Glipressina Iniet 5 F 8 5 Ml: Scheda Tecnica

Glipressina Iniet 5 F 8 5 Ml

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Glipressina Iniet 5 F 8 5 Ml: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Glipressina 1 mg/ 8,5 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso.

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una fiala da 8,5 ml contiene: principio attivo: terlipressina acetato equivalente a terlipressina 0,85 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione iniettabile per uso endovenoso.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Emorragie da varici esofagee. Prevenzione delle emorragie da sclerotizzazione intravaricosa esofagea. Trattamento della sindrome epatorenale in pazienti con cirrosi epatica, in associazione alla somministrazione di albumina umana.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Emorragie da varici esofagee

2 mg di terlipressina acetato (2 fiale) come bolo lento endovena ogni 4-6 ore fino al controllo dell’emorragia. Dopo l’arresto dell’emorragia, il trattamento dovrebbe essere continuato fino ad un massimo di 24 ore, eventualmente riducendo il dosaggio.

Glipressina può essere impiegata anche in associazione a sonde esofagee quali la sonda di Sengstaken-Blakemore e di Linton-Nachlas.

Prevenzione delle emorragie da sclerotizzazione intravaricosa esofagea

2 mg di terlipressina acetato (2 fiale) come bolo lento endovena, 30-60 minuti prima dell’intervento sclerosante.

Trattamento della sindrome epatorenale in pazienti con cirrosi epatica, in associazione alla somministrazione di albumina umana Dose iniziale 2-3 mg di terlipressina acetato (2-3 fiale)/24 ore in infusione continua endovenosa (si raccomanda di diluire la dose giornaliera di terlipressina in 50 ml di soluzione fisiologica 0,9% e di somministrarla successivamente con pompa infusionale alla velocità di 2,1 ml/h) o in boli endovenosi di 0,5 mg di terlipressina acetato (metà fiala) ogni 4-6 ore. La risposta terapeutica deve essere valutata ogni 48 ore dall’avvio della terapia. Se la creatinina sierica aumenta o si riduce meno del 25% rispetto al valore basale pre-trattamento, la dose di terlipressina può essere aumentata gradualmente di 2-3 mg di terlipressina acetato (2-3 fiale)/24 ore sino ad un dosaggio massimo di 12 mg di terlipessina acetato (12 fiale)/24 ore. Il trattamento con terlipressina deve essere mantenuto almeno per 24 ore dopo il recupero della funzione renale. Non ci sono dati precisi sulle modalità di interruzione della terapia ma si consiglia una riduzione graduale della dose giornaliera di terlipressina, specie in caso di alti dosaggi.

Nei pazienti che rispondono parzialmente o non rispondono al trattamento, la durata massima del trattamento è di 14 giorni.

Studi favorevoli a supporto dell’uso della terlipressina per il trattamento della sindrome epatorenale prevedono in associazione anche la somministrazione di albumina umana alla dose di 1 g/Kg di peso corporeo il primo giorno e successivamente alla dose di 20-40 g/die.

In seguito all’utilizzo parziale della fiala (metà fiala) il cui prelievo deve avvenire in condizioni asettiche e controllate, i tempi e le modalità di conservazione della soluzione residua rientrano nella responsabilità dell’utilizzatore e comunque non devono superare le 4-6 ore tra 2°C – 8 °C (in frigorifero).

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Glipressina è controindicata in gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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È consigliabile usare con cautela il medicinale in pazienti ipertesi, con aterosclerosi avanzata, con disturbi cardio-circolatori, insufficienza coronarica, precedente infarto del miocardio o alterazioni del ritmo cardiaco.

È opportuno il monitoraggio continuo della pressione arteriosa, della frequenza cardiaca e degli elettroliti plasmatici.

Glipressina non deve essere utilizzata in pazienti con shock settico con bassa gittata cardiaca.

Per evitare necrosi locale in corrispondenza della sede dell’iniezione, l’iniezione deve essere fatta per via endovenosa.

L’esperienza d’uso di Glipressina in pazienti con sindrome epatorenale di tipo 2 è limitata. Pertanto Glipressina deve essere utilizzata con cautela in questi pazienti, attenendosi strettamente ai protocolli previsti dalle linee guida specifiche per questa patologia.

Torsione di punta

Durante gli studi clinici e nell’esperienza post-marketing, sono stati segnalati diversi casi di prolungamento dell’intervallo QT e aritmie ventricolari, tra cui la "torsione di punta" (vedere paragrafo 4.8). Nella maggior parte dei casi, i pazienti presentavano fattori predisponenti come il prolungamento basale dell’intervallo QT, alterazioni elettrolitiche (ipokaliemia, ipomagnesiemia) o farmaci con concomitante effetto sul prolungamento dell’intervallo QT. Pertanto, si deve usare estrema cautela nell’uso della terlipressina in pazienti con anamnesi di prolungamento dell’intervallo QT, anomalie elettrolitiche o trattati con farmaci concomitanti che possono prolungare l’intervallo QT (vedere paragrafo 4.5).

Popolazione pediatrica e anziani

Particolare cautela deve essere usata nel trattamento nei bambini e nei pazienti anziani, dato che l’esperienza in questi gruppi è limitata.

Non ci sono dati disponibili relativi alla dose raccomandata in queste categorie di pazienti.

Questo medicinale contiene 1,33 mmol di sodio per fiala. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’effetto ipotensivo dei farmaci beta-bloccanti non-selettivi sulla vena porta è aumentato dall’uso contemporaneo di Glipressina. Il trattamento concomitante con medicinali con noto effetto bradicardizzante (es. propofol, sufentanil) può abbassare la frequenza cardiaca e la gittata cardiaca. Questi effetti sono dovuti all’inibizione riflessa dell’attività cardiaca attraverso il nervo vago a causa della pressione arteriosa elevata.

La terlipressina può innescare una "torsione di punta" (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Pertanto, si deve usare estrema cautela nell’uso della terlipressina in pazienti trattati con farmaci concomitanti che possono prolungare l’intervallo QT, come gli antiaritmici di classe IA e III, eritromicina, alcuni antistaminici e antidepressivi triciclici o farmaci che possono causare ipokaliemia o ipomagnesiemia (ad es. alcuni diuretici).

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Il trattamento con Glipressina durante la gravidanza è controindicato (vedere paragrafi 4.3 e 5.3). E’ stato dimostrato che Glipressina provoca contrazioni uterine e aumento della pressione intrauterina all’inizio della gravidanza e può causare la riduzione del flusso ematico uterino. Glipressina può avere effetti nocivi sulla gravidanza e sul feto. Aborto spontaneo e malformazioni si sono verificati nei conigli dopo trattamento con Glipressina.

Allattamento

Non è noto se terlipressina viene escreta nel latte materno. L’escrezione di terlipressina nel latte non è stata studiata negli animali. Non è possibile escludere rischi per il bambino in allattamento. La decisione di proseguire/interrompere l’allattamento o di continuare/sospendere la terapia con terlipressina deve essere presa tenendo conto dei benefici dell’allattamento per il bambino e dei benefici della terlipressina per la donna.

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non sono stati effettuati studi degli effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Gli effetti indesiderati più comunemente riportati negli studi clinici (frequenza 1-10%) sono pallore, aumento della pressione arteriosa, dolore addominale, nausea, diarrea e mal di testa.

L’effetto antidiuretico della Glipressina può causare iponatriemia a meno che il bilancio idrico venga mantenuto sotto controllo.

La seguente tabella si basa sulla frequenza delle reazioni avverse al farmaco riportate negli studi clinici in pazienti trattati con Glipressina, combinate con l’esperienza post-marketing.

Classificazione per sistemi e organi
secondo MedDRA
Comune (≥1/100,<1/10) Non comune
(≥ 1/1.000, <1/100)
Raro (≥ 1/10.000,
<1/1000)
Disturbi del metabolismo e della
nutrizione
Iponatriemia (in caso di mancato monitoraggio
dello stato di idratazione)
Patologie del sistema nervoso Mal di testa
Patologie cardiache Bradicardia Fibrillazione atriale, extrasistoli ventricolari, tachicardia, dolore toracico, infarto del miocardio, ritenzione di liquidi con edema polmonare, torsione di
punta, scompenso cardiaco
Patologie vascolari Vasocostrizione periferica, ischemia periferica, pallore, ipertensione
arteriosa
Ischemia intestinale, cianosi periferica, vampate
Patologie respiratorie, toraciche e
mediastiniche
Distress respiratorio, Insufficienza respiratoria Dispnea
Patologie gastrointestinali Crampi addominali
transitori, diarrea transitoria
Nausea transitoria, vomito transitorio
Patologie della cute e del tessuto
sottocutaneo
Necrosi cutanea
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di
somministrazione
Necrosi nel sito di iniezione
Condizioni di gravidanza,
puerperio e perinatali
Contrazioni uterine, riduzione del flusso ematico dell’utero

Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

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La dose raccomandata (2 mg di terlipressina acetato (2 fiale)/4 ore) non deve essere superata, in quanto il rischio di gravi effetti indesiderati a carico del sistema circolatorio è dose-dipendente.

L’eventuale incremento della pressione ematica da sovradosaggio del farmaco o in pazienti già ipertesi può essere controllato con clonidina: 150 g per via endovenosa.

L’insorgenza di bradicardia che richieda trattamento deve essere trattata con atropina.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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La terlipressina, principio attivo di Glipressina, è triglicil-lisin-vasopressina, derivato sintetico che differisce dal suo precursore per la presenza nella catena terminale di tre molecole di glicina.

La terlipressina, di per sé inattiva, ha caratteristiche di ormonogeno. Infatti, in vivo, la scissione enzimatica delle tre molecole di glicina, determinando una lenta e graduale liberazione dell’ormone attivo con conseguente vasocostrizione nel distretto splancnico, provoca un aumento della resistenza al flusso ematico nell’intestino e riduce la pressione venosa portale.

Dopo iniezione endovenosa nell’uomo di 7,5 g/kg di terlipressina è stata determinata una

concentrazione plasmatica di vasopressina sufficientemente alta per svolgere un effetto terapeutico. La terlipressina è caratterizzata da una durata di azione che si mantiene fino a 4-6 ore contro i 20-40 minuti della vasopressina e quindi può essere somministrata per bolo diretto, con minima incidenza degli effetti collaterali su cuore e vasi, di norma riscontrabili con la vasopressina.

La terlipressina trova quindi impiego clinico nella terapia selettiva delle emorragie da varici esofagee, senza provocare alterazioni della dinamica emocoagulativa.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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La terlipressina, dopo somministrazione per via endovenosa, viene convertita nell’uomo in lisinvasopressina, che è la forma biologicamente attiva e che raggiunge il picco ematico fra i 60 ed i 120 minuti.

Una quantità inferiore all’1% della terlipressina iniettata compare successivamente nelle urine.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La DL50 di terlipressina per via endovenosa nel ratto è di 140-160 mg/kg e nel topo di 120-125 mg/kg.

Prove di tossicità subacuta e cronica condotte su ratti e cani non hanno determinato variazioni dei parametri controllati, quali: peso corporeo, comportamento generale, esami ematochimici, esami delle urine, esami autoptici completi ed istologici degli organi principali.

Uno studio embrio-fetale nei ratti non ha evidenziato effetti indesiderati di terlipressina. Nei conigli si sono verificati aborti, probabilmente correlati a tossicità materna, e un basso numero di feti presentavano anomalie dell’ossificazione e un singolo caso isolato di palatoschisi.

Non sono stati effettuati studi di carcinogenesi con terlipressina.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Sodio cloruro, acido acetico, sodio acetato triidrato, acqua per preparazioni iniettabili.

 

06.2 Incompatibilità

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Non note.

 

06.3 Periodo di validità

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2 anni.

La data di scadenza si riferisce al prodotto in confezionamento integro correttamente conservato.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare in frigorifero (2°C – 8°C) nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Fiala in vetro neutro trasparente Confezione: 5 fiale da 8,5 ml

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Ferring S.p.A. – via C. Imbonati 18, 20159 Milano

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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Glipressina 1 mg/ 8,5 ml soluzione iniettabile per uso endovenoso – 5 fiale da 8,5 ml A.I.C. n. 026346039

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data di prima autorizzazione: Febbraio 2011

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 23/07/2022