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Quando si parla di “pensione di invalidità al 67%” è facile confondersi, perché in Italia convivono due sistemi con regole diverse: l’invalidità civile (a carattere assistenziale) e l’invalidità previdenziale (collegata ai contributi versati). Il valore “67%” ha significati differenti nei due ambiti. Nell’invalidità previdenziale, il 67% individua la soglia di riduzione della capacità lavorativa che rileva per l’Assegno ordinario di invalidità (AOI), una prestazione economica erogata dall’INPS agli assicurati che hanno subito una diminuzione permanente della capacità lavorativa a meno di un terzo. Nell’invalidità civile, invece, una percentuale del 67% non dà diritto, da sola, a una pensione o assegno mensile, ma può aprire l’accesso ad altre agevolazioni. Chiarire questa distinzione è fondamentale per capire quali requisiti servono davvero e quali prestazioni si possono ottenere.
Questa guida aiuta a orientarsi sui requisiti di base, con un linguaggio semplice ma rigoroso. Se per “pensione di invalidità al 67%” si intende l’Assegno ordinario di invalidità, i requisiti sono in primo luogo sanitari (una riduzione della capacità lavorativa pari ad almeno due terzi) e contributivi (anzianità assicurativa e contributiva minima), oltre a condizioni amministrative specifiche. Se invece ci si riferisce alla percentuale del 67% nell’invalidità civile, è importante sapere che per il riconoscimento di una prestazione economica continuativa è normalmente richiesto almeno il 74%, oltre a limiti reddituali; con il 67% possono comunque spettare benefici non monetari. Nei paragrafi che seguono, partiamo dai requisiti essenziali, distinguendo chiaramente i due binari.
Requisiti di base
Il primo requisito da comprendere è la natura della prestazione. Con “pensione di invalidità al 67%” la prassi si riferisce in genere all’Assegno ordinario di invalidità (AOI), che appartiene al sistema previdenziale e non a quello dell’invalidità civile. L’AOI è rivolto a lavoratrici e lavoratori iscritti a gestioni INPS (dipendenti, autonomi, parasubordinati, talora professioni con fondi collegati) che, a causa di infermità o difetto fisico/mentale, abbiano subito una riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo, ossia pari ad almeno due terzi (67%) in occupazioni confacenti alle loro attitudini. È una prestazione economica che presuppone una storia contributiva minima e un giudizio medico-legale specifico sulla capacità lavorativa residua, diverso dal mero “grado percentuale” dell’invalidità civile. Non è necessario aver cessato l’attività lavorativa per chiedere l’AOI, ma la compatibilità con il lavoro dipende da regole di cumulo e da eventuali riduzioni in presenza di redditi elevati.
Il secondo blocco di requisiti è di tipo sanitario. Per l’AOI, la legge non valuta la sola “percentuale di invalidità civile”, bensì la riduzione stabile della capacità lavorativa in senso previdenziale: ciò implica una valutazione medico-legale in rapporto alle mansioni possibili e all’idoneità al lavoro “confacente” all’età, alla formazione e all’esperienza della persona. In pratica, occorre che la commissione medico-legale accerti una riduzione di almeno il 67% della capacità lavorativa globale, non necessariamente coincidente con la percentuale riconosciuta in sede di invalidità civile. È fondamentale quindi presentare documentazione clinica aggiornata e completa sulle patologie rilevanti, sulla loro stabilità o progressione, sulle terapie in atto e sugli eventuali esiti funzionali, perché l’accertamento previdenziale si concentra sulla residua attitudine al lavoro più che sul mero danno anatomofunzionale astratto.
Il terzo pilastro riguarda i requisiti assicurativi e contributivi. Per avere diritto all’Assegno ordinario di invalidità è necessario essere assicurati presso l’INPS ed aver maturato un’anzianità contributiva minima: tipicamente almeno cinque anni di contribuzione complessiva, di cui almeno tre anni accreditati nel quinquennio che precede la domanda. Ai fini del conteggio, oltre ai contributi obbligatori, possono rilevare anche contributi volontari e figurativi nei casi previsti. La verifica avviene sulla posizione assicurativa personale e, se la carriera ha attraversato gestioni diverse, si applicano le regole di cumulo/totalizzazione quando consentite. Questo requisito è dirimente: senza il minimo contributivo non si accede alla prestazione previdenziale, anche in presenza del requisito sanitario. A differenza delle prestazioni assistenziali, per l’AOI non è richiesto un limite di reddito per il diritto, ma i redditi possono incidere sull’importo per effetto di regole di cumulo con il lavoro.

A livello anagrafico e amministrativo, l’AOI non è legato a una fascia d’età specifica, ma alla sussistenza dello stato assicurativo e dei requisiti sanitari e contributivi al momento della domanda. La prestazione ha durata triennale e può essere confermata su richiesta se persistono le condizioni, fino a raggiungere la conferma “a tempo indeterminato” dopo più rinnovi, secondo le regole vigenti. Raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia, l’AOI si trasforma, di norma, in pensione di vecchiaia se risultano maturati i requisiti contributivi e assicurativi previsti, assicurando la continuità della tutela. È inoltre necessario trovarsi sul territorio nazionale o comunque adempiere agli obblighi amministrativi richiesti dall’INPS per la gestione della prestazione; per i cittadini stranieri valgono le condizioni generali di iscrizione all’assicurazione sociale e di regolare soggiorno, ferma la competenza INPS sull’erogazione. La domanda è individuale e va sostenuta da certificazione medico-legale idonea al percorso previdenziale.
È essenziale distinguere i requisiti previdenziali appena descritti da quelli dell’invalidità civile. Se il riferimento al “67%” è alla percentuale di invalidità civile, tale misura, da sola, non dà diritto alla corresponsione dell’assegno mensile di assistenza, che richiede di norma almeno il 74% di invalidità e il rispetto di specifici limiti di reddito, oltre alla residenza stabile in Italia e alla cittadinanza o titolo di soggiorno idoneo. Con il 67% di invalidità civile possono tuttavia spettare benefici non monetari o agevolazioni (ad esempio iscrizione al collocamento mirato, priorità per ausili e protesi, eventuali esenzioni ticket secondo la normativa regionale, agevolazioni fiscali in casi previsti), mentre permessi e congedi della normativa sull’handicap seguono criteri autonomi. Inoltre, al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia, alcune prestazioni assistenziali si trasformano in assegni sociali sostitutivi, previa verifica dei requisiti economici. Per questo, prima di presentare domanda, è utile chiarire se si rientra nel binario previdenziale (AOI, con requisito del 67% “lavorativo” e contributi) o in quello dell’invalidità civile (con percentuali e soglie reddituali differenti).
Documentazione necessaria
Per avviare la richiesta della pensione di invalidità al 67%, è fondamentale raccogliere e presentare una serie di documenti specifici. La corretta preparazione della documentazione facilita il processo e riduce i tempi di attesa.
Innanzitutto, è necessario il verbale di accertamento dell’invalidità civile rilasciato dalla Commissione Medica dell’INPS. Questo documento attesta ufficialmente la percentuale di invalidità riconosciuta e costituisce la base per l’accesso alle prestazioni previdenziali.
Oltre al verbale, è richiesto un documento d’identità valido e il codice fiscale del richiedente. Questi servono per l’identificazione personale e per verificare l’esattezza dei dati anagrafici.
È inoltre indispensabile fornire la documentazione relativa alla propria situazione contributiva. Questo include l’estratto conto contributivo, che riporta i contributi previdenziali versati nel corso della carriera lavorativa. Tale documento è essenziale per determinare l’ammontare della pensione spettante.
Infine, potrebbe essere necessario presentare ulteriori certificazioni mediche o documenti che attestino specifiche condizioni di salute o situazioni lavorative particolari. È consigliabile consultare direttamente l’INPS o un patronato per ottenere un elenco dettagliato e aggiornato dei documenti richiesti.
Procedura di richiesta
Una volta raccolta tutta la documentazione necessaria, il passo successivo è l’inoltro della domanda di pensione. Questo può avvenire attraverso diverse modalità, a seconda delle preferenze e delle possibilità del richiedente.
La modalità più diretta è l’invio telematico tramite il portale ufficiale dell’INPS. Accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, è possibile compilare e inviare la domanda online, seguendo le istruzioni fornite dal sistema.
In alternativa, è possibile rivolgersi a un patronato o a un centro di assistenza fiscale (CAF). Questi enti offrono supporto gratuito nella compilazione e nell’invio della domanda, assicurando che tutti i passaggi siano eseguiti correttamente e che la documentazione sia completa.
Dopo l’invio della domanda, l’INPS procede alla verifica dei requisiti e della documentazione presentata. Questo processo può richiedere alcune settimane. Durante questo periodo, è possibile monitorare lo stato della propria richiesta accedendo al proprio profilo sul portale INPS o contattando direttamente l’ente.
Una volta approvata la domanda, l’INPS comunica l’esito al richiedente e procede all’erogazione della pensione secondo le modalità indicate nella domanda stessa, come l’accredito su conto corrente bancario o postale.
Diritti e doveri
Ottenere la pensione di invalidità al 67% comporta non solo il riconoscimento di determinati diritti, ma anche l’assunzione di specifici doveri da parte del beneficiario.
Tra i diritti principali vi è l’accesso a prestazioni economiche mensili, il cui importo varia in base alla percentuale di invalidità riconosciuta e alla situazione economica del richiedente. Inoltre, i titolari di pensione di invalidità possono beneficiare di agevolazioni fiscali, esenzioni ticket sanitari e, in alcuni casi, di facilitazioni per l’accesso al mondo del lavoro.
È fondamentale, tuttavia, che il beneficiario comunichi tempestivamente all’INPS qualsiasi variazione della propria situazione personale o economica che possa influire sul diritto o sull’importo della pensione. Ad esempio, l’inizio di un’attività lavorativa o un cambiamento significativo del reddito devono essere segnalati per evitare indebiti o sanzioni.
Infine, è importante sottolineare che la pensione di invalidità è soggetta a revisioni periodiche. L’INPS può richiedere al beneficiario di sottoporsi a visite mediche di controllo per verificare la permanenza dei requisiti sanitari. È quindi dovere del pensionato presentarsi alle convocazioni e fornire tutta la documentazione richiesta.
Modifiche legislative recenti
Negli ultimi anni, la normativa riguardante la pensione di invalidità ha subito alcune modifiche significative, volte a migliorare l’accesso e la gestione delle prestazioni per i cittadini.
Una delle principali novità riguarda l’introduzione di procedure telematiche semplificate per la presentazione delle domande. Questo ha permesso una riduzione dei tempi di attesa e una maggiore trasparenza nel processo di valutazione delle richieste.
Inoltre, sono stati aggiornati i limiti di reddito per l’accesso alle prestazioni, al fine di adeguarli al costo della vita e garantire un sostegno adeguato ai beneficiari. È quindi essenziale consultare periodicamente le comunicazioni ufficiali dell’INPS per essere informati sugli importi aggiornati e sui requisiti economici.
Infine, è stata rafforzata la collaborazione tra l’INPS e le strutture sanitarie locali per garantire una valutazione più accurata e tempestiva delle condizioni di invalidità, migliorando così l’efficienza del sistema e la qualità del servizio offerto ai cittadini.
In conclusione, ottenere la pensione di invalidità al 67% richiede una conoscenza approfondita dei requisiti, della documentazione necessaria e delle procedure da seguire. È fondamentale rimanere aggiornati sulle modifiche legislative e adempiere ai propri doveri per garantire la continuità e la correttezza delle prestazioni ricevute.
Per approfondire
Pensione di inabilità agli invalidi civili – INPS: Informazioni ufficiali sulla pensione di inabilità per invalidi civili.
