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Molte persone associano la Legge 104 direttamente a una “pensione di invalidità”, ma in realtà si tratta di due piani diversi che spesso convivono. La Legge 104 è una norma-quadro che riconosce uno stato di handicap e garantisce tutele come permessi lavorativi, congedi, agevolazioni fiscali e priorità nei servizi; non determina di per sé un assegno. Le prestazioni economiche (assegno mensile di assistenza, pensione di inabilità civile, indennità di accompagnamento) dipendono invece dall’accertamento dell’invalidità civile, dai requisiti reddituali e, in alcuni casi, dall’età e dalla condizione funzionale. Per questo, chiedersi “qual è l’importo della pensione di invalidità con la 104?” significa, più correttamente, capire quale importo spetta in base al grado di invalidità e alla situazione reddituale, indipendentemente dal fatto di avere anche il riconoscimento della 104.
In questa guida spieghiamo come si definisce l’importo della pensione di invalidità civile e delle prestazioni collegate, quali elementi lo influenzano (invalidità al 74–99% o 100%, reddito personale e familiare, maggiorazioni), come funzionano le mensilità e in che modo la 104 interagisce con questi istituti senza modificarne l’ammontare. Anticipiamo che gli importi sono aggiornati ogni anno e possono prevedere incrementi o conguagli; nelle sezioni successive entreremo nel dettaglio dei requisiti e delle novità più recenti, così da orientarsi tra assegno, pensione, indennità e relative soglie.
Importo della pensione di invalidità
Quando si parla di “importo della pensione di invalidità” occorre distinguere le principali prestazioni economiche dell’invalidità civile, perché ognuna ha regole e ammontare propri. L’assegno mensile di assistenza è rivolto in genere agli invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa tra il 74% e il 99%, in presenza di requisiti reddituali; la pensione di inabilità civile è destinata a chi è riconosciuto invalido al 100% e possiede specifici requisiti di reddito; l’indennità di accompagnamento, invece, è riconosciuta a chi ha una non autosufficienza nelle attività della vita quotidiana, a prescindere dal reddito e indipendentemente dalla capacità lavorativa residua. A queste si affiancano altre misure, come l’indennità di frequenza per i minori con patologie invalidanti e il c.d. incremento al milione o altre maggiorazioni per i redditi molto bassi. La Legge 104 può coesistere con queste prestazioni, ma non ne aumenta l’importo: è una tutela aggiuntiva di tipo assistenziale e lavoristico.
Gli importi non sono fissi nel tempo: vengono rivalutati ogni anno in base agli indici di adeguamento e pubblicati nelle tabelle annuali. In linea generale, l’assegno mensile e la pensione di inabilità civile sono corrisposti per tredici mensilità, con un importo base “uguale per tutti” che può essere integrato da maggiorazioni in caso di redditi molto bassi e, al raggiungimento di determinate età o condizioni, da incrementi specifici previsti dall’ordinamento. L’indennità di accompagnamento segue una logica differente: ha un importo mensile stabilito annualmente ed è riconosciuta per dodici mensilità, senza essere sottoposta a limiti reddituali e senza tredicesima, poiché non è una pensione ma un’indennità legata alla necessità di assistenza continua. La presenza della 104 non modifica questi ammontari: il suo ambito è diverso e riguarda supporti non monetari.
Un elemento decisivo per l’importo effettivamente percepito è il profilo reddituale. Per assegno mensile e pensione di inabilità civile, la legge fissa soglie di reddito personale annuo da non superare: se il reddito è superiore al limite, la prestazione non spetta; se è inferiore, si ha diritto all’importo pieno. Alcune maggiorazioni, invece, considerano anche il reddito del coniuge, soprattutto quando si parla di incrementi destinati a chi si trova in condizioni economiche particolarmente disagiate. Cambiano anche i riferimenti anagrafici: prima del compimento dell’età pensionabile si applicano certe soglie e certe misure; dopo, la prestazione può trasformarsi o essere assorbita dall’assegno sociale sostitutivo, con regole di calcolo diverse e nuove soglie. In pratica, l’importo “teorico” della prestazione (il valore base annualmente fissato) si combina con il quadro reddituale del beneficiario per determinare ciò che verrà effettivamente pagato mese per mese.

Per capire come questo si traduce nella pratica, immaginiamo alcuni scenari tipici. Una persona con invalidità civile tra il 74% e il 99%, senza redditi o con redditi personali molto contenuti, può ottenere l’assegno mensile di assistenza: in questo caso, percepisce l’importo base per tredici mensilità, con la possibilità di accedere a maggiorazioni se rientra nelle soglie più basse previste. Se l’invalidità è del 100%, la prestazione di riferimento è la pensione di inabilità civile: anche qui c’è un importo base per tredici mensilità, con eventuali incrementi per redditi molto bassi. Se, oltre al 100%, è certificata la non autosufficienza, si aggiunge l’indennità di accompagnamento (dodici mensilità), che è cumulabile con la pensione di inabilità perché risponde a una finalità distinta. Per i minori con patologie invalidanti, invece, può spettare l’indennità di frequenza, che non è una pensione ma un sostegno vincolato alla frequenza di percorsi scolastici o terapeutici; al compimento della maggiore età, il quadro può essere rivalutato per l’accesso alle misure degli adulti. In nessuno di questi casi la presenza della 104 cambia l’importo: può però facilitare il godimento di permessi lavorativi o altre agevolazioni nella vita quotidiana.
Un ultimo aspetto riguarda compatibilità, decorrenza e durata. L’assegno mensile si rivolge in via generale a persone con capacità lavorativa ridotta: è compatibile con alcune attività lavorative entro certi limiti e nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa; la pensione di inabilità civile, invece, presuppone un’inabilità totale e ha regole differenti sulla compatibilità con il lavoro. Le prestazioni decorrono dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o alla maturazione dei requisiti e possono generare arretrati se il riconoscimento arriva in ritardo rispetto all’istanza. In caso di aggravamento o miglioramento, l’importo può cambiare a seguito di revisione sanitaria. Raggiunta l’età pensionabile, alcune prestazioni vengono sostituite dall’assegno sociale con eventuali maggiorazioni, ricalcolando lesoglie reddituali applicabili. Poiché gli importi sono aggiornati annualmente, è buona prassi verificare ogni inizio d’anno i nuovi valori e le relative soglie: ciò permette di sapere non solo “quanto spetta” in termini teorici, ma soprattutto quale sarà l’importo effettivo in base alla propria situazione reddituale e familiare, fermo restando che la 104 resta una tutela parallela e non un moltiplicatore economico.
Requisiti per la Legge 104
La Legge 104 riconosce una condizione di handicap finalizzata a garantire tutele di carattere assistenziale, sociale e lavorativo; non attribuisce direttamente prestazioni economiche. Il presupposto è l’accertamento medico-legale dello stato di handicap, che può essere qualificato come “semplice” o “in situazione di gravità”, con effetti diversi sull’accesso a permessi, congedi e priorità nei servizi.
In termini soggettivi, possono richiedere il riconoscimento le persone residenti in Italia: cittadini italiani, cittadini dell’Unione europea iscritti all’anagrafe e cittadini di Paesi terzi in possesso di un titolo di soggiorno idoneo e stabile residenza. La tutela riguarda sia i maggiorenni sia i minorenni, tenendo conto delle ricadute della condizione di salute sulla partecipazione scolastica, sociale e relazionale.
Sul piano sanitario, la valutazione si concentra sulle menomazioni fisiche, psichiche, intellettive o sensoriali e sulle barriere che, in combinazione con tali menomazioni, limitano la piena partecipazione alla vita sociale. La “gravità” ai sensi dell’art. 3, comma 3, è rilevante perché consente l’accesso alle misure più incisive, come i permessi lavorativi ampliati o i congedi straordinari per assistenza ai familiari.
Il verbale di handicap può prevedere una revisione periodica in caso di patologie suscettibili di evoluzione. La presenza della 104 non incide sugli importi delle prestazioni di invalidità civile: può però agevolare la fruizione di benefici non monetari (permessi, agevolazioni fiscali, adattamenti e priorità) che si affiancano, senza sovrapporsi, alle misure economiche eventualmente spettanti per invalidità civile.
Come richiedere la pensione
Per ottenere le prestazioni economiche legate all’invalidità civile (assegno mensile di assistenza, pensione di inabilità civile, indennità di accompagnamento) il percorso è telematico e passa dall’INPS. Il primo passaggio consiste nel certificato medico introduttivo redatto dal medico curante su apposita procedura informatizzata, che descrive le condizioni cliniche e genera un codice da utilizzare nella domanda.
Con il certificato, si presenta la domanda amministrativa all’INPS tramite SPID, CIE o CNS, direttamente dal portale o con il supporto di un patronato. Segue la convocazione a visita presso la Commissione medico-legale ASL integrata da un medico INPS; nei casi previsti è possibile l’accertamento agli atti o la visita domiciliare. Al termine, viene rilasciato un verbale che riporta la percentuale di invalidità e, se sussiste, la non autosufficienza.
Accertati i requisiti sanitari, l’INPS verifica quelli economici e amministrativi: per le prestazioni condizionate al reddito è necessario rientrare nelle soglie annuali previste. In fase di domanda si indicano le coordinate di pagamento e si allegano le eventuali autodichiarazioni richieste; la decorrenza, di norma, parte dal primo giorno del mese successivo alla presentazione dell’istanza o alla maturazione dei requisiti, con possibilità di arretrati.
In caso di esito non conforme alle aspettative, è possibile chiedere il riesame amministrativo o promuovere i rimedi previsti dall’ordinamento. Se le condizioni di salute cambiano, si può presentare domanda di aggravamento per una nuova valutazione. La Legge 104, quando presente, segue un canale di riconoscimento parallelo e non sostituisce la procedura per le prestazioni economiche INPS.
Variazioni nel 2025
Nel 2025, sono state introdotte significative modifiche riguardanti la pensione di invalidità e le procedure di accertamento della disabilità. Queste variazioni mirano a semplificare i processi e a garantire un supporto più adeguato alle persone con disabilità.
Una delle principali novità è l’incremento degli importi delle prestazioni assistenziali. Ad esempio, l’assegno mensile per gli invalidi civili parziali è stato aumentato a 336 euro, mentre l’indennità di accompagnamento per gli invalidi totali è salita a 531,14 euro. Questi aumenti sono stati determinati in base alla perequazione automatica delle pensioni, che tiene conto dell’inflazione e del costo della vita. (osservatoriomalattierare.it)
Inoltre, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto un incremento di 8 euro per le maggiorazioni sociali dei trattamenti pensionistici e di 104 euro per le pensioni corrisposte agli invalidi civili. Questo provvedimento mira a fornire un sostegno economico aggiuntivo alle persone con disabilità, riconoscendo le difficoltà economiche che spesso affrontano. (osservatoriomalattierare.it)
Un’altra importante modifica riguarda la definizione di disabilità. A partire dal 1° gennaio 2025, la Legge 104/1992 all’articolo 3 definisce le persone con disabilità come coloro che presentano compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali durature, che, in combinazione con barriere di vario tipo, impediscono una partecipazione piena ed effettiva alla vita sociale, su base di uguaglianza con gli altri. (money.it)
Infine, è stata istituita l’Autorità Garante per le persone con disabilità, con il compito di assicurare l’attuazione dei diritti delle persone disabili e di contrastare fenomeni di discriminazione. Questo organo raccoglie segnalazioni, promuove la cultura del rispetto e verifica l’accessibilità dei servizi pubblici essenziali. (money.it)
Confronto con altri benefici
La pensione di invalidità con la Legge 104 si distingue da altri benefici previdenziali e assistenziali per specifici requisiti e importi. Ad esempio, l’assegno sociale, destinato a cittadini italiani e stranieri residenti in Italia con almeno 67 anni di età e in condizioni economiche disagiate, prevede un importo mensile di 503,27 euro per il 2025, con un limite di reddito annuo personale di 6.085,43 euro. (osservatoriomalattierare.it)
Un altro beneficio è l’indennità di accompagnamento, concessa agli invalidi civili totali che necessitano di assistenza continua. Per il 2025, l’importo mensile è di 531,14 euro, senza limiti di reddito. Questo beneficio è cumulabile con la pensione di invalidità, offrendo un supporto economico aggiuntivo a chi ha bisogno di assistenza costante. (osservatoriomalattierare.it)
È importante notare che, a differenza della pensione di invalidità, l’indennità di accompagnamento non richiede limiti di reddito, rendendola accessibile a un numero maggiore di persone con disabilità gravi. Inoltre, mentre la pensione di invalidità è legata a una percentuale di invalidità riconosciuta, l’indennità di accompagnamento si basa sulla necessità di assistenza continua, indipendentemente dalla percentuale di invalidità.
In sintesi, le modifiche introdotte nel 2025 mirano a migliorare il supporto economico e sociale per le persone con disabilità, semplificando le procedure e aumentando gli importi delle prestazioni. È fondamentale che gli interessati si informino adeguatamente sulle nuove disposizioni per usufruire pienamente dei benefici disponibili.
Per approfondire
INPS: Modifiche procedimento di riconoscimento dell’invalidità civile – Informazioni ufficiali sulle nuove procedure di accertamento dell’invalidità civile.
Osservatorio Malattie Rare: Invalidità civile: tutti gli importi previsti per il 2025, e relativi limiti di reddito – Dettagli sugli importi aggiornati delle prestazioni assistenziali per il 2025.
