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“Quanti soldi valgono 20 punti di invalidità?” è una domanda frequente, ma la risposta non è unica e dipende dal sistema giuridico e medico-legale a cui ci riferiamo. In Italia, infatti, esistono più “linguaggi” dell’invalidità: l’invalidità civile per finalità assistenziali, la menomazione INAIL per infortuni sul lavoro o malattie professionali, e il danno biologico in ambito di responsabilità civile (per esempio incidenti stradali o malpractice). In ciascuno di questi ambiti, il medesimo numero — 20 punti — ha significati, criteri di valutazione e conseguenze molto diversi. Capire bene “di quale 20% stiamo parlando” è il primo passo per orientarsi.
In questa analisi partiamo dal chiarire che cosa rappresentano, sul piano medico-legale, “20 punti di invalidità”, quali commissioni e tabelle vengono utilizzate per attribuirli e, soprattutto, quali effetti pratici comportano. È importante anticipare che, nell’invalidità civile assistenziale, un grado del 20% difficilmente dà diritto a prestazioni economiche; al contrario, lo stesso 20% in ambito INAIL può attivare una rendita, e in ambito risarcitorio è traducibile in importi secondo specifiche tabelle. Nei paragrafi successivi inquadreremo i criteri e le soglie principali, così da fornire le basi necessarie per comprendere poi, nel calcolo economico, quando quel 20% “vale zero euro” e quando invece può avere un valore monetario concreto.
Cosa significa avere 20 punti di invalidità
Nell’invalidità civile, il numero percentuale esprime la riduzione della capacità lavorativa generica (per gli adulti tra 18 e 67 anni) o, nei minorenni, il grado di compromissione delle funzioni e dell’autonomia in relazione all’età. La valutazione avviene attraverso una commissione medico-legale (ASL/INPS) che applica criteri tabellari standardizzati, considerando la patologia, la sua gravità, la prognosi e l’impatto sulle attività di base. Avere “20 punti” — cioè un 20% — in questo contesto indica una menomazione lieve, compatibile con la possibilità di svolgere attività lavorative non pesanti e con un livello di autonomia generalmente conservato. Non è una certificazione “vuota”: attesta la presenza di una riduzione funzionale clinicamente rilevante ma non tale, da sola, da giustificare prestazioni assistenziali di natura economica.
Tradotto in termini pratici, il 20% di invalidità civile segnala che la condizione di salute incide in modo non trascurabile, ma limitato, sulle capacità generali: possono essere necessarie alcune restrizioni o adattamenti (per esempio evitare carichi fisici intensi, ritmi prolungati, posture estreme), ma non si configura una compromissione grave delle funzioni. A titolo esemplificativo, rientrano in questa fascia alcune patologie stabilizzate, con esiti contenuti, oppure disturbi cronici che impongono controlli e terapia regolare ma non impediscono le attività quotidiane di base. La commissione attribuisce la percentuale in base a documentazione clinica aggiornata e, quando utile, a esame obiettivo e strumenti di valutazione funzionale; il punteggio può essere rivisto nel tempo in caso di aggravamento o di miglioramento clinico.
È fondamentale non confondere l’invalidità civile con altre forme di riconoscimento. Quando si parla di “punti” molte persone si riferiscono, talvolta senza saperlo, alla menomazione INAIL per infortunio sul lavoro o malattia professionale. In quel sistema, i “punti” esprimono la menomazione dell’integrità psicofisica conseguente a causa lavorativa. La soglia del 16% è spartiacque: al di sotto si ha di regola un indennizzo in capitale, oltre il 16% si può accedere a una rendita. Pertanto, “20 punti” INAIL non equivalgono a “20% di invalidità civile”: sono grandezze simili nell’unità di misura, ma appartengono a scale, finalità e diritti completamente diversi. Quest’ultima distinzione spiega perché, a parità di numero, le ricadute economiche possano essere molto diverse.
C’è poi un terzo vocabolario dei “punti”: il danno biologico in responsabilità civile, tipico dei risarcimenti per macrolesioni. Qui i postumi permanenti vengono quantificati in punti percentuali e “valutati” con tabelle (per esempio giudiziarie) che tengono conto dell’età e del grado di menomazione per tradurre il danno non patrimoniale in denaro. Anche in questo ambito, un 20% indica una lesione permanente di medio grado e, a differenza dell’invalidità civile, è pensato per essere monetizzato a titolo risarcitorio. È un mondo diverso sia dall’assistenza pubblica sia dalla tutela assicurativa contro gli infortuni sul lavoro, pur usando il medesimo termine “punti”.
Rimanendo sul terreno dell’invalidità civile assistenziale — quello a cui più spesso pensa chi chiede “quanti soldi valgono 20 punti?” — va ricordato che molte soglie di accesso alle provvidenze scattano a percentuali più alte: dal 34% si può avere diritto ad alcuni ausili e protesi in relazione alla patologia; dal 46% si rientra nelle liste del collocamento mirato; dal 67% possono attivarsi esenzioni specifiche; dal 74% si entra nel perimetro dell’assegno mensile (con ulteriori requisiti), mentre l’inabilità totale e l’indennità di accompagnamento riguardano casi di gravissima compromissione. Ne deriva che, salvo situazioni particolari, “20 punti” di invalidità civile non danno luogo a prestazioni economiche. Ciò non toglie importanza al certificato: è una fotografia ufficiale dello stato funzionale, utile per documentare la condizione nel tempo, per eventuali richieste di aggravamento o per inquadrare esigenze di adattamento scolastico, lavorativo o sociale quando pertinenti.
Calcolo del valore economico
Il “valore economico” di 20 punti non è univoco: dipende dall’ambito applicato. Nell’invalidità civile assistenziale, un 20% — di regola — non si traduce in provvidenze economiche. In assenza di ulteriori soglie o requisiti, il valore monetario è quindi nullo: il verbale ha funzione certificativa e può essere utile ai fini amministrativi e di monitoraggio clinico, ma non genera un assegno.
Nell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), una menomazione del 20% supera la soglia del 16% e, normalmente, dà diritto a una rendita periodica. L’importo è determinato applicando le tabelle vigenti e tenendo conto della retribuzione di riferimento; la prestazione decorre dalla stabilizzazione dei postumi ed è suscettibile di revisione in caso di variazione delle condizioni. In presenza dei presupposti, possono aggiungersi componenti a tutela del pregiudizio patrimoniale.
In responsabilità civile, i 20 punti di postumo permanente vengono monetizzati tramite tabelle giudiziarie che modulano l’importo in base all’età e alla percentuale, con possibilità di personalizzazione motivata. Alle somme per danno non patrimoniale possono affiancarsi voci patrimoniali documentate (perdita o riduzione del reddito, spese future, assistenza), ove ne ricorrano i presupposti.
Ne consegue che lo stesso numero può valere “zero euro” nell’invalidità civile, generare una rendita in ambito INAIL e tradursi in un risarcimento nel contenzioso civile. Una stima concreta richiede di individuare l’ambito giuridico corretto, verificare le soglie applicabili e riferirsi alle tabelle vigenti al momento della valutazione.
Benefici e agevolazioni
Con un’invalidità civile riconosciuta al 20%, non si ha diritto a prestazioni economiche erogate dall’INPS, poiché tali benefici sono riservati a chi possiede una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%. (invaliditaediritti.it)
Tuttavia, è possibile accedere ad alcune agevolazioni non economiche. Ad esempio, con un’invalidità pari o superiore al 34%, si ha diritto alla fornitura gratuita di protesi e ausili previsti dal Servizio Sanitario Nazionale, purché la necessità di tali dispositivi sia indicata nel verbale di riconoscimento dell’invalidità. (invaliditaediritti.it)
Inoltre, alcune agevolazioni fiscali, come la detrazione del 19% per l’acquisto di sussidi tecnici e informatici, sono disponibili per le persone con disabilità, indipendentemente dalla percentuale di invalidità riconosciuta. Queste agevolazioni mirano a facilitare l’accesso a strumenti che migliorano la qualità della vita quotidiana. (ticonsiglio.com)
È importante sottolineare che molte agevolazioni, soprattutto quelle fiscali, possono variare in base alle normative locali e alle specifiche disposizioni comunali. Pertanto, è consigliabile informarsi presso gli uffici competenti del proprio comune di residenza per ottenere informazioni aggiornate e dettagliate sulle agevolazioni disponibili.
Come richiedere il riconoscimento
Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile, è necessario seguire una procedura specifica che si articola in diverse fasi.
Il primo passo consiste nell’ottenere un certificato medico introduttivo rilasciato dal proprio medico curante o da un medico certificatore abilitato. Questo certificato, che ha una validità di 90 giorni, deve attestare le patologie invalidanti e includere una diagnosi dettagliata. (osservatoriomalattierare.it)
Successivamente, la domanda di riconoscimento dell’invalidità civile deve essere presentata all’INPS esclusivamente in modalità telematica. È possibile procedere autonomamente tramite il portale online dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali di accesso, oppure avvalersi dell’assistenza di un patronato o di un’associazione di categoria. (osservatoriomalattierare.it)
Una volta inoltrata la domanda, l’INPS trasmette la richiesta alla commissione medica competente, che convocherà l’interessato per una visita di accertamento. Durante la visita, è fondamentale presentare tutta la documentazione medica in possesso, che possa supportare la valutazione delle condizioni di salute. (ildenaro.it)
Al termine dell’iter, l’INPS notificherà all’interessato il verbale con l’esito della valutazione. In caso di esito positivo, il verbale indicherà la percentuale di invalidità riconosciuta e le eventuali agevolazioni spettanti. Se l’interessato non è soddisfatto dell’esito, ha la possibilità di presentare ricorso entro sei mesi dalla notifica del verbale, rivolgendosi al Tribunale competente. (ildenaro.it)
In sintesi, sebbene un’invalidità civile del 20% non dia diritto a prestazioni economiche, è possibile accedere a specifiche agevolazioni non economiche. Per ottenere il riconoscimento dell’invalidità, è fondamentale seguire attentamente la procedura prevista, avvalendosi del supporto di professionisti e presentando una documentazione medica completa e aggiornata.
Per approfondire
INPS – Invalidità civile: prestazioni economiche e agevolazioni – Informazioni ufficiali sulle prestazioni e agevolazioni per invalidità civile.
Ministero della Salute – Invalidità civile: come richiedere il riconoscimento – Guida dettagliata sulla procedura di riconoscimento dell’invalidità civile.
Agenzia delle Entrate – Agevolazioni fiscali per persone con disabilità – Elenco delle agevolazioni fiscali disponibili per le persone con disabilità.
