticale del surrene che può perdurare per anni dopo la sospensione della terapia.

Nei pazienti che hanno ricevuto dosaggi dei corticosteroidi sistemici maggiori di quelli fisiologici (circa 1 mg di desametasone) per oltre 3 settimane, la sospensione del trattamento non può avvenire in maniera repentina. La riduzione graduale del dosaggio dipende dal rischio di recrudescenza della malattia, dalla valutazione clinica della attività della malattia durante la sospensione del trattamento, e dal potenziale e grado della soppressione dell’asse HPA. Al raggiungimento del dosaggio giornaliero di 1 mg la riduzione del dosaggio deve avvenire più lentamente per permettere il recupero della piena efficienza da parte dell’HPA. L’interruzione repentina dei dosaggi fino a 6 mg/die di desametasone per trattamenti della durata fino a 3 settimane difficilmente comporta la soppressione clinicamente rilevante dell’asse HPA, tuttavia, vi sono alcuni gruppi di pazienti nei quali è opportuna una graduale sospensione della terapia anche per corsi di terapia della durata di 3 settimane o meno. Ad esempio, nei pazienti che ricevono trattamenti ripetuti di corticosteroidi per via sistemica, nei pazienti trattati con terapia di breve durata entro un anno dalla cessazione della terapia cronica, nei pazienti con altri disordini responsabili dell’insufficienza surrenalica, nei pazienti trattati con dosaggi giornalieri fino a 6 mg di desametasone e nei pazienti cronicamente trattati con dosaggi serali.

Un repentino calo del dosaggio del corticosteroide, dopo trattamenti prolungati, può causare insufficienza surrenalica acuta, ipotensione e decesso. La sospensione dei corticosteroidi dopo terapia cronica può causare sintomi (sindrome da sospensione dei corticosteroidi) come febbre, mialgia, artralgia, rinite, congiuntivite, noduli cutanei pruriginosi e dolenti e calo del peso corporeo. Questi sintomi possono manifestarsi nei pazienti anche senza sintomatologia di insufficienza surrenalica.

Gli steroidi dovrebbero essere impiegati con cautela in presenza di: colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione; ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera gastrica in atto o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave. E’ stata descritta embolia gassosa come una possibile complicanza

di ipercortisonismo. L’impiego prolungato dei corticosteroidi può causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici, e può favorire l’instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus.

In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la mobilità e il numero degli spermatozoi.

L’iniezione intra-articolare di un corticosteroide può provocare effetti sia sistemici che locali. La presenza di liquidi nelle articolazioni richiede esami appropriati, al fine di escludere processi settici. Un marcato aumento del dolore accompagnato da edema locale, ulteriore limitazione della mobilità articolare, febbre e malessere generale – suggerisce la presenza di un’artrite settica. Se tale complicanza si verificasse e la diagnosi di sepsi venisse confermata, si dovrà istituire un’appropriata terapia anti-infettiva. E’ da evitare l’iniezione locale di uno steroide in zone infette. I corticosteroidi non devono essere iniettati in articolazioni instabili. Ai pazienti deve essere chiaramente sottolineata l’importanza di non abusare delle articolazioni in cui si è ottenuto un miglioramento sintomatico, fino a quando persiste l’attività del processo infiammatorio. Evitare l’iniezione di corticosteroidi nei tendini. Iniezioni intra-articolari frequenti possono provocare un danno a livello articolare.

Nella esperienza post-marketing sindrome da lisi tumorale (TLS) è stata riportata molto raramente in pazienti con neoplasie ematologiche dopo l’uso di desametasone da solo o in combinazione con altri agenti chemioterapici. I pazienti ad alto rischio di TLS devono essere monitorati attentamente.

I dati emersi da uno studio clinico, effettuato negli USA, condotto per valutare l’efficacia del metilprednisolone sodio succinato nello shock settico, hanno messo in evidenza una maggiore incidenza di mortalità nei pazienti con elevati valori di creatinina sierica all’inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una infezione secondaria dopo l’inizio del trattamento.

Bisogna prestare particolare attenzione quando si valuta l’impiego dei corticosteroidi per via sistemica nei pazienti affetti dalle seguenti patologie che richiedono un attento e frequente monitoraggio del paziente.

Osteoporosi (sono a maggiore rischio le donne in menopausa)

Ipertensione o scompenso cardiaco congestizio

Anamnesi positiva di gravi disturbi affettivi (in particolare nella psicosi pregressa steroidea)

Diabete mellito (o anamnesi familiare positiva di diabete)

Anamnesi positiva per la tubercolosi, perchè i glucocorticoidi possono indurne la riattivazione

Glaucoma (o anamnesi familiare positiva per il glaucoma) con possibile danno ai nervi ottici

Miopatia pregressa indotta da corticosteroidi

Insufficienza epatica

Insufficienza renale

Epilessia

Ulcerazioni gastro-intestinale

Emicrania

Alcune forme di parassitosi intestinali come l’amebiasi

Crescita strutturale incompleta perchè i glucocorticoidi nei trattamenti cronici possono accelerare la saldatura delle epifisi

Pazienti con sindrome di Cushing

Nel trattamento delle tendiniti o delle tenosinoviti bisogna prestare attenzione nell’iniettare nello spazio tra i rivestimenti e il tendine stesso essendo stati segnalati casi di rottura del tendine

L’uso protratto dei corticosteroidi può causare cataratta

subcapsulare posteriore

Può favorire l’insorgere di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus.

nei pazienti o nei loro familiari di primo grado con anamnesi positiva

di gravi disturbi affettivi che comprendono depressione o malattia maniaca depressiva o psicosi da steroidi.

I pazienti e/o chi ne ha cura devono essere informati del potenziale rischio di gravi reazioni avverse psichiatriche che possono insorgere a seguito della terapia sistemica con steroidi. Tipicamente i sintomi compaiono entro alcuni giorni o settimane dall’inizio del trattamento. I rischi possono essere maggiori con dosaggi più alti, dopo esposizione sistemica, sebbene i livelli del dosaggio non permettono stabilirne l’inizio, il tipo, la gravità nè la durata delle reazioni. Il recupero della maggior parte delle reazioni avviene o dopo la riduzione della dose oppure alla sospensione della stessa, sebbene possano essere necessari trattamenti specifici. In caso di depressione, ideazione di suicidio o dopo qualsiasi sintomo psicologico di allerta chiedere consulenza medica. I disturbi psichiatrici possono insorgere sia durante che immediatamente dopo la riduzione/sospensione della dose degli steroidi sistemici, sebbene tali reazioni siano state segnalate solo non frequentemente.

Popolazione pediatrica

I bambini e gli adolescenti sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo. I corticosteroidi causano un ritardo della crescita nei bambini e negli adolescenti irreversibile.

Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.

Neonati prematuri: evidenze disponibili suggeriscono eventi avversi che riguardano lo sviluppo neuronale dopo trattamento precoce (< 96 ore) di bambini prematuri con malattia polmonare cronica a dosi iniziali di 0.25 mg/hg due volte al giorno.

Impiego negli anziani

Gli effetti avversi comuni della terapia corticosteroide sistemica possono essere associati a conseguenze più gravi negli anziani, in particolare l’osteoporosi, ipertensione, ipokaliemia, diabete, suscettibilità alle infezioni e assottigliamento cutaneo. È necessaria un’attenta supervisione clinica per scongiurare reazioni fatali.

Per chi svolge attività sportiva: l’uso del farmaco senza necessità terapeutica costituiscedoping e può determinare comunque positività ai test antidoping.

Informazioni sugli eccipienti

Il prodotto contiene sodio metabisolfito; tale sostanza può provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico ed attacchi asmatici gravi.

Il prodotto contiene Metile paraidrossibenzoato e Propile paraidrossibenzoato possono causare reazioni allergiche (anche ritardate) e, eccezionalmente, broncospasmo.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

Indice

Farmaci che inducono il citocromo P450 3A4 (e.g. barbiturati, fenitoina, carbamazepina, difenilidantoina, fenobarbitale, efedrina e rifampicina) possono aumentare il metabolismo dei corticosteroidi e richiedere un aumento di dosaggio dei corticosteroidi. Queste interazioni possono interferire con i test di soppressione del desametasone, che dovrebbero essere interpretati con cautela durante la somministrazione di questi farmaci.

Farmaci che inibiscono il citocromo P450 3A4 (e.g. ketoconazolo e macrolidi come eritromicina) possono aumentare le concentrazioni plasmatiche dei corticosteroidi. Il desametasone è un induttore moderato del CYP 3A4. La somministrazione concomitante con altri farmaci che vengono metabolizzati dal CYP3A4 (per esempio, indinavir, eritromicina) può aumentarne la clearance, con conseguente diminuzione della concentrazione plasmatica. Si potrebbero verificare dilatazione cardiaca e insufficienza cardiaca congestizia con l’uso concomitante di amfotericina B e idrocortisone.

Nella miastenia gravis gli effetti delle anticolinesterasi sono antagonizzati dai corticosteroidi.

L’efficacia degli anticoagulanti cumarinici può essere esaltata dalla terapia concomitante dei corticosteroidi.

Il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentemente nei pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici nello stesso tempo, poiché in alcuni casi i corticosteroidi hanno alterato la risposta a questi anticoagulanti. Alcuni studi hanno mostrato che l’effetto provocato di solito dall’aggiunta dei corticosteroidi è l’inibizione della risposta ai composti cumarinici, sebbene ci siano stati alcuni rapporti contrastanti che indicavano un potenziamento. Quando i corticosteroidi

vengono somministrati contemporaneamente a diuretici depletori di potassio, i pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di ipokaliemia.

In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinati contro il vaiolo.

Gli effetti terapeutici degli agenti ipoglicemici (compresa l’insulina), degli anti-ipertensivi, dei glicosidi cardiaci e dei diuretici sono antagonizzati dai corticosterodi, mentre gli effetti ipokaliemici dell’acetazolamide, dei diuretici dell’ansa, dei diuretici tiazidici e del carbenoxolone sono aumentati.

La clearance renale dei salicilati è potenziata dai corticosteroidi, la sospensione degli steroidi può comportare un’intossicazione da salicilati. Nei pazienti con ipoprotrombinemia vi può essere un’interazione con i salicilati.Inoltre, l’uso concomitante di acido acetilsalicilico (o altri NSAIDs) e corticosteroidi può aumentare il rischio di effetti avversi gastrointestinali.

04.6 Gravidanza e allattamento

Indice

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Non essendo ancora disponibili studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l’impiego di questi farmaci nelle donne in gravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in età feconda richiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi e vantaggi derivanti dal farmaco per la madre e per il feto. I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosi considerevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo.

La somministrazione di corticosteroidi in animali gravidi può causare anomalie dello sviluppo del feto inclusa palatoschisi, ritardo nella crescita intrauterina ed effetti sulla crescita e sullo sviluppo del cervello. Non c’è evidenza che i corticosteroidi provochino un aumento di incidenza di anomalie congenite come labio/palatoschisi nell’uomo. Quando somministrato per periodi prolungati o ripetutamente durante la gravidanza, i corticosteroidi possono aumentare il rischio di rallentamento della crescita intra-uterina. La capacità dei corticosteroidi di attraversare la placenta varia tra i gruppi di farmaci, tuttavia, il desametasone facilmente attraversa la placenta.

Come per tutti i farmaci, i corticosteroidi devono essere prescritti solo se i benefici per la madre superano i rischi per il feto (vedere paragrafo 5.3).

Allattamento

I corticosteroidi sono escreti nel latte maternoe possono arrestare la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni o causare altri effetti indesiderati, sebbene non siano disponibili dati specifici per il desametasone. I neonati di madri trattate con alti dosaggi di corticosteroidi per via sistemica e per periodi prolungati possono presentare un certo grado di soppressione del surrene.

Le madri in corso di terapia con corticosteroidi devono essere avvertite di non allattare con latte materno.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES Non altera la

capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Patologie cardiache: scompenso cardiaco congestizio nei soggetti predisposti. Esistono segnalazioni di aritmie cardiache e/o collassi circolatori a seguito di somministrazioni rapide di dosi elevate di corticosteroidi per via endovenosa.

Patologie vascolari: ipertensione, ipotensione oppure reazione tipo shock, tromboembolia.

Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: fratture da compressione delle vertebre, danno, avvelenamento e complicanze procedurali come rottura del tendine, fratture delle ossa lunghe ed ematomi.

Infezioni e infestazioni: maggiore suscettibilità e gravità delle infezioni (con la soppressione della sintomatologia e dei segni clinici), infezioni opportunistiche, slatentizzazione della tubercolosi, esacerbazione di malattie oftalmiche virali o micotiche, candidiasi.

Patologie del sistema emolinfopoietico: diminuzione del tessuto linfatico, leucocitosi.

Disturbi del sistema immunitario: reazioni anafilattiche o da ipersensibilità, ridotta risposta immunitaria, alle vaccinazioni e ai test cutanei.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione: catabolismo proteico con bilancio azotato negativo, per cui nei trattamenti prolungati la razione di proteine va adeguatamente aumentata.Ritenzione sodica; deplezione di potassio; alcalosi ipokaliemica; ridotta tolleranza ai carboidrati; slatentizzazione del diabete mellito; aumentato fabbisogno di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei pazienti diabetici, aumento del peso corporeo e aumento dell’appetito.

Disturbi dell’equilibrio idro-elettrolitico: ritenzione idrica;

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: astenia muscolare; miopatia da steroidi; riduzione della massa muscolare; osteoporosi; fratture vertebrali da compressione; necrosi asettica della

testa del femore e dell’ omero; fratture spontanee delle ossa lunghe; rotture tendinee, fragilità ossea, arresto della crescita nei bambini e adolescenti. Distruzione indolore dell’articolazione (reminiscenza di artropatia di Charcots in particolare dopo iniezioni intra-articolari ripetute), saldatura prematura delle epifisi, osteonecrosi avascolare, miopatia prossimale. riacutizzazione dopo l’iniezione intra-articolare.

Patologie gastrointestinali: ulcera gastrica con possibile perforazione ed emorragia; perforazioni intestinali, particolarmente in pazienti con patologie infiammatorie a livello intestinale; pancreatite; distensione addominale; dispepsia, esofagite ulcerosa, nausea, malessere, dispepsia.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:ritardata guarigione delle ferite; cute sottile e delicata; possono essere inibite le reazioni conseguenti ai test cutanei; petecchie ed ecchimosi; eritemi; aumento della traspirazione; bruciore e prurito, specie nella regione perineale (dopo iniezione endovenosa); altre reazioni cutanee come dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico, iperpigmentazione o ipopigmentazione; irsutismo, telangiectasia, strie e acne, atrofia cutanea e sottocutanea. ascessi sterili;

Patologie del sistema nervoso: convulsioni; aumento della pressione endocranica con papilledema nei bambini (pseudotumore cerebri), generalmente dopo la sospensione del trattamento; vertigini; cefalea, disfunzione cognitiva, amnesia, aggravamento dell’epilessia.

Patologie endocrine: irregolarità mestruali; ridotta tolleranza ai carboidrati; manifestazioni del diabete mellito latente; aumentato fabbisogno di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei pazienti diabetici, soppressione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene; stato cushingoide; arresto della crescita nei bambini; mancanza di risposta corticosurrenale e ipofisaria secondaria, specie durante periodi di stress dovuti a traumi, interventi chirurgici o malattie gravi.

Oftalmologici: cataratta subcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare; glaucoma; esoftalmo, papilledema, assottigliamento corneale o sclerale. Rari casi di cecità associati alla terapia intra-lesionale a livello del volto e della testa;

Patologiedell’apparato riproduttivo e della mammella: irregolarità del ciclo mestruale e amenorrea; una sensazione momentanea di bruciore o formicolii nella zona perineale dopo iniezione endovenosa di alti dosaggi di corticosteroidi fosfati.

Patologie epatobiliari: aumento dei livelli degli enzimi epatici (nella maggior parte dei casi reversibile dopo interruzione del trattamento).

Disturbi psichiatrici: euforia, insonnia, mutamenti dell’umore e della personalità, pensieri suicidari,depressione grave, mania, delusioni, allucinazioni e aggravamento della schizofrenia, irritabilità, ansia, confusione, dipendenza psicologica, sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

04.9 Sovradosaggio

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In caso di sovradosaggio si manifestano i seguenti sintomi: obesità, atrofia muscolare, osteoporosi, ipertricosi, porpora, acne (sintomi clinici); eccitazione, agitazione (sintomi neuropsichici), glicosemia, iperglicemia, ipokaliemia, (sintomilegati a disturbi del metabolismo), sindrome di Cushing, arresto della crescita nei bambini. In caso di sovradosaggio cessare la somministrazione attraverso diminuzioni progressive delle dosi.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmaco terapeutica: corticosteroidi sistemici, glicocorticoidi; codice ATC: H02AB02.

Il Desametasone Fosfato iniettabile è un potente ed efficace preparato di ormone corticosurrenale con molteplici possibilità di applicazione: essendo una soluzione vera, può essere somministrato sia per via endovenosa che per via intramuscolare nel trattamento delle malattie acute che rispondono alla terapia ormonale corticosurrenale. Può inoltre essere iniettato localmente nel trattamento delle forme intrasinoviali (intrartico- lari e intraborsali) e nelle affezioni a carico dei tessuti molli.

Il desametasone fosfato sodico è un estere inorganico idrosolubile del desametasone, dotato di marcata attività antiinfiammatoria a livello tissutale e, come il sale bisodico, rispetto agli altri steroidi è molto più solubile in acqua a 25°C. Per esempio è circa 3000 volte più solubile dell’idrocortisone.

Il desametasone è uno steroide corticosurrenale di sintesi, con attività ed effetti prevalentemente glicocorticoidi. E’ uno tra i più attivi membri della sua classe, essendo circa 25-30 volte più potente dell’idrocortisone. A parità di dosi antiinfiammatorie, il desametasone ha minimi effetti di ritenzione sodica propri dell’idrocortisone e dei suoi derivati diretti.

Vantaggi clinici:

Una dose adeguata è contenuta in un piccolo volume di veicolo.

Nello shock, l’impiego di alte dosi farmacologiche come terapia supplementare, può migliorare l’indice di sopravvivenza.

Nell’edema cerebrale associato a tumori, alla neurochirurgia, a lesioni

craniche o ad apoplessia il suo impiego può aumentare il livello della coscienza, migliorare i segni neurologici e favorire la guarigione.

Effetti positivi sono riscontrabili già entro 2 ore dall’iniezione

intrasinoviale.

E’ possibile impiegare aghi sottili. In condizioni normali non lascia residui di cristalli nella sede di inoculazione.

Se impiegato secondo le istruzioni, è improbabile che provochi atrofia

tissutale nella sede di inoculazione.

E’ pronto per l’uso immediato, non richiede preparazioni estemporanee o miscele prima dell’impiego.

E’ estremamente stabile a temperatura ambiente, mantiene la sua

completa attività per oltre due anni.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Il medicinale è caratterizzato da rapido assorbimento; la risposta si manifesta praticamente con la stessa prontezza dopo iniezione intramuscolare e dopo iniezione endovenosa.

I livelli plasmatici dello steroide aumentano notevolmente entro 5 minuti dall’iniezione intramuscolare o endovenosa.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Si rimanda ai dati della letteratura.

Negli studi su animali la palatoschisi è stata osservata in ratti, topi,criceti, conigli,

cani e primati, non in cavalli e pecore. In alcuni casi queste anomalie erano associate con

difetti del sistema nervoso centrale e del cuore. Nei primati sono stati osservati effetti sul cervello dopo esposizione al farmaco. Comunque la crescita intrauterina potrebbe essere ritardata. Tutti questi effetti sono stati osservati ad alti dosaggi.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Creatinina

Sodio metabisolfito Sodio citrato

Metile paraidrossibenzoato Propile paraidrossibenzoato

Sodio idrossido (per la correzione del pH) Acqua per preparazioni iniettabili.

06.2 Incompatibilità

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In assenza di studi di incompatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali.

06.3 Periodo di validità

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2 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

Indice

Conservare a temperatura non superiore a 25°C, non congelare.

06.5 Natura e contenuto della confezione

Indice

Fiala in vetro, neutro, con anello di prerottura. Confezioni:

DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 4 mg/

1 ml soluzioni iniettabile:

3 fiale da 1 ml;

DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 4 mg/

1 ml soluzioni iniettabile:

10 fiale da 1 ml;

DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 8 mg/

2 ml soluzioni iniettabile:

fiala da 2 ml;

DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 8 mg/

ml soluzioni iniettabile:

5 fiale da 2 ml.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

Indice

La fiala è a prerottura: non occorre limetta.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

Indice

Biologici Italia Laboratories S.r.L.- Via F. Serpero, 2 – 20060 Masate (MI).

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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COMMERCIO
DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES
4 mg/
1 ml soluzioni iniettabile, 3 fiale – AIC n°.
037925017
DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 4 mg/
1 ml soluzioni iniettabile, 10 fiale – AIC n°.
037925031
DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 8 mg/
2 ml soluzioni iniettabile, 1 fiala – AIC n°.
037925029
DESAMETASONE FOSFATO BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES 8 mg/
2 ml soluzioni iniettabile, 5 fiale – AIC n°.
037925043

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

Indice

Data della prima autorizzazione: 27 Novembre 2008. Data del rinnovo più recente: 7 Luglio 2015

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-