Qual è l’importo della pensione di invalidità per sordi nel 2025?

Importo 2025 della pensione di invalidità per sordi: requisiti, limiti di reddito, maggiorazioni, indennità di comunicazione, procedura INPS e novità sperimentazione accertamenti, confronto con altri benefici

La pensione di invalidità per sordi, spesso chiamata anche “pensione per sordi”, è una prestazione economica di natura assistenziale riconosciuta alle persone con sordità certificata secondo i criteri dell’invalidità civile. Ogni anno il suo importo viene adeguato all’andamento dei prezzi attraverso la perequazione, con effetti dal primo gennaio sull’assegno mensile e sulle relative soglie di reddito. Per chi sta pianificando il proprio bilancio familiare, la domanda chiave è quindi quanto verrà effettivamente accreditato nel 2025, con quale cadenza e quali voci possono modificarlo verso l’alto (maggiorazioni) o far venir meno il diritto (superamento dei limiti reddituali).

Per orientarsi, è utile distinguere gli “ingredienti” dell’importo: la pensione per sordi ha un valore base mensile, che può essere integrato da maggiorazioni sociali e dall’incremento al cosiddetto “milione” se ricorrono determinati requisiti anagrafici e reddituali; a questa può affiancarsi, in via cumulabile, l’indennità di comunicazione, che è una prestazione autonoma e non legata ai redditi. L’ammontare definitivo per il 2025 scaturisce dall’adeguamento annuale e viene recepito nei pagamenti mensili erogati dall’INPS secondo la modalità scelta dal beneficiario (conto corrente, libretto, carta abilitata o contanti presso Poste, rispettando il calendario stabilito). Nelle sezioni che seguono chiariremo come si costruisce l’importo e quali elementi pratici conviene monitorare, così da leggere correttamente il cedolino e programmare entrate e uscite con maggiore sicurezza.

Importo della pensione per sordi

L’importo della pensione di invalidità per sordi nel 2025 si compone, in linea generale, di un assegno base mensile cui possono sommarsi specifiche maggiorazioni, se spettanti, e dell’incremento al cosiddetto “milione” in presenza dei relativi requisiti. Il meccanismo è lo stesso che si applica alle altre pensioni assistenziali riconosciute nell’ambito dell’invalidità civile: si parte da un valore minimo mensile, definito a livello nazionale, che viene poi aggiornato annualmente in base all’inflazione e che è riconosciuto per 13 mensilità. Questo significa che, oltre ai pagamenti da gennaio a dicembre, è normalmente presente anche una tredicesima a dicembre per la quota pensionistica. L’indennità di comunicazione, se spettante, resta un capitolo distinto: non dipende dai redditi, è cumulabile con la pensione per sordi e viene erogata su 12 mensilità, senza tredicesima, con il proprio importo aggiornato annualmente.

Il “valore 2025” non nasce dunque da una riforma ad hoc, ma dall’adeguamento automatico che tiene conto dell’andamento dei prezzi. In pratica, il pagamento che si riceve ogni mese è il risultato di: importo base perequato + eventuali maggiorazioni + eventuale incremento, il tutto al netto di eventuali conguagli tecnici. Le pensioni assistenziali come la pensione per sordi sono in genere esenti dall’IRPEF, per cui l’importo accreditato coincide di norma con il “lordo” della prestazione, fatte salve trattenute per recuperi o compensazioni disposte dall’ente pagatore quando emergono differenze pregresse. Se il riconoscimento decorre in corso d’anno (per esempio da aprile 2025), le mensilità precedenti non spettano; se il provvedimento si chiude con esito favorevole dopo un ricorso o un riesame e la decorrenza è retrodatata, può arrivare un arretrato che riepiloga gli importi dovuti mese per mese.

Uno dei punti che influisce concretamente sull’importo percepito è la presenza dei limiti di reddito, tipici delle prestazioni assistenziali. Per la pensione per sordi, il diritto all’assegno base è legato al non superamento di una soglia reddituale annuale personale; il superamento di tale soglia non riduce semplicemente l’importo, ma può far venire meno l’intera prestazione per quell’anno, con eventuali verifiche e recuperi. Le maggiorazioni sociali, invece, sono riconosciute ai titolari con redditi contenuti e seguono regole proprie: di solito prevedono soglie differenziate tra persone sole e coniugate e richiedono la verifica anche del reddito del coniuge. L’incremento al “milione” è una specifica integrazione che può alzare l’importo complessivo entro un tetto mensile prefissato, sempre condizionata ai requisiti reddituali e anagrafici: non è automatico per tutti e, laddove non spettasse, il beneficiario continuerà a percepire il solo importo base e le eventuali altre maggiorazioni maturate.

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Accanto al tema dei redditi, contano altri fattori “di contorno” che è utile conoscere per leggere correttamente i cedolini del 2025. La residenza stabile in Italia è tra i presupposti amministrativi della prestazione assistenziale: trasferimenti all’estero, variazioni anagrafiche o cambi di stato civile vanno comunicati tempestivamente, perché possono incidere sulla spettanza di alcune integrazioni. Anche l’età anagrafica gioca un ruolo: la pensione per sordi è riconoscibile dal compimento della maggiore età, mentre la platea delle maggiorazioni possibili dipende da specifici scaglioni anagrafici previsti dalla normativa, oltre che dai redditi. La cumulabilità con altri trattamenti è in linea di massima consentita quando si tratta di prestazioni di natura diversa (per esempio, prestazioni previdenziali maturate con contribuzione), ma i relativi importi concorrono a formare il reddito che sarà valutato ai fini delle soglie: in altre parole, si può cumulare, ma ciò può far superare i limiti reddituali per la parte assistenziale.

Un’ultima attenzione riguarda la convivenza della pensione per sordi con l’indennità di comunicazione. Si tratta di due prestazioni distinte: la prima è condizionata al reddito e viene corrisposta, salvo interruzioni per superamento dei limiti, su 13 mensilità; la seconda è una indennità non legata al reddito, riconosciuta per sostenere le esigenze comunicative e relazionali legate alla disabilità uditiva, erogata di norma per 12 mensilità. È possibile quindi che nel 2025 il beneficiario veda accreditati due pagamenti separati, con importi e calendari a volte non perfettamente sovrapponibili: uno per la pensione e uno per l’indennità. Nel caso in cui la pensione venga sospesa per reddito, l’indennità di comunicazione continua a essere corrisposta, se persistono i requisiti sanitari e amministrativi. Per orientarsi tra le diverse voci, il modo più semplice è consultare mensilmente il dettaglio del pagamento, dove sono indicate la tipologia della prestazione, il mese di competenza e l’importo aggiornato alla perequazione 2025, distinguendo sempre la quota pensionistica dalle eventuali integrazioni e dall’indennità cumulata.

Requisiti per l’invalidità

L’accesso alla pensione per sordi presuppone il riconoscimento della sordità ai fini dell’invalidità civile da parte della Commissione medico-legale competente. Il verbale sanitario rilasciato a esito della valutazione attesta la sussistenza dei requisiti sanitari previsti dalla normativa, indica la decorrenza e, se del caso, una eventuale rivedibilità. Tale accertamento è il presupposto indispensabile per la successiva istruttoria amministrativa ed economica.

Sotto il profilo anagrafico e amministrativo, la prestazione è rivolta ai maggiorenni e richiede la residenza stabile e abituale in Italia, unitamente a un titolo di cittadinanza o soggiorno conforme alla disciplina vigente. Eventuali trasferimenti all’estero, cambi di residenza o variazioni dello stato civile devono essere comunicati tempestivamente, poiché possono incidere sulla spettanza della prestazione o su alcune integrazioni collegate.

Il diritto all’assegno è inoltre condizionato al rispetto di un limite di reddito personale annuo, aggiornato periodicamente; per le eventuali maggiorazioni si tiene conto anche dei redditi del coniuge. Nel calcolo rientrano, in via generale, i redditi assoggettabili a IRPEF e talune prestazioni; il superamento delle soglie comporta sospensione o revoca e l’eventuale recupero delle somme indebitamente erogate. È opportuno monitorare nel corso dell’anno la propria situazione reddituale e rispondere alle richieste di aggiornamento documentale dell’ente.

La pensione per sordi è cumulabile con l’indennità di comunicazione, che è autonoma e non legata al reddito, e può coesistere con trattamenti previdenziali maturati con contribuzione; la compatibilità pratica va comunque valutata considerando l’effetto dei vari trattamenti sul reddito complessivo. In presenza di verbali con rivedibilità, il mantenimento del beneficio è subordinato all’esito delle visite di revisione; laddove la condizione sia stabilizzata, possono essere previsti esoneri dalla rivedibilità secondo le prassi applicate.

Come richiedere la pensione

Per ottenere la pensione di invalidità per sordi, è necessario seguire una procedura specifica. In primo luogo, l’interessato deve recarsi da un medico certificatore abilitato per ottenere il certificato medico introduttivo, che attesta la condizione di sordità. Questo certificato è fondamentale per avviare l’iter di riconoscimento dell’invalidità.

Successivamente, con il certificato medico introduttivo in possesso, si può procedere alla presentazione della domanda di accertamento sanitario all’INPS. La domanda può essere inoltrata direttamente online attraverso il portale dell’INPS, utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS. In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato o a un’associazione di categoria per ricevere assistenza nella compilazione e nell’invio della domanda.

Una volta presentata la domanda, l’INPS convocherà l’interessato per una visita medica presso la Commissione Medica competente, che valuterà la sussistenza dei requisiti sanitari per il riconoscimento della sordità. In alcune province italiane, a partire dal 2025, è stata introdotta una procedura sperimentale che prevede l’accertamento sanitario senza necessità di presentare una domanda amministrativa da parte del cittadino. Questa procedura riguarda specifiche province e sarà estesa progressivamente ad altre aree del Paese.

Al termine dell’iter di accertamento, l’INPS invierà all’interessato il verbale con l’esito della valutazione. Se il riconoscimento è positivo e sono soddisfatti anche i requisiti economici, la pensione verrà erogata a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

Aggiornamenti 2025

Nel 2025, sono state introdotte alcune novità riguardanti la pensione di invalidità per sordi. L’importo mensile della pensione è stato aggiornato a 336 euro, erogati per 13 mensilità. Inoltre, il limite di reddito personale annuo per avere diritto alla pensione è stato fissato a 19.461,12 euro. Questi aggiornamenti mirano a garantire un adeguato sostegno economico alle persone sorde, tenendo conto delle variazioni del costo della vita.

Un’altra importante novità riguarda la procedura di accertamento sanitario. A partire dal 1° gennaio 2025, in alcune province italiane, è stata avviata una sperimentazione che prevede l’accertamento sanitario senza necessità di presentare una domanda amministrativa da parte del cittadino. Questa procedura semplificata è stata introdotta per ridurre i tempi di attesa e facilitare l’accesso alle prestazioni per le persone con disabilità. Le province interessate da questa sperimentazione sono: Catanzaro, Frosinone, Salerno, Brescia, Firenze, Forlì-Cesena, Perugia, Sassari e Trieste. A partire dal 30 settembre 2025, la procedura sarà estesa anche alle province di Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Trento e Aosta.

È fondamentale che gli interessati si informino presso le sedi INPS o i patronati locali per conoscere le modalità specifiche di presentazione della domanda e gli eventuali aggiornamenti normativi, al fine di garantire una corretta e tempestiva richiesta della pensione.

Confronto con altri benefici

Oltre alla pensione di invalidità, le persone sorde possono accedere ad altre prestazioni economiche e agevolazioni. Una di queste è l’indennità di comunicazione, concessa indipendentemente dall’età e dal reddito, con l’obiettivo di supportare le persone sorde nelle spese legate alla comunicazione. L’importo dell’indennità di comunicazione per il 2025 è di 258,82 euro mensili, erogati per 12 mensilità.

Un’altra importante misura di sostegno è il collocamento mirato, previsto dalla legge 68/1999, che favorisce l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, garantendo opportunità di lavoro adeguate alle loro capacità e necessità. Questo programma prevede l’iscrizione a liste speciali e l’accesso a servizi di orientamento e formazione professionale.

Inoltre, le persone sorde hanno diritto a esenzioni sanitarie per accedere a cure e trattamenti medici specifici. Il codice di esenzione 3S1 consente l’esenzione dal ticket su tutte le prestazioni specialistiche e sulla quota fissa sui farmaci di fascia A. Questo beneficio è fondamentale per garantire l’accesso alle cure necessarie senza oneri economici aggiuntivi.

È importante sottolineare che la pensione di invalidità per sordi è compatibile con altre prestazioni erogate a titolo di invalidità di guerra, di lavoro o di servizio, purché sia stata riconosciuta per una menomazione diversa. Inoltre, è compatibile con pensioni dirette di invalidità erogate dall’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti, dalle gestioni pensionistiche per i lavoratori autonomi o da ogni altra pensione obbligatoria per i lavoratori dipendenti.

In conclusione, le persone sorde possono beneficiare di una serie di prestazioni economiche e agevolazioni volte a supportare la loro inclusione sociale e lavorativa. È fondamentale informarsi presso gli enti competenti per conoscere i requisiti e le modalità di accesso a ciascuna di queste misure.

Per approfondire

INPS – Pensione ai sordi: Informazioni dettagliate sulla pensione di invalidità per sordi, inclusi requisiti, importi e modalità di richiesta.