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Il carcinoma squamoso cutaneo (CSC) è una neoplasia maligna che origina dalle cellule squamose dell’epidermide. Rappresenta il secondo tipo di cancro della pelle più comune, con un’incidenza annuale stimata di circa 700.000 casi negli Stati Uniti. (aifa.gov.it) Sebbene la maggior parte dei CSC sia trattabile con successo, una piccola percentuale può progredire verso forme avanzate, richiedendo interventi terapeutici più complessi.
Cos’è il carcinoma squamoso cutaneo
Il carcinoma squamoso cutaneo è una neoplasia maligna che origina dalle cellule squamose dell’epidermide. Queste cellule, situate nello strato più esterno della pelle, sono responsabili della protezione contro agenti esterni. Quando subiscono mutazioni genetiche, possono proliferare in modo incontrollato, dando origine al CSC.
Il CSC si manifesta prevalentemente in aree cutanee esposte al sole, come viso, orecchie, collo e dorso delle mani. Tuttavia, può svilupparsi anche in zone meno esposte, soprattutto in individui con fattori di rischio specifici. La crescita del tumore è generalmente lenta, ma in alcuni casi può essere più aggressiva, con potenziale invasione dei tessuti circostanti.
A livello istologico, il CSC è caratterizzato da proliferazione di cheratinociti atipici che formano strutture squamose e perle cornee. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali per prevenire la progressione e le complicanze associate.
In Italia, il CSC rappresenta una quota significativa dei tumori cutanei non melanoma, con un’incidenza in aumento negli ultimi decenni, attribuibile principalmente all’invecchiamento della popolazione e all’aumento dell’esposizione solare.

Cause principali
L’esposizione cronica ai raggi ultravioletti (UV) è la principale causa del carcinoma squamoso cutaneo. I raggi UV, sia di origine solare che artificiale (lampade abbronzanti), inducono danni al DNA delle cellule cutanee, favorendo mutazioni oncogeniche. L’intensità e la durata dell’esposizione sono direttamente proporzionali al rischio di sviluppo del CSC.
Oltre all’esposizione UV, altri fattori di rischio includono:
- Immunosoppressione: pazienti sottoposti a trapianto d’organo o in terapia immunosoppressiva presentano un rischio aumentato di sviluppare CSC.
- Infezioni da HPV: alcuni ceppi del papillomavirus umano sono associati a lesioni cutanee precancerose che possono evolvere in CSC.
- Esposizione a sostanze chimiche: contatto prolungato con arsenico o idrocarburi aromatici policiclici può aumentare il rischio.
- Condizioni dermatologiche preesistenti: lesioni croniche, ulcere o cicatrici possono predisporre allo sviluppo del CSC.
L’età avanzata e la carnagione chiara sono ulteriori fattori predisponenti, poiché la pelle chiara ha una minore quantità di melanina, riducendo la protezione naturale contro i danni UV.
La prevenzione primaria, attraverso la protezione solare e l’evitamento di comportamenti a rischio, è essenziale per ridurre l’incidenza del CSC.
Sintomi caratteristici
Il carcinoma squamoso cutaneo si presenta tipicamente come una lesione cutanea persistente che non guarisce. Le manifestazioni cliniche variano, ma comunemente includono:
- Placca o nodulo: area ispessita, ruvida o squamosa, spesso di colore rosso o marrone.
- Ulcera: ferita aperta che sanguina o forma croste, con tendenza a non cicatrizzare.
- Lesione verrucosa: crescita simile a una verruca, con superficie irregolare.
- Dolore o prurito: sensazioni associate alla lesione, sebbene non sempre presenti.
Le lesioni si localizzano frequentemente in aree esposte al sole, come viso, orecchie, collo, mani e braccia. Tuttavia, possono comparire anche in zone meno esposte, specialmente in individui con fattori di rischio aggiuntivi.
È fondamentale monitorare qualsiasi cambiamento cutaneo sospetto e consultare tempestivamente un dermatologo per una valutazione accurata.
La diagnosi precoce migliora significativamente la prognosi, riducendo il rischio di metastasi e complicanze.
Diagnosi dermatologica
La diagnosi del carcinoma squamoso cutaneo (cSCC) inizia con un’attenta valutazione clinica da parte del dermatologo, che esamina le lesioni sospette alla ricerca di caratteristiche tipiche come noduli induriti, ulcerazioni o placche squamose persistenti. L’anamnesi del paziente, inclusa l’esposizione al sole e la presenza di lesioni precancerose come le cheratosi attiniche, è fondamentale per orientare il sospetto diagnostico.
Per confermare la diagnosi, si procede con una biopsia cutanea, prelevando un campione di tessuto dalla lesione per l’analisi istopatologica. Questo esame consente di identificare le caratteristiche cellulari del cSCC e di determinare il grado di differenziazione del tumore, informazioni essenziali per pianificare il trattamento più appropriato.
In alcuni casi, soprattutto quando si sospetta un coinvolgimento dei linfonodi o una diffusione metastatica, possono essere richiesti esami di imaging come l’ecografia, la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM). Questi strumenti aiutano a valutare l’estensione della malattia e a identificare eventuali metastasi a distanza.
La diagnosi precoce del cSCC è cruciale per migliorare la prognosi del paziente. Pertanto, è importante che individui con lesioni cutanee sospette consultino tempestivamente un dermatologo per una valutazione approfondita e, se necessario, per l’avvio di un percorso diagnostico e terapeutico adeguato.
Terapie disponibili
Il trattamento del carcinoma squamoso cutaneo (cSCC) varia in base allo stadio e alla localizzazione del tumore, nonché alle condizioni generali del paziente. La chirurgia rappresenta la terapia di prima linea per le lesioni localizzate, con l’obiettivo di rimuovere completamente il tumore e ridurre il rischio di recidiva. In particolare, la chirurgia micrografica di Mohs è spesso utilizzata per lesioni in aree critiche o per tumori con margini indistinti, garantendo un’escissione precisa e conservando il più possibile il tessuto sano circostante.
La radioterapia è un’opzione terapeutica per pazienti non candidabili all’intervento chirurgico o per tumori localizzati in aree difficili da operare. Questa modalità di trattamento utilizza radiazioni ionizzanti per distruggere le cellule tumorali, ed è particolarmente indicata per cSCC di piccole dimensioni o per pazienti anziani con comorbilità che rendono rischiosa la chirurgia.
Per i casi di cSCC localmente avanzato o metastatico, l’immunoterapia ha mostrato risultati promettenti. Farmaci come il cemiplimab, un anticorpo monoclonale anti-PD-1, sono stati approvati per il trattamento di pazienti adulti con cSCC avanzato non candidabili a chirurgia o radioterapia curative. Studi clinici hanno evidenziato una riduzione significativa del rischio di recidiva e una sopravvivenza libera da malattia superiore nei pazienti trattati con cemiplimab rispetto al placebo. (sanihelp.it)
In alcuni casi selezionati, possono essere utilizzate terapie topiche come il 5-fluorouracile o l’imiquimod per trattare lesioni superficiali o precancerose. Tuttavia, queste opzioni sono generalmente riservate a situazioni specifiche e richiedono un’attenta valutazione da parte del dermatologo.
Per approfondire
Recenti Progressi in Medicina – Articolo sul trattamento del carcinoma squamosocellulare cutaneo localmente avanzato e metastatico, pubblicato nel giugno 2021.
SIDeMaST – Blog dermatologico che discute le nuove cure per il carcinoma cutaneo a cellule squamose grazie all’immunoterapia, aggiornato a ottobre 2019.
Humanitas Salute – Articolo del luglio 2018 che presenta una nuova molecola in fase di studio per il trattamento del carcinoma squamoso della pelle.
Skin Cancer Foundation – Dettagli sulle opzioni di trattamento per il carcinoma a cellule squamose, con aggiornamenti fino ad aprile 2025.
AIM at Skin Cancer – Informazioni sulle novità negli studi clinici per il carcinoma squamosocellulare cutaneo, aggiornate al 2025.
