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Chi percepisce una prestazione per invalidità può ottenere anche la cosiddetta “pensione sociale”? Per rispondere con chiarezza, è utile partire dal significato preciso dei termini. Nel linguaggio comune, “pensione sociale” è l’espressione ancora oggi più utilizzata per indicare una misura assistenziale erogata dall’INPS a tutela del reddito nella terza età. Tecnicamente, però, dal 1996 la denominazione corretta è “assegno sociale”: un beneficio economico pensato per chi ha un reddito basso o nullo e raggiunge una certa età, indipendentemente dai contributi versati nel corso della vita lavorativa.
Comprendere che cosa sia davvero la “pensione sociale” (ossia l’assegno sociale), a chi spetti e come funzioni è il primo passo per orientarsi tra le regole di compatibilità con altre prestazioni, compresa la pensione di invalidità di natura previdenziale o le provvidenze assistenziali per invalidità civile. In questa prima parte analizziamo quindi la natura dell’assegno sociale, i suoi obiettivi e i criteri generali che lo caratterizzano, così da porre le basi per valutare correttamente eventuali cumuli o trasformazioni quando si raggiunge l’età anziana.
Cosa è la pensione sociale
Con l’espressione “pensione sociale” si indica comunemente l’assegno sociale, una prestazione economica assistenziale riconosciuta dall’INPS a chi, raggiunta l’età prevista dalla legge, si trova in condizioni economiche disagiate. A differenza delle pensioni previdenziali (come la pensione di vecchiaia o anticipata), che si maturano in base ai contributi versati, l’assegno sociale è una misura non contributiva: non richiede dunque una storia assicurativa, ma è ancorato allo stato di bisogno e ad altri requisiti anagrafici e amministrativi. La sua finalità è garantire un sostegno minimo a chi, nella fase anziana della vita, non dispone di redditi sufficienti, contribuendo a prevenire condizioni di povertà e marginalità. È bene distinguere questa misura anche dalle prestazioni assistenziali legate all’invalidità civile, perché segue logiche e criteri di accesso differenti, pur potendo, in alcuni percorsi individuali, risultare connessa o subentrare ad altre provvidenze al raggiungimento dell’età avanzata.
Oltre al requisito anagrafico e reddituale, l’assegno sociale presenta altre caratteristiche importanti. Non è reversibile ai superstiti: cessando con la morte del titolare, non si trasferisce al coniuge o ai familiari. Può essere accompagnato da particolari maggiorazioni in presenza di specifici requisiti (per esempio, per età più elevata e redditi molto bassi), che hanno lo scopo di innalzare il sostegno complessivo alle persone più fragili. Va poi tenuto distinto dalle prestazioni di invalidità civile erogate in età inferiore: al compimento dell’età prevista per l’assegno sociale, alcune di queste provvidenze possono estinguersi e lasciare il posto a un “assegno sociale sostitutivo”, se rimangono soddisfatti i requisiti di reddito e residenza. Ciò non significa, tuttavia, che l’assegno sociale derivi automaticamente da qualsiasi stato di invalidità: l’accesso resta sempre condizionato alla verifica dei mezzi e agli altri criteri previsti, perché la logica è quella del sostegno economico in età anziana e non la compensazione di una riduzione della capacità lavorativa.
Sul piano pratico-amministrativo, la gestione dell’assegno sociale implica controlli periodici sul mantenimento dei requisiti. In genere, ogni anno l’INPS verifica i redditi dichiarati e, quando necessario, richiede al titolare di confermare la propria residenza effettiva sul territorio nazionale. Cambiamenti nella situazione personale (ad esempio, variazioni del reddito, del nucleo familiare o della residenza) devono essere tempestivamente comunicati, perché possono incidere sul diritto o sull’importo. La domanda si presenta per via telematica tramite il portale dell’INPS, anche con l’assistenza di un patronato, e l’ente acquisisce la documentazione utile a ricostruire il quadro reddituale e anagrafico. È buona prassi conservare in modo ordinato i documenti relativi a redditi, residenza e stato civile, così da agevolare le verifiche e prevenire sospensioni o indebito pagamento di somme che, in caso di mancanza di requisiti, potrebbero essere richieste in restituzione. In sintesi, l’assegno sociale è una misura essenziale del sistema di protezione sociale italiano, ma richiede attenzione costante nel rispetto delle condizioni che ne permettono l’erogazione.

Requisiti per la pensione sociale
L’assegno sociale è destinato a persone che abbiano compiuto un’età anagrafica fissata dal legislatore (attualmente pari a 67 anni) e che risiedano stabilmente in Italia. La residenza effettiva nel territorio nazionale è un requisito essenziale e la prestazione non è “esportabile” all’estero: significa che la sua erogazione è subordinata alla permanenza in Italia e può essere sospesa o cessare in caso di prolungati trasferimenti fuori dal Paese. Per i cittadini stranieri sono richiesti specifici requisiti di soggiorno e un’anzianità di residenza sul territorio italiano, in genere di lungo periodo; i dettagli possono variare in base allo status (cittadino UE, titolare di permesso di lungo soggiorno, rifugiato, apolide, ecc.), ma in ogni caso è necessaria un’effettiva iscrizione anagrafica e la tracciabilità della dimora abituale. Questo impianto riflette la natura solidaristica e territoriale dell’assegno sociale: il sostegno è legato al radicamento in Italia e alla verifica periodica della condizione economica.
Elemento cardine della prestazione è la prova dei mezzi: il diritto all’assegno sociale e il suo importo dipendono dal reddito del richiedente (e, se coniugato, anche dal reddito del coniuge). La valutazione è effettuata su base annua e tiene conto, in via generale, dei redditi di qualsiasi natura, con alcune esclusioni specifiche previste dalla normativa; le soglie massime di reddito, oltre le quali la prestazione non è dovuta, vengono aggiornate periodicamente. Se il reddito personale (o coniugale) è pari a zero, si ha diritto all’importo pieno; se è presente un reddito, l’assegno sociale agisce per integrazione, cioè viene riconosciuto in misura parziale fino a colmare la differenza fra il reddito e la soglia di riferimento. Il pagamento è di norma suddiviso in mensilità e l’anno di prestazione contempla tredici mensilità; inoltre, l’assegno sociale non è soggetto a IRPEF, riflettendo la sua natura assistenziale. In termini pratici, questo meccanismo consente, ad esempio, a chi percepisce una piccola rendita di lavoro o una pensione molto bassa di ottenere un’integrazione fino al livello minimo stabilito, purché le condizioni reddituali e gli altri requisiti rimangano soddisfatti.
Compatibilità con la pensione di invalidità
La compatibilità tra l’assegno sociale e la pensione di invalidità civile è un tema di particolare rilevanza per coloro che percepiscono prestazioni assistenziali. In generale, al compimento dei 67 anni, le prestazioni di invalidità civile, come l’assegno mensile per invalidi parziali e la pensione di inabilità per invalidi totali, si trasformano automaticamente in assegno sociale sostitutivo. Questo processo è disciplinato dall’articolo 19 della Legge 118 del 1971, che prevede la conversione delle prestazioni assistenziali in assegno sociale al raggiungimento dell’età pensionabile. (invaliditaediritti.it)
È importante sottolineare che, durante la fase di transizione, l’importo dell’assegno sociale può essere influenzato dai redditi personali del beneficiario. La circolare numero 86 dell’INPS, pubblicata nel 2000, stabilisce che, in caso di trasformazione delle prestazioni di invalidità civile in assegno sociale, si deve considerare esclusivamente il reddito personale del richiedente, escludendo quello del coniuge. Inoltre, ai fini del calcolo del reddito, non vengono conteggiati i redditi esenti da imposta, a differenza di quanto avviene per l’assegno sociale ordinario.
Per quanto riguarda la compatibilità tra l’assegno sociale e altre prestazioni, come la pensione di reversibilità, è necessario valutare attentamente i requisiti specifici. Ad esempio, per ottenere la pensione di reversibilità, è richiesto un grado di invalidità del 100%. Pertanto, un beneficiario con un’invalidità parziale potrebbe non avere diritto alla pensione di reversibilità, a meno che non venga riconosciuto un aggravamento della condizione di salute che porti al riconoscimento dell’invalidità totale.
In sintesi, mentre l’assegno sociale e la pensione di invalidità civile sono compatibili e prevedono una trasformazione automatica al compimento dei 67 anni, è fondamentale considerare i limiti reddituali e i requisiti specifici per altre prestazioni. Una corretta valutazione della propria situazione economica e sanitaria è essenziale per determinare l’accesso e l’importo delle prestazioni assistenziali disponibili.
Come richiedere entrambe le pensioni
Per richiedere sia la pensione di invalidità civile che l’assegno sociale, è necessario seguire procedure specifiche e soddisfare determinati requisiti. Ecco una guida dettagliata su come procedere.
Richiesta della pensione di invalidità civile:
- Certificazione medica: Il primo passo consiste nell’ottenere un certificato medico introduttivo rilasciato da un medico abilitato, che attesti la presenza di una condizione invalidante.
- Presentazione della domanda: Una volta ottenuto il certificato, è possibile presentare la domanda all’INPS attraverso il portale online, il Contact Center o tramite un patronato. La domanda deve includere il certificato medico e tutte le informazioni richieste.
- Visita medica di accertamento: Dopo la presentazione della domanda, l’INPS convocherà il richiedente per una visita medica presso la commissione medica competente, al fine di valutare il grado di invalidità.
- Esito e comunicazione: In seguito alla visita, l’INPS comunicherà l’esito della valutazione. Se l’invalidità riconosciuta è pari o superiore al 74%, il richiedente avrà diritto alla pensione di invalidità civile.
Richiesta dell’assegno sociale:
- Verifica dei requisiti: Assicurarsi di soddisfare i requisiti di età (67 anni), residenza in Italia e limiti reddituali previsti per l’assegno sociale.
- Presentazione della domanda: La domanda può essere presentata all’INPS attraverso il portale online, il Contact Center o tramite un patronato. È necessario fornire tutte le informazioni richieste, inclusa la documentazione relativa al reddito.
- Valutazione e comunicazione: L’INPS valuterà la domanda e communicherà l’esito al richiedente. In caso di esito positivo, l’assegno sociale verrà erogato mensilmente.
È importante notare che, al compimento dei 67 anni, le prestazioni di invalidità civile si trasformano automaticamente in assegno sociale sostitutivo. Tuttavia, è consigliabile monitorare la propria situazione e comunicare tempestivamente all’INPS eventuali variazioni di reddito o residenza, al fine di garantire la corretta erogazione delle prestazioni.
Per ulteriori informazioni e assistenza nella presentazione delle domande, è possibile rivolgersi a un patronato o consultare il sito ufficiale dell’INPS, dove sono disponibili guide dettagliate e moduli necessari.
In conclusione, la compatibilità tra l’assegno sociale e la pensione di invalidità civile è garantita attraverso un meccanismo di trasformazione automatica al raggiungimento dell’età pensionabile. È fondamentale essere a conoscenza dei requisiti specifici e delle procedure necessarie per accedere a queste prestazioni, al fine di assicurare un supporto economico adeguato alle proprie esigenze.
Per approfondire
INPS – Assegno Sociale: Pagina ufficiale dell’INPS che fornisce informazioni dettagliate sull’assegno sociale, inclusi requisiti, importi e modalità di richiesta.
HandyLex – Invalidità Civile: Risorsa informativa che offre una panoramica completa sull’invalidità civile, inclusi diritti, procedure e normativa vigente.
