Dacarbazina Lipomed 100
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Dacarbazina Lipomed 100: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Dacarbazina Lipomed 100 mg polvere per soluzione iniettabile o per soluzione per infusione
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Un flaconcino contiene 100 mg di dacarbazina (10 mg/ml) (come dacarbazina citrato, formazione
in situ).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Polvere per soluzione iniettabile o per soluzione per infusione. Polvere bianca.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Dacarbazina Lipomed è indicato per il trattamento dei pazienti con melanoma maligno metastatico. Ulteriori indicazioni per l’uso della dacarbazina come componente di una polichemioterapia sono:
linfoma di Hodgkin in stadio avanzato
sarcomi dei tessuti molli in stadio avanzato negli adulti (ad eccezione del mesotelioma e del sarcoma di Kaposi).
04.2 Posologia e modo di somministrazione
La terapia con Dacarbazina Lipomed deve essere effettuata da medici specializzati in oncologia o ematologia, rispettivamente.
La dacarbazina è sensibile all’esposizione alla luce. Tutte le soluzioni ricostituite devono essere adeguatamente protette dalla luce anche durante la somministrazione (set per infusione che non lascino passare la luce).
Durante la somministrazione della soluzione iniettabile occorre usare cautela per evitare uno stravaso nei tessuti, che causa dolore locale e danno tessutale. In caso di stravaso, la somministrazione deve essere interrotta immediatamente e la dose eventualmente rimanente deve essere somministrata in un’altra vena.
Per ridurre l’intensità della nausea e del vomito, il paziente deve evitare di assumere cibi prima della somministrazione della dacarbazina. Le escrezioni e il vomito devono essere maneggiati con cautela.
Possono essere applicati i regimi terapeutici descritti di seguito. Per ulteriori dettagli si rimanda alla letteratura scientifica attuale.
Melanoma maligno
La dacarbazina può essere utilizzata come agente singolo a dosi comprese tra 200 e 250 mg/m2 di area di superficie corporea/die come iniezione e.v. effettuata per 5 giorni ogni 3 settimane. In alternativa all’iniezione endovenosa in bolo, la dacarbazina può essere somministrata come infusione breve (in 15-30 minuti).
Possono anche essere somministrati 850 mg/m2 di area di superficie corporea il giorno 1 e, successivamente, una volta ogni 3 settimane, come infusione endovenosa.
Linfoma di Hodgkin
La dacarbazina viene somministrata per via e.v. in una dose giornaliera di 375 mg/m2 di area di superficie corporea ogni 15 giorni in combinazione con doxorubicina, bleomicina e vinblastina (regime ABVD).
Sarcoma dei tessuti molli
Nei sarcomi dei tessuti molli negli adulti, la dacarbazina viene somministrata per via e.v. in dosi giornaliere di 250 mg/m2 di area di superficie corporea (giorni 1-5) in associazione con doxorubicina ogni 3 settimane (regime ADIC).
Durante il trattamento con la dacarbazina devono essere effettuati controlli frequenti dell’emocromo e controlli della funzione epatica e renale. Poiché le reazioni gastrointestinali gravi si verificano frequentemente, è opportune adottare misure antiemetiche e di supporto.
Poiché possono verificarsi gravi disturbi gastrointestinali ed ematologici, prima di ogni trattamento con Dacarbazina Lipomed deve essere effettuata una valutazione molto accurata del rapporto rischio-beneficio.
Durata della terapia
Il medico curante deve stabilire individualmente la durata della terapia, tenendo in considerazione il tipo e lo stadio della patologia, la terapia di combinazione effettuata, la risposta alla dacarbazina e i gli effetti avversi ad essa legati.
Nel linfoma di Hodgkin in stadio avanzato, una raccomandazione abituale prevede la somministrazione di 6 cicli di terapia di combinazione ABVD.
Nel melanoma maligno metastatico e nel sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato la durata del trattamento dipende dall’efficacia e dalla tollerabilità del singolo paziente.
Velocità di somministrazione dell’iniezione/infusione
Le dosi fino a 200 mg/m2 possono essere somministrate come iniezione endovenosa lenta in circa 1 minuto. Dosi maggiori (comprese tra 200 e 850 mg/m2) devono essere somministrate come infusione endovenosa in 15-30 minuti.
Si raccomanda di verificare innanzitutto la pervietà della vena iniettando 5-10 ml di soluzione per infusione isotonica di sodio cloruro o glucosio 5%. Le stesse soluzioni devono essere utilizzate dopo l’infusione per eliminare gli eventuali residui del medicinale dalla linea di infusione.
Dopo ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili e senza ulteriore diluizione con soluzione isotonica di sodio cloruro o glucosio 5%, le preparazioni di Dacarbazina Lipomed 100 sono ipo-osmolari (circa 100 mOsmol/kg) e devono quindi essere somministrate come iniezione endovenosa lenta, ad es. in 1 minuto, e non come iniezione e.v. in bolo in pochi secondi.
Popolazioni speciali
Pazienti con insufficienza renale/epatica: In presenza di sola insufficienza renale o epatica da lieve a moderata, generalmente non è necessario ridurre la dose. Nei pazienti con compromissione combinata renale ed epatica, l’eliminazione della dacarbazina è prolungata . Ciò nonostante, attualmente non possono essere formulate raccomandazioni validate di riduzione della dose.
Pazienti anziani
Poiché l’esperienza nei pazienti anziani è limitata, non possono essere formulate istruzioni specifiche per gli anziani per l’uso della dacarbazina.
Bambini
Non possono essere formulate raccomandazioni specifiche per l’uso della dacarbazina nella popolazione pediatrica fino a che non siano disponibili ulteriori dati.
Per le istruzioni relative alla preparazione e alla ricostituzione, vedere paragrafo 6.6.
04.3 Controindicazioni
Dacarbazina Lipomed è controindicato nei casi seguenti:
ipersensibilità alla dacarbazina o ad uno qualsiasi degli eccipienti,
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
leucopenia e/o trombocitopenia,
grave patologia epatica o renale,
in associazione al vaccino contro la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Si raccomanda di somministrare la dacarbazina unicamente sotto la supervisione di un medico specializzato in oncologia, che abbia a disposizione le attrezzature necessarie per il monitoraggio regolare degli effetti clinici, biochimici ed ematologici durante e dopo la terapia.
In presenza di sintomi di disfunzione epatica o renale o di una reazione di ipersensibilità, la terapia deve essere interrotta immediatamente.
In caso di malattia veno-occlusiva del fegato, la prosecuzione della terapia con la dacarbazina è controindicata.
Nota: Durante la terapia, il medico responsabile deve essere consapevole della possibilità che si verifichi una rara e grave complicanza di necrosi epatica in seguito all’occlusione delle vene intraepatiche. Il monitoraggio regolare del volume, della funzione del fegato e dell’emocromo (in particolare degli eosinofili) è di particolare importanza. In singoli casi sospetti di malattia veno-occlusiva è stato efficace il trattamento precoce con alte dosi di corticosteroidi (ad esempio idrocortisone 300 mg/die), con o senza sostanze fibrinolitiche come l’eparina o l’attivatore tessutale del plasminogeno (vedere anche paragrafo 4.8).
La terapia a lungo termine può essere causa di tossicità cumulativa a carico del midollo osseo. La possibile soppressione del midollo osseo richiede un attento monitoraggio degli eritrociti, dei leucociti e delle piastrine. La tossicità emopoietica può giustificare l’interruzione temporanea o definitiva della terapia.
Uno stravaso può causare danni tessutali e dolore intenso.
L’uso concomitante della fenitoina deve essere evitato perché esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni, dovuto al ridotto assorbimento della fenitoina nell’apparato digerente (vedere paragrafo 4.5).
Effetti immunosoppressivi/aumentata suscettibilità alle infezioni
La dacarbazina è un moderato agente immunosoppressivo. La somministrazione di vaccini vivi (vivi attenuati) a pazienti immunocompromessi a causa di un trattamento con agenti chemioterapici, comprendenti la dacarbazina, può causare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con vaccini vivi deve essere evitata nei pazienti trattati con dacarbazina. I vaccini inattivati possono essere utilizzati, se disponibili.
I medicinali epatotossici e l’alcool sono controindicati durante la chemioterapia. Misure anticoncezionali
Gli uomini devono essere informati circa l’adozione di misure anticoncezionali durante la terapia e nei 6 mesi successivi al termine della terapia.
Somministrazione della dacarbazina ai bambini
Non possono essere formulate raccomandazioni specifiche per l’uso della dacarbazina nella popolazione pediatrica fino a che non siano disponibili ulteriori dati.
Manipolazione della dacarbazina
La dacarbazina deve essere manipolata in conformità alle procedure standard per i citostatici dotati di effetti mutageni, cancerogeni e teratogeni.
04.6 Gravidanza e allattamento
L’uso concomitante del vaccino contro la febbre gialla è controindicato a causa del rischio di una patologia sistemica fatale (vedere paragrafo 4.3).
Poiché il rischio trombotico è aumentato in presenza di tumori, il trattamento anticoagulante è frequente. L’alta variabilità intra-individuale della coagulabilità durante la malattia e le possibili interazioni tra anticoagulanti orali e chemioterapia antineoplastica rendono necessari monitoraggi più frequenti dell’INR se il paziente deve essere trattato con anticoagulanti orali.
L’uso concomitante della fenitoina deve essere evitato perché esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni, dovuto al ridotto assorbimento della fenitoina nell’apparato digerente (vedere paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di vaccini vivi attenuati deve essere evitato, perché esiste il rischio di una patologia sistemica, eventualmente fatale. Questo rischio è aumentato nei soggetti già immunodepressi a causa della suddetta patologia. Si raccomanda di utilizzare un vaccino inattivato, se disponibile (poliomielite) (vedere anche paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di ciclosporina (e, per estrapolazione, di tacrolimus) deve essere valutato con attenzione, perché l’uso di questi agenti induce un’immunosoppressione eccessiva, con rischio di linfoproliferazione.
L’uso concomitante di fotemustina può essere causa di tossicità polmonare acuta (sindrome da distress respiratorio dell’adulto). Fotemustina e dacarbazina non devono essere usate contemporaneamente. La dacarbazina deve essere somministrata oltre una settimana dopo la somministrazione della fotemustina.
In caso di trattamento pregresso o concomitante con effetti avversi sul midollo osseo (in particolare agenti citostatici, irradiazione), sono possibili interazioni mielotossiche.
Non sono stati effettuati studi per valutare un possibile metabolismo fenotipico. È stata identificata l’idrossilazione del composto originario a metaboliti dotati di attività antitumorale.
La dacarbazina viene metabolizzata dal citocromo P450 (CYP1A1, CYP1A2 e CYP2E1). Questo aspetto deve essere tenuto in considerazione in caso di somministrazione congiunta della dacarbazina con altri medicinali metabolizzati dagli stessi enzimi epatici.
La dacarbazina può potenziare gli effetti del metossipsoralene a causa della fotosensibilizzazione.
Gravidanza e allattamento
La dacarbazina possiede effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni negli animali. Si deve quindi presumere un rischio aumentato di effetti teratogeni nell’uomo. Pertanto, la dacarbazina non deve essere usata durante la gravidanza e l’allattamento (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4). Non è noto se la dacarbazina attraversi la placenta o passi nel latte materno.
Donne in età fertile
Le donne in età fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci.
Uomini trattati con la dacarbazina
Gli uomini devono essere informati circa l’adozione di misure anticoncezionali durante la terapia e nei 6 mesi successivi al termine della terapia.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
La dacarbazina può influenzare la capacità di guidare veicoli o usare macchinari a causa dei suoi effetti indesiderati a carico del sistema nervoso centrale e a causa della nausea e del vomito.
04.8 Effetti indesiderati
Frequenze:
Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10)
Non comune (≥1/1000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1000)
Molto raro (<1/10.000)
Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Patologie del sistema emolinfopoietico | Comune |
---|---|
Anemia, leucopenia, trombocitopenia, soppressione midollare | |
Raro | |
Pancitopenia, agranulocitosi | |
Disturbi del sistema immunitario | Raro |
Anafilassi, reazioni di ipersensibilità | |
Disturbi psichiatrici | Non comune |
Confusione | |
Patologie del sistema nervoso | Raro |
Cefalea, letargia, convulsioni, parestesia facciale | |
Patologie dell’occhio | Non comune |
Offuscamento della vista | |
Raro | |
Disturbi della vista | |
Patologie vascolari | Non comune |
Vampate a carico del viso | |
Patologie gastrointestinali | Comune |
Anoressia, nausea, vomito | |
Raro | |
Diarrea | |
Patologie epatobiliari | Non comune |
Aumento delle transaminasi (AST, ALT), aumento della fosfatasi alcalina, aumento della lattato deidrogenasi (LDH).Tossicità epatica, trombosi delle vene epatiche, necrosi epatica, sindrome di Budd-Chiari ad esito potenzialmente fatale | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Non comune |
Alopecia, iperpigmentazione, fotosensibilità, eruzione cutanea transitoria | |
Raro | |
Eritema, esantema maculo-papulare, orticaria | |
Patologie renali e urinarie | Non comune |
Compromissione della funzione renale con aumento della creatinina nel sangue e aumento dell’urea nel sangue | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Non comune |
Sintomi simil-influenzali, malessere | |
Raro | |
Irritazione in corrispondenza della sede di iniezione |
sede di somministrazione
Sintomi simil-influenzali, malessere Raro
Irritazione in corrispondenza della sede di iniezione
I disturbi dell’apparato digerente come anoressia, nausea e vomito sono comuni e gravi. In casi rari è stata osservata diarrea.
Le alterazioni a carico dell’emocromo spesso osservate (anemia, leucopenia, trombocitopenia) sono dose-dipendenti e ritardate, i nadir spesso si manifestano solo dopo 3-4 settimane. In casi rari sono state descritte pancitopenia e agranulocitosi.
Occasionalmente si osservano sintomi simil-influenzali con spossatezza, brividi, febbre e dolore muscolare durante o, frequentemente, pochi giorni dopo la somministrazione della dacarbazina. Questi disturbi possono ripresentarsi in occasione dell’infusione successiva.
Non comunemente è stato osservato un aumento degli enzimi epatici (ad es. transaminasi (AST, ALT), fosfatasi alcalina, lattato deidrogenasi (LDH)).
Non comunemente è stata osservata necrosi epatica dovuta all’occlusione delle vene intraepatiche (malattia veno-occlusiva) dopo la somministrazione della dacarbazina in monoterapia o polichemioterapia. Normalmente la sindrome si è verificata durante il secondo ciclo di terapia. I sintomi hanno compreso febbre, eosinofilia, dolore addominale, epatomegalia, ittero e shock, con rapido peggioramento in poche ore o giorni. Poiché sono stati descritti esiti letali, il monitoraggio frequente del volume e della funzione del fegato e dell’emocromo (in particolare degli eosinofili) è di particolare importanza durante il trattamento. In singoli casi sospetti di malattia veno-occlusiva è stato efficace il trattamento precoce con alte dosi di corticosteroidi (ad esempio idrocortisone 300 mg/die), con o senza agenti fibrinolitici come l’eparina o l’attivatore tessutale del plasminogeno (vedere anche paragrafi 4.2 e 4.4).
I disturbi locali in corrispondenza della sede di somministrazione, come l’irritazione venosa, e alcune delle reazioni avverse sistemiche sono considerate dovute alla formazione di prodotti della fotodegradazione. In seguito a stravaso accidentale ci si attendono dolore locale e necrosi.
La compromissione della funzione renale, con aumento dei livelli ematici di sostanze che devono essere escrete nelle urine, è non comune.
Raramente possono verificarsi disturbi a carico del sistema nervoso centrale come cefalea, disturbi della vista, confusione, letargia e convulsioni. Poco dopo l’iniezione possono verificarsi parestesia facciale e vampate a carico del viso.
Raramente si osservano reazioni allergiche cutanee in forma di eritema, esantema maculo-papulare o orticaria. Non comunemente possono verificarsi alopecia, iperpigmentazione e fotosensibilità della cute. In casi rari sono state descritte reazioni anafilattiche.
04.9 Sovradosaggio
A seguito di un sovradosaggio ci si possono attendere una grave tossicità a carico del midollo osseo e anche aplasia midollare; l’insorgenza può essere ritardata fino a 2 settimane. Il tempo di insorgenza dei nadir dei leucociti e dei trombociti può raggiungere 4 settimane. Anche in caso di sovradosaggio solo sospetto, un attento monitoraggio ematologico a lungo termine è essenziale.
Non sono noti antidoti disponibili e quindi deve essere usata particolare cautela in occasione di ciascuna somministrazione per evitare il sovradosaggio.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: altri agenti alchilanti, codice ATC: L01AX04
La dacarbazina è un agente citostatico. L’effetto antineoplastico è dovuto all’inibizione della crescita cellulare indipendente dal ciclo cellulare e dovuta all’inibizione della sintesi del DNA. È stato anche dimostrato un effetto alchilante e anche altri meccanismi citostatici possono essere influenzati dalla dacarbazina.
La dacarbazina non possiede un effetto antineoplastico di per sé. Tuttavia, tramite N-demetilazione microsomiale, viene rapidamente convertita in 5-amino-imidazolo-4-carbossamide e un catione metile, che è responsabile dell’effetto alchilante.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Dopo somministrazione endovenosa, la dacarbazina si distribuisce rapidamente dallo spazio intravascolare ai tessuti. Il legame con le proteine plasmatiche è del 5%. La cinetica della dacarbazina nel plasma è bifasica; l’emivita iniziale (di distribuzione) è di soli 20 minuti, l’emivita terminale è compresa tra 0,5 e 3,5 ore.
La dacarbazina attraversa la barriera ematoencefalica in misura limitata; le concentrazioni nel liquido cefalorachidiano corrispondono circa al 14% delle concentrazioni plasmatiche.
La dacarbazina è inattiva fino alla sua metabolizzazione nel fegato da parte del citocromo P450, con formazione delle specie reattive N-demetilate HMMTIC e MTIC. Tale reazione è catalizzata da CYP1A1, CYP1A2 e CYP2E1. MTIC viene ulteriormente metabolizzato a
5-amminoimidazolo-4-carbossamide (AIC).
La dacarbazina viene metabolizzata principalmente nel fegato tramite idrossilazione e demetilazione, circa il 20%-50% viene escreto immodificato dai reni tramite secrezione tubulare.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
A causa delle sue proprietà farmacodinamiche, la dacarbazina possiede effetti mutageni, cancerogeni e teratogeni, rilevabili nelle analisi sperimentali.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Acido citrico monoidrato Mannitolo (E 421)
06.2 Incompatibilità
Si noti che la soluzione di dacarbazina è chimicamente incompatibile con eparina, idrocortisone, L-cisteina e sodio idrogeno carbonato.
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
06.3 Periodo di validità
3 anni. Periodo di validità della soluzione ricostituita
La soluzione ricostituita è chimicamente e fisicamente stabile per 1 ora a 25 °C e per 24 ore a 4 °C e al riparo dalla luce. Dal punto di vista microbiologico, la soluzione ricostituita deve essere utilizzata immediatamente.
Se la soluzione ricostituita non viene utilizzata immediatamente, la durata e le condizioni di conservazione sono responsabilità dell’utente. La soluzione ricostituita non deve essere conservata per più di 24 ore in frigorifero (2-8 °C) al riparo dalla luce, a meno che la ricostituzione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e validate.
Periodo di validità della soluzione diluita per infusione
La soluzione diluita per infusione si è mostrata chimicamente e fisicamente stabile per 30 minuti a 25 °C e per 8 ore a 4 °C al riparo dalla luce. Dal punto di vista microbiologico, la soluzione diluita per infusione deve essere usata immediatamente.
Se la soluzione diluita per infusione non viene utilizzata immediatamente, la durata e le condizioni di conservazione sono responsabilità dell’utilizzatore. La soluzione diluita per infusione non deve essere conservata per più di 8 ore in frigorifero (2-8 °C) al riparo dalla luce, a meno che la ricostituzione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e validate.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito e diluito, vedere paragrafo 6.3.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Flaconcini monodose marroni (tipo I Ph.Eur.) chiusi con tappi in gomma bromobutile e confezionati in scatole da 10 flaconcini.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Raccomandazioni per la manipolazione sicura
La dacarbazina è un agente antineoplastico. Prima della preparazione della soluzione si devono consultare le linee guida citotossiche locali relative alla manipolazione degli agenti citotossici.
I flaconcini di dacarbazina devono essere aperti solo dal personale addestrato. Come per tutti gli agenti citotossici, devono essere adottate precauzioni per evitare l’esposizione del personale. La manipolazione dei farmaci citotossici deve generalmente essere evitata durante la gravidanza. La preparazione della soluzione per la somministrazione deve essere effettuata in un’area designata alla manipolazione, lavorando su un supporto lavabile o su carta assorbente monouso plastificata sul retro. Si raccomanda di indossare una protezione idonea per gli occhi, guanti monouso, mascherina e camice monouso. Le siringhe e i set per infusione devono essere assemblati con cura per evitare perdite (si raccomanda l’uso di raccordi Luer lock).
Al termine, tutte le superfici esposte devono essere pulite a fondo e l’operatore deve lavarsi mani e viso.
In caso di schizzi, l’operatore deve indossare guanti, mascherina, protezione per gli occhi e camice monouso e rimuovere gli schizzi con il materiale assorbente collocato allo scopo nell’area di lavoro. L’area deve quindi essere pulita e tutto il materiale contaminato deve essere trasferito in una sacca per materiale citotossico o sigillato per essere incenerito.
Preparazione e somministrazione della soluzione iniettabile o della soluzione per infusione. Dacarbazina Lipomed 100 mg polvere per soluzione iniettabile o per soluzione per infusione deve essere ricostituito con 9,9 ml di acqua per preparazioni iniettabili. La soluzione risultante contiene 10 mg/ml di dacarbazina e ha un pH compreso tra 3,0 e 4,0.
Per la preparazione delle soluzioni per infusione, la soluzione ricostituita deve essere diluita con 200 ml di soluzione di glucosio 5% o sodio cloruro 0,9%. La soluzione risultante contiene 0,5 mg/ml.
La soluzione preparata tramite ricostituzione o ricostituzione e diluizione deve essere limpida e priva di particelle visibili.
Tutte le soluzioni preparate devono essere protette dalla luce; anche la somministrazione deve essere effettuata senza esposizione alla luce del giorno.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Esclusivamente monouso.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Lipomed GmbH Hegenheimer Strasse 2 D-79576 Weil/ Rhein Germania
Numero di telefono: +49-7621-1693-472 Numero di fax: +49-7621-1693-474
E-mail: lipomed-lipomed.com
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
"100 mg polvere per soluzione iniettabile o per infusione" 10 Flaconcini: AIC n. 041106016
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
10.0 Data di revisione del testo
11/07/2017