Donepezil Macleods 5 mg cp riv film 28 cp in blister pvc
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Donepezil Macleods 5 mg cp riv film 28 cp in blister pvc: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Memac 5 mg compresse rivestite con film
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Ogni compressa rivestita con film contiene 5 mg di donepezil cloridrato, equivalenti a 4,56 mg di donepezil come base libera.
Eccipienti con effetti noti: 87,9 mg di lattosio/compressa rivestita con film. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Compressa rivestita con film.
Le compresse di Memac 5 mg sono rivestite con film, biconvesse, rotonde, di colore bianco- biancastro, con impresso "ML 89" su un lato e piane dall’altro.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Memac è indicato per il trattamento sintomatico della demenza di Alzheimer lieve o moderatamente grave.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Adulti/persone anziane
Il trattamento deve iniziare alla dose di 5 mg/die (monosomministrazione giornaliera). La dose da 5 mg/die deve essere mantenuta per almeno un mese, al fine di consentire la valutazione delle risposte cliniche iniziali al trattamento ed ottenere le concentrazioni allo stato stazionario di donepezil cloridrato. Dopo la valutazione clinica a un mese dal trattamento con 5 mg/die, la dose di Memac può essere aumentata a 10 mg/die (monosomministrazione giornaliera). La dose massima giornaliera raccomandata è di 10 mg. Dosi superiori a 10 mg/die non sono state analizzate durante gli studi clinici.
La terapia deve essere avviata e supervisionata da un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento della demenza di Alzheimer. La diagnosi deve essere effettuata seguendo le linee guida accettate (ad es. DSM IV, ICD 10). La terapia con donepezil deve essere avviata solo se è disponibile una persona che assista il paziente e che controlli regolarmente l’assunzione del medicinale da parte del paziente. Il trattamento di mantenimento può essere continuato fino a quando sia riscontrabile un beneficio terapeutico per il paziente. Pertanto il beneficio clinico di donepezil deve essere rivalutato regolarmente. Nel caso in cui non sia più riscontrabile un effetto terapeutico, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento. La risposta individuale al donepezil non è prevedibile.
Dopo l’interruzione del trattamento, si osserva un graduale abbattimento degli effetti benefici di Memac.
Popolazione pediatrica
L’uso di Memac non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni.
Pazienti con compromissione renale ed epatica
Il medesimo schema posologico può essere applicato ai pazienti con compromissione renale, perchè la clearance di Memac non viene modificata in questi pazienti.
Poichè nei pazienti con compromissione epatica di grado lieve-moderato può verificarsi una maggiore esposizione al farmaco (vedere paragrafo 5.2), l’incremento della dose deve essere effettuato in base alla tollerabilità individuale. Non sono disponibili dati in pazienti con grave compromissione epatica.
Modo di somministrazione
Memac deve essere assunto per via orale alla sera, prima di coricarsi.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al donepezil cloridrato, ai derivati della piperidina, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
L’uso di Memac nei pazienti con demenza di Alzheimer grave, altri tipi di demenza o di deficit della memoria (ad es. declino cognitivo correlato all’età) non è stato indagato.
Anestesia: è verosimile che donepezil cloridrato, essendo un inibitore della colinesterasi, aumenti il rilassamento muscolare di tipo succinilcolinico durante l’anestesia.
Disturbi cardiovascolari: a causa della loro azione farmacologica, gli inibitori della colinesterasi possono avere effetti vagotonici sulla frequenza cardiaca (ad es. bradicardia). La possibilità di questa azione può essere particolarmente importante nei pazienti con “sindrome del nodo del seno” o altri disturbi della conduzione cardiaca sopraventricolare, come ad esempio il blocco seno-atriale o quello atrio-ventricolare.
Ci sono state segnalazioni di sincope e crisi convulsive. Dovendo valutare questi pazienti, considerare la possibilità di un blocco cardiaco o di pause sinusali lunghe.
Sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QTc e torsione di punta dopo l’immissione in commercio (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Si raccomanda cautela in pazienti con anamnesi preesistente o familiare di prolungamento dell’intervallo QTc, in pazienti trattati con farmaci che influenzano l’intervallo QTc o in pazienti con malattia cardiaca preesistente rilevante (ad es. insufficienza cardiaca scompensata, infarto miocardico recente, bradiaritmie) o squilibri elettrolitici (ipokaliemia, ipomagnesiemia). Può rendersi necessario il monitoraggio clinico (ECG).
Disturbi gastrointestinali: i pazienti a rischio aumentato per lo sviluppo di ulcere, ad es. quelli con anamnesi di malattia ulcerosa o che ricevono allo stesso tempo farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), devono essere monitorati per rilevare eventuali sintomi. Tuttavia, gli studi clinici con Memac non hanno mostrato alcun aumento, rispetto al placebo, nell’incidenza dell’ulcera peptica o del sanguinamento gastrointestinale.
Disturbi genitourinari: sebbene l’effetto non sia stato osservato negli studi clinici su Memac, i colinomimetici possono causare ostruzione del deflusso vescicale.
Disturbi neurologici: Crisi convulsive: i farmaci colinomimetici sono ritenuti capaci di causare convulsioni generalizzate. Tuttavia, l’attività convulsiva può anche essere una manifestazione della malattia di Alzheimer.
I farmaci colinomimetici possono aggravare o indurre i sintomi extrapiramidali.
Sindrome Neurolettica Maligna (SNM): SNM, una malattia potenzialmente mortale, caratterizzata da ipertermia, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo, alterato stato di coscienza ed elevati livelli di creatina fosfochinasi sierica, è stata riscontrata molto raramente in associazione con donepezil, particolarmente in pazienti in cura concomitante con antipsicotici. Ulteriori sintomi possono includere mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente sviluppa segni o sintomi tipici della SNM, o presenta un’inspiegabile febbre alta senza ulteriori manifestazioni cliniche della SNM, il trattamento deve essere interrotto.
Disturbi polmonari: date le loro azioni colinomimetiche, gli inibitori della colinesterasi vanno prescritti con cautela nei pazienti con anamnesi di asma o malattia polmonare ostruttiva.
Evitare la somministrazione di Memac in concomitanza con altri inibitori della acetilcolinesterasi o agonisti/antagonisti del sistema colinergico.
Grave compromissione della funzionalità epatica: non vi sono dati nei pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica.
Mortalità negli studi clinici sulla demenza vascolare
Sono stati condotti tre studi clinici della durata di 6 mesi per studiare i soggetti che soddisfacevano i criteri NINDS-AIREN per la demenza vascolare probabile o possibile (VaD). I criteri NINDS- AIREN sono concepiti per identificare i pazienti la cui demenza sembra essere dovuta unicamente a cause vascolari, escludendo i pazienti con malattia di Alzheimer. Nel primo studio, i tassi di mortalità erano di 2/198 (1,0%) nel gruppo con donepezil cloridrato 5 mg, di 5/206 (2,4%) nel gruppo con donepezil cloridrato10 mg e di 7/199 (3,5%) nel gruppo con placebo. Nel secondo studio, i tassi di mortalità erano di 4/208 (1,9%) nel gruppo con donepezil cloridrato 5 mg, di 3/215 (1,4%) nel gruppo con donepezil cloridrato10 mg e di 1/193 (0,5%) nel gruppo con placebo. Nel terzo studio, i tassi di mortalità erano di 11/648 (1,7%) nel gruppo con donepezil cloridrato 5 mg e di 0/326 (0%) nel gruppo con placebo. Il tasso di mortalità per i tre studi VaD combinati nel gruppo con donepezil cloridrato (1,7%) era numericamente maggiore rispetto al gruppo con placebo (1,1%) e, tuttavia, questa differenza non era statisticamente significativa. La maggior parte dei decessi nei pazienti che prendevano donepezil cloridrato o il placebo sembrano derivare da varie cause vascolari, un fatto prevedibile in questa popolazione anziana con malattia vascolare preesistente. Un’analisi di tutti gli eventi vascolari fatali e non fatali, non ha mostrato differenze nel tasso di recidiva per il gruppo con donepezil cloridrato rispetto al placebo.
Negli studi aggregati sulla malattia di Alzheimer (n=4146) e quando gli studi sulla malattia di Alzheimer venivano aggregati con altri studi sulla demenza, inclusi quelli sulla demenza vascolare (totale n=6888), il tasso di mortalità nei gruppi con placebo ha superato numericamente quello dei gruppi con donepezil cloridrato.
Eccipienti
Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio – galattosio, non devono assumere questo medicinale.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Memac e/o uno qualsiasi dei suoi metaboliti, non inibisce il metabolismo di teofillina, warfarin, cimetidina o digossina nell’uomo. Il metabolismo di donepezil cloridrato non è influenzato dalla somministrazione concomitante di digossina o cimetidina. Gli studi in vitro hanno mostrato che nel metabolismo di donepezil sono coinvolti gli isoenzimi del citocromo P450 3A4 e, in misura minore 2D6. Gli studi di interazione con altri medicinali condotti in vitro mostrano che ketoconazolo e chinidina, inibitori rispettivamente di CYP-3A4 e CYP-2D6, inibiscono il metabolismo di donepezil. Per questo motivo, questi e altri inibitori di CYP-3A4, come ad esempio itraconazolo ed eritromicina, nonché gli inibitori di CYP-2D6 come la fluoxetina, potrebbero inibire il metabolismo di donepezil. In uno studio condotto su volontari sani, ketoconazolo ha aumentato le concentrazioni medie di donepezil di circa il 30%. Gli induttori enzimatici, come ad esempio rifampicina, fenitoina, carbamazepina e alcol possono ridurre i livelli di donepezil. Dato che l’entità dell’effetto inibente o inducente è sconosciuta, queste combinazioni farmacologiche vanno usate con cautela. donepezil cloridrato può interferire con i medicinali dotati di attività anticolinergica. Esiste anche una possibile attività sinergica nel caso di un trattamento concomitante che coinvolga medicinali quali la succinilcolina, altri agenti di blocco neuromuscolare, agonisti colinergici o agenti betabloccanti che hanno effetti sulla conduzione cardiaca.
Sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QTc e di torsione di punta per donepezil. Si consiglia cautela quando donepezil è usato in associazione ad altri medicinali noti per prolungare l’intervallo QTc; può rendersi necessario il monitoraggio clinico (ECG). Alcuni esempi: Antiaritmici di classe IA (ad es. chinidina) Antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone, sotalolo) Alcuni antidepressivi (ad es. citalopram, escitalopram, amitriptilina) Altri antipsicotici (ad es. derivati fenotiazinici, sertindolo, pimozide, ziprasidone) Alcuni antibiotici (ad es. claritromicina, eritromicina, levofloxacina, moxifloxacina)
04.6 Gravidanza e allattamento
za Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di donepezil nelle donne in gravidanza.
Gli studi negli animali non hanno mostrato effetti teratogeni, bensi tossicità pre- e post-natale (vedere paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto.
Memac non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
Allattamento
Donepezil viene escreto nel latte materno nei ratti. Non è noto se donepezil cloridrato venga escreto nel latte materno umano e non esistono studi sulle donne in allattamento. Quindi, le donne trattate con donepezil non devono allattare.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Donepezil altera lievemente o in misura moderata la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
La demenza può compromettere la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Inoltre, donepezil può indurre affaticamento, capogiri e crampi muscolari, principalmente nella fase iniziale del trattamento o aumentando il dosaggio. Il medico curante deve valutare periodicamente la capacità dei pazienti trattati con donepezil di continuare a guidare veicoli o di usare macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati più comuni sono diarrea, crampi muscolari, affaticamento, nausea, vomito e insonnia.
Le reazioni avverse riportate come più di un caso isolato sono elencate di seguito, secondo la classificazione per sistemi e organi e per frequenza. In termini di frequenza gli effetti sono definiti come: molto comuni (1/10), comuni (1/100, <1/10), non comuni (1/1000, <1/100), rari (1/10.000, <1/1.000), molto rari (<1/10.000), non noti (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi |
Molto comuni | Comuni | Non comuni | Rari | Molto rari | Frequenza Non nota |
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Infezioni e infestazioni |
Raffreddore comune | |||||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Anoressia | |||||
Disturbi psichiatrici |
Allucinazioni **, agitazione**, comportamento aggressivo **, Sogni anomali e incubi ** |
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Patologie del sistema nervoso | Sincope*, Capogiri, insonnia | Crisi convulsive * | Sintomi extrapiramidali |
Sindrome neurolettica Maligna (SNM) |
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Patologie cardiache | Bradicardia | Blocco seno- atriale, Blocco atrio- ventricolare |
Tachicardia ventricolare polimorfa, compresa la torsione di punta; prolungamento dell’intervallo QT all’elettrocardio gramma |
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Patologie gastrointestinali | Diarrea nausea | Vomito, Disturbi addominali |
Emorragia gastrointestinale, Ulcere gastriche e duodenali Ipersecrezione salivare |
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Patologie epatobiliari |
Disfunzione epatica, inclusa epatite *** |
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Eruzione cutanea Prurito | |||||
Patologie del sistema muscoloscheletri co e del tessuto connettivo |
Crampi muscolari | Rabdomioli si**** | ||||
Patologie renali e urinarie |
Incontinenza urinaria | |||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazion e |
Cefalea | Affaticamento Dolore | ||||
Esami diagnostici |
Aumento minore nella concentrazione della creatinchinasi |
muscolare | ||||||
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Traumatismi, e intossicazioni | Incidenti comprese le cadute |
* Dovendo valutare pazienti con sincope o crisi convulsive, considerare la possibilità di un blocco cardiaco o di pause sinusali lunghe (vedere paragrafo 4.4) ** Segnalazioni di allucinazioni, sogni anomali, incubi, agitazione e comportamento aggressivo hanno visto la risoluzione del problema con la riduzione della dose o l’interruzione del trattamento.
*** Nei casi di disfunzione epatica inspiegabile, considerare la sospensione di Memac.
**** E’ stata riscontrata rabdomiolisi indipendentemente dalla sindrome neurolettica maligna e in stretta associazione temporale con l’inizio del trattamento con donepezil o in seguito ad aumento della dose.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale e importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: Documento10https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
04.9 Sovradosaggio
La dose letale mediana stimata di donepezil cloridrato dopo la somministrazione di una singola dose orale nei topi e nei ratti è di 45 e 32 mg/kg, rispettivamente, cioè circa 225 e 160 volte la dose massima raccomandata nell’uomo di 10 mg/die. Negli animali sono stati osservati segni di stimolazione colinergica correlati alla dose, tra cui movimento spontaneo ridotto, posizione prona, andatura barcollante, lacrimazione, convulsioni cloniche, depressione respiratoria, salivazione, miosi, fascicolazione e abbassamento della temperatura corporea.
Il sovradosaggio con inibitori della colinesterasi può causare una crisi colinergica caratterizzata da nausea grave, vomito, salivazione, sudorazione, bradicardia, ipotensione, depressione respiratoria, collasso e convulsioni. L’aumento della debolezza muscolare è una possibile evenienza che può causare il decesso se coinvolge i muscoli respiratori.
Come in tutti i casi di sovradosaggio, si utilizzano misure di supporto generali. Nel sovradosaggio da donepezil cloridrato si possono utilizzare come antidoto anticolinergici terziari come l’atropina. Si raccomanda l’uso di atropina solfato endovenosa alla dose necessaria per ottenere l’effetto desiderato: una dose iniziale di 1,0-2,0 mg EV, con un aggiustamento delle dosi successive in base alla risposta clinica. Sono state segnalate risposte atipiche in termini di pressione arteriosa e frequenza cardiaca con altri colinomimetici, quando somministrati contemporaneamente ad anticolinergici quaternari come ad esempio il glicopirrolato.
Non è noto se donepezil cloridrato e/o i relativi metaboliti possano essere rimossi mediante dialisi (emodialisi, dialisi peritoneale o emofiltrazione).
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: farmaci anti-demenza, anticolinesterasici. Codice ATC N06DA02.
Meccanismo d’azione
Donepezil cloridrato è un inibitore specifico e reversibile della acetilcolinesterasi, la colinesterasi predominante nel cervello. Donepezil cloridrato è, in vitro, oltre 1000 volte più potente come inibitore di questo enzima rispetto alla butirilcolinesterasi, un enzima presente principalmente all’esterno del sistema nervoso centrale.
Demenza di Alzheimer
Nei pazienti con demenza di Alzheimer che partecipavano agli studi clinici, la somministrazione di singole dosi giornaliere di 5 mg o 10 mg di donepezil cloridrato ha prodotto un’inibizione allo stato stazionario nell’attività dell’acetilcolinesterasi (misurata nelle membrane eritrocitarie) del 63,6% e del 77,3%, rispettivamente, quando misurata dopo il dosaggio. L’inibizione della acetilcolinesterasi (AChE) nei globuli rossi causata da donepezil cloridrato è risultata correlata alle variazioni nella ADAS-cog, una scala sensibile che analizza aspetti selezionati dello stato cognitivo. La capacità potenziale di donepezil cloridrato di alterare il decorso della neuropatologia preesistente non è stato studiato. Non si può dire che Memac abbia effetto sul progresso della malattia.
L’efficacia del trattamento di demenza di Alzheimer con donepezil cloridrato è stata indagata in quattro studi controllati con placebo, 2 studi della durata di 6 mesi e 2 della durata di 1 anno.
Nello studio clinico di 6 mesi, alla conclusione del trattamento con donepezil è stata effettuata un’analisi utilizzando una combinazione di tre criteri di efficacia: la scala ADAS-Cog (una misura delle capacità cognitive), Clinician Interview Based Impression of Change with Caregiver Input (scala per la misurazione delle funzioni globali) e Activities of Daily Living Subscale della Clinical Dementia Rating Scale (scala per la misurazione dei rapporti interpersonali e sociali, delle attività domestiche, degli hobby e della cura personale).
I pazienti che hanno soddisfatto i criteri elencati di seguito sono stati considerati responders al trattamento.
Risposta = Miglioramento della ADAS-Cog di almeno 4 punti. Nessun peggioramento della CIBIC+ Nessun peggioramento della componente Activities of Daily Living Subscale della Clinical Dementia Rating Scale.
% di risposta | ||
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Popolazione intent-to-treat n=365 | Popolazione valutabile n=352 | |
Gruppo con placebo | 10% | 10% |
Gruppo con donepezil cloridrato 5 mg |
18%* | 18%* |
Gruppo con donepezil cloridrato 10 mg |
21%* | 22%** |
* p<0,05
** p<0,01
Donepezil cloridrato ha prodotto un aumento statisticamente significativo dose-dipendente nella percentuale di pazienti che sono stati giudicati responders al trattamento.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento: i livelli plasmatici massimi sono stati raggiunti circa 3–4 ore dopo la somministrazione orale. Le concentrazioni plasmatiche e l’area sottesa alla curva sono aumentate in proporzione alla dose. L’emivita di eliminazione terminale è di circa 70 ore, quindi la somministrazione di singole dosi giornaliere multiple determina un approccio graduale allo stato stazionario. Uno stato stazionario approssimativo viene raggiunto entro 3 settimane dall’avvio della terapia. Una volta raggiunto lo stato stazionario, le concentrazioni plasmatiche di donepezil cloridrato e la relativa attività farmacodinamica mostrano una limitata variabilità nel corso del giorno.
Il cibo non ha influenzato l’assorbimento di donepezil cloridrato.
Distribuzione: donepezil cloridrato è legato per circa il 95% alle proteine plasmatiche umane. Il legame alle proteine plasmatiche del metabolita attivo 6-0-desmetil-donepezil non è noto. La distribuzione di donepezil cloridrato nei vari tessuti corporei non è stata studiata in modo definitivo. Tuttavia, in uno studio sull’equilibrio di massa condotto su maschi volontari sani, 240 ore dopo la somministrazione di una singola dose da 5 mg di donepezil cloridrato marcato con 14C, circa il 28% del marcatore è sfuggito al rilevamento. Questo suggerisce che donepezil cloridrato e/o i relativi metaboliti possano persistere nell’organismo per più di 10 giorni.
Biotrasformazione/Eliminazione
donepezil cloridrato viene sia escreto immodificato nell’urina, sia metabolizzato dal sistema del citocromo P450 formando metaboliti multipli, alcuni dei quali ancora sfuggono all’identificazione. Dopo la somministrazione di una singola dose da 5 mg di donepezil marcato con 14C, la radioattività plasmatica, espressa come percentuale della dose somministrata, era presente principalmente come donepezil immodificato (30%), 6-0-desmetil-donepezil (11%, solo il metabolita che mostra un’attività simile a donepezil cloridrato), donepezil-cis-N-ossido (9%), 5-0-desmetil-donepezil (7%) e il coniugato glucuronide di 5-0-desmetil-donepezil (3%). Circa il 57% della radioattività somministrata totale è stata rilevata nell’urina (17% come donepezil non modificato), mentre il 14,5% è stato rilevato nelle feci, suggerendo che la biotrasformazione e l’escrezione urinaria siano le principali vie di eliminazione. Non esiste alcuna evidenza che suggerisca il ricircolo enteroepatico di donepezil cloridrato e/o di alcuno dei suoi metaboliti.
Le concentrazioni plasmatiche di donepezil diminuiscono con un’emivita di circa 70 ore.
Sesso, razza e anamnesi di tabagismo non hanno alcuna influenza clinicamente significativa sulle concentrazioni plasmatiche di donepezil cloridrato. La farmacocinetica di donepezil non è stata ufficialmente studiata nei soggetti anziani sani e neppure nei pazienti con demenza di Alzheimer o demenza vascolare. Tuttavia, i livelli plasmatici nei pazienti non si sono allontanati da quelli dei giovani volontari sani.
I pazienti con compromissione epatica lieve o moderata hanno visto aumentare le concentrazioni allo stato stazionario di donepezil: la AUC media del 48% e la Cmax del 39% (vedere paragrafo 4.2).
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Gli ampi studi in animali da esperimento hanno dimostrato che questo composto causa meno effetti, a parte quelli farmacologici voluti, coerentemente con la sua azione di stimolatore colinergico (vedere paragrafo 4.9). Donepezil non è risultato mutageno negli studi sulla mutazione in cellule batteriche e di mammifero. Effetti clastogenici sono stati osservati in vitro a concentrazioni palesemente tossiche per le cellule e oltre 3000 volte le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario. Non sono stati osservati effetti clastogenici o altri effetti genotossici nel test del micronucleo in vivo nel topo. Non esiste alcuna evidenza di un potenziale oncogeno negli studi di cancerogenicità a lungo termine nei ratti o nei topi.
Donepezil cloridrato non ha effetto sulla fertilità nei ratti e non è risultato teratogeno nei ratti o nei conigli, avendo però un leggero effetto sui nati morti e sulla sopravvivenza precoce del neonato, quando somministrato a ratte gravide a dosi 50 volte superiori quella umana (vedere paragrafo 4.6).
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Nucleo della compressa: biossido di silicio colloidale, lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, amido pregelatinizzato, magnesio stearato.
Film di rivestimento: biossido di titanio (E171), ipromellosa 5cP (E464), talco (E553b), glicole propilenico (E1520).
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
3 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30 °C.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Blister in PVC trasparente spesso (rivestito con 40 gsm di PVdC) e foglio di alluminio in astuccio di cartone.
Confezione da 28 e 98 compresse rivestite con film.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare.
Il prodotto inutilizzato e gli altri materiali di rifiuto devono essere smaltiti secondo le disposizioni locali.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
SUBSTIPHARM 24 rue Erlanger, 75016 Paris – Francia Concessionario per la vendita SUBSTIPHARM S.r.l. Via Felice Casati, 20 – 20124 Milano
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
28 compresse rivestite con film A.I.C. n. 042613012 98 compresse rivestite con film A.I.C. n. 042613048
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: 17/04/2014 Data del rinnovo più recente: 26/02/2017
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 28/06/2022