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Le pomate sono tra le forme farmaceutiche topiche più utilizzate per la cura e la protezione della pelle. Dalla gestione della secchezza marcata alle terapie con principi attivi specifici, rappresentano una soluzione pratica e mirata in molte situazioni quotidiane e cliniche. Nonostante la loro diffusione, spesso si tende a confonderle con creme e gel, che hanno proprietà e impieghi diversi: sapere che cos’è una pomata e come funziona permette di scegliere il prodotto giusto e di usarlo in modo corretto, massimizzandone i benefici e riducendo il rischio di irritazioni o inefficacia.
Questa guida spiega innanzitutto che cosa si intende per “pomata”, quali sono le sue caratteristiche tecniche e quali fattori ne determinano l’effetto sulla pelle. Nei passaggi successivi verranno approfonditi i principali tipi di pomata e i loro utilizzi, i benefici attesi e le precauzioni d’uso. Le informazioni hanno un taglio pratico ma basato sulla farmacologia dermatologica: sono utili a chi desidera comprendere meglio il proprio trattamento topico e a chi vuole orientarsi tra i diversi prodotti da banco e quelli prescritti dal medico.
Cos’è una pomata?
In farmacologia, la pomata è una preparazione topica semisolida a prevalente base lipidica (grassa), destinata ad applicazione sulla pelle o su specifiche mucose. La sua caratteristica principale è l’elevata occlusività: una volta stesa, forma un film che limita la perdita d’acqua dalla superficie cutanea, favorendo l’idratazione dello strato corneo. Rispetto alle creme, che sono emulsioni acqua/olio o olio/acqua, e ai gel, che sono strutture prevalentemente acquose o alcoliche, le pomate contengono poca o nessuna acqua e risultano più unte e persistenti. Questa peculiarità le rende particolarmente adatte a veicolare principi attivi lipofili e a proteggere la pelle in condizioni di marcata secchezza, fissurazioni o quando è necessario un effetto barriera.
La funzione di una pomata può essere terapeutica o protettiva. Nel primo caso, la pomata fa da veicolo per un farmaco topico (come un corticosteroide, un antimicotico o un antibiotico), modulando il rilascio del principio attivo e la sua penetrazione negli strati cutanei. Nel secondo caso, la pomata è priva di farmaci e agisce come emolliente o schermo contro agenti esterni (freddo, attrito, sostanze irritanti), aiutando a ripristinare la funzione barriera della pelle. In entrambi gli scenari, l’aderenza alla superficie cutanea e la resistenza al dilavamento sono punti di forza, ma comportano anche la necessità di una corretta selezione della sede di applicazione per evitare sensazione di “pelle che non respira” o eccesso di untuosità.
La composizione tipica di una pomata prevede una base grassa costituita da miscele di vaselina (petrolatum), oli minerali o vegetali, cere (per esempio cera d’api) e derivati della lanolina; talvolta è presente una piccola quota d’acqua emulsificata nella fase grassa (emulsioni acqua-in-olio), ma in misura molto minore rispetto alle creme. A questa matrice si aggiungono eccipienti utili a stabilizzare la formulazione, migliorarne la stendibilità, controllare la consistenza e preservarne la qualità nel tempo (antiossidanti, conservanti quando necessari). La natura lipofila della base favorisce la solubilizzazione di molecole a loro volta lipofile e influenza importanti parametri farmacotecnici, come la velocità di rilascio del principio attivo e la profondità di penetrazione cutanea.

Il comportamento della pomata sulla pelle dipende da diversi fattori. L’effetto occlusivo riduce la perdita transepidermica d’acqua, aumentando l’idratazione e ammorbidendo lo strato corneo: questo può aumentare l’assorbimento dei principi attivi e migliorare l’efficacia terapeutica, soprattutto nelle dermatosi secche e lichenificate. Di contro, nelle aree umide, macerate o ricoperte di peli, o in presenza di lesioni essudanti, l’occlusione può risultare poco confortevole o controproducente: in questi casi, altre forme (gel, lozioni o creme O/A) possono essere preferibili. Anche la sede corporea (palmo, volto, pieghe), l’estensione della superficie trattata, l’integrità della barriera cutanea e l’età del paziente influenzano l’assorbimento: ad esempio, nei bambini la cute è più sottile e la superficie corporea relativa maggiore, con conseguente potenziale aumento dell’esposizione sistemica ai farmaci topici.
Molti principi attivi possono essere formulati in pomata. Tra i più comuni rientrano i corticosteroidi topici per la modulazione dell’infiammazione; gli antimicotici per micosi cutanee; gli antibiotici o antisettici per la gestione di infezioni localizzate; gli antivirali per alcune infezioni erpetiche; anestetici locali per attenuare prurito o dolore; cheratolitici come acido salicilico e urea per ridurre ipercheratosi e desquamazione; derivati della vitamina D o retinoidi per specifiche dermatosi, quando appropriato. Esistono poi pomate “neutre” emollienti e protettive, prive di farmaco, utili come terapia di base per mantenere l’idratazione o proteggere la pelle esposta a frizioni o agenti irritanti. Accanto ai prodotti industriali, la galenica magistrale consente al farmacista di allestire pomate personalizzate per concentrazione, base e associazioni di principi attivi, secondo prescrizione.
Dal punto di vista pratico, le pomate sono generalmente confezionate in tubi o vasetti. La consistenza può variare da pastosa a semisolida fluida, in funzione della base e della temperatura ambiente. La quantità d’uso viene spesso descritta con il concetto di “fingertip unit” (FTU), un’unità orientativa corrispondente alla striscia di prodotto depositata sul dito dall’ultima falange fino al polpastrello, utile per stimare quanta pomata serve per coprire aree standard della pelle; resta comunque fondamentale attenersi alle indicazioni del foglio illustrativo o della prescrizione. La conservazione in luogo fresco e asciutto, la chiusura accurata del contenitore e l’attenzione alla data di scadenza aiutano a mantenere l’integrità del prodotto. In caso di pomate contenenti farmaci, è opportuno rispettare tempi e frequenza di applicazione indicati per ottimizzare l’efficacia e ridurre il rischio di irritazioni o sensibilizzazione.
Tipi di pomate e loro utilizzi
Le pomate si distinguono principalmente per la natura della loro base. Le basi idrofobe (anidre), costituite da vaselina, oli e cere, sono le più occlusive e resistenti al dilavamento. Le basi assorbenti, spesso derivate dalla lanolina o contenenti emulsionanti acqua-in-olio, possono incorporare piccole quantità d’acqua mantenendo comunque un profilo occlusivo. Le basi idrofile (ad es. a base di polietilenglicoli) sono meno grasse e più facilmente removibili, ma anche meno protettive. Una categoria a parte sono le paste, pomate addizionate con polveri inerti (per esempio ossido di zinco o amido) che aumentano la capacità assorbente nelle zone umide. Esistono inoltre pomate oftalmiche e per mucose, formulate con requisiti di purezza e viscosità specifici.
Le pomate non medicamentose trovano impiego come emollienti e barriera nelle condizioni di xerosi marcata, fissurazioni e in generale quando si desidera ridurre la perdita d’acqua transepidermica. Paste con ossido di zinco sono spesso usate come schermo protettivo in aree soggette a macerazione o sfregamento, come la zona del pannolino o le pieghe cutanee. Formulazioni protettive sono utili anche per esposizione a freddo, vento o attrito meccanico, e per la cura di mani e labbra molto secche.
Le pomate medicamentose veicolano principi attivi destinati a condizioni specifiche. I corticosteroidi in pomata sono indicati per dermatosi infiammatorie in sedi secche o lichenificate, dove l’occlusività ne favorisce l’efficacia. Cheratolitici come urea o acido salicilico in pomata aiutano a ridurre ispessimenti e desquamazione. Antimicotici, antibiotici topici o antivirali possono essere formulati in pomata quando è necessario un contatto prolungato con la lesione e una maggiore persistenza del prodotto sulla cute.
La scelta della pomata dipende dal distretto anatomico, dal grado di secchezza o essudazione e dalla tollerabilità individuale. Su palmi e piante, dove la cute è più spessa, una base molto occlusiva può risultare vantaggiosa; nelle pieghe o su aree tendenzialmente umide, paste o veicoli meno grassi possono essere preferibili. Anche fattori pratici come stagionalità, estensione della superficie da trattare e necessità di rimozione agevole orientano la selezione della formulazione.
Benefici delle pomate
Le pomate offrono numerosi vantaggi terapeutici grazie alla loro capacità di veicolare principi attivi direttamente sulla zona interessata. Questa applicazione topica consente un’azione mirata, riducendo il rischio di effetti collaterali sistemici.
Un beneficio fondamentale delle pomate è l’idratazione profonda della pelle. Ingredienti come l’aloe vera e la cera d’api creano una barriera protettiva che trattiene l’umidità, prevenendo la secchezza cutanea e mantenendo la pelle morbida ed elastica. savagerose.org
Le pomate possono anche avere proprietà lenitive e antinfiammatorie. Ad esempio, l’arnica montana è nota per alleviare dolori muscolari e articolari, mentre la calendula è efficace nel ridurre arrossamenti e irritazioni cutanee. digi-instruments.it
Inoltre, alcune pomate possiedono effetti cicatrizzanti e rigeneranti. L’iperico, ad esempio, è utilizzato per favorire la guarigione di piccole ferite e scottature, accelerando il processo di riparazione dei tessuti. helan.com
Infine, le pomate possono offrire protezione contro agenti esterni dannosi. Formulazioni contenenti oli essenziali di timo o tea tree oil hanno proprietà antimicrobiche, aiutando a prevenire infezioni cutanee.
Precauzioni nell’uso delle pomate
Nonostante i numerosi benefici, è essenziale adottare alcune precauzioni nell’utilizzo delle pomate per garantire un uso sicuro ed efficace.
Prima di tutto, è fondamentale leggere attentamente il foglietto illustrativo e seguire le indicazioni del produttore o del medico. L’applicazione eccessiva o prolungata di alcune pomate, soprattutto quelle contenenti corticosteroidi, può causare effetti collaterali come assottigliamento della pelle o sensibilizzazione. farmaciedelsorriso.it
È importante effettuare un test su una piccola area della pelle prima dell’uso regolare, per escludere reazioni allergiche o irritazioni. In caso di arrossamenti, prurito o gonfiore, interrompere l’uso e consultare un medico.
Evitare l’applicazione di pomate su ferite aperte, mucose o zone infette, a meno che non sia specificamente indicato. L’uso improprio può aggravare l’infezione o ritardare la guarigione.
Conservare le pomate in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta e fuori dalla portata dei bambini. Verificare sempre la data di scadenza prima dell’uso, poiché l’efficacia dei principi attivi può diminuire nel tempo.
Infine, informare il medico o il farmacista di eventuali altri farmaci in uso o condizioni mediche preesistenti, per evitare interazioni o controindicazioni.
In conclusione, le pomate rappresentano un valido strumento terapeutico per diverse condizioni cutanee, offrendo benefici come idratazione, azione lenitiva, cicatrizzante e protettiva. Tuttavia, è fondamentale utilizzarle con attenzione, seguendo le indicazioni e adottando le necessarie precauzioni per garantire sicurezza ed efficacia.
Per approfondire
Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Informazioni ufficiali sui farmaci e le loro indicazioni terapeutiche.
Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST): Risorse e linee guida sulla dermatologia.
Ministero della Salute: Informazioni sanitarie ufficiali e aggiornate.
Federazione Nazionale delle Farmacie: Consigli e informazioni sui prodotti farmaceutici.
Istituto Superiore di Sanità: Ricerca e documentazione su salute e farmaci.
