A cosa si ha diritto con il 67% di invalidità?

Diritti con invalidità civile al 67%: agevolazioni fiscali, servizi sanitari, collocamento mirato, sostegni sociali. Requisiti, procedure INPS, ASL e Agenzia delle Entrate; differenze con Legge 104 e soglie 74%-100%.

Raggiungere il 67% di invalidità civile è un passaggio che, nel sistema italiano, ha un significato giuridico preciso: indica una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi (per i maggiorenni) o difficoltà persistenti a svolgere i compiti tipici dell’età (per i minorenni), accertate da una Commissione medico-legale. Questa valutazione non è solo una misura clinica della menomazione, ma una “chiave di accesso” a vari ambiti di tutela: sanità, lavoro, fisco e welfare. Comprendere bene cosa cambia al momento del riconoscimento del 67% aiuta a muoversi con consapevolezza tra diritti, procedure e adempimenti, evitando aspettative eccessive su benefici che, in realtà, scattano solo con percentuali più alte o con ulteriori requisiti specifici.

Questa guida illustra, con linguaggio chiaro ma rigoroso, cosa comporta il 67% di invalidità: quali diritti si attivano di norma, quali richiedono condizioni aggiuntive (ad esempio il riconoscimento di handicap ai sensi della Legge 104/1992, o una percentuale superiore), e quali passaggi pratici sono necessari per far valere le tutele. Le regole di base sono nazionali, ma alcune applicazioni sono gestite a livello regionale o locale (ASL, Comuni, Centri per l’Impiego), e possono prevedere prassi differenti. È quindi utile considerare questo quadro come una mappa generale da integrare con le indicazioni operative delle amministrazioni competenti.

Introduzione ai diritti con il 67% di invalidità

Il 67% di invalidità civile attesta che la menomazione accertata limita in modo significativo l’autonomia e, per gli adulti, la capacità lavorativa. Il riconoscimento avviene tramite domanda all’INPS, con certificato medico introduttivo e visita presso la Commissione medico-legale integrata, che emette un verbale con percentuale e, talvolta, annotazioni specifiche (come eventuali esenzioni o necessità di revisione). È importante distinguere questo status da altri istituti: l’handicap (Legge 104/1992) misura i bisogni di integrazione sociale e può essere semplice o “grave”; l’inabilità assoluta (100%) e l’indennità di accompagnamento rispondono a criteri diversi; l’invalidità da lavoro (INAIL) è un altro canale con regole proprie. Il 67% si colloca quindi nel mezzo: è una soglia rilevante che apre ad alcune tutele, ma non equivale né all’invalidità totale né automaticamente alla “gravità” ai sensi della 104.

In termini pratici, con il 67% si possono attivare diversi diritti, ma è fondamentale sapere cosa scatta automaticamente e cosa no. Sul versante del lavoro, la percentuale è sufficiente per l’iscrizione al collocamento mirato (la soglia minima è il 46%), dando accesso a misure dedicate di inserimento e a quote di riserva nei concorsi, nel rispetto delle procedure previste. In ambito sanitario, è frequente la possibilità di usufruire di esenzioni per alcune prestazioni strettamente correlate alla menomazione e di ottenere, quando indicato, protesi e ausili a carico del Servizio sanitario, previa prescrizione specialistica. Sul piano fiscale, si aprono canali di detrazione e IVA agevolata per specifiche spese legate alla disabilità, anche se alcune misure richiedono criteri ulteriori o l’accertamento di handicap ai sensi della Legge 104. È altrettanto importante chiarire cosa non matura al 67%: l’assegno mensile per invalidità civile parziale, ad esempio, spetta di norma dal 74% (con requisiti reddituali e di inattività lavorativa), mentre la pensione di inabilità richiede il 100%.

Per far valere i diritti collegati al 67%, il verbale di invalidità è lo strumento principale: va conservato e presentato agli uffici competenti (ASL, Centri per l’Impiego, Agenzia delle Entrate o intermediari fiscali, uffici comunali), a seconda della misura da attivare. Il verbale può riportare un termine di revisione: ciò significa che la Commissione ritiene opportuno rivalutare la situazione a distanza di tempo. In caso di peggioramento, è possibile chiedere l’aggravamento; se si ritiene che la percentuale attribuita non rifletta la reale condizione, esistono percorsi di tutela (amministrativi e giudiziari) con tempi e oneri da valutare. È utile predisporre una documentazione sanitaria aggiornata, completa e pertinente, perché la qualità del materiale clinico presentato incide sulla valutazione e, di riflesso, sull’accesso alle tutele.

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I passaggi operativi variano per ambito. Per il lavoro, dopo il riconoscimento del 67%, l’iscrizione al collocamento mirato avviene presso il Centro per l’Impiego competente, presentando il verbale e rispettando le procedure locali: l’iscrizione consente l’accesso a percorsi personalizzati e alle riserve nei concorsi, compatibilmente con i requisiti richiesti. Per le prestazioni sanitarie, l’ASL rilascia le esenzioni e gestisce l’erogazione di protesi e ausili: in genere serve una prescrizione dello specialista del SSN, con indicazione precisa del dispositivo necessario in relazione alla menomazione. In ambito fiscale, le detrazioni o l’applicazione dell’IVA agevolata su spese e sussidi tecnici richiedono il possesso del verbale e la corretta conservazione della documentazione di spesa, da riportare in dichiarazione dei redditi secondo le regole vigenti. Per misure come il contrassegno di parcheggio o le agevolazioni sui veicoli, il 67% può non essere sufficiente: spesso è richiesto il riconoscimento di specifiche limitazioni alla deambulazione o l’handicap in situazione di gravità, da accertare con iter dedicati.

Infine, occorre tenere conto di tre variabili trasversali. La prima è la competenza territoriale: alcune modalità applicative (in particolare su esenzioni ticket e ausili) sono definite dalle Regioni e dalle ASL, con differenze su codici, modulistica e percorsi; ciò non cambia il diritto sostanziale, ma incide sul “come” ottenerlo. La seconda è l’intreccio con il reddito o con l’ISEE: per alcuni interventi sociali o contributi locali, la condizione economica può essere un requisito aggiuntivo. La terza riguarda lo status lavorativo: talune misure presuppongono disoccupazione, inattività o specifiche condizioni del rapporto di lavoro. In sintesi, il 67% rappresenta una base giuridica significativa per accedere a tutele reali; per massimizzarne l’efficacia, è utile programmare i passi in modo ordinato (verbale alla mano, verifica dei requisiti accessori e dei canali competenti), avendo consapevolezza che non tutte le agevolazioni sono automatiche e che alcune richiedono accertamenti ulteriori rispetto alla sola percentuale di invalidità.

Agevolazioni fiscali e tributarie

Le persone con un’invalidità civile riconosciuta al 67% possono beneficiare di diverse agevolazioni fiscali e tributarie, volte a supportare economicamente i soggetti con disabilità e le loro famiglie.

Una delle principali agevolazioni riguarda la detrazione IRPEF del 19% sulle spese sanitarie specifiche sostenute per la persona con disabilità. Questa detrazione si applica senza l’applicazione della franchigia di 129,11 euro prevista per le spese mediche generiche. Inoltre, le spese mediche generiche e di assistenza specifica sono interamente deducibili dal reddito complessivo, contribuendo a ridurre l’imponibile fiscale. (invaliditaediritti.it)

Per quanto riguarda l’acquisto di sussidi tecnici e informatici destinati a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione delle persone con disabilità, è prevista una doppia agevolazione: una detrazione IRPEF del 19% sulla spesa sostenuta e l’applicazione dell’IVA agevolata al 4% anziché al 22%. Questi sussidi includono, ad esempio, computer, dispositivi per la comunicazione e altri strumenti tecnologici che migliorano la qualità della vita quotidiana. (ticonsiglio.com)

Inoltre, le persone con invalidità al 67% hanno diritto all’IVA agevolata al 4% per l’acquisto di mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione e al sollevamento, come servoscala, protesi e ausili per menomazioni funzionali permanenti. Questa agevolazione si estende anche alle prestazioni di servizi per la realizzazione di opere finalizzate al superamento o all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Infine, è prevista una detrazione del 19% sulle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza della persona con disabilità. Questa detrazione si applica su un importo massimo di 2.100 euro e spetta solo se il reddito complessivo del contribuente non supera i 40.000 euro annui.

Per accedere alle agevolazioni è necessario che le spese siano effettivamente collegate alla menomazione e adeguatamente documentate. In genere occorrono il verbale di invalidità, una prescrizione o certificazione sanitaria che attesti il collegamento funzionale del bene o del servizio alla disabilità, la fattura intestata al beneficiario e un pagamento tracciabile. La corretta conservazione della documentazione è essenziale ai fini di eventuali controlli.

Alcune misure più incisive, in particolare in materia di veicoli, richiedono il riconoscimento di handicap ai sensi della Legge 104/1992, spesso in situazione di gravità. Con il solo 67% di invalidità il diritto non è automatico: possono essere previsti limiti oggettivi (tipologia di veicolo, cilindrata, numero di veicoli agevolabili) e requisiti soggettivi aggiuntivi. È opportuno verificare i presupposti prima dell’acquisto per evitare di perdere i benefici.

Le spese detraibili e deducibili vanno indicate nella dichiarazione dei redditi secondo le istruzioni vigenti, anche tramite CAF o professionisti abilitati. In alcuni casi le agevolazioni sono alternative o non cumulabili tra loro; inoltre, il beneficio compete nell’anno di sostenimento della spesa, salvo diverse previsioni. La corretta imputazione contabile consente di massimizzare il vantaggio fiscale nel rispetto delle regole.

Accesso ai servizi sanitari

Le persone con un’invalidità civile riconosciuta al 67% hanno diritto a specifiche agevolazioni nell’accesso ai servizi sanitari, volte a garantire cure adeguate e a ridurre l’onere economico delle prestazioni mediche.

Una delle principali agevolazioni è l’esenzione parziale dal pagamento del ticket sanitario per le prestazioni sanitarie correlate alla patologia invalidante. Questo beneficio consente di accedere a visite specialistiche, esami diagnostici e altre prestazioni sanitarie necessarie senza sostenere i costi normalmente previsti. (thewam.net)

Inoltre, le persone con invalidità al 67% possono richiedere protesi e ausili gratuiti, purché venga riconosciuta un’invalidità pari almeno al 33,33%. Questi dispositivi sono fondamentali per migliorare la qualità della vita e l’autonomia delle persone con disabilità, includendo protesi, ortesi e altri ausili tecnici.

È importante sottolineare che l’accesso a queste agevolazioni richiede la presentazione di idonea documentazione medica e il riconoscimento ufficiale dell’invalidità da parte delle autorità competenti. Pertanto, è consigliabile rivolgersi agli enti preposti per ottenere informazioni dettagliate sulle procedure da seguire e sui requisiti necessari.

L’esenzione dal ticket è rilasciata dall’ASL sulla base del verbale e, quando previsto, del codice di esenzione per patologia. Opera per le sole prestazioni appropriate e necessarie in relazione alla condizione invalidante o alla specifica patologia, mentre restano a carico dell’assistito le prestazioni non correlate. La validità dell’esenzione può essere legata all’eventuale termine di revisione.

Per protesi, ortesi e ausili si segue il percorso SSN: visita specialistica, prescrizione sul nomenclatore, eventuale autorizzazione dell’ASL, scelta del fornitore accreditato, consegna e collaudo. Sono previste modalità di manutenzione e sostituzione programmata, con tempi che variano in base al dispositivo e alle regole regionali. In presenza di particolari esigenze possono essere valutati adattamenti personalizzati.

Possono rientrare nella presa in carico anche programmi di riabilitazione, assistenza domiciliare integrata e trasporto sanitario non urgente, se indicati dal medico e compatibili con i criteri di appropriatezza. La coordinazione tra medico di medicina generale, specialisti e servizi territoriali facilita la continuità delle cure e l’accesso tempestivo alle prestazioni.

Sostegni economici e sociali

Le persone con un’invalidità civile riconosciuta al 67% possono accedere a diversi sostegni economici e sociali, finalizzati a favorire l’inclusione lavorativa e a migliorare la qualità della vita.

Una delle principali misure è l’iscrizione alle categorie protette e alle liste per il collocamento mirato, prevista per le persone con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%. Questo strumento facilita l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso percorsi personalizzati e incentivi per i datori di lavoro che assumono persone con disabilità.

Inoltre, le persone con invalidità al 67% hanno diritto al congedo per cure, che consente di fruire di un periodo non superiore a 30 giorni all’anno per sottoporsi a trattamenti terapeutici legati alla propria condizione. Questo congedo è retribuito e non rientra nel periodo massimo di conservazione del posto di lavoro, garantendo così la tutela del lavoratore durante il percorso di cura.

Un ulteriore sostegno è rappresentato dalla Disability Card, che offre alle persone con disabilità l’accesso a servizi gratuiti o a prezzi scontati nei settori dei trasporti, della cultura e del tempo libero, sia in Italia che in Europa. Questa card facilita l’ottenimento di benefici in diverse aree, promuovendo l’inclusione sociale e la partecipazione attiva alla vita comunitaria.

Infine, le persone con invalidità al 67% possono beneficiare di incentivi allo sport, come contributi per l’acquisto di ausili e protesi sportive, al fine di favorire la pratica di attività fisica e sportiva. Questi incentivi sono erogati attraverso fondi specifici e iniziative regionali, come ad esempio in Lombardia, dove sono previsti contributi fino al 22 gennaio 2024.

Sul versante delle prestazioni economiche, il 67% non dà luogo di per sé ad assegni automatici. L’assegno mensile per invalidità civile parziale richiede di norma almeno il 74% e specifici requisiti reddituali e lavorativi; la pensione di inabilità presuppone il 100%. Restano comunque attivabili misure comunali o regionali legate all’ISEE, come contributi per l’abbattimento delle barriere, il trasporto sociale o il sostegno alla vita indipendente, secondo i rispettivi bandi.

Per il collocamento mirato, dopo l’iscrizione alle liste è possibile accedere a servizi di orientamento, tirocini, convenzioni e adattamenti del posto di lavoro (accomodamenti ragionevoli). Le amministrazioni e le aziende soggette a quota di riserva possono prevedere procedure dedicate nei concorsi o nella selezione, nel rispetto dei requisiti richiesti per il profilo professionale.

Il congedo per cure va richiesto al datore di lavoro con adeguata certificazione medica che attesti la necessità dei trattamenti in relazione alla menomazione. La fruizione è di norma frazionabile nell’anno e non incide sul periodo di comporto; le condizioni economiche e di preavviso seguono quanto previsto dal contratto collettivo e dalla disciplina applicabile.

La Disability Card si richiede in via telematica, allegando la documentazione sanitaria e amministrativa richiesta. La tessera agevola il riconoscimento dello status nei servizi aderenti, ma non sostituisce il verbale di invalidità o altri provvedimenti che restano necessari per attivare le singole misure.

Conclusioni

In conclusione, il riconoscimento di un’invalidità civile al 67% apre l’accesso a una serie di agevolazioni fiscali, tributarie, sanitarie ed economiche, volte a supportare le persone con disabilità nel loro percorso di vita quotidiana e professionale. È fondamentale informarsi presso gli enti competenti per conoscere nel dettaglio i diritti spettanti e le modalità per usufruirne.

Per orientarsi tra le diverse misure conviene procedere per passi: verificare i requisiti effettivamente posseduti, raccogliere e aggiornare la documentazione sanitaria, attivare gli sportelli competenti (ASL, Centri per l’Impiego, uffici comunali, Agenzia delle Entrate) e, se utile, farsi assistere da patronati o CAF. Un approccio ordinato riduce i tempi, evita errori procedurali e consente di valorizzare al meglio le tutele collegate al 67%.

Per approfondire

INPS – Invalidità civile: Informazioni ufficiali sulle prestazioni economiche e i diritti per le persone con invalidità civile.

Agenzia delle Entrate – Agevolazioni per disabili: Guida completa sulle agevolazioni fiscali riservate alle persone con disabilità.

Ministero della Salute – Disabilità: Informazioni sui servizi sanitari e le agevolazioni per le persone con disabilità.

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Disabilità e non autosufficienza: Approfondimenti sulle politiche di inclusione lavorativa e sociale per le persone con disabilità.