Se hai un abbonamento attivo ACCEDI QUI
La richiesta di pensione anticipata in presenza di una condizione di invalidità è un tema complesso, perché intreccia aspetti medico-legali e previdenziali. Oltre a conoscere la percentuale di invalidità civile riconosciuta, è fondamentale capire quale istituto previdenziale si vuole o si può attivare: la pensione anticipata ordinaria basata solo sui contributi, la pensione di inabilità, l’assegno ordinario di invalidità, gli strumenti di anticipo come quelli per i lavoratori “precoci” o l’accesso ad agevolazioni contributive. Ogni via ha requisiti propri e produce effetti diversi sul diritto e sull’importo della prestazione.
In termini pratici, la domanda “quale percentuale serve?” ha risposte differenti a seconda della misura che si intende ottenere. In alcuni casi non è la percentuale a contare, ma la valutazione di una inidoneità totale al lavoro; in altri, la soglia di invalidità civile riconosciuta diventa un requisito-chiave per entrare tra le categorie protette che accedono a un’uscita anticipata. Prima di presentare l’istanza, è utile delineare i requisiti più ricorrenti e come si combinano tra loro, così da evitare rigetti o ritardi e scegliere la procedura più adeguata alla propria situazione assicurativa.
Requisiti per la Pensione Anticipata
Quando si parla di pensione anticipata in presenza di invalidità si fa riferimento a più percorsi. Il primo è la pensione anticipata “ordinaria” basata solo sull’anzianità contributiva: in questo caso l’invalidità non è un requisito, ma possono esistere agevolazioni che accorciano i tempi. Il secondo è la pensione di inabilità, che richiede una inidoneità totale e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa e consente l’uscita a prescindere dall’età se esistono i minimi contributivi. Accanto a questi, esistono canali di anticipo per categorie tutelate (ad esempio lavoratori precoci e strumenti di accompagnamento all’uscita), per i quali l’invalidità civile in determinate percentuali diventa un requisito di accesso.
La pensione di inabilità dell’assicurazione generale obbligatoria non si fonda su una percentuale, bensì sull’accertamento di una totale e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa, indipendentemente dall’ultima mansione. È richiesta inoltre un’anzianità minima contributiva, con una parte di contributi versati in un periodo ravvicinato alla domanda. Se riconosciuta, consente il pensionamento anche in età non avanzata, ma è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa. Questa misura si distingue dall’assegno ordinario di invalidità, che esamineremo di seguito, e non va confusa con l’invalidità civile percentuale: sono piani diversi che possono coesistere ma hanno finalità e regole proprie. Per chi ha condizioni dolorose e invalidanti dei tessuti molli, può essere utile conoscere i diritti alla pensione di invalidità per chi ha fibromialgia con esempi sulle ricadute previdenziali della diagnosi.
L’assegno ordinario di invalidità (AOI) rappresenta un’altra strada. Non richiede una percentuale fissa di invalidità civile, ma una riduzione della capacità lavorativa tale da impedire lo svolgimento dell’attività in misura rilevante secondo la valutazione previdenziale. A differenza della pensione di inabilità, l’AOI è compatibile con il lavoro (entro certi limiti di reddito e con possibili ricalcoli), ha durata triennale rinnovabile ed è cumulabile con successivi periodi contributivi. Non è una “pensione anticipata” in senso stretto, ma può accompagnare il lavoratore fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o per l’anticipata, momento in cui può essere trasformato nella prestazione definitiva. Per alcuni profili, l’ottenimento di AOI può facilitare anche l’accesso a strumenti di uscita anticipata qualora si appartenga a specifiche categorie tutelate.

Percentuali di Invalidità Riconosciute
Il riferimento più frequente è la soglia del 74% di invalidità civile. Questo valore, quando riconosciuto dalle competenti commissioni medico-legali, consente in diversi casi di rientrare tra le categorie protette per specifiche misure di anticipo pensionistico e di beneficiare di particolari maggiorazioni contributive. È importante distinguere l’invalidità civile (che misura la riduzione della capacità lavorativa in termini percentuali secondo tabelle medico-legali) dalla inabilità lavorativa assoluta (che è una valutazione qualitativa di impossibilità a qualunque lavoro). Avere il 74% di invalidità civile non dà automaticamente diritto alla pensione anticipata: occorre sempre verificare i requisiti contributivi, anagrafici e la tipologia di misura a cui si intende accedere. Per chi convive con patologie articolari croniche, è utile approfondire i diritti alla pensione di invalidità per chi ha artrite reumatoide scoprendo quando la patologia può facilitare l’accesso alle tutele previdenziali.
Per chi ha un’invalidità civile riconosciuta pari o superiore al 74%, la normativa prevede una maggiorazione contributiva figurativa di due mesi per ogni anno lavorato in tale condizione, fino a un massimo di cinque anni. In concreto, questa maggiorazione accresce la contribuzione utile sia al diritto sia alla misura della pensione, e può anticipare l’accesso alla pensione anticipata ordinaria fondata sui soli contributi. È essenziale che la percentuale sia formalmente riconosciuta e che il periodo di lavoro coincida con l’arco temporale in cui l’invalidità al 74% o superiore risulta attestata; diversamente, la maggiorazione non si applica. In presenza di altri requisiti specifici (ad esempio l’aver lavorato almeno 12 mesi prima dei 19 anni per rientrare tra i “precoci”), la medesima soglia del 74% può far accedere a canali dedicati di pensionamento anticipato per categorie protette. In tutti i casi, la combinazione tra percentuale di invalidità, anzianità contributiva e età anagrafica va esaminata con attenzione, perché piccoli scostamenti possono cambiare la misura più conveniente o l’anno esatto di uscita.
Procedure per Richiedere la Pensione
Per ottenere la pensione anticipata per invalidità, è necessario seguire una procedura ben definita. Il primo passo consiste nella presentazione della domanda all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, che gestisce l’erogazione delle prestazioni assistenziali. La domanda può essere inoltrata telematicamente attraverso il portale ufficiale dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato o a un centro di assistenza fiscale (CAF) per ricevere supporto nella compilazione e nell’invio della richiesta.
Una volta presentata la domanda, l’INPS avvia l’iter di valutazione, che prevede una visita medica presso la commissione medica dell’ASL competente. Durante questa visita, viene accertato il grado di invalidità del richiedente, determinante per l’accesso alla pensione e per la definizione dell’importo spettante. È fondamentale assicurarsi che tutta la documentazione richiesta sia completa e corretta, al fine di evitare ritardi o respingimenti della domanda. In caso di esito positivo, l’INPS comunica l’accoglimento della richiesta e procede all’erogazione della pensione secondo le modalità indicate dal beneficiario.
La procedura specifica varia in base alla prestazione richiesta: per assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità la domanda previdenziale segue il canale INPS dedicato, con eventuale accertamento da parte dei medici dell’Istituto; per l’invalidità civile e le agevolazioni collegate (ad esempio le maggiorazioni contributive per invalidità pari o superiore al 74%), rileva il verbale rilasciato dalla commissione medico-legale. In quest’ultimo caso, la maggiorazione va indicata e documentata in sede di domanda di pensione, allegando il verbale che attesta la percentuale e il periodo di validità.
Nel corso dell’istruttoria possono essere richieste integrazioni documentali o ulteriori accertamenti. La mancata presentazione alla visita o il mancato invio degli atti richiesti può comportare l’archiviazione o il rigetto della domanda. In presenza di gravi limitazioni alla deambulazione o al trasporto, è possibile richiedere la visita domiciliare con idonea certificazione. Gli esiti possono prevedere una revisione periodica: è quindi importante rispettare le convocazioni e comunicare eventuali variazioni dello stato di salute o dell’attività lavorativa, poiché alcune prestazioni sono incompatibili con il lavoro o prevedono limiti di reddito.
L’esito finale viene comunicato dall’INPS con le indicazioni su decorrenza, importi e adempimenti successivi. In caso di reiezione o di riconoscimento parziale, è possibile presentare un’istanza di riesame amministrativo e, se necessario, ricorrere nelle forme e nei tempi previsti. Alcune prestazioni possono essere trasformate o cessare al mutare dei requisiti: l’assegno ordinario di invalidità può accompagnare fino alla pensione definitiva, mentre la pensione di inabilità cessa in caso di ripresa dell’attività lavorativa. Le finestre e i tempi di decorrenza variano in base alla misura; la verifica puntuale della posizione contributiva e dei verbali sanitari aiuta a individuare il percorso più adeguato.
Documentazione Necessaria
Per richiedere la pensione anticipata per invalidità, è fondamentale presentare una serie di documenti che attestino sia la condizione di invalidità sia i requisiti contributivi e anagrafici richiesti. La corretta preparazione della documentazione facilita l’iter burocratico e riduce i tempi di attesa per l’erogazione della pensione.
Innanzitutto, è necessario ottenere il certificato medico introduttivo, redatto dal proprio medico curante. Questo documento attesta la presenza e il grado di invalidità, specificando come essa influisca sulla capacità lavorativa del richiedente. Dal 30 settembre 2025, nelle province coinvolte nella seconda fase sperimentale, il procedimento inizierà unicamente con l’invio telematico del nuovo “certificato medico introduttivo” da parte del medico. Questo certificato diventerà l’unica via per avviare la valutazione della disabilità. È fondamentale che i cittadini che hanno già un certificato medico redatto con le vecchie modalità in queste nove province completino la procedura inviando la domanda amministrativa all’INPS entro e non oltre il 29 settembre 2025. Chi non ha dimestichezza con gli strumenti informativi può rivolgersi ai patronati o agli intermediari autorizzati per procedere all’inoltro. Dopo questa data, che segna un importante spartiacque, l’unica procedura valida sarà il nuovo certificato medico introduttivo. Le disposizioni non riguardano invece la Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento, dove l’INPS non interviene.
Oltre al certificato medico, è indispensabile presentare la domanda di pensione compilata e firmata, accompagnata da un documento di identità valido e dal codice fiscale. È consigliabile includere anche l’estratto conto contributivo, che riporta la storia lavorativa e contributiva del richiedente, al fine di verificare il raggiungimento dei requisiti contributivi richiesti.
In alcuni casi, potrebbe essere richiesto un certificato di residenza per attestare la dimora abituale del richiedente. Inoltre, se il richiedente è coniugato, potrebbe essere necessario fornire informazioni sul reddito del coniuge, poiché alcuni benefici sono legati al reddito familiare complessivo.
Infine, è opportuno allegare eventuali altri documenti che possano supportare la richiesta, come certificati medici specialistici, referti diagnostici o documentazione relativa a precedenti riconoscimenti di invalidità. Una documentazione completa e accurata è essenziale per evitare ritardi nella valutazione della domanda.
Consigli Utili
Affrontare il processo di richiesta della pensione anticipata per invalidità può risultare complesso. Ecco alcuni consigli utili per facilitare l’iter:
1. Preparazione accurata della documentazione: Assicurati che tutti i documenti richiesti siano completi, aggiornati e correttamente compilati. Errori o omissioni possono causare ritardi o il respingimento della domanda.
2. Supporto professionale: Considera l’opportunità di rivolgerti a un patronato o a un CAF per assistenza nella compilazione e nell’invio della domanda. Questi enti offrono supporto gratuito e possono aiutarti a evitare errori procedurali.
3. Monitoraggio dello stato della domanda: Dopo aver presentato la domanda, controlla regolarmente lo stato di avanzamento tramite il portale INPS o contattando il servizio clienti. Questo ti permetterà di intervenire tempestivamente in caso di richieste di integrazione documentale o ulteriori accertamenti.
4. Conoscenza dei propri diritti: Informati sui tuoi diritti e sulle prestazioni a cui potresti avere accesso. Essere consapevoli delle normative vigenti ti aiuterà a navigare meglio nel processo e a difendere i tuoi interessi.
5. Pazienza e perseveranza: I tempi di valutazione possono essere lunghi. Mantieni la calma e sii perseverante, seguendo attentamente ogni fase del processo e rispondendo prontamente a eventuali richieste dell’INPS.
In conclusione, ottenere la pensione anticipata per invalidità richiede una comprensione chiara dei requisiti, una preparazione meticolosa della documentazione e una gestione attenta delle procedure. Seguendo i consigli sopra indicati e avvalendoti del supporto di professionisti del settore, potrai affrontare con maggiore serenità l’iter necessario per accedere a questo importante beneficio previdenziale.
Per approfondire
INPS – Istituto Nazionale della Previdenza Sociale: Sito ufficiale dell’INPS con informazioni dettagliate sulle prestazioni previdenziali e assistenziali.
Ministero della Salute: Informazioni sulle certificazioni mediche e sulle procedure sanitarie relative all’invalidità.
