Amiodarone Merck generics: Scheda Tecnica del Farmaco

Amiodarone Merck generics

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Amiodarone Merck generics: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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AMIODARONE MYLAN GENERICS 200 MG COMPRESSE

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una compressa contiene:

Principio attivo

amiodarone cloridrato 200 mg

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse divisibili

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Terapia e prevenzione di gravi disturbi del ritmo resistenti alle altre terapie specifiche: tachicardie sopraventricolari (parossistiche e non parossistiche) extrasistoli atriali, flutter e fibrillazione atriale.

Tachicardie parossistiche sopraventricolari reciprocanti come in corso di Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Extrasistoli e tachicardie ventricolari.

Trattamento profilattico delle crisi di angina pectoris.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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L’amiodarone ha peculiari caratteristiche farmacologiche (assorbimento orale del 50%, estesa distribuzione tissutale, lenta eliminazione, ritardata risposta terapeutica per via orale) ampiamente variabili da individuo ad individuo; per questo la via di somministrazione, il dosaggio iniziale e quello di mantenimento debbono essere valutati caso per caso, adattandoli alla gravità dell’affezione e alla risposta clinica.

I dosaggi raccomandati sono:

Trattamento dei disturbi del ritmo:

Il dosaggio medio iniziale consigliato è di 600 mg al giorno fino ad ottenere una buona risposta terapeutica, in media entro due settimane. Successivamente la dose può essere gradualmente ridotta fino a stabilire la dose di mantenimento abitualmente compresa tra 100-400 mg al giorno.

Quando sia difficile stabilire una soddisfacente dose giornaliera di mantenimento, si può ricorrere ad una terapia discontinua (es. 2/3 settimane al mese o 5 giorni a settimana).

Trattamento profilattico delle crisi di angor:

attacco: 600 mg al giorno per circa 7 giorni

mantenimento: 100-400 mg al giorno o in maniera discontinua (5 giorni a settimana o 2/3 settimane al mese).

Terapia concomitante

Per i pazienti che assumono amiodarone in concomitanza a inibitori dell’HMG-CoA reduttasi (statine), (vedere paragrafi 4.4 – Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso e 4.5 – Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione).

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità nota verso il prodotto o allo iodio. Bradicardie sinusali; blocco senoatriale; disturbi gravi di conduzione, senza elettrostimolatore (blocchi atrio-ventricolari gravi, blocchi bi- o trifascicolari); malattia sinusale senza elettrostimolatore (rischio di arresto sinusale); associazione con farmaci in grado di determinare “torsades de pointes” (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione). Distiroidismi o antecedenti tiroidei.

Nei casi dubbi (antecedenti incerti, anamnesi tiroidea familiare) fare un esame della funzionalità tiroidea prima del trattamento.

Gravidanza, eccetto casi eccezionali (vedere 4.6 Gravidanza ed allattamento).

Allattamento (vedere 4.6 Gravidanza ed allattamento).

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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L’amiodarone può provocare manifestazioni collaterali di frequenza e gravità diverse.

Le manifestazioni osservate con maggiore frequenza non giustificano la sospensione del trattamento (vedere 4.8 “Effetti indesiderati”). Tuttavia sono stati segnalati effetti collaterali gravi, in particolare a carico del polmone o lesioni da epatite cronica.

Tossicità Polmonare

La tossicità polmonare correlata all’assunzione di amiodarone è una frequente e grave reazione avversa che si può manifestare fin nel 10% dei pazienti e che può essere fatale in circa l’8% dei pazienti affetti, soprattutto a causa di una mancata diagnosi. Il tempo d’insorgenza della reazione durante la terapia varia da pochi giorni ad alcuni mesi o anni di assunzione; in alcuni casi l’insorgenza può avvenire anche dopo un certo periodo di tempo dalla sospensione del trattamento.

Il rischio di tossicità non rende tuttavia, sfavorevole il rapporto rischio/beneficio dell’amiodarone che mantiene la sua utilità. Occorre comunque prestare la massima attenzione per individuare immediatamente i primi segni di tossicità polmonare, in particolare nei pazienti affetti da cardiomiopatia e gravi malattie coronariche nei quali tale individuazione può essere più problematica.

Il rischio di tossicità polmonare da amiodarone aumenta con dosaggi superiori a 400 mg/die, ma può presentarsi anche a bassi dosaggi assunti per periodi inferiori a 2 anni.

La tossicità polmonare si manifesta con alveolite polmonare, polmonite, polmonite interstiziale, fibrosi polmonare, asma bronchiale. Pazienti che sviluppano tossicità polmonare spesso presentano sintomi non specifici, quali tosse non produttiva, dispnea, febbre e calo ponderale.

Tutti questi sintomi possono essere mascherati dalla patologia per la quale è indicato l’amiodarone e possono essere considerevolmente gravi in pazienti oltre i 70 anni di età, i quali di norma presentano ridotte capacità funzionali o pre-esistenti patologie a carico dell’apparato cardio‑respiratorio. La diagnosi precoce mediante controllo radiografico polmonare ed eventualmente i necessari accertamenti clinici e strumentali, è di cruciale importanza in quanto la tossicità polmonare è altamente reversibile, soprattutto nelle forme di bronchiolite obliterante e polmonite. La sintomatologia e la obiettività polmonare devono essere quindi controllate periodicamente, e la terapia deve essere sospesa in caso di sospetta tossicità polmonare, prendendo in considerazione la terapia cortisonica: la sintomatologia regredisce di norma entro 2-4 settimane dalla sospensione dell’amiodarone. In taluni casi la tossicità polmonare può manifestarsi tardivamente, anche dopo settimane dalla sospensione della terapia: i soggetti con funzionalità organiche non ottimali, che potrebbero eliminare il farmaco più lentamente debbono essere quindi monitorati attentamente.

In ogni caso la riduzione della posologia o la sospensione del trattamento dovranno venire considerate in funzione sia della potenziale gravità dell’effetto collaterale sia della gravità della forma cardiaca in atto.

Il farmaco quindi deve essere utilizzato solo dopo aver valutato accuratamente le condizioni del paziente al fine di valutare se i benefici attesi compensano gli ipotetici svantaggi; inoltre il paziente dovrà essere attentamente sorvegliato dal punto di vista clinico e di laboratorio per poter cogliere le manifestazioni avverse ai loro primi segni ed adottare le misure idonee.

L’azione farmacologica dell’amiodarone provoca cambiamenti elettrocardiografici: prolungamento del QT (correlato ad un allungamento della ripolarizzazione), con eventuale comparsa di onde U: questi non sono segni di tossicità.

Nei pazienti anziani può essere più accentuato il rallentamento della frequenza cardiaca.

Il trattamento deve essere interrotto in caso di insorgenza di blocco A-V di 2° o 3° grado, di blocco senoatriale o di blocco bifascicolare.

In relazione al ridotto effetto inotropo negativo, l’amiodarone può venire utilizzato per via orale in caso di insufficienza cardiaca.

In caso di contemporanea prescrizione di altri farmaci cardiologici, assicurarsi che non esistano interazioni medicamentose note (vedere 4.5 “Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione).

La presenza di iodio nella molecola di amiodarone può interferire con la fissazione dello iodio radio-attivo. Comunque i test di funzionalità tiroidea (T3, T4, TSH ultrasensibile (us TSH)) rimangono interpretabili.

In caso di offuscamento visivo o di diminuzione dell’acuità visiva, praticare un esame oftalmologico (vedere 4.8 “Effetti indesiderati”).

Ogni compressa contiene 71 mg di lattosio, pertanto in accordo al dosaggio raccomandato la quantità massima di lattosio che è possibile assumere con AMIODARONE MYLAN GENERICS è di 213 mg al giorno. Queste compresse possono non essere adatte per persone con intolleranza al lattosio, galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.

Precauzioni per l’uso

Prima di iniziare il trattamento si raccomanda di effettuare l’ECG, il test us TSH e di misurare il potassio sierico.

Gli effetti indesiderati dell’amiodarone (vedere 4.8. Effetti indesiderati) sono generalmente dose‑dipendenti, quindi si deve prestare particolare attenzione nel determinare la dose minima efficace di mantenimento, per evitare o minimizzare gli effetti indesiderati.

Nel corso del trattamento è consigliabile evitare l’esposizione alla luce solare o proteggersi.

L’amiodarone può provocare distiroidismi (vedere 4.8. Effetti indesiderati) in particolare in quei pazienti con anamnesi personale o familiare di disturbi della tiroide, o nei soggetti anziani. Quindi si raccomanda di effettuare monitoraggi clinici e biologici prima di iniziare e durante il trattamento, e per parecchi mesi dopo la sua interruzione. Nel caso di disfunzione tiroidea sospetta si devono misurare i livelli sierici di usTSH.

La conferma di un ipertiroidismo impone la sospensione del trattamento che generalmente è sufficiente ad avviare la guarigione clinica.

In caso di ipertiroidismo di grado preoccupante, come tale, o in funzione delle sue ripercussioni a livello cardiaco, per l’efficacia incostante degli antitiroidei di sintesi, è raccomandabile il ricorso ad una corticoterapia decisa (1 mg/kg) e sufficientemente protratta (3 mesi).

Durante il trattamento si raccomanda un monitoraggio regolare della funzionalità epatica (transaminasi).

In caso di epatomegalia o sospetta colestasi il farmaco dovrebbe essere tempestivamente interrotto ed il paziente sottoposto a controllo ecografico. Un aumento (2-4 volte la norma) asintomatico delle sole transaminasi non sembra costituire invece indicazione alla sospensione del farmaco.

Per questi motivi il farmaco non può essere utilizzato nei pazienti con evidenti segni clinici e di laboratorio di epatopatia in atto; nei casi più lievi esso potrà essere impiegato solo quando indispensabile e dovrà essere sospeso allorché si manifesti un peggioramento del danno epatico.

Pazienti in età pediatrica: in questi pazienti la sicurezza e l’efficacia di amiodarone non sono state dimostrate.

Anestesia. Prima dell’intervento chirurgico l’anestesista deve venire informato che il paziente è in trattamento con amiodarone (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

Nel corso di uno studio clinico non ancora concluso è stato osservato un aumento del rischio di miopatia di 10 volte nei pazienti trattati con simvastatina alla dose di 80 mg/die e con amiodarone. Pertanto nei pazienti che assumono amiodarone in associazione a simvastatina, il dosaggio di Simvastatina non deve superare i 20 mg/die (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

La possibile interazione di amiodarone con le altre statine non è nota.

Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori dell’HMG – CoA reduttasi (statine).

Tenere fuori della portata dei bambini.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Associazioni controindicate

– Farmaci in grado di provocare torsade de pointes (vedere 4.3 Controindicazioni):

– antiaritmici come quelli della Classe IA, sotalolo, bepridil;

– non antiaritmici come vincamina, sultopride, eritromicina i.v., pentamidina per somministrazione parenterale, poiché si può avere un aumento del rischio di torsade de pointes potenzialmente letali.

Farmaci IMAO.

Associazioni sconsigliate

– Betabloccanti ed alcuni calcioantagonisti (verapamil, diltiazem) per la possibilità di disturbi di automatismo (bradicardia eccessiva) e di conduzione.

Lassativi stimolanti: per la comparsa di una possibile ipokaliemia aumentando di conseguenza il rischio di torsade de pointes; si devono quindi utilizzare altri tipi di lassativi.

Associazioni che necessitano cautela

– Farmaci in grado di dare ipokaliemia:

– diuretici in grado di dare ipokaliemia, soli o associati;

– glucocorticoidi e mineralcorticoidi per via generale, tetracosactide;

amfotericina B per via i.v..

È necessario prevenire l’ipokaliemia (e correggerla se necessario), si deve monitorare l’intervallo QT e, in caso di torsade de pointes, non somministrare antiaritmici (utilizzare un elettrostimolatore; si può utilizzare magnesio per via i.v.).

Anticoagulanti orali:

Poiché l’effetto degli anticoagulanti orali è potenziato, aumentando così il rischio di sanguinamento, è necessario monitorare i livelli di protrombina in modo più regolare ed aggiustare la posologia degli anticoagulanti sia durante il trattamento con amiodarone che dopo la sua interruzione.

Digitale

Possono presentarsi disturbi nell’automatismo (eccessiva bradicardia) e nella conduzione atrioventricolare (azione sinergica); inoltre è possibile un aumento delle concentrazioni plasmatiche di digossina dovuto ad una diminuzione della clearance della digossina.

Deve quindi essere effettuato un monitoraggio clinico, elettrocardiografico e biologico (includendo eventualmente anche i livelli plasmatici di digossina); potrebbe essere necessario aggiustare la posologia della digitale.

Fenitoina

È possibile un aumento dei livelli plasmatici di fenitoina con sintomi di sovradosaggio (in particolare sintomi neurologici); quindi si deve effettuare un monitoraggio clinico e non appena appaiono sintomi da sovradosaggio si deve ridurre il dosaggio della fenitoina; si devono determinare i livelli plasmatici della fenitoina.

Ciclosporina

È possibile un aumento dei livelli plasmatici di ciclosporina dovuti ad una diminuzione della sua clearance; si deve aggiustare il dosaggio.

Flecainide

È possibile un aumento dei livelli plasmatici di flecainide; si deve aggiustare il dosaggio.

– Anestesia (vedere 4.4.2 Precauzioni per l’uso)

In pazienti sottoposti ad anestesia generale sono state riportate complicazioni potenzialmente gravi: bradicardia (che non risponde all’atropina), ipotensione, disturbi della conduzione, diminuzione della gittata cardiaca.

È stato osservato qualche caso di complicazioni respiratorie gravi, qualche volta ad evoluzione fatale, generalmente nel periodo immediatamente seguente un intervento chirurgico (sindrome da distress respiratorio acuto dell’adulto); ciò può essere correlato ad una possibile interazione con un’alta concentrazione di ossigeno.

– Farmaci metabolizzati dal citocromo P450 3A4

Quando tali farmaci sono co-somministrati con amiodarone, inibitore del CYP 3A4, si può verificare un innalzamento delle loro concentrazioni plasmatiche che comporterebbe un possibile aumento della loro tossicità.

L’associazione di amiodarone con alte dosi di simvastatina aumenta notevolmente il rischio di miopatia (vedi paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso).

La possibile interazione di amiodarone con le altre statine non è nota.

Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori dell’HMG- CoA reduttasi (statine).

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Amiodarone è controindicato in gravidanza, eccetto in casi eccezionali, a causa dei suoi effetti sulla tiroide del feto.

Allattamento

Amiodarone è controindicato nelle madri che allattano poiché viene escreto nel latte materno in quantità significative.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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La sostanza non interferisce, normalmente, sulla capacità di guidare e sull’uso delle macchine.

04.8 Effetti indesiderati

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Cardiaci

– Bradicardia, che è generalmente moderata e dose-dipendente. In alcuni casi (disfunzioni del nodo sinusale, pazienti anziani) sono stati riportati bradicardia marcata o, eccezionalmente, arresto sinusale.

– Si sono manifestati casi rari di disturbi della conduzione (blocco seno-atriale, blocco A-V di vario grado).

– Sono stati riportati casi di insorgenza o di peggioramento dell’aritmia, seguiti a volte da arresto cardiaco; sulla base delle conoscenze attuali, non è possibile differenziare ciò che è dovuto al farmaco da ciò che può essere correlato alle condizioni cardiache di base o da ciò che può essere il risultato di una perdita di efficacia della terapia. Questi effetti vengono riportati più raramente che con la maggior parte degli altri farmaci antiaritmici e generalmente si presentano nel caso di alcune interazioni con altri farmaci o di disturbi elettrolitici (vedere 4.5. Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

Oftalmologici

– Sono generalmente presenti microdepositi corneali, ma sono limitati all’area sotto la pupilla e non richiedono l’interruzione del trattamento. Eccezionalmente possono accompagnarsi alla percezione di aloni colorati in una luce abbagliante o a visione offuscata. I microdepositi corneali sono costituiti da depositi lipidici complessi e sono reversibili dopo sospensione del trattamento.

– È stato osservato qualche caso di neuropatia/nevrite ottica. Attualmente non è stato formalmente stabilito il rapporto con amiodarone. Poiché la neuropatia ottica può progredire a cecità, si raccomanda un esame oftalmologico completo, che comprende la fondoscopia, qualora la visione si presenti offuscata o diminuita. La comparsa di neuropatia e/o neurite ottica richiede una rivalutazione della terapia con amiodarone.

Dermatologici

– Fotosensibilizzazione: i pazienti devono essere informati che durante la terapia devono evitare di esporsi al sole (e ai raggi UV). In corso di radioterapia possono presentarsi casi di eritema.

– Sono stati riportati rash cutanei, generalmente non specifici, che includono casi eccezionali di dermatite esfoliativa, la cui relazione con il farmaco non è stata formalmente stabilita.

– In caso di trattamento prolungato con dosaggi giornalieri elevati possono presentarsi pigmentazioni di colore bluastro o grigio ardesia; tali pigmentazioni scompaiono lentamente dopo l’interruzione del trattamento.

Tiroidei (vedere 4.4 Precauzioni per l’uso)

– In relazione alla struttura chimica dell’amiodarone, sono solite presentarsi isolate alterazioni biochimiche (aumento del T4, mentre il T3 è normale o leggermente diminuito). In tali casi e in assenza di qualsiasi manifestazione clinica di disfunzione tiroidea, il trattamento non deve essere interrotto.

Ipotiroidismo: i seguenti segni clinici, generalmente lievi, devono portare ad una diagnosi di ipotiroidismo: aumento di peso, attività ridotta, bradicardia eccessiva in relazione all’effetto atteso dell’amiodarone. Tale diagnosi è supportata da un chiaro aumento nel siero di TSH ultrasensibile. In genere si ottiene l’eutiroidismo entro 1-3 mesi dall’interruzione del trattamento. In situazioni di pericolo di vita, è possibile proseguire la terapia con amiodarone, in associazione a L-tiroxina. Il dosaggio di L-tiroxina deve essere stabilito in base ai livelli di TSH.

– Ipertiroidismo: può presentarsi durante il trattamento e fino a parecchi mesi dopo la sua interruzione. I seguenti segni clinici, generalmente lievi, devono portare ad una diagnosi di ipertiroidismo: perdita di peso, insorgenza di aritmia, angina, insufficienza cardiaca congestizia. Tale diagnosi è supportata da una chiara diminuzione nel siero di us TSH: in tale caso il trattamento con amiodarone deve essere sospeso. Il ricupero generalmente avviene entro pochi mesi dalla fine del trattamento, mentre la guarigione clinica precede la normalizzazione dei test della funzionalità tiroidea. I casi gravi, che qualche volta possono essere fatali, richiedono un trattamento terapeutico d’urgenza. Il trattamento deve essere stabilito su base individuale: farmaci antitiroidei che possono non essere sempre efficaci, terapia corticosteroidea, beta‑bloccanti.

Epatici (vedere 4.4 Precauzioni per l’uso)

– Sono stati riportati, all’inizio della terapia, aumenti isolati, generalmente moderati (da 1,5 a 3 volte rispetto alla norma) delle transaminasi sieriche; questi aumenti possono regredire con la diminuzione della dose o anche spontaneamente.

– È stato anche riportato qualche caso di epatopatia acuta, talvolta fatale, con transaminasi sieriche elevate e/o ittero; in tali casi il trattamento deve essere interrotto.

Sono state anche riportate epatopatie croniche (epatiti pseudo-alcooliche, cirrosi). I segni clinici e le alterazioni biologiche possono essere minime (possibile epatomegalia, transaminasi elevate da 1,5 a 5 volte il normale). Si raccomanda quindi durante la terapia un monitoraggio regolare della funzionalità epatica. Generalmente le anormalità cliniche e biologiche regrediscono quando si interrompe il trattamento, ma sono stati riportati dei casi fatali.

Polmonari

– Nel 10% circa dei pazienti si può manifestare grave tossicità polmonare che può anche essere fatale, soprattutto se non viene fatta una diagnosi tempestiva. Tale tossicità comprende alveolite polmonare, polmonite, sintomi asmatici, polmonite lipoide e fibrosi polmonare. La tossicità polmonare, la tosse e la dispnea possono essere accompagnate da segni radiografici e funzionali di polmonite interstiziale (alterazione della diffusione alveolo-capillare); l’emergere di questi segni clinici richiede la sospensione della terapia e la somministrazione di farmaci corticosteroidei. Tale sintomatologia può manifestarsi anche tardivamente dopo sospensione della terapia: è quindi richiesto un attento e prolungato monitoraggio del paziente al fine di individuare possibili alterazioni della funzionalità polmonare.

– Nei pazienti che manifestano dispnea da sforzo, da sola o associata a un decadimento dello stato generale (affaticamento, diminuzione di peso, febbre) deve essere effettuato un esame radiologico del torace.

– I disturbi polmonari sono generalmente reversibili dopo una precoce interruzione della terapia con amiodarone. Generalmente i segni clinici si risolvono entro 3-4 settimane, seguiti da un miglioramento più lento della funzionalità polmonare e del quadro radiologico (parecchi mesi). Quindi si deve sospendere la terapia con amiodarone e si deve valutare la terapia con i corticosteroidi.

– È stato riportato qualche caso di broncospasmo nei pazienti con insufficienza respiratoria grave, e specialmente nei pazienti asmatici.

– È stato osservato qualche caso, talvolta fatale, di sindrome da distress respiratorio acuto, in genere immediatamente dopo un intervento chirurgico (può essere correlata ad una possibile interazione con un’alta concentrazione di ossigeno).

Neurologici

– Sono stati osservati rari casi di neuropatia periferica sensomotoria e/o miopatia, generalmente reversibile con l’interruzione del farmaco.

– Altri: tremore extrapiramidale, atassia cerebellare, eccezionale ipertensione intracranica benigna (pseudo-tumor cerebri), incubi.

Altri

– Generalmente, con la dose di carico si presentano disturbi gastrointestinali benigni (nausea, vomito, disgeusia) che regrediscono con la riduzione della dose.

– Alopecia.

– Sono stati riportati qualche caso di epididimite e alcuni casi di impotenza. La relazione con il farmaco non è stata stabilita.

– Si sono verificati casi rari di manifestazioni cliniche varie che possono essere segno di una reazione di ipersensibilità: vasculiti, complicazioni renali con aumento dei livelli di creatinina e trombocitopenia.

È stato anche riportato qualche caso eccezionale di anemia emolitica o aplastica.

04.9 Sovradosaggio

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Sono disponibili poche informazioni relative al sovradosaggio acuto con amiodarone. È stato riportato qualche caso di bradicardia sinusale, arresto cardiaco, attacchi di tachicardia ventricolare, torsade de pointes, insufficienza circolatoria e danno epatico.

Il trattamento deve essere sintomatico. Amiodarone e i suoi metaboliti non sono dializzabili.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Codice ATC: C01BD01, Sistema cardiovascolare, antiaritmici, classe III

Proprietà anti-aritmiche

– Allungamento della fase 3 del potenziale d’azione della fibra cardiaca dovuto principalmente ad una diminuzione della corrente del potassio (Classe III secondo la classificazione di Vaughan Williams); questo allungamento non è correlato con la frequenza cardiaca.

– Automaticità sinusale ridotta, che porta a bradicardia, insensibile alla somministrazione di atropina.

– Inibizione alfa- e beta-adrenergica non competitiva.

– Rallentamento nella conduzione senoatriale, atriale e nodale, che è più marcato quando la frequenza cardiaca è alta.

– Nessun cambiamento della conduzione intraventricolare.

– A livello atriale, nodale e ventricolare: aumento del periodo refrattario e diminuzione dell’eccitabilità del miocardio.

– Rallentamento della conduzione e prolungamento dei periodi refrattari in vie atrioventricolari accessorie.

Proprietà anti-ischemiche

– Caduta moderata della resistenza periferica e diminuzione della frequenza cardiaca con conseguente riduzione del fabbisogno di ossigeno.

– Antagonismo non competitivo per i recettori alfa- e beta-adrenergici.

– Aumento della gittata coronarica dovuto ad un effetto diretto sulla muscolatura liscia delle arterie del miocardio.

– Mantenimento della gittata cardiaca dovuto a diminuzione della pressione aortica e della resistenza periferica.

Altro

– Nessun effetto inotropo negativo significativo.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Dopo somministrazione orale, amiodarone è assorbito lentamente e in modo variabile.

Amiodarone ha un volume di distribuzione molto grande, ma variabile a causa del vasto accumulo in vari distretti (tessuto adiposo, organi altamente perfusi come il fegato, i polmoni e la milza).

La biodisponibilità orale varia tra il 30 e l’80%, a seconda del singolo paziente (il valore medio è circa il 50%). Dopo somministrazione singola, la concentrazione plasmatica al picco viene raggiunta dopo 3-7 ore. Gli effetti terapeutici si ottengono generalmente dopo una settimana (da pochi giorni a due settimane) a seconda della dose di carico.

Amiodarone ha un’emivita lunga e mostra una variabilità individuale considerevole (da 20 a 100 giorni). Durante i primi giorni di terapia, il farmaco si accumula in quasi tutti i tessuti, specialmente in quello adiposo. L’eliminazione si verifica dopo qualche giorno e la concentrazione plasmatica allo steady-state viene raggiunta tra uno e parecchi mesi, a seconda del singolo paziente.

Considerando le caratteristiche suddette, devono essere usate dosi di carico per ottenere rapidamente i livelli tissutali necessari ad avere un effetto terapeutico.

Ogni dose di 200 mg di amiodarone contiene 75 mg di iodio, dei quali 6 mg si staccano dalla molecola come iodio libero. Amiodarone viene escreto principalmente per via biliare e fecale. L’escrezione renale è trascurabile: ciò consente la somministrazione di dosi standard in pazienti con insufficienza renale.

Dopo interruzione del trattamento, l’eliminazione continua per parecchi mesi; quindi si deve tenere in considerazione la persistenza, da 10 giorni ad un mese, dell’effetto farmacodinamico.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Tossicità acuta: DL50 nel ratto 170 mg/kg i.v., > 3000 mg/kg os, nel topo 450 mg/kg i.p., > 3000 mg/kg os, nel cane beagle 85-150 mg/kg i.v..

Tossicità cronica: non sono stati rilevati fenomeni di mortalità, cali ponderali o variazione dei parametri biologici a dosi orali fino a 37,5 mg/kg/die (4 settimane) e 16 mg/kg/die (52 settimane) nel ratto e fino a 12,5 mg/kg/die nel cane.

Teratogenesi: indagini effettuate nel ratto (100 mg/kg/die) e nel coniglio (75 mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di tossicità fetale.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Lattosio monoidrato, amido di mais, polividone, silice colloidale anidra, magnesio stearato.

06.2 Incompatibilità

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Non sono note incompatibilità.

06.3 Periodo di validità

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3 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Nessuna speciale precauzione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Astuccio di cartone contenente 20 compresse.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Mylan S.p.A. – Via Vittor Pisani 20 – 20124 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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A.I.C. n. 035417017

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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10.0 Data di revisione del testo

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Ottobre 2008

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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